di Laura Leto
Dai comunicati stampa del Comune di Palermo del mese di maggio emerge un’aria di cambiamento volta alla riqualificazione delle aree verdi della Città e al «rilancio» della borgata della Acquasanta. È stato approvato il progetto di recupero dell’ex Manifattura tabacchi in chiave culturale, mediante la realizzazione di spazi espositivi, auditorium e aree polifunzionali. Nulla da dire, ma dentro questa ventata di rinnovamento quale sarà il destino del Cimitero acattolico “degli Inglesi”? Tutto tace. Il comunicato stampa del 4 maggio 2021 tiene il sito in considerazione, ma diverse testate giornalistiche locali, pur menzionando l’originario Lazzaretto non lo citano come parte integrante dello stesso. Non ho ricevuto alcuna risposta alle mie richieste di poter accedere per ragioni di studio, né un riscontro alle segnalazioni di degrado e urgente tutela, ma mi auguro fortemente che non si perda l’opportunità di restituire al quartiere uno spazio verde, una realtà unica nel suo genere, testimone del dialogo tra culture differenti che coesistevano in uno dei più bei periodi che la Città abbia mai vissuto.
Ancora a distanza e con gli strumenti di cui dispongo, riesco ad ottenere informazioni relativamente alla storia di questo luogo che magicamente mi svela qualche segreto. Di buon grado ascolto e in questa sede voglio raccontare la storia di due individui inumati presso il Cimitero acattolico della Acquasanta. Come per molti altri, del loro monumento funebre non rimane traccia, ma soltanto frammenti dell’epigrafe dai quali è stato possibile scorgere nomi e luoghi, fondamentali per l’identificazione. La collocazione attuale dei frammenti non ne garantisce la posizione originaria. Il monumento si presentava originariamente con un’unica lastra marmorea con epigrafi incise, in base alle fonti, probabilmente collocato nell’area nord del sito, ad oggi impossibile da identificare.
Dalla misurazione dei singoli caratteri scolpiti, ho potuto constatare che la larghezza dell’intera lapide misurava originariamente 70 cm circa di larghezza e non meno di 90 cm di lunghezza. Non è possibile stabilire con certezza che si trattasse di un sarcofago con stele collocata davanti al monumento – esattamente come si presentano i monumenti della stessa tipologia in situ – ma il bordo con tracce di malta del frammento con inciso Ann Small mi fa propendere per questa ipotesi. Qualsiasi elemento decorativo, collocato alla sommità della lapide è ormai tristemente perduto.
Di seguito si riportano le trascrizioni delle epigrafi di un uomo e una donna, rispettivamente:
SACRED
TO THE MEMORY
OF JAMES HOLLOWAY
BORN AT COWES IN THE ISLE OF WIGHT
DIED IN PALERMO 23 DECEMBER 1843
AGED 61
ALSO TO
MARY ANN SMALL
DIED 18TH AUGUST 1854 AGED 63
Non avendo trovato alcun documento che mi convincesse sui siti di genealogia a causa di omonimie e date poco attendibili, ho scritto all’Isle of Wight County Record Office. Ho fortunatamente ricevuto risposta dalla gentilissima Research Assistant Lesa Davies, la quale mi ha inviato la pagina del Registro dei battesimi di Cowes. Quest’ultimo ha offerto indicazioni sia sulla data di nascita – il 22 gennaio 1782 – che sui genitori William e Catharine Holloway, ma il documento che mi ha permesso di ricostruire la storia è stato il testamento, stilato a Palermo nell’ottobre del 1843 e approvato successivamente a Londra il 13 febbraio del 1844 dal Doctor of Law John Dambeny.
Il Gentleman abitava a Palermo, al numero 90 di via Butera, stessa strada dove insisteva Palazzo Lampedusa, luogo di residenza del console britannico John Goodwin e di Edward Edes Eayres Gardner, capostipite della famiglia Gardner, almeno per quanto riguarda la presenza sull’Isola, entrambi seppelliti al Cimitero. L’eredità venne divisa tra le figlie Amelia Ann, Helen ed Elizabeth Mary, i fratelli Samuel e Frederich George, le sorelle Catherine e Elizabeth Mary e la cognata Ann Small.
