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Leonardo Sciascia continua a percorrere le strade di Racalmuto

 1) “Racalmuto è davvero un paese straordinario… tutti sono come personaggi in cerca di autore” (ph. Massimo Minglino)

Racalmuto è davvero un paese straordinario… tutti sono come personaggi in cerca di autore (ph. Massimo Minglino)

di Massimo Minglino 

Ho tentato di raccontare qualcosa della vita di un paese che amo, e spero di avere dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione

L. Sciascia – Le parrocchie di Regalpetra – 1956

Nel 1956, Sciascia scrive Le parrocchie di Regalpetra, un testo appassionato nel quale si annunciano e si racchiudono i temi che svilupperà nei romanzi e negli scritti successivi.

Esistono in Sicilia tanti paesi che a Regalpetra assomigliano; ma Regalpetra non esiste (ph. Massimo Minglino)

Esistono in Sicilia tanti paesi che a Regalpetra assomigliano; ma Regalpetra non esiste (ph. Massimo Minglino)

"Portano in tasca una piccola palla di stracci, o la trottola che lanciano abilmente con lo spago, si mette a girare silenziosa, ... loro dicono che si addormenta (ph. Massimo Minglino)

Portano in tasca una piccola palla di stracci, o la trottola che lanciano abilmente con lo spago, si mette a girare silenziosa, … loro dicono che si addormenta (ph. Massimo Minglino)

Racconta del suo paese Sciascia, della città dove è nato, cresciuto e dove vive, dove ha insegnato, dove passeggia, da dove parte per fare sempre ritorno e dove ha scritto quasi tutti i suoi libri … alla Noce, nel silenzio delle campagne agrigentine … al caldo secco dell’estate siciliana, tra il canto dei grilli e il profumo della zagara.

"Ora siamo a maggio. Alla fine del mese si chiuderanno le scuole. Passeggio tra i banchi e penso ... Penso alla scuola qui, ai ragazzi nella scuola, a me tra i ragazzi. Al pane penso e ai ragazzi. (ph. Massimo Minglino)

Ora siamo a maggio. Alla fine del mese si chiuderanno le scuole. Passeggio tra i banchi e penso … Penso alla scuola qui, ai ragazzi nella scuola, a me tra i ragazzi. Al pane penso e ai ragazzi  (ph. Massimo Minglino)

"Qui, in un remoto paese della Sicilia, entro nell'aula scolastica con lo stesso animo dello zolfataro che scende nelle oscure gallerie (ph. Massimo Minglino)

Qui, in un remoto paese della Sicilia, entro nell’aula scolastica con lo stesso animo dello zolfataro che scende nelle oscure gallerie (ph. Massimo Minglino)

Racalmuto, paese che nel suo immaginario, diventa Regalpetra per riferimento al nome con il quale questo paesino in provincia di Agrigento figura in alcune storiche mappe, segnato come Regalmuto, e per rendere omaggio a Nino Savarese per il suo scritto “Fatti di pietra”.

"Invece me ne sto a scuola e le voci della festa sento lontane, si alzano nel cielo come un pavese. Le aule vuote rendono ancora più malinconico questo piccolo esilio (ph. Massimo Minglino)

Invece me ne sto a scuola e le voci della festa sento lontane, si alzano nel cielo come un pavese. Le aule vuote rendono ancora più malinconico questo piccolo esilio (ph. Massimo Minglino)

" ... la stessa malinconia che c'è in un teatro vuoto (ph. Massimo Minglino)

… la stessa malinconia che c’è in un teatro vuoto (ph. Massimo Minglino)

Un testo vibrante, nel quale si concentrano riflessioni storiche, osservazioni, vita di ogni giorno, esperienze legate all’insegnamento, alla percezione del vivere la Sicilia come metafora o al racconto dei fatti sociali e connessioni al crimine organizzato.

 "Il popolo lo chiama ancora circolo dei nobili (o dei galantuomini dei civili dei don); i soci lo chiamano semplicemente casino. È situato sul corso, nel punto più centrale: consiste di una grande sala di conversazione, con tappezzeria di color perso e poltrone di cuoio scuro, una sala di lettura, tre sale da giuoco: nella sala di lettura c'è la radio, quasi sempre accesa, ...(ph. Massimo Minglino


Il popolo lo chiama ancora circolo dei nobili (o dei galantuomini dei civili dei don); i soci lo chiamano semplicemente casino. È situato sul corso, nel punto più centrale: consiste di una grande sala di conversazione, con tappezzeria di color perso e poltrone di cuoio scuro, una sala di lettura, tre sale da giuoco: nella sala di lettura c’è la radio, quasi sempre accesa, ...(ph. Massimo Minglino

