di Benedetto Coccia, Karolina Peric e Franco Pittau
Il quadro normativo
Il riferimento normativo [1] di base della diffusione della lingua e cultura italiana all’estero è la legge 22 dicembre 1990, n. 401, che all’articolo 23 recita: «La Repubblica promuove la diffusione all’estero della cultura e della lingua italiana onde contribuire allo sviluppo della reciproca conoscenza fra i popoli, nel quadro più generale dei rapporti tra il nostro Paese e la comunità degli altri Stati». La competenza per il conseguimento di queste finalità è stata affidata al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI).
Il DPR 19 maggio 2010, n. 95, che ha riformato la strutturazione del Ministero, ha soppresso la Direzione generale per la promozione culturale e al suo posto ha istituito la Direzione generale per la promozione del Sistema Paese, competente per la diffusione della lingua, della cultura, della scienza, della tecnologia e della creatività italiana all’estero, anche attraverso il coordinamento e la gestione della rete degli istituti italiani di cultura e degli addetti scientifici (art.5, comma 5). Il MAECI ha il compito di definire gli accordi sugli scambi culturali con gli altri Stati, di curarne l’attuazione e di promuovere il coordinamento sia delle Amministrazioni dello Stato, delle istituzioni e degli uffici pubblici, come anche delle associazioni e fondazioni e dei privati. Rientra anche nella sua competenza l’istituzione, come anche la soppressione, degli Istituti italiani di cultura (IIC), la cui attività è sottoposta al suo indirizzo e alla sua vigilanza tramite le Rappresentanze diplomatiche e gli Uffici consolari.
Il MAECI definisce gli obiettivi e gli indirizzi della promozione della cultura e della lingua italiana all’estero, sentita la Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero, che viene consultata anche nel merito dei progetti proposti da associazioni, fondazioni e privati. Il MAECI, infine, cura la raccolta e la diffusione dei dati relativi alla vita culturale italiana nel suo complesso, selezionando la documentazione dalle amministrazioni e dagli uffici pubblici e anche da associazioni, fondazioni e privati (parimenti venuti a collaborare), e presenta annualmente al Parlamento una relazione sull’attività svolta per la diffusione della cultura italiana all’estero, allegando anche il rapporto predisposto dalla citata Commissione nazionale.
Le funzioni di questa Commissione possono essere così riassunte: a) proporre gli indirizzi generali della promozione e diffusione all’estero della cultura e della lingua italiana; b) esprimere pareri sulle linee programmatiche del MAECI sulle proposte fatte da altre Amministrazioni pubbliche e da associazioni, fondazioni e privati; c) formulare proposte di iniziativa su specifici settori di attività o particolari aree geografiche, con particolare riguardo a quelle con forte presenza di comunità italiane;
d) formulare indicazioni programmatiche per cooperare alla preparazione delle conferenze periodiche degli Istituti italiani di cultura; e) predisporre annualmente un rapporto sulla propria attività, che il Ministro degli affari esteri acclude a quella da lui presentata al Parlamento.
I membri della Commissione, nominati dal Ministro per la durata di tre anni, sono scelti tra eminenti personalità del mondo culturale e scientifico, come anche tra i componenti del Consiglio generale degli italiani all’estero della Conferenza permanente Stato-Regioni, e tra gli alti funzionari dei vari Dicasteri con competenza in materia, oltre a un rappresentante della Rai e il presidente della Società Dante Alighieri.
Gli Istituti italiani di cultura all’estero (legge n. 401/1990, art. 7) sono insediati nelle capitali e nelle principali città degli Stati con i quali l’Italia intrattiene relazioni diplomatiche: come sopra richiamato, gli stessi sono costituiti e soppressi con decreto del Ministro degli Affari Esteri, nei limiti delle risorse finanziarie previste nell’apposito capitolo di bilancio del Ministero. Gli IIC godono di ampia autonomia finanziaria seppure sotto la vigilanza del MAECI (che ha anche emanato un Regolamento sulla loro operatività, 27 aprile 1995, n. 392), e sotto il controllo consuntivo della Corte dei conti sui bilanci annuali. È fatto loro obbligo di trasmettere, tramite le Ambasciate o i consolati, il conto consuntivo al MAECI e al Ministero dell’economia e delle finanze, accludendo una relazione sulle attività svolte. Annualmente il MAECI ripartisce l’apposito fondo tra i diversi IIC, che, previamente autorizzati, possono istituire sezioni distaccate (assumendone la responsabilità) per far fronte a particolari esigenze (incluse tra di esse l’insegnamento dell’italiano).
I direttori rappresentano gli istituti, hanno la responsabilità della gestione finanziaria e del personale, intrattengono i contatti con le Ambasciate o i Consolati, curano i contatti esterni, programmano e vigilano sull’attuazione delle attività del settore con particolare riguardo all’insegnamento dell’italiano e alle altre esigenze culturali della comunità italiana. Essi sono scelti tra il personale del Ministero tenendo conto della loro competenza nel settore culturale e della loro adeguatezza rispetto alla sede di destinazione. Sono nominati con decreto dal Ministro, che ha la facoltà di designare come direttori anche delle personalità esterne di chiara fama.
