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Le Pro Loco, il dialogo con le comunità e i progetti contro lo spopolamento

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CIP

di Gabriele Desiderio

Le Pro Loco

Le Pro Loco sono associazioni senza scopo di lucro formate da volontari che si impegnano per la promozione del luogo, per la scoperta e la tutela delle tradizioni locali, per migliorare la qualità della vita di chi vi abita, per valorizzare i prodotti e le bellezze del territorio. Le Pro Loco organizzano manifestazioni in ambito turistico culturale, storico ambientale, folcloristico, gastronomico, sportivo. Sono un punto di riferimento sia per gli abitanti sia per i visitatori di una località. Dalle ricerche e dalle ricostruzioni storiche effettuate risulta che la prima Pro Loco fu fondata a Pieve Tesino (TN) nel 1881. Il numero delle Pro Loco esistenti in Italia negli ultimi venti anni è più che raddoppiato, mostrando come quello della Pro Loco sia un modello associativo in grado di soddisfare la crescente volontà mostrata da parte della cittadinanza di agire direttamente a livello locale a favore della società e a difesa dei suoi valori più genuini.

L’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (UNPLI) con circa 6.00 associazioni Pro Loco iscritte costituisce l’unico punto di riferimento a livello nazionale di queste associazioni (la prima è nata nel 1881) che vantano un totale di circa 600 mila soci. L’UNPLI è iscritta nel registro nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale e all’Albo nazionale del Servizio Civile Nazionale. L’UNPLI è stata fondata nel 1962.
La rete associativa è strutturata in Comitati regionali, provinciali e di bacino presente capillarmente su tutto il territorio nazionale. È diretta da un Consiglio nazionale che rappresenta le Pro Loco di ogni regione italiana.

logo-unpli-definitivo-01-e1651233710126Dal 2004 in poi, l’UNPLI ha realizzato diversi progetti nazionali, coinvolgendo e valorizzando il lavoro delle Pro Loco sui territori, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini su temi sociali, culturali e ambientali, di promuovere l’inclusione sociale delle categorie più deboli e disagiate, per una partecipazione attiva di tutti i cittadini alla vita comunitaria.

I borghi e la tematica dello spopolamento

Uno dei principali progetti realizzati da UNPLI per affrontare la tematica dello spopolamento e del disagio insediativo in generale è stato “Aperto per Ferie”. Un viaggio nell’Italia dei borghi e delle aree interne del nostro Paese attraverso la capillare rete delle Pro Loco. Le due edizioni del progetto “Aperto per Ferie” sono nate dall’analisi della condizione oggettiva di disagio insediativo e di spopolamento che riguardava al tempo oltre 2800 comuni su tutto il territorio nazionale, secondo uno studio realizzato nei primi anni duemila da Confcommercio e Legambiente. Il progetto ha generato in alcune delle località selezionate dei processi autonomi e sostenibili di sviluppo locale nei territori al fine di valorizzare quelle che sono le loro risorse distintive. Il progetto ha voluto favorire la fruibilità da parte di un pubblico più vasto del patrimonio unico (e spesso dimenticato) detenuto da molte delle località a rischio spopolamento, in termini paesaggistici, architettonici, storici, enogastronomici, umani.

Alla fine delle due annualità sono state prodotte due guide turistiche sulle località coinvolte, redatte in collaborazione con le comunità locali. L’impatto del progetto non è stato circoscritto ad una dimensione puramente economica e materiale. La raccolta e la valorizzazione delle specificità locali, degli elementi legati all’identità locale e all’appartenenza al territorio, hanno rappresentano passaggi cruciali per la ricostruzione della coesione sociale e per la rinascita di un sentimento di fiducia nel futuro del territorio. La raccolta del patrimonio culturale immateriale locale ha rappresentato anche una presa di coscienza delle comunità delle proprie radici culturali e delle proprie potenzialità in ambito turistico, ma anche di sviluppo sociale. L’obiettivo fondamentale del progetto è stato quello di fornire nuove prospettive e nuove speranze a coloro che vivono all’interno delle aree a rischio spopolamento. In particolare si è posto l’obiettivo di fornire assistenza alle attività commerciali già esistenti o di generare nuove opportunità lavorative per i soggetti locali e, allo stesso tempo, di contrastare i fenomeni legati al “disagio insediativo” (marginalità sociale, divisione forzata dei nuclei familiari, chiusura degli esercizi commerciali, mancanza di servizi pubblici), che colpiscono la generalità della popolazione e, in maniera più accentuata, le fasce deboli della stessa (soprattutto gli anziani).

