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Tra complottismi, razzismi, intrighi e nostalgie

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di Maria Immacolata Macioti

Mentre un po’ in tutto il mondo abitato sembra diffondersi il coronavirus e crescere il timore della gente, specialmente tra coloro che sono costretti dalle circostanze a vivere in povertà e in forzata promiscuità, senza possibilità quindi di alcun distacco sociale, senza potere usare accorgimenti possibili, essendo anzi esposti a più rischi di altri, esiste ancora oggi, nell’autunno 2020, chi ritiene che questo virus non abbia luogo, che non esista. Le cifre dei morti, quelle dei ricoverati? Per coloro che non credono all’esistenza del coronavirus, si tratterebbe di equivoci, di malattie altre. Ma chi sono e quanti sono, questi negazionisti? Ed è giusto usare questa parola, che fino a poco tempo fa rinviava a ben altro, al revisionismo, alla negazione di quanto avveniva nei campi di Hitler e in genere grazie alla sua politica? Oggi parliamo di negazionismo riferendoci non più e non tanto a questi fatti storici quanto invece alla negazione dell’esistenza del coronavirus-19. Fatti ben diversi, ma anche questi significativi, che rinviano ad un alto numero di morti un po’ ovunque, non solo in Europa. Una pandemia, è stato ufficialmente dichiarato: ma di cui c’è chi nega la esistenza, la realtà.

Una percentuale contenuta?

Secondo alcuni studiosi, le cifre dei cosiddetti ‘negazionisti’ di oggi, quelli che negano la pandemia, non sarebbero altissime, se considerate in assoluto e in percentuale: ma certamente alcuni luoghi, alcune culture possono mostrarsi più favorevoli. Sarebbero circa un 5%, coloro che negano che vi sia oggi un serio problema di corona virus, secondo quanto riportato in un articolo di Ilvo Diamanti intitolato La paura del virus E 8 italiani su 10 dicono sì alle misure anti-Covid (la Repubblica 1° settembre 2020).

Si nega quindi, da parte di alcuni, la realtà della situazione, e in conseguenza l’opportunità di certe precauzioni, di certi accorgimenti, dall’isolamento alle mascherine. Un cinque per cento non sembrerebbe essere una percentuale troppo pericolosa. Si tratta però di gente decisa a farsi sentire. Che utilizza qualsiasi occasione per chiamare in dubbio l’operato del governo, le misure sin qui adottate. Persone che senza proporselo possono, con i loro assembramenti, fare da tramite per la diffusione del contagio, così come accaduto con la cosiddetta ‘movida’ in Italia dopo la riapertura. Anche se c’è chi ha cercato e cerca di attribuire la ripresa del coronavirus-19 agli immigrati!

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Berlino

Una realtà internazionale

Un movimento italiano? Certamente sì, ma non solo. Hanno dovuto registrare manifestazioni contrarie alle misure anti covid Londra, dove inizialmente anche lo stesso capo del governo sembrava convinto che bisognasse ignorare il virus, che le norme altrove adottate fossero una evidente esagerazione: e mal gliene incolse. Londra quindi, ma anche Berlino, e anche Zurigo: città tutte dove si sono avuti cortei, manifestazioni, dimostrazioni contro le norme ipotizzate per il contenimento del virus, contro quelle che si ritenevano indebite, inaccettabili limitazioni della libertà. Niente mascherine, niente segregazione nelle case, per questi dissidenti. Tutte scemenze, le misure anti covid. Questo, per limitarci a Paesi a noi vicini.

Chi sono questi negazionisti? Mi sembra che si tratti di una realtà composita, di persone con diverse credenze e motivazioni.

In Germania

Abbiamo in effetti notizie abbastanza dettagliate sulla Germania, dove il leader della giornata anti covid-19 a Berlino (4 agosto), Attila Hildmann, fortunato autore di libri di ricette vegane, ha guidato la manifestazione contro le restrizioni anti pandemia. Questo, dopo aver per giorni predicato contro gli ebrei che a suo dire vorrebbero spazzare via i tedeschi e dopo aver insolentito chi non fosse d’accordo con lui, gente a suo parere sub-umana, Untermensch, come ricorda Giampaolo Cadalanu ne «il Venerdì di Repubblica» del 21 agosto 2020. Cadalanu ricorda altresì l’esistenza di un canale Telegram di Hildeman con 66mila abbonati, dove non si offrono ricette bensì liste di proscrizione, con nome e indirizzi di chi sarebbe contrario alla sua rivoluzione. Non solo: scrive il giornalista che dove le informazioni mancano, esiste una offerta di ricompensa – mille euro in contanti – per chi sapesse fornirle. Dalle ricette vegane all’incitamento all’odio razziale, quindi. Da qui un soprannome che sta avendo fortuna, per il noto vegano: Avocadolf.

