Tabula Gaza: frammenti a margine di un ****cidio

12di Aldo Nicosia [*]

«Un libro che non viaggia non è degno di considerazione»: questa frase troneggia nella terza pagina del volume Ho due mani per scrivere. Testimonianze dall’interno di Gaza [1], ed è stata la molla interiore che mi ha spinto a coordinare un progetto di traduzione dello stesso, avvalendomi della collaborazione di circa quaranta arabisti traduttori italiani. Tra costoro si contano colleghi che insegnano lingua e letteratura araba in diversi atenei, nonché alcuni studenti prossimi alla laurea specialistica. Tutti si sono dimostrati entusiasti nel voler contribuire a realizzare, nel più breve tempo possibile, un progetto essenzialmente solidale ed umanistico, che intende valorizzare le testimonianze di persone vittime di un genocidio ignorato, negletto e senza precedenti, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Continua a leggere

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Sull’antisemitismo. Per una sintesi semantica e storica

symbol_with_nswasvw1di Enzo Pace 

Si fa presto a dire antisemitismo. Sarebbe meglio declinarlo al plurale, così come avviene per l’altra parola, sionismo. Le parole hanno una storia, il loro significato cambia con il passare del tempo e nel mutare delle condizioni sociali, politiche e culturali. Tanto più se si riferiscono a una popolazione, che, da un certo momento in poi della sua storia, è diventato un popolo di migranti, senza più una fissa dimora. Continua a leggere

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Perché la torsione militare della democrazia israeliana ci coinvolge tutti

keystone, elaborazione RSI

keystone, elaborazione RSI

di Giuseppe Savagnone 

La svolta del 7 ottobre

Una vicenda regionale, che per decenni era rimasta pressoché sommersa – per emergere solo a sprazzi, ma sempre temporaneamente, in occasione di ogni nuova crisi, a sua volta presto dimenticata –, si è trasformata in un dramma di portata storica, in cui è rimesso in discussione non soltanto il carattere democratico dello Stato che ne è protagonista – Israele –, ma il senso stesso del concetto di “democrazia” e il diritto delle democrazie occidentali di fregiarsi di questo titolo. Continua a leggere

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Rose di Gaza. Note sulla trasmissione e contaminazione delle culture a Gaza tra il periodo tardo-bizantino e la conquista islamica (secoli V-VII)

Eugenio Amato (ed.), Rose di Gaza. Gli scritti retorico-sofistici e le Epistole di Procopio di Gaza, Edizioni dell’Orso, Hellenica 35, Alessandria, 2010

Eugenio Amato (ed.), Rose di Gaza. Gli scritti retorico-sofistici e le Epistole di Procopio di Gaza, Edizioni dell’Orso, Hellenica 35, Alessandria, 2010

di Daniele Sicari 

Pienezza di gioia troverà colui che abita una delle due spose, Ġazza e ‛Asqalān.

(Ḥadīth) 

Ormai persino i discorsi sono cosparsi di rose; ne deriva grazia ed eleganza. Ebbene, che il dio ci si mostri benevolo e ci conceda di nuovo di tornare a vedere la primavera e ad inneggiare alla rosa.

(Procopio di Gaza)  Continua a leggere

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Friedrich e Goya davanti alla guerra

1di Francesco Azzarello 

Je suis persuadé que nous avons pour tâche urgente, et permanente, de dévisager ces deux mystères qui constituent les extrémités de l’univers vivant: d’un coté le mal; de l’autre la beauté.

François Cheng, Cinq méditations sur la beauté, Albin Michel: Paris 2006. 

[…] las guerras son, a ver si nos enteramos, peligrosas y putas guerras.

Arturo Pérez-Reverte, Una ventana a la guerra, XL Semanal 03.05.2003 

Com’è noto Beethoven [1], venuto a sapere che Napoleone si era fatto proclamare imperatore (era il 1804), cancellò l’annotazione “intitolata Buonaparte” con tanta furia da lasciare sul foglio veri e propri buchi al posto della dedica. Continua a leggere

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Kant ed Hegel: due opposte concezioni della guerra

Immanuel Kant

Immanuel Kant

di Augusto Cavadi 

In uno scritto precedente [1] ho avuto modo di richiamare le linee essenziali della filosofia della guerra e della pace secondo Erasmo da Rotterdam. Nell’umanista rinascimentale si trovano delle straordinarie anticipazioni del pacifismo, se non addirittura della nonviolenza, dei secoli successivi. 

Kant e la guerra 

Tra gli autori che su più di un punto hanno ripreso – forse senza saperlo, certamente senza dichiararlo – il pensiero di Erasmo  rientra Kant, ma con una differenza di fondo (qualcuno direbbe, alla Kuhn, di “paradigma”):  il filosofo prussiano traghetta da una prospettiva ancora per molti versi medievale (la pace va perseguita soprattutto per fedeltà al vangelo e grazie alla mediazione di autorità soprattutto cattoliche, in primis  del papa) a una visione moderna (in cui la pace va attuata per motivi razionali/utilitaristici e grazie a un’istituzione cosmopolitica interamente “laica”). Ma vediamo più analiticamente.  Continua a leggere

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Jus pacis cercasi

Ara Pacis Augustae, particolare

Ara Pacis Augustae, particolare

di Leo Di Simone 

Benché nei 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani che gli Stati membri delle neonate Nazioni unite promulgarono il 10 dicembre 1948 non ci sia un articolo che richiami esplicitamente ad uno jus pacis, tale diritto lo si può tuttavia ritenere implicito al n. 3 che recita: «Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona». Ma in ogni caso, se si leggono attentamente, non sono pochi gli articoli disattesi e i cui moniti suonano oggi alquanto retorici e privi di consistenza. A partire dal primo: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». «Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù» recita il quarto, mentre il quinto afferma che «Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti». E si potrebbe continuare passando al quattordicesimo che afferma come «Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni». Continua a leggere

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Il pacifismo del cuore, da Etty Hillesum a Edith Bruck

Edith Bruck

Edith Bruck

di Massimo Jevolella 

Una recente intervista a Edith Bruck 1 ha richiamato alla mia mente la figura luminosa di Etty Hillesum, la giovane intellettuale ebrea di Amsterdam finita in cenere ad Auschwitz nel novembre del 1943. Anche Edith – che ora ha 93 anni  – conobbe l’inferno di Auschwitz: vi transitò per un breve periodo nella primavera del ‘44, pochi mesi dopo la morte di Etty. Ma il destino, per lei, decretò la sopravvivenza dopo altre terribili prove: volle che diventasse infine una testimone della Shoah, come lo sono ancora in Italia i suoi quasi coetanei Sami Modiano e Liliana Segre. Continua a leggere

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La nonviolenza oltre i pregiudizi. In dialogo con Andrea Cozzo

9788894984095_0_536_0_75di Massimo Paterni 

Massimo: Premetto che il tuo libro, La nonviolenza oltre i pregiudizi. Cosa sapere prima di accettarla o rifiutarla (Di Girolamo, Trapani 2024), è il primo testo organico che leggo sull’argomento. Dunque le considerazioni che ti rivolgo provengono non da uno specialista della tematica, ma da un lettore curioso e sinceramente in ricerca.

In apertura desidero esplicitare il presupposto antropologico della mia lettura: da medico esperto in neuroscienze, so che, nel nostro cervello, le basi dell’aggressività si trovano nell’amigdala, struttura che prima riceve informazioni dal talamo (più primitivo) e poi, più lentamente, dalla corteccia (più evoluta). Le reazioni emotive di aggressività (biologiche) e di violenza (in gran parte culturali) hanno quindi prima una spinta emotiva immediata che, in assenza di urgenza o di tempeste emozionali, viene poi “contenuta” dalle aree corticali superiori. Continua a leggere

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Nuovo dialogo sui due massimi sistemi. Intorno alla guerra russa-ucraina

da Key4biz

da Key4biz

di Elio Rindone 

Nel 1632 Galileo Galilei pubblica con questo titolo un trattato in cui mette a confronto due visioni del mondo: quella tolemaica e quella copernicana. La difesa della teoria tolemaica è affidata a un personaggio che fonda le sue convinzioni sull’autorità di Aristotele, mentre il personaggio che sostiene la concezione copernicana basa le proprie sull’esperienza e sul ragionamento. Continua a leggere

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Breve caleidoscopio tra passato e presente nella percezione e nel giudizio dell’attuale guerra mondiale

Rubens, Le conseguenze della guerra, 1863

Rubens, Le conseguenze della guerra, 1637

di Roberto Settembre

Affrontando il tema come fosse una piccola riflessione si deve riconoscere che sarebbe un modo riduttivo di affrontare una questione nata da un fatto o da una serie di fatti. Tuttavia, poiché nessun fatto è ontologicamente semplice, assunto che non ha bisogno di scomodare Kant sulla conoscenza del mondo, la riduzione della riflessione nei confini di una percezione ridotta della questione in esame non ne comporta necessariamente il suo svilimento, bensì la focalizzazione del punto di vista su un dato di realtà. Ne consegue che la piccola riflessione o è frutto di un abbaglio, o consente di illuminare uno dei lati oscuri del fatto di cui si parla. Continua a leggere

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Povertà, pace e guerra, apocalissi culturali e sentimento del tempo

39330e5b-58b0-497a-b06a-c022e365b3a0di Sergio Todesco 

Tanto nella prima quanto nell’ultima sua postuma opera (Naturalismo e storicismo nell’etnologia, 1941; La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali, 1977) Ernesto de Martino si interroga sul finire dei mondi assumendo il termine apocalisse secondo l’accezione comunemente attribuita ad esso: 

«La nostra civiltà è in crisi: un mondo accenna ad andare in pezzi, un altro si annunzia […..] ciascuno deve scegliere il proprio posto di combattimento, e assumere le proprie responsabilità. Potrà essere lecito agire male: non operare, non è lecito» (De Martino 1941: 12).  Continua a leggere

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Mò vene Natale. Paesi tra ansia, dolore e speranza

Gaza

Gaza

CIP

di Pietro Clemente 

Emergency

L’area di al-Mawasi, un tempo un’area costiera caratterizzata dalla presenza di locali e normale vita quotidiana, ora è una distesa immensa di campi profughi dove gli sfollati sono accampati in tendopoli. Qui la popolazione vive in condizioni difficili con bisogni che toccano tutti gli aspetti della vita. Da quello sanitario, a quello economico, a quello sociale [1]. Continua a leggere

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Una rivista territoriale: «Per provare a sopravvivere dal punto di vista culturale»

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di Settimio Adriani ed Emma Santarelli 

Il progetto ambizioso, e forse imprudente, della Pro Loco di Fiamignano, di lanciare una rivista quadrimestrale di cultura popolare rivolta all’intera Valle del Salto e oltre, denominata Di Questa e d’Altre Terre. Quadrimestrale indipendente di cultura nel Cicolano, non è completamente inedito. Infatti, già agli inizi del 1914, ci aveva provato don Ferdinando Papale. Nominato parroco del suo paese d’origine il 21 maggio 1911, inventò pionieristicamente Il Gazzettino Cicolano, il periodico quindicinale stampato presso la Tipografia Fratelli Faraoni di Rieti:  Continua a leggere

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A Bacu Abis sulle orme degli Atti della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle condizioni degli operai della Sardegna del 1911

Abu Cabis

Bacu Abis, miniera carbonifera Roux, 1886 (ph. Vittorio Besso)

CIP 

di Paola Atzeni 

1 Premonizioni

Questo scritto offre un ampio assemblaggio dei documenti presentati sinteticamente in occasione di un mio recente e vivace incontro, di cui riporto qualche frammento per comporne un resoconto, con la popolazione che abita una frazione della città di Carbonia: Bacu Abis. Tenta di rispondere alla richiesta locale di conoscere più e meglio sia il passato delle persone che hanno abitato il luogo, sia il luogo sentito come proprio dagli abitanti, mentre si progettano nuove iniziative. Continua a leggere

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Progettare il futuro abbracciando il presente: la sfida di Meana Sardo, nel cuore della Sardegna

Meana Sardo (ph. Nicolò Atzori)

Meana Sardo (ph. Nicolò Atzori)

CIP 

di Nicolò Atzori e Francesca Uleri [*] 

1. Di somme, sottrazioni e risultanze 

Noi siamo per noi [...] ciò che riusciamo a raccontare di noi stessi. E per gli altri siamo ciò che loro raccontano di noi. 

Così chiosava l’ebreo Baruch, personaggio cruciale del capolavoro di Giulio Angioni Sulla faccia della terra, chiarendo il nostro rapporto col mondo attraverso la penna asciutta e sapiente del suo autore. Continua a leggere

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(Re)Immaginare un futuro sostenibile: lavoro culturale e processi partecipativi per una rigenerazione respons-abile delle aree interne

Fuochi d’artificio a Castel del Giudice (IS) in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna in Saletta, 15/08/2024. (ph. Michela Buonvino)

Fuochi d’artificio a Castel del Giudice (IS) in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna in Saletta, 15/08/2024 (ph. Michela Buonvino)

CIP

di Michela Buonvino, Luciana Petrocelli [*] 

L’insostenibile permanenza dell’essere “interno” 

La storicizzazione delle disuguaglianze territoriali è una questione che tocca da vicino tutta la filosofia politica, in particolar modo solleva interrogativi filosofici che tengono conto della giustizia in termini di specificità sociali e necessità di equità. Il concetto di giustizia distributiva, che è il fulcro della filosofia politica da Aristotele fino a John Rawls, ci aiuta a comprendere non soltanto l’equa distribuzione delle risorse, ma l’equa distribuzione di opportunità. Lo stesso concetto delle capabilities di Amartya Sen (1985) è diventato un paradigma centrale per valutare le performance di una comunità o di una società in relazione alla sostenibilità e capacitazione del proprio capitale sociale. Continua a leggere

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Come si racconta San Casciano dei Bagni? La restituzione di un questionario anonimo

Il paesaggio che si apre agli spettatori di piazza Matteotti a San Casciano dei Bagni. Foto di Fulvio Cozza.

