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Acqua, sassi e gelsi. Paesaggi: un dialogo possibile?

 Fig. 1 – Paesaggio fluviale: il Tagliamento

Paesaggio fluviale: il Tagliamento

 CIP

di Angela Zolli 

Ogni percorso di sviluppo implica processi di cambiamento, conservazione, protezione della natura che riguardano sia gli Amministratori/pianificatori, che i cittadini che in quei valori si riconoscono. In questo articolo si descrive la relazione complessa e dinamica venutasi a creare tra i gruppi umani e l’ambiente circostante in un piccolo paese rivierasco della pianura friulana, in comune di Dignano. 

Passeggiare lentamente per le vie dei piccoli paesi friulani di tradizione rurale può riservare interessanti sorprese a chi vorrà leggere i segni lasciati dall’uomo nel tempo nel suo rapportarsi all’ambiente circostante, come nel caso di Carpacco, piccolo paese del comune di Dignano situato nell’alta pianura friulana, in corrispondenza del medio corso del Tagliamento, il fiume dei tigli [1]. Ancora oggi alcuni abitanti si ricordano dell’albero collocato in passato sulla piazza principale di Carpacco, il tèi (tiglio) [2] che legava simbolicamente il paese all’ultimo fiume selvaggio d’Europa. 

«Non si può infatti dimenticare che il paesaggio esiste in quanto lo scopre e vede l’uomo e che esso è sempre prima di tutto un dato dei sensi, i quali sono i principali mediatori del nostro rapporto con l’ambiente. Attraverso i sensi noi giungiamo cioè a conoscere «le combinazioni reali degli oggetti e fenomeni» e quindi la concreta realtà di quella data fetta o porzione di sfera terrestre osservata, realtà che oltretutto orienta in modo determinante le nostre azioni» [3]. 
case lungo il Tagliamento

Case di sassi

Le case di sassi costruite sulle strade dei borghi storici, le cortine edilizie [4], conservano intatta la memoria del rapporto indissolubile dell’uomo con il Tagliamento. Lungo le vie le icone devozionali e le immagini sacre sui muri delle case attestano la religiosità della comunità nell’invocare protezione rispetto alle difficoltà dell’esistenza. Storicamente Carpacco è un paese agricolo soggetto a una significativa emigrazione determinata dalla insufficienza delle risorse rispetto all’incremento demografico della prima metà del Novecento, analogamente a molti altri paesi della provincia di Udine, così come attestato dalla differenza tra la popolazione residente e presente, un indicatore sufficientemente grezzo, ma significativo del processo migratorio (tab. 1). Soggetto in passato a processi di spopolamento, attualmente in lieve ripresa demografica (tabb. 2-3), Carpacco nel 2023 contava 1.003 abitanti [5]. 

Tab. 1

Tab. 1

Tab. 1 Popolazione residente e presente nel periodo 1871-2011 nel comune di Dignano [6]Tab. 2 Popolazione residente a Carpacco [7] Tab. 3 Popolazione residente  a Dignano [8]             

Tab.2                                                                                                      Tab.3

Anno      Residenti                                                                             Anno      Residenti

1991      1.024                                                                                    1991       2.549

2001         899                                                                                    2001       2.326

2011          952                                                                                    2011       2.389

2021         961                                                                                    2021       2.262

Icona devozionale

Icona devozionale

Rispetto ad altri paesi, Carpacco manifesta segni di rinnovamento per la presenza di alcuni negozi, bar e servizi e dell’area industriale-artigianale, collocata a est della strada SR 463, mentre la piazza principale, ora cementificata, ha progressivamente perduto la sua importanza.

Dalla piazza si accede ancora oggi alla vecchia filanda in cui in passato centinaia di donne effettuavano la trattura della seta. L’insediamento originario, di proprietà dei fratelli Gonano, risale al 1876, mentre nel 1899 la filanda fu acquisita dalla ditta Bernardo & Lorenzo Banfi. Distrutta dall’incendio del 1919, fu riscostruita nello stesso anno; negli anni Venti del Novecento vi erano impiegati 230-250 operai, quasi tutte donne che percorrevano a piedi i paesi per raggiungere il luogo di lavoro e che in corteo, nel 1919, scioperavano, evocando un paesaggio di rilevante significato storico, economico e culturale [9].

