il centro in periferia
di Settimo Adriani e Silvia Verzilli
Le vittorie del piccolo Davide contro il gigante Golia, del minuscolo Ulisse contro il ciclope Polifemo, nonché degli esigui lillipuziani che legano a terra l’enorme Gulliver, hanno ispirato brani di magnifica letteratura, non capitoli di storia, e la differenza è rilevante. Se nella boxe e nella lotta greco-romana esistono le categorie di peso ci sarà pure un motivo.
Immaginare che combattimenti tra pugili peso piuma e peso massimo, oppure tra lottatori di 55kg e 130kg possano risolversi a vantaggio dei primi intriga assai, ma dubito che nel concreto possa esserci qualcuno appartenente alle categorie più leggere realmente propenso a scontrarsi con atleti tanto esageratamente più robusti della medesima disciplina. Né eventualmente qualcun altro, raziocinante, disposto a scommettere sui risultati assolutamente inattesi di tali improbabili match; esiti epici che restano comunque intriganti nelle fantasie di molti: chi non gode dell’idea che Davide possa battere Golia?
Eppure, in un’epoca come la nostra, nella quale si scommette su tutto e tutti, non è difficile ipotizzare, senza tema di smentita, che ci possano essere impresari privi di scrupoli disposti a proporre simili sfide, e allibratori pronti a offrire quotazioni particolarmente allettanti sui pronostici razionalmente più assurdi, proprio per indurre gli (sciocchi) scommettitori a puntare su di essi. Tutto ciò sarebbe sufficiente a tratteggiare l’irragionevolezza di ogni evento della fattispecie, e a mettere definitivamente in luce che qualora qualcuno decidesse di proporli non si dovrebbe minimamente dubitare che stia subdolamente nascondendo risvolti loschi e irregolari.
Insomma, ogni qualvolta si chieda di puntare su una qualsiasi disputa nella quale una parte sia manifestamente superiore all’altra, la fregatura è certamente in agguato. Malgrado ciò, in ambiti extrasportivi c’è chi promuove o apparentemente sembrerebbe promuovere simili match.
In quest’ultima categoria rientra il concorso “Il narrator cortese 2… porta a tavola il mio paese” [1], promosso dall’UNPLI Lazio, sezione regionale dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia. Il bando, infatti, invitava alla realizzazione e alla candidatura di brevi filmati volti a promuovere i territori attraverso i prodotti agroalimentari più tipici e caratterizzanti. Il concorso riconduce ai controversi rapporti di forza tra grandi centri e piccole, anzi, minuscole periferie, tema sul quale vorrei aprire una riflessione data la natura pubblica dell’Ente promotore.
Gli spot conformi al regolamento sono stati postati su Facebook per rastrellare like, in relazione all’entità dei quali è stata stilata una prima e momentanea graduatoria. Per la designazione del vincitore, premiato con 400€ e, soprattutto, con la garanzia di un’ampia visibilità mediatica, entrerà però in gioco un fattore di primaria importanza previsto nel regolamento:
«ART. 7 – LA GIURIA. I video-racconti che parteciperanno saranno pubblicati sulla pagina Facebook dell’UNPLI Lazio. Vincerà chi riceverà più like. La valutazione tramite i like a Facebook viene affiancata da quella del famoso chef Raffaele Lenti, che esprimerà un voto da 1 a 10 a suo insindacabile giudizio (1 voto = 300 like). Il giudizio viene espresso sulle qualità del video e sulla sua capacità di promuovere il territorio e il suo relativo prodotto tipico. Il voto dello chef, valuterà quindi l’interesse che può suscitare la narrazione emozionale, del convincere un maestro della cucina italiana. Spingendolo ad adottare quel prodotto particolare nella realizzazione dei suoi piatti preferiti […]» [2].
Non c’è dubbio che un’analisi rapida e approssimativa del criterio di votazione adottato possa indurre a ritenere equa, democratica e quindi di per sé esaustiva, la prima parte del sistema di valutazione, perché banalmente tutti (i frequentatori di Facebook!!!) hanno avuto la possibilità di esprimersi; se non fosse che è proprio questo sistema a marginalizzare le minoranze.
