Social media e modelli di genere

copertinadi Vincenzo Matera

I social media esercitano un impatto sulla nostra vita quotidiana, la trasformano? Molto probabilmente chiunque di noi risponderebbe senza esitare con un “sì, certo”. Se domandassimo, però, “che tipo di impatto? Quali trasformazioni?”, le risposte diverrebbero meno certe, si aprirebbero dubbi, le persone mostrerebbero incertezza. I social e le tecnologie digitali che ci consentono di utilizzarli, infatti, hanno delle conseguenze di cui non sempre siamo consapevoli e che spesso tendiamo a collocare in modo automatico nel solco dei determinismi tecnologici (le innovazioni sono di per sé migliorative della vita e delle relazioni sociali). Continua a leggere

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‘Afīfah Karam: le origini del romanzo arabo-americano

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‘Afīfah Karam, 1915

di Francesco Medici

Nonostante gli evidenti limiti stilistico-strutturali e benché altri romanzi lo abbiano preceduto, Zaynab di Muḥammad Ḥusayn Haykal (1888-1956), pubblicato al Cairo nel 1914, viene convenzionalmente indicato come il primo ‘vero’ romanzo arabo. La ragione di tale imprecisa attribuzione è probabilmente da ascriversi al fatto che le opere (antecedenti o coeve) assimilabili al medesimo genere letterario non costituiscono che dei modesti tentativi da parte di autori che si cimentavano per la prima volta con una forma narrativa, tradizionalmente occidentale, che nei Paesi arabi era a quell’epoca ancora misconosciuta. La maggioranza degli studiosi ha tuttavia trascurato (e continua tuttora a trascurare) quanto gli scrittori siro-libanesi emigrati negli Stati Uniti, pionieri del cosiddetto adab al-mahǧar, abbiano prodotto agli inizi del XX secolo. Continua a leggere

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Politics of Nature: sacred object and accumulation

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Palme from the Drake manuscript histoirie naturelle des Indes (The Pierpont Morgan Library, NY@ david a Loggie)

di Enrico Milazzo [*]

Introduzione

In our way to understanding the Politics of Nature as the paradigmatic, which pouring out of the relationship between Labor and Economics, tries equating Matter – or simply, as the limitless expansion of the rule of Law in the reign of things- we must look upon three particular items. The first area of items to be discussed are the Sacred Objects, then we will consider a small part of the concept of Value and finally the aftermath of the Accumulation’s problem.

In the first place, the Sacred Objects are those which, if correctly conceived, allow us to keep an eye on the historical transformations of evaluation procedures and evaluation ‘capacity’ of our society. Continua a leggere

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In ricordo di Bruno Caruso


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Bruno Caruso nello studio di Giuseppe Modica (ph. Dino Ignani, 2000)

di Giuseppe Modica

È già passato un anno dalla sua scomparsa, il 4 novembre 2018, e in quella occasione avevo preferito non scrivere per evitare di fare coincidere l’ennesima nota di memoria di amici artisti con la loro scomparsa. Avevo fatto giusto in tempo a dargli un ultimo saluto quindici giorni prima all’ospedale di San Giovanni dove era ricoverato. Continua a leggere

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L’antropologo come pellegrino e la costruzione della biografia simbolica

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Palermo, Santuario di santa Rosalia (ph. S. Montes)

di Stefano Montes

Nei primi giorni di settembre di ogni anno, a Palermo, i pellegrini si recano al Santuario di Santa Rosalia. Festeggiano la santa patrona della città, intraprendendo il cammino che porta alla sommità di Monte Pellegrino dove si trova la grotta che ha accolto la santuzza in espiazione. Intraprendono il cammino per renderle omaggio, sovente nell’intento di fare un voto, per poi eventualmente ricevere una grazia. È un atto reso alla santuzza da parte dei palermitani – nonché dei non nativi che vi aderiscono – al fine di ricambiare il dono originario a loro volta ricevuto: la liberazione dalla peste. Continua a leggere

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Gli alberi, i boschi, la vita. Per una nuova etica della Terra

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The Plantation, 2017, Älvdalen, Dalarna, Svezia, ph. Helene Schmitz

di Hilda Maria Morgan

Hai mai camminato in un bosco, guardandoti attorno – totalmente circondato di verde, di alberi, di aghi, di muschio, di foglie – odorato, respirato, guardato verso il cielo e sentendoti come se tu fossi in tutte le parti del mondo, in tutte le parti del bosco e che tutte queste siano in te, quasi come se fossi assorbito della natura? Una sensazione di completezza spirituale, che non ha niente a che fare con la religione ma invece con una connessione spirituale con il paesaggio. Continua a leggere

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Sotto la luna

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Van Gogh, Notte stellata, 1889

di Arnaldo Nesti  [*]

«Che fai tu luna, nel cielo. Dimmi, che fai, silenziosa luna?». Quante volte abbiamo parlato così alla Luna, richiamando i versi del Poeta. Il colloquio con la luna è un topos letterario di lunga tradizione poetica, ma la luna può anche essere considerata l’interlocutrice privilegiata di chi fatica ad abitare il tempo e i giorni nel loro scorrere. Continua a leggere

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Pizzuto filosofo

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Antonio Pizzuto (@Fondazione A. Mizzuto, Roma)

di Antonio Pane [*]

Il percorso di studi che il 7 aprile 1922 porta Pizzuto a laurearsi in Filosofia inizia subito dopo il conseguimento della laurea in Giurisprudenza (il 19 giugno 1915, con una tesi di economia e statistica sulla coltivazione del caffè in Brasile, relatore Costantino Bresciani Turroni). La immatricolazione alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo reca la data del 31 agosto 1915 (numero 610, foglio 610).[1] Lo stesso giorno infatti «Pizzuto Antonino, di Giovanni, da Palermo (170 Corso Calatafimi)», prega il Magnifico Rettore di «volerlo iscrivere al terzo anno per la Laurea in Filosofia», chiedendo insieme l’esenzione «dell’intera tassa d’immatricolazione e d’iscrizione», «avendo riportato negli esami obbligatori dell’ultimo biennio del corso di Giurisprudenza e nell’esame di Laurea la votazione prescritta dal regolamento».[2] Continua a leggere

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«Juhan»: un’appassionante dialettica tra Oriente e Occidente

copertinadi Silvia Pierantoni Giua

«In amore come in politica niente è impossibile» afferma Juhan verso la fine del libro che ha per titolo proprio il suo nome. Questa frase è esplicativa del contenuto del breve romanzo di Ameen Rihani poiché racchiude le principali tematiche che vengono affrontate, ovvero l’amore, la politica e l’infinito potere e potenziale che esse possiedono.

Non è casuale il fatto che la protagonista associ questi due termini; nel testo, infatti, amore e politica si intrecciano dando forma a dinamiche, spesso conflittuali, sia di natura psicologico-emotiva (i pensieri e le emozioni contrastanti vissute da ciascun personaggio) sia di carattere relazionale (le dissonanze che si creano all’interno dei rapporti) e, infine, di ordine sociale (in che modo il contesto e i rapporti personali si influenzano reciprocamente). Continua a leggere

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Questa Favara

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Favara (ph. A. Pitrone)

 di Angelo Pitrone

Favara mi ha sempre incuriosito.

Vivo ad Agrigento, a pochi chilometri da Favara, l’ho sempre frequentata fin dagli anni sessanta quando con la parrocchia si facevano i ritiri al seminario di Favara. Poi negli anni settanta, gli anni di via Agrigento, delle comunità di base. Adesso grazie alle proposte culturali della FARM dei coniugi Bartoli e degli incontri letterari della Medinova di Antonio Liotta. Continua a leggere

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No price, no pay. Società Segrete, Confraternite e Cultismo tra Nigeria e Italia

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Società segreta Vabong Mumuye

di Lisa Regina Nicoli

Moustapha mi aspetta. La schiena appoggiata al furgone bianco, una sigaretta tra le lunghe dita e i dread soffocati sotto il cappello di lana.

- Si stava meglio giù eh- gli grido parcheggiando la bicicletta. Battuta idiota. Sghignazza.

Ci conosciamo da diversi anni e mi ha mandato qualche foto mentre attraversava la Mauritania, in mezzo alla sabbia e al caldo soffocante del deserto.

- Come stanno Marta e i bambini?

- Bene, ma non la porto più, viaggiare in macchina con un bianco adesso è troppo pericoloso, non sai mai chi ti ferma. Vado da solo. Continua a leggere

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Tunisia, democrazia e FMI: un caso emblematico di cortocircuito

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Tunisi, 7 settembre 2015: l’allora direttrice del FMI, Christine Lagarde, incontra il direttore della Banca Centrale della Tunisia, Chedly Ayari

di Lisa Riccio

Lo scorso 3 gennaio 2018, in occasione dell’anniversario delle Rivolte del Pane del 1983-1984, la Tunisia è scesa ancora una volta in piazza. Oggi come allora, le ragioni dei moti di protesta vanno ricercate nel vertiginoso aumento dei prezzi dei beni di prima necessità in seguito all’ennesimo intervento delle Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI), in specie del FMI, nella vita economica del Paese. Ciò che emerge persino ad uno sguardo non molto attento, è che non solo ancora una volta abbiamo rifiutato di ascoltare ed imparare dalla storia, ma tentiamo anche di elaborarne un’immagine più attenuata tramite l’uso dell’arma politica più vecchia al mondo, la retorica. Continua a leggere

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Con la vela latina nel mare di Sicilia. Appunti dall’Atlante Linguistico Mediterraneo (ALM)

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Fig. 1 Sardara

di Giovanni Ruffino

Nel capitolo su “Barche e attrezzi da pesca” che Giuseppe Pitrè – il più grande studioso della vita tradizionale in Sicilia – dedicò alle attività marinare, la vela latina è menzionata una sola volta, precisamente quando si parla della tartana «barca da carico e pescareccia ad un solo albero a calcare e ad una vela latina»[1]. In verità la situazione era diversa, come risulta anche da ricostruzioni accurate di barche a vela, compiute in questi ultimi tempi e di cui mostrerò qualche esempio. Continua a leggere

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I Cuntasanti. Novenatori a Messina tra XIX e XX secolo

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Sonatori orbi novenatori con garzone

di Mario Sarica [*]

Prima di posare lo sguardo sui “cuntasanti”, ovvero i “nuviniddari” o “sonaturi orbi” di area messinese, per fare poi conoscenza di Vito e Felice Pagano, ultime eredi di una pratica devozionale popolare plurisecolare, è necessario, per una più completa e interrelata comprensione del tema dato, osservare il più ampio orizzonte urbano di forme di religiosità popolare, entro il quale si replicavano queste singolari narrazioni di figure del Sacro, consegnate al canto e ai suoni strumentali. Lo faremo lungo un percorso storico, attingendo alle fonti e cronache d’epoca, che dalla fine dell’Ottocento, interpolando anche la ricerca sul campo, giunge fino agli anni del Terzo Millennio. Continua a leggere

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We have a shared dream. Il giardino botanico in America, fra trasmigrazioni e radicamenti

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Fioriture a New York (ph. F. Schiavo)

di Flavia Schiavo

Quando, tra il 1845 e il 1849, a causa della “Great Famine, la carestia di patate che colpì l’Irlanda, numerose persone perirono e una consistente porzione di Irish salpò verso l’America, pochi, forse nessuno, sapevano che la terra che li avrebbe accolti era quella da cui la principale fonte di sostentamento alimentare, la patata appunto, aveva avuto origine, raggiungendo l’Europa solo dopo la scoperta dell’America, del Sud, in questo caso, essendo la patata originaria delle Ande. Continua a leggere

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L’altrove, il mondo e la geografia al tempo degli iperoggetti

copertinadi Giuseppe Sorce

Terra, oggetti, iperoggetti, non-umani. Morton ci dice che se vogliamo ragionare in senso realmente ecologico dobbiamo sbarazzarci del mondo. Che anzi il mondo lo abbiamo già perso. Il ragionamento che propone è molto convincente. A fare una brutta fine, oltre al mondo, secondo Morton, c’è l’altrove.

