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Manfredi Nicoletti architetto

Manfredi Nicoletti

Manfredi Nicoletti

di Antonietta Iolanda Lima 

Nasce a Rieti nel 1930, morirà a Roma nel 2017. Inizia il suo percorso artistico e intellettuale giovanissimo presso lo studio romano di Giacomo Balla a Roma. Allievo di Pierluigi Nervi, laurea in architettura alla facoltà di Valle Giulia nel 1954, successiva borsa di studio Fulbright al Massachusetts Institute of Technology con il master nel 1955, dove feconda la sua formazione con le visioni e le operatività di Buckminster FullerPietro BelluschiEero SaarinenLouis Kahn,  Walter Gropius  Sigfried Giedion  di cui è assistente all’Università di Harvard. Collabora inoltre, e fino al 1957, con lo studio di Minoru Yamasaki.

E così, da ‘necessario e bravo ladro’, ciò che prende da tutti accomunati da una visione polidirezionata, ecosistemica. Da tutti nella tensione a cogliere e interpretare l’imprevedibilità della vita e della realtà. La complessità, dunque.

Comando provinciale Carabinieri, Rieti

Comando provinciale Carabinieri, Rieti

Da Fuller (1895-1983) la creatività tecnologica sostenuta dall’attenzione alla sostenibilità, confermando quanto di significativo già appreso da Nervi, ovvero il molto che può trarsi dal mondo della produzione con il controllo inventivo della geometria.  Da Saarinen (1910-1961), la cifra espressionista. Da Kahn (1901-1974), la poetica della luce in dialogo con la materia e il vuoto spaziale. C’è un suo progetto del 1990 in cui a me sembra palese il riferimento interpretato come sempre in modo originale. Suo. È quello della Cittadella Universitaria di Udine, in cui protagonisti sono luce, una volumetria fortemente materica segnata là dove necessita della reiterazione di stretti e lunghi tagli verticali, e i suoi quattro cortili evocativi dei chiostri medievali. Da Gropius (1883-1969), la razionalità compositiva e costruttiva   inverata dalla polidirezionalità e la fecondità delle arti, priva di steccati tra i diversi saperi. Antiregolistica e anticonvenzionale, esprime la simultanea convergenza di architettura e urbanistica e la contaminazione di entrambe con l’arte tutta, dalla pittura alla musica.

Città universitaria di Udine

Città universitaria di Udine

Ma il ‘più’, forse, entra in lui da quelli che riconosce subito come maestri, Giacomo Balla e Pier Luigi Nervi. Da aggiungere inoltre, in base a quanto si coglie dalla sua biografia, Giedion e Yamasaki. Vediamo perché.

Da Balla (Torino, 1871-Roma, 1958):la poetica del divisionismo; la scomposizione e la frammentazione del colore; la scomposizione dinamica della luce e del movimento; la deformazione strutturale attraverso il movimento; la spinta ad una ininterrotta sperimentazione che avrà accrescimento successivo, con contatti e confronti significativi.

Complesso Residenziale Putrajaya

Complesso Residenziale Putrajaya

Da Nervi, tre importanti principi: la connessione di arte e scienza del costruire che mirabilmente si traduce nella sintesi tra invenzione statica e spaziale; il calcestruzzo armato come tecnica costruttiva fondamentale; la tecnologia dell’acciaio. Un significativo riverbero negli hangar per l’Aviazione italiana a Orvieto e Orbetello.

Dell’altro, anch’esso fonte di cultura e creativa, apprende dagli altri. Da Giedion (1888-1968), la visione già ecologica, il saper vedere nelle culture orientali, lo sprone a svuotare lo spazio creando dialoghi significativi con la luce. Da Yamasaki (1912-1986), la leggerezza già colta in Wright, il valore del vuoto che possiede la ricchezza che ha il silenzio, l’assolo ascensionale dell’organismo architettonico che alto e contorto si staglia nei cieli.

Con quanto ha saputo ac/cogliere da questi suoi ‘maestri’, in Manfredi, geneticamente abitato da una mente curiosa, acuta e prensile, compagno costante è il saper vedere l’invisibile soprattutto che espliciterà sin dai primi esordi, illuminando ciò che si nasconde, mediante un vero e proprio racconto innervato da forme che devono essere necessarie per “divenire simbolo”, nelle quali spesso abita una frugalità necessaria anch’essa.