Senz’altro la procedura “una testa un voto” sarebbe stata eticamente corretta se fosse stata applicata a un’elezione politica o amministrativa, laddove è indiscutibilmente legittima la proporzionalità tra numero di cittadini, entità dei voti espressi e peso nella rappresentanza governativa. Elementi del tutto avulsi dal concorso dell’UNPLI, nel quale si doveva semplicemente valutare l’efficacia del marketing pubblicitario espressa dai filmati proposti. Obiettivo ovviamente soggetto a comportamenti localistici dei cittadini delle realtà territoriali in gara. Non era escluso, infatti, che si votasse campanilisticamente per promuovere il proprio territorio non tenendo obiettivamente conto delle qualità dei cortometraggi in gara.
Se UNPLI non avesse previsto il correttivo della valutazione aggiuntiva e risolutiva dello chef posto a giudice, la magagna sarebbe emersa il 6 gennaio 2021, a votazione chiusa. Soltanto allora si è potuto constatare che la maggior parte delle proposte avevano raccolto pochi like, in alcuni casi quantitativamente sì e no corrispondenti a quelli presumibilmente assegnati da chi quei filmati li ha realizzati, candidati e forse non supportati [3].
Tutto ciò fa ritenere non troppo azzardato sostenere che l’esito conseguito nella prima fase di valutazione dalle singole proposte sia indipendente dal valore intrinseco che queste esprimono, ma più semplicemente dall’entità del “dispiegamento di forze” che le associazioni in gara hanno attivato per procacciarsi il maggior numero possibile di like.
Voglio fare leva su queste evidenze per fornire ulteriori argomenti di discussione all’annosa, già citata e ancora irrisolta questione dei rapporti di forza tra grandi agglomerati e piccoli borghi. Soltanto a tal fine, per avere elementi concreti di comparazione, prendo a modello il confronto tra le proposte della città di Anzio, provincia di Roma, prima classificata per numero di like raccolti, e quella di Fiamignano, minuscola realtà in provincia di Rieti, seconda classificata, che ho particolarmente a cuore.
I risultati che si sono consolidati nei primi giorni di votazione hanno immediatamente ristretto la contesa tra il Golia e il Davide rappresentati da queste due Pro Loco che, presumibilmente, sono state le uniche ad attivarsi e hanno nettamente distanziato tutte le altre fin da subito. Fiamignano ha proposto un filmato sulla Lenticchia di Rascino [4], e con uno sforzo sovrumano, ben oltre ogni limite immaginabile, nel tentativo di sovvertire il più plausibile dei pronostici, ha coinvolto soci, compaesani e simpatizzanti che, a loro volta, hanno pressato senza ritegno conoscenti, parenti, amici, amici degli amici vicini e lontani, raccogliendo 1242 like. Anzio ha invece presentato una promozione riguardante i prodotti del suo mare [5] e, immagino senza particolari patemi o sacrifici, ha ottenuto 1626 like.
Esamino la competizione tra queste due realtà soltanto perché, essendo profondamente diverse, mi consentono di affrontare la questione di fondo legata ai rapporti di forza tra territori. È del tutto evidente che in assenza di un ulteriore fattore volto a ridefinire la graduatoria basata esclusivamente sull’entità dei like raccolti e in grado di annullare, o quanto meno attenuare, l’effetto delle forze in campo, l’esito definitivo della competizione non poteva che darsi per scontato a priori, indipendentemente dai valori intrinseci dei video-racconti.
Non può né deve sfuggire che di fatto si siano affrontate due cittadinanze, Fiamignano e Anzio, vale a dire 103 e 58.000 abitanti. In entrambi i casi tutti potenzialmente votanti e moltiplicatori di consenso, potendo ciascuno condividere il link con gruppi amici. Considerato che in tale ottica il rapporto tra le entità delle “forze umane” a disposizione è stato di circa 1/563, quale esito diverso da quello emerso ci si poteva aspettare?
Per quantificare meglio il divario degli schieramenti può essere utile notare che, mantenendo invariata la proporzione, è come se Anzio avesse dovuto fronteggiare contemporaneamente le città di Shanghai, che ha 30.000.000 di abitanti, e Roma, 2.500.000 abitanti: i 58.000 cittadini di Anzio contro i 32.500.000 di Shanghai + Roma; ovverosia Anzio contro più della metà dell’intera popolazione italiana.
