di Vincenzo Giompaolo
Essendo nato, cresciuto e vissuto, fino all’età di circa 20 anni, a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, certamente sarò stato influenzato, nelle mie scelte culturali, dall’esempio di quel grand’uomo e galantuomo che fu il prof. Antonino Uccello, ideatore, fondatore e creatore della sua notissima Casa Museo che proprio a Palazzolo fu inaugurata il 26 settembre del 1971.
Uccello, che considero il più grande demologo, come si diceva un tempo, che la Sicilia abbia avuto dopo Giuseppe Pitrè, abitava a poche centinaia di metri dalla mia casa, anch’essa sita nel “Quartiere S. Michele”, e spesso vi passava davanti imbracciando vecchie cose, in effetti oggetti dell’allora agonizzante civiltà contadina, che in seguito avrebbero costituito quell’enorme corpus documentale della scomparsa civiltà agro-pastorale siciliana. Tra l’altro il prof. Uccello fu, per qualche giorno, mio insegnante supplente alle elementari.
Dicevo, dunque, che sicuramente la figura di quest’insigne studioso avrà influenzato la mia scelta culturale di dedicarmi alla ricerca etnografica: mi considero, infatti, un etnografo, seppure modesto, ritenendo di aver conquistato, sul campo, questo titolo.
Come tale penso che il mio compito precipuo è quello di descrivere e documentare fatti e aspetti della cultura popolare che nel mio specifico afferiscono alla Sicilia. Descrivere è chiaro che è riferito alla scrittura, mentre documentare può essere riferito a più ambiti: il mio è quello fotografico.
Da sempre, infatti, sono stato attratto dall’arte fotografica come mezzo per fissare frammenti temporali della vita sociale e naturale: già nell’Associazione Scoutistica Italiana (ASCI, oggi AGeSCI) nella quale mi iscrissi nel 1966, ottenni la qualifica di “Corrispondente” per cui con piccoli servizi giornalistici e scarne foto pubblicavo, nel mensile “L’Esploratore”, notizie relative ad attività associative, sia locali come pure provinciali e regionali.
Nel tempo ho perfezionato la tecnica della ripresa fotografica fino a raggiungere livelli tali da consentirmi di illustrare, autonomamente, i miei libri e di organizzare qualche mostra fotografica.
Certo, la fotografia è un’immagine statica di un momento dinamico, rappresentando il congelamento di un attimo più o meno importante di un avvenimento qualsiasi, che così può essere consegnato alla storia come un documento tangibile di quel fatto, di quel contesto.
Non è facile ricreare, in uno scatto, l’atmosfera del momento, l’emozione suscitata, le tensioni segrete, i dettagli nascosti, le impercettibili risonanze simboliche. Quando vi si riesce l’immagine diventa fotografia.
Ma essere fotografo non vuol dire solo saper usare l’apparecchio fotografico, vuol dire soprattutto saper scrivere con la luce (photos – graphia) quindi saper fare un buon lavoro in camera oscura (oggi con photoshop) cioè conoscere e praticare le tecniche della post-produzione, come oggi si dice.
Le immagini che qui propongo, relative ad alcuni degli innumerevoli riti della Pasqua in Sicilia sono, per l’appunto, sia il risultato di più rilievi etnografici in tutte le province siciliane sia il frutto del lavoro di post-produzione.
Mi sono confuso con i pellegrini, i devoti, i partecipanti alle sacre rappresentazioni che in Sicilia hanno una rilevanza scenica e una ritualità teatrale. Ho palpitato insieme a loro, condividendo sentimenti di commozione e imprevedibili suggestioni.
Spero di aver raggiunto l’obiettivo della documentazione etnografica. Mi auguro pure che queste immagini possano essere lette come fotografie. Fotografie di una ricerca.
Dialoghi Mediterranei, n. 67, maggio 2024
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Vincenzo Giompaolo, di Palazzolo Acreide, fin da giovane ha svolto ricerche etnografiche e studi sulle tradizioni popolari siciliane, raccogliendo un notevole materiale fotografico e magnetofonico. Vive a Ragusa, dove ha lavorato nella locale Casa circondariale, come funzionario giuridico-pedagogico. Fin da ragazzo ha seguito l’opera di Antonino Uccello, al quale deve la sua formazione etnoantropologica. Ha pubblicato tra l’altro: Feste del popolo siciliano 1, Ragusa, Iblea Grafica, 1995; Feste del popolo siciliano 2, Chiaramonte, Utopia, 1998; San Giuseppe in Sicilia. Altari, cene, tavolate, Chiaramonte, Utopia, 2006; Carnevale in Sicilia, vol. 1°, Vittoria, Baglieri ed., 2016; Presepi negli Iblei. Occasionali, stabili, viventi, Ragusa, Le Fate editore, 2020; Riti pasquali in Sicilia (con testi di: C. Giaquinta, G. Battaglia, G. Flaccavento, G. Portelli, G. Antoci, G. Cultrera, L. Lombardo, P. Antoci, R. Asta, R. Gugliotta), Ragusa, Le Fate editore, 2024.
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