- Dialoghi Mediterranei - http://www.istitutoeuroarabo.it/DM -
La Palermo ottocentesca: una capitale della moda
Posted By Comitato di Redazione On 1 maggio 2024 @ 00:59 In Cultura,Società | No Comments
di Laura Leto
Ai lettori che seguono la mia ricerca sul Cimitero acattolico “degli Inglesi” a Palermo è ormai noto l’intento di dare voce agli individui ivi sepolti, i quali privati dei loro monumenti hanno perduto ogni legame con la terra dove hanno esalato l’ultimo respiro.
L’importanza del sito – senza trascurare le vicende costruttive e trasformative del Cimitero-Lazzaretto – risiede nella sua multiculturalità. Le diverse nazionalità dei suoi ospiti lo caratterizzano come unica realtà in Città e le storie di vita si intersecano come tessere di un mosaico policromo che attirerebbe – come auspico – fruitori da ogni parte del mondo.
La disposizione delle sepolture illustra una mappa culturale che divide il piccolo cimitero in aree distinte, circoscrivendo inglesi, anglo-americani, tedeschi, francesi, russi e svizzeri. La stessa realizzazione del monumento ne evoca l’appartenenza culturale.
Nell’ambito tedesco, nel caso specifico, è frequente che il monumento funebre presenti un cippo sormontato da colonna. Entrambi o soltanto un elemento possono essere incisi da epigrafe e/o decorati con ornamenti che ne esaltino la funzione commemorativa.
Il caso del monumento del commerciante tedesco Heyl consente di affrontare molteplici problematiche relative al Luogo. È accaduto più volte negli anni che in base all’“accuratezza” delle potature venisse fagocitato dalla vegetazione e dunque che non fosse più visibile. Si tratta di una colonna in marmo barbaramente piantata nel terreno e addossata ad altri monumenti. Ci troviamo pertanto di fronte a una dislocazione rispetto alla collocazione originaria che ha molteplici conseguenze nel reperimento delle informazioni storico-critiche di riferimento. Chiunque abbia commesso questo atto feroce ha avuto almeno il buon senso di rivolgere l’epigrafe verso lo spettatore. Fortunatamente si legge in tedesco
L’epigrafe fornisce informazioni relativamente alla provenienza e alla data del decesso, non molto, ma fortunatamente la memoria del Nostro è salva!
Dal registro delle nascite di Worms del 1821, Stato federale di Rheinland-Pfalz (Germania), risulta che Cornelius Julius Heyl vi sia nato il 5 gennaio del 1820. Dal documento la data di nascita corrisponde a quella di battesimo, si evince anche il nome dei genitori: Cornelius Heyl (29 febbraio 1792 – 2 ottobre 1858) e Wilhelmina Luise Martenstein (15 aprile 1799 – 26 maggio 1875) [2], sorella del socio in affari.
Come risulta dai siti di genealogia, la coppia ebbe tre figli: Daniel Cornelius Friederich Heyl (5 gen 1818 – 1844), Barbara Maria Heyl (1819 – 1865) [3] e Cornelius Julius.
Nessuna famiglia ha lasciato tracce più significative nella storia e nel paesaggio urbano di Worms come la famiglia degli Heyl. Si tratta di una generazione di imprenditori e commercianti nel settore delle pelli.
Nel 1834, il padre Johann Cornelius Heyl, armatore e commerciante fondò insieme al cognato Johann K. Martenstein, una fabbrica per la produzione di pelle di vitello laccata, situata a sud della città di Worms, sul terreno dell’ex monastero Nonnen e Mariamünster. La posizione non era casuale, la vicinanza al fiume assicurava abbondante disponibilità d’acqua. Si racconta che venne scoperto per la prima volta l’utilizzo di un enzima speciale contenuto nelle feci dei cani, utilizzate nel processo di concia [4]. La Saffianledemanufaktur Heyl & Martenstein, nel periodo di massimo splendore, constava di oltre un centinaio di edifici, era una delle fabbriche più grandi d’Europa e nel corso delle generazioni che seguirono non perse il suo prestigio sotto il nome di Heyl’schen Lederwerke [5].
Johann Cornelius Heyl fu un vero e proprio pioniere nel settore dal momento che gli si attribuisce l’invenzione della pelle colorata. Sembra che all’origine dell’impresa ci sia stato un viaggio a Londra e a Parigi nel quale egli notò che le scarpe dei nobili non erano abbinate ai loro abiti e così decise di dare un contributo alla moda del suo tempo, fondando la prima grande impresa industriale della Città e conquistando il mercato mondiale con la produzione di pelle verniciata [6].
