SOMMARIO N. 73

Viaggio al Sud (ph. Arturo Zavattini)

Viaggio al Sud (ph. Arturo Zavattini)

PRIMO PIANO

EDITORIALE; Francesco Azzarello, Giona, la preferenza per il simile e l’alternativa universalista; Giulia Castellani*, Alessandro Spina, un romanziere arabo libico di lingua italiana. Per una controstoria; Benedetta Chesi, Veronica Mesina*, Sinistre, popoli e istituzioni: una riconnessione possibile; Stefania Di Giorgi, Paesi terzi, cooperazione ed esternalizzazione delle frontiere: questioni giuridiche; Leo Di Simone, Francesco “segno di contraddizione”; Continua a leggere

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EDITORIALE

Profumo di barba (ph. Valeria laudani)

Profumo di barba (ph. Valeria Laudani)

C’è un affollato sciame di echi simbolici e di solenni memorie, un grumo di pensosa gravità e di ombre crepuscolari sempre più dense ai margini degli eventi che precedono la pubblicazione di questo numero e soprattutto degli avvenimenti che seguiranno. Nell’incrociarsi e sovrapporsi di cerimonie laiche e religiose la morte del papa – il rito funebre che ha convocato e radunato i rappresentanti di Stati e nazioni, e il conclave che prepara il misterioso spettacolo della successione – sembra segnare il momento liminare – una sorta di kairòs – di questo tempo mobile e incerto, di questa transizione tumultuosa e minacciosa. Una cronaca che si fa subito storia, lo snodo di una crisi irrisolta che riguarda i destini di tutti, credenti e non credenti. Alle spalle gli ottanta anni della Liberazione, l’anniversario oggi oscurato, minimizzato, perfino contestato nello sforzo costante di riscrivere le pagine della storia e della memoria collettiva.

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Giona, la preferenza per il simile e l’alternativa universalista

libro-di-giona-600x843di Francesco Azzarello

«[…] dignity, not fear must be the foundation of human polity.»

Omri Boehm, The Reality of Ideals, Berlin 2024 

Secondo il racconto biblico, un bel giorno il Nome [scil. tetragramma divino consonantico la cui vocalizzazione è incerta] [1] disse a Giona, figlio di Amittai: «Alzati, va a Ninive, la grande città, e proclama contro di essa perché il loro male è salito fino a me» [2]. Com’è noto, il personaggio Giona si dirige in direzione opposta alla città di Ninive, sale su una nave che lo dovrebbe portare molto lontano, salvo l’essere sorpresa da una terribile tempesta; per sfuggire alla quale i marinai (dopo averle provate tutte e su invito dello stesso Giona che – addormentato in fondo alla nave e quindi risvegliato dai marinai viene indicato dalla sorte come colpevole – si dichiara responsabile del malanno) lo gettano a mare.  Continua a leggere

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Alessandro Spina, un romanziere arabo libico di lingua italiana. Per una controstoria

alessandro-spina-ingresso-a-babele-rusconi-1ed-1976di Giulia Castellani

Secondo la definizione tradizionale della storiografia politica il colonialismo consisterebbe nel dominio politico di una potenza esterna su un altro popolo o Stato, mentre la decolonizzazione si identificherebbe con il raggiungimento dell’indipendenza da parte di questi ultimi. Se delineare e circoscrivere tali fenomeni risulta un’operazione di per sé difficile, ciò è particolarmente vero nello specifico libico; all’interno dell’analisi di questo caso, infatti, non emerge una sola datazione riconducibile a questa variabile, bensì ve ne sono diverse, ciascuna con i propri significati e le proprie implicazioni. Tale elemento suggerisce la particolarità del colonialismo sul suolo libico nel quadro comparato e spinge a riaprire il discorso in merito alla periodizzazione. Continua a leggere

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Sinistre, popoli e istituzioni: una riconnessione possibile

locandina-convegno-sinistre-e-popoli-pisa-11-12-febbraio-2025di Benedetta Chesi, Veronica Mesina [*]

L’11-12 febbraio scorso si è tenuto a Pisa il convegno “Sinistre e Popoli. Ripensare un rapporto inattuale”.  Questo convegno nasce a partire da una Call For Papers per il numero monografico (1/2025) della Rivista di Antropologia Contemporanea (RAC) sullo stesso tema. I due curatori, Lorenzo Urbano e Antonio Vesco, invitavano a riflettere sulla «coppia concettuale sinistra-popolo a partire da lavori di campo dedicati a una pluralità di argomenti a nostro avviso in grado di sollevare temi e problemi rilevanti per questo numero: le istituzioni, i partiti politici, i beni comuni, le politiche di austerità, le memorie delle lotte politiche, le rappresentazioni delle cosiddette subculture politiche locali, i processi migratori, il lavoro e il reddito, le rivolte e le rivoluzioni contemporanee, i nazionalismi, i populismi, i movimenti sociali, i problemi ambientali». Continua a leggere

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Francesco: “Segno di contraddizione”

Papa  Francesco

Papa Francesco

di Leo Di Simone

Agire sulla storia non significa tanto modificarne immediatamente gli assetti, quanto dare forma con un gesto, una parola a un significato eterno. Nel regno più che millenario dell’Occidente, la coscienza ha sollevato il trascendente sempre più in alto, sempre più lontano dalla vita quotidiana, tanto da creare un abisso invalicabile che ha postulato la necessità di un ponte, il più grande ponte immaginabile tra visibile e invisibile. Un ponte che ad un tratto questa nostra cultura ha trovato già bell’è fatto nella persona del più grande outsider della storia: Gesù Cristo. Continua a leggere

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Paesi terzi, cooperazione ed esternalizzazione delle frontiere: questioni giuridiche

divhiarazione-universale-dei-diritti-umanidi Stefania Di Giorgi 

Introduzione

Negli ultimi decenni, l’esternalizzazione delle frontiere e la stipulazione di accordi di cooperazione con Paesi terzi sono diventate strategie centrali nella gestione dei flussi migratori da parte dell’Unione Europea e di numerosi Stati membri. Con questi strumenti si intende prevenire l’immigrazione irregolare, rafforzando i controlli esterni e delegando a Paesi di transito e di origine una parte della gestione delle migrazioni. Tale strategia può avvenire attraverso finanziamenti per il controllo delle frontiere, la creazione di centri di accoglienza in Paesi di transito o il supporto tecnico e logistico per il pattugliamento e la sorveglianza. Continua a leggere

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Identità performate: il caso delle vergini giurate

copertina_la-mano-sinistra-del-buio_ursula-kroeber-le-guindi Stefania Donno 

Introduzione 

In uno dei romanzi più famosi della scrittrice Ursula Kroeber Le Guin, La mano sinistra del buio, si racconta la storia di un esploratore chiamato Genly Ai sul pianeta Gethen. In questo mondo tutti gli abitanti sono ambisessuali: vivono la maggior parte della loro esistenza in uno stato di ermafroditismo neutro per poi diventare maschi o femmine nei giorni di kemmer, quelli in cui si manifesta il desiderio sessuale e si può eventualmente concepire. Su Gethen, chiamato anche Inverno dai visitatori stranieri a causa delle sue rigide temperature, non ci sono ruoli sessuali fissi: un individuo che in una relazione aveva magari assunto momentaneamente un ruolo maschile può in modo del tutto normale assumere un ruolo femminile e dare alla luce un figlio, divenendo, per assurdo, padre e madre della propria prole. Continua a leggere

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Un’inchiesta a Ouistreham: tra finzione e realtà, appartenenza e agentività individuale

aubenas-ouistrehamdi Claudio Gnoffo 

Nel 2010, in Francia viene pubblicato Le Quai de Ouistreham, inchiesta della giornalista Florence Aubenas che, fingendosi disoccupata in cerca di lavoro, s’inserisce nella comunità di Caen per capire come vive chi è nella perenne precarietà, e così documenta lo sfruttamento di cui sono vittime gli addetti alle pulizie nei ferryboat che attraversano la Manica: l’inchiesta diventa un film nel 2021.

Prenderò in conto le dinamiche socio-culturali che vive la protagonista tra libro e film, dentro la comunità di Caen e il gruppo di lavoratori sfruttati. Per molti aspetti il ruolo di Aubenas può essere comparato a quello di un antropologo o un sociologo che s’inserisce in una comunità di nativi e li osserva, in apparenza neutralmente ma, di fatto, venendo coinvolto nelle dinamiche complesse associate in primis alla dimensione agentiva del proprio fare, poi alla dimensione emotiva legata alla propria presenza, e infine alla necessaria trascrizione della propria esperienza in un testo che vorrebbe essere veritiero ma risulta, comunque, la trasposizione di un’esperienza tanto finzionale quanto personale. Aubenas, nel suo essere giornalista, scrittrice e narratrice di questa particolare esperienza, può essere vista come una sorta di “socio-antropologa implicita” o “etnologa letteraria”. Continua a leggere

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Dov’è tuo fratello? Perduto a Gaza o in un sobborgo di una nostra città

978880625556higdi Nicola Grato 

Nell’estate del 1862 Fëdor Dostoevskij intraprese il suo primo viaggio in Europa, toccando diverse città tra cui Londra e Parigi. Il resoconto di questo viaggio diventerà il libro Note invernali su impressioni estive, libro di racconti e considerazioni sull’Occidente “regno del borghese”. Proprio nel Saggio sul borghese contenuto in questo volume leggiamo le seguenti parole: 

«Liberté, égalité, fraternité. Molto bene. Che cos’è la liberté? La libertà. Quale libertà? La libertà, per tutti uguale, di fare quello che si vuole, nei limiti della legge. Quando è possibile fare tutto quello che si vuole? Quando si possiede un milione. La libertà dà un milione a testa? No. Che cos’è un uomo senza un milione? Un uomo senza un milione è colui che non fa tutto quello che vuole, bensì è colui del quale si fa tutto quel che si vuole. Cosa dunque ne consegue? Ne consegue che oltre alla libertà, c’è ancora l’uguaglianza, e precisamente l’uguaglianza davanti alla legge. Di quest’uguaglianza davanti alla legge si può dire soltanto che nelle forme in cui essa viene adesso applicata, ogni francese può e deve prenderla per un’offesa fatta a lui personalmente. Che cos’è dunque rimasto della formula? La fratellanza. Continua a leggere

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La scena devota in Sicilia in età aragonese (e oltre)

Palermo, veduta di Palermo, di Antonino Bova

Palermo, veduta di Palermo, di Antonino Bova

di Giovanni Isgrò 

Dopo la grande stagione del dramma liturgico, l’esclusione della sfera religiosa dagli orientamenti dell’impero svevo all’indomani della scomunica inflitta da Innocenzo III a Federico II, come pure la successiva stagione angioina, troppo breve per lasciare segni significativi nonostante la vicinanza della Chiesa, non consentirono una regolare affermazione dello spettacolo devozionale promosso coevamente nel resto della Penisola italiana con la nascita degli ordini mendicanti.

A loro volta i re aragonesi, in particolare nei primi decenni dopo il loro insediamento fino al regno dei due Martini, diffidarono dal concedere spazio al fenomeno confraternale, espressione culturale autonoma, importata dalle colonie straniere presenti nell’Isola. Problema, questo, che si aggiunse a quello ben più grave del potere feudale esercitato dai grandi baroni nelle tre “valli” nelle quali si erano distribuito il loro effettivo dominio in Sicilia. Continua a leggere

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Cosa ho imparato in Germania

1962 Arrivi immigrati italiani in Germania. Foto Stadtarchiv Karlsruhe, Bildarchiv Schlesiger

1962 Arrivi immigrati italiani in Germania (ph Stadtarchiv Karlsruhe, Bildarchiv Schlesiger)

di Grazia Messina 

Roma, 20 dicembre 1955. Il ministro italiano per gli Affari Esteri Gaetano Martino e il ministro del Lavoro della Germania Federale Anton Storch firmano, dopo mesi di non facili trattative diplomatiche, l’accordo bilaterale che porterà manodopera italiana nella Germania lanciata verso un rapido recupero economico [1]. L’Italia dal suo canto confida in copiose rimesse per rimettere in sesto le finanze interne e nell’attenuarsi delle tensioni sociali diffuse da nord a sud in quell’incerto dopoguerra. Continua a leggere

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La memoria tra la vita e l’inganno

Gerusalemme, Concessionario Buick, 1934

Gerusalemme, Concessionario Buick, 1934

di Muin Masri 

Senza patria, senza casa, senza possibilità di ritorno. Palestina, per un intero popolo che vive di ricordi da più di 80 anni, quanto ancora può durare nel tempo la memoria collettiva? I vecchi, quelli che hanno avuto la fortuna di nascere liberi, ci raccontavano come era la vita prima della guerra o, meglio, delle guerre. Continua a leggere

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Camus e l’Algeria di ieri e di oggi: tra politica e poetica

lo-straniero-camusdi Karim Metref 

Lo scrittore Albert Camus è morto da 65 anni, ma né la sua fama né le polemiche che lo riguardano accennano a finire. Se nessuno osa negare la dimensione universale dello scrittore, l’uomo Albert Camus continua a essere oggetto di indagine. Una polemica sempre attuale è quella che contrappone il clan del “Camus algerino” a quello del “Camus non algerino”. Continua a leggere

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Contro l’Abilitazione Scientifica Nazionale (e gli antropologi disciplinarizzati)

5ebac2b2-0785-4d0e-ad66-f5e49e2051cedi Stefano Montes 

Sono stato arrabbiato fino a qualche giorno fa. Lo ammetto. Lo ero. Ero adagiato in questo strano flusso emotivo d’insofferenza. Lo ero e le emozioni le ho prese sul serio: perché fanno parte integrante dell’individuo, in ogni caso, in quanto essere e divenire nel tempo e nell’azione. Le emozioni vanno lasciate sedimentare. Bisogna lasciarle scorrere, osservarle prendendone le distanze a tempo debito. La novità è che, adesso, trascorsa qualche settimana dal ‘fattaccio’, il flusso delle emozioni è cominciato a scemare. Adesso che il flusso è iniziato a riconfigurarsi come traccia del ragionamento da avviare con più calma, ho deciso. Ho deciso di prendere la parola e cercare di rimediare razionalmente – controbattendo, richiamando le mie competenze di antropologo – a quella che, secondo me, è una grossa ingiustizia nel campo delle scienze umane: non potere replicare, ufficialmente, per paura di mettersi contro coloro i quali cercano di definire, da una sola prospettiva e dall’alto, gli oggetti della conoscenza – e la conoscenza stessa – in maniera univoca e stereotipata. Continua a leggere