Le loro funzioni sono molto ampie e ai sensi del Regolamento ministeriale essi possono: a) stabilire contatti con le istituzioni e personalità del mondo culturale e scientifico del Paese ospitante al fine di promuovere la conoscenza della cultura italiana e la collaborazione culturale e scientifica; b) promuovere iniziative, manifestazioni culturali e mostre; sostenere iniziative per lo sviluppo culturale delle comunità italiane all’estero che siano di supporto all’inserimento in loco e al legame con la madrepatria; c) assicurare collaborazione a studiosi e studenti italiani nelle loro attività di ricerca e studio all’estero; d) favorire iniziative per la diffusione della lingua italiana all’estero, anche mediante la collaborazione dei lettori di italiano nelle università del paese ospitante; e) istituire dei Comitati di collaborazione culturale, proponendo la nomina delle personalità scelte (nell’ambito della società ospitante e della comunità italiana) alle autorità diplomatiche o consolari; f) stipulare in casi straordinari e con la dovuta autorizzazione del Ministero delle convenzioni per far fronte temporaneamente a necessità non risolvibili con le risorse interne. Il preventivo e il consuntivo da loro predisposti devono essere sottoposti all’approvazione del Ministero, tramite le Ambasciate o i Consolati; parimenti, devono redigere una relazione annuale sull’attività svolta da inviare a Roma.
La configurazione strutturale [2]
Nel 2010, presso il MAECI è stata costituita la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese (DGSP), per promuovere e coordinare tutte le relative attività (incluse quelle per la promozione della cultura e della lingua italiane). Ogni anno il MAECI deve presentare una relazione al Parlamento sull’attività svolta all’estero nell’anno precedente (art. 3, comma 1. Lettera g, legge n. 401 del 1990). Le risorse sono state incrementare con la legge di bilancio 017 n. 232/2016. All’inizio del 2017 si è proceduto all’istituzione del “Fondo per il potenziamento della formazione della cultura e della lingua italiana, per l’internazionalizzazione del sistema universitario e le relative attività”, pur restando ancora a quella data il personale sotto organico.
La DGSP si componeva di due Direzioni Centrali, una per la promozione della lingua italiana, mentre l’altra aveva la competenza per l’attività di internazionalizzazione del Sistema Paese e delle Autonomie Locali. Vedremo qui di seguito che successivamente è intervenuta una diversa strutturazione.
Dal 2017 i corsi di italiano non sono più di competenza della Direzione generale degli Italiani all’estero bensì della DGSP. Gli interventi da finanziare per la promozione della lingua e della cultura vengono definiti sulla base del DPCM n.6/7/2017. Nel 2021 il MAECI ha attuato una importante riorganizzazione interna e ha istituito la nuova direzione generale per la Diplomazia Culturale. Ad essa sono state attribuite le competenze sull’attività in materia di promozione culturale, concernente gli Istituti Italiani di Cultura, la promozione della lingua italiana, le scuole italiane e la diplomazia culturale (in precedenza di competenza della D.G. Sistema Paese come già accennato). Questa innovazione ha facilitato una promozione maggiormente unitaria.
Il quadro delle strutture, sulle quali si basa la promozione del MAECI, è stato così presentato nella relazione inviata dal Ministro al Parlamento per il 2021:
- 84 Istituti Italiani di Cultura;
- 8 scuole statali [3];
- 42 scuole paritarie [4];
- 1 scuola non paritaria (Smirne);
- 81 sezioni italiane presso le scuole straniere bilingui o internazionali [5];
- 26 addetti scientifici;
- 10 lettorati universitari di ruolo [6]:
- 95 enti gestori i corsi di lingua e cultura italiana [7].
Le scuole paritarie, a carattere onnicomprensivo, ricevono dal MAECI contributi e all’occorrenza anche degli insegnanti. Le stesse sono così ripartite per aree geografiche: 18 sono nelle Americhe, 6 nell’Unione europea, 7 nel Mediterraneo e Medio Oriente, 3 nell’Africa sub-sahariana, 7 nei Paesi extra UE, 1 in Asia e Oceania.
Gli istituti italiani di cultura si avvalgono di un centinaio di addetti tra funzionari e dirigenti (e di essi circa un quarto opera presso il MAECI) e in forza al MAECI vi sono oltre 300 persone assunte a livello locale. Queste strutture sono il vero perno per la promozione, la formulazione e l’attuazione del programma annuale. Gli IC sono presenti nelle capitali e in alcune grandi città. Nelle sedi più prestigiose possono essere nominati persone di chiara fama esterne al ministero: nel 2021 questa situazione si riscontra nelle sedi di Berlino, Mosca, Londra, Abu Dhabi, New York, Pechino e Tokyo.
Gli 82 Istituti Italiani di cultura sono così ripartiti per aree geografiche: Unione Europea: 33; Europa Extra UE: 8; Americhe: 18; Asia e Oceania: 11; Mediterraneo e Medio Oriente: 10; Africa sub-sahariana: 4.
