Nel 1969, a Roma, il Segretariato Vaticano per i non credenti, la “Fondazione Giovanni Agnelli” e l’Università della California organizzarono un Simposio Internazionale su “La cultura della non credenza”, cui parteciparono i più noti studiosi del fenomeno religioso a livello interdisciplinare: dalla filosofia alla sociologia, dalla teologia all’antropologia, dalla storia alla psicologia. Intervennero Harvey Cox, Jean Daniélou, Thomas Luckmann, Robert Bellah, Charles Glock, Martin Marty, Bryan Wilson, Talcott Parsons e alcuni altri.
Nel 1975 si tenne a Baden (Vienna) il “Secondo Simposio Internazionale sulla Credenza”, organizzato dalla “Fondazione Giovanni Agnelli”. All’incontro parteciparono Francesco Alberoni, Charles Glock, Sabino Acquaviva, Silvano Burgalassi, Antoine Vergote, René Marlé, Wolfhart Pannenberg, David Martin, Michael Novak, Guy Benton Johnson, Martin Marty, Robert Bellah, Raimundo Panikkar, Clifford Geertz, Thomas Luckmann, ecc.
Nel 1993, l’Università Sapienza di Roma ha promosso una conferenza internazionale sul tema “Religions sans Frontières? Tendenze presenti e future delle migrazioni, della cultura e della comunicazione”. Elémire Zolla, Freddy Raphaël, Jacques Zylberberg, Danièle Hervieu-Léger, Liliane Voyé, Sergei Filatov, Nikos Kokosalakis, Ivan Varga, Srđan Vrcan, Jean-Paul Willaime, Hayder Ibrahim, Yves Lambert, Tan Chee-Beng, Tong Chee Kiong, Tharaleith Oommen, Thara Bai, Haruo Sakurai, Jan Swingedow, Makoto Hayashi, Arvind Sharma (presente anche in questo Forum), Eileen Barker, James Beckford e altri studiosi internazionali hanno discusso sul futuro delle religioni.
Nel 2019, a cinquant’anni dal primo simposio, il Nonreligion and Secularity Research Network, l’Università del Kent, la Queen’s University di Belfast, la Saint Mary’s University di Twickenham a Londra, il programma “Understanding Unbelief”, il Pontificio Consiglio della Cultura e la Pontificia Università Gregoriana hanno organizzato congiuntamente un evento pubblico a Roma sul tema “Cultures of Unbelief. The capstone conference of the Understanding Unbelief programme & 2019 NSRN Conference”, per riflettere sull’eredità dell’incontro del 1969, riunendo accademici di spicco e leader di organizzazioni religiose, per esaminare lo stato delle conoscenze sull’incredulità nel mondo. Lois Lee dell’Università di Kent (relatore in questo Forum del 2023) era presente.
Oggi, a distanza di oltre cinquant’anni, eventi fondamentali hanno cambiato la storia dell’umanità, per cui è giunto il momento di fare il punto della situazione, in modo rigoroso, aperto, non pregiudiziale, scientificamente affidabile, anche in vista di una conoscenza diffusa, della diffusione dei risultati e delle possibili conseguenze operative in ambito religioso, ma anche sociale, politico, etico ed economico.
Negli ultimi cinque decenni, la sociologia della religione ha compiuto importanti progressi sia a livello teorico che metodologico. L’attività empirica di ricerca sul campo è stata particolarmente sviluppata. Per alcuni contesti esistono ormai serie di risultati, ma ciò che manca è il confronto internazionale, a causa di problemi dovuti alle barriere linguistiche e al predominio di gruppi di leadership scientifica e accademica che non danno molto spazio ad altri contributi di natura locale e a scuole sociologiche ancora in via di sviluppo.