81gnggmfzvl-_ac_uf10001000_ql80_Tornato in Italia apre il suo studio a Roma e, ora da architetto, collabora con Nervi. Membro dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, cofondatore dell’INARCH – Istituto Nazionale di Architettura, e nel 1962 del Joint Center for Urban Studies. Segue un biennio di viaggi in Europa. Ma a carpire la sua attenzione saranno ancor più gli antichi modi di abitare in Medio Oriente e Asia. Lo affascina la loro singolarità formale. Sono sculture scavate nella crosta della terra che al massimo stimolano la sua immaginazione. Li ‘racconterà’ in un libro premiato dal Comité International des Critique d’Architecture, L’Architettura delle Caverne.

Progetto Museo dell'Acropoli di Atene

Progetto Museo dell’Acropoli di Atene

Esplora a lungo, e interroga, studia, traduce, sperimenta, immagina, interpreta con passione e grande competenza. Ma manca ancora un qualcosa, e di fondamentale. «Quella che lega tra loro materiali logici diversi mediante una struttura singolare». È l’intuizione senza la quale mancherebbe «la chiave risolutiva del progetto». Crea, infine e si serve della contaminazione trasferendola in una duplice geometria: la libera delle forme viventi e la rigidità dei cristalli. Si generano architetture di straordinaria unicità e bellezza. Il loro culmine in alcuni autentici capolavori. Uno di questi è il Museo dell’Acropoli di Atene.  Indelebilmente in lui sedimentata si fa qui largo la memoria delle caverne della Cappadocia e del Colorado in cui vivono spazi in cui in un sottosuolo che le ha ‘conservate’ sembra che il tempo non vi abbia mai abitato. Non hanno cesure, e il teatro di Dioniso, coperto da un’unica lastra inclinata dove una meditata apertura porta dentro la maestosa immagine del Partenone, ricompone lo storico legame con la città sottostante.

Palazzo di Giustizia, Arezzo

Palazzo di Giustizia, Arezzo

Un continuum questi spazi come la visione di Manfredi, che libera, aperta, relazionale, non conosce muri e barriere in alcun campo. E con padronanza vi cammina. Letteratura, scienza, tecnologia e le arti tutte, dalle figurative alla musica – conosce Xenaxis, Evangelisti e altri che nutrono il suo formarsi esitando un processo di radicamento-maturazione-evoluzione. L’attenzione al mondo naturale e alla molteplicità organica – dotata quindi di necessità e corrispondenza in ciascuna sua parte e nel loro rapporto – delle sue forme lo affascinava sollecitandolo a vedere – lo ripeto – quell’invisibile che cela molto del come di crescita e forma.

ed441892-180e-49d0-ad75-aaa68e12aba2«… in esse – mi disse un giorno, durante una lezione nel mio corso di Storia Contemporanea – trovo molto di quello che cerco, e inoltre, nel prendere sempre più coscienza del nostro ineludibile e mirabile legame con esso, mi responsabilizzo nei suoi confronti cercando infine di essere coerente nel mio creare». Lo scrisse poi in uno dei suoi libri.

La natura era per Manfredi ricerca di forme, serbatoio linguistico e per questo inesauribile universo in cui guardare, studiare, esplorare, capirne i segreti. Comprendere come la sua unica logica sia la concretezza, e sfidandosi traslarla in architettura. E lo fa disegnando e traducendo quanto da tutto ciò trae, in immagini colmi di intelligenza, con segni in cui la mescolanza di leggerezza e spessore, di ombre e penombre, di neri e chiari, e di una energia che a volte sembra voler fuoriuscire dalla pagina in cui è, per vivere in forme reali, fruibili.

La forma non può che essere espressionista

La forma non può che essere espressionista

È quella dell’espressionismo questa energia. Come lui, vuol essere libera. Pronta ad esprimere del contesto, con il visibile, ciò che è difficile vedere dei suoi più importanti contenuti esprimendone l’implicito ‘divenire’ di eventi – il dinamismo – e l’artista, libero e indipendente anch’esso, lo fa suo nutrendo così le sue creazioni, in tal modo ciascuna sempre diversa dalle altre. Di volta in volta, per ogni tema, unica, irripetibile la sua simbolicità poetica germinata dal contesto, per forma e linguaggio, «produce manufatti mai esattamente e univocamente corrispondenti a una logica finita». Contengono il mistero «perchè la vita che l’architettura racchiude difficilmente seguirà alla lettera il programma che segue l’architetto nel suo progetto». Penso che anche per questo, per il mistero che di per sè generano, le creazioni di Manfredi Nicoletti sorprendano per la loro ‘meravigliosità’. Avviene per tutte e tuttavia il suo apice massimo, condividendo il pensiero dell’Ambasciatore di Italia in Astana e di Claude Parent, trovo sia il Central Concert Hall in Kazakhstan, “Fiore della steppa”, così chiamato in Astana (Gangemi editore, Roma 2011), simile a una “Dombra”, strumento musicale tradizionale Kazako.

