di Rosa Salvia
È un privilegio passeggiare per le strade di una città come Catania, terra di barocco, pietra nera, sole cocente e anima popolare; città incastonata tra l’Etna e il mare, terra di acqua e fuoco.
Ho percorso viali, viuzze e stradine camminando con il naso all’insù, incurante dei rumori che mi circondavano, facendo spazio al mio silenzio interiore, osservando solo ciò che mi incuriosiva, seguendo un ritmo lento e meditativo.
Ogni città è ricca di innumerevoli sfaccettature e ognuno ne coglie gli aspetti più inclini al proprio sentire, più vicini al proprio sguardo.
Osservare l’alternarsi di sagome di testimonianze storiche di una ricca eredità culturale del passato, a profili di arredo urbano o elementi di un vissuto quotidiano mi ha portato a seguire il ritmo che inconsapevolmente mi proponeva la città, fatto di accostamenti inconsueti, di sorprese e scoperte, di piccoli dettagli, accomunati solo dallo stagliarsi nitidi su un cielo plumbeo.
Ciò che mettevo a fuoco erano solo i contorni, nessun particolare si imprimeva nella mia mente se non il profilo di quegli elementi di varia forma e angolazione posti al confine con il cielo. Frammenti di città spesso invisibili.
Se è vero che la bellezza è negli occhi di chi guarda può stare ovunque e tutti noi possiamo individuarla approfondendo il nostro sguardo e ricercandola negli aspetti più comuni e per questo meno visibili del nostro vivere le giornate.
Decentrare lo sguardo alzando gli occhi può aiutarci a decostruire la prospettiva convenzionale del pensare, del progettare, dell’immaginare.
Scopriamo che la città non è solo quella orizzontale, fatta di strade, piazze e negozi, ma anche quella che si innalza con le sue forme verticali che dialogano con il cielo e fanno da contrappunto alle nuvole.
La città che racconto è una città silenziosa, lontana dal caos e dal vociare dei mercati e del traffico, una città la cui bellezza si vede solo a tratti, in controluce, adombrata; una città familiare ma al tempo stesso sconosciuta.
Dialoghi Mediterranei, n. 65, gennaio 2024
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Rosa Salvia, laureata a Palermo nel 2004 in Scienze della Comunicazione ha sempre avuto una passione per le immagini, ma inizia ad interessarsi alla fotografia solo da pochi anni. Inizialmente predilige foto di paesaggio, ma dopo aver preso parte a dei workshop condotti da Carmelo Bongiorno, Letizia Battaglia e Antonio Manta, il suo approccio con la fotografia è in una fase di sperimentazione alla ricerca di un percorso più intimo che le consenta di esprimere sé stessa utilizzando le immagini quale mezzo di esplorazione del suo mondo emozionale. Ha collaborato alla realizzazione dei libri Simeto il luogo che non c’è (2019) e Sicilia, l’isola plurale (2022), Mito e sicilitudine (2023) e nel corso degli anni ha partecipato a varie mostre collettive. Il suo progetto fotografico “La terza immagine” è stato selezionato per l’edizione zero del Castiglion Fiorentino Photo Fest (2022), dal Fondo Malerba per la Fotografia per il FALL SHOW 2022 e per “Scatti Mediterranei” (2023).
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