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di Toti Clemente
Ci sta che chi arriva dall’esterno e vive secondo proprie abitudini possa individuare più facilmente degli stessi abitanti quelle che possono essere delle carenze endemiche che, in qualche modo, caratterizzano i territori.
In ogni caso, per chi si accinge a conoscere nuovi luoghi o è costretto per impegni di lavoro a frequentarli, sparare a zero sulla nuova realtà, anche soffermandosi su evidenze inconfutabili, non è mai una bella cosa.
L’immondizia a Palermo, come in altre realtà centromeridionali che patiscono questo problema, corrisponde a uno degli aspetti più ingombranti e inamovibili delle tante questioni amministrative nel governo delle comunità.
Al riguardo, ad esempio, la terra dei fuochi ha rappresentato l’apoteosi della pazzia umana, incentrata a lucrare nell’indifferenza passiva di un popolo oppresso o rassegnato, nonostante i devastanti risvolti procurati alla salute della gente. Per altri aspetti le problematiche connesse all’Ilva di Taranto non sono mai state da meno.
I Sud del mondo hanno in comune tante criticità e forse la questione più seria non è lo specifico problema che caratterizza un luogo ma il fatto che la linea di confine di questi sud mondiali tendono a estendersi sempre più avvicinandosi ai poli.
Vogliamo parlare dell’innalzamento delle temperature nel pianeta terra? Oppure dello sfruttamento indiscriminato dei territori che inducono a trasformazioni epocali e ineluttabili dei vari ambienti? Vogliamo parlare della foresta amazzonica? Dello sfruttamento delle tante risorse che inducono per interessi nazionalistici o privati a invasioni pseudo pacifiche e a guerre?
In questo quadro, la spazzatura di Palermo potrebbe solo risultare quasi un piccolo aspetto folcloristico, pittoresco, quasi bizzarro, se non fosse collegato a interessi inconfessabili e alla mala gestione della cosa pubblica.
Personalmente ho viaggiato tanto e visitato molti Paesi. Gli aspetti negativi che, ovviamente, ho anch’io riscontrato in tante realtà li ho sempre colti, però, per cercare di capire meglio abitudini e costumi locali, discernendoli sempre dai veri problemi.
Nel Sud del mondo chi amministra esercita spesso un potere che rimane incontrollato, dove tante complicità (politiche, sindacali e di privati ingordi) determinano situazioni che non trovano tanto facilmente delle semplici soluzioni.
Per l’immondizia, ad esempio, le false campagne ideologiche contrarie alla creazione d’inceneritori o altre soluzioni tecnologiche d’avanguardia, si trovano artatamente agganciate a sfruttamenti politici eterogenei che, più che industriarsi nel cercare di risolvere i problemi, sollecitano la gente a consensi illogici e lontani dalle concrete e complesse questioni ineluttabilmente connesse all’espansione urbanistica e alla congestione dei consumi.
Mi sorge quindi il dubbio che la lettura dell’articolo segnalatomi e che mi ha portato a scrivere queste considerazioni, possa nascere forse dal voler ricercare negatività che giustifichino la non accettazione di un trasferimento imposto da circostanze subite e non gestibili.
Del resto capita un po’ a tutti, specialmente in occasione di trasferimenti per incarichi lavorativi, di concentrarsi su negatività che portano ad avallare tanti pregiudizi.
Nulla di nuovo quindi, sotto il sole. In ogni caso, esprimere dei punti di vista, specie con una visione esterna delle cose, potrà sempre costituire una occasione propizia per riflettere e magari risolvere al meglio le questioni, annose e minacciose, come le montagne di rifiuti che accumulati in ogni angolo delle città appannano i nostri sguardi.
Dialoghi Mediterranei, n. 51, settembre 2021
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Salvatore Clemente, palermitano che scopre la passione per la fotografia negli anni settanta. Inizia con una Yashica FRII, per poi passare a Contax. Necessità di autofocus lo portano all’uso di fotocamere Nikon per approdare infine al digitale (prima Nikon, adesso Fuji). Ha realizzato molteplici reportages nel corso di viaggi (Cina, India, Pakistan, Peru’, Vietnam, Cile, Argentina, Marocco, Sud Africa, Birmania, Bolivia, ecc…). È autore con M. Lo Chirco del volume Un’immagine, un racconto, pref. Nino Giaramidaro, Palermo 2009. Nel 2021 ha prodotto “Fotogazzeggiando”, con proprie immagini e testi, corredati da prefazioni di Nino Giaramidaro, Pippo Pappalardo e postfazione di Daniele Corsini
(https://www.economiaefinanzaverde.it/2021/05/20/fotogazzeggiando/).
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