Un’altra manifestazione si è avuta il 31 agosto, con vari gruppi neonazisti e anche con bandierine con il simbolo di QAnon, movimento americano.

A Londra, a Parigi

E a Londra? Ci dicono i media che c’erano persone con la scritta No Mask, ecologisti e, appunto, vegani, ma anche omeopati no vax terrapiattisti, naturopati, militanti dell’ultradestra Afd con bandiera rosso-bianco-nera del Reich, come ricorda Ezio Mauro in un suo editoriale su La Repubblica del 2.9.2020. Una cultura cognitiva, ipotizza E. Mauro, basata sul complotto, sul nemico, sulla supposta manipolazione della gente da parte dei cattivi politici. Si accusa la cosiddetta tirannia sanitaria. Si rivendica la libertà di muoversi, di respirare senza alcuna mascherina. Si fa strada il movimento anti vaccini.

E in Francia? Una situazione ricca di posizioni e sfumature, in cui lo stesso presidente Macron ai primi di settembre 2020 annuncia la riduzione della quarantena da 14 a 7 giorni. E si tratta dello stesso Macron che, mentre l’Italia prendeva provvedimenti di chiusura, dichiarava che la Francia e i francesi non avrebbero rinunciato a nulla. Né alle terrazze né alle feste, tanto meno alle sale da concerto. Non che questo abbia attirato molti turisti in Francia in genere e a Parigi in particolare…

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Roma

A Roma, alla Bocca della Verità: la previsione, le attese

Sabato 5 settembre alla Bocca della Verità, si dovranno trovare i negazionisti italiani. Chi sono? Per quanto mi riguarda devo dire che ho ricevuto numerose e.mail anche con link ad hoc da parte di persone che considero attente alla natura ma non troppo fanatiche, oltre che da soggetti ben diversi. Credo quindi che possano esserci persone in buona fede, preoccupate per la situazione della terra, accanto ad altre decisamente irragionevoli.

Ezio Mauro parla dei gilet arancioni del generale Pappalardo, dei NO5G, dei Forconi superstiti, dei neonazisti: tutti d’accordo, tutti uniti contro le ‘indebite imposizioni’ del governo, contro la prevista ‘scuola lager’, per non parlare dell’aborrito ‘termoscanner’. L’autore parla di «millenarismo ecologistico» e ipotizza un interessante processo di scollegamento della realtà dalla verità: «Non importa più ciò che davvero sta accadendo, possiamo sostituirlo con ciò in cui crediamo.». Che è poi, e Mauri lo nota, lo sottolinea, quanto accade in genere all’interno delle sette: dopo un primo passo, una prima accettazione, gli altri verranno da sé, facilmente, spontaneamente. Ma l’insieme ne esce profondamente mutato. Spiritosamente, il giornalista chiude questo suo pezzo interrogandosi su come mai «un corteo negazionista che recita il falso» possa partire dalla Bocca della Verità.

Posizioni non troppo lontane da quelle di Mauro sembrano quelle di Paolo Berizzi che su «La Repubblica» (1° settembre 2020) scrive a sua volta un pezzo intitolato: «“Il Covid è una truffa, liberiamo l’Italia”. La destra porta i negazionisti in piazza».

La cosiddetta Italia liberal ipotizza, è convinta che «il Covid 19 sia un sistema con cui gli Stati imbavagliano il popolo, comprimendo spazi e diritti.»

Protagonisti italiani

Chi sono i principali protagonisti italiani tra i negazionisti? L’urlatore, l’immancabile Vittorio Sgarbi è certamente uno di loro. Un Vittorio Sgarbi che, in quanto sindaco di Sutri –pensare che qualcuno lo avrà pur votato! – ha proibito agli abitanti di usare le mascherine. Nel mezzo ci saranno certamente anche dei romani con casa a Sutri: sarebbe interessante vedere come reagiranno. Noto per il pessimo carattere e le grida inconsulte, Sgarbi, che sarebbe un ottimo critico d’arte, fa di tutto per lasciare di sé una pessima immagine. Troppo narcisista, probabilmente, per andare ad una manifestazione con altri. Ma c’è da chiedersi se sia normale che un sindaco prenda posizioni contrarie rispetto al capo del governo, e se i cittadini devono, in teoria, essere d’accordo con questi o con il sindaco: quesiti innovativi, derivati anch’essi da questa pandemia, insieme a molti altri.