Filanda

Filanda di Carpacco

Il paesaggio agrario conserva tuttora lunghi filari di gelsi a delimitazione dei confini poderali, testimonianza della gelsibachicoltura praticata dai contadini che allevavano il baco da seta, il cavalîr, all’interno delle loro case, alimentandolo con le foglie del gelso. Questo tipo di manifattura rurale, in cui si univano gli interessi dell’agricoltura, del commercio e dell’industria, costituì allora una risorsa importante per l’integrazione del bilancio familiare, nonostante le molteplici contraddizioni determinate dalle difficili condizioni di lavoro delle donne che vi lavoravano. La filanda, attualmente di proprietà privata, è stata dichiarata di rilevante interesse culturale ed è in attesa di un intervento di recupero che, viste le dimensioni e le potenzialità, potrebbe ridare nuova vita a Carpacco e alle aree limitrofe. 

Paesaggio rurale

Paesaggio rurale

Da un esame del piano paesaggistico regionale, il PPR-FVG approvato con DPR 24/04/2018 n.0111/ Pres. nel capitolo della “mobilità lenta” si parla della Direttrice Tagliamento e della sua importanza in quanto di valenza simbolica e culturale, oltre che idrografica e paesaggistica dal momento che rappresenta un «asse cerniera chiave all’interno del Friuli storico e la direttrice di mobilità lenta che vi si sviluppa attorno ha un ruolo centrale per l’esplorazione del paesaggio fluviale». Dal Piano Regolatore Generale Comunale si evince la presenza dell’ambito del sito di importanza comunitaria “SIC IT 3310007, Greto del Tagliamento” che comprende una parte del corso medio del fiume Tagliamento a nord della strada SR 464, al suo interno si distinguono ambienti naturali legati alla prateria magra molto primitiva e saliceti pionieri di greto. Il P.R.G.C. conferma in generale gli obiettivi delle zone comprese e cioè la salvaguardia degli ambienti naturali tipici e la loro valorizzazione a fini soprattutto didattici, scientifici e turistico-ricreativi, mantenendo le attività produttive agricole.

Numerosi sono i possibili percorsi lungo le strade bianche o i sentieri che costeggiano i terreni, più o meno coltivati lungo il corso del Tagliamento, i bàs, e lungo la Roggia da essa derivata, detta di San Odorico o di Carpacco-Codroipo, importanti risorse del passato per diversi utilizzi [10]. La Grave, questo è il nome assegnato al greto del Tagliamento, costituisce ancor oggi un luogo di svago di grande interesse paesaggistico e naturalistico noto a generazioni di carpacchesi che, fin da piccoli, erano abituati a percorrere i rami intrecciati del fiume e ad utilizzare l’acqua della Roggia. 

La Roggia

La Roggia

Se ne deduce che il patrimonio culturale, paesaggistico e naturalistico del paese e dell’intero comune potrebbero essere oggetto di una progettazione articolata che preveda una dotazione infrastrutturale finalizzata a rivitalizzare un’area che in sé conserva e contiene tutti i presupposti necessari per la sua valorizzazione, mettendo in relazione diversi elementi, ad esempio la filanda, adibita ad altri usi, e diversi percorsi tematici, a piedi o in bicicletta, nell’ambito del potenziale offerto dal Tagliamento, un ecosistema unico ora a rischio per dei possibili interventi strutturali nel tratto di maggiore valore ambientale per la gestione del pericolo di alluvioni presente nel tratto terminale del fiume.

L’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali e la Regione Friuli Venezia Giulia prevedono di realizzare grandi opere per il trattenimento delle piene, la prima delle quali in corrispondenza del ponte di Dignano [11]. La comunità scientifica internazionale, con un appello, ha chiesto uno stop immediato e un cambio di rotta cui hanno aderito oltre 800 ricercatori e tecnici di 35 paesi che chiedono alla Regione e agli altri enti competenti una seria valutazione di alternative, dando priorità a quelle che non alterino le caratteristiche morfologiche uniche di questo fiume, preservando la sua connettività longitudinale e assicurando il coinvolgimento della popolazione nelle decisioni sul Tagliamento. Negli anni, in particolare, la realizzazione di enormi casse di espansione di diverse tipologie e localizzazioni è stata più volte discussa e poi accantonata, anche per la forte volontà delle comunità locali di conservare integro l’ecosistema fluviale [12]. Negli ultimi mesi si è sviluppato un ampio dibattito con l’opposizione dei Comuni rivieraschi, di comitati e associazioni e la raccolta di 13.760 firme di cittadini che con questa petizione chiedono di fermare la realizzazione delle opere previste in corrispondenza del ponte di Dignano [13]. 

