di Rosa Salvia
Ho guardato, giorno dopo giorno, oltre l’immagine patinata di una rivista per ricercare e scoprire dentro quelle immagini tanto altro, non immediatamente percepibile. Cercare possibili suggestioni nelle trasparenze è stato un viaggio alla scoperta di possibili mondi nascosti al primo sguardo, ma lì presenti come in una dimensione parallela, nel tentativo di cogliere connessioni, senza tentare di spiegare o rendere tutto coerente, per accogliere opposti e contrasti, per espandere la visione.
Vedere al di là dell’evidenza implica necessariamente un cambio di punto di vista, andare oltre le cose chiuse in una forma determinata, nella volontà di uscire dalla realtà, ricercando mescolanze di mondi possibili e le sue popolate contaminazioni.
Un viaggio attraverso ambienti domestici dai toni eleganti, sale riunioni, esterni che si fondono ad interni, architettura mescolata a natura, textures sovrapposte attraversate da gente a passeggio e tanti gli elementi che rimandano al sogno.
Il linguaggio simbolico è universale, crea ponti e attiva l’empatia, la condivisione e la co-creazione, viene ridotto il pensiero critico e il controllo razionale per consentire l’emergere di forme originali e di contenuti inconsci.
I colori e i simboli danno voce alla propria storia personale: ricordi, pensieri, aspirazioni, condizionamenti, desideri accumulati nel tempo, consentendo una connessione intima con sé stessi e valicando una mentalità rigida per accogliere il mondo come spesso è: complesso, sfumato e pieno di tutte le nuance intermedie, senza ridurre a forme definite il multiforme, complesso e a volte indecifrabile caos che è la realtà.
Lasciamoci alle spalle per un attimo questa mania di avere il controllo su ogni azione e su ogni reazione, in modo da poter aprire le nostre menti all’imprevisto, all’inaspettato, alla epifania.
La terza immagine è la somma delle due viste in trasparenza, perché una stessa immagine ne può addirittura contenere un’altra, basta cambiare sguardo.
Dialoghi Mediterranei, n. 69, settembre 2024
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Rosa Salvia, laureata a Palermo nel 2004 in Scienze della Comunicazione ha sempre avuto una passione per le immagini, ma inizia ad interessarsi alla fotografia solo da pochi anni. Inizialmente predilige foto di paesaggio, ma dopo aver preso parte a dei workshop condotti da Carmelo Bongiorno, Letizia Battaglia e Antonio Manta, il suo approccio con la fotografia è in una fase di sperimentazione alla ricerca di un percorso più intimo che le consenta di esprimere sé stessa utilizzando le immagini quale mezzo di esplorazione del suo mondo emozionale. Ha collaborato alla realizzazione dei libri Simeto il luogo che non c’è (2019) e Sicilia, l’isola plurale (2022), Mito e sicilitudine (2023) e nel corso degli anni ha partecipato a varie mostre collettive. Il suo progetto fotografico “La terza immagine” è stato selezionato per l’edizione zero del Castiglion Fiorentino Photo Fest (2022), dal Fondo Malerba per la Fotografia per il FALL SHOW 2022 e per “Scatti Mediterranei” (2023). Il progetto “il posto delle fragole” è andato in mostra al Castiglion Fiorentino Photo Fest 2024.