il centro in periferia
di Filippo Lambardi
Attratti dal sempre più variegato, e vivo, mondo delle cooperative di comunità sorto in tutta Italia, nella primavera del 2019 un gruppo molto eterogeneo di murlesi iniziò a trovarsi in riunioni molto circoscritte ed informali per capire se pure a Murlo la cosa potesse avere un senso.
Partecipando ad alcuni convegni in Toscana si capì che alcune potenzialità potevano esserci e con la spinta significativa della nuova amministrazione comunale, insediatasi a giugno del 2019, la “cosa” iniziò ad avere una sua consistenza.
Fu avviato un dialogo con la Regione Toscana, fra le più attive in questo campo grazie all’opera dell’Assessore Vittorio Bugli, e fu elaborata una conferenza col giornalista Francesco Erbani, autore di un bel volume per Einaudi sul fenomeno, appunto, delle cooperative di comunità.
A Murlo abbiamo pensato alla cooperativa di comunità come progetto pilota. Murlo è un comune rurale, interno, ma né troppo periferico né troppo spopolato. Si raggiunge Siena, nel migliore dei casi, in 25 minuti, ed ha una popolazione di 2400 abitanti raggruppati sulle due frazioni maggiori (Casciano e Vescovado) e su 18 fra frazioni minori e case sparse.
Territorio cerniera fra le valli dell’Arbia, dell’Ombrone, del Merse e del Farma, è geograficamente (e morfologicamente) divisibile in due versanti. Ad est quello più simile al circondario delle Crete, con la frazione di Vescovado (sede peraltro della casa comunale) e ad ovest quello più attinente alle caratteristiche della val di Merse con colli più alti ricoperti da fitti boschi.
Per secoli importante polo industriale etrusco, poi riassorbito dalla predominanza etrusca di Chiusi, Murlo ha rappresentato un’eccezione istituzionale unica in tutto lo Stivale, costituendo per quasi sette secoli una signoria personale del vescovo, poi arcivescovo, di Siena.
Di fatto quello che oggi è il territorio del nostro comune fu un “feudo”, parola in verità usata impropriamente, della figura apice della Chiesa senese. Un territorio che, giustappunto, si chiamava Vescovado, toponimo rimasto oggi alla frazione sede del Comune.
In età contemporanea la divisione è stata ampliata dalle condizioni socio economiche dei versanti di cui sopra. Se nella zona, chiamiamola così, di Vescovado si riscontravano poche famiglie di proprietari terrieri che gestivano i poderi a mezzadria e un importante polo industriale presso il sito estrattivo di lignite, in località (neanche a dirlo) Miniere di Murlo, nella zona di Casciano, complici condizioni migliori delle rese agricole, già dalla fine dell’Ottocento si faceva largo una conduzione agricola che avrebbe portato ad una più significativa presenza e relativo radicamento dell’esperienza diretto-coltivatrice.
Ciò inasprì le vicende politiche per tutto il Novecento con una spaccatura che tutti, in provincia di Siena, addetti alla materia, hanno conosciuto. Con annesso un campanilismo fra i più feroci dell’intero circondario, oggi ridotto a mera goliardia e battuta.
Ciò premesso, anche per scongiurare uno spopolamento sempre a rischio e poter intervenire in supporto al reddito di giovani, e meno giovani, con necessità lavorative più importanti, è parso doveroso tentare questa esperienza pure in una comunità come la nostra, lontana dagli altri esperimenti fatti in Toscana e nel territorio senese.
Sbrigate le pratiche formali, costose e complesse come per una cooperativa “normale”, cosa che sta sollevando idee per comporre un quadro normativo ad hoc per queste cooperative, abbiamo presentato la Cooperativa di comunità Il Feudo in un incontro pubblico, presso le scuole elementari di Murlo, il 15 febbraio u.s. a pochi giorni quindi dalla chiusura per il Corona Virus.
Alla presenza delle istituzioni ma soprattutto di quasi 300 cittadini (cosa che a mia memoria non si era mai manifestata per iniziativa di carattere pubblico), il sottoscritto ha tracciato le priorità sintetizzate sopra argomentando come la cooperativa avrebbe prodotto reddito. Nello specifico andando a recuperare i tanti fondi agricoli abbandonati (su tutti gli uliveti), compiendo servizi di prossimità alla popolazione che gravita nelle frazioni più piccole o addirittura nei poderi (commissioni per anziani, piccole riparazioni in arredi privati interni e esterni, servizi navetta ecc.), gestione di servizi comunali e sovracomunali non più affrontabili da parte dell’ente pubblico. Il tutto con la collaborazione delle associazioni.
A mero titolo illustrativo spiegammo che nel nome non si andava a tracciare una ideale consonanza con l’istituzione feudale di medievale memoria ma a circoscrivere, attraverso un sostantivo che rimanda immediatamente al nostro territorio, un simbolo riconoscibile da parte di tutti.
Proprio le associazioni hanno collaborato, mediante una lettera d’appoggio, al progetto che ho presentato in Regione e che verrà finanziato nelle prossime settimane per avviare tutta la progettualità.