61x5vrpi2ml-_ac_uf10001000_ql80_Il paesaggio 

Nel nostro ordinamento il paesaggio è considerato parte integrante del patrimonio culturale, la sua tutela deriva dall’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana (1948) [14] «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversita’ e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».

Il Codice dei beni culturali e del paesaggio (2004) all’art. 2, comma 1, stabilisce che il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici, in particolare l’art. 131 stabilisce che per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni, attribuendo quindi valore identitario  e dinamico al paesaggio, mentre l’art. 143 disciplina i piani paesaggistici come strumenti principi per governare la salvaguardia dei beni paesaggistici a livello regionale, quale strumento di ampio respiro, di conoscenza e riconoscimento dei valori e poi, sulla base di tale riconoscimento, di oculata pianificazione, dell’intero territorio regionale.

La Convenzione Europea del Paesaggio (2000) ratificata dall’Italia nel 2006, all’art. 1 per paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. L’art. 2 include spazi naturali, rurali, urbani e periurbani, paesaggi terrestri, le acque interne e marine, sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita quotidiana e i paesaggi degradati. Dalla lettura del preambolo della convenzione si evincono alcuni punti essenziali, quali diritti e responsabilità di ciascun individuo per la sua salvaguardia, gestione e pianificazione visto che il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività economica, e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro. Si riconosce che il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni tenendo conto che le attività economiche e i cambiamenti economici mondiali continuano, in molti casi, ad accelerare le trasformazioni dei paesaggi.

Appare utile ricordare gli obiettivi definiti dalla Carta nazionale del paesaggio, come conclusione del percorso di lavoro e di riflessione racchiuso negli Stati Generali del Paesaggio del 25 e 26 ottobre 2017, che consistono nel promuovere nuove strategie per governare la complessità del paesaggio, l’educazione e la formazione alla cultura e alla conoscenza del paesaggio, tutelare e valorizzare il paesaggio come strumento di coesione, legalità, sviluppo sostenibile e benessere, anche economico. La Carta nazionale si rivolge a quanti avranno future responsabilità di governo ai diversi livelli istituzionali indicando una strategia nazionale per il paesaggio. Ciò con l’obiettivo o quanto meno la speranza che il paesaggio italiano venga finalmente messo al centro di tutte le politiche pubbliche, e non solo di quelle di tutela come fino ad ora è stato [15]. 

coverUna comunità di eredità? 

È in questo contesto che nel 2023 è nata a Carpacco Heritage in FVG, un’associazione che riconosce il valore dell’eredità culturale in una società in continuo cambiamento, mettendo in relazione il patrimonio culturale, la qualità della vita e il benessere delle persone, con l’organizzazione di rassegne, corsi, mostre, pubblicazioni e del festival delle filande.

Per capire le motivazioni che hanno portato alla costituzione dell’Associazione, bisogna risalire al progetto di ricerca riguardante il patrimonio industriale, con la redazione del libro Il patrimonio industriale sul Tagliamento. Le filande di Dignano e di Carpacco, e alle passeggiate effettuate per la campagna fotografica riguardante le due filande. L’osservazione del paesaggio unita ad una contestuale osservazione del contesto sociale, economico e culturale locale, ha portato ad estendere il campo di indagine rivolgendo lo sguardo anche al paesaggio rurale e fluviale di Carpacco con la realizzazione del progetto fotografico Paesaggi a Carpacco [16].  