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La cultura “sub specie ludi”. Giocare nella contemporaneità

Arpino, Corsa con la cannata

Arpino, Corsa con la cannata

di Paola Elisabetta Simeoni [*]

Insomma, per dirla brevemente, l’uomo gioca solo quando è uomo nel pieno significato della parola ed ‘è’ interamente uomo solo quando gioca (Johann Christoph Friedrich Schiller, 1795)

De longue date, la conviction s’est affichée en moi, de façon croissante, que la civilisation humaine surgit et se déploie dans le jeu, comme jeu (Huizinga 1938 in Dewitte 2015).  Continua a leggere

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Femminicidi e cuori di tenebra

Sara Campanella

Sara Campanella

di Sergio Todesco 

Ernesto de Martino (in Furore Simbolo Valore, nel capitolo Magia e occultismo nella Germania di Bonn) racconta come in un pomeriggio del giugno 1958 la sua serena rilettura della Storia d’Europa di Benedetto Croce fosse stata interrotta da una visita inaspettata: un «vecchio e manieroso signore, inconfondibilmente tedesco» che, entrando subito in argomento, lo invitava perentoriamente ad aderire alla campagna da costui promossa contro il proliferare in Germania, «subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nel vuoto lasciato negli animi dalla ubriacatura nazista», di una ripresa di tradizioni magiche e occultistiche cui si accompagnavano culti e pratiche demonologiche di vario tipo. Continua a leggere

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Ex voto a Roberto De Simone

Roberto Valitutto

Roberto De Simone

di Simone Valitutto 

In tutti i balli popolari poi, si può osservare come costantemente due o più danzatori muovono un piede in avanti e subito dopo lo ritraggono per andare all’indietro. Tale mimica ha chiaramente una simbologia sessuale anche se inerente ad una rappresentazione magica connessa al mondo dei morti. […] Si mima insomma l’atto sessuale ma anche il tentativo di passare una soglia che respinge continuamente. 

Roberto De Simone, Carnevale si chiamava Vincenzo.  Continua a leggere

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Alcune buone ragioni per fare l’Europa

149301-sddi Aldo Aledda 

Hannibal ad portas? Che non sia vero, come dice il leader leghista Salvini riferendosi all’Armata rossa, o che sia possibile come ne sembrano certi i Paesi un tempo parte integrante dell’impero sovietico, sta di fatto che la minaccia potrebbe ottenere lo stesso effetto della pax cartaginese nei confronti della nascente repubblica romana: un’accelerazione che segnò l’ascesa inarrestabile di una città e di una civiltà che hanno segnato la storia del mondo. Continua a leggere

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Parole della Costituzione nelle dispute attuali. Memorie e meditazioni

di Franca Bellucciimg-20250417-wa0013 

“Celebrazione”: tra le parole dense, che non sai se annoverare tra le denotative o le connotative, pongo anche questa. Certo richiama memoria, e per i comitati appositi prescrive coreografie, rituali, dunque.

Ogni Stato ha le sue. Per noi (bado sempre al soggetto: questo vale come “collettivo”, denso e problematico, per “noi Italiani”) è imminente la celebrazione del “25 aprile”, Festa della Liberazione, data, nel 1945, dell’insurrezione generale proclamata dopo il profondo scontro avvenuto all’indomani dell’Armistizio di Cassibile, l’8 settembre 1943. Un anno e mezzo di guerra e di lacerazioni vissute sul terreno italiano: il dettaglio cruciale dell’adesione alla Seconda grande guerra, dal 10 giugno 1940, sul fronte opposto a quello degli Alleati. Continua a leggere

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Carl Schmitt: la guerra giusta e l’Europa del XXI secolo

schmitt_terra_maredi Alberto Giovanni Biuso 

Lo spazio 

L’essere umano è un animale terrestre che chiama Terra un pianeta composto per tre quarti dall’elemento liquido, tanto che il mare ha rappresentato per numerose popolazioni ed epoche la dimensione decisiva dell’esistenza. Anche per questo ciò che di solito viene definito con l’espressione storia del mondo (e che in realtà è soltanto la storia di una specie di mammiferi terrestri) può essere descritto anche come «la storia della lotta delle potenze marittime contro le potenze terrestri e delle potenze terrestri contro le potenze marittime» [1]. L’animale più grande – la balena – e quello più astuto – l’uomo – hanno avuto nel mare lo spazio di uno scontro millenario. Sono state le balene e i balenieri ad aprire le rotte e le vie d’acqua più sconosciute e ardite, fino a quando il rapporto tra di loro è stato paritario, fino a che non sono apparsi i macellai delle baleniere meccanizzate. Continua a leggere

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Eu-ropa. Per un’Europa porosa

picture-1di Massimo Canevacci

Le recenti manifestazioni pro-Europa mi hanno lasciato alquanto distaccato, oscillando tra indifferenza, disincanto e critica. Nel tentare di esplicitare queste mie perplessità, vorrei iniziare dalla prima, che è alquanto banale. A me è personalmente simpatico Serra, anche se ha perso quel gentile sarcasmo che caratterizzava i suoi scritti passati, per assumere un ruolo che è un serio problema: quello ormai implicitamente istituzionale (forse neanche più implicito) nella politica che ha trasfigurato da tempo il giornalista in personaggio politico. Pare che sempre più frequentemente questo ruolo sia l’anticamera per la Camera dei deputati. Continua a leggere

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Ventotene ed Ernesto Rossi. Chi semina memoria raccoglie speranza

Ernesto Rossi

Ernesto Rossi

di Sergio Ciappina 

Chi semina memoria raccoglie speranza è quanto voglio idealmente contrapporre a quanto detto in questi giorni dalla Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana la quale, emula di un suo predecessore di un Regno che fu, pare invece seminare vento per raccogliere … eccetera, eccetera. Cos’è successo?

È successo che chi si batte per l’insegnamento della logica negli ordini superiori di II grado della nostra scuola, in particolare la logica delle proposizioni, ha potuto da subito riconoscere due esempi da manuale delle cosiddette «fallacie logiche» più usate dai politici in generale e dagli esponenti dei partiti cosiddetti populisti in particolare, quando devono trarsi d’impaccio. Continua a leggere

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“È sempre tempo di Resistenza”. Per l’ottantesimo compleanno della Liberazione dell’Italia

Graphic novel di Biffe

Graphic novel di Biffe

di Pietro Clemente 

Beni comuni

Ho usato come titolo un passo del discorso che il Presidente Mattarella ha tenuto a Genova il 25 aprile perché è una forte dichiarazione a difesa della democrazia in Europa. Facendo esplicito riferimento anche alla dichiarazione di Ventotene, – sbeffeggiata dalla Meloni in Parlamento – ha rivendicato che Continua a leggere

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Sradicamento dell’Europa, fortezza debole e vuota

coverdi Luca Di Sciullo 

La solidarietà tra i popoli fu, come è noto, il terreno sul quale si incontrarono le tre principali tradizioni culturali e politiche dalle quali provenivano i cosiddetti “padri dell’Europa”, essendo il valore solidaristico il retaggio comune – sebbene declinato secondo modalità specifiche e proprie di ciascuna – sia della corrente cristiana, sia di quella social-democratica, sia di quella liberale (da non confondere, ovviamente, con la scuola liberista e neo-liberista anglosassone e d’Oltreoceano). Continua a leggere

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Immaginare l’Europa nel tempo della disgregazione

flag_of_the_united_states_of_europedi Giovanni Gugg 

L’Europa nella tempesta

L’Europa si trova oggi al centro di una crisi che non è soltanto economica o geopolitica, ma profondamente culturale, simbolica ed esistenziale. Dopo decenni di fragile equilibrio garantito dall’asse euro-atlantico, la progressiva ritrazione degli Stati Uniti dalla scena globale – iniziata sotto Obama, radicalizzata con Trump e oggi teorizzata da figure come Elon Musk e J.D. Vance – segna un vero cambio di paradigma. L’amministrazione americana, pur dichiarandosi “alleata”, impone all’Europa una pace in Ucraina che non coinvolge i suoi partner storici, strizza l’occhio ai populismi nazionali e attacca apertamente l’autonomia decisionale dell’Unione. Il discorso pronunciato da Vance a Monaco nel febbraio 2025 è stato, da questo punto di vista, emblematico: un attacco ideologico e culturale all’Europa, accusata di aver tradito la propria vocazione democratica «condivisa con gli Stati Uniti», in nome di un supposto “pericolo dall’interno” incarnato dalla migrazione, dalla censura, dai diritti civili (Vance 2025). Continua a leggere

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Dante e Boccaccio e i futuri dell’immigrata Europa: da Creta a Ventotene, il punto di vista dell’acqua

62b46bc4d9c26711a98b423d21505f61di Roberta Morosini 

                                  forse la tua nazione è il mare

                (Rupi Kaur, il sole e i suoi fiori) 

Nel maggio 2023, in occasione del convegno The Idea and Futures of Europe organizzato a Siena da Rutgers University, ho proposto una riflessione sull’idea di Europa in Dante. Il punto di partenza è stato il Mediterraneo, spazio in cui il poeta intravede i futuri dell’Europa, soprattutto in relazione a giustizia sociale e ambientale (Di là da Gade, e di qua presso il lito. Dante, Europa’s forced travel and Maps). Continua a leggere

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L’Europa e la sfida di Trump: una scossa salutare o la conferma di una irrilevanza?

ue-2021di Giuseppe Savagnone 

Un sogno incompiuto

Non è stato Trump a mettere in crisi l’Europa. Già prima del suo insediamento, il quadro che si poteva fare dell’Unione Europea era quello di un sogno incompiuto. Pur nella loro diversa ispirazione intellettuale, i suoi “padri” ideali – i cattolici De Gasperi, Adenauer, Schuman, gli autori del Manifesto di Ventotene (Altiero Spinelli, ex Pci; Ernesto Rossi, azionista; Eugenio Colorni, socialista) – convergevano nel concepirla come un nuovo soggetto internazionale, che avrebbe dovuto superare la logica dei vecchi nazionalismi integrando le identità nazionali in una unità politica. Continua a leggere

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L’uccisione della verità e la crisi della democrazia

L'albero della verità, Stampa medievale

L’albero della verità, Stampa medievale

di Roberto Settembre 

Il tema proposto dovrebbe, a parere di chi scrive, essere affrontato partendo da un esperimento mentale, per ricavarne i necessari e logici corollari concettuali quali strumenti ermeneutici dei fatti che ci (pre)occupano. Il che, tra l’altro, attiene in modo intimo alla relazione tra i fatti e le idee, dove per fatti se ne intende la rappresentazione nella percezione collettiva e individuale, non identiche, e per idee il terreno concettuale su cui coltivare l’interpretazione. E viene usato il verbo coltivare essendo l’interpretazione un’operazione che dà frutti, trasformando la percezione fenomenologica in qualcos’altro, cioè in uno spazio della mente dove operano in sinergia la conoscenza e la coscienza, e cosi contribuendo alla nascita del giudizio. Continua a leggere

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Destino Europa, più un luogo che un’istituzione

 College of William & Mary, in Virginia, USA.

College of William & Mary, in Virginia, USA (ph. Giuseppe Sorce)

di Giuseppe Sorce 

Build your house upon the rock. Che a tre anni dall’invasione dell’Ucraina ci saremmo ritrovati a doverci seriamente interrogare sul futuro dell’Europa era cosa scontata. Pensare a dover riconsiderare totalmente la nostra ontologia presente e il nostro destino sostanziale – leggi sopravvivenza – nelle dinamiche geopolitiche del pianeta invece era cosa più rara da immaginarsi. Pochissimi infatti, se non nessuno, aveva previsto che il conflitto russo-ucraino avrebbe portato a una catena di eventi tale che i ruoli degli Stati Uniti e dell’Europa, e i loro legami e relazioni, sarebbero stati messi così tanto in discussione.