Data la sepoltura comune, avevo considerato inizialmente Ann come la moglie del Nostro, ma addentrandomi nella commovente storia si è poi rivelata la cognata. La donna non aveva avuto figli, non è possibile conoscerne la causa, ma la morte del marito potrebbe esserne la ragione. Nel testamento si specifica infatti che una volta deceduta la moglie di James, Ann divenne come una madre per i suoi bambini: «I recomand my sister in law Mary Ann Small who has been as a Mother to my Children» e ciò giustifica il fatto che James chiese specificatamente agli Amministratori di provvedere al suo sostentamento per il resto della sua vita. Purtroppo non viene specificato con quale dei fratelli Holloway fosse sposata e sino a questo momento non ho trovato riscontro nei siti di genealogia, ma dal momento che James ha ereditato la proprietà di High Street Croydon nel Surrey, in Inghilterra, dal fratello Stephen, assieme alle sette case, un negozio e altri appartamenti in Hamilton Street, Wandsworth Road, nella medesima contea, potrebbe essere proprio Stephen il marito di Ann? Sono solo ipotesi.
Continuando nella lettura vengono chiariti ulteriori legami di parentela. Michael Beatty, marito della sorella del Nostro, Catherine [1], era stato nominato, assieme alla figlia Helen, esecutore del testamento, ma al momento dell’approvazione del documento ho dedotto che quest’ultimo sia stato sostituito in quanto deceduto. Helen viene definita Spinster, dunque era nubile ed evidentemente si dedicò anima e corpo alla sua carriera da insegnante, come riferito dal reverendo Frederick Ylverton che dopo aver celebrato il rito presso la casa del console Goodwin[2], intrattenendosi per il tè delle cinque, riferiva con gioia che a Messina e a Palermo fossero state costituite dalla comunità inglese istituzioni scolastiche e assistenziali (Scordato 2018). Presso quest’ultima, Helen fondò difatti la ‘Scuola inglese’, assieme alle sue sorelle Mrs Carill, moglie di James Carlill (York 1810 – † Messina 1846) [3] e Mrs Bartstow, coniugata con l’americano Henry Hoyt Bartstow. Nel 1850 la scuola era frequentata da venticinque alunni e alunne che pagavano una quota di 12 sterline al mese. Erano iscritti anche ragazzi cattolici, ma poco dopo vennero chiuse a causa del decreto dell’ottobre 1849. Quest’ultimo proibiva ai protestanti di insegnare o gestire scuole [4].
Tra i testimoni del testamento vi sono John M. Marston, Console degli Stati Uniti d’America a Palermo ed Edward Bevan Thomas «Merchant in Palermo», amico di famiglia nonché affittuario di alcuni appartamenti degli Holloway in Inghilterra e come già visto, marito di Martha Beaumont e padre di Martha Thomas, moglie di Edward Gardner. Il documento chiarisce l’identità dei figli. James scrive: «my children the said Helen Holloway, Amelia Ann (the wife of M James Carlill), Frederich George Holloway and Elizabeth Mary Holloway». Amelia, conosciuta anche come Emily, sposò James Carlill il 27 maggio del 1840, presso la British Chaplaincy di Napoli [5]. I tre figli, eccetto Helen, risultano sul Registro dei battesimi del Surrey, località dove gli Holloway avevano diverse proprietà.
Nel documento si legge che Amelia nacque il 14 aprile del 1820; Frederich George, nacque il 24 marzo del 1822 ed Elizabeth nacque il 10 febbraio del 1824. Tutti furono battezzati nello stesso giorno, il 30 agosto del 1826 presso la St Giles’ Church del distretto di Camberwell.
