il centro in periferia
di Norma Baldino, Benedetto Meloni, Francesca Uleri
Introduzione
Attualmente nel settore del turismo si assiste a una crescente diversificazione della domanda orientata sempre più verso la conoscenza e l’esperienza diretta dei territori rurali a cui corrisponde una rispettiva de-standardizzazione dell’offerta composta da specialities, beni e servizi radicati nell’unicità dei singoli contesti (Brunori et. al 2020). I territori rurali rispondono a nuove e mutevoli domande offrendo un prodotto che non si limita al bene o servizio turistico offerto, bensì si declina e riflette in un insieme di esternalità positive di cui ampie collettività possono beneficiare tra cui la cura del paesaggio, la salvaguardia della biodiversità, il mantenimento di conoscenze e competenze contestualizzate, o la creazione di nuove opportunità lavorative (MacDonald, Jolliffe 2003; Battaglia 2007).
All’interno del territorio rurale si integrano funzioni di tipo “economico”: produzione agricola, di materie prime, artigianale, turismo e ricreazione; funzioni di tipo “ambientale”: salvaguardia delle basi stesse della vita – suolo, acqua, aria, protezione di biotipi e del paesaggio, conservazione della biodiversità; funzioni di tipo “socio-culturale”: conservazione delle caratteristiche socio-culturali delle comunità locati (Basile, Romano 2002: 14.)
Coerentemente, sulla scia di una transizione post-fordista caratterizzante l’attuale evoluzione degli assetti economici di molte aree rurali che rientrano nei contesti delle Aree Interne del nostro Paese, il turismo ha assunto una rilevanza sociale e ambientale e economico-occupazionale, divenendo una risposta ad una crescente domanda di ruralità, di riscoperta e condivisione di pratiche sociali ed economico-produttive espressione della cultura e delle tradizioni della comunità locale, che nell’insieme diventano parte integrante dell’esperienza turistica (Cresta 2019).
All’interno delle economie rurali nelle Aree Interne il turismo diventa quindi dimensione chiave per il ripensamento e la progettazione dello sviluppo locale di questi territori; ciò avviene in connessione a una nuova centralità dell’agricoltura che con essa si articola e si connette, determinandone la specificità e la qualità dell’offerta. Il concetto di sviluppo rurale, quindi, non corrisponde semplicemente all’idea della crescita economica delle aree rurali (anche se i processi di sviluppo rurale generano crescita economica), ma è legato alla dimensione economica, sociale e soprattutto ambientale di un territorio, “co-produzione” tra uomo e natura (Van der Ploeg, 2008, 1997).
Su tali premesse, questo contributo ha l’obiettivo di presentare un caso specifico di progettazione partecipata per la creazione di un’area pilota per il turismo sostenibile nel territorio Montiferru-Alto Campidano- Planargia (Sardegna Centro-Occidentale). Il progetto “Montiferru-Alto Campidano-Planargia come area pilota per il turismo sostenibile. Progettazione pregressa ed in itinere, individuazione di buone pratiche e loro implementazione per un contributo al laboratorio di sviluppo del territorio” (da qui in poi progetto “Turismo Sostenibile in MACP”), cofinanziato dalla Fondazione di Sardegna, negli anni di implementazione 2020-2022, si è posto l’obiettivo di definire le basi per l’attivazione di un’area pilota in cui il turismo rurale e la sua integrazione iniziassero a divenire volano di sviluppo sostenibile nell’area MACP, area a forte vocazione sia agricola che turistica, dove però la seconda appare come maggiormente riflessa soprattutto nelle zone costiere e in limitati periodi dell’anno, tralasciando così parte notevole del suo potenziale.
