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di Adriana Guercio
Attraverso la fotografia concettuale tutto immerso nell’autoritratto e ritratto, ho cercato di esprimere la conflittualità del nostro io e di chi costantemente lotta per non essere totalmente sopraffatto psicologicamente. Purtroppo ancora oggi le persone affette da disturbi psichici sono vittime di numerosi pregiudizi e discriminazioni a causa di una scarsa conoscenza su tale tematica.
Ho analizzato i vari disturbi, mettendo a disposizione il mio corpo come mezzo di comunicazione e rappresentazione visiva e, grazie anche alla testimonianza di Sofia Milazzo, ho cercato di andare oltre l’oggettività, esplorando l’ignoto.
Nel disturbo affettivo bipolare la lotta tra due personalità sfocia in un eterno conflitto con la mente lacerata tra oblio e sofferenza. Una condizione surrogata da maschere.
Il disturbo da improvvisi e ricorrenti attacchi di panico è caratterizzato da tremori, sensazioni di soffocamento e stato di abbandono fisico e confusionale. Da qui la incerta messa a fuoco delle immagini e il ricorso al cellophane ad indicare la mancanza di respiro e la vertigine sensoriale.
Il disturbo di borderline si manifesta con ricorrenti comportamenti, gesti o minacce di tipo autolesionistico. Ispirandomi alla grande fotografa americana Francesca Woodman, ho cercato di rappresentare nella convulsione del corpo la paura esistenziale.
La falsa percezione della realtà è il fulcro che ho voluto inserire nell’immagine sulla schizofrenia dando quella sensazione distorta, confusionale e capovolta nel rapporto con l’esistenza delle cose del mondo.
Attraverso la tecnica della lunga esposizione ho voluto evidenziare il deteriorarsi della propria personalità a causa della dipendenza del gioco d’azzardo. Nella ossessiva spirale del gioco è la sfida di un corpo avvitato su se stesso.
La testimonianza di Sofia è stata preziosa perché non è facile raccontare il proprio vissuto vivendo dentro un mondo di pregiudizi, che censurano, stigmatizzano e condannano alla solitudine.
Soffrendo di un disturbo depressivo è stato difficile per lei riuscire ad andare avanti non trovando una via d’uscita dall’ansia, dalla rabbia, dalla paura che attanagliano il suo corpo e accompagnano il suo percorso di vita.
Nella scrittura che libera la mente dai pensieri tenuti prigionieri della malattia Sofia affida la sua ricerca per ritrovare se stessa e il suo corpo.
Per chi l’ha fotografata è stato un piacere immenso poter fermare in immagini il suo dolore e la sua inquietudine, il suo desiderio di libertà, nella speranza che molti ragazzi si ritrovino in lei per trovare quel coraggio soffocato dal pudore, il coraggio di non vergognarsi di mostrare le proprie umane fragilità.
Dialoghi Mediterranei, n. 54, marzo 2022
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Adriana Guercio, ha incominciato il suo percorso artistico nel mondo della danza classica e del teatro debuttando in diversi teatri palermitani. Nel 2020 si è iscritta nel dipartimento di progettazione e arti applicate (scuola di cinema, fotografia, audiovisivo) dell’Accademia di belle arti di Catania. Attualmente è una studentessa del secondo anno nel triennio di fotografia. Amante del cinema, in particolare i suoi punti di riferimento sono Stanley Kubrick, Alfred Hitchcock, Lars Von Trier e Takeshi Kitano, mentre nella fotografia i suoi maestri ideali sono Ren Hang , Man Ray, Nan Goldin e Francesca Woodman.
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