Il mondo come immagine del mondo, elaborata dalla modernità e perpetrata nella contemporaneità, sono estetizzazioni che hanno la colpa di scatenare comportamenti e pensieri che deviano verso una falsa-entità-mondo [1] destinate a bloccare in realtà tutte le azioni ecologicamente possibili e sensate. Continua a leggere

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La democrazia non è fatta di friends ma di amici

copertinadi Orietta Sorgi

In che modo può definirsi al giorno d’oggi l’amicizia, un sentimento o valore che a prima intesa sembra sottrarsi a qualsiasi criterio di formalizzazione? E quali motivazioni stanno alla base dell’insorgere di un legame non sempre dettato dall’affinità dei caratteri, ma spesso, al contrario, da una loro diversità complementare? In quale rapporto sta l’amicizia con l’amore, con le passioni, e quindi anche con l’odio, l’inimicizia, la vendetta? È possibile e in che misura, un’amicizia autentica, disinteressata? Un’amicizia è per sempre o ha un carattere transitorio?

Su queste problematiche si sono a lungo interrogati i grandi pensatori del mondo antico, a partire dai dialoghi e dalle dissertazioni epistolari di Socrate e Platone e soprattutto di Aristotele che è stato fra i primi, come è noto, a dare una definizione circoscritta dell’argomento. Continua a leggere

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La pittura narrativa ed epico-cavalleresca in Sicilia: Nerina Chiarenza e dintorni

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Nerina Chiarenza al lavoro (ph. Todesco)

di Sergio Todesco [*]

La figura del narratore girovago è presente in ogni in ogni tempo e sotto ogni latitudine; le sue origini mitologiche stanno probabilmente a significare – gli studi di Anita Seppilli ce lo indicano – il suo ruolo nella nascita della parola e della poesia.

Il cantastorie come noi lo conosciamo è un cantore popolare che va girando nei paesi e, accompagnato dalla chitarra, canta e narra storie reali o leggendarie, lontane nel tempo o contemporanee avvalendosi del supporto visivo di un cartellone che sintetizza gli episodi della storia in riquadri (gli scacchi). Continua a leggere

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La figura del clandestino nella letteratura delle migrazioni in Italia

copertina2di Vittorio Valentino

Per iniziare la nostra analisi non esaustiva, in cui proporremo alcune rappresentazioni letterarie della figura del migrante clandestino, ci sembra utile, prima di concentrarci sulla situazione italiana, partire dal periodo di maggiore turbolenza del contesto mediterraneo, il dopoguerra. In effetti, la decolonizzazione e poi globalizzazione hanno cambiato i legami tra gli Stati, e lo spazio mediterraneo è in preda a nuovi equilibri: tra i nuovi Stati postcoloniali e le ex potenze comincia allora un lento esodo che si scontrerà, a partire dagli anni Ottanta e Novanta, con una politica europea di chiusura. Un protezionismo che si svilupperà intorno a questioni come sicurezza e immigrazione, strategie politiche che, per alcune fazioni che oggi usa chiamare sovraniste, nel corso degli anni, favoriranno nell’immaginario collettivo la sostituzione della figura dell’immigrato con quella tout court del clandestino. Aiutati da un mercato del lavoro saturo e da situazioni di disagio economico, queste idee politiche si confermeranno con forza in diversi Stati europei. Continua a leggere

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I giovani e il voto in Tunisia

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Elezioni in Tunisia ottobre 2019

di Emanuele Venezia

Sono appena terminate le tornate elettorali in Tunisia (elezioni legislative e presidenziali) che, pur confermando alcuni “trend strutturali” del Paese non hanno risparmiato veri e propri colpi di scena e anomalie uniche al mondo a partire dal fatto che il secondo candidato favorito per le presidenziali, il magnate delle telecomunicazioni Nabil Karoui, ha condotto la quasi totalità della campagna elettorale in carcere, accusato di corruzione e riciclaggio di denaro sporco, dal quale è uscito solo pochi giorni prima il secondo turno per poter partecipare al dibattito televisivo con il suo avversario. Continua a leggere

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Tempo di grandi scelte

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Piazza San pietro, Roma, Monumento ai migranti, di Timothy Schmalz

di Marcello Vigli

«Il 6 ottobre si è aperta a Roma l’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione Pan-Amazzonica, annunciata da Papa Francesco nell’ottobre 2017. Il Sinodo e l’Amazzonia sono al centro di un intenso dibattito dentro e fuori la Chiesa Cattolica. La difesa dei diritti umani degli indigeni, la denuncia del colonialismo e del neocolonialismo. Lo sfruttamento brutale di popoli, foreste e risorse. La violenza omicida esercitata contro missionari e volontari di associazioni per i diritti umani e la difesa dell’ambiente. Le relazioni tra la spiritualità indigena e il Vangelo. Questi alcuni dei temi che saranno al centro della discussione sinodale». Continua a leggere

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Narrazioni ed educazione nell’Israele arabo

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da Hand in Hand, Educational Resource Center

di Hamza Younis

«I do not agree that the dog in a manger has the final right to the manger even though he may have lain there for a very long time. I do not admit that right. I do not admit for instance, that a great wrong has been done to the Red Indians of America or the black people of Australia. I do not admit that a wrong has been done to these people by the fact that a stronger race, a higher-grade race, a more worldly wise race to put it that way, has come in and taken their place». Continua a leggere

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Umanità dei paesaggi e ospitalità come dono

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Perdasdefogo, Sardegna, 2019 (ph. P. Clemente)

di Pietro Clemente

Il silenzio e il paesaggio

Nella sua riflessione di artista poliedrica, sarda e mondiale, Maria Lai aveva segnalato l’importanza del paesaggio. Il «paesaggio che precede le vite umane», dal quale ogni storia comincia, che si converte nella immaginazione che pure parte da esso. Diceva dei sardi: «noi che abbiamo il privilegio di vivere vicino alla preistoria», o anche «noi che viviamo il silenzio come coerente alla dimensione del nostro paesaggio» (non sono vere citazioni, sono evocazioni di discorsi sentiti). Da artista segnalava i tratti della comunicazione estetica, il loro fondarsi nello spazio storico, costruito a sua volta sulla morfologia del territorio e dei suoi tempi lunghi. Continua a leggere

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Il paesaggio come bene comunitario. A proposito del progetto “Idrusa”

copertinalibroidrusadi Salvatore Colazzo e Ada Manfreda [*]

1.  Cosa è “Idrusa”

Idrusa è il nome di un progetto di ricerca, finanziato dal CUIS, il Consorzio universitario che alcuni comuni salentini e la Provincia di Lecce costituirono negli anni Cinquanta del secolo scorso per sostenere l’azione politica a favore dell’istituzione dell’Università del Salento. Una volta raggiunto il proprio scopo il Consorzio non si sciolse, ma riconvertì la sua azione, volgendola al sostegno di progetti di ricerca funzionali alla migliore conoscenza del territorio e al suo sviluppo.

Il progetto da noi proposto si è da poco formalmente concluso, anche se come gruppo di lavoro stiamo continuando ad approfondire nodi teorici e questioni metodologiche emerse nel corso della nostra attività di ricerca. Dei risultati finora raggiunti abbiamo dato contezza in un volume, che abbiamo voluto intitolare Formare lo sguardo [1]. Continua a leggere

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Il patrimonio territoriale come mezzo di produzione sociale della felicità pubblica

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Valle Uzzone, I terrazzi dell’abbandono (ph. Magnaghi)

di Alberto Magnaghi

Sulla collina di Montuslin (Monte Uccellino)[1], fra i campi incolti e il bosco, ci era apparso un rudere: mucchi di pietre e ciape del tetto, con un nudo camino ancora in piedi. Il profilo del camino nel cielo e il pezzo di tetto e travi sconnessi si stagliano nei crinali della valle e sul disegno dei campi della collina di fronte. Si sente, si intravvede l’archetipo del cascinotto, il dialogo della sua forma rattrappita a mezz’aria con i colori, gli odori e le forme antiche della collina. È lì dove il pensiero si fa terrigno di odori, sapori, voci, canti, architetture, che un’idea di patrimonio si fa corpo dell’innovazione: materiali e tecnologie tradizionali e innovative appropriati al luogo, dialoganti con la terra, le rocce, la flora, i saperi e i paesaggi della memoria. Continua a leggere

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Pellegrini dei piccoli paesi

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Corbara (ph. C. Seddaiu)

di Corradino Seddaiu

Con l’ingresso nella Rete dei piccoli paesi anche le occasioni di viaggio si sono trasformate, sia nelle destinazioni sia nelle motivazioni. Pur non amando particolarmente le grandi metropoli spesso mi son ritrovato in balia di queste per godere della presenza di musei e monumenti unici. Da qualche anno spinto, insieme a mia moglie, dalla passione per la ricerca di luoghi simili ma allo stesso tempo diversi da quelli che quotidianamente viviamo abbiamo intrapreso la strada del viaggio-ricerca in qualità di “pellegrini dei piccoli paesi”. Continua a leggere

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Di che cosa parliamo quando parliamo di innovazione

copertinadi Antonino Cusumano

Nel grappolo di parole sopravvissute al presunto collasso delle ideologie e delle grandi narrazioni c’è senz’altro il vocabolo “innovazione” che nel tempo ha cumulato plurimi significati e prodotto innumeri illusioni. Totem e tabù, luogo di miti salvifici, di romantiche utopie ma anche di orizzonti più o meno luminosi, l’innovazione è crocevia concettuale e progettuale di altre parole e di altre idee. Muove geneticamente dal processo di invenzione tecnologica e s’intreccia con le complesse dinamiche economiche e sociali. Ha a che fare con «l’atto creativo attraverso cui un’idea assume la forma di un oggetto reale», come afferma il direttore del Musée des Conflueces di Lione, Bruno Jacomy, citato da Marc Augè (2012: 80). Dal paradigma dell’invenzione a quello della creatività il nesso sposta l’accento in tutta evidenza dal piano economico a quello culturale. E oggi come non mai, nel tempo della cosiddetta “economia della conoscenza” e nel lessico del dibattito culturale più avvertito, l’innovazione sembra essere tema centrale e eminentemente attuale. Continua a leggere

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SOMMARIO n. 39

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Water (ph. Michele Di Donato)

EDITORIALE; Aldo Aledda, Emigrazione di ritorno, capitale umano e risorse economiche; Alessio Arena, Il grammelot di Dario Fo, nel teatro come nella vita; Linda Armano, Il paesaggio: una trama significativa. Emozioni, percezioni e categorizzazioni; Giuseppe Bertini, Franco Pittau, L’Italia e la Corte europea dei diritti umani: tra un passato internazionalmente aperto e il rischio del “sovranismo” giuridico; Elena Biagi, Il “luogo del ritorno”: morte e Aldilà nel linguaggio coranico; Sebastiano Burgaretta, Alan Kurdi; Matilde Callari Galli, Gualtiero Harrison, Società delle minoranze multiculturali; Rosy Candiani, Cerchi di danza tra le sponde del Mediterraneo; Continua a leggere

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EDITORIALE

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Palermo, il porto (ph. Eugenio Grosso)

Lo abbiamo già scritto. C’è qualcosa di patologico nella politica italiana se lo stato di salute del nostro Paese è continuamente stressato dalla febbre di permanenti campagne elettorali, spossato dall’ossessivo e paranoico accanimento nel dibattito pubblico sugli stessi temi e sugli stessi soggetti, logorato dai rovinosi effetti di una sorta di psicosi schizofrenica e isteria collettiva. A guardar bene nella anamnesi psichiatrica, la fobocrazia nella quale siamo precipitati produce uno stato nevrotico compulsivo, un sadismo che fa rabbrividere, un delirio di onnipotenza che si spinge a tenere in ostaggio persone, comunità, istituzioni. Continua a leggere

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Emigrazione di ritorno, capitale umano e risorse economiche

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Quelli che tornano (ph. Luciano D’Alessandro)

di Aldo Aledda

Com’è noto l’Italia oggi attraversa una delle crisi più acute dell’ultimo Dopoguerra. Sprofonda nel baratro del debito pubblico incapace di risalire la china anche per effetto di una popolazione stanca e invecchiata che, fedele allo stereotipo dell’anziano facilmente esposto alle truffe, corre speranzosa dietro l’ultimo demagogo che promette la luna. Non fosse che per questo si pone con urgenza un’allarmante situazione anagrafica: invecchiamento della popolazione e preoccupante denatalità, aggravata dalla fuga dei giovani che non credono più nel nostro Paese. Continua a leggere

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Il grammelot di Dario Fo, nel teatro come nella vita

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Dario Fo, Mistero buffo (Archivio Rame-Fo)

di Alessio Arena

Nel Nord Italia, e in particolare in Veneto, il teatro popolare rivestiva un ruolo sociale di fondamentale importanza, contribuendo a rendere consapevoli i ceti più umili dell’influenza determinante che avevano i rappresentanti del potere sulle vite degli “ultimi”. In quelle regioni, i grandi protagonisti della scena teatrale del Cinquecento ritenevano fondamentale cercare un dialogo con le masse popolari illetterate, avendo cura quindi di utilizzare un linguaggio assolutamente comprensibile. La prima accortezza, dunque, riguardava la lingua.

