il centro in periferia
di Ornella Ricchiuto
Non arrivavano in molti fino a trent’anni. /La vecchiaia era un privilegio di alberi e pietre./ L’infanzia durava quanto quella dei cuccioli di lupo./ Bisognava sbrigarsi, fare in tempo a vivere/Prima che tramontasse il sole, /prima che cadesse la neve (“La vita breve dei nostri antenati” di Wistawa Szymborska).
Liquilab nasce nel 2008 attraverso il bando “Principi Attivi” della Regione Puglia, è una fabbrica creativa del Capo di Leuca, un cantiere spettacolare che intreccia la ricerca socio-antropologica, la cinematografia e le arti figurative del Teatro, della Danza, della Musica e della Fotografia. È sede permanente di giovani, adulti e anziani, nonché luogo di interesse storico-antropologico, di ricerca socio-artistica e di cinematografia etnografica.
La sede operativa è a Tricase, cittadina in provincia di Lecce, che fa parte del “Sud Salento – Capo di Leuca”, una delle aree pugliesi incluse nella Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI); l’area del Capo di Leuca è caratterizzata dallo spopolamento dei piccoli borghi, da problemi di marginalità non solo di luoghi ma di una sempre crescente marginalità degli individui. Le “questioni meridionali” tuttora aperte sono connesse ad analisi e interventi passati che auspicavano un rinnovamento complessivo del Mezzogiorno, disatteso poi dall’azione politica e culturale (Luigi Za, 2001). La pianificazione dello sviluppo inizia dalla capacità di coinvolgere gli interessati, la gente, mediante processi di ricerca-azione che mirino alla valorizzazione della comunità locale e, dunque, a partire da tale direzione-processo “dal basso” si colloca Liquilab.
Camminando tra le chianche del centro storico tricasino, dinanzi a quella che era soprannominata l’antica Chiazza Verdura (oggi Piazzetta Dell’Abate), l’Amministrazione Comunale di Tricase affida all’associazione nel 2010 una stanza dell’ex Convento dei Domenicani, fino a quel momento in stato di abbandono, e successivamente concede in gestione anche altre stanze: luoghi fascinosi che hanno subìto innumerevoli trasformazioni (falegnameria, bottega di calzolaio, macelleria, mercato del pesce, vigili urbani, ecc.). Oggi questi spazi, colmi di memorie materiali e immateriali delle comunità salentine, sono riconosciuti con l’espressione popolare Liquilab, un cantiere di sperimentazione che valorizza i soggetti e i luoghi, cosicché le storie di vita della gente comune – «fonte, documento, metodo e genere che ben rappresentano le proprietà del sapere antropologico» (Clemente, 2014) – divengono la chiave di volta per le giovani generazioni che qui ritrovano le proprie radici, osservando e ascoltando chi sono stati i propri genitori, i nonni, i bisnonni, e così via, e riconoscendo il proprio patrimonio culturale e il diritto/responsabilità verso l’eredità culturale e la sua conservazione. Dunque, si è sviluppata un’antropologia che ha una «funzione fondamentalmente collaborativa, in cui analisi e interpretazione sono legate alla consapevolezza e alla crescita delle comunità» (Clemente in Giancristofaro e Zingari, 2020).
La storia della nostra associazione è la storia della gente del profondo sud Italia che si è riscattata e ha deciso di vivere nel proprio paese affrontando un sistema socio-economico e culturale difficile e precario, rimanendo ancorati alle origini, combattendo nel territorio la sfida di ricucire le fratture tra le diverse generazioni, realizzando un catalizzatore comunitario dove ogni passante può scoprire le radici delle comunità locali e riusarle in chiave educativa, sociale, artistica, turistica, imprenditoriale, o ancora ritornare a emozionarsi guardandosi alle spalle per poi riprendere il cammino con occhi più meravigliati.
