di Nino Pillitteri
Con l’occasione di un viaggio scolastico Erasmus, progetto “Digi4girls for Equal future” che coinvolge Italia, Olanda, Romania e Turchia, siamo stati invitati con il nostro liceo scientifico, il Benedetto Croce di Palermo, a questo incontro a Gaziantep, Turchia occidentale meridionale, sul confine siriano. In effetti la base del nostro hotel è Nizip, centro agricolo di colture di cotone, olive in campi interminabili interrotte da filari di pistacchi e noci. La terra è molto fertile e non per nulla ci troviamo ad una decina di chilometri ad est dall’Eufrate. Qui a Nizip c’è un campo di accoglienza di profughi per lo più siriani ma non mi è stato possibile avvicinarmi sia per le forze di polizia ma anche per la presenza delle mie studentesse impegnate nel progetto.
La situazione qui è tranquilla ma in grande fermento. Il brusio delle strade è talvolta interrotto da convogli militari in direzione est, cioè Diyarbakır, una delle più importanti basi militari aeree e missilistiche americane in Turchia.
Siamo arrivati venerdì sera, 4 ottobre 2024 dopo il cambio aereo Palermo – Istanbul – Gaziantep e minibus per Nizip. La cittadina per nulla turistica non offre che un paio di ristorantini dove è anche difficile pagare con qualsiasi carta. Dopo un giro in centro città sabato mi sono reso conto che non c’era granché molto da vedere e mi sono ritrovato a visitare officine di riparazione avvolgimenti, accumulatori e pompe ad immersione e ho fatto un raffronto prezzi di motoseghe Stihl, tedesche, e trattori italiani Landini che qui costano meno della metà rispetto all’Italia.
Ho familiarizzato con meccanici e riparatori, ho notato i primi spostamenti di convogli militari. Certo la Farnesina prima di partire mi consigliava di non intessere discussioni politiche con i residenti per cui avrei potuto suscitare irritazioni, e soprattutto di non cercare alcool in questa regione.
Alla TV seguo telegiornali turchi sugli sviluppi dei bombardamenti israeliani a Gaza, confine libanese e periferia di Beirut. I reporter turchi sono più liberi dei nostri e mostrano una situazione dettagliata al confine libanese e israeliana.
Domenica 6 ott 2024 – Ho organizzato, con un driver, il Signor Mahmud, e minibus un tour a Gobeklitepe, forse il sito archeologico più antico, datato XI sec. a.C. Qui, dopo circa 3000 anni la città fu abbandonata, e solo dopo altri 3000 furono erette le prime Ziggurat e poi le piramidi e poi Stonhenge. La strada procede al ritorno fino a Sanliurfa o Urfà, come dicono loro, dopo avere attraversato l’Eufrate ma subito dopo iniziano i controlli di polizia militare. Tra due garitte blindate e con grosso carro armato su gomme le auto sfilano lentamente, mostrando documenti. Talvolta si viene anche perquisiti. Era stato anche così trent’anni fa quando, un amico, diretto a Nemrut Dagi, altro sito archeologico, voleva proseguire in direzione lago di Van passando per Diyarbakır. Fermato dopo un controllo è stato costretto a tornare indietro. Anche allora a causa di fermenti di guerra e minacce tra Iraq e Iran.
La sera in albergo ho chiesto di ordinare una pizza e una birra. No, la birra no, mi dicono, sono musulmani. Ribadisco che loro sono musulmani ma non io. Va bene anche una bottiglia d’acqua. Arrivata quindi la pizza, ritornano i due tipi alla reception con un sacchetto nero con delle birre doppio malto, mi fanno cenno di andare con discrezione nella stanza dietro per cenare e condividiamo tre bei boccaloni. E si parla, si parla di Israele, della situazione siriana, il Libano e della guerra russo ucraina.
Ci sono molte differenze nel mondo islamico di vedere le cose. Invasione della Russia in Ucraina è da condannare ma nel caso di Israele in Libano invece no, su questo sono d’accordo entrambi. Faccio notare che le bombe ammazzano lo stesso e ricordo i 40 mila morti a Gaza.
Martedì 8 ott 2024 – Nizip ha due istituti superiori di istruzione frequentati per il circa 45% da studenti profughi siriani. Facciamo loro una visita durante le lezioni di grammatica turca. Sorridono, ci salutano con la mano e molti di loro ci raggiungono in cortile per una foto oppure solo per chiederci: “ Where do you came from?”, “What is your name?” sono le uniche frasi ma poi la conversazione non va oltre i sorrisi, strette di mano, occhi negli occhi.