Vedo che ne «Il Fatto Quotidiano» dell’11 settembre 2020 a Sgarbi è dedicata la pagina 17, su cui si apre una immagine di lui che urla, il volto pieno di rughe, la bocca aperta a lanciare insulti, i radi capelli lunghi che lasciano intravedere il cranio sottostante, impietosamente – la ben riuscita illustrazione è di Francesco Federighi. Vi si rievocano, a firma Pino Corrias, i tanti episodi di intolleranza del passato, l’epoca di vicinanza con Berlusconi, oggi a sua volta colpito dal virus. Il pezzo chiude parlando degli incarichi di Sgarbi come sindaco prima a S. Severino Marche, poi Salemi, ora Sutri: «Balconcini dai quali esercita il suo alto magistero mediatico. Talvolta servendosi di pure idiozie, come l’obbligo di NON portare la mascherina in pubblico, sua ultima ordinanza a Sutri…» Certo, non si può dire che Sgarbi non faccia onore al suo cognome, in quanti ad atteggiamenti e comportamenti decisamente privi di garbo.

Un altro negazionista è stato e sembra essere Salvini, l’ex Ministro degli Interni, colui che ha a suo tempo chiuso i porti italiani, respinto i migranti in pratica condannandoli al carcere in Libia, in condizioni di vita estremamente difficili. L’ex Ministro, uso ad andare in giro con compagne dalla vistosa bellezza, tenendo però in mano, se non appeso al collo, un rosario. Pronto ad esibirsi baciandolo, tra l’altro, da bravo figlio di Santa Romana Chiesa: peccato che questo papa non sia di questo avviso. Ma cosa ci si può attendere da un pontefice in odore di eresia, da uno straniero? L’ex Ministro non ritiene, apparentemente, che il pontefice ne sappia più di lui, in campo di religione cattolica. E dichiaratamente usa il meno possibile la mascherina.

La cabina di regia, scrive il giornalista di Repubblica, a proposito dei negazionisti, è in mano all’estrema destra: ed è difficile dargli torto, conoscendo Forza Nuova. Ci sono, in questo magmatico universo, una deputata, Sara Cunial – speriamo che non sia parente dello stimato mons. Cunial, che immagino potrebbe rivoltarsi nella tomba – già M5S e Alicia Erazo, della Commissione internazionale dei Diritti umani, legata, scrive Berizzi, all’Onu. E Diego Fusaro, di Vox Italia. Naturalmente è più che presente, in queste prese di posizione, Casa Pound, così come lo sono i gilet arancioni. Ci sarà, chi sa, alla manifestazione, Matteo Salvini, che abbiamo potuto vedere in molte occasioni senza mascherina mentre si faceva un selfie con qualche ammiratore? Lo Stato a suo parere non dovrebbe «rompere le palle», dovrebbe permettere alla gente di respirare in pace. Senza volere spremere tasse dagli italiani. Comunque immagino che non ci sarà, in genere lui e Sgarbi sembrano preferire comparire individualmente, attirare l’attenzione su di sé, non su un eventuale movimento.

Tra i negazionisti c’è in genere anche Briatore, ma lui è escluso che vada alla Bocca della Verità, essendosi preso il coronavirus 19.

Protagonisti non solo italiani, in Italia

Tutti abbiamo potuto del resto seguire le prese di posizione di Trump contro le misure di contenimento adottate in certe parti degli USA, il montare dei contagi a N.Y.

Insomma, in questa strana congerie internazionale convergono, sembra, fricchettoni e nostalgici di Hitler, rapper e calciatori. Ma non soltanto. E fioriscono teorie complottiste.