”Quando i salinari vanno in pensione, (cinquemila lire al mese) passano le giornate al sole, pensando che il sole possa prosciugare le ossa di tutto l’umido che hanno assorbito nella salina, invece ogni sera le ossa cominciano a pesare. (ph. Massimo Minglino

Quando i salinari vanno in pensione, (cinquemila lire al mese) passano le giornate al sole, pensando che il sole possa prosciugare le ossa di tutto l’umido che hanno assorbito nella salina, invece ogni sera le ossa cominciano a pesare (ph. Massimo Minglino

“Ma la fiesta finalmente è per tutti, rossa fiesta, urlante grappolo di gioia.  L’apice della festa è infatti nella conquista della bandiera, c’è una macchina alta cinque metri, in cima porta uno stendardo ricamato in oro, ogni anno diverso, i giovani borgesi in piazza lottano per conquistare lo stendardo (ph. Massimo Minglino)

Ma la fiesta finalmente è per tutti, rossa fiesta, urlante grappolo di gioia.
L’apice della festa è infatti nella conquista della bandiera, c’è una macchina alta cinque metri, in cima porta uno stendardo ricamato in oro, ogni anno diverso, i giovani borgesi in piazza lottano per conquistare lo stendardo… (ph. Massimo Minglino)

” … con occhio stravolto si avventa a salire, soltanto dentro la chiesa silenziosa si arresta, improvvisamente sorpreso da quel silenzio e fremente (ph. Massimo Minglino

 … con occhio stravolto si avventa a salire, soltanto dentro la chiesa silenziosa si arresta, improvvisamente sorpreso da quel silenzio e fremente (ph. Massimo Minglino

Questa narrazione fotografica, la prima di una serie, racconta degli autori che ritroviamo lungo la strada da Agrigento a Caltanissetta: “La strada degli scrittori” (Luigi Pirandello ad Agrigento, Tomasi di Lampedusa a Palma di Montechiaro, Leonardo Sciascia a Racalmuto, Antonio Russello a Favara, Pier Maria Rosso di San Secondo a Caltanissetta, Andrea Camilleri a Porto Empedocle).

È un racconto che procede dalla lettura di testi e dall’approfondimento letterario e che trova risposte nell’accostamento tra fotografia e scrittura.

dura dieci minuti, un quarto d'ora la zuffa; poi si vede sanguinante il campione salire verso la bandiera (ph. Massimo Minglino)

Dura dieci minuti, un quarto d’ora la zuffa; poi si vede sanguinante il campione salire verso la bandiera (ph. Massimo Minglino)

Poiché la chiesa è alta sul paese, in cima a una lunga gradinata, è tradizione che l’uomo a cavallo salga d’impeto la gradinata, fin dentro la chiesa, arrestandosi davanti al banco dove il grano viene posato (ph. Massimo Minglino)

Poiché la chiesa è alta sul paese, in cima a una lunga gradinata, è tradizione che l’uomo a cavallo salga d’impeto la gradinata, fin dentro la chiesa, arrestandosi davanti al banco dove il grano viene posato (ph. Massimo Minglino)

 Intreccio in cui le fotografie non sono illustrazioni dei testi, né i testi didascalie per le immagini, ma insieme danno vita ad un tessuto narrativo capace di creare rapporti altri tra lo scrittore, il fotografo, l’osservatore e il mondo che li circonda, divenendo parte di uno stesso circuito iconico-letterario, visivo-narrativo.

”Spesso, in nicchie scavate da misteriose filtrazioni d’acqua, i salinari trovano cristalli di sale in fragilissimi steli, stelle e guglie, ovoidi sfaccettati e luminosi: li chiamano brillanti quando li trovano con delicatezza li involgono, li portano a casa per adornare il cantarano (ph. Massimo Minglino)

Spesso, in nicchie scavate da misteriose filtrazioni d’acqua, i salinari trovano cristalli di sale in fragilissimi steli, stelle e guglie, ovoidi sfaccettati e luminosi: li chiamano brillanti quando li trovano con delicatezza li involgono, li portano a casa per adornare il cantarano (ph. Massimo Minglino)

”Se qui ci fossero lampade come in chiesa – mi diceva un salinaro – saremmo come in una sala fatata, tutto il paese ci potrebbe ballare. Ma se una torcia si accende l’abbagliante candore delle pareti e della volta, il giuoco degli sprazzi e delle rifrazioni, davvero creano una grotta d’incanti.” (ph. Massimo Minglino)