Del resto la voglia di comunità sentita ed esibita dagli indigeni del nuovo millennio, intrecciando il pensiero sociologico di Zygmunt Bauman e quello antropologico di Pietro Clemente, continua a essere un desiderio istintuale nella modernità radicale, una restanza nel presente tra sicurezza e pericoli, fiducia e rischio, che si concretizza nella ricerca degli individui – liquidi, ibridi, bricolage – di un luogo della resistenza in cui sviluppare il senso demartiniano di “appaesamento” rispetto alle spinte omologanti e spaesanti della globalizzazione in un’ottica di diversificazione e articolazione aderente alla storia dei contesti.
Liquilab opera contro la globalizzazione culturale prodotta dalla radicalizzazione della modernità in quanto, seppur generando una diffusione mondiale di informazioni, dà luogo a disembedding (disaggregazione), ovvero a rapporti “tirati fuori” da contesti locali di interazione e ricostruiti su ponti spazio-temporali indefiniti (Giddens, 1994); in realtà proprio nella conoscenza e nel con-tatto diretto dei luoghi attraverso i racconti di uomini e donne, possiamo compiere un viaggio etnografico rivedendo non solo le bellezze di tanti paesaggi ma anche le espressioni dei volti di una comunità, tornando a casa con gli occhi della memoria, con il ricordo di qualcuno più che di qualcosa.
Dalle storie di vita della gente comune hanno origine miti e riti inediti, antiche leggende, scorci di luoghi eclissati, tradizioni mai udite, cibi peculiari dei luoghi. Un viaggio in profondità alla ricerca della memoria di una comunità attraverso l’Antropologia, l’Arte e il Turismo costituisce l’idea progettuale, maturata nel 2015, “Dal racconto la bellezza” di Liquilab [1], patrocinata da: Assessorato all’Industria Turistica e Culturale. Gestione e Valorizzazione dei Beni Culturali della Regione Puglia; Agenzia Regionale del Turismo – Pugliapromozione; Comune di Tricase; Comune di Castrignano del Capo; Comune di Castro; Comune di Otranto.
Dal 7 al 13 dicembre 2015 Liquilab ha realizzato un Master di formazione professionale di arte, antropologia e turismo teso all’individuazione di artisti che in seguito sarebbero entrati a far parte della Compagnia Liquilab; sono stati accolti venti artisti provenienti da tutto il territorio nazionale e durante i sette giorni di lavoro, sono state sperimentate strade, idee, convivenze, abilità, desideri, utopie, emozioni, viaggi possibili.
Il progetto “Dal racconto la bellezza” prevede lo sviluppo e la valorizzazione delle peculiarità dei territori attraverso un approccio innovativo e una nuova terminologia. In particolare, non discorriamo di itinerari turistici ma di viaggi durante i quali il narratore è l’ulivo, simbolo della storia materiale onnipresente nelle campagne salentine e al tempo stesso testimone delle storie immateriali della gente comune, più remote e prossime, legate all’esistenza quotidiana. L’ulivo accompagna i viaggiatori durante il viaggio:
Bentrovati e benvenuti a sud del sud del mondo.
Io sono l’ulivo e con voi camminerò sui sentieri di questa terra per mostrarvi
emozioni e mare, tufi e gente, Santi e leggende.
Vi chiamerò esploratori e non turisti e il viaggio non sarà un cumulo di itinerari
ma un’immersione senza rete in una terra piena di mare,
occhi stupiti e asini volanti.
Anche i viaggiatori, che per noi sono gli esploratori, sono alberi che ricercano nel viaggio le proprie radici da connettere con quelle delle comunità che si stanno esplorando.
