di Sabina Leoncini
«Da alcuni mesi il dibattito sull’overtourism ha acquisito un’importanza crescente nel discorso pubblico. Questo fenomeno, che indica un’elevata concentrazione di visitatori in specifiche destinazioni come Venezia, Firenze e Roma è spesso “illustrato” con immagini di strade storiche, tipiche di queste città, ultra-affollate di turisti. Queste rappresentazioni hanno innescato intense reazioni sui social media, tingendosi persino, in alcuni casi, di aperta avversione nei confronti dei turisti. Per altro, alla descrizione di carattere generale e indistinta, si aggiunge una scelta di linguaggio con una semantica per cui il turista sembra un alieno, un’entità remota, di cui non si conosce l’identità, né ciò che lo muove a visitare un luogo e, soprattutto, non si coglie il senso profondo del significato insito nel fatto che ci ha scelti: ha scelto proprio noi. Si potrebbe, al proposito, suggerire una terminologia più inclusiva, riferendosi ai visitatori come “ospiti”, promuovendo così una cultura di accoglienza e di comprensione reciproca» [1].
Il quadro delineato da Elena Nicolai nel suo recente saggio «Venezia: dell’isola bucata e delle diverse sue ossessioni” pubblicato sul n. 68 di “Dialoghi Mediterranei”, non discosta ahimè da ciò che sta succedendo nel capoluogo toscano. Anche nel caso di Firenze abbiamo a che fare con l’«imperativo mondiale della crescita come unica strada percorribile, parte di una religione moderna dello sviluppo ad ogni costo».
Un po’ di storia
La prima Firenze ha origini etrusche, ma la vera città fu fondata dai romani intorno al 60 a.C. e in seguito alla fondazione di Florentia vari racconti popolari sostengono sia stato scelto il giglio come simbolo della città per la sua associazione con il concetto di rinascita e per il culto pagano dedicato alla Dea Flora. Gli antichi romani, procedevano alla centuriazione di una nuova città durante i mesi primaverili. Quindi, con molta probabilità, la città fu fondata nel mese di Aprile. In quel periodo i Romani festeggiavano proprio la Dea Flora con i ludi florealis, i giochi dei fiori, che potrebbero avere ispirato il nome della città. Firenze, che deriva dal latino Florentia, è un tipico nome augurale che proviene dal verbo florere, ovvero “fiorire” (precisamente dal participio e aggettivo florens, florentis ‘fiorente’) con la terminazione –ia che in greco e in latino serviva anche alla formazione di nomi geografici: Italia, Grecia, Sicilia, Andria… Dal latino Florentia si ebbe la forma antica Fiorenza (e fiorentini).
«Tra tutte le città straniere, Firenze è divenuta certo quella che io preferisco. Più ci vivi e più ti accorgi di amarla. Vi è qualcosa di accogliente da farmi sentire a casa mia». Pyotr Ilyich Tchaikovsky, il compositore e musicista russo, era talmente legato a Firenze che negli ultimi anni di vita comperò una casa a Klin, posto magico che poteva ricordare al compositore la quiete della collina toscana vicina a Firenze (Villa Bonciani ad Arcetri) dove solitamente trascorreva le vacanze.
Una lapide a villa Bonciani ricorda: «In questa villa dimorò e operò Petr Ilic Ciaikosvkij dall’immensa pianura russa alla dolce collina toscana approdato, d’entrambe nutrendo le sue armonie immortali». Nel suo Souvenir de Florance, composto nell’estate del 1890 (prima esecuzione pubblica il 24 novembre del 1892 alla Società di musica da camera di San Pietroburgo) mise probabilmente nero su bianco i ricordi di un periodo decisamente felice.
Ancora oggi, le persone facoltose che decidono di trasferirsi nella quiete ma a due passi dalla città di Firenze, scelgono di vivere nelle colline di Arcetri, di Piazzale Michelangelo, di Fiesole, Settignano o di Poggio Imperiale. Quest’ultima fu residenza della famiglia Savoia durante il periodo in cui Firenze fu capitale del Regno. Così riporta Fiorentino:
«Il trasferimento della corte da Torino a Firenze costituì uno dei maggiori momenti di frustrazione di Vittorio Emanuele II. Non soltanto perché dovette rinunciare a vecchie abitudini, quanto per il modo con cui si era lasciato con l’antica capitale. Nell’ultimo ballo a palazzo reale, il 30 gennaio 1865, la popolazione torinese, ancora amareggiata per il trasferimento della capitale decretata dalla Convenzione italo-francese del 15 settembre 1864, e, ancor più, per i gravissimi incidenti che ne seguirono, prese a manifestare con improperi e lancio di pietre contro gli invitati al ballo, non risparmiando lo stesso sovrano. Fu una separazione psicologica oltre che fisica, seppure momentanea (tra il re e Torino, già qualche settimana dopo, rinacque l’antico affetto), che angustiò il re, il quale decise di anticipare il suo trasferimento e quello della corte a Firenze. Vi giunse il 3 febbraio, salutato da una folla di fiorentini che forse gli fecero tornare il buonumore, seppure egli di natura fosse poco incline alle manifestazioni troppo calorose della popolazione nei suoi confronti» (Fiorentino, 2016: 45) [2].
