di Marcello Vigli
Lidia Menapace, morta in questi giorni a novantasei anni, è stata laica senza far professione di laicismo. Maturata nella Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana) aveva lasciato di militare nella organizzazioni cattoliche per coinvolgersi, come lei stesa ha dichiarato, nella lotta partigiana, per poi scegliere di impegnarsi in politica privilegiando quattro settori: uomo/donna, pace/guerra, capitale /lavoro, produzione/ambiente. In ciascun settore ha vissuto, ovviamente, secondo le necessità praticando diverse forme di impegno: è stata partigiana, insegnante, al liceo e all’università, giornalista, senatrice, ma, soprattutto, ha vissuto in ciascuna un’intensa vita politica in forme diverse e con pari senso di responsabilità. In nessuna ha agito “da” cattolica, ma ha sempre e solo perseguito le finalità proprie dell’azione che si era impegnata a svolgere, pur essendo, chiamata, spesso da gruppi cattolici a riflettere sui rapporti politica-religione, stato-chiesa.
Dal 5 all’8 marzo 2021, Covid permettendo, Papa Francesco sarà in Iraq per un viaggio, a lungo sognato da San Giovanni Paolo II, programmato da più di un anno. Sarà il primo viaggio di Papa Francesco dall’inizio della crisi della pandemia, ed ha già suscitato la reazione diplomatica del Primo Ministro del Kurdistan
In questi stessi giorni, intanto, si è posto il problema di conciliare la cadenza della liturgia, che prevede la celebrazione di una messa alla mezzanotte della vigilia del Natale, con la quarantena imposta dal coprifuoco reso necessario per scoraggiare la movida notturna. Il papa ha smorzato le polemiche, già insorte fra i clericali, fissando l’ora della “sua” messa alle 19.30.
Napoli ha un nuovo arcivescovo: papa Francesco ha nominato monsignor Domenico Battaglia in sostituzione del cardinale Crescenzio Sepe, già in ‘prorogatio’ da due anni, del quale il Pontefice ha accettato la rinuncia per raggiunti limiti di età. Mons. Battaglia, 57 anni, calabrese di Satriano (Catanzaro), è l’attuale vescovo della diocesi campana di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti; è conosciuto per il suo impegno sociale come “prete di strada”.
Il sacerdote don Massimiliano D’Antiga, che ha diffuso volantini firmati da un fantomatico Fra Tino fautore della ribellione contro il Patriarca di Venezia, è stato ridotto allo stato laicale da papa Francesco. Il provvedimento, di eccezionale gravità, lo ha colpito, perché si era rifiutato di accettare il trasferimento dalla chiesa di San Zulian e alla parrocchia di San Salvador. A suo sostegno si erano schierate alcune decine di fedeli, che avevano manifestato sotto le finestre di monsignor Francesco Moraglia. Ma il caso era diventato ancor più clamoroso, quando un fantomatico “corvo” aveva tappezzato Venezia con volantini che accusavano il clero di condotte lascive, perfino di pedofilia, e il Patriarca di aver chiuso un occhio sulle denunce, rivelatesi false.
È cominciato in questi giorni il primo processo per abusi su minori compiuti all’interno dello Stato Vaticano, avviato a seguito dell’inchiesta sui “chierichetti del Papa”, gli allievi del Preseminario San Pio X che servono la messa nelle celebrazioni in San Pietro. Gli imputati che si sono presentati davanti ai giudici vaticani sono don Gabriele Martinelli, 27 anni, ex allievo del Preseminario, accusato di abusi sessuali su altri compagni, e don Enrico Radice, 71 anni, rettore del Preseminario all’epoca dei fatti e accusato di favoreggiamento.
Un attacco omofobo e fascista, con elementi di hackeraggio, ha disturbato e poi interrotto il 10 dicembre a Roma il terzo incontro del Cantiere Cipax 2020-21 su “Linguaggi della violenza e testimoni di pace”, il cui tema dell’incontro è stato “Omofobia, transfobia e Chiese”. Coordinato da Dea Santonico, vedeva la partecipazione di due testimoni, una mamma di un giovane gay, Adriana Bustreo, e una donna trans, Francesca Parisi, oltre che della pastora valdese Daniela Di Carlo e del padre gesuita Pino Piva. L’incontro poi si è tenuto lo stesso in un’altra “stanza virtuale”, ed è stato uno scambio di riflessioni profonde e di emozioni personali. Ma quanto è accaduto all’inizio non può essere sottovalutato. Episodi analoghi si stanno susseguendo con frequenza.
La Corte dei Conti in questi anni ha segnalato a varie riprese delle irregolarità riscontrate durante l’attività di audit condotta sulla ripartizione e sull’utilizzo delle quote raccolte con l’8xmille. La relazione del 2018 sottolinea che: «L’infedele trasmissione e l’interferenza nel processo decisionale delle opzioni operate dai contribuenti nella scelta sull’8 per mille rappresentano un grave vulnus all’istituto, in quanto questo trova la sua ragion d’essere proprio nella libera scelta dei cittadini». La Corte dei Conti, inoltre, evidenzia anche una mancata conservazione delle schede cartacee che pertanto inibisce l’attività di verifica circa l’effettiva volontà espressa dai contribuenti e che vi siano state delle scelte difformi dalla volontà dei contribuenti stessi (ad opera dei Caf). Aggiunge poi: «Ciò risulta tanto più grave in considerazione del fatto che il discusso meccanismo di ripartizione delle quote del gettito amplifica la scorretta ripartizione del flusso finanziario ai vari beneficiari».
Un’altra pagina oscura delle cronache che affliggono il Vaticano. Un’altra crisi che investe e complica il difficile programma di rinnovamento del papato di Francesco.
Dialoghi Mediterranei, n. 47, gennaio 2021
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Marcello Vigli, partigiano nella guerra di Resistenza, già dirigente dell’Azione Cattolica, fondatore e animatore delle Comunità cristiane di base, è autore di diversi saggi sulla laicità delle istituzioni e i rapporti tra Stato e Chiesa nonché sulla scuola pubblica e l’insegnamento della religione. La sua ultima opera s’intitola: Coltivare speranza. Una Chiesa altra per un altro mondo possibile (2009).
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