La nuova sfida della solidarietà, oggi

coverdi Giuseppe Savagnone

Il tema della solidarietà può essere affrontato sotto molti profili diversi. In questo articolo se ne tratterà con specifico riferimento al problema dei migranti e alle prese di posizione dei governi italiani nei loro confronti, con particolare riferimento alle decisioni di quello, attualmente in carica, presieduto da Giorgia Meloni.  Continua a leggere

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Della memoria e del diritto al tempo delle guerre e delle migrazioni

Mediterranea ina zione (@ Melting Pot)

Mediterranea in azione (@ Melting Pot)

di Roberto Settembre                      

Capita, di questi tempi tragici, di riflettere su una singolare circostanza in cui ci si imbatte conversando con persone apparentemente degne di considerazione. Sono donne e uomini intelligenti e colti e, si opina, scevri da pregiudizi; eppure le loro parole sconcertano, quando le si metta in relazione con gli accordi tra l’Italia e alcuni Paesi africani attraversati dai flussi migratori. Continua a leggere

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Da Napoli al mondo: il percorso bio-bibliografico di Alfonso Maria di Nola

 

Alfonso Maria Di Nola

Alfonso Maria Di Nola

di Antonio Albanese

Alfonso Maria di Nola nasce a Napoli il 9 gennaio 1926 da una famiglia napoletana, le cui lontane origini ebraiche sono perdute nel tempo, mai da lui dissimulate, anzi apertamente proclamate anche quando l’Italia fascista promulgò, sulla scia della Germania, le leggi razziali. Studioso e lettore infaticabile, fin da ragazzo inizia a interessarsi al tema della religiosità con un approccio dichiaratamente laico derivante dall’esperienza di lotta e dalla formazione marxiana acquisite durante gli anni Quaranta, periodo in cui viveva e lottava accanto agli operai dei pastifici di Gragnano, condividendo con loro battaglie volte a denunciare le condizioni disumane nelle quali vivevano ed erano costretti a lavorare. Quest’ambiente diviene, come egli stesso scrive: «la mia università, un’autentica scuola di vita». Continua a leggere

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L’ottavo miliardo. Note a margine di una crisi silenziosa

Incremento demografico anni 1000-2000

Incremento demografico anni 1000-2000

di Giovanni Altadonna 

In occasione di un’intervista rilasciata allo storico delle religioni Marcello Massenzio il 26 giugno 2000, l’antropologo Claude Lévi-Strauss (uno degli intellettuali più acuti del Novecento e fra i più longevi, essendo morto nel 2009 sulla soglia dei 101 anni) ebbe modo di dichiarare:  Continua a leggere

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Felicità e bucce di cipolle. Come (ci ) costruiamo la realtà

9788845905605_0_536_0_75di  Alfredo Ancora

.. .un po’ di possibile, altrimenti soffoco..    (Gilles Deleuze) 

La felicità è come una cipolla, bisogna soltanto avere il coraggio di cominciare a sbucciarne strato dopo strato e non spaventarsi di tutti quei pesi che ci impediscono di liberare le nostre emozioni! Parlare di questi tempi di un tema come la felicità può sembrare una dissociazione – consapevole – da una realtà poco propensa alla diversificazione di un pensiero “sin troppo realistico”! Le nostre sensazioni sono infatti pesantemente influenzate da quello che viviamo quotidianamente tra guerre per procura e virus vaganti che rappresentano un attentato continuo alla nostra esistenza. Si vuole più semplicemente offrire un modo per creare “una pausa di pensiero” per nuove menti nel senso di aggregazioni di idee di Gregory Bateson [1] (1979).  Continua a leggere

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Rileggere Sergio Atzeni: trame cosmogoniche nell’opera di una vita

51avddy80sldi Nicolò Atzori 

Non sapevo nulla della vita, esordirà. La frase ha il sapore di un manifesto programmatico, a fine corsa, dell’afflato intellettuale di Sergio Atzeni, le cui opere sembrano respirare. Un senso nobile, catartico nella sua passione, permea la sua scrittura protesa alla comprensione dello spirito e delle meccaniche della sua terra d’origine, così bisognosa di curiosità.

Quando nel 1996 si dà alle stampe, postumo, Passavamo sulla terra leggeri [1], oggi ristampato per i tipi di Sellerio (2023) si avanza così di cento passi nel percorso di definizione di una letteratura che insegni a pensare o ripensare la Sardegna [2]. Continua a leggere

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Mettere in scena il sacro

coverdi Igor Baglioni

Ci sono libri che sono l’epilogo di lavori solitari e individuali. E sono la maggior parte. Ma ci sono opere – forse ancor più efficaci – che maturano da ricerche collettive, all’interno di progetti che coinvolgono più istituzioni culturali e che vedono protagonisti anche i giovani studenti dell’università o dei corsi di specializzazione. È il caso di Etnografie di materiali e pratiche rituali. Le statue “da vestire” dell’area metropolitana di Roma, a cura di Francesca Fabbri, Elisabetta Silvestrini, Alessandro Simonicca (Cisu 2021). Un volume che offre una mappatura critica delle statue “da vestire” presenti nei luoghi di culto dell’area metropolitana di Roma, quindi del territorio esterno e circostante la capitale. Continua a leggere

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Il senso della storia per Machiavelli

il-principe-niccolo-machiavellidi Kais Ben Salah

Machiavelli è cosciente della novità delle sue teorie, che danno certezza all’azione politica attraverso un’indagine storica del passato e del presente. Alla stessa maniera degli umanisti, egli propone il principio dell’imitazione degli antichi. Il fiorentino sperava in un’imitazione attiva e creativa nel campo sociale, dove il modello antico fosse in grado di stimolare un’azione che avesse potere di salvezza, per trarre il Paese dalla disgrazia in cui era caduto. Continua a leggere

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In morte di Giancorrado Barozzi

Giancorrado Barozzi

Giancorrado Barozzi

di Maurizio Bertolotti, Pietro Clemente, Massimo Pirovano

Il testo di Maurizio Bertolotti è stato letto ai funerali di Giancorrado, è stato il saluto all’amico e allo studioso che tutti e tre sentiamo nostro. Anche Pietro Clemente ha voluto usare il registro del cordoglio e dell’addio facendo ricorso a degli scambi avvenuti sul web e alla lettera inviata alla moglie e al figlio. Massimo Pirovano ne ha ricordato la formazione, il lavoro di ricerca e quello per il territorio, in particolare in ambito museale. Amicizia e stima, ricerca e simpatia, sono i tratti comuni di questi saluti. Ci sono le tracce del suo personale contributo agli studi, e su queste torneremo ancora con approfondimenti e riflessioni che ne tengano vivo e caldo il messaggio di conoscenza e di metodo. Grazie alla raccolta di autobiografie di antropologi italiani promossa da La ricerca folklorica, un racconto di sé e della sua formazione e ricerca Giancorrado lo ha già iscritto in quelle pagine con un titolo ironico che dice già qualcosa di lui Selfie [1]. Continua a leggere

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Siciliani in Tunisia e stranieri in Italia

Estate 1954 - Spiagge di Tunisi - Gruppo di famiglia (l'autore è il più piccolo vestito di bianco)

Estate 1954 – Spiagge di Tunisi – Gruppo di famiglia (l’autore è il più piccolo vestito di bianco)

di Marcello Bivona 

Me ne andavo l’altra sera quasi inconsciamente/ Giù al porto Bosforeion là dove si perde/ La terra dentro al mare fino quasi al niente/ e poi ritorna terra e non è più Occidente./ Che importa a questo mare essere azzurro o verde! Francesco Guccini – Bisanzio 

Torniamo in patria: profughi! 

Sono nato in una famiglia emigrata a Tunisi all’epoca dell’emigrazione proletaria dal sud d’Italia, principalmente dalla Sicilia, verso la Tunisia. Fenomeno esploso nell’ultimo decennio del XIX secolo a seguito dell’instaurazione del protettorato francese nel 1881. Continua a leggere

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Baya Mehieddine, artista algerina tra riscatto identitario e avanguardia del Novecento

Baya Mehieddine, 1998

Baya Mehieddine, 1998

di Ada Boffa 

Baya Mehieddine  (1931-1998) è stata la prima donna algerina ad affermarsi nel panorama artistico internazionale durante il periodo della colonizzazione [1]. Il 24 novembre 1947 a Parigi in piazza Monceau, nella galleria d’arte aperta dieci anni prima da Aimé Maeght, si teneva la prima esposizione di una giovane artista algerina, dell’età di 16 anni, sino ad allora sconosciuta: Baya. Tra le personalità di spicco che presero parte all’evento vi erano: la moglie dell’allora presidente della Repubblica, Mme Vincent Auriol, Yves Chataigneau, il governatore generale dell’Algeria, Kaddour Ben Ghabrit, responsabile della moschea di Parigi e lo scrittore Albert Camus. L’evento fu largamente seguito dalla stampa e si conservano ancora oggi dei filmati. Continua a leggere

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Dio e la sua eclissi. Una rilettura “teologale” dei “Poemi” di Gianni Diecidue

Gianni Diecidue

Gianni Diecidue

di Giacomo Bonagiuso 

«Si può conoscere nel modo più sicuro il vero volto di un’epoca, considerando i rapporti esistenti tra religione e realtà. In certi tempi gli uomini credono in una realtà indipendente […]. In altre epoche, invece, al posto di una realtà vi è una rappresentazione di essa […]» (Martin Buber, L’eclissi di Dio). 

«Non voglio comunicare…Voglio afferrare l’anima delle persone, gettarla nel vuoto e sentirla volare» (Michele Perriera). 

Voler qui riassumere la vita e la produzione di un poeta sarebbe, più che un sogno, un miraggio, una pia intenzione che rimarrebbe sulla pagina nient’altro che disattenzione, lettera morta, vuoto. Continua a leggere

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Una comunità, la mafia e i media

Castelvetrano manifestazione degli studenti

Castelvetrano, manifestazione degli studenti

di Francesco Saverio Calcara

A che serve dire, anche e soprattutto dopo la cattura del superlatitante, che non è giusto infilare nel tritacarne mediatico tutta una comunità (due, se si vuole, quella di Castelvetrano e quella di Campobello) tacciata di essere omertosa, reticente, quando non chiaramente collusa con la mafia? Mentre emergono inquietanti interrogativi sulle coperture ad altissimo livello di cui Messina Denaro avrebbe goduto, i media continuano a inseguire ingenue vecchine da umiliare o rimbambiti con coppola d’ordinanza, appositamente ricercati sempre negli stessi posti e sempre nei soliti bar, da cui farsi ripetere il solito mantra su Cosa Nostra e sul mito del buon Matteo. Continua a leggere

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La comunità maltese di Tunisia: storia, ricordi e racconti

Maltesi a Tunisi,  Marché Central 1955 (Collezione Jose Mangani, Tunisia 2019)

Maltesi a Tunisi, Marché Central 1955 (Collezione Jose Mangani, Tunisia 2019)

di Alfonso Campisi

Il Mediterraneo è uno degli spazi più ricchi e straordinari. Incrocio di civiltà, il Mediterraneo rimane, fin dall’antichità, l’ombelico del mondo, dove le civiltà più grandi sono nate e si sono sviluppate. E quanti pittori, poeti, scrittori, artisti di ogni genere si sono ispirati ai colori e alla storia del nostro Mediterraneo!

Il grande storico Fernand Braudel (1902-1985), nella sua celebre opera Il Mediterraneo e il mondo mediterraneo all’epoca di Filippo II, afferma: «Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose alla volta, non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi, non un mare, ma un susseguirsi di mari, non una civiltà, ma civiltà ammassate l’una sull’altra». Continua a leggere

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Consolo e il Mediterraneo: l’impegno civile e la vocazione lirica

9788833290980_0_424_0_75di Antonino Cangemi 

Tutto fa pensare che Sciascia abbia ragione: gli scrittori siciliani sono «condannati a scrivere della Sicilia». Probabilmente per la calamita di un paesaggio per certi aspetti estremo, abbagliante e ammaliante, e il richiamo ancestrale dei miti che la abitano, o più semplicemente per la sua storia che, complice la sua posizione geografica strategica, ha visto succedersi civiltà e popoli diversi che ne hanno plasmato un’identità multiforme e cosmopolita. E se per  Goethe la Sicilia offre “la chiave di ogni cosa” tanto che senza di essa non si può capire l’Italia, Sciascia addirittura la fa assurgere a metafora: «La Sicilia offre la rappresentazione di tanti problemi, di tante contraddizioni, non solo  italiani ma anche europei, al punto di poter costituire la metafora del mondo odierno». Continua a leggere

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I covi di Matteo Messina Denaro e la secolarizzazione della mafia siciliana

vaticanopiovradi Augusto Cavadi 

Matteo Messina Denaro è l’unico – o almeno uno dei rarissimi – boss nei cui covi non si sono trovati né Bibbie né crocifissi. Al posto di rosari e immagini di santi patroni, Rolex e Viagra. Solo dettagli cronachistici, addirittura pettegolezzi, o indici di mutamenti culturali? 