Il dialetto costituiva lo strumento indispensabile per stabilire un’intesa con il pubblico disordinato che si radunava in piazza, incuriosito dall’allestimento dei teatranti. Continua a leggere

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Il paesaggio: una trama significativa. Emozioni, percezioni e categorizzazioni

 

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Van Gogh, Campo di grano con i corvi, 1890

di Linda Armano

«Il sentiero serpeggia attraverso un paesaggio bellissimo – la landa bruna, disseminata qua e là di pini e betulle con chiazze di sabbia gialla, e la montagna in lontananza, contro il sole. Più che di un quadro, si tratta di un’ispirazione» (Van Gogh, 26 agosto 1876).

Le parole di Vincent Van Gogh in una lettera al fratello Theo (Cescon, 2016), racchiudono alcuni tratti fondamentali di recenti riflessioni negli studi di antropologia dello spazio. La sensibile acutezza dell’artista coglie esattamente un aspetto essenziale che successivi approcci analitici hanno mostrato. Continua a leggere

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L’Italia e la Corte europea dei diritti umani: tra un passato internazionalmente aperto e il rischio del “sovranismo” giuridico

copertina-la-corte-di-strasburgodi Giuseppe Bertini e Franco Pittau

Un saggio sulla Convezione europea dei diritti umani ha naturalmente delle implicazioni specifiche e ciò potrebbe portare i lettori, specializzati in altri ambiti, a trascurarne l’importanza. Sarebbe, comunque, un errore assumere questa posizione perché, dal punto di vista storico, il Consiglio d’Europa e la citata Convenzione vanno considerati una tappa di eccezionale importanza nella storia dell’Occidente, per cui ritornare indietro sarebbe impensabile. Continua a leggere

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Il “luogo del ritorno”: morte e Aldilà nel linguaggio coranico

2di Elena Biagi

 Innā li’llāhi wa-innā ilayhi rāği‘ūna, «A Dio apparteniamo e a Lui facciamo ritorno» (Corano, 2: 156).

Nella cornice di questa affermazione si sviluppa il discorso coranico rispetto ai due grandi temi dell’esistenza: la vita e la morte. La vita, o meglio l’origine dell’essere quale creatura di Dio, e la morte, quale passaggio verso un oltre, un aldilà, che rappresenta l’oggetto della presente riflessione. Continua a leggere

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Alan Kurdi

di Sebastiano Burgaretta [*]

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 Un mare di morti, di Giuseppe Modica

 

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Società delle minoranze multiculturali

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Ladini

di Matilde  Callari  Galli,  Gualtiero  Harrison

«L’emigrazione è antica come l’uomo. E l’universale storia dell’umanità si confonde, con le varie e differenti odisee delle altre precedenti alla nostra attuale Grande Migrazione: come l’ha chiamata H.M. Enzenberger nel 1992» [1].

«Le nostre mediterranee terre – e già da quattro, cinque millenni – sono state attraversate da così tante migrazioni che hanno segnato – con la nostra – la storia dell’umanità intera: Egizi e Fenici, Italici ed Elleni, Galli ed Ittiti, Celti e Slavi, Franchi e Longobardi, Arabi e Turchi.  Continua a leggere

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Cerchi di danza tra le sponde del Mediterraneo

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Il balletto Didon et Enee (Dipartimento e stampa della città della cultura di Tunisi)

di Rosy Candiani

In un periodo in cui il Mediterraneo torna – spesso drammaticamente – al centro degli eventi della storia, anche l’attività intellettuale – riflessione teorica o produzione artistica – si interroga,  ripropone, per contrastare o esorcizzare gli eventi della quotidianità, l’attenzione su questo piccolo bacino, da sempre centro irradiante di cultura, di scambi, anche di scontri, ma soprattutto di condivisione e integrazione tra le popolazioni delle sue sponde. Continua a leggere

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Camilleri, oltre la fortuna del presente

copertidi Antonino Cangemi

La scomparsa di Andrea Camilleri ha suscitato una commozione popolare che non ha precedenti nella letteratura. Almeno in Italia. Lecito interrogarsi sulle ragioni di una simile partecipazione tra la gente comune e non solo tra gli intellettuali e sui motivi del successo – insolito nel nostro Paese – di uno scrittore divenuto con gli anni un’autentica star. Continua a leggere

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Intellettuali, engagement e società postmoderna

 

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Marcelo Dascal

di Marcello Carlotti

In memoria di Marcelo Dascal (Sao Paulo, 1940 – Tel Aviv 19.04.2019)

Quando mi fu chiesto di pensare ad una ricerca per il Dipartimento di Filosofia della Tel Aviv University, pensai che sarebbe stato interessante proporre un’nvestigazione antropologica diversa da quelle cui, solitamente, gli antropologi sono abituati. Non si trattava, pertanto, di andare su un campo esotico ad osservare ed interpretare una popolazione remota alla ricerca del senso di qualche pratica parentale o cosmogonica, quanto piuttosto di definire un nuovo campo trasversale. Continua a leggere

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Education as a tool for integration: the European challenges

copertinadi Roberto Cascio [*]

Migration and Education is the first publication of the Centre for Research on Education and Integration of Migrants, connected with the Pedagogical University of Krakow. The volume is formed by several articles, all of them written by teachers and phd-fellows in Poland, Italy, France, Ukraine and Portugal.

The aim of this volume, as the title suggests, is to focus about the bound between education and the last migrant processes that nowadays are greatly involving the European Union. In order to face this issue, the editors of the book asked themselves three different questions that it is worth quoting: Continua a leggere

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Una Psicologia della Liberazione ovvero una liberazione della psicologia

copertinadi Augusto Cavadi

 «Il ricercatore non è un osservatore esterno, neutrale, distaccato ma un soggetto sentipensante che richiede di combinare la mente con il cuore, la ragione con il sentimento»

(Orlando Fals Borda)

 «La psicologia è stata sempre chiara riguardo alla necessità della liberazione personale […]. Tuttavia, la psicologia è stata generalmente assai poco chiara sull’intima relazione tra alienazione personale e alienazione sociale, tra controllo individuale e potere collettivo, tra la liberazione di ogni persona e la liberazione di tutto un popolo. Continua a leggere

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Un fenomeno che ci riguarda. Le migrazioni attraverso il cinema documentario al Sole Luna Festival

 

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Palermo, inaugurazione del Festival Soleluna (ph. Luca Vitello)

di Cinzia Costa

Anche quest’anno il Sole Luna Doc Film Festival, festival internazionale di cinema documentario che ormai da 14 anni si tiene a Palermo, ha presentato una nutrita programmazione di attività ed eventi culturali, proponendo al pubblico, nella sua quattordicesima edizione, una selezione di 24 documentari concorrenti per il premio finale, una lunga lista di film fuori concorso dedicati a “Palermo città aperta” o firmati da registi italiani, e un importante tributo al regista scomparso Bernardo Bertolucci. Continua a leggere

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Crispi tra ricordi, revisioni e rievocazioni. Un secolo fa

 

copertina-crispidi Salvatore Costanza

Poteva, Crispi, con la sua loquacità tribunizia, rappresentare i Siciliani che «parlano poco e non si agitano, che si rodono dentro e soffrono»? Al garibaldino Nievo della metafora narrativa del Quarantotto di Leonardo Sciascia, non piacevano i Siciliani «come Crispi»1. Così, nel lessico letterario dello scrittore di Racalmuto, il personaggio Crispi pagava il suo tributo al revisionismo storiografico degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, che aveva espresso un giudizio negativo sullo statista riberese per il rigore repressivo usato contro i Fasci siciliani, e per le sue velleità colonialistiche. Continua a leggere

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In nome della pietra. Che afferriamo da terra e lanciamo contro gli altri

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Dolmen in Sardegna, Sa Coveccada

di Antonino Cusumano

In principio fu il pane. Il pane negato, calpestato, oltraggiato, nel quartiere romano di Torre Maura, sottratto ai rom e agli ospiti indesiderati del centro di accoglienza. Poi furono le pietre. Scagliate contro i migranti che nelle campagne del foggiano lavorano da braccianti, contro ambulanti senegalesi a Napoli, contro nomadi a Milano, in Sardegna e altrove. Se il pane e la pietra sono cose sacre, non meno del rosario e del crocifisso, la guerra scatenata contro i migranti è una guerra di religione, una battaglia fatta di simboli. Continua a leggere

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Oltre la psiche. Un approccio antropologico alla malattia mentale

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Terapeuta tradizionale Dogon, Sagara

di Chiara Dallavalle

 «Sia detto ancora una volta, e a chiare lettere, a scanso si equivoci: accettare i sistemi degli altri non significa, come nel relativismo da salotto, smettere di farsi e di fare domande e lasciare che il mondo vada a rotoli come meglio crede. Al contrario, il dialogo radicale significa andare a vedere come funzionano i sistemi altrui, in quali circostanze, attraverso quali dispositivi, da quale visione dell’uomo dipendono e quale contribuiscono a costruire, quali zone esplorano e con quali esiti. L’etnopsichiatria ha preso questa seconda strada […]» (Coppo et al. 2009).

Questa citazione è tratta da un articolo di Piero Coppo, il padre dell’etnopsichiatria italiana, forse il primo nel nostro Paese a contemplare le implicazioni socio-culturali della salute mentale. Continua a leggere

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Un’umanità dis-umanizzata: dalla narrazione delle migrazioni alla criminalizzazione della solidarietà

copertina

Ap Foto Olmo Calvo

di Francesco David

In principio fu il caso del respingimento della nave Aquarius, fino a quelli più recenti della Sea Watch 3 e dell’Open Arms, imbarcazioni delle Organizzazioni Non Governative impegnate in operazioni di Search and Rescue nel Mar Mediterraneo dopo la fine delle missioni europee di pattugliamento e salvataggio di migranti in quella che è ormai divenuta la frontiera più pericolosa del mondo. Senza dimenticare i numerosissimi altri episodi avvenuti in tutta Europa, in particolare ai confini tra i vari Stati, in cui la solidarietà, l’assistenza e il salvataggio di vite umane sono diventati il bersaglio principale di politiche, slogan e retoriche xenofobe e regressive da parte di governi e partiti di destra, o comunque di ispirazione nazionalista e populista, e non solo. Ma come si è giunti a tutto questo? Come si è potuti arrivare a mettere in discussione, e persino criminalizzare, il salvataggio di vite umane? Continua a leggere

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Gli indimenticabili mesi di guerra del 1943 in Sicilia

copertinadi Nicola De Domenico

Per tanti di noi l’appropriazione cognitiva del mondo ha inizio, specie quando è precoce, col destarsi acuto della curiosità verso tutto ciò che ci circonda, quando lo sguardo comincia a indugiare su oggetti, particolari, angoli e pieghe riposte dell’ambiente che più ci è familiare, come fosse un universo da esplorare.

