Non so dove si siano incontrati quei due, c’è fra loro uno scarto generazionale, eppure tengono lo stesso passo, hanno lo stesso sguardo, s’intendono come di padre in figlio, si capiscono al volo e di questo ci si rende conto più che mai quando hanno deciso di mettersi a scrivere insieme: si tratta di Beniamino Deidda e Tomaso Montanari Disobbedienza profetica, Edizioni Gruppo Abele, 2023.
Secondo me passano parecchio tempo alla finestra a guardare e a pensare, come faceva Conrad: come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo dalla finestra sto lavorando? Ma cosa guardano e cosa pensano? Deidda vive a Bagno a Ripoli, Montanari a Firenze, ecco dove guardano. E a che cosa pensano? Pensano ai profeti, non «per indicare il futuro, ma per indicare i percorsi inesplorati del presente».
E quali profeti aveva Deidda a Firenze sud? Bruno Borghi a Quintole (Impruneta), Rosadoni in Terzano (Bagno a Ripoli), Brandani a Rignalla (Bagno a Ripoli), son tutti preti. E quali, Montanari a Firenze? Padre Balducci a Fiesole, Fabio Masi al Vingone, don Facibeni a Rifredi, don Mazzi all’Isolotto. Tutti preti. A coordinare Firenze nord con Firenze sud c’era il sindaco La Pira, si sta parlando degli anni ’50-60. Si, “formidabili quegli anni”, ha scritto Mario Capanna. E che cosa c’era stato di formidabile? Deidda e Montanari ce lo mostrano in una serie di esempi e di documenti. Partiamo dal primo:
«Voler bene al povero, proporsi di metterlo al posto che gli spetta, significa non solo crescergli i salari, ma soprattutto crescergli il senso della propria superiorità, mettergli in cuore l’orrore di tutto ciò che è borghese, fargli capire che soltanto facendo tutto al contrario dei borghesi potrà passar loro innanzi e eliminarli dalla scena politica e sociale».
Sono parole di don Milani “tutto ciò che è borghese” è la sintesi di tutto ciò che c’è di peggio nel capitalismo che da Barbiana in qua è avanzato, continua ad avanzare e a seppellirci come dentro una valanga. Perché c’è anche don Milani oltre ai profeti già citati, anzi, lui in prima fila sia perché è il suo compleanno (1923-2023), sia perché i profeti non muoiono mai.
Deidda e Montanari ci parlano di profeti che hanno disegnato progetti bellissimi e concreti: La Pira sindaco di Firenze chiede ai proprietari di affittare le case vuote ma loro si rifiutano, allora La Pira disseppellisce una legge del 1865, quattro anni dopo l’unità d’Italia e li fa entrare, era “quello che Cristo aspettava da secoli”: un po’ di giustizia sociale. È stato un sindaco che ha costruito la centrale del latte, il mercato di Novoli, il quartiere dell’Isolotto, le farmacie comunali. Un sindaco che si è occupato delle lotte sindacali, che di fronte al rischio di licenziamento chiede aiuto a Enrico Mattei, si parlano, si capiscono, mettono in salvo. È un periodo – quello affrontato – in cui la notte di Natale don Bruno Borghi è in fabbrica a dir messa, mentre don Mazzi, è a dirla nella piazza dell’Isolotto e un altro prete mandato al confino sul monte Giovi sta scrivendo con un gruppo di ragazzini un piccolo librettino Lettera a una professoressa, anche questo, Cristo lo aspettava da secoli e avrà la forza di un messaggio messianico. Ma è con Lettera ai giudici, che il prete di Barbiana mette meglio a fuoco il suo messaggio: fate il contrario.
Disobbedienza profetica è un libriccino che racconta di padre Balducci e Giorgio La Pira che anche la notte studiavano nuove strategie per arrivare alla pace. Dove sta la loro attualità? C’è forse qualche guerra in corso?
Racconta di un don Borghi, sazio, saturo fino ad essere scoppiato delle regole ecclesiastiche di una Chiesa gretta e bigotta, per questo decide di uscirne e di partire per il Nicaragua per partecipare alla rivoluzione sandinista. Come dire: se c’è un posto sulla terra dove si progetta il contrario dell’esistente io sarò lì, fosse anche in fondo al mondo. Il libriccino di Deidda e Montanari racconta di uno che ci ha provato: il suo progetto di prete operaio era stato pieno di ostacoli, la rivoluzione sandinista era fallita, tornando a Firenze Borghi ha chiesto di fare il volontario nel carcere di Sollicciano, fra i falliti. Non era lì, come una volta andavano i preti, nelle corsie degli ospedali a dare la comunione ai malati; era a controllare se ci fosse stato uno straccio di progetto di recupero da parte dello Stato.