Prima considerazione

La constatazione non può stupire, anzi chi ha studiato le carte in questi decenni si sarebbe stupito del contrario. Quindici anni fa, dapprima la rivista palermitana “S- Il Magazine che guarda dentro la cronaca”, poi Salvatore Mugno in un libretto da lui curato per le edizioni Stampa Alternativa, hanno pubblicato le Lettere a Svetonio: missive autografe di Messina Denaro a un suo interlocutore chiamato, appunto, per ragioni di ovvia riservatezza, con il nome di un illustre romano antico. Continua a leggere

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Introduzione al Forum Internazionale sulle Religioni

coverdi Roberto Cipriani

Nel 1969, a Roma, il Segretariato Vaticano per i non credenti, la “Fondazione Giovanni Agnelli” e l’Università della California organizzarono un Simposio Internazionale su “La cultura della non credenza”, cui parteciparono i più noti studiosi del fenomeno religioso a livello interdisciplinare: dalla filosofia alla sociologia, dalla teologia all’antropologia, dalla storia alla psicologia. Intervennero Harvey Cox, Jean Daniélou, Thomas Luckmann, Robert Bellah, Charles Glock, Martin Marty, Bryan Wilson, Talcott Parsons e alcuni altri. Continua a leggere

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Archeologia è caccia

ginzburg_cop_miti_emblemi_e_spiedi Fulvio Cozza 

Le ragioni di una similitudine

Nella sua celebre illustrazione del paradigma indiziario, Ginzburg (1986) ha richiamato l’attenzione sulla forte similitudine esistente tra l’esperienza della caccia e quella dell’inchiesta scientifica. Fin dalle prime righe lo storico mostra come gli studiosi delle discipline umanistiche fondino il loro lavoro su delle indagini di casi particolari, di spie e indizi per poter giungere – come i cacciatori che seguono le tracce di una preda – ad una verità scientifica di qualità (quantunque sempre perfettibile). L’analisi di Ginzburg è storiografica fino in fondo e, sebbene egli si mostri disposto a “prendere sul serio” le metafore venatorie, il collegamento tra l’esperienza della caccia e quella della decifrazione scientifica è spiegato dallo studioso come una maturazione semio-cognitiva che ha avuto origine nella notte dei tempi, una volta per sempre. Continua a leggere

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Donne, Madonne e Sante. Riti e simboli del sacro femminile

001di Antonino Cusumano 

È noto che nelle pagine e in diversi numeri di questa rivista si è articolato un vivace dibattito sulla crisi contemporanea della antropologia, sulla sua ridefinizione epistemologica nel più generale contesto delle scienze umane e nel concreto ordinamento dei ruoli professionali. L’afonia e l’invisibilità della disciplina, la sua minorità e debolezza statutaria, la scarsa rappresentatività nella sfera pubblica, l’assenza sistematica nei gangli della politica e nelle strategie della comunicazione mediatica sono dati fattuali e culturali ampiamente denunciati e cronicizzati. L’antropologia in Italia soffre da tempo di queste criticità probabilmente riconducibili a questioni irrisolte fin dalla sua fondazione, «una demartiniana “crisi della presenza”» come acutamente Dario Inglese (2022) ha coniato la paradossale condizione di una disciplina che nelle sue molteplici e contraddittorie declinazioni studia in definitiva un sapere consustanziale alla crisi, restando in qualche modo avviluppata nella proposizione tautologica di un inquieto sapere della crisi ovvero di un sapere perennemente in crisi.  Continua a leggere

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Poesia come preghiera laica

biadi Bia Cusumano [*]

“Sacra è la poesia, ma solo quando è ladra, quando ruba un poco di miseria al mondo”.

Vorrei chiedere al poeta Franco Arminio, il perché intimo e profondo della scelta del titolo Sacro Minore al suo ultimo libro. Potrei farlo ma se fosse lui a svelarlo ad una poetessa che ha incontrato tra versi e sguardi di giorni di splendore in Sicilia, forse oggi avrei poco da scrivere sulla sua ultima silloge. Resisto e mi fermo sulla soglia. Mi invia il Pdf. Lo assaporo. Lo leggo tutto d’un fiato. Dormo con le pagine appena stampate sotto le coperte. È il mio rito. Lascio che siano le parole a svelarmi il loro segreto. Continua a leggere

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Vivienne Westwood. Punk, Icona, Attivista

docufilm_vivienne_westwood_icon_punk_activistdi Laura D’Alessandro

Il mio dovere è comprendere. Comprendere il mondo. Questo è il prezzo da pagare per la fortuna di essere vivi. Grazie alle persone che sono vissute prima di noi possiamo riscoprire diverse visioni del mondo tramite l’arte – questo è il vero significato della cultura – e, attraverso il confronto, formarci la nostra idea di un mondo migliore di quello in cui viviamo, e che abbiamo devastato.

Possiamo cambiare il nostro futuro. Nella ricerca di nuove idee comincerai a pensare, e questo cambierà la tua vita.

E se cambi la tua vita, cambi il mondo.

Vivienne Westwood, 2014.  Continua a leggere

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La memoria rimossa. La reticenza dell’antropologia italiana

321546340_681049920395445_7605461634005371113_ndi Alessandro D’Amato 

Sin dalle origini della disciplina, l’antropologia ha dovuto fare i conti con le proprie aporie. La tradizione antropologica di ricerca sul campo, sviluppatasi in gran parte in quegli spazi geopolitici rappresentati dall’occupazione coloniale europea, si scontra con la consapevolezza di un passato scomodo caratterizzato da elementi di interazione con logiche imperialiste.

Per rimanere al solo contesto della storia degli studi italiana, le prime serie considerazioni critiche attorno alla questione iniziarono a svilupparsi a partire dalla metà degli scorsi anni Settanta, quando studiosi come Gianni Dore, Vittorio Lanternari, Sandra Puccini e Massimo Squillacciotti inaugurarono una riflessione sul ruolo esercitato dai ricercatori di discipline antropologiche all’interno di ambiti di azione caratterizzati da colonialismo e militarizzazione se non, addirittura, da ben precise strategie di razzializzazione [1]. Continua a leggere

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Il problema Dio e le relazioni tra scienza e religioni

Charles Darwin

Charles Darwin

di Piero Di Giorgi

Ho letto con molto interesse e mi ha molto intrigato il colto articolo dell’amico Leo Di Simone, dal titolo Oltre il silenzio: Logos e tempo, sul numero 59 del primo gennaio di quest’anno di Dialoghi Mediterranei, ma soprattutto mi ha riportato all’annosa questione del rapporto tra scienza e religioni. Continua a leggere

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Nuove migrazioni, nuove utopie. La ricerca della felicità: Il caso delle Canarie

Tenerife (ph. Benedetta Marocco)

Tenerife (ph. Benedetta Marocco)

di Annalisa Di Nuzzo e Benedetta Marocco [*] 

 1. Migrazioni, Complessità, Tempo

La complessità dei temi legati alle migrazioni postmoderne e il dispiegarsi di innumerevoli categorie di soggetti che migrano continuano a caratterizzare la mia ricerca sull’osservazione e la definizione di quanto avviene nel Mediterraneo, sempre più attraversato da ambivalenze e contraddizioni nella nostra percezione attuale di europei e non. Continua a leggere

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Lo sguardo da vicino. La lezione di Antonino Buttitta

001di Laura Faranda 

Pubblicato lo scorso settembre dalle edizioni Museo Pasqualino, torna a rivivere Ideologie e folklore, un libro di Antonino Buttitta edito nel 1971, che ha tracciato per la generazione di chi scrive significative piste innovative e nuove sponde riflessive di un’antropologia “in stile italiano”. Come avverte nella prefazione alla nuova edizione Antonino Cusumano, la ristampa di un libro non è mai casuale: a volte asseconda urgenze editoriali, altre volte onora memorie, altre ancora irrompe improvvisamente come «epifania, provocazione, illuminazione». In questo caso si può dire che l’elemento epifanico e illuminante stia tutto nella fecondità di un ripensamento critico cui il libro ci convoca, suggerendo per un verso linee di continuità e di dialogo con temi di ineludibile attualità, per altro verso lasciandoci intendere il valore dirompente e le istanze innovative del transito che in quegli anni si andò compiendo della materia demologica nell’antropologia culturale. Continua a leggere

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Per un compendio degli studi folklorici: teorie e metodologie

coverdi Mariano Fresta 

Nella premessa al suo lavoro, Eugenio Imbriani, a proposito del termine “folklore” si chiede: «Sappiamo tutti cosa significa?»; è questa una domanda retorica fatta per poter dichiarare, a conclusione del suo discorso, che «Il fine di questo libro è … fornire qualche elemento che aiuti la comprensione di quei fenomeni sociali riassunti nella parola “folklore” …».

Il libro è F. come Folklore, edito da Protegit (Bari 2022). Ci aspetteremmo forse una trattazione, anche minima, dei fenomeni, se non di tutti almeno dei più significativi, sia quelli materiali sia quelli immateriali, che la cosiddetta cultura popolare ha prodotto e produce, in modo da aiutare i lettori a colmare le loro eventuali lacune in materia. Ed invece, a parte alcuni sintetici riferimenti a qualcuna delle manifestazioni di questo settore della cultura, Imbriani dedica il suo lavoro a tutte le teorie interpretative e le metodologie di indagine che dall’Ottocento ad oggi sono state elaborate dagli studiosi che hanno riflettuto sul concetto di folklore. Continua a leggere

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La Passione in Sicilia: codici sonori e sacre rappresentazioni

 

Barcellona Pozzo di Gotto, Visillanti,, anni 60 (Archivio Fugazzotto)

Barcellona Pozzo di Gotto, Visillanti, anni 60 (Archivio Fugazzotto)

di Giuliana Fugazzotto, Mario Sarica [*] 

I canti tradizionali della Settimana Santa in Sicilia e il repertorio di Barcellona Pozzo di Gotto 

La Settimana Santa in Sicilia è caratterizzata dalla presenza, in molti casi ancora vitale, di repertori tradizionali di canto liturgico o para-liturgico dalle peculiari caratteristiche. Buona parte dell’intero repertorio è costituito da brani a due o a tre voci caratterizzati da una struttura cosiddetta “ad accordo”. Accanto ad essi, di appartenenza quasi esclusivamente maschile perché quasi esclusivamente maschili erano le confraternite laicali che avevano il compito di eseguirli e tramandarli, esiste però un filone monodico, principalmente femminile che, pur adottando, a volte, i medesimi testi dei canti polivocali, si sviluppa nei toni più intimi della “razioni”. Continua a leggere

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Femminismo e pacifismo: un binomio carsico?

manifestazione femminile 1915

Manifestazione femminile 1915

di Liliana Gazzetta 

Lo choc che ha rappresentato e sempre più rappresenta la guerra russo-ucraina mi richiama alla memoria un altro momento di choc collettivo avvenuto, nel cuore dell’Europa, in età contemporanea: quello della guerra franco-prussiana. La comparazione implicita che mi è spontaneamente sorta non pretende di avere qualche livello di validità, né sul piano metodologico né su quello analitico, essendo pressoché impossibile il confronto tra due fenomeni e due contesti storici così diversi. La speranza è, piuttosto, quella di stimolare una riflessione sullo stato del movimento internazionale delle donne, se posto a confronto con ciò che il primo femminismo riuscì a produrre, a fronte di quello choc, pur essendo allo stato nascente. Continua a leggere

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“La lingua è di chi la strapazza”. Bisticcio tra un critico e un anatomista

Sir Joshua Reynolds, Ritratto di Giuseppe Baretti, olio su tela (part.), Londra, Holland House

Sir Joshua Reynolds, Ritratto di Giuseppe Baretti, olio su tela (part.), Londra, Holland House

di Aldo Gerbino 

La ‘scoperta’ della Vita di Benvenuto Cellini (1500-1571), scritta “di sua mano propria” e registrata il 15 dicembre 1763 dal focoso critico letterario Giuseppe Baretti, avvia una convulsa trama d’interventi critici sull’opera dello scultore e orafo fiorentino. Pertanto non può non essere presa, nella giusta considerazione, la ‘prefazione’ di Antonio Cocchi 1 alla “Vita” del Maestro 2 che registriamo nei suoi Discorsi toscani (Bonducci 1762), come “Discorso decimo, o sia prefazione alla vita di Benvenuto Cellini”. Nella «Frusta letteraria» il torinese Baretti (ancor noto come Aristarco Scannabue) fa brillare il “caso Cellini” asserendo con decisione: «Già ho detto che Benvenuto Cellini ha scritto un meglio stile che non alcun altro italiano; uno stile più schietto e più chiaro, perché più secondo l’ordine naturale delle idee, le quali non ne presentano mai il verbo prima del nominativo, e non ce lo collocano mai in punta a’ periodi e a una gran distanza da quello». Continua a leggere

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Divagazioni su tv, musiche e dintorni

Palermo, mercato della Vucciria (ph. Nino Giaramidaro)

Palermo, mercato della Vucciria (ph. Nino Giaramidaro)

di Nino Giaramidaro       

Si dice “plas”. Un latino sguaiato che nemmeno i peggiori interpreti del latinorum riuscirebbero a pronunciare. Qualcosa di simile al “neologismo” plas-tica che identifica anche l’eternità. Meno male che spesso è parola scritta sullo schermo e uno se la può leggere come vuole oppure lasciare lì dov’è per quella frazione di secondo di vita che il suo inventore le concede. Senza capirci nulla, nihil – latino ancora immune dall’anglofilia “in”.         Continua a leggere

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Il gioco

Collage, 1974, di A. I. Lima)

Collage, 1974, di A. I. Lima

di Antonietta Iolanda Lima 

Prologo 

La certezza non mi appartiene, tranne qualche rara volta. Ma quel giorno, in un ormai molto lontano, mi possedeva. Dopo anni di intransigente faticoso e pur tuttavia ‘gioioso’ lavoro – perché terreno allora inesplorato che mi donava scoperte ed emozioni – il processo di studio e ricerca sui cimiteri di Sicilia, di cui il rilievo era stato indispensabile fondamento, potevo considerarlo concluso.