Sappiamo ormai, e dovrebbe essere palese veramente a tutti, che se noi cittadini dell’Europa occidentale abbiamo vissuto in una bolla di pace, qualcuno dice addirittura “fuori dalla storia”, è grazie agli Stati Uniti. Continua a leggere

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Il paradosso dello Stato-nazione: critica dell’ontologizzazione nel pensiero di Michael Herzfeld

9791256141180-lostatonazione-coverdi Pietro Vereni

1.   Introduzione

Nella sua opera Lo Stato-nazione e i suoi mali (2024), Michael Herzfeld propone una critica radicale alla confusione tra “Stato” e “nazione”, ritenendola responsabile di derive razziste, esclusiviste e violente nelle società contemporanee. Tuttavia, la sua argomentazione si fonda su una tensione interna: mentre da un lato lo Stato-nazione viene tematizzato come entità concettuale riconoscibile e costante, dall’altro lato l’etnografia che ci offre mostra la scomposizione quotidiana, la permeabilità, l’instabilità di quell’apparente monolite teorico. Questa tensione è, a mio avviso, più di un problema retorico: si tratta di una contraddizione epistemologica che mette in discussione la coerenza dell’impianto teorico del lavoro di Herzfeld. Continua a leggere

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Dove risiede l’ontologia dello Stato-nazione? Una risposta a Pietro Vereni

126126-3x2-originaldi Michael Herzfeld

Lo Stato nazione e i suoi mali è un libro sui problemi derivati dalla stretta connessione che a volte emerge tra lo Stato, struttura amministrativa e legale, e il concetto etnico di nazione. Pietro Vereni ha criticato, in effetti, un’altra cosa, un modello generalizzante dello Stato tout court, sottolineando l’importanza di contrastare ciò che lui chiama “l’ontologizzazione” dello Stato e di scavare dietro la facciata reificata dello Stato per scoprire le molteplici modalità di comportamento dei vari funzionari. (Lascia invece piuttosto indiscusso l’uso del concetto di cultura per nascondere le motivazioni razziali). Continua a leggere

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Quando la pace richiede la armi

coverdi Neri Pollastri [*]

Tra i tanti celebri “esperimenti mentali” usati dai filosofi morali per studiare la complessità e problematicità dell’etica, uno immagina che vi sia la possibilità di premere un pulsante e colpire a morte un terrorista imbottito di bombe che, a bordo di uno scuolabus, è sul punto di farsi saltare in aria assieme ai trenta bambini con cui si trova. Il dilemma da studiare è: se si è assunto come prioritario il principio della intangibilità della vita, o il comandamento “non uccidere”, qual è in questo caso l’azione doverosa? Premere il pulsante e uccidere motu proprio la vita di un assassino, oppure non fare niente e lasciare che il terrorista si suicidi, portando con sé altre trenta vite innocenti? Continua a leggere

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Principi e pratiche della nonviolenza. Ovvero possibilità di costruire la pace con mezzi pacifici (una risposta a Neri Pollastri)

gandhidi Andrea Cozzo 

1.  Nonviolenza e uso della violenza “in ultimissima istanza” 

Intendo qui di seguito riflettere sullo scritto di Neri Pollastri sulla nonviolenza (e sulla praticabilità o meno di quest’ultima nel caso della guerra in Ucraina) a partire dalla critica da lui fatta alle mie pagine dedicate allo stesso tema [1], dove, a suo dire, il pensiero espresso dal sottoscritto «finisce per arrampicarsi sugli specchi e cadere in conflitti di valori e pragmatiche contraddizioni». Spero che chi sta leggendo abbia già preso conoscenza dell’articolo di Neri Pollastri; in ogni caso citerò ampiamente suoi passi sì da rendere il mio testo anche indipendente dal suo (di cui, comunque, raccomando la lettura). Continua a leggere

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L’Occidente e la Storia. Ripensare l’umanesimo universalista a partire da Gramsci e De Martino

Antonio Gramsci

Antonio Gramsci

Ernesto De Martino

Ernesto de Martino

di Antonello Ciccozzi 

Rigurgiti suprematisti e furori contrappassisti 

L’11 marzo del 2025 il Governo di destra di Giorgia Meloni ha pubblicato le “Nuove Indicazioni per la Scuola dell’infanzia e il Primo ciclo di istruzione” [1]. Tra le varie direttive, il documento proclama che «la libertà è il valore caratteristico più importante dell’Occidente [2] e della sua civiltà sin dalla sua nascita», che «solo l’Occidente conosce la Storia» e che «la cultura occidentale è stata in grado di farsi innanzi tutto intellettualmente padrona del mondo, di conoscerlo, di conquistarlo per secoli e di modellarlo». Continua a leggere

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“Solo l’Occidente conosce la Storia”. Le Nuove Indicazioni per la Scuola dell’infanzia e del Primo ciclo di istruzione

Roma, Bassorilievo Arco di Costantino, part.

Roma, Bassorilievo Arco di Costantino, part.

di Dario Inglese 

In Italia c’è ancora parecchia difficoltà a pensare adeguatamente le dinamiche interculturali e la dialettica tra identità e alterità che le contraddistingue. Per quanto, come si ripete sempre più spesso, si ammetta il carattere multiculturale e pluralistico della società contemporanea – contraddistinta da un movimento incessante di persone, idee, merci e da un progressivo indebolimento dei vincoli territoriali – non è affatto facile rinunciare alle categorie analitiche realiste di matrice romantica – quelle che postulano un’equivalenza quasi matematica tra lingua, cultura e territorio (e che sono alla base dell’idea di nazione) – che ci hanno permesso di interpretare il mondo per almeno due secoli. Continua a leggere

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Nuove Indicazioni 2025 Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione: alcune considerazioni di carattere pedagogico

1742828428855di Sabina Leoncini 

Di recente sono state pubblicate le “Nuove Indicazioni 2025  Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione Materiali per il dibattito pubblico”, un documento realizzato da una commissione apposita composta di esperti di area didattico-pedagogica, di provenienza universitaria, esperti di area disciplinare, di provenienza universitaria e scolastica. Il documento che è al momento soltanto una bozza, è stato pubblicato l’11 marzo 2025 sul sito del Ministero dell’Istruzione e del merito (https://www.mim.gov.it/-/pubblicato-il-testo-delle-nuove-indicazioni-per-la-scuola-dell-infanzia-e-primo-ciclo-di-istruzione-materiali-per-il-dibattito-pubblico). Continua a leggere

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Le Nuove Indicazioni 2025 sulle discipline umanistiche e sull’educazione linguistica. Note critiche

 nuove-indicazioni-acqua-1di Veronica Medda

Premesse: contesto, obiettivi e linee guida

Per tutti coloro che ci leggono e che non sono abituati al burocratese della scuola, per usare una felice espressione di Calvino, è opportuno fare alcune premesse circa l’essenza delle Indicazioni Nazionali per la  Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione, tornando necessariamente indietro fino al 2012-2013, anno scolastico in cui, in modo graduale, le scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione hanno iniziato ad elaborare l’offerta formativa avendo come riferimento non più il cosiddetto “programma”, ma approcciandosi alla più ampia prospettiva del curricolo, che si realizza tenendo conto del contesto territoriale in cui è collocata la singola scuola.  Continua a leggere

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Il ritorno del Trickster: politica, tecnologia e sacro nell’età del caos. Le parole di Trump

maxresdefault di Annalisa Di  Nuzzo 

Introduzione. Il Trickster come figura liminale 

Il trickster è una figura liminale per eccellenza: si pone al confine tra gli opposti, incarnando al contempo l’ordine e il suo sovvertimento, il bene e il male, la norma e la sua violazione. Diffuso in culture arcaiche e moderne, appare in miti, fiabe, maschere popolari e narrazioni religiose, in ruoli che vanno dal clown sacro al mediatore cosmico. In questo senso, il trickster può essere interpretato come uno psicologema (Jung, 1954), ovvero una configurazione psichica archetipica, sempre pronta a emergere nei momenti di crisi e transizione. Continua a leggere

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La criptovaluta di Trump. Quando il mezzo di scambio economico diventa dipendenza

Manifesto elettorale di Donald  Trump, presidenziali 2024.

Manifesto elettorale di Donald
Trump, presidenziali 2024.

di Tiziana Migliore 

A tre giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump ha dimostrato al mondo intero la capacità che ha di condurre legioni di imbecilli dove vuole. Allo stesso tempo ci ha fatto sapere che il loro numero è notevolmente aumentato.

Il 17 gennaio 2025, sul profilo @realDonaldTrump di X e sul social network Truth Social, che è la piattaforma aperta dalla Trump Media & Technology Group (TMTG) dopo che il tycoon, per l’assalto a Capitol Hill, è stato bannato da Facebook e Twitter, sono apparsi un post e un commento annuncianti la nascita della criptovaluta $TRUMP. Le presidenziali si sono concluse. Comincia, in perfetta coerenza visiva con il manifesto elettorale di The Donald, una campagna commerciale sempre con il suo nome e la sua faccia. Cosa vende? Denaro finto, almeno per chi lo compra. Continua a leggere

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Trump: un’eccezione nella storia degli Stati Uniti?

Dichiarazione d'indipendeza degli USA, 178

Dichiarazione d’indipendenza degli USA, 4 luglio 1776

 di Elio Rindone 

Donald Trump presidente degli USA! Come è possibile che nel 2024 sia stato eletto per la seconda volta un uomo a cui vengono comunemente attribuite idee razziste e imperialiste, e che è stato accusato di aver negato la sconfitta alle elezioni presidenziali del 2020, incitando i suoi sostenitori ad assaltare la sede del Congresso? Inevitabile lo stupore di tanti concittadini, abituati al luogo comune che gli Stati Uniti siano la più grande democrazia del mondo. Continua a leggere

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Da una breccia entra la luce

Grosseto il Maggio

Grosseto il Maggio

CIP

di Pietro Clemente

Dal mare alla montagna

un canto già si sente

è il maggio che ritorna

allegramente

allegramente

Ieri sera (30 aprile) fino a notte profonda, e forse anche fino all’alba, in molti luoghi della Toscana ma soprattutto in Maremma, gruppi di ‘maggerini’ o ‘maggiolini’ sono andati di casa in casa cantando per portare il ‘maggio’, il canto della primavera. Continua a leggere

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Stilness in imaginaries through time. Cultural percepition and social interactions in high-altitude: anthropological considerations

Val Camonica (ph. Poalo Carena)

Val Camonica (ph. Paolo Carera)

CIP

di Paolo Carera [*]

Introduction

In contemporary discussions, the concept of the cultural invention of the Alps serves as a crucial theoretical framework for understanding mountain tourism in Valle Camonica. Originally rooted in historical and artistic studies (De Rossi, 2017; De Rossi, 2020), this concept has transcended its initial disciplinary boundaries, becoming essential for exploring the complex, often contradictory relationship between individual experiences and the broader historical-cultural processes that shape our understanding of the high-altitude landscapes. Contrary to the notion of mountains as purely natural elements within a specific environmental context, they are, in fact, the result of centuries of historical and cultural recognition. Continua a leggere

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La Toscana diffusa

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di Alessandra De Renzis [*] 

Lo scorso 4 febbraio il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la Legge n. 11 “Valorizzazione della Toscana diffusa” fortemente voluta dal Presidente Eugenio Giani che ne aveva fatto l’asse portante del suo programma elettorale nel 2020. La Legge appena approvata si inserisce nel solco di quella che è sempre stata una delle caratteristiche particolari della Regione Toscana: l’attenzione alla valorizzazione e conservazione delle specificità territoriali, di becattiniana memoria, di concerto con i territori stessi. Non sono però più le quattro toscane di Becattini, ma un concetto più ampio che richiama una visione unitaria di sviluppo che poggia sulla consapevolezza delle difficoltà che alcuni territori affrontano, in particolare lo spopolamento e la desertificazione commerciale, e che riconosce nei tratti distintivi di ogni luogo la leva per una crescita armonica di tutto il territorio regionale.  Continua a leggere

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Dal paesaggio allo spaesaggio

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di Mariano Fresta 

In uno dei componimenti in cui manifesta i suoi sentimenti personali, Giosue Carducci ci dice che il paesaggio, quello che vediamo da una finestra o da un terrazzino di casa nostra o quello che si può ammirare mentre si è su un treno in corsa, come è nel caso suo, può avere l’effetto di cambiare il nostro umore. Nel sonetto, infatti, intitolato Traversando la Maremma toscana (in Rime nuove, 1887), leggiamo che la visione, dopo lunghi anni, dei luoghi della fanciullezza gli richiama alla mente ricordi e pensieri tristi; ma ecco che il suo animo si acquieta perché 

                                                                                   di lontano
                                                Pace dicono al cuor le tue  colline                       
                                 con le nebbie sfumanti e il verde piano
                     Ridente ne le piogge mattutine. Continua a leggere
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Micro storie di neopopolamento in Appennino

Cervarezza

Cervarezza, struttura ricettiva

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di Giampiero Lupatelli, Antonio Pisanò [*] 

Introduzione

Da cosa si giudica il successo di una politica? Siamo travolti da una ondata di formalizzazione delle procedure che cerca di trasformare i desideri, le paure, le decisioni e le speranze che guidano i comportamenti delle singole persone e delle piccole collettività in una sequenza – opportunamente digitale – di riscontri oggettivi, misurabili e comparabili con la necessaria freddezza – ma troppo spesso con il non altrettanto necessario distacco.

Procedure di rendicontazione e valutazione che ci consentono di sostenere nelle sedi appropriate l’opportunità di dare continuità alle politiche intraprese e sostenerle nel loro ulteriore incrociarsi con diverse biografie e nuove narrazioni. Procedure che portano l’Amministrazione nella vita, ma che difficilmente portano la vita nella Amministrazione. Continua a leggere

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L’ecoterritorialismo al tempo della retorica green e dell’espropriazione del territorio

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di Rossano Pazzagli [*] 

Il congresso della Società dei Territorialiste e delle Territorialiste si svolge in una fase delicata nella vita ormai ultradecennale dell’Associazione. Delicata non vuol dire necessariamente critica; vuol dire che dobbiamo affrontare con cura il dibattito che ci attende, i seminari e gli approfondimenti di questi due giorni. Sottolineo la parola “cura”, quel concetto di cura che già noi applichiamo al territorio inteso come oggetto centrale del nostro impegno, ma soprattutto come soggetto vivo della coevoluzione tra natura e attività antropiche, come vittima – per molti aspetti – dello sviluppo capitalistico e della fase neo-liberista che stiamo vivendo, ora ammantati di green. Una fase di perpetuazione del sistema capitalistico, facendolo apparire come amico dell’ambiente, ma in realtà finalizzato a una economia sempre più speculativa, al profitto di pochi a danno dei molti. Continua a leggere

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Donne e aree interne. Note su un seminario

Seminario, Donne e aree interne

Arcavacata. Università della Calabria, Seminario, Donne e aree interne

CIP

di Sabina Licursi, Sabrina Lucatelli 

Come noto, le aree interne sono territori particolarmente sofferenti sul piano dei servizi essenziali nell’ambito della salute, dell’istruzione e della mobilità. Esse, inoltre e in ragione delle politiche di contrazione o chiusura dei servizi, si spopolano. Le dinamiche demografiche naturali (bassa natalità, elevata mortalità), l’invecchiamento della popolazione e la scelta di molti giovani, quando non di interi nuclei familiari, di spostarsi altrove, le politiche poco attente ai fenomeni migratori e all’accoglienza, spiegano lo sfiguramento demografico che spesso le contraddistingue e la rarefazione della popolazione residente. Continua a leggere

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Corpi in cammino. Passi d’avvenire sotto e sopra la terra nei territori minerari

Centro minerario di Valle Imperina

Centro minerario di Valle Imperina

CIP

di Paola Atzeni 

Premessa

Raccontando delle mie discese in miniera lascio a chi mi accompagna la scelta di interpretare se si tratta di percepire i rischi del corpo in miniera o piuttosto quelli della miniera in corpo, ovvero della miniera incorporata e addomesticata attraverso il camminare che fa diventare ogni persona sicura per sé nello spazio accidentato. Indico l’esperienza di sé nel sottosuolo, a partire dal camminare. Dico anche di una fase della miniera prossima alla dismissione, per indicare la prospettiva della multi-temporalità mineraria, emergente soprattutto per le miniere dismesse. Tale multi-temporalità riguarda il rapporto fra presente e passato, congiunti in una contemporaneità resa visibile nella connessione dei rischi che premono per produrre futuro sicuro. Continua a leggere

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Energie rigenerative e microcosmi lagunari

Venezia, Procuratie Vecchie ( The Human Safety Net website)

Venezia, Procuratie Vecchie ( The Human Safety Net website)

CIP

di Francesca Grisot, Fabio Malfatti

Venezia, famosa in tutto il mondo per la sua bellezza architettonica e il suo straordinario paesaggio lagunare, è da tempo una città in bilico tra il peso della sua storia e la necessità di adattarsi a nuove sfide. Il turismo di massa, la perdita di popolazione residente e le pressioni ambientali sono solo alcune delle questioni che emergono nel dibattito contemporaneo, trovando periodicamente spazio nella stampa, con l’emersione di uno scenario prevalentemente negativo. In questa stessa sede ci precede l’articolo di Elena Nicolai [1] che ben definisce Venezia un’isola “bucata” sia fisicamente che simbolicamente, fra turismo di massa, spopolamento e erosione del tessuto sociale. Continua a leggere

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La tradizione della memoria

Briganti di Maremma

Briganti di Maremma

CIP

di Paolo Nardini 

I Briganti: un coro o una banda? 

