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Oriente e Occidente nello sguardo della Cina sull’Italia
Posted By Comitato di Redazione On 1 settembre 2018 @ 00:43 In Cultura,Letture | No Comments
di Giuseppe Modica
Risonanza Cinese è il titolo della bella ed imponente mostra che si è inaugurata il 18 luglio 2018 al Complesso del Vittoriano di Roma a cura di Zhang Zuying, Claudio Strinati e Nicolina Bianchi, organizzata dall’Accademia Nazionale Cinese di Pittura, con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Roma e di Firenze e dell’Accademia Nazionale di S. Luca.
La mostra è uno spaccato molto significativo, ma non esaustivo, del vasto panorama della pittura cinese contemporanea. Espongono 63 autori che spaziano dalla generazione più matura, nata negli anni Trenta del Novecento, a quella più giovane dei nati negli anni Sessanta e Settanta.
Va detto che il culto della pittura e della tradizione in genere esiste in tutte le Accademie di Belle Arti della Cina, che si collocano in una fascia più esclusiva e molto selettiva rispetto all’Università. Da più di un secolo la pittura ad olio per gli artisti cinesi è un serio motivo di studio e di ricerca, al punto che nella storica Accademia Nazionale di Pittura di Pechino esiste l’Istituto di Pittura ad olio.
In Cina lo Stato ha investito ed investe molto in queste istituzioni ed ha creato un sistema accademico salvaguardando il merito e la competenza, la conoscenza delle tecniche, l’amore per lo studio ed il rispetto della tradizione pur nell’innovazione. La tradizione millenaria antica della pittura-scrittura ad inchiostro e pennello si coniuga con la visione artistica acquisita dall’Italia e dall’Europa del Quattrocento e Cinquecento.
Roma, Firenze e Venezia sono città fondamentali dell’Umanesimo e del Rinascimento e per gli Artisti cinesi contemporanei rappresentano un ideale meta da raggiungere e un concreto punto di riferimento. Essi si interrogano sulla grande tradizione italiana dalla quale traggono spunto per una crescita e confronto, con un’attenzione che va oltre, estendendosi anche alle esperienze artistiche dell’Ottocento e Novecento, alle Avanguardie Storiche ed ancora all’Astrazione ed all’Informale degli anni Cinquanta fino alle figurazioni Pop, Iperreali ed alle esperienze Concettuali.
La verità è che nella politica culturale la Cina di oggi si apre all’Europa ed all’Italia con un generoso e fruttuoso scambio di idee, di eredità e di patrimoni.
Nelle ampie sale del Vittoriano possiamo proprio fruire degli esiti eccellenti di questo impegno e passione. L’effetto è di una straordinaria vitalità, di una energia fiduciosa che proietta lo sguardo in avanti. Emergono risultati interessanti e singolari che producono un impatto positivo anche sugli artisti italiani aperti al dialogo e allo scambio.
Il messaggio che arriva da questa e da tante mostre che da dieci anni a questa parte sono sulla scena artistica romana e fiorentina, è un appello alla pace e alla sinergica corrispondenza tra Oriente ed Occidente: una circolarità che trova le sue origini nell’antica Via della Seta e che nel segno dell’arte e dell’amicizia rappresenta un’occasione di crescita civile inedita che unisce i due mondi apparentemente così lontani, ma oggi nel tempo della globalizzazione veramente così vicini.
Scrive in catalogo Claudio Strinati, autorevole storico e critico curatore della mostra:
Gabriele Simongini, critico d’arte e docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Roma, nel suo intervento alla conferenza stampa di presentazione della mostra, cita a ragione la celebre frase di Gustav Mahler: «La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri», ribadendo la differenza tra tradizione e tradizionalismo. E nell’ampia mostra della pittura ad olio dell’Accademia Nazionale Cinese la Tradizione è vista come fonte ed energia propulsiva di una qualità pittorica che raggiunge risultati eccellenti.
Il concetto è ribadito anche da Zhan Jianjun, Presidente dell’Istituto di Pittura ad Olio dell’Accademia Nazionale Cinese di Pittura, nella sua introduzione al catalogo:
La mostra è aperta fino al 9 settembre 2018
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