L’Electa, rivista di urbanistica agli albori della sua inarrestabile ascesa, lo avrebbe pubblicato, ascoltando, pensavo, le sue necessità: grande formato, fogli piegati quel tanto di corrispondenza con le dimensioni dei disegni, l’architettura, la scultura, quanto di scritto era inciso, i nomi delle città, le alberature, l’andamento altimetrico, il paesaggio rappresentato. Erano anch’essi città. Continua a leggere

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Gli ultimi carbonai negli Iblei

Melilli, 1980 (ph. Nino Privitera)

Melilli, 1980 (ph. Nino Privitera)

di Luigi Lombardo 

In questi ultimi tempi, a seguito della crisi energetica scaturita dal conflitto russo-ucraino, si è riproposto il tema delle fonti energetiche alternative ai fossili come petrolio, gas, carbone. Se la ricerca e l’impiego di queste fonti sono entrate nei piani alternativi delle nazioni europee finalizzate al reperimento di energia “pulita”, la stessa cosa non è successa per il carbone fossile, di cui i Paesi del Nord Europa sono particolarmente ricchi. La produzione è ripresa (se mai è stata sospesa) e tra le motivazioni addotte ci sarebbe quella di essere il carbone fossile equivalente al carbone di legna. Continua a leggere

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L’uomo che sognò Godranopoli

francesco-carbone-copia-copiadi Santo Lombino

L’8 agosto dell’anno di grazia 1983 i giornali siciliani riportano in prima pagina la notizia degli scontri davanti alla base missilistica di Comiso: un gruppo di giovani pacifisti, che contestano la scelta della NATO e del governo italiano di istallare nell’aeroporto di quella cittadina ragusana 112 missili “Cruise” a testata nucleare, vengono selvaggiamente picchiati dalle forze dell’ordine decise a impedire la manifestazione di dissenso. Di quella giornata scriverà pochi anni dopo Vincenzo Consolo [1].

Quello stesso giorno a Bolognetta, in provincia di Palermo, Antonino Buttitta, antropologo che presiede la facoltà di Lettere dell’Università di Palermo, inaugura con un pubblico intervento, assieme al medico-antropologo Antonino Pasqualino, alla professoressa Janne Vibaek ed altri, la mostra “Vita e lavoro contadino a Bolognetta” organizzata dal locale “Centro Iniziative Culturali” e dal Servizio museografico di quella facoltà [2], con il supporto del Comune. Continua a leggere

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The Most Serene Republic and the trade of Ottoman carpets

Matteo Pagano (Italian, 1515–1588) Procession of the Doge in Venice, 1556–61 Italian,  Woodcut on eight sheets; each sheet approximately: 17 x 22 in. (43.2 x 55.9 cm) The Metropolitan Museum of Art, New York, The Elisha Whittelsey Collection,

Matteo Pagano  (1515–1588), Procession of the Doge in Venice, 1556–61 (The Metropolitan Museum of Art, New York, The Elisha Whittelsey Collection)

di Roberta Marin [*]

During the Renaissance the cultural and commercial ties between the opposite shores of the eastern Mediterranean were strong. These ties dated back to the Medieval period (Mack 2002: 73) when the final legs of the caravan routes from Central Asia and Persia were controlled by the Muslim rulers of Syria and Egypt. Italian merchants imported huge quantities of goods to Europe via Genoa, Ancona, Pisa and, of course, Venice. From the end of the 11th to the second half of the 13th century, the presence of the Crusaders in the Middle East certainly contributed to the trade of luxury imports of objects for personal and domestic use (Erdmann 1970: 95). Continua a leggere

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La quarta emigrazione italiana, silenziosa e asimmetrica

 

copertina-rim-2022di Grazia Messina 

Nascono, crescono e studiano in Italia, ma al momento di mettere in atto i progetti di futuro fanno la valigia e se ne vanno. Aumenta senza sosta da oltre 15 anni il numero dei giovani che lasciano l’Italia per trasferirsi in un altro Paese. Il peso di tale scelta, che appare ancora più preoccupante perché presente in uno degli Stati più industrializzati d’Europa, non ricade solo su chi parte e decide di andare a vivere all’estero. Lentamente l’Italia perde le energie dei più giovani, la loro creatività, le conoscenze e le competenze che ha promosso e sostenuto in una lunga formazione. Sono cittadini che faranno famiglie altrove, non voteranno più nei comuni d’origine e non contribuiranno alle risorse fiscali del Paese. Si spostano e si muovono anche più volte, ma sempre fuori dai confini nazionali, per ritornare soltanto per brevi periodi, nelle ferie o nelle ricorrenze familiari [1]. Continua a leggere

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I “Fasci dei lavoratori” (1892-94) a Marettimo

Marettimo, 1894 (ph. Butler)

Marettimo, 1894 (ph. Samuel Butler)

Ricordando Salvatore Costanza 

di Emilio Milana 

Tra il 1893 e il 1894 la comunità di Marettimo ebbe a vivere un momento di grande rilevanza sociale, non riscontrabile, in quel periodo, in altri centri della marineria siciliana: proprietari di barche (patruna) e pescatori (piscatura), pur distinti da una “coscienza di classe”, stranamente formatasi nel vissuto del ventennio precedente, si univano nell’azione e nell’interesse per far fronte a una crisi economica, che pesantemente gravava in terraferma su operai, contadini e piccoli proprietari. Continua a leggere

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Sul significato di “Paesaggio Culturale” in Italia

Paesaggio Culturale Toscano, Valle d'Orcia  (Olimpia Niglio, 2022)

Paesaggio Culturale Toscano, Valle d’Orcia (ph. Olimpia Niglio, 2022)

di Olimpia Niglio

L’interesse dell’uomo per il paesaggio trova radici antiche. In tutte le culture e nelle differenti epoche storiche l’uomo ha cercato sempre di stabilire un dialogo con il paesaggio, ossia quell’insieme di risorse naturali alle quali sono riconosciute anche valori estetici importanti.

Sin dall’antichità, da Oriente a Occidente, le elaborazioni artistiche e concettuali sul paesaggio sono state fondamentali per conoscere ed apprezzare il dialogo tra l’uomo e la natura che si è concretizzato attraverso documenti descrittivi e le rappresentazioni ovvero le interpretazioni dei suoi contenuti materiali e immateriali. Continua a leggere

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Francesco La Grassa, l’ingegnere-architetto del Liberty trapanese

Francesco La Grassa

Francesco La Grassa

di Lina Novara 

Francesco La Grassa (Trapani 1876 – Roma 1952), ingegnere-architetto, è il massimo esponente del liberty trapanese e a lui va il merito di aver introdotto a Trapani quella ventata modernista che investiva l’Europa tra Ottocento e Novecento [1]. Nipote del famoso organaro che fu autore del grandioso organo della chiesa di San Pietro di Trapani, allievo presso l’Università di Palermo di Ernesto Basile, è stato uno dei protagonisti dell’architettura siciliana dei primi anni del Novecento [2]. Continua a leggere

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Dopo Messina Denaro

234229213-656337b1-49e3-4c92-83ba-299e10665f5adi Antonio Ortoleva

Follow the money, segui il denaro e scopri il boss e il complice in doppiopetto, il borghese mafioso. Giovanni Falcone, che inventò quel metodo investigativo, raccontò nel libro Cose di Cosa nostra che la morte di Boris Giuliano – l’incorruttibile capo della squadra mobile, freddato da Leoluca Bagarella con sette colpi di pistola alle spalle – conduceva al versamento di 300 mila dollari in contanti, sulla qual cosa il funzionario indagava, a nome di un certo signor Giglio. Nome fittizio, si scoprì. Era stato il direttore della banca, parente del boss Stefano Bontade, a sistemare le cose. E proprio uno degli uomini più fidati di Falcone – ed erano pochissimi – il colonnello dei carabinieri Angiolo Pellegrini, oggi sobrio e riservato generale ottantenne, stimò allora il tesoro di Cosa nostra in 20 mila miliardi di lire, quanto il bilancio di uno Stato, un patrimonio gigantesco in gran parte frutto del traffico d’eroina ereditato dai marsigliesi, oggi forse raddoppiato, triplicato (chissà) e in gran parte immerso nei circuiti misteriosi della finanza internazionale. Continua a leggere

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Un ostinato in patria alla prova della fuga

Ganci (ph. Enrico Palma)

Vizzini (ph. Enrico Palma)

di Enrico Palma 

Una delle cose che mi colpiscono profondamente dell’oggi così apparentemente soddisfatto, ma in verità più inquieto e angosciato di prima, è la mancanza di un sentimento posto a governare la propria esistenza, o, se guardiamo alla cosa in modo più radicale e sensibile ai cambiamenti epocali, il suo dissolvimento. Continua a leggere

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Storia di Fernanda Romagnoli

Fernanda Romagnoli

Fernanda Romagnoli

di Antonio Pane 

Fernanda Romagnoli raggiunse, lungo gli anni Settanta – con la produzione poetica accolta da editori come Guanda e Garzanti e da riviste come «L’Approdo Letterario», «forum italicum», «Paragone», «Nuovi Argomenti» –, una qualche notorietà, che una minacciosa malattia e, il 9 giugno 1986, la morte, fecero presto sbiadire. A distanza di un ventennio, Donatella Bisutti provò a rilanciarne l’opera, dapprima con una sezione monografica della rivista «Poesia»[1], e quindi con il numero 73 della collana «Poesia» di Scheiwiller [2] (allora diretta da un certo Giovanni Raboni) che riproduceva per intero il corpus dell’ultimo libro, Il tredicesimo invitato [3] (a sua volta già antologico perché, insieme alla raccolta eponima, presentava tre testi del secondo, Berretto rosso [4] e venti del terzo, Confiteor)[5], aggiungendovi le sezioni Inediti 1965-1986 e Altre poesie (formata da dieci ulteriori testi di Berretto rosso e ventiquattro di Confiteor, sui quali la curatrice riportava «alcune correzioni fatte successivamente a mano dalla Romagnoli sull’edizione in suo possesso») [6]. Continua a leggere

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La lunga strada dei Balcani

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di Eugenia Parodi Giusino

Con due semplici concetti Oliver Jens Schmitt, autore del recente libro I Balcani nel Novecento. Una storia post imperiale (Il Mulino, 2021), ci introduce allo studio di una realtà molto complessa e vicina a noi, una storia di aggregazioni e disarticolazioni post-imperiali ed aggiunge così, indirettamente, alcune chiavi interpretative al fenomeno più drammatico di questo secolo in Europa centrale, il conflitto russo- ucraino e l’invasione russa. Questo assunto è uno dei due punti di partenza per provare a spiegare più di un secolo di guerre, deportazioni di massa e lager, modifica dei confini, persecuzione di civili, conversioni forzate avvenute nella penisola balcanica. L’altro è il concetto di “Stato composito”, che significa eterogeneità costituzionale degli Stati premoderni e fa riferimento al fatto che gli Stati postimperiali si componevano di territori appartenenti a più Imperi, con i conseguenti problemi di integrazione. Continua a leggere