Dal registro si ottiene una conferma della professione di James: “impiegato in una dimora mercantile” e un’altra importante informazione sull’identità della moglie defunta, dunque non presente nel suo testamento, Sarah Sophia (? – †1840). Ancora, grazie alla pubblicazione del matrimonio celebrato il 29 gennaio del 1804 presso la cappella di St. Mary Lewisham, nel Surry, ho avuto la conferma che il cognome da nubile di Sarah era Small. Ciò chiarisce definitivamente il legame di parentela della cognata Mary Ann Small. Evidentemente le due sorelle sposarono due fratelli Holloway. A questo punto è stato più semplice individuare maggiori informazioni su Mary Ann, la quale nacque 22 marzo del 1791 da James e Mary Small, venne battezzata il 9 settembre dello stesso anno, presso la cappella di St George The Martyr, nel Surry. La si trova in Inghilterra, cinquantenne, a Kent Road assieme a George e Cordelia Small, quest’ultima quindicenne. Purtroppo non sono ancora chiari i legami di parentela tra questi individui. Che George possa essere il fratello e Cordelia la nipote?
Ritornando ad Elizabeth Holloway, dal Lineage Book del Nord America risulta che Elizabeth Mary Holloway avesse sposato Henry Barstow nel 1847. Si evince la discendenza del marito di Elizabeth, il quale era figlio del tenente Joshua Barstow e fratello di Charles e Joshua Jr., ma soprattutto risulta che la coppia ebbe una figlia che nacque in Sicilia. Probabilmente venne chiamata Sophie in onore della nonna materna. Il 26 settembre del 1863 nacque a Palermo un’altra figlia Mary Julia Barstow che sposerà nel 1879, a Chicago, l’americano Fredrick Joseph Knowles, come riportato sul Censimento federale negli Stati Uniti del 1910, nel quale la si trova quarantasettenne, madre di nove figli, sei femmine e tre maschi [6].
Si ha traccia di una richiesta di passaporto per l’America, del 24 giugno 1873, in cui viene allegata una vera e propria carta d’identità. È confermata la data di nascita, la nazionalità e la presenza della figlia Sophia, di anni diciassette. Si può stabilire dunque una ipotetica data di nascita nel 1856, a differenza di quanto riportato sui siti di genealogia dove compare l’anno 1854 [7]. Il marito, in quanto cittadino americano, faceva da garante. Elizabeth, allora cinquantenne, era alta un metro e settanta centimetri, aveva la fronte alta, gli occhi blu, il naso regolare e i capelli castano-chiari, doveva essere una bella donna. Dall’Archivio dei matrimoni e decessi della Contea di Cook, risulta che Elizabeth sia deceduta il 15 ottobre del 1888 [8].
Purtroppo l’attività commerciale di James Holloway rimane ancora ignota così come l’identificazione del monumento funebre, ma fortunatamente la sua distruzione non andrà di pari passo con quella della sua memoria, assieme all’identità della cognata Mary Ann Small. Tutto tace per quanto riguarda la tutela e il restauro del luogo, ma i frammenti continuano a sussurrare la loro storia!
Come per l’architetto inglese Henry Dunnage (vd. Dialoghi Mediterranei n. 47), anche in questo caso, da un frammento può venire alla luce un’intera esistenza. Quest’ultima va esaminata in un’ottica più ampia, volta alla comprensione della grandiosità di un luogo che all’apparenza può sembrare un recinto malconcio e pieno di pietre, ma soffermandosi un momento, esaminandone la storia, se ne comprende il grande fascino. Dall’inaugurazione del Lazzaretto del 1833 – momento nel quale era inserito nelle Guide di viaggiatori come «edificio importantissimo ed elegante» (Mortillaro 1847: 144) – nato come luogo dove seppellire coloro che soccombevano alle epidemie, successivamente eterna dimora degli stranieri che morivano a Palermo, divenne cimitero della comunità inglese con i Whitaker, protagonisti – tra gli altri – della società mercantile e imprenditoriale del XIX secolo in Sicilia.