Il paesaggio che si apre agli spettatori di piazza Matteotti a San Casciano dei Bagni (ph. Fulvio Cozza)

CIP 

di Fulvio Cozza 

Introduzione: perché un questionario per un antropologo?

Nonostante una percezione del senso comune che attribuisce a tutte le discipline sociali un lavoro essenzialmente diagnostico-quantitativo, certamente non si può dire che tra i principali attrezzi del mestiere di un antropologo culturale figuri la somministrazione di un questionario anonimo contenente una batteria di domande a risposta secca. Effettivamente, per un antropologo come me, che si è formato su testi che hanno dibattuto in lungo e in largo il tema del significato, della partecipazione, del dialogo in profondità e dell’interpretazione complessa, non può che stare stretto quel freddo dirigismo del questionario con le sue risposte preconfezionate. Continua a leggere

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Ostana 1985-2025. Un progetto di rigenerazione e neopopolamento lungo quarant’anni

Ostana

Ostana

CIP 

di Antonio De Rossi 

La vicenda che sto per raccontarvi è un po’ stramba. Una vicenda che attraversa gli ultimi quarant’anni, muovendo ovviamente ancora da prima, almeno dalla fine dell’Ottocento. Parla di montanari che diventano cittadini, di cittadini che divengono montanari, di montanari poi cittadini che ritornano montanari, di stranieri che atterrano sulle montagne, e anche di cittadini che diventano montanari intermittenti, metromontani, in bilico perpetuo tra il qui e il là. Continua a leggere

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Apologia delle aree interne: il bilancio SNAI

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CIP 

di Giampiero Lupatelli

Quello che della SNAI ha funzionato meno

Dove stanno, allora, le fragilità della SNAI? Quali sono gli elementi che ne hanno segnato le difficoltà intrinseche aprendo spazi alle azioni che – esplicite e deliberate che ne fossero o meno le intenzioni – hanno potuto contrastare o annullare l’impatto innovativo e il potenziale di trasformazione della SNAI? Continua a leggere

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Tra abbandono, nostalgia e restanza di paesi spaesati, la resistenza alla fine di un mondo

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di Giulia Panfili 

Eventi estremi come alluvioni, frane e siccità colpiscono sempre più spesso il territorio italiano (e non solo). Nell’introduzione al rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) del 2021 sul dissesto idrogeologico in Italia si legge che

«il dissesto idrogeologico costituisce un tema di particolare rilevanza per l’Italia a causa degli impatti su popolazione, ambiente, beni culturali, infrastrutture lineari di comunicazione e sul tessuto economico e produttivo. Alla naturale propensione del territorio al dissesto, legata alle sue caratteristiche meteo-climatiche, topografiche, morfologiche e geologiche, si aggiunge il fatto che l’Italia è un Paese fortemente antropizzato. Continua a leggere

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Raccontare e ascoltare il patrimonio

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di Claudio Rosati 

Racconta che il luogo gli ricorda quello che gli diceva la madre. Siamo nella stalla alta di Casa di Zela. Durante l’ultima guerra, i soldati tedeschi entrarono in casa per vedere se vi fossero uomini nascosti. Il fratello della donna era appena scappato dimenticando nella fretta una pistola sul tavolo. La donna era riuscita a nasconderla in seno coprendola anche con il bambino piccolo che teneva in braccio. Aveva accompagnato i soldati fin nella stalla dove temeva che, camminando, la pistola le potesse cadere. Quel bambino era lui e il ricordo lo commuove ancora. I volontari del museo restano in silenzio. Ne hanno ascoltate tante di storie, ma non dimenticano questa e non dimenticano, soprattutto, gli occhi lucidi dell’uomo. Continua a leggere

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Tre soldati cardesi alla guerra di Libia (1911-12): Paolo Italiani, Mosè Bianchi, Attilio Bianchi

Consultazione della Domenica del Corriere a a casa di Franco Innocenti

Consultazione della Domenica del Corriere a a casa di Franco Innocenti

CIP

di Mario Spiganti 

La guerra di Libia di Marco Italiani           

Carda, marzo 2016. Un giorno Marco Italiani mi parlò della significativa presenza di due militari cardesi nella guerra di Libia 1911/1912, riportando una narrazione ascoltata in famiglia dal padre e mantenuta viva nella trasmissione orale, supportata dalla sua eccezionale memoria. Continua a leggere

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Acqua, sassi e gelsi. Paesaggi: un dialogo possibile?

 Fig. 1 – Paesaggio fluviale: il Tagliamento

Paesaggio fluviale: il Tagliamento

 CIP

di Angela Zolli 

Ogni percorso di sviluppo implica processi di cambiamento, conservazione, protezione della natura che riguardano sia gli Amministratori/pianificatori, che i cittadini che in quei valori si riconoscono. In questo articolo si descrive la relazione complessa e dinamica venutasi a creare tra i gruppi umani e l’ambiente circostante in un piccolo paese rivierasco della pianura friulana, in comune di Dignano.  Continua a leggere

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Per Vincenzo Padiglione

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CIP 

di Ivan BargnaPaolo Cavaglione, Silvia Mascheroni

Il pensiero concreto di Vincenzo Padiglione

Nel suo lavoro di antropologo Vincenzo Padiglione guarda ai modi in cui le persone stanno insieme, allacciano e sciolgono relazioni attraverso la mediazione esercitata dalle cose. E di come le cose stabiliscono dei rapporti fra loro tramite le persone che ne fanno uso, le raccolgono, le separano, le alterano, le producono e le distruggono. Cose e non oggetti, nel senso che non si tratta mai solo di qualcosa che sta nella nostra piena disponibilità, come docili strumenti che estendono la nostra padronanza confermandoci nella posizione di soggetti, almeno fino a quando si inceppano disabilitandoci. È di questa sporgenza ed eccedenza delle cose, della loro agentività riottosa che Vincenzo si  è occupato. Continua a leggere

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La politica culturale e il senso comune. Il caso Punta Giglio

coverdi Costantino Cossu 

Al centro della baia di Porto Conte, sulla costa nord occidentale della Sardegna, Punta Giglio, un promontorio di roccia calcarea, dalla terra si getta in mare per sei chilometri e mezzo, con pareti a picco che cadono a strapiombo da altezze che vanno dagli ottanta ai centocinquanta metri. È un paradiso di straordinario rilievo ambientale. La flora comprende, oltre a una fitta pineta, specie endemiche rare; la fauna, oltre alle specie migratorie, otto specie nidificanti protette dalla European Union Birds Directive. Viste queste sue caratteristiche, Punta Giglio non solo è stata inserita nel Parco naturalistico regionale di Porto Conte, ma è anche tra i siti che le norme europee di tutela dell’ambiente hanno riconosciuto sia come «Zone di interesse comunitario» (Zic) sia come «Zone di protezione speciale» (Zps), che servono al mantenimento di habitat idonei alla conservazione delle popolazioni di uccelli migratori. Continua a leggere

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Rileggere il “Diario di una maestrina” di Maria Giacobbe. Il racconto scolastico come memoria storica

coverdi Veronica Medda 

Considerazioni preliminari

A un anno dalla scomparsa della scrittrice sarda Maria Giacobbe, e in un’epoca di profondi e rapidi cambiamenti che stanno trasformando radicalmente il volto della scuola così come la conosciamo, la lezione offerta da Diario di una maestrina appare oggi più attuale che mai, tanto che quest’opera merita di essere annoverata a pieno titolo tra i classici della letteratura scolastica e non solo [1].

Maria Giacobbe nacque a Nuoro nel 1928, figlia di Graziella Sechi, insegnante, e Dino Giacobbe, ingegnere, entrambi impegnati nell’antifascismo. Cresciuta e formatasi nella città natale, frequentò il Regio Liceo Ginnasio Giorgio Asproni, scegliendo poi di conseguire il diploma magistrale. Questo titolo le permise, fin dal secondo dopoguerra, di ottenere un posto come insegnante elementare nei paesi della Barbagia. A partire dal 1956 iniziò a collaborare con la rivista settimanale Il Mondo, diretta da Mario Pannunzio. Continua a leggere

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A Macomer il CPR degli orrori

immagine1a cura di NAGA

Un’area destinata al trattenimento di persone con problemi psichiatrici; un reparto di isolamento utilizzato per fini punitivi; persone con importanti problemi di salute; ripetuti episodi di intimidazioni a danno delle persone detenute. Il tutto nel contesto di una struttura gestionale incentrata sulla violenza, la sopraffazione e la razzializzazione.

Queste le denunce arrivate al centralino SOS CPR dell’Associazione NAGA ODV di Milano alcuni mesi fa che hanno indotto quest’ultima e la rete Mai più Lager – No ai CPR a verificare quanto stesse accadendo nel CPR di Macomer. Ne è nata un’ispezione al seguito dell’intervento della deputata Francesca Ghirra, il 23 marzo 2024, che ha scoperchiato gli orrori di uno dei Centri di permanenza per il rimpatrio più terribili ed isolati del Paese. Continua a leggere

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Bazar del sud, cuore di Zarzis

unnameddi Meriem Dhouib 

Prologo 

Raccontare il passato è un dovere per tutti noi. Le storie capillari della Tunisia profonda poco nota agli italiani hanno molte cose da svelare, passati irrisolti, personaggi dimenticati e racconti fondanti e fondamentali. La mia famiglia paterna dal cognome Dhouib ha una storia insolita coraggiosa e direi stoica attraverso mio nonno Salem e mio padre Mohamed ingegnere alla STEG in pensione, scrittore e appassionato di storia contemporanea che è sempre stato e lo è ancora ai miei occhi un eroe dei tempi moderni. Trasferitosi all’età di 10 anni dalla città di Zarzis «dannatamente dimenticata dalla storia» come diceva mio nonno, si ritrova a studiare nella capitale e si distingue per la sua eccellenza, parte poi per la Francia per proseguire i suoi studi nelle più prestigiose scuole di ingegneria. Continua a leggere

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Umanità in movimento tra Sicilia e Tunisia su rotte che incrociano sensi di marcia di ieri e di oggi

copertina_intrecci_mediterr-1di Giuseppe Sassano 

La scrittura, come forma espressiva che utilizza regole, grammatica e sintassi specifiche del proprio linguaggio, si declina nelle diverse finalità a cui mira la comunicazione scritta. Se il fine è la narrazione delle esperienze (vissute, in atto, reali e/o immaginarie) col mondo e nel mondo – il racconto dell’universo e del passaggio al suo interno di esistenze vitali – potremmo ben definire la scrittura, tout court, letteratura.

Intrecci Mediterranei come libro che narra l’esperienza di italiani in Tunisia (e di tunisini con l’Italia), si pone in questo alveo espressivo. Situandosi, altresì, nel bacino d’un mare cartograficamente chiuso, ma aperto a scambi e transiti d’umanità vividi di storia e di attualità cogente, gravida di ineluttabili proiezioni verso il futuro. Continua a leggere

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La pesca in famiglia: tra Tunisia e Italia

mio padre al porto di Marsala

Mio padre al porto di Marsala, 1988

di Ibtissem Slimane [*] 

Introduzione

Il presente lavoro racconta la storia della mia famiglia, attraverso il ruolo cruciale della pesca, mettendo in luce il percorso di trasformazione professionale e di mobilità territoriale di mio padre. Al centro della narrazione vi è la transizione dalla tradizionale attività agricola all’impegno della pesca a La Chebba, una città sulla costa centro-orientale della Tunisia. Questo cambiamento non ha riguardato solo l’aspetto lavorativo, ma ha anche comportato delle sfide morali. Continua a leggere

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Lo spiritualismo: origini, funzione, problemi

Kandinsky, Spiritualità

Kandinsky, Spiritualità

di Antonio Bica 

Nella seconda metà dell’Ottocento il Positivismo ha già celebrato la sua completa affermazione in tutto il continente europeo; la visione della vita e dell’uomo è concepita secondo schemi rigorosamente scientifici, ben lontano dalla metafisica, che viene ridotta ad un pianeta sganciato dall’esperienza umana. La filosofia è demolita, il pensiero filosofico sacrificato sull’altare del progresso tecnologico, l’uomo è più esperienza che pensiero, più azione che meditazione. Continua a leggere

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La melagrana e il lupo: un’inchiesta linguistica sulla sapienza dei gessai

Raffadali, carcara (ph. Angelo Campanella)