Per alcuni di noi, tuttavia, specie per quelli generati in Sicilia nel primo dopoguerra, fra il 1943 ed il 1953, uno stimolo esterno a esplorare i reperti di un passato recentissimo era costituito dalle sin troppo evidenti tracce delle rovine e delle devastazioni provocate dai bombardamenti e dai furiosi combattimenti della torrida estate del 1943 in Sicilia. Continua a leggere

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Uomo in mare: il decreto di un’umanità che affonda

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T. Gericault, La zattera della Medusa, 1818

di Valeria Dell’Orzo

Che cos’è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no. Ma se rifiuta non rinuncia tuttavia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi.

(Camus, 2016: 17)

È un polverone la politica, un continuo smuovere le zolle della rabbia frustrata e repressa e quelle delle paure fiorite di muffe di incertezza e ignoranza. Continua a leggere

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Water. Coming back to life

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Water (ph. M. Di Donato)

di Michele Di Donato

«Si tratta di una realtà indipendente da me, che costituisce, così considerata in sé, tutto un universo di sapere possibile e di intelligibilità, di mistero intelligibile, e che non è una cosa puramente e semplicemente una, ma si trova dappertutto in modo essenzialmente variato» [1].

Questo è ciò che, più o meno, si verifica quando guardo una distesa di acqua; mi induce a concentrarmi sul rapporto con la mia vita, con gli elementi del territorio, con gli oggetti un tempo familiari che affiorano con insistenza nella mia memoria. Continua a leggere

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Aspettando gli esami di maturità 2019

copertina

Bologna (ph. Alex)

di Lella Di Marco

La scena dell’incontro è Bologna, il quartiere san Donato che non è periferia ma continuazione del centro. Per sua struttura urbanistica, perché vicina al centro storico, perché sede di strutture sociali e associazioni molto attive, studentati universitari, facoltà di Agraria, nuovi centri economici come FICO, la Regione Emilia Romagna, circoli Arci legati alla tradizione di attività antifascista tipica di una certa tradizione bolognese, un camplus, un centro interculturale, sale studio e poi tante associazioni migranti attive anche sul territorio. Continua a leggere

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Tra le vette dell’Atlante la strada eterea del dialogo

copertina

I sette fratelli dell’Atlas, i monaci trappisti di Tibhirine uccisi nel 1996 (Corbis Sygma)

 di Leo Di Simone

Corre tra le cime imponenti della catena montuosa dell’Atlante la strada che conduce al Ribât es-Salâm, il “vincolo della pace” ricercato e perseguito per anni dai monaci trappisti di Tibhirine e da alcuni mistici musulmani sufi di Médéa, della confraternita Alâwiyya. Una storia non ancora completamente emersa dalle vicende narrate dai media dopo la crudele uccisione dei sette monaci trappisti, il 21 maggio 1996, attribuita ad un sedicente Gruppo Islamico Armato. Continua a leggere

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Per una rilettura del Breviario di Matvejeviċ

copertinadi Mariano  Fresta

L’opera di Predrag Matvejeviċ, Breviario Mediterraneo, è stata pubblicata per la prima volta in Italia nel 1991, successivamente è stata riedita nel 2006 in una versione ampliata e con una Introduzione di Claudio Magris. A leggere le didascalie della copertina del libro, il lettore può rimanere disorientato perché l’opera di Matvejević è presentata come “romanzo”, termine che contrasta con il lungo sottotitolo, che invece parla de «I traffici dei mercanti, le migrazioni delle anguille, fughe di popoli e nascita di idee, leggende, architettura, storia, paesaggi». Il termine “romanzo” non compare però nel frontespizio, e il contrasto tra la didascalia e il testo è superato dalla prefazione di Claudio Magris, il quale la intitola Per una filologia del mare. Un titolo molto appropriato al testo e intonato alla personalità e alla cultura dell’Autore, che fu un linguista, avendo insegnato Francese a Zagabria, Letterature comparate alla Sorbona, Slavistica alla Sapienza di Roma e al Collège de France; e difatti Matvejević affronta il tema amplissimo del Mediterraneo da grande filologo e non da romanziere. Continua a leggere

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Nella Lisboa antigua fra baccalà e saudade

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Averio, a prua Amalia Rodriguez e sullo sfondo Eusebio, sul fiume Vouga (ph. N. Giaramidaro)

di Nino Giaramidaro

Potevano evitare. «Tornar da te o mia romantica città per rivedere il mio amore tra fiore e fior a cuore a cuor…» Versione italiana di Lisboa antigua «Piena di incanto e bellezza», ora «un velo di nostalgia coprirà il tuo volto di bella principessa…Non tornerai, Lisboa antigua, al tuo splendore reale». Cantata da Amalia, con il suo squillare che scende verso le note tremule della saudade più struggente, il perpetuo senso del perduto, l’attesa paziente di un futuro passato. Saudade. Continua a leggere

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Carichi di viaggio e pesi della storia

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Palermo (ph. Eugenio Grosso)

di Eugenio Grosso

Da quando nell’antichità i popoli hanno iniziato a navigare i mercanti hanno dato vita a rotte commerciali e scambi culturali attraverso il Mediterraneo.

Per questa ragione, circa tremila anni fa dei commercianti fenici, provenienti dall’attuale Libano, hanno fondato la città di Palermo. Il loro obiettivo era quello di stabilire un porto commerciale sulla rotta che li avrebbe condotti in Spagna. Continua a leggere

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Carla Pasquinelli. L’antropologia tra cultura e potere

copertina2-001di Dario Inglese

L’antropologia culturale è una strana scienza. Una disciplina inquieta, ontologicamente fondata sulla tensione tra coinvolgimento e distacco scientifico, che non ha mai smesso di fare i conti col proprio passato e, molto più di altri saperi, sembra sempre ansiosa di allontanarne le ombre. A ragion veduta, va detto. «Che l’antropologia sia nata come ancella del colonialismo è cosa nota», scriveva Vittorio Lanternari nel 1974 riprendendo le critiche che denunciavano la compromissione degli scienziati sociali con le amministrazioni coloniali e gli apparati militari almeno fino alla guerra del Vietnam (cfr. Gough 1968; Asad 1973). L’imperialismo europeo, in effetti, è stato il terreno in cui il sapere antropologico è fiorito, l’ambiente in cui la disciplina ha costruito il proprio oggetto di studio specifico – la diversità culturale – e in cui ha consolidato il proprio statuto scientifico attraverso la pratica della ricerca sul campo: Continua a leggere

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Nei vigneti di Pachino: tra documenti d’archivio e ricerca etnografica

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Pachino, vendemmia 1989 (ph. Nino Privitera)

 di Luigi Lombardo

Fino agli anni ’80 del secolo passato (che sembra un tempo remoto) non solo la presenza del vigneto a Pachino caratterizzava il paesaggio, ma si poteva assistere ancora alla messa in campo di antiche tecniche e di remoti sistemi di produzione del vino. Poi tutto cambiò. Si sono estirpati i vigneti, cedute ai viticultori del nord (Zonin, Moretti, Mazzei) le quote, si sono sempre più estese le serre, e oggi il sempreverde delle vigne è sovrastato dall’ondeggiante mare di plastica delle serre.

Non sembri esercizio ozioso ricordare le antiche tecniche di lavoro, che la memoria ci consegna, perché ci si ricordi che il progresso è sempre frutto del duro lavoro dell’uomo. A commentare il testo sono le foto di Nino Privitera, che, nel 1989, documentò la vendemmia a Pachino, seguendo una ciurma di vendemmiatori dall’alba quando la brina irrora ancora il vigneto, fino alla stagghiata, quando il sole “tracolla” nel mare Mediterraneo. Continua a leggere

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Kandaka, un’icona di ribellione nelle proteste popolari in Sudan

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Sudan, movimento di protesta delle donne

di Nicola Martellozzo

 Dopo cinque mesi di proteste, l’11 aprile 2019 il presidente del Sudan Omar al-Bashir viene deposto da un colpo di stato militare. Fu sempre un colpo di stato a portarlo al potere nel 1989, nel pieno della Seconda guerra civile sudanese (1983-2005), conclusa con gli accordi di Naivasha. Ostile alle istanze indipendentiste delle regioni meridionali, anche dopo la separazione del Sud Sudan al-Bashir è rimasto un interlocutore difficile, quando non un vero e proprio avversario (Idris 2013). Già impopolare per la conduzione del conflitto in Darfur, i recenti rincari su carburanti e generi alimentari hanno causato una sollevazione popolare nel dicembre 2018, estesa in breve tempo all’intero Sudan, portando infine alla sua deposizione da parte dell’esercito, schierato con i manifestanti. Continua a leggere

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Camilleri e la Sicilia: oralità e teatro come specchio polifonico del mondo

copertina

Andrea Camilleri

di Annarosa Mattei

Non è un caso che Camilleri nasca in Sicilia, a Porto Empedocle, nello stesso territorio agrigentino in cui nacque Pirandello, segnato, forse più di altri luoghi, da antichi miti, da una naturale attitudine al racconto orale e alla messa in scena teatrale. Prossima a Porto Empedocle la collina del Caos, dove c’è la casa di Luigi Pirandello, che Camilleri conobbe da bambino, in piena estate – come racconta lui stesso nel suo libro Il gioco della mosca – durante una fugace visita, restando impressionato dalla sua divisa di accademico d’Italia: «Tu sei nipote di Carolina Camilleri? (…) Me la puoi chiamare? Digli che c’è Luigino Pirandello che la vuole vedere». Continua a leggere

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Perché le storie di vita. Una riflessione antropologica

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L’altro come orientamento (ph. L. Taverna)

di Stefano Montes

L’ambito delle storie di vita è talmente vasto e complesso che, anche una breve riflessione sull’argomento, sovente paralizza lo studioso. Mi conforta tuttavia il fatto che la paralisi, almeno quella momentanea ed euforica, ha affinità con la trasformazione prodotta dall’incanto. E le storie di vita m’incantano e – trasformandomi – mi conducono immancabilmente verso l’Altro: lo statico ‘posizionamento’ del Sé viene, così, smussato dal dinamismo insito nel ‘passaggio’ all’Altro. Continua a leggere

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Invenzioni “letterarie” dell’Islam: biografie leggendarie di Maometto da Dante a Boccaccio

 

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Filippino Lippi, L’adorazione del vitello d’oro come Apis (1500 ca.)

 di Roberta Morosini

In una recensione di Franco Cardini (2019: 20), al mio recente libro dedicato a Dante, Filippino Lippi e l’Islam (Morosini, 2018) è emerso il mai interrotto dialogo tra cristiani e musulmani, dialogo favorito dal viaggio in mare di persone, merci e storie: le leggende viaggiano e si trasmettono via mare come quella del toro che avrebbe portato il Libro sacro dell’Islam al giovane Maometto davanti a una folla riunita su un monte, come Mosè che riceve le tavole della Legge sul Monte Sinai. Continua a leggere

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Ai confini della Via della Seta. La Repubblica di Corea e il nuovo “Rinascimento” culturale

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L’antica via della seta in una recente ricostruzione grafica

di Olimpia Niglio

Il desiderio di conoscenza ha sempre rappresentato un importante incentivo per andare “oltre” quelle certezze quotidiane che sembrano garantire stabilità ma se non opportunamente alimentate rischiano di avvilire le più prospere comunità. Lo hanno inteso molto bene coloro che, elaborando “utopie” per non accettare la realtà così come si presenta, hanno cercato risposte altrove. Continua a leggere