Si aggiunga che la recente pandemia ha acuito le differenze, perché sono mancate le occasioni di incontro e di scambio. Anche per questo il Forum è un’occasione per recuperare e rilanciare il dibattito sovranazionale nel campo delle scienze sociali applicate al fenomeno religioso, grazie alla partecipazione degli studiosi più accreditati e affidabili. Particolarmente degna di attenzione è la nuova realtà di conoscenza delle religioni operante nel mondo asiatico, che solitamente non viene presa in considerazione nel dibattito attuale. Per questo il nostro Forum rappresenta un’occasione quasi unica per rivitalizzare il dibattito internazionale sulle religioni.
La proposta è pienamente in linea con le aree prioritarie di interesse sociologico in relazione alla religione e in particolare ai cambiamenti nelle esperienze religiose, soprattutto per quanto riguarda le nuove spiritualità emergenti. Il Forum raccoglierà e discuterà i risultati di ricerche sociologiche recentemente concluse o ancora in corso applicate al fenomeno religioso e alle sue tendenze, che sembrano aver superato l’impatto dei processi di secolarizzazione, in corso da tempo in vari Paesi. In particolare, la proposta si inserisce perfettamente tra le questioni strategiche, riguardanti le dinamiche del cambiamento religioso, della religiosità e della spiritualità, in termini di ricerca teoricamente orientata e condotta in modo esemplare, tanto da costituire una best practice. Questo può aiutare a migliorare la comprensione reciproca e a superare le differenze tra le varie affiliazioni religiose.
Le religioni mondiali oggi non sono più le stesse del passato più o meno recente. Sembrano essere cambiate al loro interno, ma partecipano anche ai processi in atto a livello mondiale. Sia dal punto di vista quantitativo (frequenza ai riti, partecipazione alle attività, contributi alle spese istituzionali) che qualitativo (intensità del credo, impegno nella militanza, adesione ai principi fondamentali), si sono verificate modificazioni significative, che non possono essere adeguatamente comprese con gli strumenti tradizionali del sapere scientifico, ma che richiedono nuovi approcci, anche qualitativi, per un’analisi più approfondita, tanto più affidabile quanto più basata su una metodologia sufficientemente articolata: quantitativa e qualitativa al tempo stesso, ma anche innovativa in termini di triangolazione tra più metodi.
Il confronto tra gli studiosi non sarà influenzato da posizioni confessionali o meno da utilizzare nel dibattito. L’obiettivo del Forum è quello di stabilire lo stato dell’arte nel campo delle religioni oggi e di preparare un documento finale, che possa rappresentare una base comune per gli studiosi di scienze sociali applicate al fenomeno religioso. Questo documento non avrà un carattere normativo, ma sarà solo una linea guida per la ricerca. In pratica, si tratta di stabilire punti di possibile convergenza tra diverse opzioni e diverse discipline.
La metodologia complessiva del Forum internazionale sarà quella di un’introduzione generale e della presentazione di position papers per ciascuno dei temi principali, da analizzare in ogni direzione possibile. Attraverso il lavoro di interpretazione e dibattito, potranno emergere questioni comuni che costituiranno i riferimenti essenziali del documento finale, che sarà elaborato da una task force interdisciplinare, delegata a redigere la bozza preliminare. Il documento avrà la massima diffusione, in varie lingue e attraverso numerose associazioni scientifiche.
La struttura dell’incontro prevede un’introduzione, dodici sessioni e una tavola rotonda finale, al termine della quale verrà discusso ed eventualmente approvato il documento finale. Ogni sessione prevede un testo introduttivo (position paper) seguito da un commento di più studiosi del settore. Il che sarà seguito da una discussione aperta a tutti i partecipanti, anche on line. Le undici sessioni del programma si concentreranno sui seguenti temi: 1) Ebraismo; 2) Chiese cristiane; 3) Islam sunnita e sciita; 4) Induismo; 5) Buddismo; 6) Confucianesimo; 7) Taoismo; 8) Shintoismo; 9) Sikhismo; 10) Nuova spiritualità; 11) Ateismo, 12) Religione digitale. Questi temi sono stati scelti in base alla popolazione totale stimata di ciascuna religione per il 2021: Cristianesimo – 2,38 miliardi; Islam – 1,91 miliardi; Induismo – 1,16 miliardi; Buddismo – 507 milioni; Religioni popolari – 430 milioni; Scintoismo – 113 milioni; Altre religioni – 61 milioni; Sikh – 28,5 milioni; Ebraismo – 14,8 milioni; Taoismo – 12 milioni; Confucianesimo – 7 milioni; Non affiliati – 1,19 miliardi.