Il nome non inganni: c’è una lunga tradizione di “briganti” in Maremma, il più delle volte “briganti buoni”. Negli anni settanta e nei primi ottanta era attiva a Grosseto una radio del gruppo “radio libere”, denominata “Radio Brigante Tiburzi”, in memoria e onore di quello che popolarmente veniva definito “il brigante livellatore”: immagine falsa e romantica di uno spietato bandito, al servizio dei signorotti locali che all’occorrenza non deve aver lesinato sporadici aiuti a qualche contadino, che ha “regnato” per decenni fra Montebottigli e la Selva del Lamone. Alla Marina di San Rocco (antico nome di una fortezza costiera a difesa della città, diventata nel dopoguerra una località turistico-balneare, e infine oggi un paese a residenzialità anche invernale) troviamo una “Locanda dei Briganti”. Continua a leggere

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Finamore demoetnografo tra 800 e 900

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CIP

di Giuseppe Mrozek Eliszezynski

Nell’Abruzzo della seconda metà dell’Ottocento, un medico nativo di Gessopalena approfittava delle visite che lo spingevano a raggiungere i propri pazienti nelle contrade più sperdute e nelle campagne più isolate per fare delle piccole interviste alla gente del posto, quasi sempre totalmente analfabeta, per indagare gli usi e i costumi popolari, espressi attraverso riti, canti, novelle, filastrocche e vari tipi di simboli e immagini. A quel medico, che poi nella sua vita finì con l’essere molte altre cose, è dedicato un recente libro a cura di Lia Giancristofaro e Fabiana Dimpflmeier, entrambe antropologhe culturali presso l’Università di Chieti-Pescara: Gennaro Finamore tra luoghi e mondo, che raccoglie i contributi presentati in occasione del convegno internazionale Gennaro Finamore tra ricerca folklorica, dialettologia e impegno educativo, tenutosi l’8 e il 9 luglio 2023 tra Pescara e Gessopalena. Il volume è stato pubblicato nel 2024 a Pescara, nella collana di Storia della Fondazione PescarAbruzzo. Continua a leggere

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Usi collettivi dell’acqua nella Sardegna bassomedievale. Note storiche antropologiche

mappa_1di Francesco Borghero, Francesco Salvestrini 

Introduzione

Stando ai dati del WMO – World Meteorological Organization, aggiornati al 2023, circa 3,6 miliardi di persone, corrispondenti a quasi il 45% della popolazione mondiale, soffrono attualmente di carenze idriche causate da fonti d’acqua non sicure o insufficienti. Si prevede che questa cifra possa superare i 5 miliardi entro il 2050, principalmente a causa dell’aumento della pressione sulle risorse idriche e dei sempre più marcati effetti dei cambiamenti climatici. Al contempo, la crescente siccità che affligge ampie zone dell’Africa, dell’Asia centrale e delle Americhe sta accelerando l’espansione delle aree desertiche, fenomeno che mette in crisi un numero crescente di Paesi e che contribuisce all’incremento dei flussi migratori dei cosiddetti ‘profughi climatici’. Continua a leggere

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Un museo tra memoria, scrittura e tessitura

9791280385086di Costantino Cossu 

Sono due i piani lungo i quali si muove L’eredità delle donne di casa Lussu, il libro di Claudia Crabuzza pubblicato da Edizioni Archivi del Sud. Il primo è la storia del museo diffuso dedicato alla cultura materiale della società contadina e insieme alla memoria di Emilio Lussu intorno al quale un’intera comunità si raccoglie e si riconosce; il secondo sono le donne che questo progetto hanno riempito di idee, di passione, di progetti, di speranze e di delusioni. I due piani si intrecciano sullo sfondo di una comunità in cui da una parte la presenza di Lussu e dall’altra il protagonismo femminile sono stati decisivi fattori propulsivi. Continua a leggere

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L’Italia simbolo dell’Europa latina nel viaggio di Ibn Baṭṭūṭa. La tappa in Sardegna

illustration_ibn_battutadi Fatiha Taib 

A parte Costantinopoli, che Ibn Baṭṭūṭa (1304-1377 d.C.) [1] espresse il forte desiderio di visitare, quando ne ebbe l’opportunità, il viaggiatore marocchino non espresse mai in nessun caso il desiderio di visitare una terra cristiana latina. Anzi, la stessa terra latina non avrebbe accolto Ibn Baṭṭūṭa in quanto musulmano, e nel XIV secolo, «a un uomo musulmano non sarebbe stato consigliato di vagare per le terre cristiane come avventura puramente privata» [2]. Ma il destino volle che Ibn Baṭṭūṭa in sua vita conoscesse, seppur brevemente, una parte dell’Europa latina – che avrebbe ben accolto i frutti dei suoi viaggi secoli dopo la sua morte – ovvero un porto dell’isola di Sardegna in Italia che era a quell’epoca leader del movimento rinascimentale europeo. Continua a leggere

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Riscoprire le proprie radici con l’archeologia. La Tunisia dei miei nonni

 Campi di grano della proprietà Pugliese nella tenuta di , 1964

Campi di grano della proprietà Pugliese nella tenuta di  Béia, 1964

di Alessandro Abrignani 

Scrivere della Tunisia è sempre molto emozionante dato che questo è il Paese dove è nata mia mamma, Rosa Maria Pugliese, fiera di essere una “siciliana di Tunisia”. Tutta la storia della mia famiglia, da parte materna, inizia con il suo bisnonno Antonio Alagna, emigrato in Tunisia tra la fine del 1800 e la prima decade del 1900. Continua a leggere

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The Great Mosque of Kairouan, as the archetype of religious architecture and ornamental decoration in Tunisia and the Maghreb

Courtyard of the Great Mosque of Kairouan (Source: Benfound, CC-BY-2.0)

Courtyard of the Great Mosque of Kairouan (Source: Benfound, CC-BY-2.0)

di Roberta Marin [*]

Tunisia is a land of contrast, but it is also a place that still today has many stories to tell thanks to the different peoples who lived and prospered there along the centuries. In early antiquity, indigenous Berbers or Amazigh, divided into several ethnic groups, established themselves in the Maghreb and in Tunisia. The Phoenicians, an ancient Semitic group, who settled in the eastern Mediterranean area and nurtured great ambitions of conquering new territories and expanding their commercial activities, managed to conquer the region. In the 7th century BC, they founded Carthage, which became one of the most famous, wealthy and culturally advanced cities of the Classical World. Continua a leggere

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Nozze tra tunisine e italiani: cade un tabù

locandina-lssddi Aldo Nicosia 

“I miracoli accadono a coloro che ci credono”: questa frase che campeggia sullo schermo nero, alla fine del film La settimana senza Dio (2024), può essere considerata la cifra di questa commedia semiseria, ironica e visionaria, pionieristica e realistica, su una realtà appena appena caricaturata, ma mai snaturata: i matrimoni misti tra tunisine e italiani.

‘Asfur jenna,  il titolo arabo del primo lungometraggio del talentuoso regista tunisino Mourad Ben Cheikh [1],  è un’espressione del dialetto locale che ritaglia con verosimiglianza il profilo di uno dei due protagonisti del film: Amadeus, interpretato magistralmente dall’attore Nicola Nocella. Si potrebbe tradurre come “un pezzo di pane”, un bonaccione che crede fermamente nel miracolo del matrimonio con l’amata Betty. Continua a leggere

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“Ramadan Kareem”. Pratiche rituali e dimensione spirituale del mese sacro dell’Islam: uno sguardo dalla Tunisia

Moschea Al-Zaytuna, Tunisi.(ph. Giorgia Rubera)

Moschea Al-Zaytuna, Tunisi.(ph. Giorgia Rubera)

di Giorgia Rubera 

«È più che mai cruciale per i diversi popoli elaborare immagini complete e complesse gli uni degli altri, nonché dei rapporti di potere e di sapere che le connettono» (James Clifford 1993: 37).     

Premessa

Il dominio coloniale ha definito le relazioni tra quello che possiamo definire Occidente e le altre culture, relegando quest’ultime in una posizione di subalternità. In questo quadro, la differenza culturale non è riconosciuta come valore e tutto ciò che si discosta dal canone occidentale viene considerato arretrato, irrazionale o primitivo. Continua a leggere

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Una santa a Tunisi come Artemide. Colloquio con Laura Faranda

Tunisi, Laura Faranda

Tunisi, Laura Faranda (ph. Francesca Spinola)

di Francesca Spinola 

Studiosa del rito, del mito e delle forme terapeutiche tradizionali per curare le malattie mentali, Laura Faranda, professore ordinario di Antropologia culturale all’Università Sapienza di Roma, ha condotto ricerche sul campo, in Tunisia, per analizzare a fondo una figura del misticismo musulmano, donna e ribelle, vissuta nella Tunisi del Medioevo, Sayyida ‘Aisha al-Mannūbiyya (S.A.M.) [1]. Fulcro del suo lavoro sono state le peripezie che riguardano la santa, ma anche quelle che attengono alle sue devote, studiate sul campo in un periodo di tempo che va dal 2017 al 2023, specialmente all’interno delle due zawiyya [2] dedicate al culto della santa, quella di al-Gorjani e quella della Manuba. Emerge subito la necessità di includere nello studio i temi della salute mentale, della psiche e della follia. Continua a leggere

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L’intertestualità nella sperimentazione linguistica di Luigi Meneghello

814xcjzat4l-_ac_uf10001000_ql80_di Rabeb Ben Abdennebi

Il linguaggio che evoca Malo nei primi decenni del Novecento, fatto di scambi, intarsi e trapianti (da una lingua all’altra), intertestualità [1] e pluridiscorsività, «rende così ricchi, preziosi, e godibili gli scritti di Meneghello» [2].

Base elementare opportuna per fare un’analisi dello stile di Luigi Meneghello è  infatti l’intertestualità. Si tratta di risonanze, note e nessi che possono essere esposti e presentati, ma anche solo indicati o lasciati sottintesi o restati talora all’oscuro,

«e qui sta il bello perché ci troviamo di fronte a una testualità che non si pretende definitiva, che si sa immersa in una corrente continua e impetuosa di espressività integrata che non la lascia stagnare, che sempre la rilancia e la miscela in un gioco infinito di significazione nel quale si richiamano e moltiplicano, e al quale si rifanno, testi sparsi per tutta la storia della scrittura, e che sempre alludono, aprono le porte a nuove possibilità, a nuovi testi a venire» [3]. Continua a leggere
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Le vicende dell’Ill.ma Signora Suor Maria Crocifissa, al secolo Donna Vincenza Alliata

Collegio di S. Caterina, tra il Monastero e la chiesa, il camminamento riservato alle monache (ph. Alù)

Palermo, Collegio di S. Caterina, tra il Monastero e la chiesa, il camminamento riservato alle monache (ph. Rita Alù)

di Rita Alù 

Un inaspettato ritrovamento

Per pura casualità, grazie a una mia cara amica, mi sono ritrovata tra le mani un antico volume nel quale, in due distinte scritture date alla stampa nel 1786 a Palermo presso stamperie diverse e poi rilegate insieme, sono esposte le ragioni addotte a sostegno, rispettivamente, della validità e della nullità «della Professione della Ill.ma Signora Suor Maria Crocifissa Alliata, Monaca Professa nel Venerabile Monistero di S. Caterina di questa Capitale».

Il volume riprende le argomentazioni contenute negli atti del giudizio, all’epoca della stampa ancora pendente avanti alla Gran Corte Arcivescovile (per brevità G.C.A.) avviato da Suor Maria Crocifissa, al secolo D. Vincenza Alliata, per ottenere la nullità della propria Professione religiosa. Continua a leggere

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Ferdinando Ortiz, antropologo positivista o anche rivoluzionario?