Le associazioni di promozione del territorio (turistiche, culturali, ecc.), coinvolte assieme alle Pro Loco, si sono occupate di individuare le peculiarità distintive della comunità e del paesaggio. Le azioni sono state rivolte ai giovani (in termini di opportunità lavorative) e agli anziani (per limitare i disagi insediativi tipici delle aree a rischio spopolamento come la chiusura dei servizi e la marginalità sociale). Le amministrazioni comunali e sovra comunali sono state coinvolte e sensibilizzate attraverso assemblee pubbliche al fine di agevolare la promozione e la valorizzazione delle peculiarità locali. Ove le amministrazioni sono riuscite a lavorare in sinergia con le Pro Loco il progetto ha proceduto meglio e ha lasciato segni tangibili sui territori.

abbraccialitalia01-copiaI progetti sul patrimonio culturale immateriale

In seguito a questo primo progetto l’UNPLI ha poi realizzato una serie di altre iniziative che ho avuto la possibilità di coordinare. Tra queste segnalo: “SOS Patrimonio Culturale Immateriale”, il primo progetto operativo strutturato in maniera capillare sul territorio italiano, per la riscoperta di tradizioni, riti, tipicità e saperi del nostro Paese; il progetto “Abbraccia l’Italia”, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero del Turismo e della CNI UNESCO per il suo alto valore culturale nel campo della tutela e salvaguardia dei beni immateriali; il progetto “B.I.L.anciamo il futuro”, che ha promosso una innovativa ricerca della percezione del benessere sociale inteso come capacità delle comunità locali di coniugare la tutela e la salvaguardia delle proprie tradizioni e la qualità della vita. Il progetto ha ricevuto anche la fattiva collaborazione dell’ISTAT e dell’allora Presidente Enrico Giovannini. Il progetto “Lezioni di Territorio”, che ha voluto sostenere, tramite la promozione degli scambi culturali, i valori del dialogo, della diversità culturale e dell’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione, ha promosso una conoscenza dei patrimoni culturali materiali ed immateriali del nostro Paese tra gli immigrati di prima e seconda generazione, mettendone in evidenza le potenzialità ai fini di una piena integrazione.

schermata-2022-09-01-alle-15-05-00Accredito UNESCO

Grazie ai progetti e ai risultati ottenuti sul campo con le numerose iniziative per la salvaguardia e la tutela del patrimonio culturale immateriale italiano, l’UNPLI ha ottenuto un importante riconoscimento da parte dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura): nel giugno 2012 l’ente è stato infatti accreditato come consulente del Comitato Intergovernativo previsto dalla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale del 2003. In tutto il mondo sono oltre 250 le organizzazioni accreditate. Un significativo traguardo per l’UNPLI, visto l’impegno che è stato profuso in questi ultimi anni proprio nella sensibilizzazione delle Pro Loco e delle comunità locali sui temi legati alle potenzialità dei beni immateriali, ma anche alla loro fragilità.