Turismo sostenibile in MACP è un’idea nata dall’iniziativa di un partenariato composto da attori diversi: Associazione Culturale TERRAS, Università degli studi di Sassari-Dipartimento di Economia Agraria (DEA), Consiglio Nazionale per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Centro Politiche e Bioeconomia – Rete Rurale Nazionale (CREA-RRN), SPIN OFF Sardarch, Comune di Seneghe Unione dei Comuni Montiferru e Alto Campidano, Comune di Milis, Comune di Santu Lussurgiu, Associazione Internazionale Città della terra cruda, Rete Albergo diffuso, L’Antica Dimora del Gruccione, Rete Associazioni Comunità per lo Sviluppo, RU.RA.LE. APS, Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci”, Associazione Culturale Mariolè. Tutti soggetti che – sulla base delle loro esperienze dirette attraverso il lavoro sia di ricerca sia di azione sul territorio – hanno inteso accogliere una delle istanze più sentitamente espresse dal mondo delle imprese: riuscire a far sintesi, quindi a capitalizzare, tutta una serie di sforzi, di impegni (di tempo ed economici) profusi nell’ambito dei diversi progetti che sono stati messi in campo sul territorio.
Turismo Sostenibile in MACP capitalizza gli output del progetto Interreg FR-IT marittimo PROMETEA (PROmozione della Multifunzionalità dEl seTtorE Agro-turistico) (si veda Meloni, Pulina 2020) [1], il quale obiettivo principale è stato quello di definire, affinare, promuovere e integrare modelli di imprenditorialità agricola multifunzionale orientata alla creazione di valore all’interno di sistemi territoriali integrati (in Sardegna, Toscana, Corsica, Var-Alpi Marittime). Le azioni progettuali hanno mirato a rafforzare un profilo aziendale multifunzionale post-produttivistico con carattere di innovazione sociale e sostenibilità, dal ruolo attivo, responsabile e consapevole al fine di connettere il ruolo delle singole aziende in un sistema di progettazione e promozione territoriale condivisa e partecipata. Si è partiti da un sistema di conoscenza e analisi dei territori target, per passare poi all’istituzione di percorsi formativi e seminari per l’autoimprenditorialità, affiancando poi la stipula di protocolli congiunti per l’introduzione di contratti di rete al fine di agevolare il networking tra PMI. Si è puntato così a fare dell’unicità del territorio e del suo sistema di competenze e prodotti specifici, un elemento di competitività e differenziazione sul mercato dei servizi eco-turistici che porta territori e aziende a riposizionarsi e ampliarsi in termini di qualità dell’offerta e destagionalizzazione di quest’ultima. Al fine di promuovere e trasmettere il territorio come prodotto complesso composto da sub-prodotti integrati tra loro, all’ interno di PROMETEA sono stati generati tre output a cui si è guardato con attenzione: un catalogo digitale percorsi, una piattaforma digitale promozionale (BookingAmiata), e un catalogo casi aziendali.
Essendo PROMETEA una delle esperienze progettuali rilevanti attuate all’interno della sfera tematica turismo e sostenibilità nel territorio MACP, Turismo Sostenibile in MACP si connette a PROMETEA e ne capitalizza gli output andando a estenderli. L’estensione avviene leggendo – per output rilevanti – l’ampia progettazione in corso e in itinere che si connette a Turismo Sostenibile in MACP per implementazione territoriale e/o tematica. A tal fine è stata condotta una comparazione per output rilevanti di progetto che sono: catalogo digitale dei casi aziendali esemplari di modelli sostenibili, catalogo promozionale di percorsi eco-turistici, piattaforma digitale promozionale, paniere dei prodotti.
I casi aziendali, in parallelo con le aziende multifunzionali di PROMETEA, sono stati selezionati perché particolarmente rappresentativi rispetto ad alcuni dei processi in atto inerenti al turismo rurale e sostenibile, oltre che essere espressione di una ricchezza e varietà̀ territoriale. Le aziende coinvolte sono diverse per tipologia: si tratta di agriturismi, alberghi diffusi, aziende agricole, operatori turistici. La trascrizione e l’attenta lettura dei racconti emersi dalle interviste svolte hanno permesso di mettere a confronto le aziende in base alla tipologia del servizio offerto. L’analisi si è finalizzata all’individuazione di quegli elementi comuni che hanno formato la base per la realizzazione del Catalogo dei casi, costituito dalle schede descrittive dei casi aziendali territoriali ritenuti maggiormente significativi. Le schede sono organizzate secondo tematiche: storia e struttura aziendale; servizi prodotti e sostenibilità; reti e relazioni. Il Catalogo può essere la base per una fase successiva che prevede una piattaforma digitale prototipale.
