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Le guide turistiche, uno strumento ambiguo per orientarsi
Posted By Comitato di Redazione On 1 settembre 2016 @ 00:15 In Letture,Società | No Comments
Qualsiasi esperienza di viaggio comincia con una fase preliminare in cui il soggetto consulta una serie di strumenti che dovrebbero guidarlo verso la scelta della destinazione. Le guide turistiche in quanto attori sociali e mediatori tra il turista e le possibili località istituiscono il discorso turistico; dalle parole della semiologa Giannitrapani emerge il carattere poietico della località turistica.
Secondo Van Corp «i turisti hanno bisogno di tre informazioni fondamentali: bisogno di orientamento in luoghi stranieri, un interesse per la storia sociale e culturale del luogo, e, infine, la necessità di risparmiare tempo e denaro» (2012: 15). Le guide turistiche, in quanto mediatori tra il turista e l’altrove, strutturano la loro narrazione sulla base di queste necessità: il territorio viene controllato e offerto al turista, attraverso un processo di mappatura e suddivisione degli eventuali percorsi da compiere. Vengono forniti consigli e informazioni pratiche in modo che il viaggiatore possa compiere un percorso ottimale di conoscenza e di scoperta, tenendo in considerazione la durata effimera del tempo della vacanza. Vengono forniti i principali makers turistici (MacCanell 2005) attraverso i quali la località si presenta come una attrazione turistica, con un valore e un potenziale turistico. Secondo Dean MacCannell, un’attrazione turistica è «una relazione empirica tra un turista, una veduta-sight (l’elemento da osservare) e un indicatore-marker (cioè un frammento informativo riguardante una veduta» (2005: 44). Un marker, di conseguenza, può assumere secondo lo studioso differenti forme: guide, tabelle informative, cataloghi di viaggio ecc. La località turistica sarà presentata attraverso l’elenco dei markers ed essa sarà identificata attraverso il loro riferimento.
Nella guida di Favignana, per esempio, l’isola è presentata attraverso il ricorso alla tonnara e a Cala Rossa. Per i turisti, quindi, l’immagine di Favignana, sarà associata prima della partenza a questi due luoghi [1]. Una teoria che riesce a spiegare come si costruisce l’immagine della destinazione turistica è quella proposta dal sociologo William Gartner il quale individua tre componenti che favoriscono la formazione dell’immagine turistica.
La componente cognitiva è costituita da quell’insieme di conoscenze, idee e valutazioni che una persona si costruisce intorno ad una certa realtà. Essa permette al soggetto di poter esprimere un primo giudizio, e quindi ad un’affermazione-tipo: «ritengo che a Favignana ci siano le spiagge più pulite d’Italia». «La componente affettiva dell’immagine è legata ai motivi che portano l’individuo a scegliere la destinazione» (Gartner 1994: 196). Un’affermazione che può esprimere il senso della componente affettiva potrebbe essere la seguente: «Adoro i paesaggi siciliani e il loro mare cristallino». La terza è ultima componente, quella conativa dell’immagine, è analoga al comportamento e alla scelta dell’immagine/destinazione. «[…] è la componente dell’azione. Dopo che tutte le informazioni interne ed esterne sono state valutate, viene presa una decisione e la destinazione è scelta dal set decisionale» (ibidem).
Attraverso queste componenti i soggetti assegnano dei significati precisi al luogo designato e, una volta arrivati a destinazione, andranno alla ricerca di quelle aspettative e di quei significati che avevano assegnato in precedenza durante la scelta della località turistica. Da questo punto di vista, emerge «un’agency dell’immagine che influenza attivamente le aspettative e in un’ultima analisi il processo di costruzione e della scelta dell’immagine turistica» (Morello 2016). Un luogo, prima di divenire località turistica, attraversa infatti un «processo di sacralizzazione del sight combinato con un corrispondente atteggiamento rituale da parte dei turisti»(MacCanell 2005: 46). Per meglio esplicitare questo processo, attingo un esempio tratto dalla mia esperienza di ricerca sul campo. A Favignana, lungo la costa, si trovano imponenti torri di tufo a strapiombo sul mare turchese, con il fondale sabbioso. In seguito al processo di sacralizzazione del sight, la guida turistica, e gli altri strumenti mediatici, presenteranno questo luogo attraverso il ricorso al suo marker: Cala rossa. I markers hanno una funzione identificativa nella definizione dell’isola dal punto di vista turistico e il loro ricorso farà riferimento ai valori e ai significati che sono alla base dell’attrattiva turistica.