Ferdinando Ortiz

Ferdinando Ortiz

di Alfredo Ancora 

Anche se questi due termini possono sembrare in contraddizione (e per certi versi lo sono) ambedue costituiscono degli elementi fondanti del suo percorso di ricerca pur sempre innovativo. Infatti, un personaggio così poliedrico non può essere racchiuso solamente nella etichetta di “positivista”. Sono certamente noti i suoi riferimenti alla scuola criminologica italiana, soprattutto Cesare Lombroso e Alfredo Niceforo. Pur tuttavia, non sarebbe un modo di rendergli onore trascurare gli aspetti rivoluzionari del suo pensiero e delle sue opere in contrasto con il mondo antropologico di quei tempi (1940). Continua a leggere

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Lo sfruttamento della manodopera agricola in nord Italia: il caso del Friuli Venezia Giulia

caporalatodi Paolo Attanasio [*]

Introduzione 

Gli avvenimenti dell’estate 2024 (culminati nella tragica e assurda morte di Satnam Singh nelle campagne del basso Lazio) hanno bruscamente riportato all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale il fenomeno dello sfruttamento del lavoro operaio in agricoltura. Si tratta di un tema spesso e volentieri passato sotto silenzio dai grandi media e quasi assente dal discorso pubblico, forse perché non si limita a denunciare condizioni di lavoro inaccettabili, ma chiama direttamente in causa i rapporti di forza fra i diversi attori della filiera agroalimentare, gli enormi interessi in gioco e, non da ultimo, il comportamento di ciascuno di noi in quanto consumatore. Continua a leggere

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Salvare le parole per salvare un luogo: Cutusìu di Nino De Vita

cutusiudi Ada Bellanova 

Alcuni poeti riescono a percepire e far percepire con la parola il senso di un luogo. Secondo K. White [1], la terra stessa è capace di generare poesia, ma chi scrive mostra un’intelligenza territoriale particolare nell’elaborare e costruire il mondo di cui ha coscienza geografica. Attraverso la lettura così riusciamo a stringere con quel luogo un legame significativo e vi rintracciamo messaggi fondamentali, che ci riguardano tutti.

Apparso per la prima volta in un’edizione privata nel 1994 (e già vincitore del Premio Moravia) e ripubblicato nel 2001 per Mesogea, Cutusìu di Nino De Vita esce ora per Le Lettere nella collana «novecento / duemila». Quest’edizione ci consegna un libro nuovo e reca il senso di un progetto ultimato. Come già l’ultimo Cùntura uscito per la stessa casa editrice nel 2023, questa versione di Cutusìu non è solo arricchita di inediti ma è anche totalmente rivista, con un lungo e intenso labor limae. Continua a leggere

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Memoria, identità, ricostruzione: la comunità ebraica di Roma dopo la Seconda Guerra mondiale

Roam, Sinagoga, vista dal Teatro Marcello

Roma, Sinagoga, vista dal Teatro Marcello

di Stefano Bellu 

Introduzione 

La storia della comunità ebraica di Roma nel secondo dopoguerra rappresenta un capitolo da tenere in debita considerazione per comprendere il processo di ricostruzione socioeconomica e culturale del Paese. Il contesto storico di questo periodo, caratterizzato dalla fine delle persecuzioni nazi-fasciste e dall’avvio della ricostruzione, pone in evidenza sfide e trasformazioni che hanno profondamente segnato l’identità della comunità. Questo lavoro si propone di analizzarne gli aspetti più significativi, mettendo in luce non solo le difficoltà affrontate, ma anche le strategie adottate dagli ebrei romani per rispondere agli eventi traumatici della guerra e delle leggi razziste. Continua a leggere

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L’altro da sé. Il demonio e la possessione maligna

diavolo_a_quattrodi Antonio Bica 

Per ogni credente la fede in Dio comporta che vi sia anche una fede (nel senso di credere) nel suo contrario, cioè l’anti-Dio, in un’ottica dualista che prevede l’esistenza del male accanto a quella del bene. È nella letteratura biblica, già a partire dal libro della Genesi, che fa la sua comparsa il diavolo, e così fino all’Apocalisse, ultimo libro del Nuovo Testamento; è lì, dove la figura del demonio trae origine, che dobbiamo guardare se vogliamo sviluppare un argomento sulla natura del male e la sua personificazione, perché è proprio lì che la demonologia ha il suo fondamento e la sua determinazione in termini di analisi scientifica. Continua a leggere

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Vita spirituale e impegno politico: un ossimoro?

3di Augusto Cavadi [*]

Nell’immaginario collettivo vita spirituale e impegno politico costituiscono due categorie incompatibili: si può coltivare la spiritualità solo se ci si tiene a debita distanza da quel terreno sporco che è l’agone politico; si può avere successo in politica solo se si rimuove ogni aspirazione spirituale.  E, in effetti, se assumiamo i termini (spiritualità e politica) nelle accezioni semantiche dominanti, l’impressione di trovarsi davanti un ossimoro è fondata. Ma tali accezioni non sono né le uniche né le più appropriate: opportunamente risemantizzate, le due parole in questione non si escludono a vicenda, anzi addirittura si co-implicano.   Continua a leggere

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Oltre il museo: restituzioni e memoria culturale

Parigi, Museo d'Orsay, Statuette del Dahomei

Parigi, Museo Quai Branly, Statuette originari del Dahomej

di Federico Costanza 

Con un solenne discorso nel 2017 all’Università di Ouagadougou, in Burkina Faso, il Presidente francese Emmanuel Macron provò a tracciare una nuova via nelle relazioni tra la Francia e i Paesi africani. Pur dovendo ammettere il discutibile passato coloniale, quello di Macron fu il tentativo di offrire un cambio di prospettiva nei rapporti con le ex colonie. Nell’ambito di nuovi modelli di cooperazione condivisa, propose la restituzione di preziosi oggetti trafugati durante le campagne coloniali nell’Africa sub-sahariana e finiti, nel tempo, ad arricchire le collezioni museali pubbliche francesi. Continua a leggere

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Per una visione laica e larga delle migrazioni

coverdi Antonino Cusumano

Tutto è stato detto, scritto, raccontato e teorizzato sull’immigrazione. La letteratura in Italia ha accumulato in questi anni una sterminata mole di pubblicazioni scientifiche che studiano i diversi aspetti del fenomeno, origini, genesi, tipologie, caratteristiche, modelli e rappresentazioni. Diversi gli approcci, i posizionamenti, i punti di vista, ma tutti gli autori convengono su un dato incontrovertibile: le migrazioni sono fatti strutturali ed endemici che appartengono alla fisiologia della storia umana, e non alla sua patologia. Sono consustanziali alla “natura” e alla “cultura” della specie, all’antropopoiesi, ai processi di costruzione dell’umano, alle dinamiche dell’ominazione, alle vicende del bipedismo, alle avventure del nomadismo. Continua a leggere

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Dall’Antropocene al Koinocene

via-selvaticadi Chiara Dallavalle 

Da qualche anno mi dedico alla cura di un piccolo orto. Lo faccio nel retro di un gruppo di case popolari, dove un’amica mi ha gentilmente concesso l’usufrutto di un minuscolo fazzoletto di terra. L’iniziativa è partita con molto entusiasmo, con grandi attività di pulizia del terreno dalle innumerevoli specie vegetali che l’avevano occupato nel periodo di latitanza dei proprietari. Le cosiddette erbacce erano praticamente dappertutto e per niente disponibili a lasciarci prendere possesso del loro regno. L’ipotesi del diserbo chimico non ci è mai passata per la mente e quindi l’unica soluzione è stata piegarsi verso il basso e strappare. Ma anche così, abbiamo ben presto realizzato che il nostro orto non sarebbe mai stato un fulgido esempio di ordine e pulizia. Basta l’assenza di un paio di settimane ed eccole lì a rispuntare tra i ceppi di insalata e le piantine di pomodoro appena seminate. Continua a leggere

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Ripensare l’immaginario. L’Accento tripolino dei profughi italiani

copertina_page-0001di Alessandro D’Amato 

Nel 1911, lo storico Gaetano Salvemini definiva la Libia come «scatolone di sabbia». Stato tra i più estesi del continente africano, la Libia appariva in gran parte desertica e con una bassissima densità abitativa. Da circa quattro secoli, tali territori erano controllati e governati dalle forze turche, contro cui, il 29 settembre 1911, il governo italiano guidato da Giovanni Giolitti decise di intraprendere una guerra di conquista territoriale: iniziava così quel conflitto italo-ottomano, durante il quale l’esercito italiano utilizzò per la prima volta l’aviazione e metodi spietati di combattimento, tra i quali l’impiego dell’iprite, gas dalle conseguenze devastanti il cui uso bellico, negli anni a venire, sarebbe stato bandito a seguito di accordi internazionali. Continua a leggere

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La Mafia ante litteram

img_4828di Mariza D’Anna 

In un’epoca in cui la lotta alla mafia e le azioni svolte a difesa della legalità sono sempre più di dominio pubblico, quanti sanno che Pietro Calà Ulloa fu il primo giudice antimafia del Regno delle due Sicilie e d’Italia? Procuratore generale del Re presso la Gran Corte criminale di Trapani e poi alla Gran Corte criminale e civile di Messina, negli anni 1838-1846, «Ulloa fu il primo che fornì una fotografica e plastica enunciazione della mafia ante litteram». Le tante storie che hanno raccontato il fenomeno mafioso siciliano iniziano invece la loro trattazione dall’Unità d’Italia, trascurando i periodi precedenti ad essa.  Continua a leggere

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La Pasqua della pace: della risurrezione della carne e della vita del mondo che verrà

peacedi Leo Di Simone

La Pasqua cristiana con le sue ascendenze bibliche possiede indubbie connotazioni di pace che però appaiono stridere con l’attuale situazione del mondo, o con la cognizione del mondo tout court, quello che ricade dentro la nostra consapevolezza storica. C’è una evidente contraddizione tra la cronaca di morte che ci raggiunge assuefatti e l’incredibile ed eccedente messaggio di vita che l’annuncio cristiano contiene quale sua inalienabile verità. Una verità che però non si propone come oggetto della mente, così come una tradizione filosofica ci ha abituati a considerarla, un concetto che si trasmette con la parola e la parola che conia nuovi concetti. Continua a leggere

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La rappresentazione degli arabi nella letteratura italiana: uno, nessuno, centomila

Sicilia, da Libro di Ruggero, di Al Idrisi

Sicilia, da Libro di Ruggero, di Al-Idrisi, 1275

di Mila Fantinelli

Uno, nessuno, centomila: la rappresentazione del mondo arabo nella letteratura italiana è sempre stata molteplice, sfaccettata e, talvolta, contraddittoria. Dall’ammirazione per il sapere filosofico e scientifico all’immagine del nemico nelle epopee cavalleresche, la cultura araba ha occupato uno spazio significativo nell’immaginario letterario italiano fin dal Medioevo. Continua a leggere

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Un’esperienza di Embodied Learning: la danzaterapia per le future educatrici

Palermo, laboratorio di danzamovimento terapia

Palermo, laboratorio di danzamovimento terapia

di Antonina Ferruzza Marchetta 

Premessa 

L’esperienza che andrò a illustrare si inserisce in una prospettiva di embodied education, ovvero un intervento ove l’apprendimento coinvolge l’intera persona nella sua unità di corpo, emozioni e pensiero. Il laboratorio di danzamovimento terapia, rivolto a studentesse del terzo anno del corso di laurea in Scienze dell’Educazione Primaria, realizzato presso L’Università degli Studi di Palermo, ha voluto offrire un contesto didattico non convenzionale in cui il corpo potesse emergere come luogo di conoscenza, relazione e trasformazione. Continua a leggere

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Le città e lo Stato sovrano populista

Rimini (ph. Anna Maria Francioni)

Rimini (ph. Anna Maria Francioni)

di Anna Maria Francioni

Come sarebbero le vie che attraversano piazza Ferrari senza il tumulto di odori che inebriano fino a sera tardi, mi domando, respirando a piene narici, affamata di una leggera brezza primaverile che si fa sentire e apre il sipario, lentamente, su una Rimini che si sta preparando al succedersi di un’altra stagione estiva. La bottega araba dell’angolo rievoca un passato non troppo lontano, quello che divide l’era dei supermercati da quella delle caratteristiche botteghe sotto casa, dove trovavi tutto e, compresa nella spesa quotidiana, c’era la chiacchiera con il negoziante.

Un tripudio di colori rallegra la via, la frutta esposta fuori e gli svolazzanti caftani pronti a viaggiare per la spiaggia, ondeggiando in aria al vento incuriosendo i passanti. È una zona criticata e ricriticata da molti cittadini perché vista come un ghetto di extracomunitari irrequieti e rumorosi. Continua a leggere

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Libri che parlano di libri

tuzzi-la-letteratura-come-una-delle-arti-equestridi Alberto Genovese 

I libri che parlano di libri lo fanno ognuno a loro modo: libri aneddotici sulla nascita di quel tal libro (ad esempio, S. Winchester, L’assassino più colto del mondo, circa un “curioso” collaboratore dell’Oxford English Dictionary); dispensando a piene mani consigli per scrivere libri (qui troppi titoli, e però fra gli scaffali, curiosamente, Stephen King, On Writing); libri di memorie di librai e bibliofili (fra le mani, Alberto Vigevani, La febbre dei libri); libri scritti da editori intorno al mestiere di far libri (acquistato da tempo, ma non ancora letto, Roberto Calasso, L’impronta dell’editore); libri sulla lettura dei libri (imperdibile: Alberto Manguel, Una storia della lettura); libri sulla storia dei libri (Hans Tuzzi – di cui andiamo a parlare – Libro antico, libro moderno); libri che raccolgono incipit e frasi memorabili tratte da altri libri (a cura di Paolo Mauri, Aforismi sulla lettura); libri di corrispondenze fra autori (o consulenti) e case editrici a proposito di libri da pubblicare o meno (corposo e di lussureggiante linguaggio le Estrosità rigorose di un consulente editoriale, di Giorgio Manganelli);  quando non addirittura libri, o  iconici brani di essi, che, infine, sconsigliano i libri, come nel Fedro (275 d-e) di Platone: «E una volta che sia messo in iscritto, ogni discorso arriva alle mani di tutti, tanto di chi l’intende tanto di chi non ci ha nulla a che fare; né sa a chi gli convenga parlare e a chi no. Prevaricato e offeso oltre ragione, esso ha sempre bisogno che il padre [intendi: l’autore] gli venga in aiuto, perché esso da solo non può né difendersi né aiutarsi». Continua a leggere

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Fuochi per mutabili esistenze

 paolo-ruffilli-fuochi-di-lisbonadi Aldo Gerbino 

E sta lì l’arcano della cosa, nel mescolarsi a un’altra

 intelligenza e nel baciare sulla bocca una coscienza. 

