di Antonio Mirizzi
Pietro Clemente mi parlò per la prima volta di un suo racconto su Guatelli alcuni anni fa, subito dopo aver visto il fumetto con cui avevo vinto il Premio “Nuvole di Energheia”, un concorso per fumettisti che ogni anno si tiene a Matera. Lanciò allora l’idea di far diventare la sua storia un fumetto. Per un paio di mesi non ne parlammo poi, una sera, arrivò alla mia casella di posta un testo che immediatamente feci fatica a comprendere, non conoscendo allora né Guatelli né il suo museo. Fummo d’accordo che Pietro avrebbe scritto la sceneggiatura.
Mi recai poi a Ozzano Taro con un gruppo di studenti partiti da Matera per vedere il museo. Rimasi stupefatto per la bellezza e la complessità di quella che considerai subito una vera e propria opera d’arte. Mi colpì soprattutto l’estetica delle composizioni geometriche e pensai ai tanti anni che aveva dovuto impiegare Guatelli per realizzarle. La sua figura, attraverso i video del museo, mi piacque molto per il suo anticonformismo e la sua libertà nel dire e nel fare, senza dar peso ai giudizi degli altri. Mi sembrava proprio un personaggio da fumetto per il suo essere così fuori dal comune e, anche, per la sua espressione simpaticamente arcigna. Ne riparlai con Pietro e decidemmo allora che avrei scritto io la sceneggiatura, dopo però aver definito con lui tutti i dettagli, quando ci incontrammo a Siena. Ho dunque lavorato alla sceneggiatura: era la prima volta che traducevo in fumetto una storia non mia e all’inizio avevo il timore di travisare il senso del testo di Pietro, poi però con il suo aiuto credo di essere riuscito a interpretarlo correttamente.
Ho iniziato a disegnare le tavole nel mese di settembre 2010. È stato un fumetto per me sperimentale dal punto di vista stilistico, in quanto ho provato tecniche nuove rispetto alle esperienze precedenti, che riguardavano un genere diverso, sul versante comico-grottesco. Sono molto contento dell’opportunità che Pietro mi ha dato e sono grato anche a Mario Turci per aver apprezzato e accolto il fumetto.
Dopo aver adattato a fumetti il racconto di Pietro Clemente con protagonista Ettore Guatelli, pubblicato sul catalogo del museo, nel 2017 mi sono cimentato anche nell’adattamento di alcuni racconti scritti dallo stesso Guatelli: le Zanadine, novelle che narrano di grandi beffe e piccole tragedie ambientate nell’Emilia contadina del secolo scorso. Il progetto è rimasto incompleto e inedito: questa tavola autoconclusiva è ispirata al racconto “Il cappello dell’altro”.
Il lavoro di ricerca e raccolta degli oggetti svolto per anni da Guatelli ha una matrice intrinsecamente narrativa; le stesse installazioni presenti nel museo hanno un movente narrativo, oltre che estetico e concettuale. Le storie individuali di cui i singoli oggetti sono i simulacri, nelle serie modulari che ricoprono le pareti diventano storie collettive e universali, sempre uguali e sempre differenti. Raccontare la storia di Guatelli significa raccontare la storia di tutte queste storie e, inevitabilmente, non si potrebbe farlo se non un frammento alla volta.
Dialoghi Mediterranei, m. 53, gennaio 2022
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Antonio Mirizzi, (1995) esordisce come autore unico nel 2017 con il volume autoprodotto “Bologna Indegna”, frutto di un progetto collettivo da lui stesso coordinato. Nel 2018 sceneggia per Hazard “Con i Sassi nel cuore”, disegnato da Salvatore Centoducati. Attivo anche nel settore educational e in quello dell’illustrazione per l’infanzia, la sua uscita più recente (2021) consta di tre volumi sul ciclo arturiano per i tipi di Gallucci, illustrati a quattro mani con Piero Bulzoni. È attualmente parte del corpo docente dei corsi di fumetto targati Arena del Fumetto a Bologna e collabora con lo studio Inventario di Giuseppe Palumbo.
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