Astana, Auditorium

Astana, Auditorium

Concorrono a renderlo autentico capolavoro «forme create dal vento sulla sabbia del deserto, quelle della vegetazione, delle rocce, delle pieghe della terra, e tante altre ancora» (Claude Parent), dotato da una forza espressiva di talmente grande e intensa potenza da far pensare alla magia. Non poteva che essere così per Manfredi cogliendo quello che il luogo aveva da esprimere; anche ciò che lui amava, generatrice di quella meraviglia di cui è veramente maestro.

717mwib1zol-_ac_uf10001000_ql80_«Discende – afferma – da due esperienze distinte. Una attiene alla natura, l’altra alla naturale artificialità della nostra mente: quella pura astrazione del pensiero matrice dei cinque poliedri platonici che non esistono in natura ma sono generati dalla solitudine dell’intelletto: da questi due mondi ugualmente complessi e necessari e solo apparentemente antitetici deriva il mio immaginario. Amo pensare le forme dell’architettura come cieli di roccia, caverne, colline ondulate, onde marine, nuvole, creature misteriose. Sono sogni primordiali …». Rimando immediato a quanto ha scoperto in Cappadocia. A saper vedere ne saranno poi intrise non poche sue architetture forgiate dalla polarità di due diverse geometrie.   

Casa delle farfalle

Casa delle farfalle

Densa, pregnante sempre, in numerosi altri libri, la scrittura, la cui particolarità di tema, interpretazione e alta qualità di parola è pari alle sue architetture. Docente nel ‘63 presso la Rhode Island School of Design, si ri-conosce nell’avanguardia che si avvia a percorrere il ventennio Sessanta-Settanta. Fonda nel ‘63 il GIAP, con Paul Maymont, Yona Friedman e Michel Ragon. Insegna a l’Aquila, e ha cattedra di professore ordinario di composizione architettonica a Palermo dal 1980. È così che ho modo di conoscerlo e di apprezzarne un talento che va al passo con un’umiltà che mi colpì subito positivamente, segnata da quella elevata signorilità che ‘abita’ solo nei ‘grandi’. Era un talento il suo, nutrito da una vasta cultura che nell’andare oltre ‘vedeva’ là dove pochi vedevano. Oltre che nel creare architetture capaci di commuovere, al pari dell’arte, per invenzione e bellezza, era il suo parlare che affascinava. Elegante, eppur semplice e leggero, e tuttavia permeato da una grande profondità, e forgiato dal rispetto per ogni singola parola.   

3435026e-9300-4d7a-b880-cc27a22bf59aDall’88 è alla Sapienza di Roma dove, dopo aver fondato nel ‘72 e diretto il corso di “Morfologia ed Ecologia Urbana”, nel 1995 promuove quello di Architettura Ecosistemica. Dopo qualche anno, il Palazzo di giustizia di Arezzo, dei suoi principi, sarà mirabile traduzione. Luce e cambiamenti climatici nella diversità di ore, mesi, stagioni il primo problema. La soluzione investe per intero l’edificio e la tecnologia qui si fa poesia.

Palazzo dello Sport di Arezzo

Palazzo dello Sport di Arezzo

Con ciò che lo contraddistingue – immaginazione, competenza, ingegno –‘guarda’ a quanto sole e vento anche sprigionano: energia, calore, luce. Occorre ‘un come’, la cui relazione in mesi e giorni diversi – estate/inverno – manifesti in modo positivo il suo agire nell’intero ambiente. Si rivolge alla tecnologia orientandosi verso qualcosa che sia necessaria e frugale al tempo stesso. Crea così semplici lamelle d’acciaio orientabili secondo una inclinazione opportunamente studiata. Elementi brise-soleil, sostenuti da colonne d’acciaio diversamente orientati, costituiscono la facciata esterna, e la pelle è una foglia argentea e bioclimatica. Da lei nasce il volume dell’edificio. La morbida lieve inclinazione delle lamelle d’acciaio risponde a quanto di negativo determinano i raggi del sole sulla vetrata. 