In seguito alla sfortunata spedizione garibaldina volta alla conquista di Roma e fermata sull’Aspromonte dall’esercito italiano, il governo si trovò ad affrontare una grave crisi diplomatica con la Francia che si era fatta garante dell’integrità dello Stato pontificio e della sicurezza del Pontefice. Per superare questa difficile fase nei rapporti tra i due Paesi, i rispettivi governi siglarono un accordo, la già citata Convenzione, con la quale l’Italia si impegnava a garantire l’integrità dello Stato pontificio mentre la Francia assicurava il ritiro delle proprie truppe dalla città eterna.
Per rimarcare il suo “non interesse” su Roma, il governo italiano, decise di trasferire la capitale del regno da Torino a Firenze. A Torino, per protestare contro tale decisione, si verificarono gravi disordini popolari mentre a Firenze invece il re fu accolto molto bene dalla schiera di nobili locali.
Nella Basilica di Santa Croce sono conservate le spoglie di molti personaggi illustri: Ugo Foscolo, Michelangelo, Galileo, Gioacchino Rossini, Leon Battista Alberti, Vittorio Alfieri, Leonardo Bruni, Carlotta Bonaparte e Ugo Foscolo. Quest’ultimo ha dedicato alcuni versi a Firenze proprio all’interno de “I sepolcri”, composta nel 1806 e pubblicata nel 1807.
«Te beata, gridai, per le felici / aure pregne di vita, e pe’ lavacri / che da’ suoi gioghi a te versa Apennino! / Lieta dell’aer tuo veste la Luna / di luce limpidissima i tuoi colli / per vendemmia festanti, e le convalli, / popolate di case e d’oliveti / mille di fiori al ciel mandano incensi: / e tu prima, Firenze, udivi il carme / che allegrò l’ira al Ghibellin fuggiasco, /e tu i cari parenti e l’idïoma désti a quel dolce di Calliope labbro / che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma / d’un velo candidissimo adornando, / rendea nel grembo a Venere Celeste; / ma piú beata che in un tempio accolte / serbi l’itale glorie, uniche forse / da che le mal vietate Alpi e l’alterna / onnipotenza delle umane sorti / armi e sostanze t’invadeano ed are /e patria e, tranne la memoria, tutto» [3].
Città di accoglienza o di “turismo mordi e fuggi”?
Come dice Byung-Chul Han, «Si può misurare il grado di civiltà di una società proprio sulla base della sua capacità di essere ospitale, sulla base della sua gentilezza. Conciliazione significa gentilezza» (Han, 2017: 29) [4] Non solo città d’arte di scultori, pittori, (ahimè non sono altrettanto famose scultrici e pittrici se non Gentileschi a causa della violenza sessuale subita da Tassi) ma anche poeti e musicisti hanno amato questa città. Da sempre pronta ad accogliere accademici e studiosi di ogni disciplina, ancora oggi sono presenti varie Università americane, l’EUI European University Institute a Fiesole, il Conservatorio musicale, l’Accademia delle belle arti, il Polimoda, oltre all’università pubblica e a molte altre Accademie e Scuole.
L’altro lato di questa splendida città sono le associazioni, che da sempre cercano di sostenere migranti, richiedenti asilo che fuggono da guerre, minori non accompagnati, senza fissa dimora, donne vittime di violenza o di tratta dal punto di vista legale, dell’alloggio, della sanità, del vestiario, del cibo. Se da un lato Firenze vanta la tradizione dell’accoglienza nei confronti di artisti, letterati, musicisti, studiosi, oggi la città cerca di accogliere anche persone in difficoltà. D’altra parte qualche secolo fa già Immanuel Kant nel suo saggio La pace perpetua sosteneva: «(…) ospitalità significa il diritto di ogni straniero a non essere trattato ostilmente quando arriva in un territorio altrui» (Kant, 1795: 91) [5].