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Lo scrittore e la creazione letteraria, secondo Jorge Luis Borges

Bioges (di Beti Alonso)

J. L. Borges (di Beti Alonso)

di Giuseppe Pera [*] 

Rethinking Identity

Rethinking Identity: un soggetto che non può non rimandare immediatamente un italianista, e per di più siciliano, all’Uno, nessuno e centomila di Pirandello, il quale fin dal titolo-manifesto del suo romanzo sull’identità indica il paradosso di ogni essere umano (Uno) di possedere infiniti aspetti in funzione degli infiniti sguardi portati dagli altri su di lui (centomila) e dunque di essere, in sostanza, nessuno. Continua a leggere

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La maschera fàtica

Prizzi, i diavoli (ph. Melo Minnella)

Prizzi, I diavoli (ph. Melo Minnella)

di Rosario Perricone  [*] 

Ho avuto la fortuna di conoscere lo scrittore nigeriano e premio Nobel Wole Soyinka. Nel corso di una delle sue ultime visite al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino di Palermo, Soyinka si fermò davanti a un Gledé (maschera-marionetta degli Yorubà) e mi chiese. «Questa cos’è per te?». Dopo un attimo di esitazione di fronte alla domanda apparentemente retorica, risposi con flebile voce: «Una maschera?». «Per me – disse – è un pezzo di legno finemente scolpito. Solo quando è indossata dalla persona che la danza diventa una maschera». Continua a leggere

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Ermeneutica della finitudine. La filosofia di Alberto Giovanni Biuso

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di Stefano Piazzese

Τί ἐστιν ἀλήθεια [1 ]

Ermeneutica filosofica

La domanda neotestamentaria sulla verità è l’evento da cui prendere le mosse per affrontare la questione ermeneutica nell’alveo della filosofia contemporanea, è il quesito, per eccellenza, dell’ermeneutica filosofica: «si tratta, in effetti, di una domanda che è nello stesso tempo l’orizzonte della filoso­fia e il suo sorgere» [2]. Ma vi è un quesito ancor più fondamentale che consegue da questa premessa: per quale ragione la verità sarebbe strettamente connessa all’ermeneutica filosofica? A tale interrogativo Alberto Giovanni Biuso risponde – percorrendo i sentieri heideggeriani – che non può esservi alcuna verità al di fuori della Hermeneutische Situation, ovvero della storicità dell’esserci come condizione ontica di possibilità della ἱστορία: «nella teoresi contemporanea ontologia e gnoseologia – le que­stioni dell’essere e della verità – hanno assunto una declinazione ermeneutica. Non è infatti possibile parlare di verità al singola­re, come un assoluto slegato dalla complessità dell’accadere» [3]. Continua a leggere

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I quarantatré anni di «Le Forme e la Storia». Percorsi, tematiche, il tempo lungo

51siqyegxuldi Nicolò Mineo e Antonio Pioletti [*] 

Già son trascorsi quarantadue anni dalla pubblicazione del primo fascicolo di «Le Forme e la Storia» e il 2023 è il quarantatreesimo: non appare fuori luogo ricostruire i percorsi scientifici che hanno attraversato questo ormai lungo cammino. Occasione ne può fornire la pubblicazione dell’ultimo fascicolo monografico, Letterature dei mondi. Modelli, circuiti, comparazioni (2022, 1-2). 

Percorsi seguìti

Ci è gradito iniziare con due citazioni tratte da un contributo di Armando Gnisci, comparatista che, come ben noto, ha insegnato presso la «Sapienza» di Roma, purtroppo scomparso nel 2019:  Continua a leggere

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Vivere è improvvisare. Riflessioni su una pratica negletta

Improvvisazione, V. Kandisky, 1912

W. Kandisky, Improvvisazione 28, 1912

di Neri Pollastri 

L’homo sapiens è un animale fisicamente assai poco dotato, che deve la sua sopravvivenza e gran parte delle proprie fortune evolutive al modo in cui ha nei millenni sviluppato le proprie capacità di pensiero, grazie alle quali ha prima sopperito ai propri limiti, poi preso il sopravvento sugli altri esseri viventi nel pianeta in cui è nato e vive, inclusi altri ominidi quali i Neanderthal, infine – negli ultimi due secoli  –  ha iniziato a mettere a repentaglio l’esistenza su quel pianeta della vita stessa [1]. Continua a leggere

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Per una breve storia degli studi nautici e marittimi del Mezzogiorno

coverdi Mario Rastrelli

Rari nantes in gurgite vasto (Virgilio, Eneide, libro I, v 118)

Il libro di Maria Sirago, L’istruzione nautica nel regno di Napoli (1734-1861), edito nella collana Fucina di Marte vol. IX, Società Italiana Di Storia Militare (2022), rientra nell’ambito della storia marittima, un ambito di ricerca poco diffuso negli studi di storia sul Mezzogiorno.

Fin dagli anni Settanta del Novecento Luigi De Rosa segnalava la carenza di ricerche sulla storia marittima. Tale concetto è stato ripreso dallo storico Giuseppe Galasso nel 1980: egli sottolineava che per il periodo moderno per la marineria storica si può parlare di «una storia di assenze più che di presenze», per cui le ricerche degli studiosi si sono indirizzate in altri ambiti. Continua a leggere

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I mastri ‘marina di Odisseo

1di Ninni Ravazza

 Nel 1897 uscì in Inghilterra un libro che mise in subbuglio il mondo scientifico europeo: The Authoress of the Odyssey (L’Autrice dell’Odissea). Lo aveva scritto Samuel Butler, un letterato che George Bernard Shaw definì «nel suo campo, il più grande scrittore inglese della seconda metà del secolo 19mo». Butler, dopo aver studiato a fondo come pochi altri l’Odissea, pervenne alla convinzione che il maggiore poema omerico fosse stato scritto in realtà da una donna, e da una donna trapanese, intorno all’anno Mille avanti Cristo. A supporto della sua tesi portò tante e tali prove da fare numerosi proseliti, non solo fra gli eruditi trapanesi ma anche nella cultura inglese del suo tempo. Continua a leggere

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L’ostricoltura in Campania dal mondo antico ai giorni nostri

       

 Mosaici pompeiani raffiguranti la fauna ittica, Napoli, Museo Nazionale

Mosaici pompeiani raffiguranti la fauna ittica, Napoli, Museo Nazionale

di Maria Sirago

L’ostricoltura in epoca antica

L’ostricoltura nel mondo greco romano era molto diffusa: Aristotele cita nei suoi scritti la formazione di banchi di ostriche ‘artificiali’ creati col trasferimento di giovani ostriche in aree dove si poteva conseguire un accrescimento più veloce con migliori risultati. I pescatori e allevatori di Chio erano soliti trasportare ostriche da Pyrra (Lesbos) ponendole in stretti marini per farle ingrassare (Marzano, 2015). L’uso dell’ostricoltura si diffuse anche a Roma, come testimoniano Varrone (Res Rusticae, III: 3.10), Cicerone (Hortensius: 69), Columella (De Agricoltura, VIII: 16,7), Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, IX: 168-170), Macrobio (Saturnalia, III: 13, 12) (De Grossi Mazzorin, 2015: 153-158). Continua a leggere

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Sulla soglia del vuoto: traumi e strategie

9788807493409_0_424_0_75di Orietta Sorgi 

Uno dei dilemmi più cruciali per l’uomo, malgrado le sue capacità rispetto ad altri esseri viventi, è quello di non aver potuto risolvere, sul piano razionale, l’opposizione vita/morte. Quel fenomeno ineluttabile per cui ogni forma di esistenza, nel suo processo evolutivo e nello scorrere del tempo, è destinata inevitabilmente a concludersi fino all’annientamento. Questo dato oggettivo ha comportato nell’uomo, in ogni epoca e di ogni provenienza, la necessità di elaborare sistemi mitici di protezione che in qualche modo compensassero la perdita irreversibile di un congiunto e garantissero il prolungamento della vita dopo la morte, sia pur in una dimensione oltremondana. Continua a leggere

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La scomparsa dei grandi maestri nell’epoca contemporanea

Friedrich Nietcht

Friedrich Nietzsche

di Marcello Spampinato 

Com’è noto, la società contemporanea è caratterizzata da un forte e costante flusso di informazioni e la diffusione di sempre più potenti ritrovati tecnologici non fa che aumentare questa gigantesca mole di dati. Siamo sempre più informati su tutto e tutti, non ci sfugge niente sugli eventi che accadono nel mondo ed è sempre più facile reperire notizie sugli accadimenti quotidiani, spesso ingigantiti dall’apparato dei mass-media con una tendenza al sensazionalismo che di fatto crea audience. Continua a leggere

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La nostalgia, la luce delle stelle morte e l’amnesia dello psicoanalista

Franco Pinna, Lamento funebre a Castelsaraceno, 1956

Franco Pinna, Lamento funebre a Castelsaraceno, 1956

di Sergio Todesco

Il recente, interessante, libro di Massimo Recalcati (La luce delle stelle morte. Saggio su lutto e nostalgia, Feltrinelli 2022) stimola ancora una volta una riflessione sui meccanismi che sovrintendono alla costruzione della memoria. Meccanismi che non sempre giungono alla consapevolezza di coloro nella cui psiche essi hanno svolgimento.

Il tema è quello del lutto, inteso come perdita di una persona cara ma anche come stato di privazione derivante da una frattura, un allontanamento, la fine di qualcosa che per chi lo patisce ha rappresentato un valore, si tratti della persona amata, di un’amicizia o di un luogo domestico dal quale si sia stati costretti ad allontanarsi. Continua a leggere

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Il peso che schiaccia l’Algeria e l’eredità del rapporto coloniale con l’Europa

gas-dallalgeria-e1646128129223di Francesco Valacchi 

Sulle sponde meridionali del nostro Mar Mediterraneo l’Algeria, oltre alla comunanza geografica con l’Europa, è stato pressoché parte integrante del territorio politico europeo sino alla sua indipendenza. Sul suo territorio continua a pesare enormemente la sanguinolenta eredità del colonialismo che si estrinseca anche in un rapporto strettissimo di parentela e soggezione, anche giuridica, con la Francia e con l’Europa. Continua a leggere

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Dieci anni di idee, incontri e Dialoghi

img-20230219-wa0007-1di Giovanni Gugg 

Sfogliando l’almanacco del 2013 ci si accorge che i primi mesi di quell’anno furono densi di eventi con risonanza a varie scale – individuale e collettiva, nazionale e internazionale – e che a un decennio di distanza il loro peso storico non è diminuito, anzi si è rivelato con ulteriore chiarezza. Il caso più eclatante riguardò le gerarchie vaticane: l’11 febbraio Papa Benedetto XVI annunciò le sue dimissioni dal ruolo di pontefice e dopo un mese, il 13 marzo, il Conclave elesse il suo successore, Papa Francesco. Era dal 1415 che un papa non rinunciava all’incarico a vita, per cui quella decisione ebbe un enorme clamore nella Chiesa e nel mondo cattolico, ma non solo. Continua a leggere

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Al secondo nodo. Per i dieci anni di “Dialoghi Mediterranei”

 odisseodi Nicola Martellozzo 

«Fino a quando continueremo a ritenere che lo scorrere inevitabile verso Occidente sia l’unico moto possibile del giorno e che il Mediterraneo sia solo un mare del passato, avremo puntato gli occhi nella direzione sbagliata» (Cassano 2003: 49) 

Quella dei “nodi del vento” è un’immagine particolarmente suggestiva. Non mi riferisco all’uso del solcometro, con cui in passato si misurava la velocità dei vascelli a vela, bensì a una pratica decisamente più leggendaria, ossia la “vendita del vento”. Continua a leggere

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L’antropologia come antidoto: dieci anni di “Dialoghi Mediterranei”

2e3868adfd28928df8adae30ce4b27fd-60488-oooz0000di Giuseppe Sorce 

È ormai diffusa, anche nel dibattito italiano, si spera, la consapevolezza che l’idea di tempo sia una delle questioni centrali dell’Antropocene. Così il decimo anno di Dialoghi Mediterranei, inaugurato proprio da questo numero, ci conduce, autori e lettori, a una riflessione duplice: il tempo che viene a noi dal passato e il tempo che viene a noi dal futuro. Continua a leggere

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Il mondo capovolto

Palermo (ph. Zino Citelli)

Palermo (ph. Zino Citelli)

di Zino Citelli 

Nell’era della fotografia digitale è possibile mostrare scorci del mondo che ci circonda attraverso una prospettiva diversa, una visione surreale dei luoghi e delle anime riflesse. Spesso non ci si sofferma a guardare oltre ma quello che sembra surreale è di fatto reale, perché alla vista dei nostri occhi si materializzano immagini che per gli effetti degli elementi che li riflettono si trasfigurano a tal punto da svelare un certo astrattismo.