Il catalogo dei percorsi eco-turistici parte dal Catalogo dei casi esemplari (vedi punto precedente), fa emergere ciò che già esiste nel territorio coinvolto, riguardante gli elementi chiave di 16 progetti in atto, i quali sono stati analizzati nella prima fase di implementazione Specificamente questi sono:
Cambio Via: CAMmini e Biodiversità: Valorizzazione e Itinerari e Accessibilità per la transumanza; La Sapienza del Villaggio; Me.Co: Mentoring e Comunità per lo sviluppo eco-sostenibile; Piano d’Azione GAL Terras de Olia; Rete ecoturismo Sardegna; PROMETEA: PROmozione della Multifunzionalità dEl seTtorE Agro-turistico; SIS.TI.NA:SIStema per il Turismo INnovativo nell’Alto mediterraneo; SMARTIC: Sviluppo Marchio Territoriale Identità Culturale; SPOPLAB; ARCO-Giovani Community Manager per le Comunità Rurali; TERRAGIR 3: Promozione del territorio per la competitività delle PMI del turismo Green&Blue dello spazio transfrontaliero; TRIS: Turismo Rurale Identitario e Sostenibile; VIVIMED: SerVIzi innovativi per lo sVIluppo della filiera del turismo nell’entroterra dell’area MEDiterranea; Progetto Itaca; Cooperativa di Comunità Sa Mussura – Seneghe; Genius Loci – Santu Lussurgiu; progetto Associazione Montiferru.
Come detto, questi progetti per area territoriale di implementazione o per tematica (in quanto non tutti sono implementati nell’area MACP) si collegano a Turismo Sostenibile in MACP, sono pertanto risultati rilevanti al fine di individuare elementi significativi capitalizzabili e/o estendibili con un adattamento al territorio in oggetto.
Offerta turistica rurale di territorio come costruzione collettiva
Nel settore turistico rurale (focalizzando l’attenzione soprattutto sul settore agrituristico) i fattori di successo che generano attrazione non possono essere ricondotti alle sole capacità aziendali, ma vanno aldilà del contesto della singola azienda per interessare l’ambito della complessità territoriale. Tutti gli aspetti legati al paesaggio agricolo e insediativo, al patrimonio culturale e al silenzio (fattore materiale spesso fondamentale per il turista), rappresentano delle costruzioni collettive a cui le singole aziende partecipano. La riproduzione dipende sempre più direttamente dalla capacità del territorio di legittimare in qualche modo le capacità e i valori dell’azienda. Risulta pertanto fondamentale la capacità delle aziende di integrarsi nel territorio all’interno di filiere tematiche congruenti, come i percorsi agro-turistici.
Un esempio è rappresentato delle strade del vino che si strutturano attorno alla produzione di vini di grande notorietà, frutto di attività individuali, che però riescono progressivamente a integrarsi tematicamente tra di loro a partire da diverse forme sinergiche e differenziate di offerta. La strada viene pertanto combinata con la rappresentazione di un territorio, un patrimonio culturale storico che immediatamente associato al prodotto vino, con una valenza che integra anche altri aspetti. Si genera così un’estensione tematica, che dal vino passa a molteplici prodotti del territorio. Un vino, la malvasia di Bosa, la vernaccia di Oristano, in un contesto specifico (la Strada della malvasia, l’itinerario dei vitigni nuragici, ecc.), diventa un meta-prodotto che rappresenta un territorio, in questo caso la Planargia e il vicino il Sinis. Discorso analogo vale anche per i percorsi agro-turistici, come quelli della pastoralità, che si pongono l’obiettivo di valorizzare il territorio nella sua globalità. Un prodotto, un percorso, collegati ad un territorio ne potenziano l’immagine, così come un territorio, con le sue specificità (ambientali, insediative) si riflette sul prodotto, sul suo valore e specificità-unicità. Quindi, più in generale, l’azienda agricola, oggi sempre più multifunzionale, svolge un ruolo nella costruzione di un territorio, con le sue identità, la sua storia, come “luogo riconoscibile” dotato di identità e valori propri.