Deidda e Montanari raccontano di quando la Chiesa ha spedito al confino anche padre Turoldo, da Milano a Firenze, era il 1954. Che bella idea: lo mandava nella tana del lupo affinché si desse una calmata. Quando si sono accorti di aver fatto una “bischerata” è arrivato il contrordine: Londra. Ma che aveva fatto di rivoluzionario padre Turoldo? Scriveva poesie. Predicava in forma poetica, c’era chi si era scalzato e si era messo a parlare con i lupi e con gli uccelli del cielo, chi si era messo la tuta blu ed era entrato in fabbrica … ci sono tanti modi di essere rivoluzionari.
È un libriccino, quello di Deidda e Montanari, dove si racconta che Don Mazzi all’Isolotto non era il solo a disobbedire al vescovo, c’era tutto l’Isolotto. Andavano sostenendo che il sacro non stava soltanto nella simbologia del calice che viene sollevato verso il cielo, ma nella qualità dell’aria che respiriamo, nella presenza di pesci nell’Arno e nella costruzione di una casa popolare che non facesse schifo alla nazione.
Chiude con un profeta vivente: sono 30 anni che don Alessandro Santoro fa messa in un prefabbricato alle Piagge. Un posto dove girano la droga, i fascisti, gli emarginati, ma anche la “meglio gioventù” perché nella sua comunità un giorno ci ho incontrato gli autori di Disobbedienza profetica. Questo per dire che non sono due teorici, sono due pratici. Deidda ha fatto parte di Magistratura Democratica fin dal primo momento e Montanari si è rifiutato di mettere a lutto la bandiera italiana, nel suo ateneo, per la morte di Berlusconi. Lì alle Piagge Santoro ha costruito una comunità che aiuta chi è in difficoltà, puoi avere un prestito se hai un progetto, puoi avere il pane se hai fame. Ci sarà chi ti aiuta ad imparare la lingua italiana a compilare un modulo per chiedere una casa, un lavoro. Ma non sembra esserci nulla di rivoluzionario in questo, la comunità della Piagge potrebbe sembrare la più grande succursale dei servizi sociali del Comune di Firenze e della Caritas, fino a quando don Santoro ha avuto la bella idea di sposare due uomini. E così ha sciupato tutto, è il 2009 e il vescovo lo ha sospeso. Povera Chiesa, quanto la strapazzano i profeti. Il bello è che ora si è messo a strapazzarla anche il papa. Forse è un profeta pure lui.
La comunità delle Piagge ha reagito con tutta la sua forza alla sospensione di Santoro: non toccate don Alessandro, per noi è tutto. Ma come? Questo prete secco come un uscio, che si mette al collo una sciarpa con i colori della pace come se fosse una stola, che va in bicicletta come i cinesi della vicina Campi Bisenzio con una scatola di libri della sua piccola casa editrice legata con lo spago a un traballante portabagagli, è tutto?
Ma che cosa vanno raccontando Deidda e Montanari, ma cosa hanno in testa questi due che si sono incontrati non so dove, che raccontano di una Firenze sognata e realizzata, che portano avanti il contrario esatto dell’esistente. Io li metterei alla prova: Deidda sindaco di Bagno a Ripoli e Montanari sindaco di Firenze. Fateci sognare, guardiamo se siete capaci di realizzarlo.
Dialoghi Mediterranei, n. 66, marzo 2024
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Maria Pagnini, ha pubblicato: La sorella di lui, Gazebo 1988 che ha vinto il premio Europa; Il campo in conca, Gazebo 1999 poi Edizioni Terranuova 2009; L’allodola di pezza di Cherì Soleombra edizioni 2000; Marco Pilo Soleombra edizioni 2000; Storia di un popolo, anzi due Soleombra edizioni 2003 che ha vinto il premio Terzani; I Savoiardi Soleombra edizioni 2004 poi Guanda 2013; Questa stria di terra Soleombraedizioni 2006, che è alla 4° ristampa; La pace della sera Soleombra edizioni 2010, che è entrato nella rosa del Premio ‘Lo scrittore dell’anno’; Evelina, Pagnini editore 2011, che è alla 3° ristampa; Né miele né ape, Soleombra edizioni 2018; Biddamanna, Edizioni Piagge 2023.
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