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Il campo di Marina

41r2fllggkldi Antonio Pane

Marina Cvetaeva è il terzo, dopo Chlebnikov e Mandel’štam, dei poeti russi di cui Angelo Maria Ripellino avrebbe voluto occuparsi «personalmente» quando la Collezione di poesia Einaudi, la mitica ‘bianca’, dovuta peraltro a una sua idea, cominciò, sullo scorcio del 1963, a prender corpo [1]. La scelta non era fortuita. Nella sua Poesia russa del Novecento (Guanda 1954; Feltrinelli 1960) Ripellino aveva dato della Cvetaeva una valutazione nettamente più alta di quella del suo predecessore Renato Poggioli (che nel saggio preposto a Il fiore del verso russo, uscito da Einaudi nel 1949, l’aveva inserita tra i ‘minori’), ed era oggi confortato da nuove edizioni, come la monacense di Lebedinyj stan (1957) o il corpus moscovita Izbrannoe (1961), venute a rilanciarne il nome. Continua a leggere

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A un passo dalla Brexit, tra mille contraddizioni

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Londra, City (ph. Pierantoni)

di Silvia Pierantoni Giua

Camminando per le strade londinesi sembra quasi impossibile che l’Inghilterra si stia avvicinando sempre di più all’uscita dall’Europa. L’atmosfera che si respira, infatti, trasmette sensazioni esattamente opposte a quelle che si potrebbero associare alla Brexit: un senso di apertura, di accoglienza e una condivisione inter-culturale talmente radicata che risulta spontanea, naturale. Continua a leggere

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La retorica ingannevole. Per un’analisi critica del discorso pubblico

copertinadi Alessandro Prato

Seguendo l’evoluzione che i processi e le forme della comunicazione politica hanno registrato negli ultimi anni possiamo notare quanto oggi l’oratoria politica punti sempre più, per portare l’opinione pubblica dalla sua parte, a provocare un surriscaldamento percettivo che sia capace di stimolare partecipazione, reazione, discussione, interesse. Per raggiungere questo obiettivo viene sfruttata in molti casi la dicotomia tra modello\antimodello, basata sulla figura dell’antitesi, in cui, a prescindere dai contenuti, uno dei due poli è contrassegnato sempre positivamente e l’altro all’opposto negativamente, in modo che il primo escluda per definizione il secondo. Questa strategia si è sempre più affermata nella comunicazione politica contemporanea, almeno degli ultimi vent’anni, e si manifesta secondo tre principali modalità. Continua a leggere

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Trapanesi alla pesca delle spugne in Tunisia

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Trapani (ph. F. Giaccone)

 di Ninni Ravazza

I mari e la marineria trapanese hanno una ricca tradizione, confortata da notevoli refluenze economiche e culturali (arte, antropologia, iconografia), relativamente a due attività alieutiche: la pesca del tonno e quella del corallo. Della prima restano soprattutto gli splendidi esempi di archeologia industriale riscontrabili negli edifici delle antiche Tonnare; della seconda gli inestimabili tesori in parte gelosamente conservati nel locale Museo regionale “Agostino Pepoli” e in parte sparsi nelle collezioni private e pubbliche di tutto il mondo. Entrambe le attività di pesca trovano riscontri nella letteratura scientifica e demologica, e hanno assicurato ricchezza e fama alla città di Trapani e agli uomini che ad esse hanno dedicato passione, lavoro e capitali. Continua a leggere

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Nata per correre. New York City tra il XIX e il XX secolo

 

copertina

Manhattan da Brooklyn (disegno di F. Schiavo)

di Flavia Schiavo [*]

 Il Grid

 Sulla base della cartografia di William Bridges (il Bridges Plan del 1807), adattata da John Randel jr [1], iniziò l’elaborazione del Grid del 1811, il Piano che suddivideva in isolati rettangolari quasi l’intera Isola, comprendendo uno spazio da destinare all’insediamento, molto più grande del necessario in quel momento (in base alla popolazione presente, il censimento del 1800 contava a Manhattan, infatti, 60.515 persone e quello del 1810, 96.373). Continua a leggere

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Heroic Imagination Project (HIP): educare all’eroismo attraverso la resilienza

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Palermo, L’esperienza di Giocherenda

di Cristina Siddiolo

«Quannu c’è suli e bunazza comu quercia fai fiurazza. / Ma si u tempu si fa scuru er è u ventu ca cumanna/ ti vo mettiri o sicuru./ Un cunsigghiu: fatti canna»[1].

Nell’epoca della velocità e della complessità, dell’interdipendenza e della globalizzazione, in discipline apparentemente slegate e in diverse parti del mondo, scienziati, intellettuali, politici, imprenditori, tecnologi e attivisti di tutto il mondo stanno cercando di comprendere le caratteristiche che permettono ad un sistema di adattarsi ai mutamenti mantenendo la propria integrità e il proprio fine originario. Continua a leggere

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I Musulmani di Lucera: dalla deportazione allo sterminio (1220-1300)

copertinadi Ahmed Somai

È uscita finalmente a Beirut, nella primavera 2019, la traduzione araba del saggio di Pietro Egidi sui musulmani di Lucera, dal titolo La colonia saracena di Lucera e la sua distruzione (1912). Dico “finalmente” perché questa traduzione aspettava da molti anni di essere pubblicata. Mi era stata commissionata dall’Accademia Beit al Hikma di Tunisi negli anni ’80-’90 del secolo scorso. Il testo era rimasto per alcuni anni nei cassetti dell’Accademia tunisina senza che si decidesse di passare alle varie fasi della stesura finale e quindi alla pubblicazione. Continua a leggere

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Ostreopsis ovata. Narrazione e percezione di un epifenomeno antropocenico

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Sicilia (ph. Ivana Castronovo)

di Giuseppe Sorce

Il nostro nemico oggi è il maestrale. Quando arriva e si alza forte, dobbiamo rinchiuderci dentro casa. Non si può uscire. È pericoloso. Non si può uscire più. Ti gratta la gola. Ti gira la testa. Ti viene la febbre. I più deboli non ce la fanno. Abbiamo paura. Per i vecchi. Per i bambini. Qualche morto c’è già stato. I giornali non lo dicono perché ci sono altri problemi ormai. A nessuno interessa quello che accade qua. Siamo poveracci. Stiamo finendo. Continua a leggere

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Accoglienza e umanità. La lezione dei Latini

copertinadi Orietta Sorgi

Ancora una volta è il mondo antico con i suoi miti e la sua filosofia a venirci incontro offrendo spunti e motivi di riflessione su problematiche cruciali della nostra attualità. Le vicende che da qualche tempo flagellano i mari del Mediterraneo, martirizzato da naufragi e cadaveri dispersi, ai quali l’Occidente moderno e “civilizzato” ha negato ogni forma di soccorso, accoglienza o, in estremis, di sepoltura, sembrano voler violare del tutto i princìpi fondativi della civiltà stessa e dell’umanità in generale. Quegli stessi diritti di rispetto e reciproca convivenza enunciati giuridicamente e tutelati dalle norme costituzionali del 1948. Continua a leggere

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La lingua “inventata” di Andrea Camilleri: il peso della parola dialettale

camilleri-gallerydi Roberto Sottile

 Premessa

Nel novembre del 2016, pubblicai con Navarra Editore un libro, dal titolo Le parole del tempo perduto, ritrovate tra le pagine di Camilleri, Sciascia, Consolo e molti altri. Ottavio Navarra accolse con interesse il manoscritto che gli avevo sottoposto durante l’estate e che era stato sviluppato e “ripensato” a partire da un “prototipo” ultimato nell’autunno del 2015. Entrambi i manoscritti, quello accettato e pubblicato da Navarra e il suo prototipo, si fondavano su un presupposto molto semplice: fare un censimento di una specifica tipologia di parole dialettali usate dagli autori plurilingui siciliani, raccontarne la storia, mostrarne l’uso all’interno delle loro opere. Continua a leggere

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Fotografia, arte popolare e memoria del passato a Taormina

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Gesà Bambino dormiente, ceroplastica siciliana, sec. XIX

di Sergio Todesco

Se volessimo definire la fotografia facendo ricorso a un’espressione scientificamente corretta, potremmo dire che essa è «una serie di metodiche atte ad ottenere immagini mediante l’azione della luce su determinate sostanze» (Scaramella). Tale definizione, ancorché utile sotto un profilo tecnico, non ci conduce in realtà molto lontano nella comprensione del documento fotografico; se dunque assumiamo tale prospettiva come mero punto di partenza valevole a farci sperimentare altri percorsi ermeneutici, la pratica fotografica ci si rivelerà essere, tra l’altro, l’esito di un’arte e di una tecnica volte a presentificare universi culturali da noi lontani nello spazio o nel tempo. Continua a leggere

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L’Italia e l’italiano negli studi dei giovani tunisini

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Aula Magna, lezioni all’università di Gabès (ph. Venezia)

di Emanuele Venezia

La Tunisia, pur essendo un piccolo Paese di poco più di 11 milioni di abitanti, è costituito da regioni che differiscono considerevolmente per quanto riguarda stili di vita, cultura e tradizioni. Potremmo generalmente riferirci a “due Tunisie”: una “interna” (comprendente tutte le regioni che non si affacciano sul mare e quelle del Sud) più conservatrice e tradizionalista, e una “esterna” (di cui fanno parte la capitale, i centri del Sahel Susa, Monastir e Mahdia con gli estremi a nord Bizerte e a sud l’isola di Djerba) più contaminata dallo stile di vita europeo, quindi meno tradizionalista e conservatore. Continua a leggere

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Crisi politica e silenzi della Cei

copertinadi Marcello Vigli

La crisi dell’alleanza gialloverde apre una fase che si propone come avvio di un processo di redistribuzione dell’elettorato italiano. Difficile prevederne gli esiti, più facile considerarla l’occasione per riflettere sulla sua profonda trasformazione nel suo rapporto con la gerarchia ecclesiastica.  C’è stato un tempo, infatti, in cui tale rapporto è stato rilevante, ma, poi, specie dopo il Concilio, quando molti cattolici hanno rivendicato la loro autonomia nelle scelte politiche, l’influenza delle parrocchie e delle associazioni, pur senza esaurirsi, è notevolmente diminuita. Continua a leggere

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Il regime di finzione in Augé. Tra sogno, riti e realtà

 

copertinadi Mariangela Vitrano

L’obiettivo che mi propongo di perseguire nella stesura dell’articolo è quello di analizzare un passo alla volta La guerra dei sogni. Esercizi di etno-fiction, opera di Marc Augé che porrò in primo piano nell’intento di comprenderne il concetto fondamentale, ovvero il regime di finzione, collocandolo in comparazione con lo stesso, trattato però in un’altra opera dello stesso autore Finzioni di fine secolo. Che cosa succede?. In ultimo luogo, vorrei anche proporre un breve script che presenti un punto di vista letterario sulla questione, e lo farò prendendo in esame uno dei racconti appartenente alla raccolta Finzioni dell’artista argentino Jorge Luis Borges, ovvero: Tlön, Uqbar, Orbis Tertius.   Continua a leggere

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L’estate dei piccoli paesi

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Tricase, 2019 (ph. Pietro Clemente)

di Pietro Clemente

In giro

L’estate è una stagione speciale per i paesi che hanno perso i loro abitanti, che continuano a vivere l’erosione, e la denatalità. È una stagione di rinascita in un certo senso fittizia, come se si rinascesse d’estate e si rimorisse d’inverno. Temi anche assai discussi già dai tempi del Ramo d’Oro di Frazer e dei ‘riti agrari’. Tornano gli emigrati, molti giovani nati altrove conoscono il paese  per la prima volta, oppure per essi il paese di origine diventa paese di vacanza. Ma già da parecchi anni il desiderio di molti emigrati di non lasciare spegnere le tradizioni, o di cercare di richiamare al paese non solo il proprio popolo, ma anche gli altri, i turisti, i visitatori, ha fatto dell’estate la stagione dei festival, della cultura, del cinema, delle manifestazioni, del trekking, delle sagre gastronomiche. Se ne parla talora come mero consumismo, superficiale impatto ai grandi problemi dello spopolamento. Continua a leggere

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La rinascita del villaggio di Ostana, un caso di rigenerazione impossibile

 