Ma c’è ancora un altro aspetto interessante, per un sociologo della religione, con riguardo alla situazione italiana: il nome di Steve Bannon, già consigliere di Trump. Un Bannon che ha ripreso in mano la antica Certosa di Trisulti, che ha stimolato una ampia raccolta fondi per il muro Messico-Stati Uniti – e sembra che qualcosa sia rimasto nelle sue tasche. Un Bannon che ha chiesto ad alta voce una «rivoluzione» da parte dei veri americani, dei patrioti, perché possa essere ristabilito l’antico ordine, perché siano infine difese le radici giudaico-cristiane della civiltà. Il Ministro Franceschini aveva cercato di riprendere la Certosa di Trisulti, ma il Tar ha dato ragione all’Istituto Dignitatis Humanae, che quindi potrebbe stare lì ancora per molti anni, visto che il contratto iniziale ne prevedeva 19. Hanno per ora vinto Bannon e il conservatore Benjamin Harnwell, che ritengono che il Vaticano sia un nero pozzo di corruzione, che condannano duramente l’omosessualità e anche, bene inteso, la parità di genere.

Il pontefice attuale la pensa diversamente? Si tratta di un eretico che andrebbe allontanato dal soglio di Pietro, grida il ben noto cardinale Viganò, quello stesso che Francesco ha richiamato – mai abbastanza presto – dalla posizione di Nunzio apostolico in USA [1].

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Roma

A Roma, la manifestazione alla Bocca della Verità: persone, slogan, immagini

Quando poi arriverà il gran giorno, per fortuna si vedrà che le cifre sono contenute, che non sono state formulate importanti ipotesi interpretative. La giornata avrà una eco decisamente modesta sui media. Tra gli articoli che ne parlano, uno di Maria Novella de Luca, ne «la Repubblica» del 6 settembre 2020. Il titolo recita; «“Via la museruola”. La marcetta su Roma dei duemila No Mask». Il divertito sottotitolo dice: «Da tutta Italia e senza protezioni al raduno dei negazionisti del virus Castellino, Brigliadori, Cunial: folla stretta tra colpi di tosse e starnuti». Qualche persona più o meno nota o in via di scomparsa, quindi. Che forse vuole riproporsi anche in questo modo?

Certamente, un insieme di persone con varie collocazioni e storie alle spalle, che offrono un insieme piuttosto contraddittorio: c’è, ci dice la de Luca, ed è inevitabile, al raduno alla Bocca della Verità una certa presenza di Forza Nuova, il cui leader romano, Giuliano Castellino, ribadisce di non volere portare alcuna museruola, e auspica un nuovo ordine mondiale. In nome di chi? Ma di Putin, il noto liberale, e di Trump, che, si sa, ha portato gli USA verso una vita migliore, in questi ultimi mesi: basti pensare agli aiuti inviati in una California stremata dagli incendi! Fischi si levano contro il presidente Mattarella. Viene bruciata una foto di papa Francesco: che evidentemente, con i suoi richiami al diritto ad una vita migliore di poveri e migranti, in questi ambienti dà molto fastidio.  In questa massa informe c’è certamente chi ritiene di essere un credente migliore, senz’altro, del pontefice romano: ad ogni intervento, scrive la giornalista, segue un appello a Dio, alla Patria, alla Madonna. Logica e congruenza evidentemente trionfano.

Gli slogan, le immagini? Interessanti, raffinate. Un ritratto del papa con il numero 666 sulla fronte, noto richiamo a Satana. Sotto, la scritta: PAPE SATAN, PAPE SATAN ALEPPE. Un altro cartello dice: NO ALL’OBBLIGO /VACCINALE/SI ALLA LIBERTA’ /DI SCELTA. Paolo Di Paolo, il cui articolo dal titolo «Nonne, estremisti e leoni da tastiera: la piazza ibrida degli arrabbiati», riporta un’elegante scritta lì esibita: “Tamponatevi il culo”. E poi accanto, incredibilmente, l’immagine di Gandhi con il tricolore sovranista. Grida di: «Libertà» e «Popolo» riempiono lo spazio.  C’è chi canta l’Inno di Mameli – per fortuna l’autore è morto da tempo, non c’è pericolo di un suo infarto – chi grida, chi esibisce uno striscione forse riesumato da qualche cantina: «Politici ladroni», recita. Forse, risale all’epoca di Bossi? Una madre implora: «Vi prego, liberate i bambini!».