Millennium Tower

Millennium Tower

Non tardano, quindi, il Governo Italiano e la Comunità Europea a nominarlo esperto in ecologia urbana e membro dell’Istituto per l’Architettura bioclimatica (ENEA), dell’Eurosolar, del PLEA (Passive and Low Energy Association. Ri-conosciuto professore emerito, vice Presidente, infine, dell’International Academy of Architecture Honorary Fellow dell’American Institute of Architects e del Royal Architectural Institute of Canada, membro dell’Accademia di Russia, dell’Accademia Internazionale di Mosca e dell’Accademia di Architettura di Francia, commendatore dell’Ordine delle Arti e delle lettere da parte del Governo Francese, vincitore del premio internazionale Wren (Word Renewable Energy Network, fonderà nel 2005 lo Studio Nicoletti Associati assieme a Luca Francesco Nicoletti e a Giulia Falconi. Progetti e realizzazioni interessano soprattutto l’Italia, ma anche città al di là dei suoi confini, estendendosi il suo immaginifico fare in Paesi asiatici. Ecco un breve elenco:

Grattacielo elicoidale, New York

Grattacielo elicoidale, New York

A Rieti Complesso PEEP di Via Paolessi (1964), e Piano Regolatore Generale (1992), Comando Provinciale dei Carabinieri (2002), Piazza Unità d’Italia (2004); a Messina Ponte sullo Stretto di Messina (1968); a Catania aeroporto e Torre di Controllo nel ‘78 e nel 2000 Museo di Zoologia (2000), Serra scientifica per farfalle tropicali; a Napoli Uffici Fideuram, Napoli (1970); a Reggio Calabria, il lungomare (1976); a Gela Complesso PEEP (1976) e Piano Particolareggiato (1978);  a Trapani, Lampedusa e Pantelleria, Aerostazioni (1978);  a Bagheria Casa Moncada (1987); nel Principato di Monaco – Penisola artificiale di Fontvieille – e  a New York -  Grattacielo elicoidale, tra il ‘74-’78:  gli aeroporti di Reggio Calabria e di Catania; nell’89 la Biblioteca  Alessandrina ad Alessandria d’Egitto;  a Udine, Città universitaria di Udine (1990); l’ospedale di Agrigento nel ’91; a Palermo il Palazzetto dello Sport, per il quale la città di Palermo ottiene il premio Internazionale Dedalo Minosse (2001); a Roma Museo di Zoologia (1998) e Sala Conferenze della Camera dei Deputati a Palazzo Marini, Roma (2002); Palazzetto dello Sport Milleniuad Abuja, Nigeria. Park  (2003); a Lecce e ad Arezzo, Palazzi di Giustizia (2004/2008); ); il Palazzo dello Sport di Arezzo (2007); in Azana Kazakhstan Central Concert Hall (2009); in Kuala Lumpur Malaysi Petaling Jaya Exhibition Hall,  (2010, nel decennio 2000 il Palazzo dello Sport di Reggio Calabria, l’Auditorium di Stato per 3500 posti di Astana, in Kazakistan, il Centro Nazionale della cultura nigeriana di Abuja, il Centro Residenziale di Putrajaya in Malaysia, il Petaling Jaya Showroom Pavilion a Kuala Lumpur in Malaysia.  

The Pod area di Petaling Java (Kuala Lumpur, Malesia)

The Pod area di Petaling Java (Kuala Lumpur, Malesia)

Nicoletti con la mogli

Nicoletti con la moglie

La moglie di Nicoletti con A.  Iolanda Lima

La moglie di Nicoletti con A. Iolanda Lima

Riesce, Manfredi, a far sì che le sue architetture agiscano nella dimensione spirituale, anche solo dando loro un rapido sguardo ed è il suo considerare l’utopia non solo reale ma necessaria che le rende tali informando, formando, esprimendo in esse un ininterrotto sviluppo, per porsi quale “costruzione vivente” attingendo alle relazioni e alle strutture più profonde dell’universo fito e zoomorfico. Per Nicoletti infatti nel suo farsi come nel corpo spazialmente esteso di Boccioni o nei vorticosi dipinti dei futuristi, «l’architettura diviene una perturbazione vitale, un’enfasi singolare della struttura quadridimensionale e continua dell’unità spazio-tempo» [1]. 