Altra questione è quella invece del turismo che dopo il periodo pandemico secondo l’ISTAT è ovunque in tutta Italia aumentato [6]. Il capoluogo toscano, il cui centro storico è stato decretato Patrimonio UNESCO dal 1982, ha subìto una sorta di “colonizzazione” attraverso la quale il quartiere 1, quello appunto più centrale, ha visto una enorme espansione di proprietà adibite ad affittacamere, spesso e volentieri basandosi sul mercato della piattaforma Airbnb. L’amministrazione comunale, in particolare il sindaco stesso Nardella, ha dichiarato a settembre 2023 che «Il 75% degli affitti turistici brevi si concentra nel 5% del territorio comunale» [7]. L’ex sindaco, oggi europarlamentare, aveva proposto durante il Consiglio Comunale del 2 ottobre 2023 la Delibera locazioni turistiche brevi – Adozione (art. 32, l.r. 65/2014) – ovvero una legge per contrastare il proliferare di richieste di singoli proprietari che, stanchi di vivere in un centro sempre più affollato da turisti e poco adatto alle famiglie, in cerca di una fonte di guadagno (esiste uno Ztl molto limitato, c’è scarsità di parcheggi riservati), sempre più decidono di spostarsi dal centro e affittare per brevi periodi a turisti. Il testo integrale del discorso di Nardella analizza il cambiamento che la città sta subendo, citando anche importanti cifre:
«[…] Nel 2016 avevamo poco meno di 6.000 appartamenti inseriti su Airbnb, oggi ne abbiamo quasi 14.378. In questo lasso di tempo, il costo medio dei canoni mensili per le locazioni ordinarie (residenziali) è aumentato del 42%, passando dai 13,4 €/mq del 2016 ai 19 €/mq dello scorso agosto. Solo nell’ultimo anno, l’aumento è stato del 15,1%. Significa pagare, per una singola stanza, almeno 500 € al mese. Si è poi avuta una escalation dopo il Covid, quando la forza attrattiva delle piattaforme online e l’assenza di regole, unica alla redditività altissima dello sfruttamento turistico dell’alloggio privato, ha portato a questa situazione. Dobbiamo chiederci: che città abbiamo in mente per noi e per i nostri figli? Possiamo davvero accettare che studiare, lavorare e vivere a Firenze, poco cambia se in centro oppure in periferia, sia diventato per i nostri stessi concittadini un lusso, un privilegio? Secondo l’ISTAT [report su “Emergenza abitativa” del settembre 2022, riferito a dati del 2021], le spese per la casa (comprensive, dunque, non solo dei canoni di affitto, ma anche di utenze e ogni altro costo accessorio) sono sostenibili se si attestano, al massimo, sul 40% del reddito disponibile. Leggo questi dati e penso, innanzitutto, ai più giovani. A Firenze e provincia, gli under 35 guadagnano in media meno di 20.000 € lordi annui. Significa non potersi permettere, ancora a 35 anni, un monolocale di 30 mq. È questo quello che vogliamo? Una città inaccessibile a tutti i giovani che non abbiano la fortuna di avere un appartamento di proprietà?».
La cosiddetta “Legge Nardella” o “Norma anti Airbnb” ha dovuto affrontare il confronto con le autorità centrali (il Tar aveva espresso parere negativo [8]) e il passaggio alla nuova amministrazione comunale, capitanata da Sara Funaro. Come in un episodio della storica telenovela americana “Beautiful” Ridge Forrester (Alias Ron Moss) vorrebbe accontentare tutte le donne innamorate di lui, Brooke, Taylor e altre, sposandosi prima con una poi con l’altra. Anche Firenze e i suoi Airbnb stanno passando attraverso questa telenovela dell’Airbnb si Airbnb no, tenendo di conto che la piattaforma versa ogni mese circa un milione di euro in tasse di soggiorno al comune toscano [9], un tesoro che al Comune interessa, anche se d’altra parte la neo Amministrazione Funaro vorrebbe per coerenza (PD) seguire le orme di quella precedente anche per salvaguardare l’aumento spropositato degli affitti e la mancanza di case.
Tra l’altro le dichiarazioni di Nardella, senza la proposta di un referendum o di una legge di iniziativa popolare potrebbero forse aver causato l’effetto contrario, ovvero la corsa di ogni proprietario a chiedere l’autorizzazione ad affittare prima che la norma entri in vigore, come sostiene la sua avversaria Cecilia Del Re, ex assessora all’Urbanistica che ha dichiarato: «Nonostante Nardella affermi che la norma non si tocca, il punto, è uno e uno solo: una volta approvato il Piano Operativo, lo stop anti Airbnb non ci sarà più. Punto. La tanto glorificata norma che ha guidato le uscite invernali del sindaco Dario Nardella finirà nel cestino» [10].