Montiferru-Alto Campidano-Planargia come area pilota per il turismo sostenibile
Alla luce della complessità data da una ruralità differenziata e modellata da processi di mutamento sociale come i cambiamenti di consumo, l’adozione di nuovi modelli produttivi, o l’interfacciarsi e mischiarsi di nuove popolazioni e nuove idee, in una prospettiva di sviluppo turistico delle aree rurali un territorio di successo è quello che riesce a coordinarsi e a rappresentarsi in maniera unitaria e convincere una platea di osservatori e di utilizzatori della coerenza di una rappresentazione come insieme di tale complessità. Questa è però anche la cosa più difficile, perché assistiamo al fatto che ogni operatore ha la sua storia da raccontare, anche di successo, che potrebbe essere diversa rispetto a quella degli altri, all’interno dello stesso ambito di filiera o di territorio. Quindi per quanto possa risultare semplice costruire rappresentazioni, il problema o la criticità è quello di renderle coerenti. A tal proposito, molte delle storie aziendali delle singole realtà territoriali studiate, raccontano di singolari modelli di imprenditorialità multifunzionale ad alto livello di sostenibilità. Ciò che va rafforzato è la rappresentazione formalizzata di insieme di una rete territoriale, necessaria per costruire e dare valore a percorsi turistici esperienziali, pacchetti incentivanti che valorizzino ulteriormente il territorio nella sua globalità.
Dal lascito di PROMETEA, il progetto Turismo Sostenibile in MACP è partito a inizio 2020 attraverso una prima fase di analisi delle esperienze progettuali rilevanti (oltre PROMETEA) implementate nel territorio in merito alla tematica turismo sostenibile, al fine di creare – sin dai primi passi – concertazione tra esperienze, progetti, e attori dello sviluppo e far dunque fronte alla criticità sopra definita. Sulla base di questa analisi, quale pilastro fondamentale di un qualsiasi tentativo di costruzione e/o rafforzamento dell’offerta turistica integrata, Turismo Sostenibile in MACP ha individuato, come accennato, casi aziendali innovativi quali vengono connessi nella creazione di percorsi tematici consultabili tramite catalogo e le cui esperienze si vorrebbe rendere prenotabili e visualizzabili tramite una piattaforma promozionale, progettata nel quadro di una nuova azione progettuale integrativa agli output riguardanti i cataloghi.
Il rafforzamento della messa in rete degli attori e l’ampliamento degli strumenti che consentono tale azione (catalogo e piattaforma), nonché poi l’individuazione di nuovi nodi, creano dunque continuità con quanto già fatto contribuendo a far convergere le singole attività di impresa in una linea comune di sviluppo territoriale con ricadute positive per l’intera collettività. La creazione di una piattaforma di consultazione e prenotazione online dell’offerta diviene in questa prospettiva sia elemento strategico per garantire visibilità alle singole aziende che altrimenti “faticherebbero” maggiormente nell’intercettare i nuovi orientamenti e specifiche richieste della domanda, sia uno strumento di rapida consultazione che permette agli utenti di scoprire i punti di interesse, le strutture e le eccellenze del territorio, strutturare informazioni in base alle proprie esigenze e aspettative e, soprattutto, arrivare a una costruzione dinamica e personalizzabile dei pacchetti tramite i collegamenti ai portali turistici dei partner in un’ottica di dynamic packaging. L’idea del pacchetto dinamico e malleabile garantisce di andare incontro a esigenze e richieste specifiche e personalizzate mantenendo un’integrazione territoriale dell’offerta e garantendo una proposta che vada oltre l’alta stagione attraverso proposte legate ad esempio al folklore, al patrimonio museale, al turismo attivo, all’outdoor, ecc.