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Il Monviso dalla borgata Miribrart di Ostana (ph. S. Beccio)

di Antonio De Rossi, Laura Mascino

Nel 1921, in occasione del censimento, gli abitanti di Ostana – straordinario villaggio occitano a matrice insediativa policentrica dell’alta valle Po affacciato sul Monviso – risultavano essere 1.200. Verso la fine del XX secolo i residenti ufficiali si sono ridotti a un’ottantina, ma in realtà i “dormienti” veri, ossia quelli che vivono in paese tutto l’anno, sono solamente poco più di 6. Uno spopolamento quindi del 99,5%, percentuale che supera abbondantemente quella dell’80% comunemente citata per parlare delle alte valli occitane italiane, il territorio alpino europeo più colpito dai processi di spopolamento del Novecento. Dove sono andati gli ostanesi? Nella Francia del sud dove si parla la stessa lingua occitana, talvolta nelle Americhe, soprattutto nelle fabbriche di Cuneo e Torino. Continua a leggere

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Margine e Risorsa

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Ambiente naturale

di Silvia Passerini

Da tempi non sospetti l’Associazione Thara Rothas in collaborazione con la Rete del Ritorno si batte per evidenziare le risorse presenti nei territori marginali, circa il 60% dell’intero territorio nazionale. Seppur a rischio di desertificazione e con sostanziali problemi strutturali, come la mancanza di servizi e i rischi idrogeologici, i margini sono il luogo in cui più facilmente si rintracciano esperienze tra le più significative di nuovi stili di vita. Esperienze volte all’agricoltura consapevole e ad una produzione di valore che sa mettere al primo posto il rapporto uomo-natura costruendo nuove comunità che guardano al bene comune come una meta importante da raggiungere. Continua a leggere

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Sinergie del fare per non sentirsi soli. Paesemadre

 

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Festival Paesemadre (ph. Tiziano Rossano Mainieri)

di Alessandra Passeri

Paesemadre

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via (Cesare Pavese, La luna e i falò). Ma un paese ci vuole anche per poterci rimanere, per la possibilità di farvi ritorno, per accogliere i viandanti di passaggio e quelli intenzionati a non credere nella casualità del loro approdo. Continua a leggere

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Liquilab: verso un inventario partecipativo dei Patrimoni Viventi del Capo di Leuca

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Centro storico di Tricase, piazzetta Dell’Abate (ph. Maria Conte, 2019)

di Ornella Ricchiuto

Le radici di Liquilab

O viandante che passi da questa via… Se non sai dove stai andando, voltati indietro a vedere da dove sei venuto…

Perché viviamo in una società priva di memoria? Una società che non riesce a narrarsi e a riflettere su se stessa.Una società che non è in grado di ri-costruire delle basi identitarie solide e che di conseguenza manca di progettualità. Persone che ricordano il passato più remoto ma che ignorano totalmente il passato più prossimo: perché questo vuoto di memoria? Continua a leggere

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La Scuola di Storia delle tradizioni popolari a Tricase, nel Salento

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15 Luglio 2019, Tricase. Inaugurazione della Scuola Estiva di Storia delle Tradizioni Popolari (Archivio Liquilab)

di Eugenio Imbriani

Tricase è un bel posto, con il suo centro aggrovigliato attorno alla grande piazza, al monumentale palazzo del principe, ora sede del comune, le chiese imponenti, in un intricato percorso di vie strette e slarghi, su cui si affacciano sorprendenti facciate di palazzi antichi.

Naturalmente, c’è la parte nuova, con le vie dello shopping, l’ospedale, le scuole, che danno vita a una cittadina moderna, attiva, ma che non ha niente di paragonabile ai colori accoglienti, caldi, e alla bellezza del borgo. Continua a leggere

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Le pecore di Re Mida. Ma, non è tutto oro quel che luccica!

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Rascino, Greggi alla festa della Transumanza

di Settimio Adriani, Riccardo Fornari, Dario Santoni

Alla sua quarantunesima edizione la Mostra ovina dei piani di Rascino (Altopiano ricadente nel comune di Fiamignano, Rieti) cambia marcia e prospettive. Ideata alla fine degli anni Settanta per promuovere il territorio e le realtà in esso presenti, si pensò di perseguire tale obiettivo valorizzando la pastorizia, comparto ancora particolarmente vivo in quegli anni, anche se principalmente nella forma transumante (Adriani & Morelli, 2013: 403-420). Da allora la manifestazione si è perpetuata tra mille difficoltà ed è entrata con prepotenza nel vissuto della gente, fino a diventare uno degli eventi di punta della VII Comunità Montana “Salto Cicolano” e delle amministrazioni comunali di Fiamignano e Petrella Salto. Continua a leggere

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SOMMARIO n. 38

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Foto Anna Vinciguerra

EDITORIALE; Cesare Ajroldi, La piazza “mediterranea” nei borghi rurali in Sicilia; Alessio Angelo, Giovanni Tumbiolo: la demolizione dei battelli ovvero la rottamazione degli uomini; Gabriella Argento, Roberta T. Di Rosa, Minori sulla carta, adulti nella vita: leggere i bisogni e le competenze dei MSNA; Linda Armano, Il Mediterraneo: contesto eco-culturale e categoria interpretativa; Paola Barbuzzi, Were the sanctions placed on Iraq by the international community genocidal?; Angelo Battaglia, Via Maqueda, da “nobiliare” a multietnica; Adriano Benedetti, Franco Pittau, Affari sociali internazionali: quarant’anni di una rivista illustre; Continua a leggere

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EDITORIALE

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Palermo, un angolo del centro storico (ph. A. Battaglia)

Ha forse ragione Marcello Carlotti che in questo numero scrive di fallimento dell’antropologia, di sconfitta della scienza dell’uomo, di fronte alla inquietante deriva del nostro tempo, di fronte a quanto accade attorno a noi: «omofobia, razzismo, chiusure dei confini, decadenza culturale e morale, acriticismo e slogan precotti dominano il cosiddetto senso comune». Se tutto questo è potuto accadere è anche perché nelle scuole non si sono mai insegnati gli elementi della disciplina, nei luoghi della comunicazione mediatica la voce degli antropologi è debole e quasi del tutto assente, nel mercato editoriale e nelle librerie le loro opere trovano spazio con difficoltà, nella vita politica e nel dibattito pubblico il ruolo intellettuale degli antropologi italiani è del tutto marginale. Continua a leggere

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La piazza “mediterranea” nei borghi rurali in Sicilia

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Edoardo Caracciolo, Borgo Gattuso, la chiesa, 1941

di Cesare Ajroldi

Affronto in questo articolo un tema che penso possa assumere un senso rispetto al dibattito contemporaneo: quello dei borghi rurali costruiti in Sicilia tra la fine degli anni Trenta e gli anni Cinquanta da un gruppo di architetti siciliani, il cui esponente principale è Edoardo Caracciolo, che si occupò alla fine degli anni Trenta di architettura spontanea. Continua a leggere

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Giovanni Tumbiolo: la demolizione dei battelli ovvero la rottamazione degli uomini

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Giovanni Tumbiolo, 23 ottobre 2014 (ph. A. Angelo)

di Alessio Angelo

Nell’ambito del progetto di ricerca europeo Euborderscapes condotto dal Centro di Ricerca sulla Complessità dell’Università degli Studi di Bergamo, tra il giugno 2012 e il maggio 2016, abbiamo intervistato il 23 ottobre 2014 presso la sede del Distretto produttivo della pesca il presidente Giovanni Tumbiolo. Lo stesso era stato interpellato più volte come attore e testimone privilegiato delle politiche di frontiera nel Mediterraneo. Continua a leggere

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Minori sulla carta, adulti nella vita: leggere i bisogni e le competenze dei MSNA

1di Gabriella Argento, Roberta T. Di Rosa [*]

Nell’attuale quadro dei processi  migratori, i  “Minori  Stranieri  Non  Accompagnati”,  (comunemente noti con l’acronimo “MSNA”), hanno assunto nel corso degli ultimi anni una rilevanza crescente all’interno dei flussi in arrivo in Italia, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche rispetto alle sfide che hanno posto al sistema di accoglienza. Continua a leggere

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Il Mediterraneo: contesto eco-culturale e categoria interpretativa

  copertina-001di Linda Armano

In molte ricerche etnografiche, il mare ha avuto un ruolo chiave sia come sfondo di pratiche culturali, sia come paradigma utile nell’interpretazione di sistemi nativi di significato. Tra le principali considerazioni che gli antropologi hanno messo in luce, c’è il concetto di come l’acqua non rappresenti solamente uno spazio che divide diversi lembi di terra, ma al contrario un luogo, variamente definito, che unisce territori altrimenti distaccati geograficamente e culturalmente. Continua a leggere

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Were the sanctions placed on Iraq by the international community genocidal?

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Iraq

di Paola Barbuzzi [*]

The United Nation Security Council (UNSC) imposed on Iraq harsh economic sanctions on 6th August 1990   under the Resolution 661 in response to Iraq’s invasion of Kuwait and to the threat that the invasion had provoked to international peace and security in the region of Western Asia. Continua a leggere

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Via Maqueda, da “nobiliare” a multietnica

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Via Maqueda (ph. A. Battaglia)

di Angelo Battaglia

«Totò (il nome più palermitano) dice to’ padri di andare ad aprire il negozio, che lui ora scende». «Vicè digli che ora ci vajo». Breve dialogo con uso del dialetto siciliano tra figli di immigrati, da fare invidia ai palermitani doc, da generazioni lontani dal centro storico e che hanno una parlata alleggerita degli accenti gravi dei quartieri dei quattro mandamenti. Continua a leggere

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Affari Sociali Internazionali: quaranta anni di una rivista illustre

 

copertinadi Adriano Benedetti e Franco Pittau

Introduzione 

Affari Sociali Interrazionali (ASI) è una rivista nata, all’inizio degli anni ‘70, per iniziativa del Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali (come allora era denominata quella storica ripartizione del MAE). Erano quegli gli anni in cui continuavano a farsi sentire gli effetti positivi del “miracolo economico italiano” che, tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ‘60, portò l’Italia a risollevarsi dalla miseria del dopoguerra grazie ad un tasso di sviluppo annuo del 6%, rimasto elevato (seppur ridotto) anche nel decennio successivo. L’emigrazione degli italiani, che, non senza ragione, era stata paragonata in precedenza a un “esodo biblico” e si era riproposta quasi come un duplicato della “grande emigrazione” iniziata alla fine del secolo XIX, aveva finalmente visto prevalere i rimpatri sugli espatri, anche se questi mantenevano un’elevata consistenza. Continua a leggere

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Dove ci porta l’evoluzione fra legge e casualità. Conoscenze e interrogativi

copertina-buccheridi Rosolino Buccheri [*]

Gli argomenti trattati sono rappresentativi di una ricerca, alcuni risultati della quale avevo anticipato in un certo numero di saggi già pubblicati [1] o ancora in forma di appunti, ricerca concepita allo scopo di descrivere il comportamento sociale dell’uomo, con particolare riferimento al perché dell’origine delle osservate inconciliabili diversità di opinioni e prospettive. Uno studio che, visto da una prospettiva più ampia, rimanda al più generale problema dell’evoluzione sociale dell’uomo nel corso dello sviluppo della conoscenza, la cui analisi, essendo io un comune cittadino che vive e analizza il suo tempo dal suo particolare punto di osservazione, viene in me influenzata dall’inevitabile lente della deformazione professionale insita nell’ambito di ricerca in cui ho operato, l’astrofisica. Continua a leggere

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Marinai, mercanti, seduttori tra Sicilia e Tunisia

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Teste di Moro alla Salute a Venezia (ph. Jamel Chabbi)

di Rosy Candiani [*]

Il mio intervento si organizza attorno a due storie, in un gioco di sponde e di punti di vista tra le due rive del Mediterraneo, in particolare tra Sicilia e Tunisia. Come tutti i miti e i racconti, i fondamenti sono nella storia e nelle cronache. Da sempre il Mediterraneo è stato centro privilegiato di attività marinare di commerci, di migrazioni occupazioni invasioni tra le popolazioni che vi si affacciano. In particolare, i riferimenti storici sono gli scambi radicati nei secoli tra la Sicilia – crocevia chiave di incontri e trasformazioni reciproci – e l’Africa settentrionale; più in generale, i commercianti, pirati, corsari dei Paesi che costeggiano questo mare. Continua a leggere