Si possono così vedere i Quattro canti di Palermo dentro il trombone di un musicista della banda: immagine che appare deformata per effetto della forma a cono dello strumento in ottone. Continua a leggere

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Quando la fotografia è fatta della stessa sostanza dei sogni

Visioni (ph. Anna Maria Colace)

Visioni (ph. Anna Maria Colace)

di Antonino Cusumano

Quando la fotografia è fatta della stessa sostanza dei sogni, la luce si fa rarefatta, pulviscolare, impalpabile. I contorni delle cose sfumano, le presenze umane trascolorano. Sono le Visioni di Anna Maria Colace, non semplici immagini ma opere dell’immaginario, scenari in bilico tra il peso della materia e la levità dell’evanescente, tra la fisicità dei luoghi e la loro densità simbolica, tra la molteplicità delle inferenze e la originalità autoriale delle creazioni. Continua a leggere

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Il fuoco di Agnone

Agnone, la 'Ndocciata, 2022(ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

di Massimo Cutrupi 

I rintocchi della campana posta sul campanile della chiesa di Sant’Antonio, sono il segnale di partenza della Ndocciata di Agnone: uno dei riti legati al fuoco, più imponenti che si conosca.

Nello scorso dicembre, dopo una pausa e le limitazioni legate alla pandemia, un grande fiume di fuoco ha di nuovo attraversato il centro della cittadina in provincia di Isernia in due momenti distinti: il 10 dicembre, per ricordare la ‘Ndocciata organizzata nel 1996 in piazza San Pietro per il 50° anniversario di sacerdozio di papa Giovanni Paolo II e, come da tradizione, la sera della Vigilia di Natale. Continua a leggere

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L’Africa, le donne e i rituali: uno sguardo che è denuncia e testimonianza

Palermo, 2017, Profetessa Odasani, del Ghana (ph. Bellina)

Palermo, 2017, Profetessa Odasani, del Ghana (ph. Francesco Bellina)

di Mariza D’Anna 

Il suo sguardo diretto è rivolto agli ultimi del mondo, seguendo eventi, luoghi, situazioni di marginalità, povertà e disagio e restituendo attraverso l’occhio della macchina fotografica una immagine riconoscibile e diretta a cui tutti possono avere accesso.

Il suo occhio attento e allenato nasce anche dall’impegno sociale e si trasferisce nell’attività di fotoreporter del mondo degli ultimi portando con sé un cuore grande contro tutte le ingiustizie. Continua a leggere

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L’abbraccio di una comunità al Crocifisso

San Marco d'auronzo (ph. Lello Fargione)

San Marco d’Alunzio (ph. Lello Fargione)

di Lello Fargione

Il culto per la Croce è noto e assai diffuso in Sicilia. Simbolo che rinvia all’Albero della vita, la Croce è associata al ciclo di rigenerazione della Natura e per questo i riti che la celebrano si svolgono a primavera, con funzione apotropaica e propiziatoria. Continua a leggere

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Il Mediterraneo come luogo della mente

Memorie di un vagabandaggio (ph. Martino Zummo)

Memorie di vagabondaggi (ph. Martino Zummo)

di Anna Fici 

Con il 2023 un nuovo Collettivo fotografico è venuto alla luce a Palermo. Si tratta di Collettivof (www.collettivof.com). Ciò che i suoi membri auspicano è di poter avviare una riflessione ampia e partecipata sulla «fotografia classica». Ovvero su quella fotografia che, nei vari ambiti, mantiene uno stretto rapporto con la memoria, e si presta ancora a sacralizzare l’irripetibilità del tempo.

Rientra in questa intenzione la Rassegna espositiva CollettivoF Anno Zero che prevede sei mostre fotografiche, spalmate lungo tutto il 2023, della durata di quattordici giorni ciascuna, ospitate dalla sala Pollaci dell’Archivio Storico del Comune di Palermo. Continua a leggere

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Io li chiamo artisti della vita

Io li chiamo artisti della vita (ph. Valeria Laudani)

Io li chiamo artisti della vita (ph. Valeria Laudani)

di Valeria Laudani 

Gli ‘’artisti’’ sono tra la gente comune che incontro grazie alla mia passione per la fotografia. Mi capita spesso di incontrare tante persone e tra queste, c’è sempre, ‘’il creativo’’ di turno, l’estroso che, con la sua spontaneità, cattura la mia attenzione per i suoi modi di fare unici, singolari ed eccentrici.   Continua a leggere

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Dentro le cose. Tra erba e cemento nella primavera della Repubblica

Il paese industriale, Cinisello Balsamo, 1964 (ph. Ernesto Fantozzi)

Il paese industriale, Cinisello Balsamo, 1964 (ph. Ernesto Fantozzi, Museo di fotografia contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo)

di Silvia Mazzucchelli

Scorriamo le immagini di Ernesto Fantozzi e possiamo indovinare, a seconda delle emozioni che ci suscitano, da quale era anagrafica proveniamo. Per i millenials e i nativi digitali, quelle fotografie hanno lo stesso effetto e svolgono la stessa funzione che i cicli di affreschi o i mosaici di Monreale o della Cappella Palatina potevano avere sulla plebe rustica e analfabeta, cioè essere la Bibbia dei poveri, supplire con la vista al non conoscere il latino e le lettere. Per i boomers, invece, hanno il sapore dolcemente doloroso del ricordo di un passato ormai remoto, travolto dal moto impetuoso che loro stessi hanno voluto, creato e cercato di governare. Continua a leggere

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Alfama è un animale mitologico

Alfama, di giulia Panfili

Alfama, di Giulia Panfili

di Giulia Panfili 

Pretesto per sentimentalismi di vario colore, sardine che molti hanno voluto mettere sulle loro braci, non sbarra il cammino a chi vi entra, ma il viaggiatore sente che l’accompagnano sguardi ironici. Non sono i volti seri e chiusi di Barredo. Alfama è più abituata alla vita cosmopolita, entra nel gioco se ne trae qualche vantaggio, ma nel segreto delle proprie case deve ridersela molto di chi crede di conoscerla (…) Animale mitologico per conto altrui, Alfama vive il proprio e difficile conto. Ci sono ore in cui è animale sano, altre in cui si accuccia in un angolo a leccarsi le ferite che secoli di povertà gli hanno provocato sulla carne e che non trova il modo di curare. Eppure queste cose hanno un tetto (José Saramago, Viaggio in Portogallo).  Continua a leggere

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L’uomo e la pietra

Rosete Capo Spulico (ph. Nino Pillitteri)

Roseto Capo Spulico (ph. Nino Pillitteri)

di Nino Pillitteri 

Sono tornato da poco tempo da un viaggio tra Tunisia, Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia. Non avevo mai percorso, tra l’altro, la litoranea ionica SS106. Una strada magnifica. Il mio tema conduttore è stata la pietra o meglio il rapporto uomo – pietra non inteso come scultura, monumento o arte ma edificio, casa, abitazione. Non sono un architetto ma mi lascio emozionare da ciò che mi circonda e spero di trasmettere se non altro curiosità e voglia di conoscere e viaggiare.  Continua a leggere

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Scarti ovvero le dissonanze del quotidiano

Scarti (ph. Angelo Pitrone)

Gibellina, 2013 (ph. Angelo Pitrone)

di Angelo Pitrone

Ho scattato queste foto in Sicilia a partire dai primi anni 2000. Il titolo che ho dato, Scarti, un po’ paradossale, vuole indicare un modo diverso di guardare, ponendo l’attenzione sui soggetti e le architetture del quotidiano, non sui luoghi convenzionali dell’architettura monumentale della Sicilia turistica da conservare.

È uno sguardo decentrato, divergente, dissonante su una realtà “minore” e marginale, su piccoli segni e pure significativi simboli che fanno parte del paesaggio materiale e immateriale reso invisibile dall’assuefazione e dall’irriflessa opera di adattamento. Continua a leggere

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Artur Pastor, poeta della luce

Artur Pastor giovane, 1960 ca.

Artur Pastor giovane, 1960 ca.

di Ambra Zambernardi [*]

Ricorreva nel 2022 il centenario dalla nascita di Artur Pastor (1maggio 1922, Alter do Chão – 17 settembre 1999, Lisbona), fotografo portoghese. Queste righe sono un modesto tentativo di ricordo e celebrazione di un gigante, trascurato, della fotografia del Novecento.

I suoi temi furono principalmente il mondo contadino, le attività marittime e il patrimonio architettonico in Portogallo, durante un sessantennio di storia, dagli anni Quaranta agli anni Novanta del secolo scorso. Continua a leggere

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SOMMARIO N. 59

 

Palazzolo Acredide, Festa di san paolo (ph. Carla Sinaga)

Palazzolo Acreide, Festa di san Paolo (ph. Carla Sigona)

PRIMO PIANO

EDITORIALE; Maurizio Ambrosini, Gli immigrati e il pluralismo religioso in Italia. I risultati di una ricerca; Linda Armano, Ancora un lungo percorso per una decolonizzazione indigena in Canada; Paolo Attanasio, Gli stranieri e l’associazionismo come motore di integrazione: un’indagine in provincia di Bolzano; Alberto Giovanni Biuso, Mito e guerra in James Hillman; Sandra Burchi, Fabio Dei, Arte e antropologia, un dialogo creativo; Marina Castiglione, Per una Via siciliana dei gessi. Quando le parole portano alle cose; Continua a leggere

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EDITORIALE

Città di Shiraz, Moschea di Nasir ol Molk

Moschea di Nasir ol Molk, città di Shiraz, Iran (ph. Nahid Rezashateri)

A quanti osservano con attenzione questa foto a lato (cliccate per ingrandirla) non sfuggirà la singolare e suggestiva composizione che coglie una giovane donna con il capo coperto, i jeans e le scarpe sportive sotto la volta di una moschea tra i preziosi intarsi decorativi alle pareti, un cellulare tra le mani e un computer portatile accanto. Siamo in Iran meridionale, nella città di Shiraz, nella moschea di Naisir ol Molk e la fotografia scattata dall’iraniana Nahid Rezashateri sta insieme ad altre nell’album di immagini che come sempre chiude questo numero. L’apparente dissonanza degli elementi compositivi fotografa il mondo islamico contemporaneo che si dibatte nel difficile equilibrio generazionale tra tradizione e modernità, religione e tecnologia, norme sociali e libertà individuali. In Iran la tradizione si chiama sharia, la religione teocrazia, le norme sono quelle vigilate dalla cosiddetta polizia morale e ispirate al fondamentalismo di certe distorsioni del Corano. La legge della Repubblica, incestuosamente intrecciata con quella di Dio, obbedisce alla volontà del Leader Supremo, agli arbitri dei Pasdaran, alle perversioni del potere. Così quel complesso e delicato equilibrio si è oggi spezzato sotto i colpi di un regime sempre più tirannico e dispotico, di un totalitarismo che odia le donne e perseguita il dissenso.  Continua a leggere

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Gli immigrati e il pluralismo religioso in Italia. I risultati di una ricerca

 

Campo profughi (ph. Eugenio Grosso)

Campo profughi lungo la rotta balcanica, 2015 (ph. Eugenio Grosso)

di Maurizio Ambrosini 

Uno degli apporti più visibili e duraturi dell’immigrazione è il cambiamento del panorama religioso dei Paesi riceventi. Il punto è particolarmente rilevante in un Paese quasi mono-religioso come il nostro. Uno dei più visibili apporti dell’immigrazione è lo sviluppo sul territorio di un pluralismo religioso di dimensioni e caratteristiche inedite per la storia sociale italiana (Pace 2013; Ambrosini, Naso, Paravati, 2018). L’idea di un’Italia (quasi) monoreligiosa sta passando in archivio, così come quella di un confronto bilaterale limitato ai rapporti tra Stato laico e Chiesa cattolica. Continua a leggere

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Ancora un lungo percorso per una decolonizzazione indigena in Canada