Raffadali, carcara (ph. Angelo Campanella)

di Angelo Campanella 

Premessa metodologica 

Una ricerca a integrazione delle conoscenze sul lessico dei gessai in Sicilia (Castiglione 2012) mi ha condotto ad approfondire alcuni momenti del processo ergologico, in particolare quello relativo alle fasi del fuoco. A tal fine, sono stati individuati due gessai, testimoni diretti di un lavoro ormai scomparso, i quali operavano l’uno a Raffadali (Ag) e l’altro a Castrofilippo (Ag) – sebbene favarese di origine – i quali hanno fornito un resoconto completo dell’ambiente e delle procedure relativi al mondo del gesso [1]. Un’ulteriore inchiesta condotta a Canicattì ha permesso di individuare il figlio di un gessaio, il quale ha fornito un’ampia mole di dati lessicali, a supporto e integrazione di quelli precedentemente acquisiti [2]. Per la raccolta e la registrazione dei dati linguistici mediante etnotesti si è tenuto conto delle indicazioni metodologiche proposte oggi nell’ALS (Atlante linguistico della Sicilia) del CSFLS (Centro di studi filologici e linguistici siciliani) [3]. Continua a leggere

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Someone Christ, King of the Jews. La costruzione sociale della figura messianica e del fenomeno miracoloso nell’opera “Jesus Christ Superstar”

screenshot-filmdi Paolo Carera e Niccolò Martini 

Vi sono opere cinematografiche che risultano ancora più apprezzabili se affiancate ad un’analisi filologica di testi storici e da un approccio antropologico delle dinamiche sociali inscenate nel film. È il caso di Jesus Christ Superstar – diretto da Norman Jewison (1973) e tratto dall’omonimo musical debuttato a Broadway nel 1971, basato sulle composizioni musicali di Andrew Lloyd Webber e sui testi di Tim Rice – musical che, raccontando gli ultimi giorni di vita di Gesù, esplora temi relativi alla fede, al tradimento e alla lotta interiore del profeta, attraverso un’interpretazione audace e innovativa del Nazareno. Continua a leggere

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L’arte della musica nel cinema muto italiano: “Histoire d’un Pierrot”

histoire-768x937di Lucia Cassarà

Il suono del silenzio

La musica ha da sempre svolto un ruolo fondamentale nel cinema, affermandosi fin dagli esordi come un elemento imprescindibile dell’esperienza cinematografica. Dalle prime proiezioni mute, accompagnate dal vivo da pianoforti, ensemble o orchestre, fino alle moderne colonne sonore realizzate con tecnologie avanzate e nuovi sistemi di diffusione del suono, la musica ha contribuito a dare profondità emotiva, a rafforzare la narrazione e a coinvolgere lo spettatore. Questo legame, nato con l’idea di unire l’elemento visivo con quello sonoro, si è evoluto nel tempo, mantenendo intatta la sua funzione narrativa e immersiva. Continua a leggere

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Indifferenza

gra_cittdi Sergio Ciappina 

«Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Continua a leggere

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Danilo Dolci e le formidabili reti di azione collettiva e cooperativa dal basso

Danilo Dolci

Danilo Dolci

di Salvatore Costantino 

In una delle belle definizioni di “classico”, che non mi stanco mai di citare, Italo Calvino afferma che «i classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti» [1].  Rileggendo “davvero” – come dice Calvino – e criticamente l’opera di Danilo Dolci e riflettendo sulle sua azione, a me è capitato di riscoprirle, di trovarle “davvero” “nuove, e inaspettate. Ma un punto va chiarito: il pensiero e l’azione di Dolci vanno analizzati nel contesto complessivo dell’azione collettiva, per molti versi inedita, che nel tempo e tra difficoltà enormi, viene realizzata nella Sicilia Occidentale. Continua a leggere

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Per fare memoria dell’esperienza coloniale in Etiopia

71vdq7ecd6l-_ac_uf10001000_ql80_di Antonino Cusumano 

Nel grande disordine geopolitico dell’atlante contemporaneo le categorie temporali – passato, presente, futuro – rischiano di implodere in una narrazione sempre meno lineare e sempre più inintelligibile. Il presentismo oscura ogni prospettiva o proiezione possibile, il fenomeno del cancel culture manipola la memoria in forme retrospettive di assolutismo ideologico. Nel nostro Paese la presunzione della classe politica al governo di “scrivere la storia” si risolve in una velleitaria riscrittura revisionista e reazionaria.

Se alziamo lo sguardo oltre l’orizzonte della cronaca, caduto il mito delle magnifiche sorti e progressive entro la rassicurante visione eurocentrica, gli storici si interrogano sul proprio lavoro, su metodi e stili di ricerca, sul ruolo stesso della storiografia. Continua a leggere

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Goliarda Sapienza e il mare

Goliarda Sapienza

Goliarda Sapienza

di Laura D’Alessandro 

Piangendo ci incontrammo fra le barche/ gli occhi spalancati sul tramonto/ Piangendo/ ci abbracciammo in riva al mare/ sbiancato dalle nuvole incombenti./ Piangendo ci incontrammo fra le barche/ gli occhi spalancati sul tramonto/ Piangendo ci abbracciammo in riva al mare/ sbiancato dalle nuvole incombenti/ Piangendo ci sedemmo sulla rena/ già fredda, ci scaldammo a quel dolore/ di lasciarsi nel pieno dei discorsi./ Mi stringevi le mani e la tua spalla/ nera ancora di sole traspariva/ nel bianco del vestito./ Ti chinasti a baciarmi, la tua treccia/ mi ricadde nel grembo calda di sole./ Piangendo ci incontrammo fra le barche. 

Ancestrale, La Vita Felice 2013  Continua a leggere

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I boschi e noi, gli alberi e il nostro futuro

61y0inxcibldi Chiara Dallavalle 

Seguo Pietro Lacasella da diverso tempo, soprattutto attraverso le sue pagine social, e apprezzo molto la sua capacità di leggere in modo intelligente e mai scontato gli scenari montani in questo tempo di crisi e di grandi contraddizioni. Quando ho saputo che Pietro sarebbe stato ospite alla Libreria Alpe Colle, un altro luogo a me caro nonché interessante esperienza di libreria di montagna, ho subito colto l’occasione per incontrarlo e ascoltare dalla sua viva voce il racconto del percorso che ha portato alla scrittura di Sottocorteccia (People editore 2024) Il libro è un viaggio appassionante tra le foreste italiane per tentare di comprenderne meglio lo stato di salute, il futuro che le attende, e le trasformazioni che le stanno interessando alla luce dell’inarrestabile impatto portato dal cambiamento climatico. Conoscere meglio ciò che accade nei nostri boschi induce un’inevitabile riflessione sul rapporto uomo-ambiente e sulla necessità di ricostruirlo su basi completamente nuove. Continua a leggere

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Oltre la soglia del vivere e morire. Antropologia del lutto ed etnografia del sé

montes-definitivo-1_page-0001di Alessandro D’Amato 

Nel febbraio 2016, esattamente un anno prima della sua scomparsa, l’etnologa Clara Gallini diede alle stampe quello che sarebbe divenuto il suo ultimo libro, Incidenti di percorso. Antropologia di una malattia. In quest’opera, l’espediente narrativo del ricordo del proprio passato lungo le vicende storiche che attraversarono la storia d’Italia dalla Seconda guerra mondiale in poi, fu utilizzato dall’autrice come strumento per la realizzazione di un esperimento di auto-etnografia, volta a indagare sé stessa negli anni della malattia. In questo percorso di osservazione interiore, condotto bilanciando magistralmente l’analisi di esperienze dolorose e vicissitudini personali con la leggerezza e l’ironia che ne caratterizzò sempre il suo stare al mondo, Gallini diede una straordinaria testimonianza di quanto fosse lucidamente consapevole che il proprio viaggio esistenziale stesse ormai volgendo al termine. Continua a leggere

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Femminismo critico e femministe eretiche

copertina-vietato-a-sinistradi Maria D’Asaro 

Di cosa si occupano le assai dense 85 pagine – 91 se si includono bibliografia e profili delle autrici – di Vietato a sinistra, saggio curato da Daniela Dioguardi (Castelvecchi, Roma, 2024)? A firma di autrici diverse, il sottotitolo esplicita che il libretto presenta dieci interventi femministi su temi scomodi. Come evidenzia Francesca Izzo nell’introduzione, tali articoli «illustrano gli effetti paradossali, a volte grotteschi, prodotti dalla ossessiva ricerca, imperante nella cultura ‘mainstream’, dell’inclusione, della parità, del diritto eguale a scapito della differenza sessuale». «In nome di questi principi, a prima vista così ‘corretti e democratici’ – scrive ancora Francesca Izzo – accade che venga cancellato il riferimento alle donne nel contrasto della violenza maschile (…), venga fatto cadere il riconoscimento di una peculiare storia politica delle donne, accade che si tormenti la lingua (…). In nome della libertà si sdoganano prostituzione, maternità surrogata, pornografia e si tenta di archiviare tra i reperti del patriarcato il dato reale e simbolico che i sessi sono due. Ma quel che rende le cose particolarmente inaccettabili è che queste posizioni (…) fanno affidamento sul consenso esplicito o sul silenzio complice o timoroso di gran parte dell’opinione e della politica progressista». Continua a leggere

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L’esperienza della libertà, il Cid e la vita come arte

Il Cid (ph. Danilo De Marco)

Il Cid (ph. Danilo De Marco)

di Danilo De Marco 

«Ho voluto insomma riunire alcuni elementi grezzi  per una leggenda degli uomini oscuri, a partire dai discorsi che nella disgrazia o nella rabbia essi scambiano con il potere. “Leggenda” perché vi si produce, come in tutte le leggende, un certo equivoco tra il fittizio e il reale. Che qui ha luogo per ragioni opposte. Il leggendario, quale che sia il suo nucleo di realtà, non è alla fine nient’altro se non la somma di quello che se ne dice. È indifferente all’esistenza o all’inesistenza di colui del quale trasmettiamo la gloria. Se questi è esistito, la leggenda lo ricopre di tanti prodigi, lo abbellisce di tante impossibilità che si finisce quasi per credere che egli non sia mai realmente vissuto. Se invece egli è puramente immaginario, la leggenda insiste nel riferire su di lui tanti racconti da fargli assumere lo spessore storico di qualcuno che è veramente esistito» (Michel Foucault La vita degli uomini infami, Il Mulino 2009).  Continua a leggere

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Da Paolo Cognetti a Mohammed Makhzangi: la letteratura mediterranea ecologico-ambientale

71vbpe1forl-_ac_uf10001000_ql80_-1di Mila Fantinelli 

A partire dal secolo scorso si è manifestato un nuovo interesse per l’ambiente che ci circonda. Sebbene scrittori e filosofi siano sempre stati affascinati dalla natura – dal De Rerum Natura di Lucrezio alla poesia dell’epoca romantica – i temi dell’inquinamento e del riscaldamento climatico sono una preoccupazione relativamente moderna. Negli anni Settanta, si è iniziato a parlare di ambiente anche nel mondo letterario, unendo il discorso scientifico ad argomentazioni socio-filosofiche, esitando in quella che oggi conosciamo come Ecocritica. In altre parole, dopo la Seconda guerra mondiale si è assistito a un aumento dell’interesse per l’ambiente e l’ecologia, derivante da una crisi epistemologica e una prospettiva antropologica negativa (Anders, Adorno) che spinse intellettuali e studiosi a nuove teorizzazioni destinate a rivoluzionare l’ambito e l’oggetto della ricerca, dall’interno verso l’esterno. Continua a leggere

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Burocrazia, barriere e progetti: vite in transito e identità sessuali soffocate

Lampedusa (ph. Anna Maria Francioni)

Lampedusa (ph. Anna Maria Francioni)

di Anna Maria Francioni 

Lottando per non occupare l’unico ruolo che la società sembra aver offerto loro, un numero considerevole di esseri umani tenta di liberare la propria agency ipotecata. Schiacciati dal potere religioso, secolare e biologico che, in modi diversi, ma da sempre ben amalgamati, stabiliscono norme e comportamenti ritenuti corretti all’interno della società, in alcuni Paesi, tutt’ora esistono pene severe per chi non si conforma agli standard sessuali tradizionali, secondo i quali le devianze sono spesso trattate come inguaribili malattie [1]. La filigrana di una migrazione di per sé costellata di difficoltà si complica quando, alle paure condivise di tutta questa parte di popolazione con specifiche esigenze, comuni ma non identiche, si aggiunge quella di incontrare Stati, istituzioni e comunità ostili e, talvolta, anche violenti nei confronti delle persone con orientamenti sessuali non conformi.  Continua a leggere

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Le dame e i cavalieri di un Medioevo taroccato ovvero le nuove feste popolari

al-tempo-delle-festedi Mariano  Fresta 

Delle feste grandi e piccole, dal capodanno universale a quelle locali dedicate ai patroni, la demo-antropologia si occupa da molto tempo, in quanto esse sono sempre apparse come una delle manifestazioni più importanti della cultura antica che alla fine del diciannovesimo secolo abbiamo ritrovato depositate nella moderna cultura popolare. Ampia, quindi, è la letteratura che, da Frazer in poi, le è stata dedicata. Ma i criteri che sono stati utilizzati per studiare il fenomeno negli anni passati mal s’adattano alle feste moderne, perché, mutata la società, sono cambiati anche gli scopi per i quali si organizzano gli eventi festivi. Fabio Mugnaini, docente di Storia delle tradizioni popolari all’Università di Siena, ha per un decennio svolto proprio su queste nuove manifestazioni una ricerca della quale ci offre ora i risultati nel volume Al tempo delle feste. Etnografie del festivo in Toscana, Pacini Editore, Pisa 2024 [1]. Continua a leggere

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Il monumento sepolcrale di Alessandro V nel cantiere del “bel” San Francesco in Bologna

Figura 1. La tomba vista da Alfonso Chacón. Alphonsus Ciacconius. Fonte: Alphonsus Ciacconius, Vitae et res gestae Pontificum Romanorum et S.R.E. Cardinalium ad initio nascentis Ecclesiae usque ad Clementem IX P.O.M., vol. 2 (Romae: cura, et sumptib. Philippi, et Ant. de Rubeis, 1677): 777-778.