C’è di tutto, scrive Di Paolo: che parla di una donna che si dice allieva di Giordano Bruno – quanti torti ha subito, in vita e in morte, povero Giordano Bruno! Si parla dell’acqua delle fogne finita nei vaccini – questa non è nuova, l’ho già sentita –, ma anche di quanto sarebbe importante una nuova Norimberga: c’è da chiedersi se si tratti solo di incultura.

Personaggi di media notorietà che cercano visibilità?

Saranno pochi, i negazionisti, saranno figure di medio rilievo, persone un tempo magari note ma che sono poi scomparse dall’attenzione generale e che vorrebbero recuperare spazio: ma certo si tratta di un insieme sconcertante. Che varrebbe forse la pena cercare di individuare, di studiare meglio.

E poi, se certamente è vero che esistono persone che cercano una propria affermazione con questi metodi, è anche vero che i negazionisti hanno potuto contare e contano anche su noti Capi di Stato. Non mi soffermo sul caso della Francia, interessante e particolare, che richiederebbe una riflessione a sé, data la ricchezza dei materiali.

151856335-5fc7f7b9-e899-465e-bf59-5b20dc4cee55Accomunati da volontà distruttiva?

Perché a me pare che uno dei primi problemi che questo particolare universo mostra è che non sembra esistere una unica componente, né le varie componenti sembrano condividere una stessa ipotesi culturale, negazionismo a parte. Ci sono sì azioni di disturbo anti governi un po’ ovunque, tra i negazionisti. Si tratta però, mi sembra, di una pluralità di motivazioni, di tendenze. Gli obiettivi non sembrano sempre condivisi, salvo che per la pars destruens, dato l’animus anti-parlamentare. Sembrerebbe trattarsi di una vera e propria ‘accozzaglia’ di stati d’animo, convinzioni, persone.

L’opportunità di uno studio in merito

Mi sembra che sarebbe bene che sociologi e antropologi culturali cercassero di comprendere meglio le varie motivazioni che sottostanno a questa realtà. Che possono essere, mi sembra, sia positive che negative. Provo a farne cenno, pur consapevole della debolezza della base empirica, non essendo io mai stata in nessuno di questi comizi o occasioni.

Preoccupazioni positive, comprensibili

In positivo vedrei, in primo luogo, la preoccupazione per la natura, uno stato d’animo oggi più diffuso che non in passato. Una preoccupazione giustificata dai tanti fatti occorsi, dallo scioglimento delle nevi ai disastri dello sconvolgimento del clima, delle temperature: fatti ormai ben avvertiti un po’ ovunque.

In secondo luogo, la comprensibile preoccupazione delle mamme o meglio di quelle mamme che, vedendo il degrado, le difficoltà attuali della natura, vorrebbero un migliore futuro per i figli e si battono quindi per questo scopo. Due motivi legati tra loro, quindi. Comprensibili. Quasi condivisibili.

Preoccupazioni più discutibili

La natura: ma ci pensassero altri

In negativo la lista mi sembra decisamente più lunga. Si potrebbe iniziare anche con l’estremizzazione delle due motivazioni precedentemente accennate, se proclamate, urlate da parte di persone che nella vita quotidiana non si sono mai prese cura del verde, né su piano privato né su piano pubblico. Cadono alberi nella città dove vivono? Altri sono infestati da parassiti, rischiano la fine, si seccano le loro chiome un tempo compatte e verdi, svettanti su lunghi tronchi? Questo a loro non li riguarda in quanto impegno quotidiano inteso a migliorare la situazione: semmai, possono essere un utile pretesto per manifestazioni urlate; questo sì, certamente.

L’antiparlamentarismo, l’antipolitica

Ma il motivo più presente, più facilmente e prioritariamente riscontrabile tra i negatori del coronavirus mi sembra quello dell’antiparlamentarismo, dell’antipolitica. Un’antipolitica viscerale, si direbbe.

101154812-c66a6274-7f60-4da4-babe-aa6b4a7a3e3aEstimatori del fascismo e del razzismo

Per non dire dei nostalgici del fascismo, degli esaltatori della forza bruta: di cui si sono avuti recenti, tragici esempi anche in Italia. Basti ricordare la crudele uccisione di Willy Monteiro Duarte. Per fortuna, questa orrenda uccisione ha suscitato un’ondata di sdegno, solidarietà alla famiglia, richieste di funerali solenni ecc. Ma non cambia il fatto della sua tragica, traumatica uccisione.