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Il Principe mago, una vita nel sogno di Faust

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Villa Alliata di Pietralata

di Antonino Cangemi

«‹Benvenuti gli amici, maledetti i parenti›». Sul cancello del castello di Raniero Alliata di Pietragliata campeggiava questa avvertenza accompagnata dalla raffigurazione diabolica dei congiunti con tanto di corna, coda e forchettone. Quella scritta metteva in guardia chi si avventurava dalle parti di via Serradifalco, dove si trovava il castello, dal varcarne il cancello, fosse o non fosse parente. Già, perché, a parte la fama di misantropo che lo circondava, di amici – i soli «benvenuti» – Raniero Alliata, principe del Sacro Romano Impero, ne aveva pochi, anzi pochissimi, da contarsi con le dita di una sola mano. Continua a leggere

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Il Mater di Loceri (Sardegna). Un museo in dialogo fra antropologia e architettura

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Loceri, murales

di Marcello Carlotti

Nell’introduzione alla mia tesi di dottorato, scrivevo: «di fronte al mare Egeo, in pieno viaggio post-diploma, ho avuto l’intuizione che, una volta a casa, […] mi sarei iscritto in antropologia, disciplina che, secondo la guida all’università che mi ero portato dietro, in Italia non godeva di facoltà autonome e sarebbe stata fruibile solo iscrivendosi in filosofia oppure in lettere. Mi ci iscrissi spinto dal desiderio, di capire l’Uomo attraverso lo studio degli uomini». La prima cosa che da studente di antropologia sognavo era “andare sul campo”, praticare l’osservazione partecipante, e poi, dopo essere in qualche modo diventato “uno di loro”, magari piazzando la tenda vicino alla capanna del capo o dello stregone, tornare a casa con un’etnografia e un po’ di foto. Continua a leggere

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Per decostruire l’utopia retrospettiva, contro Occidentalismo e Orientalismo

copertinadi Simone Casalini

L’idea di un’intervista con Massimo Campanini nasce alla luce della sua reinterpretazione di un classico della sua produzione dell’islamistica italiana: Islam e politica ora ripresentato dal Mulino con il titolo di La politica nell’Islam. Una reinterpretazione. Ed è stata stimolata anche dalla netta contrapposizione di analisi che esiste rispetto ai movimenti islamisti che Campanini, ad un certo punto della sua traiettoria di pensiero, ha considerato come un’autentica alternativa con possibilità di costruire un modello diverso. Questo è l’esito della nostra conversazione che ha preceduto una sua presentazione del libro a Trento.

L’Islam è la religione-mondo ormai da tempo nell’obiettivo deformante della rappresentazione e delle categorie concettuali occidentali. Oppressione e terrorismo sono le lenti su cui spesso la pubblicistica e la vulgata popolare insistono, comprimendo un fenomeno politico, sociale e religioso frammentato e plurale. Continua a leggere

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Esegesi biblica e potere politico. L’eredità di Mosè

copertinadi Roberto Cascio

La riflessione intorno al rapporto tra religione, violenza e politica ha conosciuto negli ultimi anni una notevole intensificazione, tanto da far uscire il dibattito fuori dalle stanze del mondo accademico e giungere così ad un pubblico ben più ampio, coinvolto (e sconvolto) suo malgrado dall’acuirsi del radicalismo e fondamentalismo religioso. Approfondendo il tema, emerge come gran parte delle religioni (con particolare riferimento a quelle abramitiche) cerchino di sviluppare il paradigma del politico e dell’autorità, in maniera ben più decisa di quanto forse il mondo accademico sia disposto ad ammettere. È in effetti non difficile da mostrare come, sotto la pur nobile motivazione dell’apertura verso il pluralismo religioso, troppo spesso si tenti, quasi maldestramente, di “tacciare” o di relegare in secondo piano il lato politico presente nelle religioni. Continua a leggere

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Ebraismo e cristianesimo allo specchio

michelangelo_creation_of_the_sun_moon_and_plants_05di Augusto Cavadi

Nella convinzione generale, ebraismo e cristianesimo sono due religioni radicalmente opposte (o, per lo meno, irriducibili). Questo viene insegnato ai giovani ebrei, questo viene insegnato ai giovani cristiani, questo è ciò che apprendono dai libri di scuola più diffusi i giovani agnostici di famiglie a-confessionali. Ma è davvero così? Continua a leggere

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Nuove schiavitù e nuove soggettività politiche

 

copertinadi Giovanni Cordova

Giungere all’ex Fornace di San Calogero da San Ferdinando non è semplice. In automobile ci si impiega quasi mezz’ora, lungo una strada che circonda campi, terreni, agrumeti senza attraversarli. Certamente il 2 giugno di un anno fa, Soumaila, Drame e Fofana ci devono essere arrivati attraverso un percorso più diretto, una strada che taglia per i campi in meno tempo, consentendo loro di rientrare alla tendopoli di San Ferdinando prima del tramonto.

A un anno di distanza dall’omicidio di Soumaila Sacko, l’ex Fornace è sempre lì, abbandonata come allora ma oggi sottoposta a pigro sequestro da parte dell’autorità giudiziaria. Continua a leggere

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Nuovi campi e inediti paesaggi per l’antropologia contemporanea

 copertina1di Antonino Cusumano

Nell’ansia esasperata di parcellizzazione specialistica dei saperi e delle discipline l’antropologia culturale sembra oggi frantumarsi in mille schegge, oggetto di un’operazione di implosione e scomposizione in corrispondenza della segmentazione epistemologica delle scienze e delle plurime e frastagliate articolazioni dell’universo investigato. Dall’attenzione ai mondi remoti e in estinzione allo studio delle società globali e delle complesse realtà contemporanee, dal “giro lungo” al “ritorno a casa”, l’antropologia ha conosciuto un indubbio ampliamento dell’orizzonte di ricerca, uno sconfinamento delle frontiere, dei paesaggi e delle prospettive disciplinari, una revisione e ristrutturazione della cassetta dei suoi attrezzi. Alla pluralità delle culture a contatto e alla proliferazione delle diversità si accompagna la nascita di più antropologie, ognuna con un quadro teorico e un apparato metodologico più o meno autonomo. Continua a leggere

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Note intorno al lessico marinaresco mahdāwī in contesto maghrebino

The ancient fishing

Mosaico romano al Museo Bardo di Tunisi

di Alessia D’Accardio Berlinguer

Già W. Marçais nel 1950 in Initiation à la Tunisie aveva definito la Tunisia come «un carrefour, une terre de passage, un pays de transition»[1], dimostrando come la posizione geografica del Paese, tra Algeria e Libia, nonché la varietà culturale, occupazionale e sociale che caratterizzano questo territorio trovino eco e conferme anche nella lingua dei suoi parlanti. Continua a leggere

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“Il mare era la prima volta che lo vedevo”. Fra Sicilia e Gambia

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Odisseo Arriving Alone, Ibrahim

di Mari D’Agostino

«Putenza di gibbiuni» è quanto avrebbe detto, secondo la cosiddetta ‘tradizione orale’, un contadino dell’entroterra siciliano giunto per la prima volta al cospetto del mare. La traduzione italiana, qualcosa come «che enorme gebbia!», non rende altrettanto bene lo stupore di fronte a una realtà per lui del tutto nuova e straordinaria. La grande efficacia di questa espressione, diffusa in Sicilia e utilizzabile in contesti più diversi per esprimere esagerata meraviglia, deriva dalla enorme sproporzione fra il mare e la ‘gebbia’ (“vasca che contiene acqua e che vien utilizzata per abbeverare campi e dare da bere agli animali”) di cui il termine ‘gibbiuni’ è accrescitivo sic. -uni (it. –one). Continua a leggere

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La Sicilia ritrovata tra pratiche esoteriche ed esperienze essoteriche

copertina-002di Alessandro D’Amato

Tra le cose che mi porto dietro dai tempi dell’Università, m’è rimasto il vizio, forse semplicemente un vezzo, di “ribaltare” i libri nel momento del mio primo contatto con loro. Anziché principiare dalla copertina o dall’indice, da circa vent’anni il mio primo pensiero è quello di andare a spulciare avidamente la bibliografia e le pagine conclusive del testo tenuto per la prima volta tra le mani, con l’obiettivo di scoprirne un eventuale indice dei nomi e i principali riferimenti dell’autore, dal punto di vista, appunto, della bibliografia da questi consultata. Continua a leggere

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Dazi commerciali e poli del Mondo globale

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Franz Borghese, Giocatori di dadi, 1980

di Valeria Dell’Orzo

Tra le grandi questioni capaci di modellare la quotidianità internazionale vi è di certo il capitalismo globalizzato, un fenomeno che, come è facilmente comprensibile, non investe il mero e semplice spettro economico delle società, ma che invece ne travolge la totalità delle interconnessioni culturali, socio-relazionali, rappresentative e auto-rappresentative; plasma la storia, il pensiero concreto e quello astratto. L’economia del capitalismo globalizzato è parte integrante della realtà umana e antropologica, sociologica e ambientale dei nostri tempi, porta con sé la diffusione di modelli di vita genericamente e impersonalmente dettati e regge la credibilità internazionale delle potenze mondiali in campo. Continua a leggere

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Gli sguardi paralleli di Aldo Gerbino

copertinadi Nicola De Domenico

È la prima volta che Aldo Gerbino colloca 18 intense prose poetiche a fronte di 18 immagini di opere non destinate ad una esposizione temporanea né finemente riprodotte come tributo di collaborazione di un artefice amico ad una nuova plaquette (Non è tutto. Diciotto testi per un catalogo. Con una Premessa di Paolo Ruffilli ed una Chiosa di Aldo Gerbino, Milano, Il Club di Milano-Spirali, 2018). Continua a leggere

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Ripartire dalla povertà per recuperare umanità

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Campo profughi in Libia

di Piero Di Giorgi

Il mondo in cui siamo stati gettati, abbiamo gradualmente imparato a conoscerlo man mano che crescevamo e perdevamo l’innocenza della prima infanzia. L’abbiamo scoperto nelle sue contraddizioni, nella sua doppiezza, nella dialettica degli opposti (bene e male, odio e amore, bontà e cattiveria, dolore e gioia, eros e thanatos, ecc.) ed è stato come la sensazione provata da Adamo ed Eva, quando si scoprirono nudi, scacciati dal paradiso terrestre. Continua a leggere

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A zonzo per Malta alla ricerca di “sorellanze” mediterranee

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Valletta (Triplice DEA Bologna)

 di Lella Di Marco

Ho accolto con entusiasmo l’invito ad andare a Malta, nei mesi scorsi proprio perché mi sento figlia del mare. Isolana. Il mare mi affascina, nuotare nelle acque del Mediterraneo mi suscita pensieri ed emozioni speciali… come se fossi sempre in attesa che quel mare raccontasse la biografia sua e delle terre che bagna. Continua a leggere

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Ibridazioni mediterranee tra ritualità religiose e percorsi migratori

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Napoli, preghiera in piazza Mercato (ph. Ciro Di Luca)

di Annalisa Di Nuzzo

Una difficile definizione

È noto che il Mediterraneo sia una fucina ed un crogiuolo di percorsi culturali stratificati e complessi. Un arcipelago (Cacciari, 1997) – per alcuni una linea di confine estremo dell’Europa – che tuttavia contiene L’Europa e ne offre al contempo un’interpretazione “eccentrica”.  La ricerca che in breve presento in queste pagine ha inteso indagare alla luce delle indicazioni teoriche fornite dall’antropologia delle società complesse e postcoloniali (cfr. M. Augè, J.P. Colleyn, 2006) le nuove identità nomadiche e quanto l’Europa sia, ancora una volta nella sua lunga storia, un continuo crocevia di nuove riplasmazioni culturali. Continua a leggere

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Stato di guerra necessario?