La fortuna non ci ha assistito poiché siamo rimasti bloccati proprio sul più bello dal diffondersi della pandemia, ma proprio da un momento di crisi speriamo di riprendersi con maggiore slancio.
Al momento la cooperativa assomma venti soci, studenti, pensionati, lavoratori autonomi e dipendenti. Nessuno di essi ha necessità impellenti quindi di lavorare ed è stato volutamente così, per l’inizio, in modo da non dare adito a polemiche (che sono frequenti nei piccoli centri) ma anche per non creare false aspettative.
Pur con notevoli aspirazioni non ci siamo presentati come agenzia di collocamento, e la risposta della cittadinanza è stata positiva proprio su questa trasparenza iniziale, ma come potenziale volano di sviluppo (e perché no di recupero di antichi valori nel saper lavorare e fare le cose) per un territorio a un tiro di schioppo da Siena ma comunque a rischio.
Dialoghi Mediterranei, n. 46, novembre 2020
Appendice
STATUTO della società “Cooperativa di Comunità Il FEUDO”
ART. 4 – SCOPO
La cooperativa ha scopo mutualistico e si propone di perseguire gli interessi generali delle comunità del Comune di Murlo e dei Comuni viciniori, svolgendo la propria attività caratteristica a favore dei propri soci cooperatori, sia lavoratori che soggetti imprenditoriali, in modo da far conseguire agli stessi condizioni lavorative o beni e servizi nei settori interessati di cui all’oggetto sociale, a migliori condizioni rispetto a quelle ottenibili sul mercato, tutelando gli interessi, la salute e la sicurezza dei soci suddetti.
Lo scopo sociale è indirizzato alla promozione dell’autorganizzazione dei cittadini dei Comuni di cui al comma precedente, per il soddisfacimento dei loro bisogni e di quelli delle rispettive comunità, con particolare riguardo alla promozione e alla diffusione di una cultura ambientale ed etica, orientata all’utilizzo responsabile delle risorse naturali, recupero e valorizzazione del territorio dal punto di vista ambientale, produttivo, economico, architettonico, socio-economico e culturale.
La cooperativa riconoscerà quindi la centralità del capitale umano, il che significa impostare modelli organizzativi e gestionali che favoriscano la partecipazione di tutti i soci, ma nel contempo, non trascurerà l’aspetto finanziario necessario al conseguimento degli obiettivi sociali.
Con specifico riguardo ai soci lavoratori, essi intendono perseguire lo scopo di ottenere, tramite la gestione in forma associata e con la prestazione della propria attività lavorativa, continuità di occupazione e le migliori condizioni economiche, sociali, professionali nell’ambito degli obiettivi di cui ai commi precedenti.
Ai fini del raggiungimento degli scopi sociali e mutualistici di cui al comma precedente, i soci instaurano con la cooperativa un ulteriore rapporto di lavoro, in forma subordinata o autonoma, nelle diverse tipologie previste dalla legge, ovvero in qualsiasi altra forma consentita dalla legislazione italiana. Le modalità di svolgimento delle prestazioni dei soci lavoratori sono disciplinate da apposito regolamento, approvato ai sensi dell’articolo 6 della legge 3 aprile 2001, n.142.
Con specifico riguardo ai soci imprenditori, essi intendono perseguire lo scopo di migliorare e valorizzare le proprie attività ottenendo, tramite la gestione in forma associata e la stipula di contratti di scambio con la cooperativa, beni e servizi nei settori di attività di cui al comma successivo, di qualità non inferiore alla media, alle migliori condizioni possibili.
Con specifico riguardo ai soci utenti, la cooperativa ha la finalità di fornire, alle condizioni economiche più vantaggiose del mercato di riferimento, prevalentemente ai soci, beni e servizi.
La cooperativa può svolgere la propria attività anche con lavoratori o imprenditori terzi non soci.
La cooperativa è retta e disciplinata dai principi della mutualità senza fini di speculazione privata ai sensi dell’articolo 2514 codice civile.
La cooperativa si propone altresì di contribuire allo sviluppo del movimento cooperativo promuovendo la costituzione e la crescita di cooperative composte da cittadini appartenenti al territorio di riferimento.
Perciò la cooperativa può aderire a una o più centrali cooperative. Su delibera del Consiglio di Amministrazione potrà aderire ad altri Organismi economici e sindacali che si propongono iniziative di attività mutualistiche, cooperativistiche, di lavoro o di servizio.
ART. 5 OGGETTO
La cooperativa, con riferimento ed in conformità al proprio scopo mutualistico, ed agli interessi e requisiti dei propri soci cooperatori, ha per oggetto:
1) la gestione di esercizi alberghieri, di pensioni, di residence, di case vacanze, di bed and breakfast, alberghi diffusi e di attività ricettivo-turistiche in genere sia in locali propri che di terzi.
2) la conduzione di fondi agricoli, l’affitto, acquisto o l’assunzione in gestione da enti pubblici e/o privati, terreni/boschi allo scopo di coltivarli e valorizzarli dal punto di vista agricolo e forestale.