The Pass System, di Alex Williams

The Pass System, di Alex Williams

di Linda Armano 

Questo contributo prende le mosse da alcune riflessioni emerse dal documentario di Alex Williams The Pass System uscito nel 2015 (http://thepasssystem.ca/home-2/) che, attingendo alle testimonianze di elder indigeni canadesi, racconta i sistemi di attuazione delle conseguenze del pass system a discapito delle First Nations incluse nel distretto del Trattato 4 vigente nel Canada occidentale. In generale, i trattati costituiscono una raccolta di regolamenti che gestiscono le riserve e lo sfruttamento delle risorse naturali presenti nei territori nativi (Armano 2022). In aggiunta ai trattati, il pass system, implementato dal Department of Indian Affairs nel 1885, era un sistema di controllo amministrativo che richiedeva alle comunità indigene sottoposte ai Trattati 4, 6 e 7 di ottenere il permesso da parte del personale dal Department of Indian Affairs prima di recarsi al di fuori dalla riserva. Williams si sofferma sul fatto che tale sistema sia stato applicato indiscriminatamente, impedendo non solo la libera circolazione delle persone indigene, ma anche la gestione delle loro pratiche di autogoverno.  Continua a leggere

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Gli stranieri e l’associazionismo come motore di integrazione: un’indagine in provincia di Bolzano

 

coverdi Paolo Attanasio [*]

Introduzione

L’associazionismo rappresenta una delle più rilevanti manifestazioni dell’alterità delle persone straniere o di origine straniera [1] nel territorio di inserimento, ma costituisce allo stesso tempo un potente strumento relazionale nei rapporti “esterni” della comunità immigrata, siano essi con la cittadinanza autoctona, o con le istituzioni del territorio, o ancora con i media. Le associazioni rappresentano, in altre parole, uno strumento strategico per il posizionamento dell’immigrato/a [2] sia nei confronti del nuovo mondo che lo circonda, sia nei confronti della propria “constituency” di riferimento (sia essa di carattere etnico, religioso, territoriale o “mista”) che delle diverse espressioni della società autoctona. Continua a leggere

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Mito e guerra in James Hillman

James Hillman

James Hillman

di Alberto Giovanni Biuso 

Il mito 

La salute non può che partire dal recupero dell’elemento divino della malattia. Questo il significato della proposta che James Hillman formula in tutti i suoi testi: passare «da una sistematizzazione ottocentesca, positivistica, della mente e dei suoi disturbi a una psicopatologia degli archetipi, non-agnostica e mitopoietica» [1]. Continua a leggere

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Arte e antropologia, un dialogo creativo

ita-flyer-mostra-pisa-volterra-1-1024x721di Sandra Burchi e Fabio Dei [*]               

Terra di Monica Mariniello: fragilità, connessioni e ibridismi

Terra è il titolo del percorso espositivo che si è tenuto nella primavera 2022 in due città, a Pisa presso la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium dell’Università di Pisa, e a Volterra presso i Sotterranei della Pinacoteca Civica. Continua a leggere

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Per una Via siciliana dei gessi. Quando le parole portano alle cose

Imbocco superiore della carcara

San Cataldo, imbocco superiore della carcara (ph. Marina Castiglione)

di Marina Castiglione 

Lavorando ormai quasi venticinque anni fa al lessico degli zolfatai e dello zolfo (ricerca confluita nella mia prima monografia, Parole del Sottosuolo. Lessico e cultura delle zolfare nissene, «Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia» 8, Centro di studi filologici e linguistici siciliani – Istituto di Filologia e Linguistica della Facoltà di Lettere e Filosofia, Palermo 1999), gli informatori ricorrevano spesso alla descrizione del cosiddetto Graben, ossia quell’estesa avanfossa di Caltanissetta [1], costituitasi per una crisi di salinità nel Miocene superiore [2]: la stratificazione di gesso, sale e zolfo, aveva come direzione un “viaggio” dallo strato più esterno, il gesso, a quello più profondo, lo zolfo, passando per le cattedrali sotterranee di estrazione del salgemma. Continua a leggere

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I due lati del velo: sull’opportunità di distinguere l’Islam dall’islamismo

L'immagine di Mahsa Amini in una manifestazione di protesta in Iran

L’immagine di Mahsa Amini in una manifestazione di protesta in Iran

di Antonello Ciccozzi

Mahsa e le altre 

Mahsa Amini era una ragazza di 22 anni di una provincia curda dell’Iran. Il 13 settembre 2022 si trovava a Tehran con la famiglia quando fu arrestata dalla polizia morale perché indossava l’hijab, il velo islamico, in modo non abbastanza aderente, ovvero non rispettoso dei dettami della Sharia. La ragazza è morta dopo tre giorni di coma a seguito dei pestaggi subiti in prigione. La polizia parla di un infarto, il suo corpo racconta un supplizio. Da allora Mahsa Amini è diventata il simbolo delle proteste che infiammano la Repubblica islamica dell’Iran. Ad oggi durante gli scontri sono state uccise 500 persone, 18 mila sono stati gli arresti e per due manifestanti è stata eseguita la condanna a morte (mentre altri 80 rischiano di subirla). Continua a leggere

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L’incerta fede. Un fenomeno globale?

 

da La Repubblica

da La Repubblica, 30 novembre 2022

di Roberto Cipriani 

Premessa 

Il quotidiano la Repubblica del 30 novembre 2022, a firma del corrispondente Antonello Guerrera, titolava un suo articolo con il seguente testo: «Regno Unito, crollo di fedeli: i cristiani ora sono meno del 50%. Boom dei non religiosi». Nel “catenaccio” che segue per illustrare il titolo si davano altri dettagli: «Per la prima volta dal Medioevo, i cristiani non sono più maggioranza assoluta. Cresce il numero di persone che si definiscono ‘non religiose’: dal 25,2% del 2011 ora sono al 37,2%, ossia oltre 22 milioni. I bianchi scendono sotto il 50% a Londra e Birmingham». I non religiosi erano 14,1 milioni nel 2011, ma sono 22,2 milioni nel 2021, dunque con un aumento del 12% in dieci anni.  Continua a leggere

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Tornare a Pieve Santo Stefano. Riflessioni su una istituzione della cultura

Foto di Pietro Clemente

Foto di Pietro Clemente

di Pietro Clemente 

Pieve Santo Stefano – città del diario 

Così si legge in un cartello giallo all’inizio del paese. Gemellata con La Roca del Vallès, paese catalano dei diari. Siamo nell’alta Val Tiberina toscana, in provincia di Arezzo, a un passo dalla Romagna, da Cesena e Forlì. Il paese è stato distrutto nel 1944 da cannoneggiamenti tedeschi, nel dopoguerra è stato ricostruito ed ora conta circa 3000 abitanti [1]. È legato ai transiti del turismo francescano (Chiusi della Verna) e montano, ma soprattutto a una fabbrica di cavi elettrici che tiene viva l’occupazione nella zona. In autunno ha spesso temperature da montagna. Lo frequento da 27 anni come un luogo culturale speciale. Anche dopo la digitalizzazione e la messa in rete dell’Archivio, teorizzavo e teorizzo che quassù si deve venire fisicamente: l’Archivio e il suo universo non si possono guardare a distanza: salire sul monte [2] delle scritture popolari è un pellegrinaggio che ci cambia. L’Archivio ha una storia lunga ( che va verso i 40 anni, storia che per tanti anni ho condiviso [3]. Continua a leggere

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Il funerale del ghiacciaio nell’era del cambiamento climatico

 

Caspar Wolf, Ghiacciaio di Lauteraar, 1776

Caspar Wolf, Ghiacciaio di Lauteraar, 1776

di Elisabetta Dall’Ò e Giovanni Gugg 

1. Tribolazioni della Marmolada

Il 3 luglio 2022, a 3.250 metri d’altezza sul massiccio della Marmolada, tra Trentino e Veneto, è stata registrata la temperatura record di 10,3° alle ore 14. In quegli stessi minuti una grossa porzione del ghiacciaio si è staccata, provocando un’enorme frana che ha travolto il percorso della più frequentata via di salita per quella zona delle Dolomiti, mentre vi erano decine di escursionisti. Le imponenti operazioni di soccorso sono state svolte in condizioni molto difficili, sia per l’area impervia, sia perché continuava a incombere la minaccia di nuovi crolli. Dopo alcuni giorni di ricerche e di analisi del DNA per identificare alcuni corpi, il bilancio è stato di 11 morti e 7 feriti. Continua a leggere

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Oltre il silenzio: Logos e tempo

 

Big Bang

Big Bang

di Leo Di Simone 

Cosa c’era dietro il Big Bang, l’evento esplosivo teorizzato dalla fisica per cui all’incirca 13,8 miliardi di anni fa ebbe inizio l’intero universo, l’intero cosmo concentrato in una superficie microscopica dal diametro inferiore a 10-35 metri, ossia pari a un miliardesimo di un bilionesimo di un bilionesimo di centimetri? Dietro a quell’evento esplosivo che ha provocato la spinta che ha portato le particelle ad allontanarsi le une dalle altre in un moto di distanziamento in un cosmo che ancora oggi continua ad espandersi? Continua a leggere

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Il futuro dell’educazione tra sovranismi linguistici e pratiche di libertà

 

235337328-a755405b-486d-404d-933e-596bd3248fa4di Dario Inglese 

L’insediamento del nuovo esecutivo, espressione della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni del 25 settembre 2022, è stato accompagnato da una decisa svolta linguistica, ancora più netta se paragonata alla comunicazione formale e un po’ ingessata degli ultimi governi tecnici. Nei loro interventi pubblici e istituzionali, così come nella decisione di cambiare nome ad alcuni dei più importanti Ministeri dello Stato [1], gli esponenti della attuale maggioranza si sono immediatamente distinti per una decisa sterzata identitaria attraverso l’impiego di alcune delle tradizionali parole d’ordine delle destre: sovranità, sicurezza, natalità, merito, autorità, disciplina, tolleranza zero. Continua a leggere

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Il terzo punto del potere. Strategie di legittimazione della regalità Zulu

 

Bracciali scambiati all'interno del circolo kula

Bracciali scambiati all’interno del circolo kula

di Nicola Martellozzo 

Coralli, gioielli e regnanti 

«Quando, dopo un’assenza di sei anni trascorsi nei Mari del Sud e in Australia, ritornai in Europa e feci la mia prima visita turistica al Castello di Edimburgo, mi furono mostrati i gioielli della corona. [...] Mentre li guardavo e riflettevo quanto fossero brutti, inutili, sgraziati e perfino di cattivo gusto, ebbi la sensazione che qualcosa del genere mi era stata raccontata da poco e che avevo visto parecchi oggetti di questo tipo che mi avevano fatto un’impressione simile. Mi apparve allora dinanzi la visione di un villaggio indigeno costruito sul suolo corallino e di una piccola, traballante piattaforma eretta provvisoriamente sotto una tettoia di pandano, circondata da una quantità di uomini bruni e nudi, uno dei quali mi mostrava delle lunghe collane sottili e rosse e dei grandi oggetti bianchi logori, rozzi a vedersi e unti al tatto» (Malinowski 2011: 107).  Continua a leggere

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La necropolitica degli Ultimi Tempi

 

Tehran (ph. Yueing Ni)

Tehran (ph. Yueying Ni)

di Enzo Pace 

Le Nouvel Observateur del 22 novembre scorso ha pubblicato una densa intervista di Farhad Khosrokhavar su quanto accade in Iran. Khosrokhavar, sociologo di origini iraniane e dal 1998 directeur d’études all’école des hautes études di Parigi, torna a riflettere su un tema a lui caro: la tanatocrazia del regime degli ayatollah. Ne aveva parlato già nel libro L’islamisme et la mort (1995) e nell’altro Les nouveaux martyrs d’Allah (2002, tradotto in italiano). In questo ultimo testo egli aveva coniato la nozione di martiropatia, una malattia sociale i cui primi sintomi si manifestano durante la (vera) prima guerra del Golfo, quella fra Iran e Iraq (1980-88), scoppiata appena un anno dopo l’instaurazione della Repubblica islamica sotto la guida di Khomeyni. Continua a leggere

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Demologia, antropologia e beni culturali oggi: qualche disorganica riflessione

 

schermata-2022-10-10-alle-16-01-17di Antonello Ricci 

Dal secondo dopoguerra e fino alla metà degli anni Ottanta del Novecento gli studi italiani di ambito antropologico culturale riguardanti il territorio italiano hanno avuto un importante e rinnovato filone di ricerca e di riflessione incentrato sul mondo contadino e pastorale e, più in generale, sulla cultura degli strati sociali che, con termini del tempo, sono definiti “fascia folklorica”, “cultura subalterna”, “mondo popolare”, ecc. Demologia è la denominazione che ancora oggi indica quel segmento di studi antropologici e che è parte della dicitura Discipline DemoEtnoAntropologiche (DEA) e descrive il settore scientifico-disciplinare M-DEA/01. Continua a leggere

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Due Trinità a confronto

      