Queste riflessioni sul ruolo e le funzioni delle guide turistiche si sono articolate attraverso l’analisi e la decostruzione di alcune di queste relative al luogo della mia ricerca etnografica: l’isola di Favignana. Nella fattispecie, ho esaminato nel dettaglio la Guida Verde Sicilia di Touring club editore, Favignana in tasca di Flaccovio e la guida Egadi l’arcipelago di Ulisse di Anselmo editore [2]. Prima di cominciare questo viaggio all’interno dei percorsi narrativi per conoscere Favignana, riporto le varie suddivisioni che sono state fatte alle guide in base alla loro funzione.
Aime ne individua due tipi:
Anche Erik Cohen fornisce una sua suddivisione delle guide in due tipologie: quelle
Queste suddivisioni sembrano basarsi su diversi punti di osservazione del fenomeno turistico. Aime divide la costruzione dell’immagine turistica tra una fase in cui il turista a casa sfoglia le guide per costruirsi una prima immagine e la fase appunto “on the road”, più pratica e in loco, in cui il turista deve seguire i percorsi proposti. Cohen istituisce una suddivisione in guide pratiche per luoghi difficili e guide più narrative che costruiscono la località fornendo una rappresentazione dell’autenticità. Vorrei aggiungere un’ulteriore classificazione che ho riscontrato durante la mia ricerca di campo; la prima che anticipa la partenza, la seconda quella che si acquista in loco ed è più dettagliata dal punto di vista geografico e storico e una terza tipologia di guida che si acquista in loco non come supporto pratico durante il proprio viaggio ma come oggetto da portare a casa per avere un mezzo ulteriore per raccontarlo e far sì che l’immaginario turistico [3] si possa arricchire. Una conferma di quanto detto si può rintracciare nelle parole di Augé il quale individua una terza fase del viaggio: il «ritorno a casa e il racconto che si può fare del viaggio effettuato» (Augé 2001: 54). L’analisi che seguirà procederà lungo la tripartizione che ho presentato [4].
Tra le guide che si consultano prima di partire ho analizzato quelle del Touring Club Editore. Durante la mia ricerca di campo, ho avuto l’occasione di poter intervistare un responsabile dell’area editing del Touring in modo da poter individuare alcuni aspetti fondamentali delle guide come strumenti per orientarsi. Secondo il mio interlocutore, «le guide offrono tutti gli strumenti di cui il viaggiatore ha bisogno nel corso del viaggio» (Intervista 16/04/2015). Esse sono composte da diverse parti, ognuna delle quali importanti per la pianificazione del viaggio. Nelle prime pagine, una parte intitolata “come consultare la guida” fornisce la chiave di volta per iniziare al meglio il percorso proposto dal Touring. In questa introduzione si nota una prima suddivisione della guida in tre parti: preparare il viaggio, popoli e culture ambiente e itinerari di visita. Una quarta parte indica le informazioni pratiche e gli indirizzi. Molto importante è la sezione dedicata agli approfondimenti. Secondo le parole del mio interlocutore, «Touring con gli approfondimenti dà dei suggerimenti, delle suggestioni per diversificarsi e adeguarsi alle esigenze. Cerca di catturare e interessare» (Intervista 16/04/2015). Sulla base di quanto detto, la guida non è soltanto una «collezione di monumenti e uno strumento accecante» (Barthes 2004; Giannitrapani 2010), ma può fornire diversi lenti con cui approcciarsi ad una località. Le Guide Verdi del Touring Club Editore tengono conto dei referenti lettori e di conseguenza diversificano le proposte sulla base dei soggetti e delle loro aspettative.
Sempre in questa prima parte è presente una sezione chiamata “top 5”, la quale «propone classifiche di merito riferite ai temi più vari, dai mercati ai panorami, dai giardini ai musei, dai bar alle sagre muovendosi tra valori riconosciuti e scelte d’autore capaci di interpretare la realtà del territorio» (in Sicilia 2013: 9). Tra le righe d questa nota si può individuare il ruolo che Touring vuole assumere, non quello di compilare un elenco, una mappa da consegnare al turista, ma di presentarsi come autore di una narrazione che sappia consigliare un percorso, una traccia conosciuta dagli autori che ne garantiscano l’affidabilità. Questo è, secondo il mio interlocutore, il vero valore della Guida verde:
Alla domanda come sia costruita una guida turistica, apprendo che la figura dell’autore ha un ruolo fondamentale.