Tutto questo rinvia a sentimenti e atteggiamenti di detestazione e disprezzo verso chi non è come noi: immigrati di varie origini e provenienze, nemici politici o supposti tali, donne che pretendono di essere alla pari dei maschi ecc. Il fanatismo implacabile quindi si consolida e accresce. Il disprezzo può facilmente mutarsi in odio.

I complottisti, v. QAnon

Un’altra importante componente sembra essere quella dei cosiddetti complottisti, gente cioè convinta dell’esistenza di un complotto ordito da satanisti, pedofili, gente di sinistra, magari milionari: tutti intesi a ingannare gli ingenui con l’invenzione del virus. Al tema dedica un ampio spazio «Internazionale» n. 1375, 11/17 settembre 2020: 38-49. L’articolo dal titolo Le profezie di QAnon, è di Adrienne LaFrance, giornalista di «The Atlantic», Stati Uniti. Di fronte alla convinzione circa l’esistenza di queste forze distruttive e complottiste, chi potrà salvare il mondo? Trump, che sa cosa sta accadendo, che comprende i segnali lanciati da Q. Che forse è Q.! Quali sarebbero i dati allarmanti? Bambini tenuti prigionieri, ad esempio, come credeva un cristiano devoto che si preoccupava di aiutare gli altri, Edgar Maddison Welch, timoroso che vi fossero violenze sessuali su minori (pizzeria Comet Ping Pong). La giornalista si sofferma sul viaggio a Washington di Welch: in base alla teoria del complotto che lo muove, Hillary Clinton sarebbe stata alla guida di un gruppo di complottisti e pedofili. Welch si renderà conto che il luogo che lui suppone essere il centro di ogni nefandezza è in realtà una vera pizzeria: pur essendo partito con l’idea di sterminare i cattivi, si consegnerà alla polizia.

Oggi sembra che con il covid-19 in circolazione, si stiano diffondendo altre strane idee: sarebbe stata una associazione segreta di funzionari governativi a mettere in giro queste voci, intese ad ostacolare la rielezione di Trump: il quale dà spazio a queste idee sia durante i comizi che ritwittando. QAnon è in testa nelle denunce di questo genere. Sembra che attacchi duramente chi non crede nel complottismo, che inciti i seguaci alla violenza fisica. Per i suoi oppositori, si tratterebbe di un movimento ambiguo, in cui si ipotizza che il covid-19 non sia reale. Certo si è che il 19 agosto Facebook ha annunciato la chiusura degli account legati a gruppi complottisti come QAnon in vista delle elezioni presidenziali e che poco prima, il 21 luglio, Twitter aveva chiuso 7mila account che propagavano le teorie di QAnon. Che, secondo alcuni, è profondamente in accordo con Trump. Secondo altri, sarebbe lo stesso Trump. Scrive la giornalista che secondo il New York Times, rete televisiva tra le più seguite, nel 2019 il presidente americano avrebbe ritwittato almeno 145 volte gli interventi di sostenitori del complotto, QAnon compreso. Un movimento, QAnon, «unito dal rifiuto della ragione, dell’obiettività e degli altri valori dell’illuminismo». Se per l’FBI QAnon è una minaccia terroristica nazionale – i seguaci hanno l’abitudine di attaccare duramente gli scettici, di incitare alla violenza fisica – per molti invece è un soggetto coraggioso che dice una scomoda verità.

qanon-q-trump-scaledMa cosa vuol dire, QAnon? Si tratterebbe di un accostamento tra la lettera Q e la parola Anonimus. Il tono usato? Tipico del complottismo, scrive la LaFrance, che riporta alcune indicative frasi, tipo: “Ho già detto troppo”, “seguite i soldi”, o ancora: “alcune cose devono restare segrete fino alla fine”. Certamente frasi o gesti del presidente hanno tra gli ammiratori di QAnon un grande peso. Come se avessero significati nascosti, chiari solo agli iniziati. L’esempio riportato è quello di una cravatta gialla indossata da Trump pochi giorni prima della dichiarazione di pandemia. Cravatta gialla? Vuol dire che il virus non esiste, nel linguaggio marinaro una bandiera gialla vuol dire che nella nave non ci sono persone infette [2].