Completa il contesto delle strutture pubbliche la Società Dante Alighieri che, pur non sorta in tale ambito, lo completa in ragione del suo ruolo fondamentale svolto nel settore. La Società Dante Alighieri, fondata nel 1889 da un gruppo di intellettuali raggruppati attorno a Giosuè Carducci è stata riconosciuta Ente morale nel 1893 (Regio decreto del 18 luglio 1893, n. 347), mentre nel 2004 è stata equiparata alle Organizzazioni senza finalità di lucro (ONLUS). La Società ha lo scopo di «tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana».
La Società Dante Alighieri, beneficiaria di un contributo annuale per i suoi 400 comitati operanti nel mondo (in Italia i Comitati sono un centinaio), è il principale gestore dei corsi finanziati all’estero dal Ministero (oltre 50 mila studenti l’anno e migliaia di corsi con rilascio del certificato PLIDA – Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri sulle competenze acquisite).Va segnalata anche la sua collaborazione per l’organizzazione dei corsi di aggiornamento per i docenti di italiano nonché il suo sostegno al buon andamento delle attività programmate nell’ambito della Settimana della lingua italiana nel mondo. La Società, inoltre, opera per assicurare la presenza del libro italiano in tutto il mondo attraverso la costituzione e l’aggiornamento di oltre 300 biblioteche con una dotazione libraria di oltre 500 mila volumi di vario genere.
La strategia perseguita per una promozione integrata
La strategia del MAECI viene analizzata nel contesto di due grandi iniziative periodiche: la prima con ricorrenza annuale denominata “Settimana dell’italiano nel mondo” durante la quale si concentra la maggior parte delle manifestazioni promosse dal MAECI; la seconda denominata “Stati generali della diffusione dell’italiano nel mondo”, a periodicità biennale, coinvolge le strutture a vario titolo interessate al settore. Rimandando al paragrafo successivo una esposizione dettagliata sulla nascita di entrambe le iniziative, qui va precisato che l’intervento del MAECI si compone di attività a carattere continuo e di altre a carattere episodico.
Il maggiore impegno finanziario è sostenuto dal Ministero per la rete degli Istituti Italiani di cultura, le scuole italiane all’estero, i corsi d’italiano, i corsi di aggiornamento dei docenti, il sostegno alle università straniere per le cattedre di italianistica. Resta da aggiungere che il MAECI acquista e distribuisce materiale librario, didattico e multimediale per i Paesi considerati prioritari, come anche invia libri per le biblioteche degli Istituti Italiani di Cultura.
È finalizzato a sostegno dell’insegnamento il progetto “Laureati per l’italiano”, che ha riscosso una crescente partecipazione da parte dei soggetti interessati, ha permesso a docenti specializzati nella didattica della lingua italiana di stipulare un contratto con alcune università straniere, con l’obiettivo di generare un effetto moltiplicatore su tutta la filiera dell’insegnamento linguistico.
È tutt’altro che trascurabile l’intervento effettuato a sostegno delle traduzioni di opere italiane in lingue straniere. Le domande per ottenere contributi e premi possono essere presentate da case editrici straniere o italiane e nel merito il MAECI prende una decisione coinvolgendo le Ambasciate e gli IIC e tenendo anche conto del Gruppo di lavoro consultivo per la promozione della cultura e della lingua italiana all’estero – Sezione editoria e mezzi di comunicazione audiovisivi (D.M. n. 3513/4165 del 4 agosto 2020.
Per l’internazionalizzazione del sistema universitario trovano applicazione la legge 288/55 e gli accordi bilaterali e internazionali in vigore. L’Associazione Uni-Italia, per incentivare la cooperazione interuniversitaria, dal 2011 ha sottoscritto un’intesa col MAECI. Per le borse di studio, è consultabile il sito “studyinitaly, e per gli scambi giovanili possono ottenere un contributo anche enti privati. Diverse attività, connesse con l’affermazione della cultura e della lingua italiana, hanno una portata più ampia. Significativa è la partecipazione alle attività dell’UNESCO: l’Italia è l’unico Paese europeo ad ospitare un ufficio regionale (BRESCE), rivolto in particolare alla cooperazione in materia scientifica e culturale con i Paesi del Sud-est europeo.
Inoltre, a Roma ha sede l’ICCROM (International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property). A questo centro, che deve la sua origine alla IX Conferenza Generale dell’UNESCO nel 1956, aderiscono 130 Stati. Va menzionato anche l’Istituto Universitario Europeo (IUE), con sede a Firenze, costituito nel 1972 dai sei Paesi fondatori della Comunità Europea (poi è arrivato a includerne 23), al fine di promuovere un’identità intellettuale ed accademica di eccellenza nell’ambito del processo di integrazione.
L’Istituto Universitario Europeo ha acquisito nel corso degli anni una posizione rilevante nel panorama scientifico e culturale del continente, grazie al ruolo di depositario ufficiale degli archivi storici delle istituzioni dell’UE, alle attività dei suoi dipartimenti (Storia, Economia, Scienze Sociali, Diritto) e alla successiva creazione di due Centri di ricerca avanzati (Robert Schumann School e Max Weber Programme), ormai affermatisi come protagonisti. Sono, infine, consultabili in rete tre portali: Italiana, con contenuti audiovisivi originali in italiano; Italiano, piattaforma di e-learning per i corsi degli IIC e New Italians Book, vetrina per il libro italiano nel mondo.