Chi lavora e studia a Firenze oltre a pagare delle cifre esorbitanti anche solo per una stanza in affitto, non riesce a trovarla. La lettera dell’insegnante al Sindaco Dario Nardella è esemplare ma di storie come la sua se ne sentono ormai a decine. Soprattutto nell’ambito del precariato della scuola, dove un algoritmo ogni anno decide la destinazione dell’insegnante iscritto alle graduatorie provinciali per le supplenze, per cui i docenti spesso cambiano scuola seppur rimanendo all’interno della provincia scelta. Questa non è necessariamente la provincia di residenza visto che le scuole del Centro Nord hanno solitamente molta necessità di avere insegnanti, mentre al Sud i posti scarseggiano. Scrive infatti la docente: «Caro sindaco, a Firenze è diventato impossibile trovare casa. Gli annunci sul web non sono veritieri o sono a prezzi altissimi. Si preferisce affittare agli stranieri settimanalmente o mensilmente a cifre alte invece che ai lavoratori fuori sede» (https://www.orizzontescuola.it/la-storia-della-docente-precaria-che-scrive-al-sindaco-di-firenze-impossibile-trovare-casa-sono-disperata/).
Quale identità per Firenze?
Città d’arte? Città accogliente ma che accoglie solo chi si può permettere alloggi costosi? E pensare che nel 2002 Firenze ospitò decine di migliaia di giovani durante il Social Forum Europeo. Così ricorda questo evento nel ventennale dell’anniversario il sindaco dell’epoca Leonardo Domenici:
«Parlare del “Forum Sociale Europeo” di Firenze del 2002 è importante tanto per coloro che lo vissero e possono ricordarlo, quanto per chi non può averne memoria diretta, forse anche perché troppo piccolo o non ancora nato. Fu un evento di ampia portata su di un piano politico e culturale (si trattò della prima edizione a livello europeo) e di straordinario significato per la vita di Firenze (arrivarono decine di migliaia di persone, soprattutto giovani, da tutta l’Europa e il corteo conclusivo è a tutt’oggi la più grande manifestazione pacifica di massa che abbia attraversato la città). Firenze confermò in questa occasione la sua vocazione di “città-simbolo”: un luogo dell’umanità, percepito come tale in Europa e nel resto del mondo (anche al di là della incostante consapevolezza di ciò, che possiamo avere noi fiorentini)». Leonardo Domenici Sindaco di Firenze (1999-2009) https://www.regione.toscana.it/-/20socialforum
A contribuire all’aumento dei prezzi delle case in alcune zone è stata anche la costruzione della linea tramviaria. Altro tema che inizialmente divise la popolazione fiorentina, che oggi non potrebbe farne a meno, fortemente voluta da Beppe Matulli [11]. Periferie dell’interland come il comune di Scandicci, dove un tempo risiedevano impiegati ed operai della zona industriale omonima, in case popolari, ha visto i prezzi degli immobili lievitare e raggiungere quelli del capoluogo. Non si tratta solo di case, anche uscire e mangiare fuori richiede una scelta oculata, tra locali rivolti esclusivamente ai turisti dove anche i prezzi di piatti poveri della tradizione fiorentina, come ad esempio la ribollita o il peposo, sono aumentati del 10-20 % tra prima e dopo la pandemia [12].
Anche il modo di comprare dei fiorentini è cambiato. Silvia Lelli si è occupata per anni di fare ricerca sui mercati di tutto il mondo tra cui quelli di Firenze. Tanti sono i mercati di quartiere, che ancora vedono i locali come principali consumatori di frutta e verdura della zona, abbigliamento, calzature, piante e fiori. Piazza dell’isolotto per il quartiere 4, Viale Fanti e piazza delle Cure per il quartiere 5, Sant’Ambrogio per il quartiere 1, Piazza Dalmazia e Via del Romito per il quartiere 3 e molti altri. Qui le espressioni dialettali fanno da padrone, le più note come “Ven via” (lascia stare, lascia perdere), “Pena poho” (sbrigati), “Ma che sei grullo” (Ma sei pazzo? Hai perso la ragione?) sono all’ordine del giorno. Sostiene infatti Lelli: «Nei mercati i commenti spontanei di venditori e clienti, relativi agli oggetti, esprimono priorità accordate ai valori d’uso, costantemente rapportati ai valori monetari. Tali commenti non sono chiacchiere insignificanti, ma pratiche politiche agite nel parlare quotidiano» (Lelli, 2014: 80). D’altra parte se i mercati di quartiere tutto sommato hanno mantenuto un carattere locale, i mercati più grandi come San Lorenzo e Le cascine hanno cambiato totalmente identità negli anni.