Di per sé la stessa creazione di vetrine (fisiche o digitali in forma di piattaforma) rappresenta un elemento e una strategia di marketing territoriale e/o di Heritage marketing in quanto esse sono un contenitore di azioni, servizi e prodotti che – tramite forme di investimento materiale e immateriale – comunicano in un’azione coordinata di “testimonianza territoriale” la diversità e l’unicità di un’offerta integrata. Allo stesso modo la vetrina capitalizza sforzi progettuali pregressi e affini in una visibilità̀ unificata dei piani di comunicazione ideati dai singoli partner individuando inoltre nuove formule ad elevata capacità di penetrazione mediatica mirata. La vetrina diviene pertanto un’arena di interazione tra domanda e offerta nella quale gli operatori turistici e i produttori locali attraverso diverse forme organizzate svolgono direttamente, o in sinergia con altri soggetti e servizi dedicati, le azioni di presentazione, illustrazione, dimostrazione e commercializzazione dei loro prodotti e servizi. Essa costituisce l’“entrata” informativo-mediatica del territorio o dei territori target.
L’elemento basilare del marketing territoriale è il coordinamento inteso come capacità di costruire modelli collaborativi e sistemi di rete orientati allo sviluppo del territorio e al suo riposizionamento su nuovi segmenti di mercato. Dunque, la costruzione di vetrine network nello specifico delle piattaforme promozionali, appare come un vero e proprio progetto di marketing dei territori che convergono nello sforzo di progettare e pianificare su un’unica serie coordinata di azioni, ambendo a intercettare sempre più ampi flussi di consumatori e di turisti in maniera “localizzata” e “personalizzata”.
La piattaforma, da creare, che diverrebbe ulteriore output di progetto è pensata come spazio virtuale in cui le aziende si collocano trasversalmente nei percorsi offerti. Il caso preso a modello è quello della piattaforma BookingAmiata, emergente dal progetto PROMETEA, che si contraddistingue per la modularità dei servizi offerti: il percorso o i percorsi proposti al visitatore non sono rigidamente definiti a priori, bensì sono la risultante dei desiderata dello stesso visitatore che potrà scegliere le esperienze più consone, in base alla propria disponibilità di due fattori fondamentali (il tempo e il danaro). Il singolo visitatore oppure più visitatori alla volta (intendendo anche gruppi), accedendo al catalogo digitale si indirizzeranno primariamente sulle varie proposte guidati da un tematismo scelto, ecco perché ha senso proporre dei percorsi specifici; visionando quelli che sono da considerarsi come esperienze base (o se vogliamo servizi base) proposti da precise aziende, si potrà poi arricchire la propria esperienza sul territorio integrando via via con altre esperienze (cioè servizi extra, quindi altre imprese). In questo modo si potrà garantire, a ciascun visitatore, l’unicità dell’esperienza formulata.
Scuola di Sviluppo Locale “Sebastiano Brusco: “Turismo sostenibile e Aree Interne a partire da un progetto pilota”
Il punto di forza di quanto descritto circa Turismo sostenibile in MACP è indubbiamente la concertazione tra progettualità e stakeholder pubblici e privati: attraverso la lettura di ciò che si muove nel territorio in tema turismo rurale sostenibile si cerca di creare connessione tra iniziative e attori locali dello sviluppo, senza aggiungere un prodotto che nasca da zero, sviluppando quindi un prodotto turistico di integrazione che faccia dialogare iniziative territoriali affini e congruenti ma che spesso si muovono in maniera isolata nell’ambito territoriale in oggetto. Il catalogo ultimato a giugno 2022 presenta in maniera unitaria tutti i percorsi turistici esperienziali individuati a livello territoriale; come detto l’elemento integrativo, non è stato l’aggiunta di ulteriori percorsi a ciò che già esisteva – il che avrebbe generato il rischio di avere un output sterile – ma l’aggiunta di nuovi nodi (aziende-operatori) all’interno di uno strumento unico che rendesse l’offerta territoriale accessibile unitariamente.