La tomba vista da Alfonso Chacón. Alphonsus Ciacconius.
Fonte: Alphonsus Ciacconius, Vitae et res gestae Pontificum Romanorum et S.R.E. Cardinalium ad initio nascentis Ecclesiae usque ad Clementem IX P.O.M., vol. 2 (Romae: cura, et sumptib. Philippi, et Ant. de Rubeis, 1677): 777-778

di Filippo Galletti 

Introduzione 

Il tema dell’opera restauratrice di Alfonso Rubbiani e del neomedievalismo bolognese è stato accuratamente studiato nei decenni. In questo tempo sono state affrontate diverse questioni: la biografia del “restauratore” bolognese, la sua concezione di restauro, i lavori e i progetti che hanno interessato gli edifici più significativi della città di Bologna, come palazzo Re Enzo o il “bel” di San Francesco, il volto medievale della città e l’impianto urbanistico [1]. Recentemente, l’attenzione degli studiosi si è soffermata in particolar modo sul patrimonio archivistico e documentario conservato presso enti, biblioteche e conventi, permettendo così ai ricercatori di usufruire di validi strumenti di ricerca e di approfondire aspetti forse meno noti di quella importante stagione artistica e culturale [2].

Rubbiani e la sua gilda lavorarono alacremente anche su manufatti e monumenti, come testimonia la vicenda del monumento sepolcrale di Alessandro V, eletto papa durante il concilio di Pisa nel 1409, e conservato nella Basilica di San Francesco. Continua a leggere

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Nello stroma. Estendere per vedere

Elena Santoro, Reality Texture 1; 2023

Elena Santoro, Reality Texture 1; 2023

di Aldo Gerbino 

Toute image est plastique

[Emmanuel Lévinas]

Il cuore ha brividi di freddo / perché nel sangue molecole di suono / temprate nell’ora di ghiaccio / vi han deposto vibrando, / il tremolio della neve.

[Enzo Mainardi]

Si ha l’impressione che l’aumento di estensibilità operata sull’immagine, lo stretching vissuto quale esercizio della misura, allo scopo di consegnare amplificazione del visibile, conduca Elena Santoro nell’oltre di un distinguibile, certamente più intimo, accidentato; un oltre pronto a restituirci ‒ partendo dalla superficie della realtà o almeno da quella porzione che il nostro occhio coglie distrattamente nella sintesi dell’istante, ‒ un esito ancor più globale. Continua a leggere

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Note su democrazia e diritti

1di Sonia Giusti 

Il concetto di relativismo storico, secondo Tsvetan Todorov (1939-2017), sta nel riconoscimento dei valori democratici che regolano i diversi sistemi delle società, in cui tutto è collegato, dai costumi alle leggi, dall’ambiente naturale, modificato dall’uomo, allo spirito delle nazioni, nella convinzione che la qualità più alta dell’uomo – dimenticando la definizione kantiana dell’uomo come “legno storto” – dovrebbe consistere nella spinta a conoscere culture diverse guidato dal sentimento di uguaglianza e di progresso verso la democrazia. Continua a leggere

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100 anni di Italo Calvino, 700 da Marco Polo: le città, gli imperi e la loro dissoluzione

italo-calvino-le-citta-invisibili-1di Claudio Gnoffo 

Le città, l’impero e il labirinto

Tra il 2023 e il 2024 si sono avvicendati due anniversari interessanti: i 100 anni dalla nascita di Italo Calvino e i 700 dalla morte di Marco Polo. Anniversari resi ancor più interessanti da un intreccio letterario: Polo è il protagonista del romanzo di Calvino Le città invisibili, del 1972. Facciamo un passo indietro.

Nel saggio del 1962 “La sfida al labirinto” pubblicato sulla rivista Il Menabò, Calvino affronta il problema di come lo scrittore, l’intellettuale, possa affrontare il mondo dopo aver compreso l’impossibilità di dominarlo. Dieci anni dopo, questo problema viene discusso, appunto, da Marco Polo con Kublai Kan, ne Le città invisibili. Calvino li preleva da Il Milione per porli ai due lati dello stesso metaforico tavolo: l’esploratore ambisce a mappare il mondo capendone la logica che collega tutto e senza la pretesa di assoggettarlo, mentre il Gran Kan è preoccupato dal capire come dominare il proprio impero, studiandone le parti come ingranaggi di un complesso meccanismo. Sono i due risvolti della medesima attitudine della mente umana, ossia studiare, analizzare, comprendere, catalogare, e così cercare di far rientrare tutto e controllarlo. Continua a leggere

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Quando il bar non è soltanto un bar

co9verdi Dario Inglese 

Al netto delle dispute accademiche, delle diverse scuole di pensiero e degli infiniti dibattiti sullo statuto epistemologico della disciplina, il destino dell’«antropologia» sembra proprio inscritto nel suo nome: il «discorso sull’anthropos» pare non avere limiti e costringe gli studiosi a rincorrerne il perimetro da un estremo all’altro nell’impresa impossibile di fissarne su carta confini sempre mobili e cangianti. Chi studia l’essere umano utilizzando le categorie dell’antropologia culturale, infatti, può dedicarsi a cose radicalmente diverse, nello spazio e nel tempo, e la sua identità può occupare idealmente uno spettro amplissimo che va dall’avventuriera alle prese con l’alterità più spinta, all’osservatore che, ad esempio, nota con attenzione tutto quel che di significativo accade, al di là delle transazioni economiche, all’interno di un supermercato, passando per l’attivista engagé che vuole portare sul campo il potenziale trasformativo del suo sapere facendo fronte comune con le soggettività presso cui fa ricerca. Continua a leggere

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Lavoro e semilibertà oltre il carcere: dal panorama nazionale alla buona pratica del centro Attavante

309140670_177412588173997_6154525691619047509_ndi Sabina Leoncini 

Al centro del dibattito sul ruolo del carcere e sulla rieducazione, da sempre c’è la questione della difficoltà di operare attraverso strutture alternative agli Istituti penitenziari. Anche il valore che il lavoro assume per il detenuto è fondamentale per la riuscita del processo di rieducazione. Il fatto che il detenuto possa avere un lavoro seppur di poche ore all’interno del carcere inoltre, contribuisce al suo sostentamento per quanto riguarda le necessità primarie di sussistenza e le spese di mantenimento. Continua a leggere

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Una tela di Andrea Sottile rivela una memoria perduta

Figura 1: Andrea Sottile, olio su tela, collezione privata presso Tammisaari, Finlandia

Andrea Sottile, olio su tela, collezione privata presso Tammisaari, Finlandia

di Laura Leto 

La memoria del Cimitero all’Acquasanta è ancora viva nelle parole di Gabriele Quattromani che descriveva questo lembo di umanità perduta in terra di Sicilia così:

«Entrando nel recinto v’ha un piccolo giardino ch’è campo funebre per gli eterodossi. Godesi da quel giardino un orizzonte ristretto selvaggio, ma piacevole, poiché il monte Pellegrino ti è sopra vicinissimo con l’erta via che conduce alla sommità, e su la falda vedi il bel casino di Belmonte e ti pare un tempio, di modo che io credea veder in distanza da un lato il cammino di Dante nel purgatorio, dall’altro gli Elisi del paganesimo. Sorge in mezzo del cimitero un monumento di stucco che indica il luogo; vè scritto intorno quel passo d’Orazio Vitae summa brevis spem nos vetat inchoare longam» [1]. Continua a leggere

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Migrazioni e naufragi, historie de longue durée

copertina_lopes_1891di Santo Lombino 

Nell’anno 1516, in pieno Rinascimento, viene dato alle stampe De optimo rei publice statu, deque nova insula Utopia, libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus, ovvero Libretto invero aureo, non meno utile che divertente, sull’ottima forma dello Stato e della nuova isola Utopia. Autore del libro, il celebre umanista e politico inglese Thomas More, che diverrà martire della fede avendo disobbedito a Enrico VIII.  «Di Utopia si ama citare il secondo libro, descrizione del modello di Stato ottimale edificato nell’isola eponima, con suoi caratteri protocomunisti, pacifici, etici […]. In Utopia si respira l’aria felice della libertà, della solidarietà, del tempo libero. Si dà fiducia alla ragione umana, capace di allestire un ambiente modello per uomini e donne in carne ed ossa […]. La fede nella natura buona dell’umanità è il filo rosso che da Moro in poi muove coloro che non hanno rinunciato a credere possibile un altro mondo …» (Limes, rivista italiana di geopolitica, n. 8, settembre 2013). Continua a leggere

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Il Gender Reveal Party come nuovo rituale nel Nord Italia

Il Gender Reveal Party a Torino

Il Gender Reveal Party a Torino (ph. Luca Mecca)

di Luca Mecca

Introduzione

Questo studio prende le mosse da una circostanza fortuita: l’essere stato invitato ad alcune feste per la rivelazione del genere o «Gender Reveal Party» [1], in Torino, nel 2024. Ed allorquando raccontavo come si svolgesse la festa a colleghi, parenti ed amici, vedevo nell’interlocutore, talvolta sbigottimento, talvolta incredulità ed anche, il semplice ignorare dell’esistenza di questa celebrazione e ciò anche da parte delle madri con età figliare superiore ai due/cinque anni. Approfondendo la ragione di tale “ignoranza” sull’argomento, ho ricercato statisticamente [2] le pagine web e gli articoli di giornale e di approfondimento (in lingua italiana) con la query «Gender Reveal» e «Gender Reveal Party/Festa». L’output è il seguente [3]: Continua a leggere

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Note sull’ideologia e dintorni

144510di Umberto Melotti 

Il termine “ideologia” ha due principali significati. Il primo, il più comune e diffuso, indica un sistema, più o meno coerente, di idee, credenze e convinzioni che orientano l’azione sociale e politica (finalità, strategie, tattiche, metodi etc.) di soggetti individuali e collettivi (associazioni, organizzazioni, movimenti, partiti, sindacati etc.). Si parla così, ad esempio, di ideologia liberale, socialista, comunista, fascista. In questo senso (prevalente nella politica pratica e nella storia del pensiero politico) un suo semi-sinonimo è “dottrina”, peraltro non sempre interscambiabile. Dottrina cattolica e ideologia cattolica sono due cose diverse. Ma la Storia delle dottrine politiche (uno dei primi insegnamenti della facoltà di Scienze politiche) era la denominazione tradizionale di quella che spesso è ora chiamata la Storia del pensiero politico. Quando a prevalere è la credenza, si può anche parlare, nello stesso senso, di “fede” (fede cristiana, fede socialista, fede comunista etc.). Continua a leggere

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Essere, tempo, materia

i__id14610_mw600__1xdi Federico Nicolosi 

Il cammino asintotico e necessariamente in fieri di un’esistenza votata al Sapere, a quella musa guida che è la filosofia. Il reincontrarsi di anni di indagini sempre nuove e in apparenza distanti che si mostrano nel tessuto di fondo che le intrama e che le lega, nella diversità dei loro oggetti, l’una all’altra. Anche questo è Chronos. Scritti di storia della filosofia, di Alberto Giovanni Biuso (Mimesis, Milano-Udine 2023): crocevia di plurali, complessi e mobili itinerari del pensiero, tutti in un modo o nell’altro ordinati a un comun denominatore: la domanda sul tempo come domanda sull’essere. Ed è proprio nella riproposizione incalzante di tale Seinsfrage/Zeitsfrage – il che è pressappoco lo stesso – che questi «scritti di storia della filosofia» acquistano il volto di un cammino; un cammino che non è né lineare né circolare, un cammino che, nell’insistito far ritorno per mezzo di continui e molteplici “tornanti” a quel domandare originario che portò i Greci a chiedersi perché ci fosse qualcosa anziché il niente» [1], fa del Tempo «la domanda sull’essere, l’essere come domanda, l’essere che domanda» [2]. Continua a leggere

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Il sacrificio della vita, la testimonianza di don Aldo Mei

coverdi Olimpia Niglio 

In un periodo molto complesso della storia mondiale, dove le guerre in Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Sudan – solo per citare alcuni Paesi – i conflitti civili in Malawi, Nicaragua, Nigeria e le grandi crisi economiche e ambientali che stanno colpendo tutto il nostro pianeta, hanno rimesso in forte discussione un sistema apparentemente stabile ma la cui fragilità è segnata proprio da una forte iniquità che da tempo caratterizza le diverse realtà del mondo. Non c’è dubbio che le esperienze che hanno messo in discussione la vita umana hanno segnato fortemente le popolazioni rimettendo al centro valori etici spesso occultati. Continua a leggere

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Il mito, l’archetipo, l’inconscio e Dio. Appunti

Liber novus, di Jung

Liber novus, di Jung

di Roberto Ortoleva

La ricerca della presenza di dio è sempre stato un tema caro agli studiosi del mito e delle sue implicazioni, per tali motivi tanti si sono cimentati per chiarire il significato della sua esistenza multiforme e per avvalorarne la convinzione. Ma  chi è, quindi, dal punto di vista archetipico questo Dio?