Ci sono tre elementi che costituiscono la spina dorsale del nostro incontro anche in termini di risultati. Innanzitutto, il Forum stesso consente di stabilire contatti diretti tra rappresentanti del mondo della cultura che probabilmente non si sono mai incontrati prima o che non si vedono da molto tempo. È noto che la conoscenza personale e diretta produce frutti molto più consistenti della semplice lettura di un testo. Non solo: la convivialità aiuta anche il progresso della scienza, dal momento che è stato autorevolmente dimostrato, con dati alla mano, che, ad esempio, il dialogo in una mensa a volte produce risultati molto più importanti di quelli ottenuti in laboratorio. Per non parlare della produttività di una discussione ampia e approfondita.
C’è poi il valore aggiunto del previsto documento finale che uscirà dal Forum: sarà una novità assoluta e costituirà una piattaforma di riferimento sui criteri dell’attività scientifica applicata al fenomeno religioso, anche per evitare interferenze ideologiche e confessionali.
Sulla scia di quanto già avvenuto dopo il Simposio Internazionale sulla Non Credenza, tenutosi nel 1969 (cfr. Rocco Caporale, Antonio Grumelli, eds., Cultura della non credenza. Studies and proceedings from the First International Symposium on Belief held at Rome, March 22-27, 1969, University of California Press, Berkeley-Los Angeles-London, 1971), ci si può aspettare un numero considerevole di ripercussioni. Probabilmente, come in passato, ci sarà un altro evento successivo che riprenderà quanto emerso dal nostro Forum e ne rilancerà i contenuti più significativi. Infatti, dopo quello di Roma del 1969, c’è stato, come già detto, un secondo Simposio internazionale sulla credenza, i cui atti sono stati curati da Rocco Caporale nel volume Vecchi e nuovi dei, Editoriale Valentino, Torino, 1976. È prevedibile che lo stesso accada anche questa volta, dando luogo a recensioni, dibattiti e, soprattutto, a ricerche empiriche volte a verificare o falsificare i nostri risultati.
Gli interventi del Forum saranno raccolti in un volume che sarà stampato da Routledge. La pubblicazione degli atti consentirà un’ampia diffusione dei risultati del Forum e contribuirà in modo significativo a migliorare i livelli di conoscenza delle questioni religiose.
Dialoghi Mediterranei, n. 60, marzo 2023
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Roberto Cipriani, professore emerito di Sociologia all’Università Roma Tre, è stato Presidente dell’Associazione Italiana di Sociologia. Ha condotto numerose indagini teoriche ed empiriche. La sua principale e più nota teoria sociologica è quella della “religione diffusa”, basata sui processi di educazione, socializzazione e comunicazione. Ha condotto ricerche empiriche comparative in Italia a Orune (Sardegna), in Grecia a Episkepsi (Corfù), in Messico a Nahuatzen (Michoacán) ed a Haifa (Israele) sui rapporti tra solidarietà e comunità. Ha realizzato film di ricerca sulle feste popolari. Fa parte del comitato editoriale delle riviste Current Sociology, Religions, Sociedad y Religión, Sociétés, La Critica Sociologica, Religioni e Società. È Advisory Editor della Blackwell Encyclopedia of Sociology. È stato Directeur d’Études – Maison des Sciences de l’Homme – Parigi e “Chancellor Dunning Trust Lecturer” alla Queen’s University di Kingston, Canada. È autore di oltre novanta volumi e mille pubblicazioni con traduzioni in inglese, francese, russo, spagnolo, tedesco, cinese, portoghese, basco, catalano e turco.
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