Quale esito si potrebbe ragionevolmente prevedere per un eventuale simile confronto a colpi di like? Se la risposta è quella che immagino, perché credo che non se ne possa ragionevolmente attendere un’altra, ci sarebbero tutti gli elementi per poter imputare a UNPLI un palese difetto di imparzialità. Le piccole realtà avrebbero motivo di rivendicare sia la mancata adozione di accorgimenti in grado di mitigare gli effetti dovuti alla faziosità e alle entità dei cittadini, sia l’incapacità degli organizzatori di ricondurre i giudizi unicamente ai valori artistici e di efficacia promozionale espressi dagli oggetti del contendere.
Ovviamente è più che lecito dissentire dall’ipotesi che avanzo, ma in tal caso è come se si ritenesse opportuno far salire sul ring un peso piuma e un peso massimo, confidando che il primo abbia qualche minima chance di battere il secondo, magari per KO. Nella vignetta a corredo del presente scritto, la magica matita di Silvia Verzilli ha il potere di restituire il più credibile risultato all’affascinante ma improbabile narrazione dello scontro tra Davide e Golia. Il gigante che emerge dalle acque del mare di Anzio disarma il minuscolo contendente, gli strappa dalle mani la fatidica fionda e lo riconsegna ai suoi spopolati monti come presuntuoso perdente.
È inutile girarci troppo intorno, questo è l’unico risultato possibile se si scontrano, in assenza di opportuni correttivi, comunità marcatamente diverse per numero di cittadini. Alcune questioni si risolvono soltanto se si è abbastanza forti, ovverosia se si è supportati da una popolazione sufficientemente numerosa, indiscutibilmente. Condizione che di solito caratterizza i centri e penalizza le periferie, soprattutto quelle più lontane; per i quali obiettivi a poco servono il sapersi organizzare e l’arguto agire.
Chi gestisce la cosa pubblica dovrebbe sapere ciò e tenerne conto, ovviamente presupponendo che la questione possa interessargli. In questa occasione UNPLI ha dimostrato di saper assolvere nel modo migliore il suo mandato, adottando una strategia in grado di valorizzare “il sapersi organizzare” e “l’arguto agire”, qualità indipendenti dalla numerosità delle popolazioni. Presupposti da sempre rivendicati dalle piccole comunità.
Bisogna rendere merito a UNPLI per non aver sottovalutato il problema, per aver coraggiosamente adottato una forma di “democrazia apparentemente mutilata” e per aver risolto egregiamente la questione chiamando a giudice un esperto super partes di chiara fama, al quale ha riservato la quota preponderante della valutazione, aggiuntiva a quella importante ma non decisiva affidata alle popolazioni: un suo voto è equiparato a 300 like. Il distacco tra i 1626 like di Anzio e i 1242 di Fiamignano è quindi riconducibile a poco più di un voto del giudice esperto.
Tra i tanti svantaggi che l’attualità (e non solo!) ci riserva una nota positiva non guasta. Nel divulgare il link del primo numero di Dialoghi mediterranei del 2021, col solito garbo che lo contraddistingue e riferendosi alla pandemia in atto, Pietro Clemente ha sollecitato i lettori e i collaboratori della rivista con un quesito: «cosa facciamo subito per un dopo che sia diverso da quello che conosciamo fin troppo bene?».
La risposta della mia minuscola comunità è chiara e inequivocabile: subito dobbiamo necessariamente continuare a impegnarci in ogni modo per mantenere vivo e vitale il paese; perciò stiamo continuando a fare cocciutamente quello che facevamo prima del Covid-19. La predisposizione dello spot sulla Lenticchia di Rascino e l’adesione al bando dell’UNPLI in piena pandemia ne è un esempio concreto. Per l’adesso, rappresentato dalla competizione con Anzio, possiamo finalmente dichiarare di non essere stati ancora una volta potenzialmente e preventivamente penalizzati dall’esiguità numerica. Il 2020 è stato un anno duro, abbiamo rallentato, ma non ci siamo fermati un attimo, il programma annuale è stato realizzato completamente, seppure con modalità riviste e adattate alle restrizioni in atto.