Tra le persone più convinte troviamo Tracy Diaz, evangelista. E alcuni messaggi in effetti chiamano, o sembrano chiamare in causa la credenza religiosa. Così il 9 marzo, il primo: “Niente Potrà Fermare Ciò Che Sta Per Arrivare”. Il secondo: “Il Grande Risveglio è Globale”. Il terzo: “Dio vince”. In questo linguaggio criptico, dire “castello” indicherebbe la Casa Bianca. Dire “molliche!” richiama il fatto che andrebbero cercati gli indizi delle rivelazioni.

Ma chi sarebbero, questi complottisti, al di là dei dubbi sullo stesso presidente? Tra coloro che sono venuti allo scoperto c’è David Hayes, noto anche come Prayng Medic, noto evangelista, 400mila seguaci su Twitter, poco meno sul canale YouTube, un video intitolato Qfor beginners part1 con circa un milione di visualizzazioni… Suo anche un libro, Calm before the storm.  A suo giudizio, Q andrebbe visto, interpretato in relazione al Grande Risveglio: contro la depravazione della élite.

Scrive la giornalista che comunque le «divergenze sono fondamentali per la capacità di sopravvivenza di QAnon, che è un sistema di credenze molto accogliente e tollerante nei confronti delle contraddizioni», e che gli evangelisti hanno adottato il criterio di rendere pubblici i richiami di Q ovunque sia possibile. Chiude un sito? Se ne usa un altro.

Le incertezze sulla identità di Q sembrano gradite dal largo pubblico: tutto è possibile, che si tratti dello stesso Trump, di un critico di Ytump, che poi avrebbe cambiato atteggiamento (Brennan andrebbe collocato in questa categoria) o che si tratti di un piccolo gruppo, di un collettivo.

Secondo studiosi del complottismo, questo si baserebbe sulla paranoia e sulla fede religiosa. Scrive LaFrance: «Il linguaggio del cristianesimo evangelico – che unisce la tendenza a vedere complotti dovunque con la speranza positiva in un futuro diverso e migliore – è molto presente». Q del resto cita, ogni tanto, le scritture, incoraggia la gente alla preghiera. La Chiesa avventista cristiana del settimo giorno, erede di millenarie tradizioni apocalittiche, sa che il divino è per definizione un mistero, che la fede non ha bisogno di conferme razionali. Bisogna attendere con fede il grande risveglio.

manifestoDa scelte diverse alla detestazione di quelle altrui

Quindi, mi sembra che si possa riassumere così la situazione: i negazionisti sarebbero sì una minoranza in termini quantitativi, ma una minoranza attiva, rumorosa, visibile. Che è riuscita spesso a richiamare l’attenzione dei media. Una minoranza molto diversificata al proprio interno, che può presentare istanze di vario tipo, muovere da diversi presupposti. Qui si è cercato di dare conto di alcune realtà più visibili, di alcune significative componenti e istanze, pur senza ritenere assolutamente di averne dato un quadro esauriente.

Resta a mio parere, tra i tanti possibili problemi ancora aperti, tra le componenti da chiarire, anche una domanda basica: perché e come si passa dalla contrarietà e dalla non accettazione della realtà del coronavirus19 alla detestazione di chi è convinto della sua esistenza e cerca di farvi fronte, di salvaguardare per quanto possibile la popolazione?

Comprensibile che si cerchi da parte di minoranze di attirare l’attenzione, di alzare la voce in pubblici raduni, di innalzare grida, anche di fare la voce grossa: bisogna richiamare l’attenzione dei media distratti, poco propensi a dare uno spazio adeguato alle voci del dissenso. Urla, grida si possono comprendere. Ma come e perché si è passati e si passa dalla contrarietà, dal dissenso alla detestazione, all’odio?

Sembra che il campo venga invaso dall’ira, dalla irritazione, dalla rabbia verso chi ha il potere di imporre misure di confinamento, mascherine: misure intese a evitare il contagio, ma che suscitano, in questi ambiti, malumori, indignazione, rancore. Da qui ad avere comportamenti negativi il passo mi sembra breve. Ed ecco infatti che chi è contrario alle misure anti pandemia, chi non crede a questa emergenza e la rifiuta, può lanciare tuoni e fulmini, come si è accennato, può perdere la calma, la pazienza, sentirsi ribollire il sangue, assumere atteggiamenti provocatori. Dalla indignazione il passaggio alla provocazione è breve: abbiamo vari esempi italiani davanti agli occhi. Sembrano a volte assenti i freni inibitori, non esiste la vecchia espressione secondo cui sarebbe opportuno darsi una regolata. Gente sempre più esacerbata sembra poter comprendere solo e soltanto le proprie istanze e credenze, rigettare quelle altrui. A partire da uno sfogo iroso, dal una arrabbiatura si può, a un certo punto, passare a una viva ostilità. Usare parole chiaramente astiose, toni di acredine e disprezzo. Dalla situazione di tensione ci si può facilmente trovare – ed è accaduto più volte, in Italia e altrove – a  pronunciare parole, a mettere in essere comportamenti che denotano già un forte malanimo, uno stato d’animo rabbioso, violento. Gli altri non solo avrebbero torto, in questa ottica, ma sono decisamente malvisti, disprezzati. Idiosincrasia e rifiuto montano, l’odio si fa strada: non ne potrà venire, temo, nessun esito positivo.