Passando alle attività promozionali che hanno un carattere episodico, va tenuto presente che la promozione integrata (culturale, economica, scientifica) è entrata in pieno regime grazie alle risorse aggiuntive previste nella legge di bilancio 2017 232/2016), che ha potenziato il fondo per la promozione della lingua e cultura italiana nel mondo. Orientato in questa direzione è il Piano Vivere all’Italiana (varato nel 2019) che ha permesso di mettere a sistema le risorse disponibili. Nell’ambito degli Stati generali si è affermata la convinzione che, pur salvaguardati in tutte le aree gli obiettivi comuni, sia preferibile orientarsi verso obiettivi specifici per i singoli contesti geografici (Piani Paese), con concentrazione delle risorse e anche con particolare attenzione a determinate aree geografiche. Queste iniziative hanno una durata annuale e si propongono di attirare maggiormente l’attenzione.
In diversi settori si interviene attraverso delle rassegne periodiche, organizzate in tutto il mondo a date fisse e in contemporanea; segnatamente design, ricerca, cinema, lingua, arte contemporanea, cucina. La Settimana della cucina italiana, organizzata da diversi anni, si svolge con la partecipazione dei cuochi più famosi e degli operatori del settore. Nell’edizione del 2018, anno del 150° anniversario della morte di Gioacchino Rossini, commemorato con diversi eventi, non si è mancato di sottolineare che il famoso compositore era un appassionato della gastronomia. Il tema della Dieta Mediterranea dibattuto all’estero è servito a fare apprezzare la bontà degli autentici prodotti italiani, distinguendoli dall’italian sounding. Nel 2018 è stata presentata anche L’arte dei pizzaioli napoletani, inserita nello stesso anno nella lista dei patrimoni culturali intangibili dell’umanità. Altre ricorrenze che si possono citare sono, ad esempio, la Giornata del Design italiano nel mondo e la Giornata del Contemporaneo – Italian Contemporary Art. Nel corso della Settimana dell’italiano nel mondo il MAECI è solito inserire delle giornate dedicate a un tema specifico, come ad esempio nel 2021 ai 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
Le Settimane dell’italiano nel mondo
Il MAECI ha affiancato alle indagini sul numero delle persone che nel mondo studiano l’italiano due iniziative di grande portata per esaminare le strategie con cui sostenere e potenziarne la diffusione: si tratta della Settimana dell’italiano nel mondo e degli Stati generali della diffusione dell’italiano nel mondo.
Nel 2000 l’Accademia della Crusca e il MAECI hanno organizzato un evento culturale internazionale per approfondire i vari aspetti relativi all’affermazione della nostra lingua al di fuori dei confini nazionali. Ha avuto così inizio, con l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica, la “Settimana della lingua italiana nel mondo”. Tradizionalmente, viene organizzata tutti gli anni nel mese di ottobre. Conformemente a quanto espresso nell’articolo 1 del suo statuto, si propone di «sostenere la lingua italiana, nel suo valore storico di fondamento dell’identità nazionale, e di incentivarne lo studio e la conoscenza in Italia e all’estero».
La settimana di riflessione è anche animata dalle iniziative programmate dal MAECI su scala mondiale. Sono coinvolte nei lavori diverse realtà: cattedre di italianistica, strutture impegnate nell’insegnamento dell’italiano (in primis la Società Dante Alighieri) e rappresentanti dell’associazionismo degli italiani all’estero, le istituzioni locali pubbliche e private e i personaggi del mondo letterario, artistico, universitario, oltre naturalmente alle strutture italiane che all’estero si occupano dell’insegnamento e della promozione della nostra lingua (consolati e Istituti italiani di cultura). I vari approfondimenti condotti hanno consentito agli studiosi della nostra lingua (italiani e stranieri) e alle strutture impegnate nella sua promozione di procedere a fruttuosi scambi.
La prima edizione dell’evento è stata storicamente, culturalmente e programmaticamente molto impegnativa in quanto imperniata sul tema “La lingua italiana nel tempo: da dove viene e dove va”. I temi a seguire si sono configurati come articolazioni ragionate di questo complesso programma iniziale e hanno fatto riferimento a diversi aspetti della vita italiana intrecciati con la nostra cultura e la nostra lingua: il cibo, la piazza, la letteratura, la poesia, il teatro, la scienza, la tecnologia e così via.
Una edizione della Settimana, con l’attenzione rivolta agli scambi all’interno del “vecchio continente”, ha permesso di soffermarsi sul contributo dato dalla lingua italiana alla cultura europea.
Affascinante è stato poi, il tema della 15a edizione: “L’italiano e la musica e la musica nell’italiano”, che riporta alla ben nota tesi sulla bellezza della nostra lingua. Essendo la lingua e la cultura legate con il mondo dell’industria, di questa alcuni comparti hanno ricevuto una particolare attenzione, come è avvenuto per la musica (2015), il design (2016), la creatività e cinema (2017).
Nel condurre gli approfondimenti sul giornalismo praticato nelle comunità italiane all’estero si è tenuto conto delle differenze riscontrabili nei diversi Paesi e nei diversi continenti, dove gli idiomi locali condizionano l’italiano e, a loro volta, ne rimangono condizionati. L’economia non è stata affatto assente nei dibattiti e perciò non poteva mancare un tema legato al made in Italy: “L’italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design”.