Da un approccio basato sulle percezioni, “il paesaggio vissuto”, è nata l’esigenza di analizzare il valore simbolico ed identitario dei luoghi, “il paesaggio studiato” [17] e, vista l’importanza e la complessità degli argomenti trattati, è nata anche l’esigenza, di tipo organizzativo, di costituire un’associazione per riunire un gruppo di persone che si riconoscesse in un sistema di valori, in un’eredità culturale e desiderasse partecipare ad  attività ed iniziative sentite come sempre più necessarie. Le passeggiate paesaggistiche a Carpacco sono così continuate con il coinvolgimento, il racconto e l’ascolto degli abitanti, testimonianze ad elevato rischio di dispersione, facendo emergere una stratificazione di significati e quesiti, tracce lasciate dall’uomo nel tempo. La narrazione identitaria, spesso recondita, di chi è nato, cresciuto e ha sempre abitato il paese, ha portato alla realizzazione del libro Paesaggi a Carpacco, con l’identificazione degli elementi permanenti e caratteristici del paese rivierasco – il sistema delle acque, il sistema delle case rurali e il sistema del patrimonio industriale –, e la realizzazione di un secondo progetto fotografico – Acqua, sassi e gelsi –, riguardante l’intero comune di Dignano [18].

Queste considerazioni portano a collegare la costituzione di Heritage in FVG con la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società, la Convenzione di Faro (2005), ratificata dall’Italia nel 2020, che all’art. 2.a definisce l’eredità culturale come «un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Esso comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato dell’interazione nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi», e all’art. 2.b il concetto di comunità di eredità «costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future», e  all’art. 4 «chiunque, da solo o collettivamente, ha diritto a trarre beneficio dall’eredità culturale e a contribuire al suo arricchimento; chiunque, da solo o collettivamente, ha la responsabilità di rispettare parimenti la propria e l’altrui eredità culturale e, di conseguenza, l’eredità comune dell’Europa; l’esercizio del diritto all’eredità culturale può essere soggetto soltanto a quelle limitazioni che sono necessarie in una società democratica, per la protezione dell’interesse pubblico e degli altrui diritti e libertà»[19]. 

imagesLa mappa di comunità 

La pubblicazione del libro Paesaggi a Carpacco ha costituito una prima sintesi tra il paesaggio vissuto e il paesaggio studiato, con l’individuazione di alcuni tra i luoghi simbolici e identitari del paese. Durante lo svolgimento di queste attività sono stati ricordati alcuni personaggi rilevanti per il paese, feste, antichi mestieri, nomi di luoghi in friulano, con la consapevolezza che molte testimonianze non erano più disponibili e che molti luoghi significativi non esistevano più. La presa di coscienza dell’elevato rischio di dispersione di questa eredità culturale ha portato alla proposta di avviare un progetto per la realizzazione della mappa di comunità di Carpacco che contribuisca a salvaguardare e trasmettere gli “elementi” distintivi, materiali e immateriali, caratterizzanti la storia economica, sociale e culturale del paese [20]. 

«In parole semplici una mappa di comunità è un gruppo di abitanti che riflette collettivamente sulle specificità locali ossia sulle cose (nel senso più generico del termine) che rendono il luogo in cui si abita diverso dagli altri e per cui vale la pena vivere lì e le posizionano su una mappa» [21]. 

La partecipazione alla realizzazione della mappa ha riguardato gli abitanti dei diversi borghi del paese: il legame con il Tagliamento si riflette nella conformazione del paese con i suoi tre accessi al Tagliamento, clève [22], corrispondenti con le tre parti del paese in cui i carpacchesi, cjarpadîns, si riconoscono, Cjarpât  Disore, Cjarpât di Miez [23], Cjarpât Disòt. La forma urbana di Carpacco, lungo una direttrice nord-sud, è caratterizzata dall’unione di tre borghi in Piazza Libertà, Borc dai Faris, Borgo dei Fabbri, Borc de Glesie, via della Chiesa, Borc de Selve, Borgo Selva in via Spilimbergo, questa è la parte del paese denominata Cjarpât Disore, Carpacco di Sopra. La parte intermedia del paese si estende da Piazza Libertà fino alla fontana originariamente costruita dagli abitanti del paese [24],  che costituisce l’inizio della terza parte del paese, Cjarpât Disòt, Carpacco di Sotto, con la chiesa di San Giorgio, la glesiute. Si tratta della prima chiesa del paese, costruita dopo il 1322 al centro del primo nucleo della Villa di Carpacco, mentre la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo risale al XV secolo, entrambe hanno successivamente subìto modifiche e ampliamenti [25].