[Da “I fuochi di Lisbona” di Paolo Ruffilli: 145] 

Forzammo i confini‒Però il Dio unico / Da deviazioni

ci protegge / Per questo lungo le scale / Coprimmo d’oro

l’interno buio delle chiese. 

[Sophia De Mello Breyner, da “I navigatori”, 1990]  

Sappiamo che l’aspirazione primaria di Fernando Pessoa non si consuma nel desiderio “d’essere poeta”, piuttosto si consolida in qualcosa di più sotterraneo, misterioso, psicologicamente inquieto. Questo, forse, ci fa comprendere il suo dichiarare (rileviamo da Una sola moltitudine) di come l’esercizio, o meglio l’improrogabile necessità dell’espressione poetica considerata piega ineludibile del vivere, sia stata proprio l’unica sua “maniera di stare solo”. Continua a leggere

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Mappare la toponomastica popolare: il progetto DATOS per un dizionario atlante dei toponimi orali in Sicilia

71xyl5ozzvl-_ac_uf10001000_ql80_di Federica Giardina 

La Sicilia è una delle poche regioni italiane a disporre di un dizionario onomastico, grazie al lavoro di Girolamo Caracausi, il quale ha curato per conto del Centro di studi filologici e linguistici siciliani la pubblicazione del Dizionario Onomastico della Sicilia (DOS) in due volumi nel 1993. Quest’opera rappresenta un riferimento imprescindibile per lo studio dell’onomastica siciliana, poiché raccoglie in modo sistematico l’intero repertorio di antroponimi e toponimi attestati ufficialmente o documentati nella tradizione scritta.

Nonostante il valore scientifico del DOS, che si distingue per la ricchezza della documentazione analizzata e per le ipotesi etimologiche formulate, si avverte sempre più l’esigenza di un progetto di ricerca sistematico a livello regionale volto allo studio della toponomastica di tradizione orale, in linea con iniziative analoghe già avviate in altre regioni italiane e all’estero [1]Continua a leggere

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L’antica religione orientale di Mitra: simboli, segreti, iniziazione e sua diffusione anche in Occidente

Un dipinto di Mitra a Marino (National Geografhic).

Un dipinto di Mitra a Marino (National Geografhic)

di Masoud Hooshmandrazavi

Introduzione

Il 4 dicembre 2024, la festa di Mehrgan, una delle celebrazioni antiche più importanti nella storia culturale della terra iraniana, è stata iscritta congiuntamente dall’Iran e dal Tajikistan nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. L’iscrizione globale di questa celebrazione è significativa in quanto è l’unico rito sopravvissuto al mondo che può essere attribuito, con o senza mediazione, al rito del Mitraismo, un sistema religioso che ruotava attorno a Mitra (Mehr), il dio della benedizione, della luce e della grazia, dell’amicizia, della cavalleria e della guerra. Continua a leggere

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L’avidità radice di tutti i mali, nella cultura euromediterranea

Quentin Metsys, Il  cambiavalute, 1514

Quentin Metsys, Il cambiavalute, 1514

di Massimo Jevolella 

Undici anni fa dedicai al tema dell’avidità un libro che avrei voluto intitolare L’oro degli angeli, e che l’Editore invece pubblicò col titolo – certamente più adatto al marketing – di Il segreto della vera ricchezza 1. Presi spunto, allora, dalla realtà sconvolgente di un mondo in cui la distanza tra i pochi super-ricchi e la massa dei diseredati e della classe media impoverita stava diventando sempre più enorme e assurda. Poco tempo è passato da allora, e tuttavia quella distanza ha assunto dimensioni ancora più esagerate: individui, come l’arcifamoso patron di Tesla e di Starlink, che possiedono ricchezze spropositate, iperboliche, che permettono loro di condizionare la vita di milioni di persone e di orientare – spesso per i loro capricci o le loro manie – le scelte politiche e sociali di interi Stati, e di riflesso anche la geopolitica globale. Continua a leggere

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I pani figurati della Pasqua negli Iblei

Pane di Pasqua in lavorazione

Pane di Pasqua in lavorazione (ph. Luigi Lombardo)

di Luigi Lombardo 

Le cerimonie della Settimana santa culminano col rito dell’incontro di Cristo risorto e della Madonna: una festa nella festa. Tale rito prende il no­me in genere di scuontru, ncuontru, ma in alcuni paesi della Sicilia sud orientale (come Canicattini) tale cerimonia è chiamata a paci-paci. Con questo rito la co­munità ribadisce i valori solidaristici, smorzando la competitività sociale, instaurando un tempo rinnovato e pacificato col semplice gesto della mano stretta in segno di augurio. Antichi odi si placano e le “sciarre”, soprattutto familiari, si compongo­no. Continua a leggere

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La dialettica tra il potere e la saggezza nel Libro Kalila e Dimna di Ibn al-Muqaffa’

9783895006838-dedi Ahmed Maoual 

I testi di Il Libro di Kalila e Dimna [1] di Ibn al-Muqaffa’ (718-759) costituiscono una strategia di rovesciamento dell’astuzia razionale. Tale strategia si manifesta già nei suoi due libri al-adab al-Kabir e al-adab as-Saghir [2]. In Kalila e Dimna, i testi, raccolti e diffusi intorno al IV-V secolo dopo Cristo, presentano un carattere dialettico, incarnato dal conflitto tra i simboli del potere materiale, rappresentato dal sovrano, e i simboli del potere razionale, personificato dal saggio. Questo conflitto è noto come “Dialettica tra il Potere e la Saggezza”, titolo con il quale Taoufik Bakkar riassume l’opera di Ibn al-Muqaffà [3]. Continua a leggere

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La vita come palinsesto nella scrittura di Ernaux

9788829792320_0_0_0_0_0di Ivana Margarese 

Premessa 

Antoine Berman, filosofo, linguista e critico della traduzione francese, in La traduzione e la lettera o l’albergo nella lontananza crea una corrispondenza tra lAuberge du lontain e la lingua traducente descrivendo il tradurre letteratura come abitare l’albergo nella lontananza. La traduzione accoglie l’estraneità di una lingua straniera in una vicina lontananza, offrendole un rifugio, diventando un luogo duttile di accoglienza della diversità (2022).  Di questa pratica generosa è senza dubbio esperta Ornella Tajani,  professoressa associata di Lingua e traduzione francese all’Università per Stranieri di Siena, che occupa prevalentemente di critica della traduzione del testo letterario e di letteratura francese contemporanea. Tajani è anche autrice dei volumi Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires (ETS 2021) e Tradurre il pastiche (Mucchi 2018). È membro del direttivo del CeST Centro Studi sulla Traduzione di Siena. Ha tradotto opere di Cocteau (premio di traduzione Monselice “Leone Traverso” per L’aquila a due teste nel 2012), Jouhandeau, Kuperman, Proust, Desjardins fra gli altri; nel 2019 è uscita la sua traduzione dell’opera completa di Rimbaud per Marsilio. Scrive su riviste cartacee e on line ed è redattrice del lit-blog Nazione Indiana. Continua a leggere

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Un antropologo, un artista, un viaggiatore. Arturo Zavattini fotografo

Viaggio al Sud (ph. Arturo Zavattini)

Viaggio al Sud (ph. Arturo Zavattini)

di Silvia Mazzucchelli

Mio figlio sa fare le fotografie dice Cesare Zavattini a Ernesto de Martino. Una battuta, forse detta per caso o semplicemente per affetto paterno, ma sufficiente a mettere in moto le cose. A quel tempo non era facile trovare un fotografo professionista disponibile, e De Martino accetta la proposta. Arturo, però, non riceve indicazioni precise, l’incontro con l’antropologo è fugace, e il lungo dialogo che avrebbe dovuto chiarire il senso del lavoro, durante il viaggio verso Tricarico, non avviene mai. E proprio in quel vuoto, in quella mancanza di istruzioni, si apre uno spazio di libertà, data la mia passione per la fotografia, ho cominciato a interpretare a modo mio questo compito, senza capire esattamente in cosa consistesse. Ho fotografato quello che interessava a me, pensando che poi avremmo scelto insieme le immagini. Continua a leggere

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Tra i vicoli del Ràbato nell’antico quartiere arabo di Agrigento

Agrigento (ph. Annachiara Oliva)

Agrigento, Ràbato, via Garibaldi (ph. Annachiara Oliva)

di Annachiara Oliva 

ومن يك أَبقى قلبه رسم منزل تمنى له بالجسم أَو به آئب”"

Chi partendo ha lasciato il cuore in quella terra con il corpo desidera tornare

(Ibn Ḥamdīs, “Pazienza fu la mia corazza”) 

Siamo figli di chi ha dominato, mezzi cattolici e mezzi musulmani

(“92100”, Tinturia, 2009)

Quante volte noi siciliani avremo sentito parlare dei famosi “saracini”? [1] Quante volte avremo pronunciato quotidianamente la parola miskìnu? [2] Sicuramente moltissime, ma quanti di noi sono a conoscenza dell’effettiva derivazione di questi termini? Ebbene entrambi hanno un’origine araba e gli arabismi sono proprio uno dei tratti distintivi dell’eredità degli Arabi di Sicilia, ovvero gli antenati di quegli stessi uomini e donne che oggi ci ostiniamo a respingere allontanandoli dalle nostre coste, quando in realtà sono i nostri fratelli più intimi, quelli più simili a noi, ancor più degli stessi italiani. Continua a leggere

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Un giorno a casa di Ignazio Buttitta

Aspra, a tavola con Ignazio. Da sinistra, Ortoleva,, Paul Ripamonti e Oscar Guarnaccia

Aspra, a tavola con Ignazio. Da sinistra, Ortoleva,, Paul Ripamonti e Oscar Guarnaccia, 3 ottobre 1978

di Antonio Ortoleva

Ci presentiamo all’ora di pranzo a casa di Ignazio Buttitta, una villetta con un bel giardino mattonellato tra i limoni sul promontorio dell’Aspra, la riviera di Bagheria. Il poeta in canottiera bianca è intento a scrivere su un tavolino improvvisato all’aperto. «Se domani venite a pranzo – aveva detto la sera prima con un sorriso felino – vi preparo la pasta alla palermitana, esco alle 10 e compro le sarde, ci vediamo all’una». Erano quasi le due e dell’odore di sarde neppure un alito. ‘Gnazio, come lo chiamano gli amici e in famiglia, era così avvolto dall’angelo ispiratore da perdere il senso del tempo. «Non vi attendevo così presto, pensavo fossero ancora le 10». Continua a leggere

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Dodici decurie decuriavan ad Uri. Sulle sparse membra di un ‘mostro’ di Ceriani

copertina-lestrazione-della-pietra-decumanadi Antonio Pane 

Dopo la grande stagione poème en prose-prose en poème che ha fruttato Le geosinclinali e Le sollecitudini (qui invano inseguite nei nn. 54 e 62), Marco Ceriani torna alla ‘poesia-poesia’ [1] con una terna di preziose plaquettes che attingono al corpus (o, meglio, al corpaccione) di Decurie: coacervo di seicento elementi suddivisi in dodici paritari manipoli che ‘avanzano’ in gruppi di dieci. La prima, L’estrazione della pietra decumana (Bohumil, 2023), ospita «gli ultimi 30 della terza Decuria» [2]. Onorando, a vent’anni dalla scomparsa, insieme a una ispirata scultura di Vincenzo Balena, il magistero di Giovanni Raboni, la successiva (Giovanni è stato qui?, Associazione Culturale Casa Berra, 2024) licenzia invece una puntiforme «selezione» di 22 poesie (dovuta a Fabio Magro, autore del forbito foglietto ‘fuori busta’ Sulle Decurie di Marco Ceriani), quando la più vicina, Passaggio nella regione dei ghiacci (Bohumil, 2025), rileva «le prime tre sezioni» dell’ultima Decuria [3]. L’opera-madre si manifesta così in un campione di 82 unità meno una [4] che, coprendone poco più del dieci per cento, lascia immaginare l’inverosimile intero, quasi interamente consegnato alla forma-sonetto [5]. Continua a leggere

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Etnografía di un culto dei morti: il rituale di Tullupampay de Chongos Bajo

- Il vialetto del Cimitero Nuovo di Chongos Bajo durante il rituale di Tullupampay – foto: M. Cristina Pantellaro

Il vialetto del Cimitero Nuovo di Chongos Bajo durante il rituale di Tullupampay  (ph. M. Cristina Pantellaro)

di Maria Cristina Pantellaro, Elia Otero Santiani [*] 

Un campo nascente 

In questo scritto si intende restituire una descrizione della fase di avvio di una ricerca etnografica svolta a Huancayo (nelle Ande peruviane) realizzata con lo scopo di indagare il culto dei defunti, e di approfondire le modalità di rappresentazione e le pratiche messe in atto dagli abitanti, durante i tre giorni celebrativi (1, 2, 3 novembre) de «Día de los Muertos». Nello specifico, si è inteso esplorare il «rituale di Tullupampay» che si svolge ogni anno il 3 novembre in Chongos Bajo, distretto della provincia di Chupaca nella regione di Junín. In questa occasione, oltre cinquanta famiglie portano i teschi dei loro antenati, le ‘calaveritas’, con i quali non hanno necessariamente legami di parentela pur definendoli tali, al Cimitero Nuovo di Chongos Bajo presso il quale viene svolta una celebrazione cattolica. Le famiglie che nel corso dell’anno conservano i teschi in altari domestici provengono da diversi villaggi limitrofi in Chongos Bajo e partecipano alla celebrazione con l’intento di far ‘ascoltare’ la messa ai propri antenati, come atto di cura e di benedizione. Continua a leggere