La XXI Settimana, svoltasi nel 2021, ha assunto una nuova denominazione con l’aggiunta del termine “creatività”, al fine di precisarne il dinamismo programmatico, che include nel suo ambito di azione non solo la lingua e la cultura, ma anche la creatività per l’appunto, la quale è parimenti un’espressione dei valori dell’Italia, con l’imprenditorialità (imperniata su scienza, tecnologia e capacità d’iniziativa) e il made in Italy (ampiamente apprezzato nel mondo).
Il tema scelto per gli approfondimenti, a 700 anni dalla morte del “sommo poeta”, ha riguardato “Dante, l’italiano”. All’inizio dei lavori il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affermato che «nel suo duplice ruolo, di interprete e di vettore delle energie creative, la lingua rappresenta la prima ambasciatrice del “saper essere” e del “saper fare” italiano e di un patrimonio vastissimo, universale per natura e vocazione, di cui rappresenta il risultato».
La XXII Settimana (2022), proiettata verso il futuro, ha affrontato il tema “L’italiano e i giovani”, sulla conoscenza che ne hanno e sullo stile con cui lo utilizzano (influenzato fortissimamente dai media). La XXIII edizione della settimana (2023), infine, ha riflettuto sulla sostenibilità con l’obiettivo di concorrere a promuovere nel mondo la cultura dell’ambientalismo e le sue implicazioni.
Questo tema, legato al futuro, si riallaccia alla precedente edizione dedicata ai giovani e alla candidatura di Roma per Expo 2030 (“People and territories. Regeneration, Inclusion and Innovation”) e anche al centenario della nascita di Italo Calvino, un pensatore visionario sull’ecologia.
Da una lingua solitamente non possono derivare direttamente indicazioni sulla sostenibilità, ma non è del tutto escluso. Ad esempio, durante la Settimana 2023 l’Istituto Italiano di Cultura di Sydney ha invitato la Prof.ssa Francesca Tarocco, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, a tenere una lezione sulla “Lingua, memoria e paesaggio in Italia”, un tema che riconduce la riflessione alla sostenibilità quando viene evidenziato il contrasto tra il paesaggio del passato e quello attuale.
Tuttavia, anche quando mancano questi accostamenti specifici, ogni lingua deve essere un mezzo efficace per sensibilizzare sul tema, per cui l’italiano va approfondito nella sua flessibilità per renderlo in grado di esprimere compiutamente l’argomento nelle sue varie sfaccettature senza bisogno di ricorrere a una pletora di anglicismi, cedendo a una tendenza che non si compone con la creatività e l’adattabilità della nostra lingua [8].
Gli Stati Generali della diffusione dell’italiano nel mondo
Nel 2014, sempre su iniziativa del MAECI, alla “Settimana della lingua italiana nel mondo” si è affiancata un’altra iniziativa denominata Stati generali della diffusione dell’italiano nel mondo. Questo secondo incontro periodico ha avuto il compito di fare il punto sulla diffusione e lo studio della lingua italiana in tutti i Paesi.
Gli Stati Generali si configurano come una piattaforma per il coinvolgimento coordinato delle istituzioni e delle organizzazioni impegnate nella diffusione della lingua italiana: diplomatiche, universitarie, scolastiche e associative, queste ultime con riferimento alle consistenti collettività italiane insediate all’estero. Il passo fatto con la previsione di questa iniziativa è stato importante perché il proposito è stato quello di stimolare gli approfondimenti, favorire lo scambio delle esperienze e individuare le più opportune linee di progettazione.
Gli Stati generali hanno assunto una cadenza biennale, prima a Firenze (la sede usuale per la Settimana dell’italiano nel mondo) e poi a Roma. La prima edizione si è svolta nei giorni 21 e 22 ottobre 2014, presso il Palazzo Vecchio a Firenze, e ha avuto come tema “L’italiano nel mondo che cambia”. La seconda edizione degli Stati Generali (Firenze, Palazzo Vecchio, 17 e 18 ottobre 2016) si è soffermata sul tema “L’italiano lingua viva”. In tale occasione è stato varato il “Portale della lingua italiana nel mondo”, rimasto attivo per un quinquennio e poi confluito, nel 2020, nel portale “italiana” (www.italiana.esteri.it). La terza edizione (Roma, 22 ottobre 2018) ha dedicato la sua attenzione alle dimensioni operative legate alla diffusione all’estero della nostra lingua (“L’italiano e la rete, le reti per l’Italiano”).
Due sono stati i filoni di approfondimento, di cui il primo ha riguardato quanti sono fisicamente impegnati nella diffusione della lingua e della cultura italiane, le strutture pubbliche, gli enti e le associazioni specializzate, gli italiani e il loro associazionismo, gli italo-discendenti e gli altri che fanno ricorso all’italiano come strumento di lavoro o di comunicazione, grazie anche alle facilità offerte dall’apprendimento on line. Nel convegno, le diverse categorie di studenti sono state attentamente prese in considerazione. Si apprende l’italiano strumentalmente, per ragioni di studio o professionali, ma anche per ragioni culturali, per accedere cioè all’eredità specifica dell’Italia, un insieme di storia, letteratura, musica, arte, moda, ingegno tecnico, cucina e stile di vita nel contesto di un territorio apprezzato per la bellezza e il clima temperato: l’italiano, che esprime questa ricchezza, è una lingua di pregio.