Le attività dei gruppi umani determinano una particolare relazione, complessa e dinamica, con l’ambiente e lo spazio geografico circostante, una trasformazione operata dagli uomini sulla natura, con le attività economiche, canali, edifici e luoghi di culto. Carpacco, terra di emigrazione e rientri, di fiume, chiese e filande, diventa un terreno di ricerca in cui studiare questa relazione “complessa”, visto che ogni percorso di sviluppo implica processi di cambiamento, conservazione, protezione della natura che riguardano sia gli Amministratori/pianificatori, che i cittadini che in quei valori si riconoscono e di cui la mappa di comunità, attualmente in corso di realizzazione, potrebbe essere un tassello, una ricerca di dialogo possibile, questo per tornare al significato del titolo iniziale [26]. 

Dialoghi Mediterranei, n. 71, gennaio 2025 
Note
[1] Secondo Frau la base dell’idronimo Tagliamento viene da un *tilia “tiglio”, cfr Frau G., 1978, Dizionario toponomastico del Friuli Venezia Giulia, Udine, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia.
[2] In tempi recenti l’albero era verosimilmente un ippocastano, denominato tèi (tiglio).
[3] Turri E., 2008, Antropologia del paesaggio, Venezia, Marsilio: 76.
[4] Cfr. Di Sopra L., 1989, Friulabio, Udine, Casamassima.
[5] Comune di Dignano, Ufficio Anagrafe, 23/3/2023.
[6] Censimento della popolazione e delle abitazioni Istat.
[7] Censimento della popolazione e delle abitazioni Istat (dal 2021 Censimento permanente), Comune di Dignano, Ufficio Anagrafe.
[8]  Censimento della popolazione e delle abitazioni Istat (dal 2021 Censimento permanente).
[9] Zolli A., 2021, Filandere e industriali nei paesi di Dignano e Carpacco, in Zolli A. (a cura di), Il patrimonio industriale sul Tagliamento. Le filande di Dignano e di Carpacco, Pasian di Prato, L’Orto della Cultura: 33-80.
[10] Orlando A., 2006, I mulini della Roggia a Carpacco, in Pellegrini L. (a cura di), Tagliamento due sponde sul fiume. Guida storica e tecnica di un tratto del medio corso, Comitato Studi Tagliamento, Meduno, Areagrafica Srl: 136-145.
[11] Secondo la delibera di Giunta regionale n. 530 dell’11/4/2024 si tratterebbe della “costruzione di una traversa laminante, con luci mobili a paratoie piane, adiacente al ponte di Dignano per la creazione di un bacino di espansione in linea, in alveo attivo, cfr. https://www.regione.fvg.it/asp/delibere, consultato in data 10/12/2024. La delibera di Generalità n. 1076 del 17/7/2024 indica un ponte-diga, cfr.  https://www.assiemeperiltagliamento.org/petizione-no-diga.html, consultato in data 11/12/2024; cfr. Tagliamento: Scoccimarro, iter opere partirà nelle prossime settimane, 21/11/2024, https://www.regione.fvg.it/rafvg/giunta/dettaglio.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/Giunta/&id=134786&ass=C07&WT.ti=Ricerca%20comunicati%20stampa, consultato in data 10/12/2024.
[12] Cfr. https://www.cirf.org/tagliamento-la-comunita-scientifica-internazionale-chiede-lo-stop-alla-cassa-despansione-di-dignano/, consultato in data 3/12/2024; cfr. Appello della comunità tecnico-scientifica internazionale: Il Tagliamento deve scorrere libero! Il più naturale dei grandi fiumi alpini rischia di essere sconvolto dalla costruzione di grandi opere: è imprescindibile gestire il rischio di alluvioni conservandone l’inestimabile valore ambientale, sociale e culturale; cfr. anche il Regolamento Europeo per il Ripristino della Natura (Nature Restoration Law).
[13] L’associazione Assieme per il Tagliamento ha consegnato la petizione alla Regione Friuli Venezia Giulia in data 10/12/2024, cfr. https://www.assiemeperiltagliamento.org/petizione-no-diga.html, consultato in data 11/12/2024.