Come previsto dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, le associazioni accreditate possono essere invitate dalla Commissione a fornire, tra l’altro, indicazioni e valutazioni all’UNESCO come riferimento per selezionare le candidature per l’inserimento nelle liste dei patrimoni culturali immateriali. L’UNPLI è invitata a partecipare annualmente alle riunioni ufficiali previste dall’Assemblea Generale UNESCO e dal Comitato intergovernativo previsto dalla Convenzione 2003 sulla salvaguardia dei beni immateriali. A fine giugno 2014 l’UNPLI ha partecipato ad una importante conferenza internazionale in Corea del Sud, su invito del Ministero della Cultura della Repubblica di Corea e del Centro di Seconda Categoria UNESCO presente in Corea. È stata un’esperienza che ci ha permesso di presentare le nostre attività e le potenzialità della rete delle Pro Loco, non solo come associazioni in grado di dialogare con le comunità locali, ma anche come modello di coinvolgimento alla vita comunitaria e di salvaguardia delle tradizioni locali. Il “modello” Pro Loco ha destato molta curiosità e sono stati diversi i punti di contatto e di scambio di esperienze con altre realtà.

ich-ngo-forumICH NGO Forum

Contestualmente all’accredito UNESCO, l’UNPLI ha aderito al Forum delle ONG accreditate costituitosi in via informale nelle prime riunioni e che ora sta acquisendo visibilità e rilevanza anche nei lavori della Convenzione UNESCO del 2003. Il Forum organizza, a margine degli incontri ufficiali, seminari, approfondimenti e momenti di scambio di esperienze tra le diverse associazioni coinvolte. Molto apprezzato anche il lavoro che ha svolto in questo contesto con l’ideazione, l’aggiornamento e la gestione del sito www.ichngoforum.org, che l’UNESCO ha riconosciuto come uno strumento importante per la costruzione di questa rete internazionale di associazioni ed ONG.

0432d34a-1601-4157-b2e9-1a2fab44b5eaRaccolta Patrimoni Culturali Immateriali

Recentemente UNPLI ha ricevuto un finanziamento per la realizzazione di un Censimento nazionale del Patrimonio Culturale Immateriale dei piccoli Comuni, dove inevitabilmente ricadono numerosissimi borghi. L’UNPLI ha in animo di realizzare un sito web dedicato alla raccolta e alla valorizzazione dei materiali raccolti. L’obiettivo della campagna di raccolta mira a far conoscere ed emergere il ruolo centrale che molto spesso le Pro Loco ricoprono nel far sì che usanze, feste, riti e produzioni locali continuino ad essere trasmesse alle generazioni future, in un processo che spesso si arricchisce di nuovi elementi derivanti dall’evolversi stesso delle comunità locali e del loro rapporto con questi patrimoni. Questo in piena sintonia con gli obiettivi e le raccomandazioni dell’UNESCO.

il-patrimonio-dimenticato-unpli-le-guideConclusioni

Le Pro Loco stanno assumendo sempre più un ruolo centrale di mediazione/dialogo con le comunità locali e con gli altri enti che intendono lavorare per la tutela e la valorizzazione di questi patrimoni. L’UNPLI ha avviato da tempo una sensibilizzazione dei temi legati della Convenzione UNESCO 2003 ed è prima linea anche a livello internazionale per sottolineare il ruolo strategico dell’associazionismo e del volontariato culturale. Nella sua introduzione al volume edito nel 2008 da UNPLI Il Patrimonio dimenticato [1], l’antropologa Roberta Tucci così scrive: «In questo senso l’attività di volontariato svolta dalle Pro Loco appare di grande interesse perché rappresenta il punto di vista locale: un punto di vista necessariamente complesso, che riflette da un lato l’intimità con le comunità – di cui i membri della Pro Loco sono parte –, dall’altro le segmentazioni sociali che differenziano e a volte dividono le località al loro interno. A partire da questo sguardo locale, si è andato costruendo un modello unificante di Pro Loco a livello nazionale, che ha determinato una sorta di comunità sovralocale rappresentata dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia. Il rapporto dialettico fra sguardo locale e modello nazionale, la maggiore o minore prevalenza del primo sul secondo e viceversa, dà luogo a un’ampia differenziazione di approcci da parte delle Pro Loco nelle varie aree regionali: una differenziazione che è testimoniata proprio dalla ricerca effettuata dell’UNPLI nell’ambito del progetto “S.O.S. Patrimonio Culturale Immateriale”, i cui dati, qui resi noti, ci mostrano un quadro rappresentativo di tanti diversi livelli. Oggi, che il ruolo delle Pro Loco sembra essere più quello di attori sociali della mediazione territoriale, che non quello di animatori o organizzatori di eventi culturali, è giunto il momento di fare un salto di qualità e di entrare nei processi di patrimonializzazione in modo pertinente: per fare ciò occorre aprire un fronte di scambio e di dialogo con il mondo professionale e scientifico della ricerca antropologica, soprattutto quella di carattere territoriale, in modo da mettere insieme le forze e coniugare punti di vista, conoscenze e pratiche in una sintesi coerente, in grado di garantire qualità, correttezza e partecipazione nella restituzione dei fatti culturali e nella progettazione culturale del territorio».