Alla base della creazione di questo output definibile di “concertazione” e di rappresentazione e comunicazione unitaria del territorio vi è anche l’essenziale dialogo tra tutti gli attori coinvolti (aziende, associazioni, progettisti, rappresentanti istituzionali, e accademici) animato all’interno di un momento di progettazione partecipata realizzato durante l’edizione di luglio 2022 della Scuola di Sviluppo Locale “Sebastiano Brusco”, tenutasi come di consueto a Seneghe [2].
La Scuola Estiva di Sviluppo Locale è tradizionalmente dedicata alla figura di Sebastiano Brusco; si propone di richiamarne la cifra analitica finalizzata alle azioni di sviluppo territoriale. Si svolge da ormai un decennio a Seneghe, nell’Alto Oristanese, e sta in questo suo radicamento il simbolico trait d’union con il Progetto Sardegna dell’Oece (1958-1962), che in quei territori ebbe luogo. Quel Progetto assunse infatti, per primo e in largo anticipo, le dimensioni sociali dello sviluppo, il capitale umano, la formazione e il capitale sociale come precondizioni dei progetti di sviluppo locale. Il modello di sviluppo e i metodi di attuazione che prospettava si basavano sulle risorse locali – sia fisiche che umane – su quelle proprie della quotidianità̀, nonché́ su quelle potenziali, implicite nelle attività esistenti. L’esperimento dell’Oece si concluse con la proposta di un Centro di Ricerca e Formazione Internazionale per lo sviluppo locale in area mediterranea.
In questa linea, la Scuola – giunta alla tredicesima edizione – si conferma come un’esperienza “vetrina” delle migliori pratiche di sviluppo territoriale. Infatti, il costante richiamo reciproco tra momento analitico e attuazione progettuale e la connessione tra ricerca scientifico-accademica e politiche territoriali di sviluppo rappresentano un tratto specifico della Scuola, che coinvolge non solo accademici e studenti, ma anche operatori territoriali di sviluppo (es: Camere di Commercio, Gal, Distretti, Agenzie di Sviluppo), soggetti chiave dell’attuale quadro istituzionale (es: Regione ed enti strumentali, Fondazioni, Comuni), pubblici amministratori, aziende (es: produttori agroalimentari di qualità, cantine, imprese agrituristiche e del settore alberghiero, B&B), esponenti delle comunità locali, con il fine di rafforzare la costruzione di una comunità di esperti che ogni anno si incontra per discutere come progettare strategicamente e attuare le politiche legate al territorio.
La Scuola – intitolata quest’anno “Turismo sostenibile e Aree Interne a partire da un progetto pilota” ha assunto e rafforzato questo tratto specifico del richiamo tra momento analitico e attuazione progettuale: è stata orientata in prima istanza a restituire ai diversi portatori di interesse coinvolti – e alle comunità tutte – i risultati conseguiti attraverso le azioni messe in campo nell’ultima fase di progettazione. In questa prospettiva, l’evento ha coinvolto un gruppo selezionato di portatori di interesse tra i soggetti chiave sopra definiti che, attraverso l’intervento di (a) responsabili di progetto e di specifiche azioni progettuali coerenti con le tematiche in oggetto; (b) un numero complessivo di 32 aziende legate al turismo sostenibile presentate come casi esterni rilevanti in parallelo con aziende coinvolte nei progetti capitalizzati da “Turismo Sostenibile in MACP”; (c) accademici competenti per tematiche specifiche, sono andati a definire in maniera partecipata una linea di capitalizzazione delle buone pratiche già presenti sul territorio MACP e aree attigue.