Il dibattito è stato molto ampio e ha esaminato, a partire dalle strategie da seguire nell’apprendimento linguistico, le implicazioni che ne possono derivare in diversi ambiti. Nel corso dei lavori si è anche passati dal piano linguistico a quello politico-economico. Riprendiamo qualche affermazione del ministro Enzo Moavero Milanesi, soffermatosi sull’italiano come componente importante della politica estera italiana: «La lingua italiana, con una reputazione che viene da secoli d’uso e di produzione letteraria, costituisce la pietra angolare della diplomazia culturale, che così efficacemente apre la strada e accompagna la diplomazia politica ed economica. […] C’è, poi, una valenza economica meno nota dell’italiano, che resta, dopo l’inglese, la lingua più utilizzata nelle insegne commerciali, denotando così una natura “di tendenza”, sovente associata a prodotti di eccellenza e di gusto, per i quali un riferimento all’italianità diventa, in qualsiasi mercato, un peculiare indice di pregio». Quindi, secondo il ministro, l’italiano, quando viene diffuso in aree strategiche, è veicolo della politica estera e ne facilita l’azione con un conseguente impatto sul prodotto interno lordo dell’Italia.
La stessa puntualizzazione è stata fatta propria dal prof. Fabio Rossi, ordinario di Linguistica Italiana, che ha alluso a una strategia globale, in cui la diffusione dell’italiano deve far perno anche sugli altri elementi di “italianità”: «È necessario incentivare il più possibile gli agganci fra lingua, letteratura italiana e gli altri elementi caratteristici della cultura del nostro Paese, come l’opera lirica, il cinema, la cucina, la moda, il turismo, l’arte e lo sport. Occorre dunque integrare tutte le risorse della cultura italiana per migliorare anche l’offerta didattica».
Il secondo filone di dibattito ha rivolto la sua attenzione al web nella sua molteplice articolazione, da armonizzare in maniera ottimale a sostegno della italianità, senza peraltro, in tutta evidenza, sottostimare le opportunità delle iniziative in presenza. È emerso un quadro ricco e variegato della presenza della nostra lingua in rete, la cui diffusione è facilitata dalle esperienze di corsi on line, di cui sono notevoli le potenzialità di sviluppo. La lingua e la cultura, nella loro molteplice presenza riscontrabile nella rete, sono funzionali alla competitività del Paese come evidenziato anche dallo Studio Ambrosetti (ricerca European House) da Google Italia e da Facebook Italia.
Nel 2018 anche la XVIII Settimana dell’italiano nel mondo ha avuto come tema “L’Italiano e la rete, le reti per l’italiano”. Per l’occasione, come già ricordato, l’Accademia della Crusca ha pubblicato il volume L’Italiano e la rete, a cura di Giuseppe Patota e Fabio Rossi. Va notato, infine, che nel corso degli Stati generali del 2019, è stata ampiamente ripresa e ha suscitato un contrastato dibattito l’affermazione del Ministro Moavero Milanesi, secondo il quale l’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo, questione sulla quale non si mancherà di ritornare.
L’ultima edizione degli Stati Generali
Nel 2021 la pandemia da Covid 19 ha fatto sentire i suoi effetti sulle attività per la diffusione della lingua e della cultura italiana, seppure in misura minore rispetto al 2020. A essere colpite maggiormente sono state le imprese culturali, che in Italia incidono per il 6% sul PIL, un punto percentuale in più rispetto alla media rilevata nella UE. Per far fronte alle difficoltà insorte nel periodo della pandemia il potenziamento delle risorse è stato effettuato con il Decreto-legge n.8 del 2020 e DPCM 26 maggio 2021. Nel corso di ripresa dalla pandemia, nel 2021, grazie anche all’ampio ricorso alla rete, sono stati realizzati 5.696 eventi promozionali in 30 Paesi. A causa del rallentamento causato dal Covid la successiva edizione degli Stati generali è stata posticipata di un anno e organizzata il 29 novembre 2021. Va segnalato, innanzi tutto, che la manifestazione è stata ribattezzata “Stati generali della diffusione della lingua e della creatività italiane nel mondo”, cambiamento che ha dato adito anche a polemiche nel cui merito bisogna entrare.
Secondo le istituzioni la fiducia nell’italiano del domani rappresenta la fiducia anche nell’Italia del domani ma, dal tenore di alcune critiche mosse alla manifestazione, la fiducia nel futuro è pregiudicata dalla scarsa fiducia nell’italiano di oggi, zeppo di anglicismi, quasi che l’italiano non avesse in sé una sufficiente capacità innovativa per esprimere gli aspetti della situazione attuale [9]. Numerosi sono i casi citati in una puntigliosa analisi dal sito Italofonia sugli stessi interventi istituzionali. Italofonia si è chiesto quale bisogno ci fosse di utilizzare termini come street artists anziché artisti di strada, navigation anziché navigazione, placement anziché collocamento, brand anziché marchio, problem solving anziché soluzione dei problemi, trend anziché tendenza, cross-culturalità anziché intercultura (parola tutt’altro che sconosciuta tenuto conto dell’ampia bibliografia ad essa dedicata), testimonial anziché testimone, manager anziché dirigente aziendale, appeal e così via.