La narrazione antropologico-artistica ben si sposa con il settore turistico, dando vita a rappresentazioni territoriali della Compagnia Liquilab formata da attori, musicisti e danzatori; la Compagnia si basa sulle storie recuperate tramite il lavoro di ricerca antropologica in quanto consente di ottenere pezzi di storia inediti, tradizioni orali, tipici usi e costumi, realizzando un rapporto di profonda intimità e conoscenza tra le comunità ospitanti e gli esploratori. In questo rapporto si inserisce l’etica della restanza tra chi rimane e chi è accolto, che consiste – secondo l’antropologo Vito Teti – nella disponibilità ad avere una rinnovata attenzione e sensibilità per i luoghi di appartenenza e relative storie, nonché la loro messa in custodia attribuendone nuovo senso e vita. Così i viaggi ideati da Liquilab rispondono a una visione creativa di restituzione del patrimonio materiale e immateriale del sud Salento scandito dal calendario delle comunità e quindi tarato in base alle caratteristiche proprie dei luoghi, delle stagioni, di feste patronali e ritualità popolari e religiose.
Gli antropologi cercano per definizione la diversità culturale, «noi siamo insomma venditori ambulanti di anomalie, spacciatori di stranezze, mercanti di stupore» (Geertz, 2001). I viaggi trattano i cosiddetti universali culturali da considerarsi non in senso assoluto ma come fenomeni ricorrenti un po’ ovunque assumendo forme differenti (Imbriani, 2019), tra questi ne sono esempi:
- leggende e credenze popolari (streghe, fate, giganti, magia, superstizioni, spiriti, malumbre, municeddi…)
- miti e riti (battesimi, funerali, matrimoni, dote, presunìe, processioni, tarantismo…)
- usanze e costumi (soprannomi, giochi di una volta, feste patronali, banda, cibo tipico, vestiti…)
- mestieri (figulo, barbiere, calzolaio, massaia, vannìsciatore – banditore, pelacane – conciatore di pelli, tessitrice, ricamatrice…)
- paesaggio e beni architettonici (corti, monumenti, tratturi, piscare, puteche/botteghe, pajare, muretti a secco, ulivi…).
Liquilab ha elaborato inizialmente quattro narrazioni-esperienze basate sulla ricerca antropologica coinvolgendo quattro comuni: Santa Maria di Leuca (frazione di Castrignano del Capo), Tricase, Castro e Otranto.
1) “Sul calar del tramonto Melisso e Aristula, turbine d’amor e castigo. La leggenda di Leucàsia” è una rappresentazione della Leggenda di Leucàsia ripresa dal poeta salentino Carlo Stasi e si svolge tra il piazzale esterno della Basilica-Santuario “Santa Maria de Finibus Terrae” e il faro di Santa Maria di Leuca.
2) “Tra sacro e profano, un viaggio tra le storie del convento, le botteghe, i diavoli, le malumbre…” è un percorso itinerante nel centro storico di Tricase che richiama la cultura e le storie di vita tricasine: il borgo Puzzu e i suoi abitanti, le antiche puteche, i giochi di una volta, la superstizione popolare legata a municeddi e malumbre, la leggenda della Chiesa dei Diavoli, ecc.
3) “Processione di antiche storie e devozione popolari. La leggenda di Santa Cesàrea” si realizza nel porto di Castro Marina ed è la drammatizzazione della leggenda popolare di Santa Cesarea che si festeggiava l’11 Settembre a Castro dal cui porto partiva la processione in mare volta alla grotta sulfurea di Santa Cesarea Terme.
4) “Negli abissi tra misteri e simboli: l’albero della vita. Il Mosaico di Otranto” è un viaggio a ritroso nella storia e costruzione per immagini del mosaico pavimentale più grande d’Europa situato all’interno della Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Otranto, opera del monaco Pantaleone. La rappresentazione avviene presso Porta Terra di Otranto.
Le narrazioni-esperienze hanno suscitato la curiosità e l’entusiasmo dei partecipanti per l’offerta turistico-culturale innovativa e si è dato vita a un rapporto di interazione, un vero e proprio scambio di battute tra gli artisti della Compagnia Liquilab e il pubblico per gli argomenti popolari trattati e spesso dimenticati. Il pubblico non è spettatore ma parte attiva del viaggio-narrazione-esperienza.