[14] Per l’attenzione all’elemento culturale ed identitario del paesaggio nell’esperienza giuridica italiana, anche prima del 1948, cfr. Cerrina Feroni G., 2021, La dimensione culturale-identitaria di paesaggio. Uno sguardo giuridico comparato, in Frank M. e Pilutti Namer M. (a cura di), La Convenzione Europea del Paesaggio vent’anni dopo (2000-2020). Ricezione, criticità, prospettive, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari.
[15] Cfr. MIBACT, Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio italiano (a cura di), 2018, Carta nazionale del paesaggio. Elementi per una Strategia per il paesaggio italiano, Roma, Gangemi Editore; cfr. anche MIBACT, 2018, Stati Generali del Paesaggio. Atti. Palazzo Altemps, Roma, 25 e 26 ottobre 2017, Roma, Gangemi Editore; Cfr. Volpe G., 2021, «What the hell is water?» Paesaggi, conoscenza, tutela, partecipazione, in Frank M. e Pilutti Namer M. (a cura di), 2021, La Convenzione Europea del Paesaggio vent’anni dopo (2000-2020). Ricezione, criticità, prospettive, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari. 
[16] Progetto fotografico a cura di Angela Zolli, fotografie di Milvia Morocutti e Paolo Sartori, divenuto l’allestimento permanente del Centro polifunzionale di Carpacco in cui si svolgono riunioni, conferenze, incontri culturali.
[17] Per i concetti di “paesaggio vissuto” e “paesaggio studiato”, cfr. Turri, 2008, Antropologia del paesaggio, op. cit.: 15-23.
[18] Progetto fotografico a cura di Angela Zolli, fotografie di Milvia Morocutti e Paolo Sartori, divenuto una mostra itinerante a disposizione delle istituzioni culturali interessate.
[19] Per il concetto di “comunità” tra diritto internazionale e diritto interno, cfr. Giampieretti M., 2015, Quali strumenti giuridici statali e regionali per le comunità patrimoniali? in Sapere l’Europa, sapere d’Europa 3. Citizens of Europe. Culture e diritti, a cura di Zagato L. e Vecco M., Edizioni Ca’ Foscari: 335-355; cfr.  anche Zagato L., Sulla nozione di comunità in diritto internazionale, in Dialoghi Mediterranei, n. 61, maggio 2023.
[20] Cfr. Tucci R., Beni culturali immateriali, patrimonio immateriale: qualche riflessione fra dicotomie, prassi, valorizzazione e sviluppo, http://www.iccd.beniculturali.it/getFile.php?id=2963, consultato in data 10/12/2024; cfr. Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (2003) e la Convenzione UNESCO per la protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali (2005).
[21] Maggi M., Perchè si fanno le mappe di comunità, http://www.mappadicomunita.it/, consultato in data 9/12/2024.
[22] Salita o strada in salita. Per la trascrizione del friulano si adotta la grafia di Pirona G.A., Carletti E., Corgnali G.B., 2020, Il Nuovo Pirona. Vocabolario Friulano, Seconda edizione, Udine, Società Filologica Friulana.
[23] Denominazione recente rispetto a Cjarpât  Disore e Cjarpât Disòt.
[24] Zucchiatti G., La fontana di Carpacco di Sotto; Brose, Le fontane di Ciarpât, in A proposito di…, Febbraio 2007, Anno 12, Numero 1. Secondo le fonti orali in passato a Carpacco di Sotto c’era lo suéi, uno stagno, pochissimo profondo, mantenuto artificialmente nel centro dei villaggi, cfr. Il Nuovo Pirona, op. cit.; cfr. anche Zozzolotto S., 2005, Una “pianura inacquosa”. I luoghi, le acque. Percorsi di lavoro e di ricerca, in Sfueis. Memoria e ricerca storica, Istitût Ladin-Furlan “Pre Checo Placerean”, Comune di Sedegliano 64-65.
[25] Simonetti C., Vasciaveo M. (a cura di), 1991, La chiesa di S. Giorgio in Carpacco, Fagagna, A.R.S. Carpacco.