Dialoghi Mediterranei, n. 67, maggio 2024 
Note
[1] Molte le pubblicazioni e tutte vertebrate da originalità di temi, scavo intenso, raro spessore e grande intelligenza interpretativa come già esplicitano i titoli: La Storia di quando Frascati divenne New York, Bellanca, Roma 1963; L’ecosistema urbano 1978; L’Architettura Liberty in Italia, Laterza, Roma-Bari 1978; Continuità, evoluzione, Architettura, gennaio 1978; L’Architettura delle Caverne, Laterza, Roma-Bari 1980; D’Aronco e l’architettura liberty, Laterza, Roma-Bari 1982; La città del 2000 in AA.VV. Verso il 2000, Laterza, Roma-Bari 1984; Dentro l’architettura moderna, Laterza, Roma-Bari 1984; Architettura e paesaggio nello Yemen del nord Laterza, Roma-Bari 1985; Il mestiere dell’architetto: L’artigianato della complessità in Manfredi Nicoletti, “Temi di Architettura”, Roma 1990; L’avventura del progetto, Laterza, Roma-Bari 1991; Architettura Ecosistemica, Gangemi, Roma 1998; Manfredi Nicoletti, Architettura simbolo contesto, edit by Dennis Sharp, Gangemi editore, Roma 1998; Manfredi Nicoletti, Architettura e espressionismo oggi, Collana Diagonale, Gangemi, Roma 1999; Sergio Musmeci, Organicità di forme e forze nello spazio, Testo & Immagine, Torino 1999; Manfredi Nicoletti, Architettura come metafora della natura, introduzione di Marc Emery, Collana Diagonale, Gangemi, Roma 2010; Claude Parent, La funzione obliqua, Testo & Immagine, Torino 2003; Elena Giussani, Manfredi Nicoletti architetto, Gangemi editore, Roma 2006; Manfredi Nicoletti, Architettura e paesaggio nello Yemen del Nord, Laterza, 2011; Manfredi Nicoletti con Luca F. Nicoletti, KazaKistan Central Concert Hall, Gangemi, Editore, Roma 2011; Giovanni Bartolo, Manfredi Nicoletti e l’architettura organica in Italia dal dopoguerra ad oggi, Dottorato in Composizione Architettonica – XXIV Ciclo Prof. Cuomo Tutor: Prof. Arch. Prof. Cuomo. Collezioni del FRAC (Fonds régional d’art contemporain) e del NMNM, il Nuovo Museo Nazionale del Principato di Monaco; collezioni del FRAC (Fonds régional d’art contemporain) e del NMNM, il Nuovo Museo Nazionale del Principato di Monaco.
Sito web
  • • www. manfredinicoletti.it
  • www. architettura organica.org

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Antonietta Iolanda Lima, architetto, già professore ordinario di Storia dell’Architettura presso l’Università di Palermo. Sostenitrice della necessità di pensare e agire con visione olistica, sua ininterrotta compagna di vita, è quindi contraria a muri, separazioni, barriere. Per una architettura che sia ecologica, sollecita il rispetto per l’ambiente e il paesaggio, intrecciando nel ventennio ‘60-‘70 l’elaborazione progettuale, poi dedicandosi alla formazione dei giovani. Ad oggi continua il suo impegno a favore della diffusione della cultura e di una architettura che si riverberi positivamente su tutti e tutto: esseri umani, animali, piante, terra; perché la vita fiorisca. Promotrice di numerose mostre ed eventi, è autrice di saggi, volumi e curatele. Tra essi, qui si ricordano: L’Orto Botanico di Palermo, 1978; La dimensione sacrale del paesaggio, 1984; Alle soglie del terzo millennio sull’architettura, 1996; Frank O. Gerhy: American Center, Parigi 1997; Le Corbusier, 1998; Soleri. Architettura come ecologia umana, 2000 (ed. Monacelli Press, New York – menzione speciale 2001 premio europeo); Architettura e urbanistica della Compagnia di Gesù in Sicilia. Fonti e documenti inediti XVI-XVIII sec., 2000; Monreale, collana Atlante storico delle città Europee, ital./inglese, 2001 (premio per la ricerca storico ambientale); Critica gaudiniana La falta de dialéctica entre lo tratados de historia general y la monografìas, ital./inglese/spagnolo, 2002; SoleriLa formazione giovanile 1933-1946. 808 disegni inediti di architettura, 2009; Per una architettura come ecologia umana Studiosi a confronto, 2010; L’architetto nell’era della globalizzazione, 2013; Lo Steri dei Chiaromonte a Palermo. Significato e valore di una presenza di lunga durata, 2016, voll. 2; Dai frammenti urbani ai sistemi ecologici Architettura dei Pica Ciamarra Associati, 2017 (trad.ne inglese, Londra e Stoccarda, Edit. Mengel; Bruno Zevi e la sua eresia necessaria, 2018; Giancarlo De Carlo, Visione e valori, 2020; Frugalità Riflessioni da pensieri diversi, 2021. Il suo Archivio è stato dichiarato di notevole valore storico dal Ministero dei Beni Culturali.

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