Nell’ambito della programmazione 2017-2018 e 2018-2019 Liquilab ha organizzato una Scuola di Arte, Antropologia e Turismo per ampliare la Compagnia Liquilab indirizzando la partecipazione ad attori, danzatori, musicisti, cantanti, creativi con esperienza attraverso un avviso pubblico. Oltre all’ampliamento della Compagnia, è stata incrementata anche l’offerta delle narrazioni-esperienze che hanno riguardato le memorie popolari, le feste rionali, le leggende, la magia, gli antichi mestieri.
Nel corso dell’anno 2017-2018 sono state realizzate cinque rappresentazioni messe in scena il 16 Giugno 2018 tra Piazzetta Dell’Abate e Via Santo Spirito di Tricase e il 4 Agosto 2018 a Castrignano del Capo, in particolare:
- Macarìa, interpretata da Lucia A. Sanfrancesco, Joselita Sanfrancesco;
- La Madonna delle Grazie, interpretata da Maria Grazia Bello, Anna Maria Marra, Serena Rizzelli;
- Una rotonda sul mare, interpretata da Stefania Capriglia, Matteo Ristoldo;
- Lo sai che gli alberi parlano, interpretata da Ada Belcuore, Maria Prontera;
- L’amore del principe turco, interpretata da Rosanna Coletta, Veronica Rosafio.
Durante l’anno 2018-2019 sono state create altre cinque rappresentazioni territoriali per raccontarsi e raccontare le storie di vita di cinque Maestri di Tricase svolte il 25 Giugno e il 6 Agosto 2019 a Tricase:
- Mesciu Ginu, u pizzaiulu, interpretato da Serena Rizzelli;
- Mesciu Riccardo, u barbieri, interpretato da Joselita Sanfrancesco;
- Mesciu Francesco, u sartu, interpretato da Lucia A. Sanfrancesco;
- Mesciu Luciano, u cojifierri, interpretato da Anna Maria Marra;
- Mesciu Luigi, u scarparu, interpretato da Rosanna Coletta.
Il nostro è un nuovo modo di viaggiare, il viaggio che non faresti o che nessuno ti ha mai proposto, quel viaggio che coinvolge i tuoi sensi, ti emoziona, ti prende l’anima, che può rivalutare l’idea della vacanza, cambiare la percezione dei luoghi, costruire una nuova narrazione e poesia corale dell’incontro e del contatto tra popoli ricercando legami, sentimenti, identità, desideri, somiglianze e differenze.
Avere sempre qualcosa da raccontare è una grande risorsa. Il Salento non è solo mare, sole e vento, ma anche storie di borghi, feste e riti scanditi dallo scorrere dei giorni, dei mesi e delle stagioni, cibo legato alle tradizioni del proprio paese come elemento di identità culturale individuale e collettiva. Continuiamo il viaggio senza correre, guardando per vedere, ascoltando per sentire e sempre con la convinzione che la strada si può costruire raccontando l’anima dei luoghi.
Obiettivo del progetto e di Liquilab è in primo luogo l’identificazione, salvaguardia, tutela, valorizzazione e trasmissione del Patrimonio Culturale Immateriale e Materiale del sud Salento. La costruzione dei patrimoni viventi ha una natura narrativa, evocativa, sociale e identitaria; la salvaguardia è intesa come «passaggio di un tratto culturale attraverso le generazioni con adattamenti che lo rendono sempre vivo e attuale» (Clemente in Giancristofaro e Zingari, 2020). Si rammenta che la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale rientra nella Convenzione dell’Unesco del 2003, successivamente ratificata dallo Stato italiano il 27 settembre 2007, e si unisce ai seguenti scopi: assicurarne il rispetto delle comunità, dei gruppi e degli individui interessati; suscitarne la consapevolezza a livello locale, nazionale e internazionale e assicurarne il reciproco apprezzamento; promuovere la cooperazione internazionale e il sostegno.