Se Dio soprattutto è volontà e voce ci potremmo chiedere a quale tipo corrisponde; non corrisponde esclusivamente all’esperienza specifica di qualcosa, ma una lettura delle immagini archetipiche predominanti rivela una serie ininterrotta di trasformazioni che illustrano la vita autonoma degli archetipi dietro le quinte della coscienza. Continua a leggere

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Dilemma in lemma

copertina-lemmi-e-dilemmidi Antonio Pane 

Se il Dizionario dice che il pettegolezzo è un «peto fatto con la gola», si può dubitarne? Di consimili perplessità golosamente fa incetta il sillabario di Raffaele Giannetti, Lemmi e dilemmi dall’Armadio allo Zufolo (Editrice Maremma, 2023): regesto che muove da laboriose auscultazioni di etimologie discutibili per produrre diagnosi non meno aleatorie, fatte, come accusa la sua autoriale e autorevole Introduzione, di «confessioni paretimologiche», di «fantasie linguistiche dalla fibra grossolana», di «concessioni al divertissement», di «immaginazioni che stentano a venire in luce e a prendere forma», di superfetazioni addebitate al «dilettante inesperto» di Primo Levi. Continua a leggere

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La solitudine del vento. Libertà e desiderio nella poesia di Joyce Mansour

Joyce Mansour

Joyce Mansour

di Alessandro Perduca                                                                                              

Libre de s’égarer/ Libre de se perdre/ L’aveugle se mire-t il dans la solitude/ De sa chair

Joyce Mansour [1] 

Joyce Mansour costituisce una presenza paradigmatica e al contempo enigmatica nel panorama dell’esperienza surrealista; la sua opera, infatti, segnata da una ricerca esistenziale originale, trascende confini culturali e letterari ridefinendo all’interno della poetica del movimento i contorni della propria identità di genere e il proprio linguaggio. Continua a leggere

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La Madonna delle Rose di Torricella Peligna (Ch): tradizioni e leggende

Madonna delle rose

Madonna delle Rose (ph. Mario Pellegrini)

di Amelio Pezzetta 

La denominazione di Madonna delle Rose 

La figura di Maria, ha una grande valenza simbolica nella religiosità popolare che le assegna numerose denominazioni al fine di farne un importante punto di riferimento a cui affidarsi per chiedere protezione, riscatto e consolazione. Spesso si riscontra che per l’immaginario popolare, alla varietà di titoli corrispondono anche diverse madonne, un fatto che contrasta con la Chiesa ufficiale secondo la quale, ovviamente la Madre di Dio è unica. A tal proposito Salvatore ha fatto presente quanto segue: «La Madre di Dio, pur mantenendo la sua unità teologica, diventa nello stesso tempo molteplice. È una, eppure veste gli abiti di numerose divinità locali, si mostra in un’infinità di aspetti e reca un’altrettanta infinità di denominazioni. Dunque da Santa Maria a Sante Marie: per l’imporsi di una divinità che una et aliae» [1]. Continua a leggere

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“Zona di Interesse”, Shoah e Vergangenheitsbewältigung in Germania

locandinapg2di Luca Renzi 

Il tema della Vergangenheitsbewältigung (rielaborazione del passato) nella Germania post-bellica, di recente richiamato anche da Antonio Scurati in una trasmissione radiofonica [1] in cui si dibatteva dell’eterno aspetto del fascismo e della sua rielaborazione nelle moderne democrazie occidentali, è uno di quegli aspetti che passano inosservati, se non in una ristretta tribuna di specialisti, perlopiù storici e sociologi, relativamente alla Germania e alla sua rinnovata via verso la democrazia dopo il terribile dodicennio nero che ha segnato e segnerà la sua storia per molto tempo ancora. Tale aspetto, tuttavia, informò di sé fin dalla sua origine (1949) la giovane repubblica Federale che nasceva sulle ceneri di un passato insopportabile e disastrato, soprattutto moralmente prima ancora che materialmente, quale fu quello hitleriano, inizialmente sotto le insegne del primo cancellierato, quello di Konrad Adenauer e della prima presidenza della repubblica, quella di Theodor Heuss e che tentava di riaffondare le sue radici in quell’epoca vicina ma ugualmente così lontana quale fu la Repubblica di Weimar, primo tentativo realizzato di democrazia su suolo tedesco. Continua a leggere

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Sotto il segno dei baci

ilaria-guidantoni-baci-da-sfogliare-cinquesensi-editoredi Rossana Salerno 

Il bacio è un atto apparentemente semplice, un gesto che attraversa culture, epoche e sentimenti con una potenza disarmante. Unisce le persone, celebra l’amore, sigilla patti, racconta tradizioni e si presta a infinite interpretazioni. Eppure, dietro la sua apparente immediatezza, si cela un universo di significati profondi, che spaziano dalla dimensione intima e personale a quella collettiva e simbolica.

Nel libro Il Bacio da Sfogliare di Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice, il lettore è invitato a intraprendere un viaggio affascinante attraverso questo gesto universale, esplorandolo non solo come manifestazione di affetto, ma come elemento culturale, artistico, filosofico e persino politico. Ogni bacio diventa una finestra su un mondo diverso: dalle radici storiche e antropologiche alle sue incarnazioni nelle arti visive e nel cinema, dai miti dell’antichità alle rappresentazioni più contemporanee. Continua a leggere

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Una First lady sulle tracce dei migranti antenati

La first lady, Jill Tracy Jacobs Biden a Gesso nel Messinese

La first lady, Jill Tracy Jacobs Biden a Gesso nel Messinese

di Mario Sarica 

Una visita inaspettata sui titoli di coda del mandato del 46mo presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, quella della first lady, che ha destato d’improvviso il paese addormentato su quella collina- belvedere, dove lo sguardo abbraccia, riempendosi di sublime bellezza, il profilo frastagliato, tagliente ed intensamente verde dei Peloritani, la penisoletta di Milazzo stesa dolcemente sul mare, da dove emergono sognanti le isole Eolie; e volgendo ancora una volta lo sguardo allo skyline dei Peloritani, ecco a volte sorgere la mitica e mutevole sommità della maestosa Etna; e come fondali dai toni azzurrini il disegno morbido dei Nebrodi, che rotolano sulle onde con i promontori rocciosi e ciclopici di Tindari e Calava’ del golfo di Patti. Continua a leggere

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“Il limite tra normalità e follia”. Il pericolo è dimenticarsi che esiste

15613di Fabio Sebastiani

Questo lavoro teatrale è composto da alcune lettere tratte da “Delitti esemplari” di Max Aub, lette in scena da un personaggio (Filippo Gra) che, sempre in scena, in altri e ben distinti interventi cerca un dialogo con il pubblico a partire dal contenuto delle lettere stesse proponendo una riflessione collettiva sull’attualità. Ne esce un quadro drammatico in cui si tocca con mano il passaggio d’epoca che stiamo attraversando, c’è da dire, con grande inconsapevolezza. «È un momento importante per le parole – dice alla fine Filippo Gra –  Prima che ci incarti il caos generale e il loro valore si perda completamente occorre preservarle e curarle. Saranno la nostra scialuppa di salvataggio».  Continua a leggere

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La costa tra San Giovanni e Torre Annunziata in età moderna

Salvatore d’Amato, Torre del Greco, porto e marina

Salvatore d’Amato, Torre del Greco, porto e marina

di Maria Sirago 

Torre del Greco, città del corallo, e i suoi casali di Portici, Resina, San Giorgio e San Giovanni 

Il territorio di Torre del Greco, detta anticamente Turris Octava, si estendeva lungo il litorale e comprendeva i casali di San Giovanni a Teduccio, San Giorgio a Cremano, Resina e Portici, sotto la sua giurisdizione, e non poteva essere infeudato, data la vicinanza alla Capitale, Ma nel 1418 la regina Giovanna concesse a Sergianni Caracciolo la città in “castellania”, una particolare concessione feudale come quella di Ischia per i d’Avalos: i feudatari dovevano occuparsi del pagamento della guarnigione posta a sua difesa, nominando un castellano o capitano, pagato 12 ducati al mese, e alcuni soldati. Continua a leggere

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Quando in Italia c’erano gli arabi: le prime incursioni

Omar al

Omar ibn al Khattab

di Ahmed Somai 

Ai tempi del secondo califfo Omar ibn al Khattab [1], la Sicilia e una parte del Sud Italia erano province bizantine. Le prime conquiste islamiche riguardarono l’Asia Anteriore e la Persia e molti territori vennero strappati ai Sassanidi e ai Bizantini. Il conflitto con Bisanzio era destinato ad allargarsi, coinvolgendo i territori del bacino orientale del Mediterraneo e le sue isole che erano in mano bizantina. Con la conquista dell’Egitto e di Tripoli, la minaccia delle incursioni bizantine si fece sentire con più forza, insieme agli atti di pirateria dei Veneziani. La superiorità in mare era evidente. Continua a leggere

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Il sogno americano è finito

mv5bytyyodhlodktyjuznc00njuylwi1mzytnmi0mty3ytuxyjy2xkeyxkfqcgdeqxvymtkxnjuynq-_v1_fmjpg_ux1000_di Giuseppe Sorce 

Il sogno americano è finito. E per quanto gli Stati Uniti mantengano ancora un certo fascino e per quanto ancora possono rivelarsi terra di opportunità per qualcuno, tutto ciò che c’è attorno a questo fascino e a queste opportunità risulta oggi difficile da immaginare e raccontare. Per gli americani prima di tutto, perché ciò che ha portato a una rielezione di Trump ruota proprio attorno questo tema. Che America immaginano e si raccontano gli americani?

Scrivo queste righe mentre sono in un volo che mi riporta in Italia per le vacanze di Natale. È notte per me e fuori c’è solo l’oscurità atlantica. Continua a leggere

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Nella lingua l’identità di una Sicilia “più di una regione, poco meno di una nazione”

9788858766491_0_536_0_75di Orietta Sorgi 

Gesualdo Bufalino osservava, riferendosi al pluralismo della nostra Isola, che bisognerebbe parlare non di una ma di cento Sicilie. E in effetti le Sicilie sono tante: quella verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava. Ma vi è anche – continua lo scrittore – una Sicilia “babba”, mite fino alla stupidità, e una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alla violenza e alla frode, una Sicilia pigra e un’altra frenetica… (2017:5).

Un eccesso di identità dunque che sembrerebbe tuttavia immediatamente smentita dall’ostinata ricerca, da parte di intellettuali e scrittori, di quei tratti unitari e specifici che caratterizzerebbero l’animo dei siciliani. Un paradosso. Continua a leggere

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The effectiveness of online platforms in Learning English as a Foreign Language

1di Imane Tahiri,  Abdelkrim Elalami [*] 

I. Introduction

The field of English language learning is characterized by constant development thanks to the transformations that are known in other fields closely related to it, and the great importance of languages in human existence in all its social, economic and political dimensions. English is one of today’s most important languages in world education. Being among the most spoken languages and the lingua franca in the majority of countries around the world, it enjoys a particularly esteemed status in schools and educational institutions [1]. Continua a leggere

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Che ne è dell’Antico? Sui Misteri di Sicilia

copertina_de_il_sonno_di_pietra_di_enrico_sesto-1di Rosa Tinnirello 

Sonno di Pietra di Enrico Sesto, pubblicato da Edizioni Lettere da Qalat (Caltagirone, 2024) con la pregevole introduzione di Tommaso Casini, è un viaggio inconsueto attraverso il territorio siracusano/ibleo in Sicilia. Luogo di enigmatiche culture arcaiche che ne hanno plasmato il paesaggio. Sesto ci fa riflettere sulla nostra natura polimorfica. Dopotutto, in origine, la Sicilia era abitata dai mostri e dai giganti, protetta dalle Grandi Madri e dalle divinità preolimpiche, di cui oggi abbiamo perso la memoria del culto. Continua a leggere

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La Sicilia di Franco Lo Piparo

464189434_949626707198270_4481074256836541858_ndi Francesco Virga

L’ultimo libro di Franco Lo Piparo, Sicilia isola continentale. Psicoanalisi di una identità, pubblicato da Sellerio lo scorso ottobre, partendo dall’analisi del linguaggio di tanti illustri siciliani cerca di smontare alla radice l’ideologia sicilianista che tanti danni ha arrecato alla nostra Isola [1]. Si tratta di un libro di godibilissima lettura che riprende, almeno in parte, sotto forma di pamphlet, quanto lo stesso studioso aveva sostenuto, in modo più accademico, in un suo precedente saggio del 1987 sulla Sicilia linguistica, compreso nella grande Storia d’Italia Einaudi, dedicata alla regione siciliana, curata da M. Aymard e Giuseppe Giarrizzo. Continua a leggere

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Medio Occidente. Nuovo confine degli imperi mondiali

Mappa delle aree di influenza di Occidente e Oriente

Mappa delle aree di influenza di Occidente e Oriente

di Nuccio Zicari 

Da quando esiste l’uomo esiste la guerra. La guerra è una questione di confine. Ma cosa è un confine? Dal latino cum (insieme) finis (fine, termine), insieme alla fine, il confine è una zona di separazione e contemporaneamente di contatto tra due aree geografiche naturali. È con l’Impero Romano che nasce il concetto di confine inteso come Limes, limite, ovvero linea artificiale che segna il confine geopolitico di aree di appartenenza. Continua a leggere

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Storia di un’amicizia: in memoria di Arnaldo Nesti

Arnaldo Nesti

Arnaldo Nesti

di Andrea Banchi 

A fine agosto è scomparso nella sua casa fiorentina, nel quartiere di Santo Spirito, Arnaldo Nesti, dopo un periodo di salute precaria.