Se qui ci fossero lampade come in chiesa – mi diceva un salinaro – saremmo come in una sala fatata, tutto il paese ci potrebbe ballare. Ma se una torcia si accende l’abbagliante candore delle pareti e della volta, il giuoco degli sprazzi e delle rifrazioni, davvero creano una grotta d’incanti
(ph. Massimo Minglino)

Gli scoppi si perdono opachi nella vastità della grotta.  A rinculo l’autocarro si accosta al luogo dove il materiale è crollato, i manovali cominciano a caricare, a mano le pietre grosse, con la pala il pietrisco (ph. Massimo Minglino)

Gli scoppi si perdono opachi nella vastità della grotta.
A rinculo l’autocarro si accosta al luogo dove il materiale è crollato, i manovali cominciano a caricare, a mano le pietre grosse, con la pala il pietrisco (ph. Massimo Minglino)

e, c”Le gallerie d’accesso sono in genere così ampie da evitare l’impiego dei carrelli alla decauville, … dal luogo di abbattimento gli autocarri direttamente trasportano il sale ai centri di deposito. (ph. Massimo Minglino)

Le gallerie d’accesso sono in genere così ampie da evitare l’impiego dei carrelli alla decauville, … dal luogo di abbattimento gli autocarri direttamente trasportano il sale ai centri di deposito (ph. Massimo Minglino)

“Prima di partire venne a salutarmi a casa con sua madre, aveva il vestito nuovo, sorrideva come stesse per piangere. Sempre mi aveva dimostrato affetto e gratitudine, e so che se non ascoltava i miei consigli era perché la povertà la strada l’andare a servizio lo avevano precocemente maturato all’unica sorta di libertà che egli potesse scegliere. (ph. Massimo Minglino)

Prima di partire venne a salutarmi a casa con sua madre, aveva il vestito nuovo, sorrideva come stesse per piangere. Sempre mi aveva dimostrato affetto e gratitudine, e so che se non ascoltava i miei consigli era perché la povertà la strada l’andare a servizio lo avevano precocemente maturato all’unica sorta di libertà che egli potesse scegliere (ph. Massimo Minglino)

"Con il solito gruppo dei colleghi amici, scendo verso il circolo. Non c'è modo di passare diversamente la serata. Prenderò una rivista, un giornale; o ascolterò i discorsi che si fanno (ph. Massimo Minglino)

Con il solito gruppo dei colleghi amici, scendo verso il circolo. Non c’è modo di passare diversamente la serata. Prenderò una rivista, un giornale; o ascolterò i discorsi che si fanno (ph. Massimo Minglino)

Una delle visioni che viene fuori da questo racconto, una delle percezioni forti che si avverte cercando e ri-scoprendo Sciascia, è la sua presenza ancora viva che avverti dalla sottile corrispondenza che esiste tra quello che scrive e quello che si vive passeggiando per Racalmuto: la festa, le miniere, le strade, la luce, il teatro, la casa di campagna, il circolo.

Ogni cosa rimanda alle “Parrocchie” e le “Parrocchie” rimandano a quello che i tuoi occhi vedono. Sciascia c’è, scrive ancora i suoi libri alla Noce, siede ancora sulla sua poltrona al Circolo, cammina ancora per le strade di Regalpetra.

Sai cos'è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando (ph Massimo Minglino)

Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando (ph Massimo Minglino)

Ho tentato di raccontare per immagini qualcosa di un paese che non conoscevo e che adesso amo, raccontando di uno degli scrittori più autorevoli del ‘900, che ha vissuto a pochi chilometri dalla mia città.

Sciascia è ancora una presenza forte che avverti attraversando le strade di questa cittadina che si abbraccia con uno sguardo. Attraverso le immagini fotografiche, ho tentato di restituire le immagini letterarie, quel che Nanà ancora continua a dirci.

Dialoghi Mediterranei, n. 67, maggio 2024
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Massimo Minglino, si appassiona alla fotografia all’età di 15 anni. Laureato in Architettura presso l’Università degli Studi di Palermo, con una tesi sul Museo della Fotografia della Città di Palermo, svolge attività professionale a Caltanissetta, accostando alla libera professione la passione per l’arte fotografica, che sovente utilizza per lo studio della città e dell’architettura in genere. Approfondisce la ricerca personale per il reportage e il racconto fotografico, attraverso lo studio di testi inerenti la fotografia e partecipando ad incontri, workshop e mostre personali e collettive.

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