In secondo luogo, il progetto prevede la realizzazione di una nuova visione che reinventa il turismo mediante l’intreccio tra Antropologia, Arte e Ambiente, che tramuta gli itinerari turistici in viaggi emozionali, esperienziali e di narrazione corale delle genti e dei luoghi, che entri in contatto diretto con le tradizioni e le memorie peculiari di una comunità creando nuove occupazioni in campo culturale, artistico e turistico.
Quando pronuncio la parola Futuro,
la prima sillaba già va nel passato.
(da “Le tre parole più strane” di Wistawa Szymborska)
Dialoghi Mediterranei, n. 49, maggio 2021
Note
[1] Il progetto di Liquilab Dal racconto la bellezza è composto dal seguente staff: Ornella Ricchiuto, Sociologa e Ricercatrice in Antropologia Culturale, direzione antropologica, responsabile del progetto; Ippolito Chiarello, Regista e Attore, direzione artistica; Eugenio Imbriani, Docente di Antropologia Culturale, supervisione antropologica; Giuseppe Ricchiuto, Ricercatore in autobiografia, Docente di discipline pedagogiche e sociali – Responsabile delle relazioni pubbliche e di rete.
Riferimenti bibliografici
Pietro Clemente (2013), Le parole degli altri. Gli antropologi e le storie della vita, Pacini Editore, Pisa
Consiglio d’Europa (2005), Convenzione quadro sul valore del patrimonio culturale per la società, Faro
Antonio De Rossi (2018), Riabitare l’Italia. Le aree interne tra abbandoni e riconquiste, Donzelli Editore, Roma
Clifford Geertz (2001), Antropologia e filosofia. Frammenti di una biografia intellettuale, Il Mulino, Bologna
Lia Giancristoforo, Valentina Lapiccirella Zingari (2020), Patrimonio culturale immateriale e società civile, Aracne Editrice, Roma
Antony Giddens (1994), Le conseguenze della modernità. Fiduca e rischio, sicurezza e pericolo, Il Mulino, Bologna
Eugenio Imbriani (2019), A come Antropologia, Progredit Editore, Bari
Ornella Ricchiuto (2018), Beni intangibili. Ricerche etnografiche nel sud Salento, Liquilab Editore, Tricase (LE)
Wistawa Szymborska (2009), La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi Edizioni, Milano
Luigi Za (2001), Comunità memoria sviluppo. Ricerche di comunità intervento culturale. Progetti di sviluppo nell’Italia Meridionale, Edizioni Pensa Multimedia, Lecce
Unesco (2003), Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, Parigi
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Ornella Ricchiuto, sociologa e ricercatrice in Antropologia Culturale. Si occupa di ricerca antropologica finalizzata all’identificazione, salvaguardia e diffusione del patrimonio culturale immateriale e materiale nel sud Salento. Collabora con la Cattedra di Antropologia Culturale dell’Università del Salento.È fondatrice e presidente di Liquilab. Ha esperienza di project manager, youth worker in progetti europei; regista di documentari di Antropologia Visuale; organizzatrice di eventi, manifestazioni e fiere; autrice di pubblicazioni a stampa e report di ricerca. Tra i suoi lavori: Salvatora Marzo. Biografia di una guaritrice, Liquilab Editore, 2019; Beni intangibili. Ricerche etnografiche nel sud Salento, Liquilab Editore, 2018; La comunità del Mito. Prime annotazioni per la ricerca, in Palaver, vol. 7, Università del Salento, 2018; CantiCunti. Una ricerca antropologica a Tiggiano nel Salento, Liquilab Editore, 2017; Oltre il tabacco. Storie di donne a Tricase. Una ricerca antropologica, Liquilab Editore, 2015.
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