Un gustoso aneddoto riguarda un predicatore, famoso e molto richiesto. Interessato a fare colpo lasciando intendere la sua ottima conoscenza del latino, spesso nei suoi sermoni non mancava di affermare “Dio, per dirla con S. Agostino, Deus”. Questa sovrapposizione era assolutamente inutile, ma almeno il sussiegoso predicatore ricorreva anche alla corrispondente parola italiana. Nel sito di Italofonia così conclude la sua analisi degli interventi di apertura degli Stati generali: «Se la mentalità non cambia, ciò che celebreranno le generazioni di domani sarà il funerale dell’italiano come lingua vera e propria, in grado di esprimere il mondo e il sapere dell’uomo nella sua totalità, adattandosi ai cambiamenti. Insomma, la sua morte come lingua viva e creativa».
All’inizio del 2021 è stato lanciato dalla Direzione Generale per il Sistema Paese (DGSP) il portale Italiana, una vetrina del Ministero per le imprese culturali e creative. Non si è mancato di parlare del maggiore impegno necessario nella difficile situazione post-Covid. Come chiaramente emerso nel corso dei tavoli tematici, senza trascurare l’apprezzamento per quanto fatto, non bisogna sottovalutare la difficoltà del cammino da compiere perché il protagonismo all’interno del mercato globale delle lingue è sempre più concorrenziale.
Nel corso degli Stati Generali del 2021 sono stati resi noti i nuovi dati dell’indagine periodica del MAECI studenti, rispetto ai dati 2018: si evidenzia una preoccupante diminuzione del 5%. A studiare l’italiano sono 2 milioni e 60 mila in 113 Paesi (circa 100 mila in meno rispetto alla precedente rilevazione) così ripartiti per aree geografiche: 41% in Europa, 21% America, 19% Asia e Oceania, 9% Mediterraneo, 9% nell’Europa non Ue e l’1% Africa Sub Sahariana. Per i corsi finanziati totalmente dal MAECI valgono questi dati: Istituti italiani di cultura 65.850 studenti; scuole statali 33.000; enti gestori di corsi 330.095; Comitati della Società Dante Alighieri 53.815. Sarà determinante stabilire se nei successivi anni sarà possibile effettuare un certo recupero e finalizzare sempre più a tal fine la strategia da seguire.
Nel 2023 non si sono svolti gli Stati Generali della diffusione della lingua italiana all’estero bensì presso il Palazzo Vecchio di Firenze, gli Stati Generali della diplomazia culturale (9-11 ottobre 2023). L’incontro ha consentito ai direttori e alle direttrici degli Istituti Italiani di Cultura di confrontarsi, sia con enti pubblici sia con organismi privati, sulla promozione della cultura e della lingua italiana all’estero nell’ottica di rendere sempre più incisiva la strategia che l’Italia deve seguire nella diplomazia culturale. Gli interventi dei rappresentanti del Governo, a partire da quello del Ministro degli affari esteri Antonio Tajani, hanno preceduto il dibattito dei convegnisti. La documentazione al riguardo è, per quanto si è potuto constatare, consultabile solo in versione audiovisiva e sui suoi contenuti la stampa è stata scarna (limitata, cioè, al mero annuncio dell’evento). Inoltre, si è sentita anche un’altra carenza: la mancanza di dati aggiornati su quanti all’estero studiano l’italiano, oggetto dell’indagine periodica curata dal MAECI. Si riferiscono al 2018 gli ultimi dati forniti con le dovute aggregazioni. Agli Stati Generali del 2021 furono diffusi dei dati complessivi e al 2023, come detto, non c’è stata la pubblicazione dei nuovi dati, indispensabili per un’analisi puntuale delle tendenze in atto.
Dialoghi Mediterranei, n. 66, marzo 2024
Note
[1] Cfr. https://leg16.camera.it/561?appro=363
[2] Questa sintetica panoramica è stata curata sulla base delle relazioni che il MAECI è tenuto ad inviare annualmente al Parlamento ai sensi della legge n. 401 del 1990.
[3]Addis Abeba, Asmara (sede sospesa dal 2020) Atene, Barcellona, Istanbul, Madrid, Parigi e Zurigo.
[4] 18 in America, 6 nell’Unione europea, 7 nel Mediterraneo e Medio Oriente, 3 nell’Africa sub-sahariana, 7 nei Paesi extra UE, 1 in Asia e Oceania.
[5] 63 nell’Unione Europea, 13 in Paesi europei non UE, 1 in Asia, una nelle Americhe e in Oceania, Sono 7 le sezioni italiane presso le Scuole europee; Bruxelles (3), Lussemburgo, Francoforte, Monaco di Baviera e Varese.
[6] Per i lettori assunti direttamente dalle Università straniere il MAECI può concorrere alle spese con un suo contributo.