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Gaza

di Giorgia Durantini,  Hamza Younis

«Quando penso a Gaza ricordo il rumore degli aerei militari israeliani che passavano sopra le nostre teste ogni giorno, il rumore era così forte che non ti lasciava dormire di notte…a Gaza direi che non puoi vivere una vita normale come in qualunque altro paese del mondo». Continua a leggere

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Migrazioni, lavoro e formazione professionale

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Chinatown New York (ph. Matteo Fogli)

di Camilla Fogli [*]

Parlare di migrazioni, oggi più che mai, può risultare un compito arduo e a tratti rischioso. Per quanto uno si impegni ad analizzare e approfondire le infinite sfaccettature che presenta questo fenomeno, la ricerca continua ad aprire nuovi orizzonti, dubbi e riflessioni, senza mai arrivare a conclusioni certe.  Continua a leggere

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Questione di civiltà o della violenza sulle donne

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Pompei, Villa dei Misteri

di Mariano Fresta

  … noi corravam la morta gora

(Dante, Inf., VIII, 31)

I suggerimenti, che mi hanno spinto ad occuparmi dell’argomento di questo lavoro, sono venuti, da una parte, dalla cronaca quotidiana che registra i reati commessi nei confronti delle donne (dallo stalking alle violenze consumate in famiglia, dallo stupro fino all’assassinio) e che sembrano aumentare di giorno in giorno; dall’altra, dalla lettura di due ampi saggi sulla pornografia di Fabio Mugnaini [1]. Continua a leggere

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Nella wunderkammer di Nicolò D’Alessandro

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D’Alessandro nella sua casa laboratorio (ph. N. Giaramidaro)

di Nino Giaramidaro

Entriamo nella penombra delle stanze di Nicolò D’Alessandro. Ogni tanto un faretto squarcia per fermarsi sopra infiniti tratti di china che danno forma a figure comprensibili, lampi di fantasia, racconti puntuali di un sofferto vissuto siciliano. Forse D’Alessandro ha ispirato Albrecht Dürer e altri disegnatori e incisori dal Medioevo a venire. Continua a leggere

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Dal museo al mondo. L’antropologia secondo Tim Ingold

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Museo etnografico di Lubiana, I,We and others images of my word (part.)

di Dario Inglese

Sono appena entrato al Museo Etnografico di Slovenia (Slovenski Etnografski Muzej) a Lubiana, la capitale. È uno spazio nuovo e ben curato nel cuore del quartiere Metelkova, una vecchia area militare, riconvertita in polo artistico-culturale, da un collettivo di squatter prima e dal neonato governo sloveno poi, dopo la guerra dei dieci giorni del 1991 e la successiva indipendenza del Paese dalla Jugoslavia. È uno spazio molto curato, dicevo, organizzato su tre livelli: due piani (il terzo e il secondo) destinati alle esibizioni permanenti, uno (il piano terra) alle mostre temporanee. Motivo per cui, in biglietteria, un’impiegata un po’ annoiata mi raccomanda distrattamente di pianificare una visita “dall’alto in basso”. Accetto il consiglio. Continua a leggere

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Scenari cinematografici della Sicilia (1946-1963)

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Il Gattopardo, Villa Bosco Grande, pausa di lavorazione

di Giovanni Isgrò

Non si potrebbe conoscere il senso del nostro cinema e del suo fondamentale apporto nel panorama complessivo e sovranazionale della cinematografia, senza partire da quel grande palcoscenico naturale ad articolazione multipla che è la Sicilia. In un certo senso si può dire che il cinema, al di là del necessario apporto della tecnologia, proprio per la possibilità che offre di coniugare con una velocità superiore a quella del tempo reale, il totale col particolare, è l’arte che in modo più pertinente risponde al criterio della rappresentazione nella nostra Isola, e in quanto tale ha una sua potenzialità applicativa “naturale” e antichissima. Non a caso l’avvento del cinema fu come un fenomeno a lungo atteso, così come il suo attuarsi è stato spesso antropologicamente vissuto, prima che esteticamente goduto. Continua a leggere

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Les réfugiés palestiniens au Liban à l’épreuve de l’espace-temps

A gunman stands near a picture of late Palestinian leader Yasser Arafat at Ain al-Hilweh Palestinian refugee camp near the port city of Sidon

Campo profughi palestinesi in Libano

di Marie Kortam [*]

Les dimensions spatio-temporelles sont des composantes essentielles dans la sociologie des réfugiés palestiniens. Pourtant, diverses études existantes sur les réfugiés palestiniens donnent l’importance à la durée et non au temps. En d’autres termes, le cadre d’analyse est donné à la durée de période écoulée dans les camps depuis l’arrivée des réfugiés à nos jours d’une façon statique, alors que le concept du temps est d’abord présenté par Aristote comme « quelque chose du mouvement ». En effet, le temps ne serait pas pensable sans mouvement observé et sans faire intervenir la psyché (Dubar, 2008). Continua a leggere

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L’economia del Trapanese alla vigilia della prima guerra mondiale

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Marsala, Baglio Ingham, dipinto a olio, fine sec. XIX

di Rosario Lentini

La distanza che separava l’economia dell’ex regno delle Due Sicilie da quella settentrionale – non particolarmente significativa all’atto dell’unificazione – divenne più marcata sul finire dell’Ottocento, per effetto della accelerazione impressa dal processo di industrializzazione in alcune aree del Nord, anche se il Paese nel suo insieme rimaneva ancora a dominante connotazione agricola. Continua a leggere

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Orizzonti incrociati di voci e simboli, di suoni e figure

 copertina-001 di Luigi Lombardo

Il panorama della produzione demoetnoantropologica siciliana si arricchisce di un nuovo apporto, che viene da un’area culturale di grande ricchezza e versatilità: il Messinese, o, per dirla con i vecchi cartografi, il Val Demone. Si tratta del libro di Mario Sarica, Orizzonti siciliani, edito nel 2018 dalla editrice Pungitopo di Gioiosa Marea (Me). L’autore vi raccoglie rielaborati i saggi usciti nel tempo in questo stesso periodico, Dialoghi Mediterranei. Ci viene spontanea la domanda: perché? Perché Sarica sente il bisogno di dare corpo fisico ai contributi pubblicati in rete, di perpetuare una modalità antica e mai dismessa legata al supporto cartaceo della scrittura, come al colore dell’inchiostro, o all’odore che promana dalla virginea carta bianca appena impressa dalla ferrosa impronta del carattere “tipografico”? Continua a leggere

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Roma, le borgate di ieri, le periferie di oggi

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Roma, Corviale (ph. Pasquale Liguori)

di Maria Immacolata Macioti

Le città odierne, su questo credo esista un accordo che comprende larga parte degli studiosi di scienze sociali oggi, vale a dire sociologi, urbanisti, storici e antropologi, non possono certamente essere più lette e interpretate secondo il vecchio schema meritoriamente delineato a suo tempo da E. Shils, di centro/periferia. Le città, almeno molte città italiane, si sono allargate, hanno consumato territorio, hanno conglobato al proprio interno quelli che un tempo erano piccoli paesi autonomi, che oggi vengono a far parte delle zone più esterne delle città. Continua a leggere

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New Kush, Puntland e il regno di Axum. Miti e costruzione identitaria in Africa orientale

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Obelisco di Axum dopo il suo ripristino in Etiopia

di Nicola Martellozzo

Intrecci nel Corno d’Africa

Nonostante la tesi di Lyotard sulla condizione post-moderna, comunità e nazioni utilizzano ancora grandi narrazioni sul passato per costruire la propria identità. Da questo punto di vista il continente africano si presenta come un laboratorio geopolitico d’avanguardia, con la sperimentazione di nuove forme di potere e sovranità, dove l’eredità coloniale dialoga con i risvolti più drammatici del nuovo assetto globale (Mbembe 2001). In questo articolo ci concentreremo sulla zona del Corno d’Africa, allargandoci fino al Sudan per riflettere sulle diverse strategie impiegate nella costruzione dell’identità nazionale, un fenomeno importante per ogni entità politica contemporanea (Foster 1991). Continua a leggere

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Dalla Libia all’Italia. Tutte le incognite della “questione migratoria”

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Migranti in un centro di detenzione in Libia

di Michela Mercuri

Nel 2018 il tema delle migrazioni si è confermato al primo posto tra le sfide che, secondo l’opinione pubblica dei Paesi membri, l’Unione europea deve affrontare. Il 40% dei cittadini intervistati, infatti, ha posto la questione migratoria davanti a quella del terrorismo [1]. La risposta del nostro governo agli umori dell’opinione pubblica italiana è stata questa: gli sbarchi dalla Libia verso le coste italiane nel 2019 sono diminuiti quasi del 90% rispetto al 2017. Continua a leggere

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Tra Scienza e Sapientia: fenomenologia di una guarigione in Salento

The olive trees of Puglia in the time of Xylella

Salento (ph. Jànos Chialà)

di Enrico Milazzo

Questo articolo abbraccia una parte della ricerca che io stesso, con un gruppo interdisciplinare di ricercatori (http://www.collettivoepidemia.org/), abbiamo condotto in Salento e Valle d’Itria durante tutto il 2018.  L’oggetto complessivo dell’indagine era la Sindrome del Disseccamento Rapido dell’ulivo (OQDS) [1] in Salento, e la sua correlazione con la presenza del batterio Xylella fastidiosa. Abbiamo osservato, prevalentemente, il dispiegamento di un profondo conflitto epistemologico intorno all’eziologia della malattia degli alberi di ulivo [2]. Continua a leggere

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Sull’indugiare, il viaggiare e il limite del senso

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Sull’indugiare (ph. L. Taverna)

di Stefano Montes

Metto in cantiere un progetto o mi lascio andare al caso? Pianifico accuratamente cosa scrivere o mi sottometto piacevolmente alla deriva casuale del quotidiano che interviene, comunque, nei nostri piani? In fondo, anche «se le pratiche informali della vita quotidiana spesso possono apparire a chi le osserva dall’esterno esotiche, rozze o peggiori delle proprie, in realtà esse acquistano un senso nel loro specifico contesto e nei loro stessi termini» (Rosaldo 2001: 66). Sarebbe allora proficuo adagiarsi nel contesto minuto del vivere e – come un attore esterno che si osserva nel suo darsi in forma narrata – vedere cosa succede di fatto. Questa strategia di ricerca richiederebbe però un’adeguata forma di scrittura. Continua a leggere

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Per un nuovo umanesimo dell’architettura

1-invito_convegno_etica_ricostruzionedi Olimpia Niglio  [*]

Promossa da ArchiLogos, gruppo di architetti umbri di recente costituzione e dalla Fondazione Umbra per l’Architettura (F.U.A.) dal 5 al 6 giugno 2019 si è svolto a Solomeo (Perugia) presso il Teatro Brunello Cucinelli il convegno nazionale “Un’etica per la ricostruzione tra memoria e futuro”. L’incontro ha riunito 22 relatori di differente formazione e con diversificate esperienze accademiche e professionali. Il Comitato Scientifico è stato composto da professori e architetti di chiara fama quali Riccardo Dalla Negra, Giovanni Carbonara, Antonio Pugliano, Pietro Paolo Pellegrini, Bruno Toscano e Paolo Belardi. Continua a leggere

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Culture, etnicità e religiosità dei migranti: ingenuità, ambiguità, imposture e manipolazioni

4di Salvatore Palidda

«Quando mi si parla di identità o religione  penso sempre di avere a che fare con …qualche sbirro che mi chiede i documenti».

Spero che questo testo possa essere uno strumento utile per chi si occupa di inserimento, integrazione, convivenza e socialità fra autoctoni e immigrati e in particolare figli di immigrati. Invito ad avere pazienza e tempo di leggerlo perché le questioni di identità, cultura, religiosità ed etnicità sono – per tutti – aspetti che occorre “prendere con le pinze”; da sempre facilmente manipolabili da parte dei dominanti approfittando della ingenuità o della banalizzazione correnti. Continua a leggere

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