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Lontano da dove? L’arabo in India fra memoria sacra e rotte globali

Fatehpur Sikri

Fatehpur Sikri

di Alessandro Perduca 

Nel 1497 Vasco da Gama circumnavigò l’Africa da ovest a est in direzione del Malabar. L’intento era quello di raggiungere l’India per interrompere il monopolio ottomano e mamelucco del commercio di spezie nel Mediterraneo e assicurarsi vantaggiosi contratti al centro stesso della produzione. Raggiunto l’attuale Kenya ingaggiò un pilota arabo o del Gujarat per raggiungere Calicut. All’arrivo i locali indiani furono stupefatti del fatto che i portoghesi non conoscessero l’arabo e si servirono di tunisini residenti nel Paese in grado di comunicare in spagnolo o genovese con grande sorpresa dei marinai portoghesi [1]. Continua a leggere

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Tradizioni del Carnevale di Lama dei Peligni

Lama dei Peligni, carnevale 1938

Lama dei Peligni, Carnevale 1938

di Amelio Pezzetta 

Introduzione 

Il presente lavoro documenta le tradizioni connesse al Carnevale, le sue trasformazioni e innovazioni nel tempo Quanto riportato in questa sede è l’esito d’interviste, la consultazione di materiale bibliografico e l’approfondimento sul Carnevale di Lama dei Peligni di un lavoro già pubblicato in precedenza (Pezzetta 2014). La località in considerazione è un Comune abruzzese della Provincia di Chieti situata nella valle del fiume Aventino e alle pendici sud-orientali del massiccio della Maiella. La sua popolazione dopo aver raggiunto il valore massimo di 3958 individui nel 1921 si è progressivamente ridotta e al termine del 2024 ha superato di poco 1000 unità. Continua a leggere

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Il panorama delle lingue più studiate nel mondo: note metodologiche a partire dal contributo di Ulrich Ammon

ammon-1di Franco Pittau, Juergen Schleider 

Introduzione: le motivazioni e l’articolazione di questo approfondimento

Siamo ormai tutti testimoni del diffuso studio delle lingue estere, che la crescente globalizzazione in campo non solo economico-commerciale, incrementa sempre più. Basti pensare alle esigenze di leggere un’opera letteraria nella sua lingua originale, al desiderio di parlare l’idioma di un Paese che si intende visitare, alla soddisfazione di tenere una lezione o una conferenza nella lingua madre dei componenti della struttura dalla quale è stato rivolto l’invito, alle maggiori opportunità che la conoscenza di più lingue garantisce a livello professionale e anche alla possibilità di rivolgersi a una persona a noi cara con le parole a lei familiari anche se con una pronuncia e una grammatica non proprio perfetta. Continua a leggere

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Ascoltare il dolore del mondo e sentirne l’anelito di speranza

copertina_guarrasi_exedi Annibale C. Raineri 

«Ho percorso un ponte di lava rappresa. Sotto i miei piedi scorreva la lava. Fuoriuscita dalla bocca del vulcano, una bocca nuova appena formata, scorreva lenta, avvampava. Ho corso quel rischio sotto la guida di un geologo esperto, che mi rassicurava dicendo che non c’era alcun pericolo. Ma, dentro di me, sapevo che quella voragine di pietra incandescente mi attraeva per la sua forza fatale. Mi lambiva solenne. Accadeva e eccedeva il mio mondo. Un passo falso e ne sarei stato annientato. Ho sfiorato l’abisso, ma non ho mai trovato le parole per dirlo. Il mio corpo, la mia mente, il mio cuore erano inadeguati rispetto a ciò che accadeva e eccedeva. La lingua che parlavo allora, la disciplina che praticavo, la vita che vivevo, altrettanto inadeguati. So solo che ho voluto sfiorarlo, l’abisso. Come una verità rivelata. Continua a leggere

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L’arabo parlato dalle seconde generazioni dei tunisini a Mazara del Vallo

Mazara del Vallo (ph. Randisi)

Mazara del Vallo (ph. Salvo Randisi)

di Salvatore Randisi

La comunità tunisina di Mazara del Vallo si è configurata sin dall’inizio della sua formazione come una comunità diasporica unica nel suo genere. Sono diversi e di varia natura gli studi condotti sul luogo: non mancano infatti preziose e dettagliate analisi di natura storica, antropologica e culturale di questa piccola propaggine di Maghreb in territorio siciliano. Continua a leggere

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Chi ha paura di Mauro Rostagno? Canzone per un amico

1di Ninni Ravazza 

A trentasette anni dalla sua uccisione per mano mafiosa è ben strano porsi ancora questa domanda: chi ha  paura di Mauro, della sua eredità morale, del suo esempio?

Per quasi quattro decenni la Città, in tal senso intendendo l’intero territorio per il quale si è battuto ed è morto, ha cercato tutti gli alibi per negargli l’onore dovuto: questione di donne, di terrorismo, di truffe finanziarie, di traffici disonesti. Tutto va bene pur di non riconoscere l’anima adamantina dell’uomo “che voleva cambiare il mondo”. Mascariamento si chiama dalle nostre parti questa operazione di disinformazione.

Ma oggi, trentasette anni dopo quella maledetta sera del 26 settembre 1988, con una sentenza definitiva della Cassazione che ribadisce la matrice mafiosa del delitto, perché la “Città” ha ancora paura dell’uomo che cercò di seppellire con una risata la mafia e il malaffare politico? Continua a leggere

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Hans Küng, l’ebraismo, lo Stato “teocratico” di Israele e l’idea di un ethos mondiale per la pace

Hans Küng

Hans Küng

di Luca Renzi 

Il grande teologo svizzero Hans Küng, dopo il suo incarico come assistente accademico di dogmatica cattolica a Münster (1959-1960), nel 1963 divenne professore di dogmatica e teologia ecumenica e direttore dell’Istituto per la ricerca ecumenica presso l’Università di Tubinga, ove visse e lavorò per i successivi 61 anni. Küng ha trasformato il suo “istituto ecumenico” in un luogo di insegnamento e ricerca accademica riconosciuto a livello internazionale e in un forum di grande prestigio per il dialogo con rappresentanti della scienza, della religione, dell’arte e di altri ambiti della società. Continua a leggere

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Il viaggio di Abdoulaye dalla sartoria del villaggio alla moda siciliana. Intorno al nuovo “Rapporto Immigrazione e Imprenditoria”

rapporto-immigrazione-e-imprenditoria-idos-cna-2024di Antonio Ricci 

Introduzione 

Cristobal, arrivato in Italia dal Perù vent’anni fa, ha iniziato la sua avventura lavorativa come lavapiatti in un ristorante, sognando un futuro migliore. Con impegno e sacrificio, è riuscito a mettere da parte abbastanza risorse per aprire il proprio locale, oggi una vera istituzione della cucina latinoamericana nella sua città. Ma il suo ristorante è molto più di un semplice luogo dove si mangia bene: è un crocevia di culture, un punto d’incontro che favorisce il dialogo e l’integrazione tra la comunità locale e quella straniera. Continua a leggere

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Vicende e drammi di tre casati siciliani o l’amaro “caso” della baronessa di Carini

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Chiostro Monastero S. Benet da Barges

di Maria Russo 

Uno splendido e nobile maniero che domina la città di Carini, già menzionato dal geografo arabo Idrisi nel Libro di Ruggero, redatto nella metà del XII secolo, ci porta oggi a conoscere o/e ad approfondire le origini e la storia delle famiglie che per secoli sono state signori del feudo. Oggi il castello rivive nella sua bellezza architettonica, le cui vestigia, oggetto di numerose trasformazioni secondo l’evoluzione storico-culturale ed economica nel corso dei secoli, riconducono alla presenza nobiliare della famiglia La Grua-Talamanca giunta in Sicilia nel Medioevo. Continua a leggere

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Perché il viaggio non è mai solo uno spostamento nello spazio

cover-montes-sabato-prima-429x600di Rossana Salerno 

Introduzione 

Attraversamenti. In viaggio, in treno, altrove (Nuova Trauben Edizioni, 2023) è un libro che non si limita a farsi leggere: ti accompagna, ti prende per mano e ti invita a metterti in cammino, in un viaggio introspettivo dentro e nell’altrove. Nato da una profonda intesa intellettuale tra Stefano Montes, antropologo culturale, e Gaetano Sabato, geografo, questo volume è il frutto maturo di un’amicizia che nel tempo si è trasformata in collaborazione, scambio, ricerca condivisa. La cosa più sorprendente è come, pur partendo da un solido impianto accademico, il testo riesca a mantenere un tono autenticamente colloquiale. Continua a leggere

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La musica dei minatori: memorie, proteste e rivendicazioni identitarie

Minatori di carbonia (ph. Federico Paternali

Minatori di Carbonia (ph. Federico Patellani)

di Sonia Salsi 

Le parole dei loro canti trovano echi nelle loro memorie emotive, e sono questi echi che ci vengono comunicati, e che costituiscono il fascino delle loro esecuzioni. E per quanto il canto di tradizione orale possa apparire impoverito, soffocato e ripiegato su se stesso, se riesce a fare questo riesce ad assolvere appieno alla sua funzione di vera voce del popoli (Bruno Pianta) Continua a leggere

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Messina levantina. La presenza dei Greci tra il continuum e l’unicum

9791254870884_0_0_0_0_0di Mario Sarica

Ad invitarci ad intraprendere un coinvolgente viaggio storico alla scoperta dei Greci a Messina, lungo un sentiero storiografico poco battuto, è l’iconica e pregiata immagine di prima e ultima di copertina del volume a firma di Daniele Macris, I Greci di Messina. Storia e cronache dei greci messinesi dall’VIII al XXI secolo, ovvero la riproduzione di una pagina finemente miniata tratta dal Codice n 10 della Biblioteca del Parlamento greco, vergata a Messina da Neofito di Creta, nel marzo del 1662. Una testimonianza d’arte grafica rara, peraltro inedita, che attesta oltre modo un legame profondo mai venuto meno nel corso dei secoli fra la Città dello Stretto e la Grecia, alimentato da una pluralità di interessi, ad iniziare dai valori guida religiosi, per passare a quelli mercantili, a quelli culturali, fino ai fondativi legami interfamiliari, spesso dal doppio registro anagrafico, ovvero uomini e donne, greci e messinesi, che si uniscono per formare famiglia. Continua a leggere

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“La parola poetica sta nel nomadismo esistenziale non nel rispecchiamento dell’esistenza individuale”. Intervista ad Ilaria Palomba

eb2a3496-bf8b-4a19-a0b2-67300916cfc4di Fabio Sebastiani 

Ilaria Palomba è una giovane scrittrice, poeta e saggista. Autrice prolifica e sempre originale recentemente si è segnalata per una raccolta di poesie Scisma, a cui è seguito Purgatorio, un memoir “che segue un andamento poetico”: entrambi affrontano, tra gli altri, il tema degli attraversamenti solcando tre territori distinti ma confinanti: il disagio di vivere, il tentativo di suicidio, e il purgatorio, appunto, il “tra” pur sempre così complicato da affrontare e denso di nuovi approdi. Le abbiamo proposto questa intervista, che possiamo definire senz’altro “in presa diretta”, con l’obiettivo di documentare come la poesia possa essere davvero un autentico strumento di ricerca anche esistenziale a patto che non ci si parcheggi placidamente nella “sindrome dello specchio”. Lo specchio non è una identità, anzi. Lo specchio bypassa a piè pari il tema dell’altro che nella società odierna si sta affermando come l’ultima possibilità che davvero ci è data per uscire fuori dal caos che abbiamo prodotto.   Continua a leggere

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Le spiagge dal Chiatamone a Posillipo: dalla pesca al loisir

Chiaia. pescatori, Attilio Pratella, fine Ottocento (collezione privata)

Chiaia. Pescatori, Attilio Pratella, fine Ottocento (collezione privata)

di Maria Sirago 

I pescatori e pescivendoli della marina di Chiaia e Mergellina

Il borgo di Chiaia, detto da Giuseppe Sigismondo di San Leonardo, la Plaja spagnola, fuori dal perimetro urbano, si estendeva dal Chiatamone alla collina di Posillipo e comprendeva le spiagge di Chiaia, Mergellina e Posillipo (Gravagnuolo, 1990). Continua a leggere

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Ripensare l’umanità, a Quadraro tra san Francesco e Pasolini

978880626832gra-646x1024di Orietta Sorgi                                                

Dare voce ai dimenticati, a chi, come parte di una trama invisibile, sopravvive di stenti nei borghi e nelle periferie abbandonate delle grandi metropoli, ai margini dei sistemi di produzione. Sono barboni e prostitute, facchini e posteggiatori abusivi, spesso migranti scampati alle stragi in mare del Mediterraneo: gente che vive così, occasionalmente, alla giornata, di piccoli furti o di elemosina, a volte spostando i pacchi dei grandi magazzini, o scavando le fosse nei cimiteri.