Non è riuscito a vedere la XXXI Summer School on Religion di San Gimignano che aveva fondato con alcuni colleghi animati dalla sua stessa passione. Aveva 92 anni, ma i suoi interessi erano sempre vivi.   Continua a leggere

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La “religiosità ecumenica” di Franco Ferrarotti

coverdi Roberto Cipriani 

In occasione del suo novantacinquesimo genetliaco, il 7 aprile del 2021, Franco Ferrarotti, professore emerito della Sapienza, si è fatto un “regalo”, scrivendo la prefazione ad un altro suo libro, questa volta su La religiosità ecumenica (Solfanelli, Chieti, 2021). Sin dalle prime due pagine di avviamento e di accompagnamento alla lettura del volume, si può trarre la chiave principale di interpretazione che costituisce il filo rosso conduttore scelto dall’autore: “il mistero di Dio” e “la compassione per il prossimo”, per cui «ego e alter si riconoscono parte della inviolabile sacralità della vita». Continua a leggere

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Un ricordo di Franco Ferrarotti nel dialogo a Roma tra psicologia e sociologia

Franco Ferrarotti

Franco Ferrarotti

di Piero Di Giorgi

Ho avuto la fortuna di conoscere Ferrarotti tramite la mia amica Maria Immacolata Macioti, che è stata la sua allieva prediletta, fino a portarla a ordinaria della cattedra di sociologia all’università di Roma. Per inciso, proprio in virtù della nostra amicizia, Minette, come la chiamavamo gli amici, è venuta a fare una conferenza a Mazara del Vallo, organizzata dal nostro Istituto Euro-arabo. Continua a leggere

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Franco Ferrarotti: narratore della modernità e sociologo delle identità locali

s-l1200di Giovanni Gugg 

Franco Ferrarotti: il custode delle trasformazioni sociali del Novecento

Franco Ferrarotti è stato il pioniere della sociologia italiana, un visionario che ha trasformato il modo in cui guardiamo al mondo sociale. Con la sua morte, avvenuta il 13 novembre 2024, all’età di 98 anni, si chiude una stagione luminosa del pensiero italiano, ma rimane una scia duratura, un’eredità culturale e scientifica che continua a vibrare attraverso le sue opere e il ricordo di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo. Continua a leggere

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I prati della luna. In ricordo del Professor Arnaldo Nesti

Arnaldo Nesti e Simona Scotti

Arnaldo Nesti e Simona Scotti

di Simona Scotti 

Molti anni fa (2003), tornando da una conferenza nel Comune di Roccastrada, in Toscana, nella provincia di Grosseto, il Professore mi parlò di un suo diario, della volontà di pubblicarlo: conoscevo Nesti già da qualche anno, ma era la prima volta che mi parlava di sue vicende così personali e delicate. Il racconto riguardava il periodo dell’allontanamento dalla sua esperienza ecclesiastica, forse la frattura biografica più significativa nella storia personale e professionale del Professore. Sebbene dotato di una personalità “mobile”, come scrive Enzo Pace (ReS 75, 2013), e quindi disponibile al cambiamento, aveva vissuto con difficoltà quel passaggio che lo aveva costretto ad abbandonare le certezze pregresse e a rimettersi totalmente in gioco. Continua a leggere

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Evoluzione dei rapporti culturali, linguistici e istituzionali fra Spagna e Italia

coverdi Gabriele Ales 

L’intreccio storico e culturale che lega Spagna e Italia affonda le proprie radici in un passato profondo e complesso che, fermandosi arbitrariamente alla storia moderna, si potrebbe far partire dalla dominazione borbonica, se non ancora più indietro nel tempo. Continua a leggere

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I rapporti linguistico-culturali italo-iraniani

Persepoli

Persepoli

di Masoud Hooshmandrazavi

 Sui rapporti culturali nelle fasi di crisi politica

 Gli scenari attuali sono contrassegnati da  preoccupanti fattori critici: le superpotenze che ricorrono sempre più a linguaggi e orientamenti contrapposti,  l’avversione dei Paesi (BRICS e altri che intendono unirsi a loro) ai G8 con una sorta di strategia antioccidentale quanto meno anti americana, l’Unione Europea che, appesantita dal suo considerevole ingrandimento, non riesce a prendere decisioni strategiche; il Medio Oriente afflitto  da disumane e croniche guerre sul campo; un grande Paese come l’Iran che risulta inviso sia ai Paesi arabi che a Israele; i Paesi africani che finora di grande stanno conoscendo solo lo sviluppo demografico Continua a leggere

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L’Ucraina-Rus’ e l’Italia: precedenti storici, affinità culturali e linguistiche

coverdi Olena Ponomareva 

Introduzione

Dopo il 24 febbraio del 2022 l’Ucraina ha smesso di rappresentare, agli occhi dell’opinione pubblica occidentale, un Paese remoto e poco conosciuto. Per effetto di uno di quegli shock collettivi che cambiano le prospettive e modificano il senso comune, l’Ucraina all’improvviso è diventata come il cortile di casa, e la nostra geografia mentale ha subito un mutamento di lungo termine. Nello stesso tempo però mancano conoscenze su questo Paese al di fuori dei vecchi schemi mentali appiattiti, manca la verità sulla realtà dei fatti, ma anche sulla storia e sulla cultura ucraine.   Continua a leggere

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La presenza italiana in Romania e nel Mar Nero dal medioevo all’età moderna tra scambi commerciali, intrecci culturali e libertà religiosa

Vista del Mar Nero dal satellite

Vista del Mar Nero dal satellite

di Antonio Ricci [*] 

Introduzione 

Le prime migrazioni italiane in quei territori che oggi qualifichiamo come Romania risalgono al Trecento, un periodo in cui le potenze marittime di Venezia e Genova avevano raggiunto il culmine della loro espansione commerciale nel Mar Nero. Questi due centri commerciali si spinsero lungo le rotte chiamate itinera mercatorum [1], cioè le vie di scambio che collegavano l’Europa occidentale con l’Oriente, fondando una serie di colonie, fondaci, empori e persino vere e proprie città sulle coste del Mar Nero e nelle zone interne della Romania. L’area che comprendeva il Dobrugia, la Moldavia e la Valacchia divenne così un crocevia fondamentale per il commercio tra l’Europa, l’Asia e il Medio Oriente. Continua a leggere

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Qui e ora a Palermo, amabile e sordida

locandinadi Flavia Schiavo 

Girato nel settembre del 2023, Fino alla fine, tredicesimo lungometraggio di G. Muccino (sceneggiato da Paolo Costella e Gabriele Muccino, costato undici mln di euro), ispirato al film Victoria di S. Schipper (2015, girato in un unico piano sequenza), mette al centro non unicamente la città di Palermo, ma la duplice relazione che abitanti e visitatori possono instaurare con la città stessa.

Guardata da lontano, come fosse una metropoli di confine (come afferma lo stesso Muccino durante una intervista) ed esplorata da vicino, vissuta soprattutto di notte immergendosi dentro il suo ventre, Palermo si offre e viene attraversata rievocandone, in un certo senso, la fascinazione che gli scrittori del Grand Tour esperivano e restituivano tra Settecento, Ottocento e primi del Novecento.   Continua a leggere

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Fino alla fine, se ce la fai

la_libertc3a0_di_sbagliare3a_il_nudi Anna Fici 

Cinico e disperato si presenta allo spettatore Gabriele Muccino con questo suo film ansiogeno e, a tratti, struggente, in cui “fino alla fine” ci si chiede – perché abbiamo cronicamente bisogno di rassicurazione e non amiamo essere tirati a forza fuori dalla nostra confort zone – se l’amore dei due giovani protagonisti sia un amore tragico e puro o se violenza e squallore inquinino tutto, senza lasciare scampo. È insomma un film d’amore? Continua a leggere

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Un racconto intenso e doloroso, nel caos e nella violenza della bellezza

da "Fino alla fine" di Muccino

da “Fino alla fine” di Muccino

di Bianca Navarra 

“Fino alla fine” è un film di Gabriele Muccino. Si tratta di un remake del celebre “Victoria”, pellicola d’azione ambientata a Berlino nel 2015. Viene naturale chiedersi: perché Muccino ha scelto di reinterpretare proprio questo film? E, soprattutto, perché ambientarlo a Palermo? Che cosa ha spinto il regista a connettere idealmente Berlino e Palermo, due città tanto diverse ma accomunate da una ricca cultura e da un senso di mistero macabro e di perdizione? Continua a leggere

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Per grazia ricevuta

Per grazia ricevuta (ph. Valeria Laudani)

Per grazia ricevuta (ph. Valeria Laudani)

di Valeria Laudani 

Questa espressione, densa di fede e devozione, trova il suo significato nel rapporto tra uomo e divino. In Sicilia, la religiosità popolare si intreccia con antiche tradizioni e simbolismi, un dialogo tra sacro e quotidiano, un ponte tra la fragilità dell’uomo e la misericordia dei santi. Continua a leggere

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Emmy Andriesse, una luminosa stella cometa

Emmy Andriesse, Sestri Levante, 1950-1951, Archivio MuSel - museo archeologico e della città di Sestri Levante

Emmy Andriesse, Sestri Levante, 1950-1951, Archivio MuSel – museo archeologico e della città di Sestri Levante

di Silvia Mazzucchelli

1955, New York, MoMa. Si inaugura una mostra epica, che ruota attorno alla ricerca e al riconoscimento del mistero dell’umano e della vita, The family of man.

Concepita da Edward Steichen, coinvolge 273 fotografi, provenienti da 68 Paesi, tra cui Helen Levitt, Ruth Orkin, Sabine Weiss, presentati tutti sullo stesso piano, senza gerarchie legate alla notorietà e senza nessuna concessione ad estetismi e ricercatezze.  We two form a multitude, la sezione finale del catalogo, con le fotografie di August Sander, Alfred Eisenstaedt, Dimitri Kassel, si apre con un’enigmatica e austera coppia di anziani olandesi. Continua a leggere

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Alla donna

Alla donna (ph. Massimo Minglino)

Alla donna (ph. Massimo Minglino)

di Massimo Minglino 

Non ho mai fotografato una donna in posa, ferma davanti a me come modella a ricevere indicazioni sulla postura da assumere: ho sempre creduto di violare e profanare un tempio, di usare violenza con le richieste e con il mio comportamento.

Le ho sempre fotografate nella vita normale, durante lo svolgimento delle loro attività, nei contesti usuali o naturali.

Audrey Hepburn diceva che «la bellezza di una donna non risiede nell’estetica; la vera bellezza di una donna è riflessa nella sua anima». Nella sua anima fragile e forte, resistente ad ogni tormento, ad ogni tempesta, ad ogni terremoto, le sue scelte cambiano il corso delle cose. Continua a leggere

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Davanti al Memoriale per Salvatore Carnevale

Monumento funebre a Giuseppe Carnevale,  Sciara contrada Cozzira Sicchi (ph. Angelo Pitrone)

Monumento funebre a Salvatore Carnevale, Sciara contrada Cozzira Sicchi (ph. Angelo Pitrone)

di Angelo Pitrone

Una domenica verso la metà dello scorso novembre, con alcuni amici, decidiamo di fare una gita a Sciara (PA) per visitare il monumento funebre a Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia il 16 maggio del 1955, e vedere la mostra del grande fotografo Nicola Scafidi a lui dedicata.

Ci accompagnano Liliana e suo marito Lillo. Seguendo una vecchia Regia Trazzera, tra il fiume Torto e il paese di Sciara , a mezza costa su una collina coltivata a cavoli e sparacello, in contrada detta dei Cozzira Sicchi, ci compare una piccola edicola votiva come quelle che spesso si incrociano per i viottoli di campagna. Continua a leggere

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La piazza e la vita nuda

La piazza e la vita nuda (ph.Tiziana Sparacino)

La piazza e la vita nuda (ph. Tiziana Sparacino)

di Tiziana Sparacino 

«Mi sono imbattuta in un figlio di Dio, camminava lungo  la strada. Gli ho domandato dove stesse andando e mi ha risposto: “vado alla fattoria di Yasgur, vado ad unirmi ad una band rock’n’roll. Pianterò una tenda nei campi per tentare di liberare la mia anima”». Cantava così Joni Mitchell nel 1969. Continua a leggere

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SOMMARIO N. 70

islanda, Aurora boreale (ph. Seby Scollo)

Islanda, Aurora boreale (ph. Seby Scollo)

PRIMO PIANO

EDITORIALE; Francesco Azzarello, Caspar David Friedrich fra religione e spiritualità; Igor Baglioni, Sulla via delle amazzoni. Wonder Woman e l’attivismo femminista in America (1941-1979); Paolo Cherchi, La periegesi mediterranea di Venere e una “meraviglia” occulta dell’ “Adone” di Giovan Battista Marino; Giovanni Cordova, Crocevia del sacro. Islam ed esperienza religiosa oltreconfine; Liviana Gazzetta, Dalla contestazione cattolica al femminismo. Il percorso di Lidia Menapace (1968-1972); Continua a leggere

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EDITORIALE

Corpi (ph. Francesco Faraci)

Corpi (ph. Francesco Faraci)

Sarà perché l’Albania è tornata protagonista nelle cronache di queste settimane ma nell’aria sembra soffiare un vento coloniale d’altri tempi, quando il Paese delle Aquile era un pezzo d’Italia esportato nell’altra sponda adriatica.