07-dio-patria-famigliadi Roberto Settembre 

Dio Patria e Famiglia hanno avuto straordinaria fortuna: straordinaria poiché sono tre entità terribilmente gerarchiche, ciascuna delle quali esercita il suo dominio sui suoi sottoposti e lo esercita in modo così totale da trascendere ogni forma di diritto, intendendosi per diritto il punto di riferimento normativo e ideale al quale il soggetto si richiama quando viene messa in pericolo la sua esistenza fisica o morale, e dal quale il soggetto può trarre la legittimazione per invocare la propria difesa. Continua a leggere

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Configurazione commerciale-contrattuale della “gestazione per altri”: una riflessione critica

 

utero-in-affitto-codice-a-barredi Laura Sugamele 

Introduzione 

Il progetto politico del femminismo che, sin dagli inizi, si delinea nell’enfasi del superamento dicotomico, procede nel suo sviluppo come approccio articolato analiticamente. Le rivendicazioni femminili sorte in seno alla Rivoluzione francese [1], si possono considerare quale fervente inizio di un percorso che, gradualmente negli anni, determinerà cambiamenti epocali nel modo di discutere sulle donne, sul loro ruolo in società e sulla percezione di esse in quanto soggettività. Da quel momento in poi, la sfida femminista contribuì ad un cambio prospettico rilevante laddove le sue acquisizioni teoriche condussero ad incentrare la questione dell’emancipazione, sul rapporto tra condizione femminile e società.   Continua a leggere

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Quando si dice che il re è nudo. Cronache dello sport moderno

 

coverdi Aldo Aledda 

Il 2022 è stato per l’Italia l’anno d’oro dello sport, che ha visto le nostre nazionali imporsi nei campionati europei e mondiali del calcio e della pallavolo, eccellere nei giochi olimpici e nelle altre competizioni internazionali dell’atletica leggera, del tennis, del nuoto, del ciclismo e motociclismo, della scherma e della ginnastica (in gran parte i cosiddetti “sport poveri”, quindi). Questi successi sono stati giustamente esaltati e cavalcati non solo dai vertici dello sport, ma anche da quelli istituzionali che vi hanno visto una metafora delle più impegnative sfide economiche, politiche, sociali e sanitarie in cui era ed è impegnato il Paese. Continua a leggere

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Islam ed evoluzione: implicazioni scientifiche, epistemologiche e teologiche

 

Grande Catena dell'Essere (da Diego Valades, Rhetorica Christiana, 1579)

Grande Catena dell’Essere (da Diego Valades, Rhetorica Christiana, 1579)

di Giovanni Altadonna 

Introduzione 

Nell’ambito di ricerche interdisciplinari dedicate al controverso rapporto fra teoria dell’evoluzione e religioni monoteistiche, sono stati raccolti dati sulla percezione del darwinismo da parte del mondo islamico. Scopo di questo articolo è quello di evidenziare le complesse implicazioni scientifiche, epistemologiche e teologiche che accompagnano i vari, e diversi, interventi circa questo delicato e dibattuto argomento; nonché di sottolineare la non uniformità del giudizio degli intellettuali e dell’opinione pubblica musulmana di fronte all’evoluzionismo darwiniano.  Continua a leggere

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Il Piano d’azione dell’UE per contrastare l’immigrazione nel Mediterraneo centrale: il calcio allo sgabello

 

@LaStampa.it-Home-Page

@LaStampa.it-Home-Page

di Roberto Angrisani

L’Unione europea è attanagliata nella morsa della gestione miope del fenomeno migratorio. Le ultime misure adottate per “affrontare” la ripresa degli sbarchi nel Mediterraneo centroccidentale [1] mostrano quanto le istituzioni di Bruxelles abbiano poco appreso dalle lezioni del passato recente. Continua a leggere

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“Bella a fai”. Donne oltre sé stesse nell’antropologia di Paola Atzeni

 

corpi_gesti_stili_coverdi Nicolò Atzori 

Mai come in questo nostro tempo inquieto e confuso si è discusso e ragionato di donne, dei loro diritti e del loro corpo protagonista di cronache e di storia. Di donne e di corpo scrive Paola Atzeni nel suo ultimo libro, Corpi, gesti, stili. Saper fare e saper vivere di donne eccellenti nella Sardegna rurale, edito quest’anno da Ilisso. Il volume, a ben vedere, riprende una precedente pubblicazione dell’antropologa [1] allora esplicitamente rivolta ad un pubblico specialistico e, a detta della stessa, certamente suscettibile di miglioramenti e arricchimenti.

L’esito del suo aggiornamento è un contributo ricco e metodologicamente plurale, frutto del cammino di crescita che, a partire dalle prime ricerche sul campo degli anni Ottanta, Paola Atzeni ha percorso per poter giungere ad una sistemazione quanto più possibile completa ed efficace dei risultati emersi dai quadri di vita indagati. Continua a leggere

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Storie da riorientare: letture e ragionamenti nella inquieta temperie dell’attualità

Ex Museo coloniale di Roma, oggi Museo italoafricano Ilaria Alpi

Ex Museo coloniale di Roma, oggi Museo italoafricano Ilaria Alpi

di Franca Bellucci 

Le concomitanze drammatiche odierne – enumerando: pandemia, variazione climatica, guerra come relazione geopolitica – vanno cumulandosi. Chi scrive ne ha percezione dall’angolo abituale, che sa limitato, ma tanto più da meditare in ogni valenza: ed è il Paese Italia, con l’area delle sue relazioni contemporanee. Continua a leggere

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L’immaginario di Antonio Gramsci, padre e bambino

 

coverdi Giancarlo Bruschi e Giuseppe Sorce [*]

Le immagini colorate di Gramsci che si racconta bambino

È in distribuzione da qualche mese una raccolta di lettere di Gramsci, prefate da Noemi Ghetti, con illustrazioni di Francesco Del Casino e postfazione di Pietro Clemente, Ti racconterei altre storie, sempre più meravigliose (L’asino d’oro editore). Le mie note arrivano in ritardo rispetto alle numerose presentazioni a Siena, Milano, Cagliari, Firenze e Roma, tutte caratterizzate da un vivo interesse dei partecipanti, molti dei quali giovani, stimolati emotivamente dall’inattesa presenza di pregnanti immagini e di testi sapientemente scelti, sorretti da una profonda e stimolante postfazione. Continua a leggere

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Lo sguardo dei bambini nell’orizzonte dello stesso mare

 

img_1170di Antonino Cangemi 

I bambini ci guardano. Non è solo il titolo del film di De Sica girato nel 1944 che preannuncia la stagione neorealistica e inaugura la felice collaborazione con Zavattini, ma anche la constatazione di come i piccoli osservino gli adulti, ne studino i comportamenti, ne seguano i ragionamenti senza tante volte comprenderli. Il tema delle diversità e dell’integrazione, ad esempio, tanto controverso negli adulti, è in genere visto dai bambini con una semplicità stupefacente.

Torna in mente la preoccupazione della madre di un ragazzino frutto di adozione internazionale chiamato a svolgere un elaborato sulla sua famiglia. Che cosa avrebbero detto i compagni di classe, come avrebbero giudicato il racconto sulla sua famiglia “non naturale” così diverso da quelli riferiti a famiglie comuni? Continua a leggere

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Francesco d’Assisi. Una lettura ‘laica’ nel XXI secolo

 

coverdi Augusto Cavadi 

Nella denominazione “cristianesimo” rientrano, in questi due millenni e nel panorama contemporaneo, centinaia di organizzazioni ecclesiali molto differenti fra loro e, perfino, al loro interno. In questo arcipelago non è per nulla facile orientarsi, ma una prima discriminante è individuabile nel IV secolo quando il cristianesimo “perseguitato” viene affiancato – e via via quasi soppiantato – dal cristianesimo “tollerato” prima (editto di Costantino, 315) e “obbligatorio” dopo (editto di Teodosio, 380). Così il “movimento” spirituale-politico avviatosi nel nome di Gesù di Nazareth diventa una “religione” istituzionalizzata; il messaggio minoritario e rivoluzionario diventa l’ideologia della maggioranza a servizio della conservazione del potere politico di turno; l’ortoprassi, misurata con il metro della solidarietà attiva gratuita, cede il primato all’ortodossia, stabilita in dogmi immodificabili formulati secondo le categorie culturali dell’epoca. Continua a leggere

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L’inossidabile “vecchia signora”: la Convenzione di Ginevra sui rifugiati ha compiuto 70 anni

1di Benedetto Coccia e Antonio Ricci 

Introduzione 

Per molti, in settant’anni, la Convenzione di Ginevra del 28.7.1951 [1] e il Protocollo di New York del 31.12.1967 [2] hanno fatto la differenza tra la morte e la vita, tra il pericolo e la sicurezza, tra la disperazione e la speranza. La comunità internazionale non è riuscita ad assicurare la cessazione di guerre e persecuzioni, tanto che i migranti forzati nel mondo non sono mai stati tanti come oggi, che se ne contano 100 milioni. Un’affollata nazione di senza diritti, in balia di sfide che si fanno sempre più globali e complesse, acuite dalla pressione demografica, dalle sperequazioni mondiali, dal climate change, dalle difficoltà di accesso alle risorse (acqua, cibo, terre, energie, ecc.) e, non ultimo, dalla pandemia da Coronavirus. Continua a leggere

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Comunicare l’esperienza subacquea in un museo. Il caso del Museo Nacional de Arqueología Subacuática di Cartagena (Spagna)

Museo di Cartagena

Museo national de Arqueologia Subacuatica Arqua di  Cartagena (ph. Antonio Cosseddu)

di Antonio Cosseddu 

Il Museo Nacional de Arqueología Subacuática. ARQUA di Cartagena (Murcia, Spagna) è uno dei pochi musei al mondo interamente dedicati all’archeologia subacquea; ma, a differenza di altre istituzioni simili, non si limita a garantire la conservazione, la fruizione e la valorizzazione di alcuni rinvenimenti subacquei. L’ARQUA ha l’obiettivo di diffondere il valore dell’intero patrimonio culturale subacqueo, promuoverne la conoscenza e le attività professionali che operano per favorirne la protezione e la conservazione. Per farlo, come espresso nel primo pannello della sala espositiva, il museo «invita ad immergersi nel Patrimonio Culturale Subacqueo».  Continua a leggere

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Nella storia del couscous il periplo del Mediterraneo

 

9788854954205_0_536_0_75di Antonino Cusumano

Una mia amica antropologa svedese, Eva Carlestal, che ha svolto qualche anno fa una ricerca etnografica in Sicilia su una comunità di pesca, ha osservato che «i siciliani si riuniscono spesso per condividere un pasto, ma godono anche soltanto nel discutere del cibo e condividerne le ricette. Di solito hanno opinioni molto solide su come i vari piatti dovrebbero essere preparati, e amano parlarne e confrontare il loro modo di cucinare una certa pietanza con quello degli altri, anche se le differenze sono generalmente minime» (Carlestål, 2012: 116). Che l’alimentazione sia “fatto sociale totale” che pervade ogni aspetto della vita individuale e collettiva è dato antropologico largamente acquisito e documentato. Che nella cultura mediterranea dei popoli il cibo sia di per sé marcato da un elevato tasso di socialità e solennità, oggetto particolarmente “denso” di significati e di investimenti simbolici, è qualcosa che trova nell’esperienza quotidiana e nella letteratura ampia attestazione. Continua a leggere

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Kalevala, poema finlandese tra fiaba, mito e leggenda. Dal racconto orale a letteratura di culto

 

kalevala-lotta-1di Laura D’Alessandro

Sono tanti gli scrittori che hanno attinto dai racconti orali per realizzare opere indimenticabili come spesso è accaduto nella fiaba. Senza dubbio uno dei più blasonati tra i generi della letteratura folklorica, la narrazione fiabica affonda le sue radici nell’esaltazione dell’oralità popolare come matrice autentica dell’arte e dell’identità nazionale. Sin dall’epoca romantica segnata del successo internazionale dell’opera fiabistica dei fratelli Grimm [1]. Continua a leggere

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In bocca al lupo

 

imagesdi Chiara Dallavalle

Sempre più spesso, durante le mie escursioni in montagna, mi capita di ascoltare racconti in cui altri camminatori si sono imbattuti in uno dei grandi carnivori in passato scomparsi e ora ritornati nelle nostre terre. A volte si tratta solo di rumori sentiti in lontananza, come nel caso dell’orso bruno, che durante un’ascensione in Abruzzo ha seguito a distanza il gruppo degli amici escursionisti per oltre un’ora, rendendo inequivocabile la sua presenza attraverso borbottii e rumori di rami spezzati. Nel caso del lupo, invece, a volte si è trattato di un vero e proprio incontro ravvicinato, durante il quale l’animale si è mantenuto ad una distanza di sicurezza di qualche decina di metri dall’umano, facendo comunque scorrere un brivido lungo la schiena di quest’ultimo. Ben più rari sono gli avvistamenti della lince, un felino di per sé particolarmente elusivo, la cui ricomparsa ad oggi è testimoniata quasi esclusivamente dalle fototrappole. Continua a leggere