Un sottoproletariato urbano che richiama subito lo sguardo e l’attenzione di Pier Paolo Pasolini verso gli ultimi del Pigneto o di Centocelle, gli stessi che rivivono in Accattone o in Ragazzi di vita, rivelando, pur nel degrado delle loro esistenze, una carica umana inaspettata. Continua a leggere

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Lucio Villari (1933-2025): lo storico oltre l’Accademia

Lucio Villari

Lucio Villari

di Salvatore Speziale 

Un ricordo doveroso e sentito 

Appena un mese fa, il 16 marzo 2025, ci lasciava Lucio Villari, da tutti giustamente ricordato come uno degli storici italiani più autorevoli e versatili del secondo XX secolo e del primo XXI secolo. Tenuto conto di come sia difficile ritrarre in poche righe un profilo tanto ricco e riassumere una produzione storiografica tanto complessa e variegata, l’intento di queste pagine è solo quello di ripercorrere alcuni aspetti salienti della sua vita e offrire uno sguardo riconoscente e partecipato allo storico e all’uomo che ha fatto della storia, sia moderna che contemporanea, il fulcro della propria vita non solo accademica. Continua a leggere

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Il panorama religioso nella Libia contemporanea

Tripoli

Tripoli, celebrazione dei 40 anni di Gheddafi al potere (ph. Francesca Spinola)

di Francesca Spinola [*] 

Introduzione

Sono passati quasi quindici anni dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi [1], militare e politico morto a Sirte il 20 ottobre 2011 per mano dei ribelli che avevano aderito alla Primavera araba [2], movimento di protesta scoppiato sull’onda dello scontento popolare contro quei regimi corrotti e repressivi che dominavano il Nord Africa da decenni. La protesta partì da est, a Bengasi, per diffondersi a ovest, nella capitale Tripoli, il 17 febbraio, in quella che fu battezzata come la Giornata della collera [3]. Continua a leggere

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Genealogia, prestigio e sacralità: gli Chorfa e la tribù Ahmar in Marocco

Esempio di marabutto di un cherif:  tomba di Sidi Abdelghni che si trova a nord est di Ecchemmaia

Esempio di marabutto di un cherif: tomba di Sidi Abdelghni che si trova a nord est di Ecchemmaia

di Latifa Talbi

Introduzione

Nel precedente articolo pubblicato su Dialoghi Mediterranei, ho trattato la figura di Sidi Abdel Rahman di Casablanca, un santo attorno al quale si era sviluppato un intenso culto popolare. In quell’analisi, ho accennato alla presenza degli chorfa, i discendenti del Profeta Mohamed (Pace sia con lui), che in Marocco rivestono un ruolo centrale nella legittimazione sociale e religiosa. In questo nuovo contributo, vorrei approfondire proprio la genealogia degli chorfa e il modo in cui il loro prestigio si intreccia con la storia della tribù Ahmar, situata nella regione di Marrakech-Safi. Continua a leggere

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“Kalīla wa-Dimna”: analisi del sistema di accordo nella versione in poesia di Ibn al-Habbariyadi

Kalīla wa-Dimna

Kalīla wa-Dimna

di Mariana Vieli 

Introduzione 

L’articolo si focalizza sullo studio del sistema di accordo del Nataʔiğ al-fiṭna di Ibn al- Habbārīya, in una versione del 1900. L’opera risale originariamente all’XI secolo e rappresenta una delle versificazioni e rielaborazioni del Kalīla wa-Dimna. La versione di Ibn al-Muqaffaʕ, infatti, discende a sua volta da un nucleo originale di cinque storie che ha viaggiato dall’India alla Persia di Kusroe I Anūšīrvān (578 d.C.), prima di essere tradotto dal medio-persiano all’arabo da Ibn al-Muqaffaʕ nell’VIII secolo. Continua a leggere

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Ripensare gli spazi attraverso il movimento femminista

pexels-pavel-danilyuk-8553778di Mariangela Vitrano 

I sogni e le idee femministe iniziano ad occupare spazio, forse più di uno, e si muovono da un livello prevalentemente filosofico-culturale a uno pratico e materiale. Se volessimo partire da un esempio potremmo prenderne in considerazione uno relativo alla sfera quotidiana, nel nostro caso quella di Mary Wollstonecraft – filosofa e scrittrice britannica, considerata la fondatrice del femminismo liberale – che viveva da sola in una casa in affitto che poteva vantare come uno spazio di vitale importanza per se stessa, rappresentando una situazione atipica e progressista per una donna dei suoi tempi. Continua a leggere

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Gli italiani in Etiopia tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento

Arada nei primi anni trenta del 900 (@Mauro Ghermandi)

Arada nei primi anni trenta del 900 (@Mauro Ghermandi)

di Nabil Zaher

Il presente saggio intende mettere a fuoco vari aspetti dell’invasione italiana nell’Etiopia nel 1935, il peso che tale vicenda ebbe nel vissuto di italiani ed etiopici, mirando soprattutto a ricostruire ampiamente e solidamente sul piano storiografico le vicissitudini della guerra tra l’Italia e l’Etiopia attraverso un inquadramento generale della colonia italiana nell’Africa orientale, e ponendo in rilievo non soltanto le orme negative lasciate dagli italiani nelle terre etiopiche prima e dopo il crollo del fascismo ma anche quelle positive e relative al periodo che va dal 1936 al 17 maggio del 1941. Continua a leggere

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“Here”. Qui e ora per sempre?

mv5bywq5zdq5ywqtmthims00mgm4ltk2njktytllyzg2ntrintmxxkeyxkfqcgc-_v1_di Flavia Schiavo

Un microcosmo e le sue storie

L’acquisizione della Sony Pictures dei diritti della graphic novelHere” – di Richard McGuire, che collabora con riviste di prestigio, tra cui il «New Yorker», «New York Times», «McSweeney’s», «Le Monde», «Libération» ­­– per farne un adattamento cinematografico, ha consentito di riunire il team di Forrest Gump, intensa e potente opera che, nel 1994, vinse sei Oscar tra cui quello come miglior film. Il gruppo portante di Here, che non ha ricevuto critiche entusiastiche, rivelato a febbraio del 2022, prima che Robin Wright entrasse nel cast (dopo aver diretto e interpretato Land, e aver recitato in House of Cards e Wonder Woman), costituito dal regista Robert Zemeckis, da Eric Roth (sceneggiatore di numerosi lavori, tra cui, The Horse Whisperer, di R. Redford, del 1998; Extremely Loud & Incredibly Close, di S. Daldry, del 2011; Dune, di D. Villeneuve, del 2021; Killers of the Flower Moon, di M. Scorsese, del 2023) e dai due protagonisti principali, oltre a Robin Wright, Tom Hanks, ha dato vita a un racconto epico iper-visivo che attraversa il tempo, puntando lo sguardo, a camera fissa, su un contesto e su un’abitazione dove si sviluppano alcune relazioni e dove si susseguono diverse vicende umane, familiari e non. Continua a leggere

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La vita di una stanza come una macchina del tempo

here-3-prima-della-cover-1024x1024-1di Bianca Navarra 

Il film “Here”, diretto da Robert Zemeckis, scritto insieme a Eric Roth, è un esperimento cinematografico e nostalgico che racconta diverse storie di vita americana vissute in un preciso luogo.

Prima di analizzare il film, è fondamentale comprendere l’opera da cui trae ispirazione. Quest’ultima ricade più su una scelta visuale che di narrazione. Continua a leggere

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‘Here’: una metafora esistenziale dell’abitare

da Here

da Here di Zemeckis

di Antonina Ferruzza Marchetta 

Premessa 

La seguente recensione intende fornire al lettore una chiave di lettura del film ‘Here’ di Zemeckis di tipo ‘critico’ – nel senso etimologico del termine, dal greco krino – ovvero una disamina delle scelte formali e contenutistiche del regista al fine di individuare i nodi centrali evocati dall’opera e discutere intorno ad essi secondo un lessico scientifico (richiamante all’antropologia dell’abitare, alla filosofia esistenzialista, alla fenomenologia, alla pedagogia e alla cultura visuale). Le valutazioni tecniche, attinte dal lessico cinematografico, fungeranno quindi da stimolo per riflessioni di carattere teorico ed epistemologico più ampio. Continua a leggere

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Qui/Here: sguardo sul tempo da una finestra all’altra

da "Here" fumetto

da “Here” graphic novel

di Giulia Panfili 

Il film “Here” di Robert Zemeckis, uscito nel 2024, propone un’esperienza cinematografica molto singolare, sfidando le convenzioni visive e narrative. È adattamento dell’omonima graphic novel di Richard McGuire, pubblicata nel 2014, che è stata subito riconosciuta come un esperimento innovatore dei codici nella narrazione grafica. “Here” mostra lo stesso luogo nello spazio in diversi punti del tempo.

I primi segni di questa idea grafico-narrativa di Richard McGuire, che pare si sia ispirato alle finestre dello schermo di un computer, risalgono al 1989: appena 6 pagine in bianco e nero pubblicate su Raw vol 2 #1 – la rivista statunitense di fumetti fondata da Art Spiegelman e Francoise Mouly. La prima vignetta mostra un angolo spoglio di una stanza di una casa. Questo stesso angolo viene rappresentato in tutte le 35 vignette successive, ma in momenti diversi non ordinati cronologicamente, in cui diverse persone, animali e arredi lo attraversano. L’angolo della stanza diviene così la presenza più duratura nella storia, suddivisa in molteplici riquadri che rimandano anche a prima che la casa venisse costruita e a dopo che la casa è stata demolita. Continua a leggere

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La “stanza” come resilienza

locandinapg1di Rossana Salerno 

Introduzione 

Il film “Here” è un’opera cinematografica che svela, con profondità e delicatezza, il percorso delle relazioni sociali e la costruzione dell’identità individuale attraverso i secoli. La trama si sviluppa attorno al concetto di famiglia, di luogo, di casa, ma soprattutto tutto si evolve in un unico ambiente (la stanza padronale della casa) esplorandone l’evoluzione nel tempo e rivelando come ogni individuo, con le proprie esperienze e storie, sia intimamente connesso all’altro attraverso una rete di legami sociali. Il film diventa così una riflessione sulle forze che plasmano l’essere umano, sulle strutture sociali, sull’influenza della tecnologia e sul modo in cui tutto ciò influisce sulla nostra percezione di noi stessi e delle nostre relazioni. Continua a leggere

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La Cina vista da vicino

La Cina vista da vicino (ph. Toti Clemente)

La Cina vista da vicino (ph. Toti Clemente)

di Toti Clemente 

Durante la mia attività lavorativa ho quasi impegnato le mie giornate di ferie facendo dei viaggi all’estero. Non per poter apporre la classica bandierina sul mio mappamondo ideale e poi poter dire agli amici “questo l’ho visto”, ma per allargare le conoscenze di luoghi culturalmente diversi e verificare di persona organizzazioni sociali di cui avevo letto o appreso accadimenti attraverso i media. Continua a leggere

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Alberi vaganti e maschere vegetali a Satriano di Lucania

Alberi vaganti e maschere vegetali (ph. Massimo Cutrupi)

Alberi vaganti e maschere vegetali (ph. Massimo Cutrupi)

di Massimo Cutrupi 

Satriano di Lucania è un comune situato nella valle del Melandro, in provincia di Potenza, dove risiede il maggior numero delle opere murali di tutti i borghi della valle. 

I dipinti di grandi dimensioni, che decorano le pareti delle abitazioni, trattano diversi temi: i luoghi dell’infanzia, il cibo, i santi, gli antichi mestieri e le leggende locali. Tra i più noti c’è il murale dedicato alla figura del Rumita, il principale personaggio del Carnevale di Satriano, considerato il più ecologico d’Italia. Continua a leggere

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“Chianda e Ndrezza”. Le donne di Vatolla e le cipolle

Le donne di Vatolla e le cipolle

Le donne di Vatolla e le cipolle (Foto di Barbara Di Maio)

di Barbara di Maio 

Chianda e Ndrezza è il titolo del progetto fotografico che racconta la forza della tradizione e della comunità, esplorando la storia di un gruppo di donne di Vatolla, un piccolo paesino del Cilento. In questo angolo del mondo, le donne continuano a coltivare la cipolla di Vatolla, un tesoro di biodiversità che resiste nel tempo. Continua a leggere

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Sicilitudine

Sicilitudine (ph. Cristiano La Mantia)

Sicilitudine (ph. Cristiano La Mantia)

di Cristiano La Mantia 

Concetto complesso e spesso abusato, introdotto dallo scrittore Leonardo Sciascia per descrivere l’essenza e l’identità del popolo siciliano, “Sicilitudine” è un termine che si riferisce a un insieme di caratteristiche culturali, psicologiche e sociali che definiscono i Siciliani e il loro modo di vivere. Continua a leggere

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Profumo di barba

Profumo di barba (ph. Valeria Laudani)

Profumo di barba (ph. Valeria Laudani)

di Valeria Laudani 

La mia ricerca in Sicilia abbraccia già da anni il mondo dei barbieri, una figura che va oltre il semplice artigiano del taglio e della rasatura. I barbieri sono, infatti, confidenti e consiglieri, una voce amica in un mondo che cambia rapidamente. Ricordo le passeggiate estive con mio nonno, dove, dopo un gelato, era quasi d’obbligo fermarsi dall’amico barbiere per un saluto. Continua a leggere

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Articolo 1

Articolo 1 (ph. Antonio Pizzuto Antinoro)

Articolo 1 (ph. Antonio Pizzuto Antinoro)

di Antonio Pizzuto Antinoro

Costituzione Italiana – Articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Il lavoro costituisce il fondamento sociale e civile. Dovrebbe essere un vero e proprio principio distintivo della Repubblica, collocando tutti coloro che esercitano un’attività lavorativa al centro della vita politica, economica e sociale del Paese. Continua a leggere

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Vite in periferia

Voci lontane, vite in periferia (ph. Andrea M. Petrelli)

Vite in periferia (ph. Andrea M. Petrelli)

di Andrea Matteo Petrelli 

Siamo a Librino, l’enorme “dormitorio” di cemento pensato da un architetto giapponese. L’idea? Una città nella città.

La realtà? Un agglomerato straripante di grattacieli bianchi in disfacimento, centri scommessa, parrucchieri e corriere della droga. Continua a leggere

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Il mistero di Medjugorje

Medjugorje (ph. Ferdinando Portuese)

Medjugorje (ph. Ferdinando Portuese)

di Ferdinando Portuese 

Sono andato in pellegrinaggio con la mia famiglia a Medjugorje per la prima volta nel 2010. Tutto è nato per caso, durante una messa domenicale. Il più giovane dei miei figli portò al banco dove ero seduto insieme alla mia famiglia un foglietto con l’annuncio di un pellegrinaggio a Medjugorje, volantino preso dal tavolinetto degli avvisi parrocchiali. Continua a leggere

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