Il recupero della storia degli individui è indispensabile non solamente al fine di restituire loro dignità e memoria, ciò sarebbe già una ragione sufficiente, ma è necessario alla comprensione dell’importanza che il luogo riveste in quanto testimone della società del tempo, la quale – come è noto – con la sua influenza, ricchezza e prestigio ha contribuito a rendere nota Palermo non soltanto nel Mediterraneo, ma in tutta Europa.
Dialoghi Mediterranei, n. 50, luglio 2021
Note
[1] La sorella di James Catherine è stata battezzata l’11 febbraio del 1713 presso la St Mary’s Church, Guildford, nella contea del Surrey, come riportato sul Registro del Surrey, Inghilterra, Battesimi, matrimoni e sepolture della Chiesa anglicana, 1538-1812, Guildford, St Mary 1698-1753, Fonte: Surrey History Centre; Woking, Surrey, England; Surrey Church of England Parish Registers; Riferimento: GUM/1/3, Ancestry.com
[2] Era consuetudine che la Messa venisse celebrata, prima dell’edificazione dell’Holy Cross, presso la sua abitazione.
[3] Cercando nell’elenco dei defunti inumati presso il Cimitero degli Inglesi di Messina, pubblicato da Vincenzo Giorgio Attard, non risulta il suo monumento funebre tra quelli del Cimitero degli Inglesi.
[4] FO 165/36, Palermo 25 aprile 1822. Cfr. http://web.tiscalinet.it/fondazionewhitaker/iwhitaker/dir/chiesaangl.htm
[5]Cfr.https://search.ancestry.it/cgi-bin/sse.dll?indiv=1&dbid=9907&h=1627339&tid=&pid=&queryId=ed25f304a03266c3793b5bb1b48615c0&usePUB=true&_phsrc=Esc852&_phstart=successSource
[6] Censimento federale negli Stati Uniti del 1910 per Mary J Knowles – Illinois, Chicago Ward 28, District 1220, Ancestry.it
[7] Da Ancestry.it risultano sei figli, tre maschi e tre femmine, dei quali però non si ha traccia ad eccezione dell’ultima figlia Mary Julia.
[8] Contea di Cook, Illinois, Stati Uniti, Archivi di matrimoni e decessi, 1833-1889, Ancestry.com
Riferimenti bibliografici
Guida per Palermo e pei suoi dintorni di Vincenzo Mortillaro, Marchese di Villabianca, Stamperia Oretea, Palermo 1847
M. Scordato, Al di là del faro, Youcanprint, s.l. 2018
Sitografia
https://www.ancestry.com
https://www.iow.gov.uk/Residents/libraries-cultural-and-heritage/Records-Office/
https://search.ancestry.it/cgi-bin/sse.dll?indiv=1&dbid=9907&h=1627339&tid=&pid=&queryId=ed25f304a03266c3793b5bb1b48615c0&usePUB=true&_phsrc=Esc852&_phstart=successSource
http://web.tiscalinet.it/fondazionewhitaker/iwhitaker/dir/chiesaangl.htm
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Laura Leto, antropologo e storico, è attualmente impegnata nel Dottorato di Ricerca con l’Universidad del Paìs Vasco UPV/EHU che ha come oggetto di studio il Cimitero acattolico dell’Acquasanta di Palermo. Partecipa al Catalogo collettivo delle biblioteche ecclesiastiche italiane in qualità di bibliotecaria e catalogatrice. Collabora al Progetto di ricerca nazionale “Libri, biblioteche e cultura degli ordini regolari nell’Italia moderna attraverso la documentazione della Congregazione dell’Indice” (RICI), per l’identificazione e il trattamento informatico degli inventari dei libri registrati in alcuni manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana. Ha cooperato, in qualità di operatore didattico, con diverse Associazioni culturali palermitane, in seguito all’acquisizione del titolo di Esperto in Didattica museale.
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