Secondo Van Corp, sulla scia di diversi altri studiosi (Gilbert 1999, Koshar 1998, Smecca 2009),
Questo aspetto è in linea con la funzione di autore proposta da Foucault [5]. L’autorizzazione di certi discorsi dà a questi testi autorevolezza nel guidare il turista o fornire elementi che contribuiranno a determinare la sua immaginazione. Tra le domande che ho posto al mio interlocutore ho chiesto se può darmi una definizione di guida turistica. Dalla sua risposta è emerso il carattere ambiguo della Guida verde nel riportare da una parte percorsi da seguire meticolosamente, dall’altra nel fornire elementi, aneddoti [6] e informazioni per creare delle suggestioni. Spetta al turista sapere come utilizzare la guida una volta che il suo viaggio avrà inizio.
Una seconda tipologia di guide sono quelle che si possono reperire in loco. Sono tascabili e al loro interno si possono assumere informazioni pratiche e dettagliate per scoprire la località. La guida Favignana in tasca è suddivisa in tre sezioni tematiche: informazioni pratiche sulle strutture alberghiere e ricettive, sui ristoranti sui luoghi di divertimento. Una seconda sezione rigurda la storia e le tradizioni isolane e l’ultima parte è dedicata alla scoperta delle calette. A differenza delle altre guide, emergono molti particolari e svariate suggestioni. La storia di Favignana e le vicende che si consumarono in queste acque vengono riportate meticolosamente. È ricostruita la prima guerra punica e la battaglia combattuta al largo delle Egadi, si fa riferimento alla pesca del tonno e alla fortunata stagione dei Florio che vide Favignana eletta come la regina delle tonnare. Oltre alle informazioni storiche vengono forniti numeri telefonici, elenchi di strutture alberghiere e ricettive. La parte più dettagliata è quella che presenta tutte le calette e le attrazioni turistiche dell’isola. Ogni luogo è descritto con attenzione ai dettagli e utilizzando a volte un linguaggio evocativo ma nello stesso tempo pratico, fornendo infine tutte le informazioni per raggiungerlo facilmente. Favignana è anche offerta a livello multisensoriale [7]: i sapori della cucina, il fascino e i momenti che si possono vivere durante gli aperitivi al tramonto in riva al mare, le cene a base di pesce nei ristoranti che offrono degli scorci indimenticabili e dei profumi unici. Questa tipologia di guida, a differenza della prima, offre al turista che è già giunto a destinazione un supporto pratico: percorsi e suggerimenti operativi.
La terza tipologia di guida che ho analizzato è Egadi, l’arcipelago di Ulisse. È una guida fotografica. Il formato e la dimensioni sono maggiori in quanto non è pensata per essere portata durante la vacanza alla scoperta della località, ma è uno strumento da portare con sé a casa in ricordo dei luoghi visitati. L’intero arcipelago è presentato per immagini, vengono fornite poche ma significative informazioni relative alla storia, alla mitologia, alle leggende e alla mattanza. Il resto è espresso per immagini. Secondo Roland Barthes, nel momento in cui si realizza una foto l’io individuale si trasforma in concetto, si crea l’altro.
Attraverso l’osservazione di queste fotografie si possono percepire quelle sensazioni provate durante la vacanza. Il turista, portando a casa delle immagini, sarà in grado di ricostruire lo spazio e il tempo della vacanza. Questo tipo di guida rientra tra quei souvenir che hanno la funzione di alimentare la memoria, ma anche l’immaginario, dello spazio e del tempo vissuto e di stabilire un segno della presenza altrove.
Come il filo di Arianna si rivelò essenziale per il viaggio di Teseo, il turista ha bisogno di essere supportato nelle diverse fasi della vacanza per ridurre la distanza tra il qui e l’altrove. Immerso in una realtà estranea, necessita di uno strumento che lo accompagni durante il percorso esperienziale e di incorporazione della località. Affidarsi ad una guida turistica è un modo per organizzare il percorso, articolare il tempo ed evitare di perdersi nella molteplicità e nell’eterogenità delle lenti con cui si può guardare un luogo.
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