Nel dibattito pubblico il colonialismo è pratica politica dissimulata nella esternalizzazione delle frontiere e nella delocalizzazione di quei Centri di rimpatrio destinati a trattenere i migranti trasferiti come merce, simbolicamente e fattualmente deportati come i condannati ai campi di concentramento. La nuova “campagna d’Albania” progettata per dare visibilità all’orgogliosa immagine propagandata dell’identità nazionale fuori della nazione porta gli stessi segni dell’ignominia militare del 1939, lo stesso disonorevole quanto grottesco fallimento. Continua a leggere

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Caspar David Friedrich fra religione e spiritualità

Ritratto di Caspar David Friedrich, Gerhard von Kugelgen

Ritratto di Caspar David Friedrich, Gerhard von Kugelgen

di  Francesco Azzarello

Il 2024, anno in cui il pittore tedesco avrebbe compiuto 250 anni, sta per volgere al termine. Il 5 gennaio del 2025 si chiuderà anche la mostra di Dresda (terza dopo Amburgo e Berlino) dedicatagli. Naturale che il numero di pubblicazioni relative alla sua persona e alla sua opera si siano moltiplicate. Mi sembra dunque opportuno:

(1-2) presentare brevemente le posizioni ermeneutiche più importanti riguardo a tutta la sua produzione (selezionando quelle che hanno maggiore attinenza al tema che ho scelto);

(3) esaminare in particolare il contributo di Werner Busch, che nella sua interpretazione  dell’opera di Friedrich insiste sugli aspetti tanto matematici che religiosi della produzione del pittore, conferendo molta importanza al ruolo della teologia di Friedich Schleiermacher per la comprensione della stessa;  Continua a leggere

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Sulla via delle amazzoni. Wonder Woman e l’attivismo femminista in America (1941-1979)

All Star-Comics 8, December 1941-January 1942

All Star-Comics 8, December 1941-January 1942

di Igor Baglioni 

Tra passato e presente 

«Bella come Afrodite – saggia come Atena – dotata della velocità di Mercurio e della forza di Ercole – lei è conosciuta solo come Wonder Woman, ma chi lei sia, o da dove venga, nessuno lo sa!». Siamo nel dicembre del 1941, verso la fine del mese, quando, sul numero 8 di All Star-Comics [1], una nuova eroina, Wonder Woman, viene così presentata ai lettori. Questi, fin dalle prime pagine, vengono proiettati in un nuovo mondo di avventure le cui trame presentano un aspetto che particolarmente le contraddistingue a livello temporale: lo sguardo parallelo al presente e al passato. Il presente, come affermano chiaramente le prime righe introduttive, è «un mondo devastato dalla guerra e dall’odio degli uomini», è quel mondo che vive la tragedia della Seconda Guerra Mondiale e in cui gli Stati Uniti sono impegnati a combattere le forze dell’Asse e vedono la propria terra in pericolo, minacciata da spie e sabotatori tedeschi. Continua a leggere

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La periegesi mediterranea di Venere e una “meraviglia” occulta dell’ “Adone” di Giovan Battista Marino

Frontespizio della prima edizione, 1623

Frontespizio della prima edizione, 1623

di Paolo Cherchi 

Marino viene associato alla “meraviglia” estetica, cioè a quel tipo di creazione artistica che desta stupore perché sorprende il lettore con immagini, finzioni, giri linguistici imprevisti e alquanto inconsueti. Di solito tali sorprese si realizzano nel piano linguistico con metafore ardite o con i “concetti” che si ottengono  spesso usando impropriamente i “predicamenti” o le categorie che Aristotele elenca nelle sue Categorie. Sono dieci: sostanza, quantità, qualità, relazione, luogo, tempo, situazione, averi, azione, patire. Per cui se dico che “Il silenzio scendeva a passi rapidi” sto usando impropriamente il verbo ‘scendere’ e la categoria di “azione”, che non si addice al sostantivo “silenzio’ che semmai “ si diffonde”, e l’idea  di dargli piedi e gambe sembra allontanarsi dal principio della mimesi e affidarlo ad una discorso metaforico che ha sempre bisogno di raccordi fra realtà diverse. E quando le metafore di questo tipo sono “oltranzose”, allora si creano quei “concetti” che la letteratura secentesca privilegiava. Continua a leggere

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Crocevia del sacro. Islam ed esperienza religiosa oltreconfine

Casablanca, la Moschea di  Hassan II

Casablanca, la Moschea di Hassan II

di Giovanni Cordova [*] 

Il ripensamento epistemologico e metodologico con cui le scienze umane e sociali hanno affrontato negli ultimi due decenni lo studio dell’Islam e dell’esperienza religiosa musulmana riflette le aporie e gli impliciti slittamenti semantici che, più in generale, l’assunzione ad universalità della categoria di “religione” (e del suo ineliminabile contrappunto, il “secolare”) ha comportato nell’applicarla oltre la genealogia storico-politico-culturale che l’ha generata. Continua a leggere

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Dalla contestazione cattolica al femminismo. Il percorso di Lidia Menapace (1968-1972)

Lidia Menapace

Lidia Menapace

di Liviana  Gazzetta 

Ad un secolo dalla nascita, settori della società e della cultura italiane stanno avviando una riflessione sul ruolo e sul lascito etico-politico di Lidia Brisca Menapace [1]. Certo è un’impresa non facile, quella di ricostruire l’evoluzione del pensiero, la fede spirituale, l’instancabile militanza incarnata nel percorso biografico di questa protagonista, in oltre sessant’anni di attività molteplice e complessa. Anche il presente contributo tenta di mettere in luce solo alcuni degli elementi di tale percorso, all’interno di una delle fasi probabilmente più ricche della sua esperienza politica e foriero di molti, successivi sviluppi: quello in cui – dopo l’adesione al marxismo – avveniva l’incontro col femminismo. Continua a leggere

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Il potere delle parole: Gaël Faye e la voce del genocidio dei Tutsi in Rwanda, tra memoria e responsabilità

Ruanda

Rwanda

di Giovanni Gugg 

Durante l’ultimo anno, il termine “genocidio” è stato utilizzato in modo crescente per descrivere vari eventi di violenza su larga scala, dall’escalation del conflitto tra Israele e Hamas a Gaza alle accuse contro la Cina per il trattamento degli Uiguri nello Xinjiang  [1]. Tuttavia, è fondamentale usare questa parola con grande cautela, per evitare che il suo significato venga sminuito. Il genocidio è una delle più terribili manifestazioni della violenza umana, e le sue radici affondano in processi lenti e complessi che spesso cominciano con atti di disumanizzazione e segregazione sociale. Continua a leggere

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“Il fiume ghiacciato” di Mikhail Naimy. L’esordio poetico in lingua russa di uno scrittore arabo

Mikhail Naimy

Mikhail Naimy

di Francesco Medici 

In un suo saggio pubblicato in occasione dei novant’anni di Mikhail Joseph Naimy (Mīḫā’īl Yūsuf Nu‘aymah), l’insigne arabista Francesco Gabrieli (1904-1996) fu il primo in Italia ad adoperare per il grande scrittore libanese la definizione di «triplice anima», alludendo alla triplice lingua e triplice cultura di quest’ultimo: araba, inglese e russa. Se è vero infatti che il mondo anglosassone d’America ha formato la ‘seconda anima’ di numerosi autori della letteratura araba dell’emigrazione d’inizio Novecento, quali ad esempio Kahlil Gibran (Ǧubrān Ḫalīl Ǧubrān, 1883-1931) e Ameen Rihani (Amīn Fāris al-Rīḥānī, 1876-1940), una serie di circostanze che si tenterà nel presente articolo di illustrare mise invece Naimy a contatto con l’ambiente slavo ben prima che egli varcasse l’Atlantico, come molti dei suoi compatrioti tra il XIX e XX secolo, e si stabilisse, seppure non definitivamente, negli Stati Uniti [1]. Continua a leggere

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Cancel culture, patrimonio culturale e sguardo turistico

David di Michelangelo, particolare

David di Michelangelo, particolare

di Marxiano Melotti 

Il David a Glasgow: italianità, stereotipi e tourist gaze 

Il David di Michelangelo, una delle più famose statue della storia dell’arte, simbolo del Rinascimento italiano, è finito, ancora una volta, al centro di un divertente, ma assurdo dibattito.

Un ristorante italiano di Glasgow aveva pensato di usare l’immagine della celebre statua in una campagna pubblicitaria nella metropolitana della città. Di fatto nulla di nuovo: un classico esempio di tematizzazione commerciale, ossia dell’uso di un “tema”, in questo caso collegato al patrimonio culturale italiano, per rendere più interessante e attrattivo un luogo, una merce o un’esperienza. Continua a leggere

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Il viaggio di ritorno in cerca delle radici

da Antenati. Gli archivi della ricerca anagrafica

da Antenati. Gli archivi per la ricerca anagrafica

di Grazia Messina 

Premessa

Il topos del viaggio ha sempre attraversato e accompagnato la storia umana. Ha suggerito pagine epiche e grandi mitologie, ha ispirato espressioni e riflessioni in ogni settore culturale e artistico, ha senz’altro esercitato spinte potenti nella ricerca, nella scienza, nella tecnologia.

Se è vero che non esiste cultura senza l’esperienza del viaggio come tratto essenziale, bisogna altresì riconoscere che nel movimento umano verso luoghi sconosciuti sono state intraviste spinte assai varie, e non sempre del tutto volontarie. A progetti e cammini a lungo pianificati si sono alternati in alcune fasi storiche spostamenti dettati dalla necessità e dal bisogno di nuovi orizzonti per migliorare le condizioni di vita. Continua a leggere

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Pinocchio e il turismo “ecumenico”: osservazioni dal supermercato delle libertà

Santorini, un muro di Oia, credits Elena Nicolai

Santorini, un muro di Oia (ph. Elena Nicolai)

di Elena Nicolai 

Mi rivolgo a te, Pinocchio.

Rispetto. È la tua vacanza… ma è casa nostra [1].

Abbiamo letto con attenzione e passione nell’uscita di settembre di Dialoghi Mediterranei (DM), nella sezione “Venezia e il consumo delle città” [2], preziosi contributi e riflessioni [3] che ho avuto l’onore di sollecitare con un mio precedente, pur umile, contributo omaggio alla mia città, Venezia, così tormentata e vilipesa dalla voracità di uno sfruttamento sempre più erosivo. Continua a leggere

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Mahmud Darwish, poeta della Resistenza palestinese

 Manifesto per il 15 maggio, giornata della lotta palestinese (1970).


Manifesto per il 15 maggio, giornata della lotta palestinese (1970)

di Giovanni Canova 

Il 16 settembre di quarantadue anni fa ebbe luogo il massacro di Sabra e Chatila, nel quale i falangisti libanesi con la complicità israeliana trucidarono migliaia di Palestinesi, uomini, donne, bambini. Pochi anni prima, nel 1970, avevo avuto occasione di visitare quei campi profughi con i responsabili dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, come pure i campi gestiti dall’UNRWA alla periferia di Amman.

Avevo così potuto toccare con mano la sofferenza di un popolo umiliato dalla nakbah, il “disastro”, l’esodo forzato durante la guerra del 1948. L’incontro con poeti e artisti aveva arricchito questa esperienza e permesso la raccolta di prezioso materiale sulla Resistenza. Continua a leggere

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Gaza e la banalità dell’Occidente

Gaza

Striscia di Gaza

di Iain Chambers 

Non posso parlare a nome e per conto della Palestina. Ma posso provare a dire qualche parola alla luce dell’atroce massacro in corso nel Mediterraneo orientale.

Condannate Hamas? No, altrimenti devo condannare l’FLN in Algeria, i Vietcong, il FRELIMO in Mozambico, la Rivoluzione cubana, l’ANC in Sud Africa e le storie di lotta anticoloniale in tutto il mondo. Tutte comportano le atrocità della violenza coloniale sia per il colonizzatore che, soprattutto, per il colonizzato. Continua a leggere

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Gaza, lo sterminio di un popolo e le responsabilità dell’Occidente

gazadi Sergio Todesco

L’attuale dramma umanitario che si svolge, sotto gli occhi di un Occidente distratto, a Gaza e nel Libano sollecita alcune riflessioni, che possono a mio parere articolarsi secondo due principali tematiche: la questione israelo-palestinese vera e propria; lo sguardo esterno e le svariate narrazioni che intorno a tale questione si sono storicamente dispiegate.

