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Walking. Rappresentazioni del nostro quotidiano
Posted By Comitato di Redazione On 1 luglio 2021 @ 00:27 In Immagini,Società | No Comments
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di Carlo Baiamonte
I Non luoghi dell’uomo e della modernità descritti nel 1992 nel noto saggio dell’antropologo Marc Augè, Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità, sono gli spazi non virtuosi della città post-moderna. Stazioni, centri commerciali, aeroporti, isole pedonali, piazze, metropolitane sono i NonLuoghi in cui milioni di individualità si incrociano senza intrattenere alcuna relazione.
Nel paesaggio urbano del nostro tempo aggregati e masse camminano verso una direzione di consumo in cui non sussiste alcuna interferenza visiva ed emotiva degna di interesse. È una nuova forma di anonimato sociale e urbana che oramai costituisce un mainstream che si declina sulle sensibilità diverse dei fotografi.
Nel genere street photography, che ha conosciuto espressioni variegate, recentemente sono privilegiate le simmetrie e le geometrie che si costruiscono in modo naturale sulle ombre verticali, in una dimensione pubblica e quotidiana, in modo da rappresentare espressioni di documentazione sociale prive di pathos.
Il tema del Walking può costituire un paradigma per guardare alla strada sia dal punto di vista dell’autore, sia dei soggetti catturati. Come diceva Alex Webb «il miglior modo per conoscere un posto è camminare. Perché un fotografo di strada può solamente camminare e guardare, aspettare e parlare, e poi guardare e aspettare ancora, cercando di restare fiducioso».
Non di rado si realizza una forma di idiosincrasia tra il fotografo e i soggetti del paesaggio urbano in modo che la fotografia di strada finisca col rappresentare soggetti che, come il fotografo, a loro volta camminano, passeggiano, si spostano dinamicamente verso una direzione.
E noi, nell’epoca della mobilità incondizionata e assoluta, parametro dal quale non può prescindere un’idea post-moderna dello spazio, viviamo immersi in un tessuto urbano indebolito nei legami, ci spostiamo accelerando il passo nelle operazioni quotidiane attivando un tipo di percezione in cui sembriamo non esprimere alcun desiderio di incontro con l’altro.
La selezione di immagini che propongo è tratta da Walking: outlet del paesaggio urbano, la Collettiva di Fotografia presentata nel corso della seconda edizione del Festival delle filosofie di Palermo del 2019, dedicata al tema della città.
Ho cercato, gettando uno sguardo sul modo in cui procediamo, camminiamo e ci incontriamo nei NonLuoghi, di ricomporre un punto di vista, raccontando più che il paesaggio e gli uomini, questo nuovo atteggiamento sociale, in cui l’incontro diventa vacuo, effimero, brucia come un mozzicone di sigarette, e anche quando si staglia nelle identità monumentali, queste ultime non assumono alcun significato culturale e umanistico.
La passeggiata, il camminare aggregati, indifferenti al paesaggio, costituisce un tema interessante per le scienze sociali e per il modo in cui costruiamo le nostre immagini del mondo che inevitabilmente, soprattutto per chi privilegia il paesaggio urbano, hanno a che fare con la strada.
Fotografare soggetti che passeggiano costituisce un tipo di esperienza visiva che ci consente di recuperare il senso del nostro ordinario e quotidiano.
Tra i fotografi di street – sono davvero in tanti e il genere conosce ogni giorno nuovi talenti e sensibilità – in questa sede val la pena citare, solo perché sono tra i meno conosciuti, Becky Frances, Casey Meshbesher, Gabi Ben Avraham.
Le scene sono state ritratte a Palermo, Catania e a Budapest ma le ambientazioni risultano irrilevanti ai fini della fruizione della scena che può risultare, a tratti e in molti casi, banale e anonima.
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