di Zino Citelli
Nell’era della fotografia digitale è possibile mostrare scorci del mondo che ci circonda attraverso una prospettiva diversa, una visione surreale dei luoghi e delle anime riflesse. Spesso non ci si sofferma a guardare oltre ma quello che sembra surreale è di fatto reale, perché alla vista dei nostri occhi si materializzano immagini che per gli effetti degli elementi che li riflettono si trasfigurano a tal punto da svelare un certo astrattismo.
Si possono così vedere i Quattro canti di Palermo dentro il trombone di un musicista della banda: immagine che appare deformata per effetto della forma a cono dello strumento in ottone.
Si può ammirare riflessa sulla superficie dell’acqua delle fontane di Piazza Pretoria la cupola del Monastero di Santa Caterina che assume geometrie diverse create dal continuo movimento dell’acqua.
Si possono intravedere le cupole della chiesa di san Cataldo disegnate nell’acqua di una pozzanghera.
Si può scorgere la sagoma di un bus abbandonato e quasi liquefatto nel lago salato del deserto del Sahara, così da sembrare un miraggio o una visione incantata.
Si possono intuire le forme di un campanile o la silhouette di uomini e cose nel gioco di rifrazioni e di inversioni su superfici d’acqua o di pioggia.
Nei piccoli spazi racchiusi in un frame riflesso in elementi naturali o artificiali resta protagonista assoluta la luce che si irradia e illumina il mondo.
Il mondo sottosopra fissato dentro fotogrammi che hanno un po’ la suggestione del realismo magico dello specchio liquido, una certa affinità con la pittura, sembra voler ampliare le capacità di percezione dello sguardo, un effetto di visione sospesa e trasognata.
Partendo da questo punto di vista, il progetto “Il mondo capovolto” comprende una serie di scatti che restituiscono scorci della realtà rovesciata, incantata, rapita attraverso gli elementi che la riflettono.
Se è vero che la fotografia storicamente nasce, agli inizi del Seicento, dalla camera obscura che proiettava l’immagine del mondo esterno su un piano, così da poter disporre di un campione di riferimento per realizzare disegni e dipinti, oggi il mondo riflesso e capovolto su uno specchio diventa come per magia un potente veicolo di comunicazione visiva.
Da qui l’effetto straniante di riflessione non solo fisica ma anche mentale, un progetto di sperimentazione per conoscere meglio la realtà in una prospettiva decentrata, rovesciata, rivoltata, il tentativo di proporre una dislocazione dello sguardo, il recupero di un’attenzione per scorci, frammenti, dettagli invisibili che la fotografia può aiutarci a scoprire.
Dialoghi Mediterranei, n. 60, marzo 2023
_____________________________________________________________________________Zino Citelli, vive a Palermo, laureato in economia, fin da piccolo è stato fortemente attratto dalla fotografia, sollecitato dalla innata curiosità di guardare e intuire la realtà. Dopo anni dedicati all’apprendimento delle tecniche, esercita questa attività con sistematicità e passione. Ha vinto numerosi concorsi fotografici ottenendo riconoscimenti e pubblicazioni su autorevoli riviste. Collabora anche con alcune testate giornalistiche nazionali per determinati progetti fotografici. Ha perfezionato gli studi sul trattamento delle immagini digitali PP, presso la scuola Nazionale di Roma. Nel 2018 alcune sue fotografie sono state esposte nella mostra collettiva sulla integrazione razziale, presso il Museo Palazzo Moncada di Caltanissetta, la GAM di Catania e il Palazzo Chiaramonte Steri di Palermo. Nel 2021, contestualmente alla pubblicazione del libro ha esposto una mostra personale dal titolo “Frammenti di tempo” al Complesso Monumentale dello Spasimo a Palermo. Ultimo lavoro è la mostra “Azolo” al Museo Regionale di Arte Moderna e Contemporanea RISO di Palermo.
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