La Scuola, quest’ anno pensata quindi come un momento di progettazione partecipata interno ad azioni e fasi di implementazione del progetto Turismo Sostenibile in MACP, si è posta in successione rispetto a una prima fase di (a) analisi delle esperienze progettuali sopraelencate, e (b) mappatura e selezione – come risorse territoriali – di realtà aziendali rilevanti per il tema del turismo sostenibile, diventando spazio di relazione per discutere e capitalizzare in maniera partecipata quanto già presente sul territorio, individuando congiuntamente linee di sviluppo che possano supportare la creazione di un’ area pilota. È attraverso l’innesco di dialoghi di concertazione come questo, che ci si pone in linea con il precedentemente citato Progetto Sardegna, in un impegno e in uno sforzo collettivo in cui le comunità – nella fattispecie della loro moltitudine di attori, aspettative, bisogni e ambizioni – si riprendono “il centro” del dibattito sullo sviluppo, non chiudendosi in se stesse ma filtrando e intercettando bisogni e aspettative di attori esterni (es: turisti, nuovi abitanti, ecc.), altrettanto molteplici, che in quei territori si riversano.
Di conseguenza, al fine di riportare nel contesto della Scuola tale complessità di rete e di interconnessione/interdipendenza, questa è stata organizzata nelle prime sue quattro giornate attraverso la presentazione mattutina dei casi progettuali individuati in fase d’analisi, discussi per tematiche guida dai responsabili di progetto e da profili accademici legati ai temi giornalmente trattati, e dalla successiva presentazione pomeridiana di esperienze aziendali che hanno dialogato in una tavola tematica giornaliera con la guida di un moderatore scientifico. Le tematiche definite per giornata sono state: (1) Ruralità, Turismo e Innovazione; (2) Comunità, Sviluppo Locale e rapporto rurale-urbano; (3) Turismo Reti: manager di rete, contratti di rete e marchi collettivi (strutturazione e gestione della rete turistica integrata); (4) Percorsi, Spazi Fisici e Virtuali, Narrativa dell’Offerta. In ultimo è stata prevista una quinta giornata (tavola rotonda) di chiusura finalizzata a dar conto degli elementi di forza e di sintesi di quanto emergente dalla progettazione partecipata, orientando anche lo sguardo su esperienze esterne al territorio a cui guardare in chiave di buone pratiche. Ogni giorno sono intervenuti – in media – quattro progettisti e quattro aziende con commento/intervento di 2-3 relatori scientifici.
Il progetto – con la sua ultima fase dedicata alla Scuola – ha cercato dunque sia di lasciare degli strumenti di comunicazione e rappresentazione unitaria del territorio (cataloghi casi aziendali esemplari e percorsi eco-turistici esperienziali) sia di innescare un robusto dialogo tra attori locali. Con questa lente operativa sul locale non si chiude il territorio in sé stesso ma si è teso a individuare e selezionare risorse potenziali per proiettare il territorio verso l’esterno co-definendo strategie efficaci per il dialogo con soggetti esterni che a questi territori pongono nuove domande. Quindi, se con l’espressione turismo nelle aree rurali possiamo considerare una qualsiasi forma di turismo ubicata e praticata in territori rurali, «indipendentemente dalle motivazioni del turista/ospite, dalle risorse rurali, dalle modalità di fruizione e di organizzazione dell’offerta del territorio» (Lane 1994; Cresta 2019: 4), dati gli obiettivi di progettazione partecipata tesi a rafforzare lo stretto legame tra turismo e il complesso di risorse della ruralità dell’area MACP (non solo agriturismo e altre forme di ricettività e ristorazione, ma anche cultura, tradizioni, ambiente, paesaggio e patrimonio insediativo), il progetto qui presentato è stato in sé un tentativo collettivamente animato di dar origine a un sistema turistico rurale integrato (Belletti, Berti 2011).
Dialoghi Mediterranei, n. 59, gennaio 2023
Note
[1] Per approfondimento si veda la recensione al volume curato da Meloni e Pulina (2020), già pubblicata in Dialoghi Mediterranei, n.48 (marzo 2021) http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/ruralita-differenziate-turismo-rurale-e-nuova-centralita-dellagricoltura/
[2] Sito: www. Scuoladisviluppolocale.it All’interno del sito sono consultabili i materiali delle attività realizzati per l’edizione della scuola del 2022. suddivisa in 3 sezioni: progetto, ricerche (in cui sono consultabili i risultati del progetto), collane e volumi pubblicati.