Tutta l’area geografica è stata soggetta negli ultimi anni a violenti terremoti che hanno causato migliaia di morti. La ricostruzione è stata attivata e in mezzo al nulla sorgono quartieri di palazzi non ancora intonacati e strade non asfaltate. I negozi a parte qualche supermercato riguardano vendite di cellulari ed elettrodomestici. Poco artigianato e molto mondo agricolo con punti vendita di motozappe, erpici e sementi.
Mercoledì 9 ott 2024 – Di ritorno da scuola intorno le ore 14:00 trovo questa situazione in albergo: Temperatura interna oltre i 40°, niente luce elettrica e acqua, non si può andare in bagno. Molti ospiti stavano giù nella hall, dato che vicino, a piano terra, era possibile usufruire delle toilette dove un filo d’acqua assicurava un minimo servizio. Mi ritiro nella mia stanza, apro tutte le finestre, la porta d’ingresso per creare una piccola corrente d’aria. Sul mio letto inizio un “Bartezzaghi” ma poi crollo dal sonno finché mi sveglio in un mare di sudore e sento voci degli ospiti che vengono da giù. Scendo a sentire se è stata chiamata la società elettrica. Non si sa quando verranno i tecnici. Chiedo del pannello elettrico ma mi dicono che è stato controllato, che il problema viene dal generatore che non è nell’Hotel ma fuori e a cui sono allacciate delle palazzine a schiera.
Voglio vedere il generatore e la responsabile dell’hotel mi indica subito fuori dall’edificio. Mi seguono un paio di operai iraniani che lavorano qui per una ditta di componenti meccanici. Mi accorgo subito dalla lamiera rovente che il problema è il surriscaldamento e dei fil di ferro tengono chiuse le sei grandi ante metalliche per l’accesso ai pannelli interni. Tolti i fili, apro tutto mentre i pannelli dell’alta tensione scoraggiano i tre con me che si allontanano parecchio. Abbasso tutti i grossi interruttori. Aspetto una quindicina di minuti e faccio ripartire il tutto. Ora c’è la luce e divento un piccolo eroe di carta per qualche minuto. Ma dico che se non si mettono delle ventole il problema si ripresenterà.
Giovedì 10 ott 2024 – Visita alla sindaca di Gaziantep, ingegnere chimico Fatma Şahin (AKP, Partito della Giustizia e dello Sviluppo, un partito politico conservatore turco) al suo secondo mandato. Una donna molto forte che mostra due interpreti in inglese e italiano e, dopo una presentazione sul coinvolgimento del suo programma nello sviluppo al femminile di tutta l’area e scambio doni, ci licenzia per una riunione importante. La città, due milioni di abitanti, che si sviluppa attorno ad una fortificazione ottomana in ricostruzione, a parte il museo del mosaico della vicina Zeugma ed un piccolo quartiere dal sapore antico, non mi appassiona più di tanto per le sue nuove architetture quanto per i suoi ristoranti e pasticcerie di Baklavà.
Venerdì 11 ott 2024 – Visita all’area archeologica di Zeugma, sulla riva destra del fiume, sito tra le meraviglie del mondo.
Giro in battello fino a Rumkhale tra le anse e insenature e tuffo infine liberatorio tra le tiepide e trasparenti acque dell’Eufrate che vivo con un paio di bracciate come un tuffo ancestrale nella storia remota dell’umanità e nella profondità del mio io interiore.
Dialoghi Mediterranei, n. 70, novembre 2024
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Nino Pillitteri, svolge la sua attività di fotografo a Palermo. laureato in Matematica, si dedica alla fotografia già prima di iniziare l’Università nel 1983. Dal 2001 se ne occupa professionalmente. Ha avuto come maestri Cecilia Alqvist, Giacomo D’Aguanno, Salvo Fundarotto e delle grandi fonti di ispirazione sia in Italia che all’estero, tra Svezia e Danimarca, dove ha vissuto per circa undici anni. É CEO Administrator e creatore di photo.webzoom.it, si occupa di Street Photos, Social, Reportages e Viaggi. Ha collaborato con fotoup.net, quattrocanti.it, photojournale.com, Azsalute.it. Agenzia Demotix-Corbis, PacificPressAgency, Citizenside France, Blasting News Italia. Oltre la matematica e la fotografia coltiva lentamente un uliveto.
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