3) l’attività di turismo rurale o di fattoria didattica ed orto-flora-vivaistica e quindi l’acquisto, l’affitto o l’assunzione in gestione a vario titolo, la costruzione o ristrutturazione di fabbricati o altre strutture funzionali alla realizzazione della suddetta attività;
4) il Recupero e la manutenzione sentieri connessi alla mobilità dolce podistica, ciclabile ed equestre;
5) l’educazione ambientale, sociale e storica;
6) il recupero e la valorizzazione delle tradizioni paesane;
7) servizi di piccole manutenzioni alle abitazioni e alle aree connesse;
8) i servizi per un turismo accessibile, sociale, sostenibile e responsabile ed in particolare organizzare e gestire manifestazioni, sagre, fiere, corsi didattici, servizi di vacanza ed attività d’animazione culturale rivolte anche a persone svantaggiate;
9) gestione di laboratori per assemblaggi e lavorazioni in generale, quali ad esempio: ceramica, terracotta, vetro, legno, metalli, pelle e oggetti tipici dell’artigianato;
10) distribuzione di prodotti alimentari ed artigianali di produzione locale, oltre alla vendita di beni di consumo alimentari e non (”food” e non “food”);
11) servizi di promozione del territorio, artistica, culturale, di intrattenimento, l’organizzazione di incontri e meeting, spettacoli, mostre ed eventi culturali e sportivi;
12) gestione dei servizi di accoglienza in biblioteche, musei e centri culturali in genere, compresa la sorveglianza e la pulizia;
13) gestione di in mense aziendali, scolastiche e pubblici esercizi in genere, la prestazione dei servizi ad essi inerenti;
14) l’attività di ristorazione;
15) Studio delle potenzialità di Area, progettazione e realizzazione di interventi di valorizzazione ambientale finalizzate allo sviluppo di impianti per la produzione di energie rinnovabili, di turismo naturalistico, culturale, sportivo e ricettivo;
16) gestione di strutture e servizi di accoglienza e cura degli animali;
17) Attivazione e gestione di spazi/attività/servizi di “coworking”, “smartworking” e di telecomunicazioni;
18) l’attività di tour operator, avvalendosi di direttore tecnico di agenzia di viaggi interno o esterno;
19) la trasformazione, distribuzione e vendita di prodotti alimentari;
20) la gestione ed erogazione di servizi legati al benessere, alla forma fisica, alla cura della persona, come pure la gestione di centri benessere e SPA;
21) Servizi di assistenza alla persona sia domiciliare che in strutture collettive;
22) l’attività di noleggio con conducente (previa messa a disposizione della licenza da parte di soggetti aventi titolo), il noleggio di mezzi di trasporto di qualunque tipo. Per meglio disciplinare il funzionamento interno e, soprattutto, per disciplinare i rapporti tra la Cooperativa ed i soci, determinando criteri e regole inerenti lo svolgimento delle diverse attività mutualistiche, il Consiglio di Amministrazione potrà elaborare appositi regolamenti sottoponendoli successivamente all’approvazione dell’Assemblea con le maggioranze previste per l’assemblea straordinaria.
La cooperativa potrà compiere tutti gli atti e i negozi giuridici necessari o utili alla realizzazione degli scopi sociali. Potrà assumere partecipazioni in altre imprese, consorzi e associazioni, a scopo di stabile investimento e non di collocamento sul mercato.
La cooperativa si propone di stimolare lo spirito di previdenza e di risparmio dei soci, in conformità alle vigenti disposizioni di legge in materia, istituendo una sezione di attività per la raccolta dei prestiti – disciplinata da apposito regolamento – limitata ai soli soci ed effettuata esclusivamente ai fini del conseguimento dell’oggetto sociale. E’ pertanto tassativamente vietata la raccolta del risparmio fra il pubblico sotto ogni forma.
La cooperativa si propone, inoltre, di costituire fondi per lo sviluppo tecnologico o per la ristrutturazione o il potenziamento aziendale, nonché l’adozione di procedure di programmazione pluriennale finalizzate allo sviluppo o all’ammodernamento aziendale. La cooperativa può aderire a un gruppo cooperativo paritetico ai sensi dell’articolo 2545-septies del codice civile.
In ragione della evoluzione delle esigenze della comunità di Murlo e dei comuni limitrofi, la cooperativa si propone di estendere il proprio oggetto sociale, sia attraverso una maggiore articolazione della propria attività mutualistica, sia promuovendo o aderendo ad iniziative che favoriscano la crescita delle comunità attraverso il concorso di una pluralità di imprese associate in rete.
__________________________________________________________________________
Filippo Lambardi, presidente della Cooperativa di Comunità, laureato a Siena in Storia, tradizione e innovazione, collabora con l’Istituto storico della Resistenza senese ed è stato responsabile della Biblioteca Diocesana e dell’Archivio storico del Pontificio Seminario di Siena.
_______________________________________________________________