[7] I fondi erogati per l’organizzazione dei corsi sono stati 12 milioni di euro nel 2018. Dal 2013, con specifici progetti, sono stati inviati dall’Italia neolaureati con specifiche competenze in glottodidattica, da affiancare ai docenti assunti localmente: si tratta del “Progetto neolaureati per l’italiano L2”.
[8] Il riepilogo di tutti i temi trattati nelle edizioni annuali della Settimana nel mondo aiuta a rendersi conto dell’importanza di questo evento periodico: Prima settimana (15-20 ottobre 2001) – La lingua italiana nel tempo, da dove viene e dove va; Seconda settimana (14-19 ottobre 2002) – L’italiano e le arti della parola; Terza settimana (20-25 ottobre 2003) – vari temi: In ambito europeo, Il contributo della cultura e della lingua italiana al consolidamento dell’identità nazionale e, nel contempo, alla formazione della cultura europea; Nei Paesi extra-europei con forte presenza di immigrazione italiana, La letteratura e il giornalismo delle comunità italiane all’estero; Nel resto del mondo, Il giornalismo italiano nel mondo, attraverso gli articoli di corrispondenti e inviati speciali sulla cultura e la società locali; Quarta settimana (18-23 ottobre 2004) – L’italiano come lingua di poesia; Quinta settimana (23-29 ottobre 2005) – La lingua italiana tra narrativa e cinema dagli anni Settanta ad oggi; Sesta settimana (23-29 ottobre 2006) – Il cibo e le feste nella lingua e cultura italiana; Settima settimana (22-28 ottobre 2007) – La lingua italiana e il mare; Ottava settimana (20-26 ottobre 2008) – L’italiano in piazza; Nona settimana (19-25 ottobre 2009) – L’italiano tra arte, scienza e tecnologia; Decima settimana (18-24 ottobre 2010) – Una lingua per amica: l’italiano nostro e degli altri; Undicesima settimana (17-21 ottobre 2011) – Buon compleanno Italia; Dodicesima settimana (15-21 ottobre 2012) – L’Italia dei territori e l’Italia del futuro; Tredicesima settimana (14-20 ottobre 2013) – Ricerca, scoperta, innovazione: l’Italia dei saperi; Quattordicesima settimana (20-25 ottobre 2014) – Scrivere la nuova Europa: editoria italiana, autori e lettori nell’era digitale; Quindicesima settimana (19-24 ottobre 2015) – L’italiano nella musica, la musica dell’italiano; Sedicesima settimana (17-23 ottobre 2016) – L’italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design; Diciassettesima settimana (16-22 ottobre 2017) – L’italiano al cinema, l’italiano nel cinema; Diciottesima settimana (15-21 ottobre 2018) – L’italiano e la rete, le reti per l’italiano; Diciannovesima settimana (21-27 ottobre 2019) – L’italiano sul palcoscenico; Ventesima settimana (19-25 ottobre 2020) – L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti; Ventunesima settimana (18-23 ottobre 2021) – Dante, l’italiano; Ventiduesima settimana (17-23 ottobre 2022) – L’Italiano e i giovani; Ventitreesima settimana (16-22 ottobre 2023) – L’Italiano e la sostenibilità.
[9] //www.corriereitaliano.com/attualita/italia/15523/le-istituzioni-agli-stati-generali-della-lingua-e-della-creativita/
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Benedetto Coccia, primo ricercatore dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” presso il quale è Coordinatore scientifico dell’Area Sociale, Umanistica e Linguistica, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia Contemporanea presso l’Università “Sapienza” di Roma, è autore di numerosi saggi, articoli e recensioni. È presidente dell’Associazione di stuti umanistici Leusso e direttore responsabile della rivista Leussein.
Karolina Peric, dottoressa in Lettere, dopo la laurea inizia la collaborazione con il Forum per l’intercultura della Caritas di Roma dove ricopre diversi ruoli, da mediatore linguistico culturale a coordinatrice di percorsi didattici interculturali nelle scuole. Ha collaborato con diversi Enti pubblici e privati lavorando nei progetti socio-educativi con una forte impronta interculturale. Dal 2001 è vice presidente dell’associazione culturale SUAMOX, autrice di progetti artistici e culturali improntati sulla conoscenza delle diverse espressioni culturali del mondo. Attualmente coordina il Gruppo Welcome, uno spazio interculturale con la scuola di Italiano per stranieri presso la Parrocchia San Pio X alla Balduina a Roma.
Franco Pittau, dottorato in filosofia, è studioso del fenomeno migratorio fin dagli anni ‘70, quando condusse un’esperienza sul campo, in Belgio e in Germania, impegnandosi nella tutela giuridica degli emigrati italiani. È stato l’ideatore del Dossier Statistico Immigrazione, il primo annuario del genere realizzato in Italia. Già responsabile del Centro studi e ricerche IDOS (Immigrazione Dossier Statistico), continua la sua collaborazione come Presidente onorario. È membro del Comitato organizzatore del Master in Economia Diritto Interculture Migrazioni (MEDIM) presso l’università di Roma Tor Vergata e scrive su riviste specialistiche sui temi dell’emigrazione e dell’immigrazione.
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