Che fare? Direi che andrebbe meglio preso in esame questo mondo variegato sì, ma accomunato appunto da atteggiamenti e comportamenti unilaterali, di incomprensione reciproca. Che andrebbe meglio compreso come opinioni diverse su fatti percepibili, evidenti, stiano portando a situazioni estremizzate, di reciproca incompatibilità. E, forse, a una ripresa del vecchio, mai sopito razzismo. Ricordo che oltre a chiamare in causa gli scienziati sociali in genere, queste istanze postulano lo sguardo critico dei sociologi della religione in particolare, come è emerso da questo rapido sguardo ad alcune delle situazioni problematiche che si sono verificate.

Come procedere? Ancora oggi, nonostante gli anni trascorsi, credo non sarebbe sbagliato ricordare le lezioni di alcuni studiosi che ci hanno preceduto.

Studi da riprendere

Credo sarebbe utile, ad esempio, riprendere gli studi relativi al concetto di identità e di identità collettiva, senza naturalmente trascurare quello riguardante l’appartenenza. E, naturalmente, sarebbe certamente opportuno ritornare sul tema maggioranza/minoranza, con le probabili, insite relazioni conflittuali. Sarebbe infatti importante cercare, se possibile, forme di accomodamento. O scartarle. D’altronde, tutto ciò potrebbe essere forse più proficuo se fossero superati problemi di eterofobia che sono invece ben presenti, con quel che comportano in termini di fobia dell’incrocio razziale. Perché il razzismo ha certamente parecchio a che vedere con tutto questo: non per nulla si era sparsa la voce, in Italia, delle responsabilità dei migranti che avrebbero portato con sé il covid 19, secondo una nota formazione di destra.

Per non parlare della stupidità, un altro concetto forse presente negli studi filosofici più che non in quelli sociologici, ma potenzialmente proficuo e interessante, tale da darci certamente aiuti interpretativi.

Dialoghi Mediterranei, m. 46, novembre 2020
 Note
[1] Cfr, in «Dialoghi Mediterranei» n. 43, 1° maggio 2020, il mio intervento su Papa Francesco e l’altra Chiesa.
[2] In effetti è la bandiera bianca quella della resa, della situazione tragica, non la gialla. In Italia lo sappiamo da lungo tempo, ce lo ha ricordato la poesia L’Ultima ora di Venezia, in cui si parla della città stremata dalla peste, affamata. Siamo al 19 agosto 1849 quando Arnoldo Fusinato così conclude la sua poesia: «Ma il vento sibila, / Ma l’onda è scura, / Ma tutta in gemito/ È la natura;/ Le corde stridono, / La voce manca, / Sul ponte sventola/Bandiera bianca//»

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Maria Immacolata Macioti, già professore ordinario di Sociologia dei processi culturali, ha insegnato nella facoltà di Scienze politiche, sociologia, comunicazione della Sapienza di Roma. Ha diretto il master Immigrati e rifugiati e ha coordinato per vari anni il Dottorato in Teoria e ricerca sociale. È stata vicepresidente dell’Ateneo Federato delle Scienze Umane, delle Arti e dell’Ambiente. È coordinatrice scientifica della rivista “La critica sociologica” e autrice di numerosissime pubblicazioni. Tra le più recenti si segnalano: Il fascino del carisma. Alla ricerca di una spiritualità perduta (2009); L’esperienza migratoria. Immigrati e rifugiati in Italia (con E. Pugliese, nuova edizione 2010); L’Armenia, gli Armeni cento anni dopo (2015), Miti e magie delle erbe (2019).

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