Riferimenti bibliografici
Basile E., Romano D., (2002), “Lo sviluppo rurale in Italia: metodologie di analisi, politiche economiche, problemi aperti”, in Basile E., Romano D. (a cura di), Sviluppo rurale: società, territorio, impresa, Milano: Franco Angeli.
Battaglia, F. (2007), Turismo rurale: l’albergo diffuso per la conservazione del paesaggio. Il caso della Carnia, Trieste: EUT Edizioni.
Belletti, G., e Berti, G. (2011), “Turismo, ruralità e sostenibilità attraverso l’analisi delle configurazioni turistiche”, in Pacciani A. (a cura di), Aree rurali e configurazioni turistiche: differenziazione e sentieri di sviluppo in Toscana, Milano: Franco Angeli.
Brunori, G., Favilli, E., Scarpellini, P. (2020), “La governance dei servizi turistici: alcuni scenari di innovazione”, in B. Meloni e P. Pulina (a cura di), Turismo sostenibile e sistemi rurali Multifunzionalità, reti di impresa e Percorsi, 121-134.
Cresta, A. (2019), “Il turismo rurale come fattore di sviluppo competitivo: una lettura critica dell’esperienza della Campania”, in De Iulio R., Ciaschi A. (a cura di), Aree marginali e modelli geografici di sviluppo. Teorie e esperienze a confronto, Viterbo: Ed. Settecittà: 167-185.
Cresta, A., Greco I. (2010), Luoghi e forme del turismo rurale. Evidenze empiriche in Irpinia. Milano: Franco Angeli.
Lane, B. (1994), What is Rural Tourism. Journal of Sustainable Tourism, 2: 7-21.
MacDonald, R., & Jolliffe, L. (2003), Cultural rural tourism: Evidence from Canada. in “Annals of tourism research”, 30(2), 307-322.
Meloni, B., Pulina, P. (a cura di) (2020), Turismo sostenibile e sistemi rurali. Multifunzionalità, reti di impresa e Percorsi, Torino: Rosenberg&Sellier.
Ploeg, van der, J.D. and Marsden, T. (2008), Unfolding Webs: the Dynamics of Regional Rural Development, Assen. Royal Van Gorcum.
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Norma Baldino, attualmente docente a tempo determinato di Sociologia Generale presso l’Università degli Studi di Cagliari. Nel 2017 ha ottenuto un dottorato in Sociologia presso l’Università Complutense di Madrid con una tesi etnografica sull’analisi dei processi identitari e di costruzione sociale dell’esclusione delle comunità rom tra l’Italia e la Spagna. I suoi interessi di ricerca spaziano all’interno della sociologia dei processi culturali e sui temi dello sviluppo delle comunità locali. Collabora da anni con l’Associazione Terras-Laboratorio per lo Sviluppo Locale «Sebastiano Brusco».
Benedetto Meloni, già professore ordinario in Sociologia del Territorio e dell’Ambiente presso l’Università degli Studi di Cagliari, coordina la Scuola di Sviluppo Locale “Sebastiano Brusco” di Seneghe. Per Rosenberg & Sellier ha tra l’altro curato (con D. Farinella), Sviluppo rurale alla prova. Dal territorio alle politiche (2013), Valutare per apprendere. Esperienza Leader 2007-2013 (2016) e pubblicato Emergenza idrica. La gestione integrata del rischio (2006), Aree interne e progetti d’area (2015, 2018) (con P. Pulina) Turismo sostenibile e sistemi rurali Multifunzionalità, reti di impresa e percorsi (2020).
Francesca Uleri, attualmente assegnista di ricerca presso il Gruppo PAGE (Pisa Agricultural Economics) dell’Università di Pisa., nel 2020 ha ottenuto un dottorato in Agro-Food System presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza con una tesi focalizzata sull’analisi dei cambiamenti generati dall’export-boom della quinoa nel sistema di accesso alla terra, organizzazione del lavoro agricolo e livello di sicurezza alimentare nelle comunità produttrici boliviane. Collabora con l’Associazione Terras-Laboratorio per lo Sviluppo Locale «Sebastiano Brusco».
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