Per quanto riguarda il dopo abbiamo già programmato le attività per il 2021, forse spingendoci anche oltre le nostre reali possibilità; non lasceremo nulla di intentato. Non possiamo però esimerci dal perseverare nella denuncia dell’incessante marginalizzazione delle periferie: la progressiva erosione dei servizi essenziali, la stucchevole lentezza dell’attivazione dei provvedimenti per il rilancio delle aree interne e la crescente scarsità di bambini, sono soltanto alcune delle questioni che ci preoccupano. Purtroppo sono molti i fattori che continuano a penalizzare chi come noi non ha la necessaria e maledetta “potenza di fuoco”, ma le note positive che giungono da UNPLI, proprio in epoca di Covid-19, fanno sperare che un dopo diverso è possibile. Un caso singolo non può di sicuro decretarne la certezza, ma quanto meno si contrappone all’idea pessimistica che si va progressivamente consolidando sulla consapevolezza che gli esiti del dopo non dipendano da noi e dal nostro operato, o almeno che da essi dipendano soltanto in minima parte.
L’adesso, immerso nelle restrizioni dovute alla pandemia, ci ha lanciato un segnale positivo, flebile rispetto alle questioni di carattere generale, eppure importante, perché indica che per le periferie può esserci un dopo diverso e di speranza nel quale i Davide che esse rappresentano abbiano qualche minima chance nei confronti dei Golia che troveranno lungo la loro strada. Inaspettatamente, per i Davide, gli Ulisse e i lillipuziani della vita reale una “terza via” tra letteratura e storia, ancora da concepire e tracciare, sembra essere indicata come possibile proprio dai deboli ma percettibili segnali arrivati nel più drammatico degli adesso.
Tutto ciò premesso, indipendentemente dai like raccolti e prima che il Giudice si esprima, è con grande sollievo che grazie all’operato di UNPLI possiamo fare il più sincero in bocca al lupo a Fiamignano, ad Anzio e a tutte le altre località in gara, nonché alle loro proposte e alle loro Pro Loco. Vinca “il migliore”, non “il più forte”.
Dialoghi Mediterranei, n. 48, marzo 2021
Riferimenti sitografici
[1] http://www.unplilazio.it/proroga-contest-video-racconto-il-narrator-cortese-2-porta-a-tavola-il-mio-paese/
[2] http://www.unplilazio.it/mio-contenuto/uploads/2020/09/regolamento-concorso.pdf
[3] Soltanto per fare qualche esempio: Veroli 19.688 abitanti 209 like; Priverno 13.830 abitanti 448 like; Cervaro 8.083 abitanti 247 like; Arpino 7.027 abitanti 9 like; Nemi 1.926 abitanti 209 like.
[4] https://www.facebook.com/unplilazio/videos/1519718208214960/?sfnsn=scwspwa
[5] https://www.facebook.com/unplilazio/videos/236019041471113/?sfnsn=scwspwa
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Settimio Adriani, laureato in Scienze Naturali e Scienze Forestali, si è specializzato in Ecologia e ha completato la formazione con un Dottorato di ricerca sulla Gestione delle risorse faunistiche, disciplina che insegna a contratto presso l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo (facoltà di Scienze della Montagna, sede di Rieti) e ha insegnato presso le Università degli Studi “La Sapienza” di Roma (facoltà di Architettura Valle Giulia) e dell’Aquila (Dipartimento MESVA). Per passione studia la cultura del Cicolano, sulla quale ha pubblicato numerosi saggi.
Silvia Verzilli, dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Rieti, nel 2019 ha conseguito il diploma di Laurea triennale presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, indirizzo Culture e Tecnologie della Moda. Presso “Moda e Cultura” di Terni ha ottenuto il diploma di Qualifica Artigianale per la sartoria. A completamento di questo corso, ha effettuato un tirocinio formativo presso “Il Costume – di Giuseppina Angotzi (RM)”. Su incarico della Pro Loco di Fiamignano, ha realizzato il repertorio grafico delle maschere del carnevale della tradizione e alcune immagini a corredo di articoli di carattere antropologico, pubblicati su riviste scientifico/divulgative settoriali di rilevanza nazionale.
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