Le attività realizzate in questi anni hanno rappresentato per l’UNPLI e le Pro Loco un salto di qualità importantissimo, che ha permesso loro di porsi come interlocutori indispensabili per qualsiasi azione di intervento sul territorio, in stretta collaborazione con gli Enti locali e nazionali, e gli esperti di demoetnoantropologia.

9788842814603_0_536_0_75Come Alan Lomax, etnomusicologo e antropologo americano, nel suo viaggio (svolto insieme a Diego Carpitella tra il 1954 e il 1955) descritto nel libro L’anno più felice della mia vita [2], abbiamo girato in lungo in largo per l’Italia alla ricerca di tradizioni, storie, leggende, conoscenze e saperi. Quello di Lomax era un periodo storico particolare in cui l’Italia usciva da un dopoguerra sfiancante e lentamente si avviava verso un “boom economico” che in molti casi significava tagliare i ponti con passato fatto di stenti. E molto spesso al di là del ponte appena attraversato rimanevano le tracce di una cultura popolare frutto di secoli di interazione con l’ambiente circostante, un patrimonio di conoscenze e pratiche inestimabile che si andava progressivamente perdendo. Molto è cambiato dagli anni ’50 ma non tutto è andato perduto. Resiste nell’animo delle persone che abbiamo incontrato lungo la strada un sentire che sembra venire da lontano, lontanissimo: qualcosa di radicato, di inconscio, che sopravvive alla trasformazione tecnologica dei nostri tempi e che riesce ancora ad affascinare e sorprendere. 

Dialoghi Mediterranei, n. 69, settembre 2024 
Note
[1]          Desiderio Gabriele (a cura di), Il Patrimonio Dimenticato, ed. UNPLI, Roma 2008
[2]          Lomax Alan, L’anno più felice della mia vita. Un viaggio in Italia (1954-55), Il Saggiatore Milano 2008. 
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Gabriele Desiderio, laureato in Storia contemporanea presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha grande esperienza sul campo (con oltre 10 anni di ricerca in tutta Italia) e nella comunicazione (gestione di siti web e social network).Dal 2004 lavoro per l’UNPLI, la rete italiana di quasi 6.000 associazioni Pro Loco.  Nel 2010 ha creato e lanciato l’inventario on line “MEMORIA IMMATERIALE” con più di 1.700 video e interviste ad artigiani, musicisti, esperti locali e molte altre persone sul loro legame con il patrimonio culturale delle loro regioni. Dal 2013 gestisce il sito www.ichngoforum.org, piattaforma di comunicazione, networking, scambio e cooperazione per le ONG accreditate dall’UNESCO per fornire servizi di consulenza al Comitato intergovernativo nell’ambito della Convenzione UNESCO del 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Sempre dal 2013è responsabile del Premio letterario per le opere in dialetto o lingua locale “Salva la tua lingua locale” di cui il prof. Tullio De Mauro è stato presidente onorario. 

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