Ernesto de Martino ebbe a osservare, ormai più di sessant’anni fa, che questo nostro pianeta è divenuto troppo angusto – tanto velocemente ormai lo si attraversa! – per poter tollerare semplici coesistenze. Ciò comportava, secondo l’etnologo napoletano, che nel panorama caratterizzante le nostre giornate storiche fosse necessario il riconoscimento reciproco e condiviso di una comune condizione umana, piuttosto che delle asettiche e indifferenti “tolleranze”. Sarebbero dunque occorse la conoscenza reciproca, il rispetto reciproco, il reciproco ascolto. In una parola il dialogo. Continua a leggere

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Gaza: riflessioni sull’orrore e sulle pronunce delle Corti internazionali

Corte di giustizia dell'Aja, sentenza contro Israele

Corte di Giustizia  internazionale de L’Aja, sentenza contro Israele

di Lauso Zagato 

Come studioso di diritto umanitario, e quindi dei crimini gravi a tale diritto connessi (crimini di guerra, contro l’umanità, genocidio [1]), incontro una iniziale difficoltà ad entrare nel merito dell’orrore in cui la situazione nel vicino Oriente è ormai precipitata. So bene che quanto perpetrato da Israele è al di là di qualsiasi giustificazione; rimane però sempre presente la consapevolezza del mio essere europeo, e della corresponsabilità storica dell’Europa, anche occidentale (Italia e Francia, purtroppo, in testa) nell’Olocausto (Porrajmos per quanto riguarda il parallelo genocidio del popolo rom). Continua a leggere

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Il concetto di sviluppo nella ricerca antropologica

2-progetti-di-sviluppo-in-contesti-economicamente-disagiatidi Linda Armano 

Il concetto di “progresso” è stato oggetto di un lungo dibattito soprattutto dal periodo illuminista a partire dal quale sono state prodotte definizioni di un progresso storico teologico, lineare, globale e razionalista. Più recentemente però il dibattito sul progresso si è maggiormente interessato a come esso abbia influenzato le visioni contemporanee (Bloch 2015). Se quindi il discorso illuminista ha costituito un primo stadio della naturalizzazione del progresso, il discorso contemporaneo ne segna i suoi limiti e il suo completamento soprattutto quando esso viene inteso come strumento di valutazione qualitativa dell’evoluzione delle culture umane. Continua a leggere

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Fardelli e futuri. A margine della riflessione su “Antropologia e progresso”

Fardello (ph. Daniela

Fardello (ph. Daniela D’Ottavi)

di Letizia Bindi  

Ha fatto bene la redazione di Dialoghi Mediterranei, sempre attenta nello scegliere, suggerire, sollecitare gli interventi,  a mettere la foto titolata Fardello di Daniela D‘Ottavi, all’inizio dell’interessante riflessione che Fabio Dei ha proposto sulle pagine digitali della rivista. Riflettere sulla complessa relazione tra antropologia e progresso, infatti, intrattiene un rapporto radicale con le subalternità e la violenza coloniale – cosa che Dei puntualmente ricorda – e con un sistema di gerarchie interiorizzate tra mondo occidentale e ‘altri mondi’ che a lungo ha utilizzato le metafore della bestia da soma, dello sfruttamento e della doma antropocentrica dei colonizzati, dei migranti come esseri dotati di un agency minore, di una soggettività meno titolare di diritti, di una cittadinanza negata o in altre fasi e contesti sostanzialmente menomata. Continua a leggere

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È vero se ci credo. Sull’idea di progresso nell’esperienza della vita quotidiana

18let01af01di Fulvio Cozza 

Mentre le religioni tradizionali concepiscono il processo storico come un moto verso un termine ultimo e conclusivo, verso un regno in cui il male sarebbe definitivamente vinto, e la lotta, e quindi la storia stessa, soppresse e annullate, la religione della libertà respinge invece come mitologica questa figurazione e afferma che ogni età storica ha il suo problema concreto di liberazione da certe servitù di cui acquista consapevolezza; e che ogni epoca ha la sua «giustizia» da conquistare, il suo «regno» sofferto e sperato, da attuarsi nel mondo con fatiche umane; e che quindi anche le epoche future avranno i loro travagli e le loro servitù, e quindi la loro «storia della libertà».

Ernesto de Martino, 15 giugno 1944, Centro Studi P.I.L. (Partito Italiano del Lavoro)  Continua a leggere

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Convergenze relative. Appunti sul concetto di progresso in antropologia

stairs going  upwarddi Nicola Martellozzo

Noi quindi li possiamo ben chiamare barbari considerando le regole della ragione, ma non rispetto a noi che li superiamo in ogni sorta di barbarie (Montaigne 1991: 240).

Introduzione 

In un denso articolo apparso nello scorso numero della rivista, Fabio Dei propone una disamina del concetto di progresso, dei suoi utilizzi e dei suoi evitamenti all’interno dell’antropologia occidentale. Continua a leggere

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Il progresso, l’antropologia e l’ingombrante Occidente

istockphoto-1497862660-612x612di Federico Scarpelli [*] 

E se la ricchezza non desse la felicità?

Vorrei provare a raccogliere l’invito alla discussione lanciato da Fabio Dei nel numero di settembre, in merito al rapporto difficile, quasi imbarazzato, che l’antropologia sembra avere con la nozione di progresso. Condivido l’impostazione di quell’intervento e ne riprenderò alcuni temi, a partire da una delle questioni di fondo, quella della valutazione qualitativa delle società umane, facendo riferimento al modo in cui approcci antropologici molto diversi fra loro finiscono ugualmente incagliati in una concezione di “Occidente” più statica e monolitica del suo corrispettivo nel mondo reale. Continua a leggere

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Immaginari sincretici: l’Antropologia come scelta fra progresso e conflitto

Medioriente (ph. Eugenio Grosso)

Medioriente (ph. Eugenio Grosso)

di Giuseppe Sorce 

Possiamo considerare finalmente scoppiata la bolla di pace in cui l’Occidente europeo ha sonnecchiato negli ultimi settant’anni. L’egemonia statunitense vive ormai una fase di decadimento e i disastri causati dal cambiamento climatico sono ormai una nota costante anche nella nostra penisola.

Il nostro mondo non è quello che i nostri genitori negli anni ‘90 ci avevano detto sarebbe stato. Continua a leggere

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Progresso, gerarchia, evoluzione e – mannaggia – potere

 Melville Herskovits

Melville Herskovits

di Pietro Vereni 

Leggendo le riflessioni di Fabio Dei su Dialoghi Mediterranei di settembre 2024, non sono riuscito a trattenere una serie di considerazioni che vorrei condividere. Non si tratta di critiche (condivido nella sostanza tutto quello che Fabio ha scritto) ma piuttosto di implicazioni e conseguenze che io considero tali, e che invece non è affatto detto che siano condivise da chi concorda con Fabio. Il mio è insomma una specie di spin-off dal testo che ho letto (se fosse un video, sarebbe un reaction), e non mi aspetto che trovi necessariamente il consenso di colui che quel testo originario ha scritto. Continua a leggere

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Stranieri al nostro tempo, promotori di nuove possibili terre

Da "La battaglia di Algeri" Di Gillo Pontecorvo

Da “La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo

CIP

di Pietro Clemente 

Il dolore del mondo

Quello che non mi pareva nemmeno immaginabile sta accadendo sotto i nostri occhi. Il tentativo di costruire relazioni internazionali di pace, attivare regolamenti, stipulare impegni giurati, creare una legislazione universalistica viene sistematicamente disatteso ad opera delle principali potenze che a suo tempo si erano impegnate in questo senso e avevano sottoscritto accordi di pace. Parlo della Russia ex URSS per l’Ucraina e degli USA per Israele. Continua a leggere

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L’Archivio Nazionale diaristico di Pieve Santo Stefano e il Premio Tutino alla svolta dei quarant’anni di vita

Premio Pieve 2024

Premio Pieve 2024

CIP

di Natalia  Cangi [*] 

Pieve Santo Stefano 12-15 settembre 2024 quarant’anni dopo

Il Premio Tutino è diventato nel tempo una sorta di festival, con più attività e offerte al pubblico. Negli ultimi anni la presenza del DiMMi ha fortemente arricchito e cambiato il pubblico. Quest’anno per il 40° della nascita dell’Archivio c’è stato un pubblico numeroso e attento a tutte le attività: Il premio Tutino per il migliore testo autobiografico o diaristico o epistolare, il premio per i migranti, il nuovo premio Barnaba, e anche per le serate di teatro, le presentazioni di libri. Essendo il 40° della nascita dell’Archivio ma anche l’80° della distruzione nazista di Pieve con tanti morti, forse c’è stata anche una nuova presenza del pubblico locale. Come valuti la partecipazione di quest’anno. Continua a leggere

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Scrittura autobiografica e Natura al Festival dell’Autobiografia 2024

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CIP

di Roberto Scanarotti 

La scrittura e la memoria come percorsi di crescita personale e sociale. In sintesi è questa la missione che la Libera Università dell’Autobiografia (LUA) si è data ormai da ventisei anni a questa parte, avendo come centro operativo lo storico borgo di Anghiari. Dove la sua scuola accoglie ogni anno persone adulte che desiderano fare esperienza con la scrittura di sé, mettendosi alla prova, o che intendono invece specializzarsi in questo campo (molti, non a caso, sono insegnanti, educatori e psicologi). Continua a leggere

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Sessant’anni di attività culturali a Seneghe

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CIP

di Mario Cubeddu

Seneghe raggiunge un massimo di popolazione nei primi anni successivi alla Seconda guerra mondiale, arrivando a superare i 2500 abitanti. Oggi si avvia a scendere rapidamente sotto i 1700. Ancora negli anni Cinquanta persisteva la produzione del grano con le antiche forme dell’aratura con i buoi e l’aratro leggero che consentivano di utilizzare anche le superficie agrarie col terreno poco profondo e la roccia affiorante. Si coltivava la vite e soprattutto l’ulivo. Nelle annate di carica gruppi numerosi di ragazze tornavano la sera in paese dalle giornate di raccolta delle olive. Continua a leggere

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Qui non “succede mai nulla”. Per un’autoetnografia di un festival di poesia in Sardegna

Seneghe, Festival de Cabuodanno (h. Luca Manunzia)

Seneghe, Cabudanne de sos poetas (ph. Luca Manunza)

CIP 

di Luca Manunza 

Durante una ricerca sul campo, si può partecipare a riti, rivoluzioni o cene con l’attore sociale che si vuole raccontare. Tuttavia, è importante ricordare che esiste un “rapporto obliquo”, non perfettamente orizzontale, tra chi partecipa per raccontare e chi lo fa consapevole di essere il soggetto principale del racconto. Questo per dire che chi scrive questo pezzo è inevitabilmente vicino al soggetto/oggetto del racconto e che non sarà imparziale.  Continua a leggere

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Un festival, un paese, una comunità, una vita

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di Giacomo Mameli 

“Leggendo si vive”

 Sono queste tre parole, dall’estate del 2011, lo slogan che accompagna “SetteSere SettePiazze SetteLibri”, il festival letterario che a Perdasdefogu (oggi 1721 abitanti, Sardegna- Ogliastra orientale) caratterizzerà anche la quindicesima edizione. Io ne sono il direttore artistico, titolo usurpato sul campo senza aver mai fatto specifici corsi di preparazione per incarichi così impegnativi e complessi. Il prossimo festival si svolgerà da lunedì 28 luglio a domenica 3 agosto 2025. Vi aspetto. Sarà preceduto dal prefestival itinerante in alcuni paesi sardi. Continua a leggere

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Festival letterari e territorio. Un caso di studio: Strangius, a Serramanna

Serramanna (ph. Giulia Camba)

Serramanna (ph. Giulia Camba)

CIP 

di Veronica Medda 

«Pensai a quanti luoghi ci sono nel mondo che appartengono così a qualcuno, che qualcuno ha nel sangue e nessun altro li sa».

(C. Pavese, Il diavolo sulle colline, 1949)  Continua a leggere

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Apologia delle aree interne

Mappa delle aree interne

Mappa delle aree interne

CIP

di Gianpiero Lupatelli

Le parole e le cose

Man mano che l’arco della mia vita procede verso Occidente, mi accorgo di nutrire una sensibilità diversa nei confronti delle parole, cellule elementari di una lingua che è sempre stata l’utensile principe del mio lavoro, comunque io l’abbia voluto o saputo etichettare nel tempo.

Una sensibilità che ora si rivolge ad ascoltare il suono più antico delle parole, anzi ad ascoltare il loro risuonare nelle lingue antiche dalle quali le moderne hanno tratto origine e senso, deformandolo spesso nel loro divenire. Nascondendo talvolta significati che ora ci stupiscono. Continua a leggere

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Fa’ sucietà inseme pe’ l’avvene

Corsica (ph. Corradino Seddaiu)

Corte, Corsica (ph. Corradino Seddaiu)

CIP 

di Costantino Seddaiu

Ridjmu tantu che ci sentia u corpu [1]

Ormai è tanti anni che come pellegrini attraversiamo le bocche di Bonifacio e percorriamo la Corsica in lungo e in largo per ritrovare amici e per ritrovarci. Viaggi nati con l’associazione culturale “Realtà Virtuose” che prova ad approfondire la conoscenza delle due isole alla ricerca di altre maniere di reagire alla desertificazione dei territori, per cambiare lo sguardo, cambiare rotta e non stare seduti al posto consueto con la stessa visuale/visione.

Viaggi che sfociano in incontri che a loro volta innescano processi creativi come quello con la rivista “Robba” che recita nel suo manifesto in lingua corsa: Continua a leggere

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“Lascia o Raddoppia” e l’“Orlando Furioso” nella storia di vita di un boscaiolo

Gianmaria Cardini a Lascia o Raddoppia?

Gianmaria Cardini a Lascia o Raddoppia?

CIP

di Mario Spiganti 

8 agosto 1957, negli studi televisivi della Fiera di Milano il boscaiolo cardese Giovanni Maria Cardini partecipa come concorrente alla celebre trasmissione  televisiva di quiz “Lascia o Raddoppia?”

Uno strano conflitto culturale tra Milano, la indiscussa capitale economica di Italia, il centro pulsante del boom economico, e Carda [1], una minuscola – 300 abitanti circa – frazione montana della Toscana in provincia di Arezzo,  periferica persino rispetto al suo capoluogo comunale situato nel fondovalle, lungo l’Arno, e distante 14 chilometri di strada non agevole. Continua a leggere

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