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Il giovane Cocchiara: le fasi di una svolta

copertina_cocchiara_page-0001di Alessandro D’Amato [*] 

Nel panorama della storia degli studi delle scienze demoetnoantropologiche italiane, la figura di Giuseppe Cocchiara (1904-1965) è spesso riduttivamente accostata a un illustre predecessore: Giuseppe Pitrè. Quest’ultimo è stato il capostipite di una tradizione disciplinare che ha registrato nella Sicilia della seconda metà dell’Ottocento e dei primi due decenni del Novecento un grande fermento, grazie alla presenza di un numero cospicuo di collaboratori periferici, che lo informarono costantemente circa le tradizioni popolari dei piccoli centri dell’Isola. Oltretutto, fu proprio Cocchiara a rilevare e rivelare le modalità attraverso cui Pitrè riuscì a entrare in contatto con un numero tanto esteso di collaboratori, residenti nelle varie province siciliane:  Continua a leggere

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La cultura artistica del Seicento in Sicilia: i pittori, i mercanti e i collezionisti al tempo di Matthias Stom

 Ritratto del cardinale Gabriele Paleotti, Pinacoteca Domenico Inzaghi, Budrio (ph. Nicola Quirico)

Ritratto del cardinale Gabriele Paleotti, Pinacoteca Domenico Inzaghi, Budrio (ph. Nicola Quirico)

di Salvatore Denaro 

Con l’aprirsi del Seicento la Sicilia trascinava ancora in campo artistico la lezione che i decreti tridentini, stabiliti sul finire del XVI secolo, imposero per una pittura più decorosa, che si avvicinasse il più possibile ai testi scritturali, senza eccessi e stravaganze. Questo modo di sentire la pittura, continuerà ancora intorno alla metà del secolo, quando il Samperi nella sua Iconologia, discutendo in materia di pittura sacra, prende esempio dagli scritti del Cardinale Paleotti e dei decreti del Sacro Concilio Tridentino [1] (Samperi, 1991: 233). 

I Dettami del Concilio riflettevano ancora quell’inclinazione pittorica di Giuseppe Valeriano e Scipione Pulzone che costituiva il «canovaccio compositivo almeno di buona parte della pittura siciliana controriformata» (Abbate, 1984: 43) e che andava a soddisfare quelle committenze che provenivano dagli ordini religiosi, quali francescani e benedettini. Continua a leggere

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Donne migranti e il cimento della scrittura

 

1di Lella Di Marco

Sono motivata da un grande entusiasmo a scrivere del lavoro politico, culturale e umano delle donne che da quindici anni lavorano in una realtà autonoma e connessa alla Fiera del libro di Torino con un grosso progetto sulla scrittura delle donne migranti, tanto da determinare e rimarcare una “differenza”, l’alterità che dà voce a chi non l’ha, scavalcando ogni mediazione metodologica etno antropologica per attingere e raccogliere verità di viva e diretta testimonianza, aprire dibattiti, coinvolgere esperti, approfondire lo studio delle lingue e non solo in dimensione glottologica, sensibilizzare istituzioni locali, nazionali e internazionali. Continua a leggere

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Through the TV screen

Leon, 2007 (ph. Federico Faeta)

Leon, 2007 (ph. Federico Faeta)

di Ginestra Faeta [*]

“Mommy don’t go”, he moans softly against her ear, passing his tiny, plumb hands through the woman’s hair. They are soft and long, when they’re not covered by the ḥijāb she always wears.

Her mother taught him it is a sign of respect for Allah.

“What’s Allāh?”, he asked once.

“He’s the only one who always looks at us from up above, sweetheart. And always watches out for us”, his mother responded. Continua a leggere

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Un’epidemia comportamentale della società contemporanea

 

9788858027738_0_536_0_75di Vita Fortunati

I dati demografici più recenti indicano che la popolazione del pianeta ha raggiunto gli otto miliardi. Se a questo fenomeno si aggiunge lo straordinario, recentissimo sviluppo di tutte le forme di comunicazione e delle possibilità di incontro si potrebbe dunque pensare che la “vicinanza” tra umani non è mai stata così stretta nella storia di Homo sapiens. Ma le cose non sembra stiano proprio così.

Paradossalmente, alla maggiore vicinanza “corporea” e alle maggiori possibilità di “contatti” e di “incontri” in molte delle nostre società contemporanee, ed in particolare in quelle più avanzate, si sta assistendo ad un consistente aumento della Solitudine, ovvero di quel devastante sentimento soggettivo che un individuo prova, pur essendo circondato da familiari, amici o conoscenti. Continua a leggere

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Rileggendo “La novellaja fiorentina” di Vittorio Imbriani

  

Vittorio Imbriani

Vittorio Imbriani

di Mariano Fresta 

Dalle raccolte regionali a Le fiabe italiane di Italo Calvino 

Nonostante nell’Ottocento fossero stati pubblicati numerosi volumi di fiabe e di novelle tradizionali, fino a metà del Novecento mancava in Italia una raccolta che potesse rappresentare la narrativa popolare a livello nazionale. Già in Francia, per merito di Perrault [1], e soprattutto in Germania, per merito dei fratelli Grimm [2], esistevano raccolte favolistiche che potevano essere indicate come “francesi” e “tedesche”; ma in questi Paesi ciò era potuto avvenire perché esisteva già una lingua nazionale formatasi nei secoli precedenti, mentre l’unificazione linguistica in Italia ha cominciato ad attuarsi solo nel Novecento. Continua a leggere

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Voci, versi e canti che vengono da lontano

 

turiddu-portacd_imp2di Giuliana Fugazzotto e Mario Sarica [*] 

“Li multi vuci”. Il Contrasto cantato di tradizione popolare e la poesia della corte di Federico II 

Fra i documenti musicali più interessanti della tradizione popolare siciliana, spesso ancora in uso o presenti nel ricordo di molti cantori, troviamo alcuni canti monodici appartenenti a quella tipologia di componimenti poetici, caratteristici della letteratura latina medievale, conosciuti con il nome di Contrasto e diffusi nelle letterature romanze dei primi secoli. I testi, per lo più in versi, drammatizzavano la disputa fra due personaggi reali o immaginari su argomenti religiosi o profani. Continua a leggere

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“Nella nostra affabile luce latina”. Cardarelli nei luoghi

Amerigo Bartoli, Ritratto di cardarelli, 1934

Amerigo Bartoli, Ritratto di Vincenzo Cardarelli, 1934

di Aldo Gerbino 

E tutto a sera,/ grilli, campane, fonti,/ fa concerto e preghiera, / trema nell’aria sgombra [Vincenzo Cardarelli, da “Sera di Gavinana”, in Poesie, 1966]. 

Tra gli Amici al caffè, opera di ampia dimensione firmata da Amerigo Bartoli nel 1930, sta seduto, accanto alla figura di Emilio Cecchi, quella di un altro rondista d’eccezione, Vincenzo Cardarelli. Il gruppo di amici, ben sedici (compreso il cameriere Malatesta) mostra il poeta di Corneto-Tarquinia con un braccio alzato, l’indice rivolto al soffitto come se recitasse dei versi, oppure stesse esprimendo qualche sua posizione alimentata dalla polemica letteraria. Cecchi, silenzioso, porge l’orecchio. Continua a leggere

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Auto da Fè e il legame sottile tra un libro e la Santa Inquisizione: il fuoco

 

9788845904868_0_536_0_75di Francesco Gianola Bazzini

Questo mio contributo non vuole essere una recensione di un libro che sarebbe ben più articolata. Ho voluto invece evidenziare il legame di un testo letterario con una pratica istituzionalizzata della cristianità, che attraverso il titolo ed il suo epilogo ad essa si ricollega. Tra le opere non lette mi è capitato tra le mani tempo fa Auto da Fè [1] di Elias Canetti, Nobel per la letteratura postumo nel 1981 (il libro è stato pubblicato la prima volta nel 1935). Ho incominciato a sfogliarlo, e piano piano ho capito che il testo rappresentava per me un forte interesse per due ordini di motivi: il legame quasi paterno del protagonista del romanzo con la sua biblioteca unito al tragico epilogo che lo porta, con i suoi amati libri, ad un vero e proprio Auto da Fè. In secondo luogo, il titolo del libro: Auto da Fè – Atto di fede; la sublime immolazione purificatrice della propria irrinunciabile coerenza. Cerimonia celebrata dalla Santa (?) Inquisizione che seguiva ai processi per eresia o presunta tale. Ma su questo torniamo dopo. Continua a leggere

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Troina, città medievale, restauri e ricerche in corso

roina, Torrione normanno della Cattedrale (XI sec.). La muratura più antica ingloba la prima monofora e giunge fino alla linea marcapiano della seconda apertura. La struttura muraria e costituita da grossi blocchi squadrati di tufo locale, lo stesso che costituisce l’ossatura della sella rocciosa su cui e incastonato il centro storico. Tra i conci si nota un sottile strato di calce spenta (aveva la doppia funzione di livellare e di creare aderenza), come in altri contesti architettonici risalenti allo stesso periodo. Si vedano in tal senso i paramenti a conci squadrati di altre parti di murature di elevazione e basamentali. Nella Torre Capitania e nel primo ordine (fino al ventesimo filare) della Torre di San Francesco d’Assisi si rileva lo stesso sistema costruttivo, come anche in altri brani della cinta muraria della Cittadella

Troina, Torrione normanno della Cattedrale (XI sec.). La muratura più antica ingloba la prima monofora e giunge fino alla linea
marcapiano della seconda apertura. La struttura muraria è costituita da grossi blocchi squadrati di tufo locale, lo stesso che costituisce l’ossatura della sella rocciosa su cui e incastonato il centro storico (ph. P. Giansiracusa)

di Paolo Giansiracusa [*] 

Una roccia aspra, nuda, lunga e stretta, generatasi attraverso spinte tettoniche come tutto l’Appennino di cui le montagne dei Nebrodi e delle Madonie, nonché gli speroni isolati fino al Monte di Erice, sono la parte emergente più a Sud del Mediterraneo, così doveva apparire ai siculi, nell’età preistorica, il possente masso roccioso su cui oggi è posata Troina. Il monte, sulla linea di colmo, possedeva una pista  naturale (poi strada interiore), giacente sul piano ondulato della parte più elevata del masso, fiancheggiata nel nostro tempo da due filari di case che costituiscono l’abitato, chiudendo a Tramontana e a Mezzogiorno il nucleo più antico. Si tratta del risultato di  una lunga stratificazione alla cui base andrebbero cercate le radici strutturali della città greca.

Qui, come sulle pareti e sui limitati pianori dei contrafforti rocciosi circostanti, si espressero con segni tangibili le prime forme di vita organizzata. La roccia, come una scultura segnata dal passaggio umano, nonostante la forte antropizzazione, testimonia ancora oggi l’esistenza di necropoli e villaggi preistorici a cui, qualche tempo dopo la colonizzazione greca, si sovrapposero e si affiancarono forme evolute di urbanizzazione. Poco si conosce allo stato attuale dei contesti abitativi e dei luoghi urbani fortificati del primo millennio a.C., anche se la ricerca archeologica ha gettato luce su ampie pagine del passato e, ancora oggi, continua con costanza e sapienza a disseppellire complessi strutturali e testimonianze fittili. Continua a leggere

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Memorie ferroviarie siciliane

Salemi, Bambini nel carro merci, gennaio 1968 (ph. Nino Giaramidaro)

Salemi, Bambini nel carro merci, gennaio 1968 (ph. Nino Giaramidaro)

di Nino Giaramidaro

Correvo alla finestra richiamato dall’angosciato fischio e lo vedevo subito sotto l’aureola di fumo: il treno, con i vagoni che potevo contarli ad uno ad uno. Passeggeri e merci, marroncini e rossicci che camminavano lungo l’orizzonte scandito da regolari fischi per avvisare ai passaggi a livello del sopraggiungere. Poi il “locomotore” e il suo seguito si nascondevano dietro il campanile di Santa Maria di Gesù e riaffacciavano brevemente per scomparire dietro le case della via Marsala, dove c’erano le fornaci dei cretai. Definitivamente. Dalla mia finestra il treno non si vedeva più. Mi rimaneva uno skyline deserto, senza nulla che valesse la pena di essere guardato.   Continua a leggere

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