di Luigi M. Lombardi Satriani
Nella chiesa deserta
un prete pallido e magro
è inginocchiato
sul freddo pavimento di marmo
e rannicchiato,
come avesse assunto il dolore del mondo
tutto il male,
la guerra.
La guerra è vanitosa,
impone che si parli di sé,
perché nella paura,
nella devastazione
e nella morte
che essa evoca e arreca
si celebri il suo più vero trionfo.
Bisognerebbe avere il coraggio
di tacerla, di fare come se non sia
in realtà,
che sia meno dell’ombra di sé.
Bisognerebbe avere questo coraggio
ma il prete,
sempre più pallido e stanco
sa che questo è impossibile,
e perciò è ancora più accasciato,
come se il dolore del mondo
lo avesse investito
e lui debba farsi carico di ogni cosa,
del dolore, del lutto, della guerra.
La guerra fa paura
e la paura è vorace:
si mangia ogni altro sentimento.
C’è spazio solo per la disperazione e,
a tratti,
per la meschinità.
D’improvviso,
inatteso,
un raggio di sole
irrompe dalla vetrata su in alto;
un gioco di luce,
come se il crocifisso
– ma è forse papa Francesco? –
invocasse,
sofferente e sfinito
il termine pace:
ed è come se il male si sciogliesse,
e il dolore e la guerra.
E potesse, finalmente,
ritornare la gioia.
E l’amore.
Maggio 2022
Dialoghi Mediterranei, n. 56, luglio 2022
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Luigi Maria Lombardi Satriani, è nato a San Costantino di Briatico (Vibo Valentia). È stato professore ordinario di discipline antropologiche nell’Università di Messina, della Calabria, Federico II di Napoli, La Sapienza di Roma, Mediterranea di Reggio Calabria, di Foggia, Suor Orsola Benincasa di Napoli; ha insegnato anche nelle Università di Austin (Texas) e di San Paolo (Brasile) e ha tenuto seminari e cicli di conferenze in diverse università italiane e di altri Paesi (ad es. nell’École des hautes études en sciences sociales, EHESS) e negli Istituti italiani di cultura dei maggiori centri della Cina e del Giappone, oltre che Senatore della Repubblica nella XIII Legislatura (1996-2001), ha fatto parte della Commissione Cultura del Senato e di quella bicamerale contro l’organizzazione mafiosa e altre realtà criminali. È stato presidente onorario dell’Associazione italiana per le Scienze Etno-antropologiche (AISEA) ed è presidente della Società italiana autori drammatici (SIAD). È autore di molte opere di antropologia e di poesia, numerose delle quali tradotte in altri Paesi. Viene considerato, anche a livello internazionale (v. “American Anthropologist”), uno dei più illustri esponenti dell’antropologia italiana.
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