[26] Cfr. Balletti F., con scritti di Alcozer F. e Bolloli M., 2001, Luoghi e comunità dalla storia al progetto, Genova, De Ferrari Editore; cfr. Clifford S., Maggi M., Murtas D., 2006, Genius Loci: perché, quando e come realizzare una mappa di comunità, Torino, Istituto di Ricerche Economico-Sociali del Piemonte, IRES-Piemonte; cfr. Polvani M. e Ciancone S., Uno “Statuto dei luoghi” per Fontecchio. Esperimento di Democrazia Deliberativa in un Comune terremotato dell’Abruzzo, in Amministrazione In Cammino, https://www.amministrazioneincammino.luiss.it/2011/05/12/uno-%E2%80%9Cstatuto-dei-luoghi%E2%80%9D-per-fontecchio-esperimento-di-democrazia-deliberativa-in-un-comune-terremotato-dell%E2%80%99abruzzo/, consultato in data 6/12/2024. 
Riferimenti bibliografici 
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FONTI 
Fonti normative
Codice dei beni culturali e del paesaggio, Decreto legislativo n. 42 del 2004.
Convenzione Europea del Paesaggio, 2000, Firenze, Consiglio d’Europa.
Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società, 2005, Faro, Consiglio d’Europa.
Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (2003).
Convenzione UNESCO per la protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali (2005).
Costituzione della Repubblica Italiana, 1948.
Delibera di Giunta Regionale n. 530 dell’11 aprile 2024.
PPR-FVG approvato con DPR 24/04/2018 n.0111/ Pres.
P.R.G.C., Comune di Dignano. 
Fonti statistiche
Comune di Dignano, Ufficio anagrafe.
Istat, Censimento della popolazione e delle abitazioni. 
Altre fonti
Associazione Assieme per il Tagliamento.
Fotografie di Milvia Morocutti e Paolo Sartori. 
SITOGRAFIA 
Polvani M. e Ciancone S., Uno “Statuto dei luoghi” per Fontecchio. Esperimento di Democrazia Deliberativa in un Comune terremotato dell’Abruzzo, in Amministrazione In Cammino, https://www.amministrazioneincammino.luiss.it/2011/05/12/uno-%E2%80%9Cstatuto-dei-luoghi%E2%80%9D-per-fontecchio-esperimento-di-democrazia-deliberativa-in-un-comune-terremotato-dell%E2%80%99abruzzo/, consultato in data 6/12/2024. 
https://www.assiemeperiltagliamento.org/petizione-no-diga.html, consultato in data 11/12/2024. 
https://www.cirf.org/tagliamento-la-comunita-scientifica-internazionale-chiede-lo-stop-alla-cassa-despansione-di-dignano/, consultato in data 3/12/2024; Appello della comunità tecnico-scientifica internazionale: Il Tagliamento deve scorrere libero! Il più naturale dei grandi fiumi alpini rischia di essere sconvolto dalla costruzione di grandi opere: è imprescindibile gestire il rischio di alluvioni conservandone l’inestimabile valore ambientale, sociale e culturale; Regolamento Europeo per il Ripristino della Natura (Nature Restoration Law). 
Tucci R., Beni culturali immateriali, patrimonio immateriale: qualche riflessione fra dicotomie, prassi, valorizzazione e sviluppo, http://www.iccd.beniculturali.it/getFile.php?id=2963, consultato in data 10/12/2024. 
Maggi M., Perchè si fanno le mappe di comunità, http://www.mappadicomunita.it/, consultato in data 9/12/2024. 
Delibera di Giunta Regionale n. 530 dell’11 aprile 2024, https://www.regione.fvg.it/asp/delibere, consultato in data10/12/2024. 
Tagliamento: Scoccimarro, iter opere partirà nelle prossime settimane, 21/11/2024, https://www.regione.fvg.it/rafvg/giunta/dettaglio.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/Giunta/&id=134786&ass=C07&WT.ti=Ricerca%20comunicati%20stampa, consultato in data 10/12/2024.
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Angela Zolli, laureata in Economia e Commercio all’Università di Trieste, ha lavorato in importanti aziende in diversi settori. Dal 1999 è occupata nell’ambito delle scienze sociali, si è specializzata in Antropologia Culturale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e ha conseguito il Dottorato in Sociologia e Antropologia all’Università Lumière Lyon 2 di Lione. Nel 2006 ha fondato Lab REA, il Laboratorio di Ricerca Economica e Antropologica in cui attualmente opera.

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