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di Massimo Cutrupi
Dopo due anni di pausa, per le restrizioni dovute al Covid-19, si è tornati a celebrare quella che è considerata, secondo l’itinerario “Les fetes du Soleil” patrocinato dall’Unesco, una delle 47 feste più belle del Mediterraneo, per mescolanza di pratiche e assoluto valore in ambito antropologico e sociale: la festa del Maggio di Accettura.
Un antico rito arboreo presentato, spesso, anche come “il matrimonio degli alberi”, perché propiziatorio di rinascita e fecondità della natura, che trascende il tempo e si conserva nei fitti boschi verdi che circondano il paese di Accettura, in provincia di Matera.
Il rituale, che dura diversi giorni, in rapporto al calendario annuale della Pentecoste, si associa ai festeggiamenti del patrono del paese San Giuliano. Tutto inizia la domenica in albis quando un gruppo di accetturesi si recano nel bosco di Montepiano per scegliere l’albero più alto e dritto, che diventerà il Maggio, un esemplare di cerro che nella coppia arborea sarà elemento “maschile”.
La domenica successiva, nella foresta di Gallipoli Cognato, viene individuata la Cima, un rigoglioso e ampolloso agrifoglio che, nel simbolico matrimonio, rappresenta la sposa. Il Maggio sarà tagliato il giorno dell’Ascensione e con lui altre piante robuste necessarie ad innalzarlo.
Il sabato che precede la domenica di Pentecoste, avviene l’esbosco. Un gruppo di esperti maggiaioli si recano di nuovo nel bosco di Montepiano, dove è stato lasciato il Maggio abbattuto, per iniziare il traino con buoi accoppiati dal classico giogo.
Gli animali trascinano il lungo albero, tra le urla di incitamento degli allevatori, musica e sferzate incontrollate e pericolose degli enormi buoi bianchi. La prima operazione di traino si svolge all’interno del bosco e termina la sera del sabato a ridosso della strada statale che conduce ad Accettura, per riprendere il giorno a seguire.
È nelle prime ore della domenica di Pentecoste che si celebra, in contrada San Nicola nel bosco di Gallipoli Cognato, la messa alla presenza dei cimaioli e di molti abitanti di Accettura. La funzione e la benedizione anticipano il taglio e il primo trasporto dell’agrifoglio in precedenza scelto. È in una euforia generale, tra canti, bevute e grande partecipazione che inizia la scalata per raggiungere l’albero.
Raggiunto l’albero, una gremita e stipata folla accerchia la Cima, ma saranno soprattutto i maestri boscaioli a far cadere l’albero con veloci colpi di accetta mentre i più giovani cimaioli si alterneranno al faticoso e lungo trasporto a spalla della Cima fino al paese di Accettura.
Mentre la Cima viene abbattuta e inizia il suo cammino, nelle stesse ore il Maggio, da Montepiano, riprende il suo lungo viaggio alternato a lunghe pause, dovute al controllo dei buoi e al pranzo comunitario e soprattutto al previsto arrivo cadenzato ad Accettura dopo della Cima.
L’arrivo è previsto in tarda serata con i cimaioli più giovani che tra balli e canti fanno da apripista ai trasportatori che fisseranno l’albero in un angolo del paese, in attesa dell’ultima discesa del Maggio all’estremità di Accettura, versante bosco di Montepiano, per questo primo incontro simbolico.
Il lunedì dopo la Pentecoste, apparentemente giorno di riposo, si celebra la messa per benedire i lavoratori e iniziano le operazioni di pulitura degli alberi e la costruzione della struttura utile all’alzata. Moltissime sono le maestranze all’opera, ognuno con precisi compiti e capacità specifiche, in un lavoro di squadra coordinato perfettamente con risultati di altissimo livello in un ambito del tutto manuale e artigianale.
Sempre nella mattinata giunge in paese la Processione dei Santi Giovanni e Paolo da Valdienne. Con un carro trainato da buoi, un gruppo di devoti deposita il dipinto dei Santi nella chiesa di San Nicola. Nella serata, si svolge anche la processione di San Giulianicchio. La statua del Santo e il dipinto dei Santi Giovanni e Paolo percorrono le vie di Accettura fino al rione Torre per poi tornare in largo San Vito, prima del rientro in chiesa, dove i lavori di preparazione degli alberi volgono al termine.
Il martedì dopo la Pentecoste è il giorno dell’innesto, dell’alzata e della scalata del Maggio e riprendono anche le attività intorno agli alberi. Si procede con l’abbellimento dell’agrifoglio e soprattutto con l’unione dei due alberi mediante pioli cilindrici di legno preparati a mano e a misura per essere inserite in fori praticati alle estremità dei due tronchi perfettamente sagomati.
Una volta terminato l’innesto, che parte dalla base della Cima per unirsi alla parte alta del Maggio, per un tratto che metta in sicurezza l’alzata, iniziano le manovre di verticalizzazione dell’albero con lunghe funi; in un rispettoso silenzio della folla presente nell’Anfiteatro di Largo san Vito.
L’alzata, che avviene lentamente, porta il Maggio in attesa della Processione di San Giuliano che in quel momento è ancora tra i vicoli di Accettura ed è soltanto sotto lo sguardo del Santo che il Maggio raggiunge la sua posizione definitiva.
La scalata del Maggio, a mani libere, con spericolate acrobazie, sotto gli occhi di centinaia di persone è l’atto finale di un rito arboreo che dimostra ancora una volta come la natura riveste un ruolo importante nella cultura umana.
Dialoghi Mediterranei, n. 56, luglio 2022
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Massimo Cutrupi, fotografo professionista dal 1986, si occupa prevalentemente di fotografia umanista, antropologica e di documentazione in ambito sociale. Per cinque anni viaggia lungo le coste italiane per una catalogazione archeologica dei porti e gli approdi nell’antichità. Ha collaborato con molte testate nazionali e, per alcuni anni, con il settimanale “Avvenimenti”. È stato operatore e docente di fotografia in molti progetti con finalità di recupero e reinserimento sociale. Laureato al D.A.M.S. di Bologna con una tesi in Storia della Fotografia, dopo alcuni anni d’insegnamento nelle Scuole Superiori Statali e nelle Scuole d’Arte e dei Mestieri del Comune di Roma, la sua attività si è concentrata nell’ambito della ricerca storica e della metodologia della critica fotografica. Attualmente lavora presso l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale dove si occupa di archiviazione, conservazione e valorizzazione di Fondi fotografici. Mérida el paseo de las ánimas è il suo ultimo libro edito da Effigi per l’ICPI.
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