L’azienda di famiglia venne portata avanti dai due figli maschi che viaggiarono per tutta Europa – e forse oltre – per il commercio dei propri prodotti.
Come testimoniato da una lettera di condoglianze destinata alla famiglia [7], i due fratelli Heyl morirono a distanza di due anni. Il documento è di grande importanza dal momento che rivela la ragione per la quale Julius si trovava in Sicilia: un viaggio d’affari.
Al Cimitero di Worms, assieme ai monumenti funebri della famiglia Heyl, vi è una stele commemorativa nella quale è specificato che nonostante le sue spoglie risiedano a Palermo, rimarrà sempre vicino ai propri cari.
Un altro documento di grande importanza per il reperimento delle informazioni relative ai defunti del Cimitero “degli Inglesi” – seppur frequentemente correlato di errori di diverso tipo – è l’atto di morte. Su quello del Nostro si legge: «L’anno mille ottocento quarantasei il dì venticinque del mese di Dicembre […] alle ore nove è morto nella Locanda della Fortuna sita nella piazza di santa Teresa il Signor Giulio Keyl – di stato libero – di anni vintisei, nato in Warms sul Rhona, Germania, di professione negoziante, domiciliato nella locanda della Fortuna piazza Santa Teresa, figlio del Sig. Cornelio, di professione negoziante e della Sig. Maria Keyl» [8].
Dall’atto abbiamo conferma della data di nascita, della provenienza, della discendenza e della professione. Si aggiunge che Julius alloggiava presso la locanda della Fortuna della quale non ho reperito notizie certe. Non risulta che sia stato sposato e che abbia avuto figli e, considerata la sua fine, il motto dello stemma araldico della Famiglia “LABOREMUS”, è decisamente pertinente.
Scorrendo l’elenco dei documenti conservati presso l’archivio della città di Worms, mi sono imbattuta in una lettera inviata da Julius da Palermo alla madre, datata 8 dicembre 1846 che ne illustra lo stato critico di salute. Il Nostro è deceduto a causa del colera [9].
Della dinastia Heyl è nota la figura del nipote Cornelius Wilhelm von Heyl zu Herrnsheim (1843-1923), figlio del fratello maggiore del Nostro, il quale rilevò la fabbrica fondata dal nonno all’età di diciannove anni. Successivamente la sua fama venne associata al ruolo di collezionista e politico, militò infatti nel partito nazional-liberale e sedette nella Prima Camera del Landtag, Parlamento Assiano, sino al 1918 (Tacchi 2019: 217). Nel 1883 modificò l’originario “Schlößchen”, castelletto, di famiglia, acquisito un trentennio prima, convertendolo in una grande villa di rappresentanza all’altezza del prestigio della famiglia, crocevia di politici, artisti, scienziati.
Alla morte del nipote, la residenza venne lasciata in eredità alla Città come Stiftung Freiherr Cornelius Wilhelm und Freifrau Sophie von Heyl zu Herrnsheim, Kunsthaus Heylshof. Presso la Fondazione-Museo confluirono quadri, sculture, cristalli e porcellane che il mecenate aveva collezionato assieme alla moglie Sophie Stain, unitamente ad altri pezzi ereditati da entrambe le famiglie, che oggi costituiscono il Museo Heylshof [10].
Tra i possedimenti della famiglia Heyl, degno di nota è il Castello di Herrnsheim, distretto di Worms, acquistato dal padre del Nostro da Lord Dalberg-Acton nel 1883.
Quest’ultimo era il figlio di Marie Louise, Lady Acton [11], la quale nel 1837 fece ricostruire il castello, distrutto nel corso della Guerra dei trent’anni, dall’architetto assiano Ignaz Opfermann, conferendogli per lo più l’aspetto attuale. Anche questo castello è divenuto di proprietà della città di Wormsdal 1958 [12].
Si riporta di seguito l’albero genealogico della famiglia, considerando gli individui pertinenti alla ricerca:
Anche questa storia di vita contribuisce alla costituzione di un tessuto di storie che chiarisce quanto il Cimitero dell’Acquasanta sia di grande importanza, non soltanto come ‘luogo di memorie’, ma come vero e proprio polo culturale per Palermo.
______________________________________________________________
______________________________________________________________
Article printed from Dialoghi Mediterranei: http://www.istitutoeuroarabo.it/DM
URL to article: http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/la-palermo-ottocentesca-una-capitale-della-moda/
Click here to print.
Copyright © 2013-2020 Dialoghi Mediterranei. All rights reserved.