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Qui e ora a Palermo, amabile e sordida

locandinadi Flavia Schiavo 

Girato nel settembre del 2023, Fino alla fine, tredicesimo lungometraggio di G. Muccino (sceneggiato da Paolo Costella e Gabriele Muccino, costato undici mln di euro), ispirato al film Victoria di S. Schipper (2015, girato in un unico piano sequenza), mette al centro non unicamente la città di Palermo, ma la duplice relazione che abitanti e visitatori possono instaurare con la città stessa.

Guardata da lontano, come fosse una metropoli di confine (come afferma lo stesso Muccino durante una intervista) ed esplorata da vicino, vissuta soprattutto di notte immergendosi dentro il suo ventre, Palermo si offre e viene attraversata rievocandone, in un certo senso, la fascinazione che gli scrittori del Grand Tour esperivano e restituivano tra Settecento, Ottocento e primi del Novecento.  

Alla stregua dei viaggiatori e delle viaggiatrici che completavano la propria formazione alla ricerca della cultura classica, le due sorelle californiane, Rachel e Sophie, giungono a Palermo. Diametralmente opposte le due ragazze rappresentano una dualità e, nel contempo, una interezza, costituita da una parte luminosa e da una parte ombra, sedotta la prima dal patrimonio culturale, dalla luce chiara, dai musei, dalle opere d’arte, dal palinsesto storico, e catturata la seconda dall’oscurità che la stessa città rimanda.

Il limite labile tra culture differenti, tra legalità e illegalità, tra lecito e illecito, tra il nero profondo e il bianco accecante, tra le atmosfere rassicuranti e i milieu pericolosi, si mischiano mostrandoci quanto sia impercettibile la barriera tra queste due condizioni estremamente seduttive. Palermo (definita “perla brillante del mare”, da C. de Galembert, nel 1816), insieme amabile e sordida, viene restituita tra il sole abbagliante riflesso dal litorale di Mondello e la notte profonda e silenziosa che rende la città deserta quasi spettrale, malgrado alcune delle location scelte dal regista, tra queste l’Orto Botanico, rimandino al rigore e alla lucidità dell’Illuminismo o ai fasti del Liberty palermitano dei Florio e dei Whitaker.

31754212448_5Ma l’unità urbana, la sua complessità esiste proprio all’intersezione tra due tali contradittorie componenti: come affermato da Goethe nel 1816, infatti: «l’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto». Ed è a Palermo, amante depravata e lirica, oasi e deserto, sua capitale, che si ritrova quest’amalgama di contraddizioni potenti. La doppia realtà palermitana si manifesta, così, proprio in quanto narrata come se la visita rimandasse al rapporto con ciò che è forestiero e con un esotismo di frontiera. L’incontro che Sophie vive attraverso la relazione con il gruppo di giovani che la fagocita e la trascina durante quelle tragiche ventiquattro ore rievoca quanto vissuto dai viaggiatori settecenteschi e ottocenteschi che si scontravano con reti stradali quasi inesistenti, sistemi rudimentali di trasporto e di comunicazione, o con la miseria. Il gruppo dei giovani, contraltare al periegetico classico, «ombre del mondo sotterraneo» (W. A. Paton, 1897, a proposito di alcuni abitanti palermitani), guida infatti la giovane, che all’inizio del film coglie la sfida e si tuffa da un’alta roccia nel mare cristallino di Mondello, alla scoperta di un’altra inedita città, conosciuta per un’esperienza diretta, fortemente trasformativa e deformante.

Il viaggio di Sophie, dunque, sorpresa assoluta, si traduce nella manifestazione violenta di una immanenza concreta, nel “qui e ora” (il titolo originale del film, poi tradotto in italiano da Fino alla fine, era Here now, infatti) dove le cose e le esperienze si consumano brutalmente non mediate da alcuna azione intellettuale: quanto vissuto e agito tracima il programma e la pianificazione del viaggio pensato ex ante. L’hic et nunc, domina su ogni idealizzazione antecedente.

11Attraversare Palermo e da Palermo essere attraversati, quindi, richiede l’immersione profonda nel rischio, in cui le viscere trionfano. Un inabissamento che consente di sfuggire a un itinerario rassicurante e standardizzato.

Tale tema del viaggio di formazione, presente in moltissimi altri film od opere letterarie (es. 25th Hour, di S. Lee o A Room with a View, di J. Ivory, tratto dal romanzo omonimo di E. M. Forster), mostra provocatoriamente come le strade battute e comode restituiscano solo una parte dell’intero che può essere letto solo attraverso altri codici, attraverso il contatto erosivo con l’Alterità, attraverso abrasioni erotizzanti.

In ogni viaggio esiste un azzardo: esporsi, contattare l’ignoto, derubricare le proprie convinzioni, trovare l’oscurità dentro di sé, scardinare amore e passione, cancellare le relazioni precedenti, ritrovarsi improvvisamente apolidi, perdere le proprie convinzioni e perdere se stessi. E forse ricomporsi in una nuova unità, senza governo, che integra paradisi e inferni personali in una totalità segreta e incomunicabile. Per tendere verso ciò che August von Platen, nel 1835, intuì affermando che «in Sicilia almeno, la morte sarà più poetica». 

Dialoghi Mediterranei, n. 71, gennaio 2025 
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Flavia Schiavo, architetto, architetto del paesaggio e PhD in Pianificazione Territoriale. Prof.ssa Associata presso la Università degli Studi di Palermo, insegna Urbanistica (Laurea in Urban Design per la città in transizione) e Laboratorio di Progettazione urbanistica (Corso di Laurea in Architettura). È componente del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Architettura, Arti e Pianificazione. Ha al proprio attivo numerose pubblicazioni (saggi e monografie), in italiano, spagnolo e in inglese, che sviluppano articolati temi di ricerca: fonti non convenzionali (letteratura e cinema per interpretare città e territorio); linguaggio urbanistico; partecipazione, conflitti, azioni e pratiche bottom-up in ambito urbano; parchi e giardini; sviluppo e questioni sociali, economiche e antropologiche nel contesto della Rivoluzione Industriale; arte, culture urbane e contaminazioni. Tra i titoli delle monografie: Parigi, Barcellona, Firenze: forma e racconto, 2004, Sellerio, Palermo; Tutti i Nomi di Barcellona, 2005, FrancoAngeli, Milano; Piccoli giardini. Percorsi civici a New York City, 2017, Castelvecchi, Roma; Lettere dall’America, 2019, Torri del Vento, Palermo; New York: entre la tierra y el cielo, Ediciones Asimétricas, Iniciativa Digital Politècnica, Barcelona, Madrid, 2021; Lo schermo trasparente. Cinema e Città, Castelvecchi, Roma, 2022; Nata per correre. New York City tra il XIX e gli inizi del XX secolo, Aracne, Roma, 2023; 8 lezioni newyorchesi. La Democrazia delle Città, la Democrazia della natura, Il Sileno edizioni, Cosenza, 2023. Fa parte di Comitati scientifici di prestigiose collane editoriali (FrancoAngeli) e di Riviste del settore. Ha organizzato seminari, simposi, meeting, convegni nazionali e internazionali e ha condotto lunghi periodi di ricerca in Italia e all’estero, in Europa (UAB, Barcellona) e recentemente negli Stati Uniti (Columbia University, New York City).

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