«nei mercati pubblici sono rilevabili anche aspetti della costruzione sociale locale che influenzano l’esterno e le politiche imposte dall’alto; ad esempio, vi si costruiscono l’identità e le forme di vita sociale del rione, ‘esterno’ ai confini del mercato che vi è situato. Spesso vi si costruiscono rivendicazioni verso le amministrazioni comunali, quando emanano politiche e interventi penalizzanti per i venditori o, ancor più ‘verso l’alto e l’esterno, vi si organizzano risposte alle politiche europee» (Ibidem:78) [13].
Perfino l’amore di sé contiene come presupposto la non mescolabile dualità (Nietzsche, 1976: 32) [14]. Una città che ama se stessa e che è amata dai suoi cittadini deve avere volti diversi, ma Firenze si è persa nelle sue contraddizioni. Chi prende un treno presto la mattina troverà senza fissa dimora che dormono per strada alla stazione e alla fortezza da basso, chi passa per Scandicci vedrà striscioni di protesta contro un carcere con grossi problemi strutturali, di pulizia e con il 70% di stranieri. Chi ha bisogno di una visita medica specialistica presso il Neo ristrutturato Ospedale di Careggi con centro commerciale e collegamento alla tranvia, dovrà però aspettare dai sei mesi a un anno in lista di attesa [15].
«La triplicazione anticipata dei flussi turistici nello spazio di una generazione (1995-2020) e la forte crescita demografica delle regioni di sviluppo rappresenteranno una opportunità economica e sociale per le destinazioni turistiche ma saranno anche delle considerevoli forze di pressione sull’ambiente. A lungo termine uno sviluppo turistico incontrollato rischia di alterare la qualità del patrimonio naturale e delle culture locali» (Bobbio 2021: 27).
Ma se il turismo aumenta, aumenta anche la produzione di rifiuti [16], almeno in alcuni periodi dell’anno. Dove finiscono questi rifiuti? Per molti anni nell’inceneritore di San Donnino sono stati smaltiti i rifiuti di tutta Firenze e della “Piana” fiorentina (così in gergo locale viene definita l’area dei distretti industriali e dei centri abitati che si trovano nella zona pianeggiante dell’hinterland fiorentino che si estende verso Prato e Pistoia); dopo le lunghe battaglie [17] da parte di comitati cittadini che si opponevano all’apertura di un termovalorizzatore in questa zona (lontana dagli occhi dei turisti), si è giunti finalmente alla decisione di riconvertire l’inceneritore di San Donnino a centro di smaltimento per rifiuti elettronici, un progetto che verrà inaugurato nel 2026 [18].
Non lontano da qui vi è una delle zone più complicate di Firenze, il quartiere delle Piagge, dove le case popolari (le cosiddette Navi) assomigliano alle vele di Scampia [19], gli episodi di degrado e occupazione abusiva sono all’ordine del giorno [20], In questo quartiere vicinissimo a Prato [21] si cerca attraverso l’associazionismo e solidarietà di quartiere di includere i più bisognosi di aiuto tanto che la cooperativa Tangram da moltissimi anni gestisce un centro di alfabetizzazione per stranieri e Don Alessandro Santoro attraverso la sua “Comunità delle piagge” ha creato un luogo di incontro, punto di riferimento per tutti. Insomma come ha dichiarato recentemente anche una Influencer [22], molte persone trovano tanti motivi per cui chi può permetterselo si sposta a vivere in paesi limitrofi o in altre città dove la qualità della vita è migliore.
Forse avere il miglior museo italiano al mondo 2023 (gli Uffizi), il David di Michelangelo con record di visitatori (un milione e mezzo ne 2022), il calcio storico in costume, il tradizionale scoppio del carro, Benigni che legge Dante nella Basilica di Santa Croce, il Firenze Rocks all’ippodromo delle Cascine e molto altro non basta a fare mantenere a Firenze quella sua identità di città dalle tradizioni millenarie di bellezza e accoglienza. Forse serve di più di una legge anti-airbnb. Forse i cittadini stessi in maniera democratica dovrebbero decidere per il futuro di questa splendida città come sta succedendo a Barcellona?
Dialoghi Mediterranei, n. 69, settembre 2024
Note
[1] Cfr. https://www.sociometrica.it/sites/default/files/Report_Overtourism_Focus_su_Firenze.pdf.
[2] Fiorentino, C., Firenze capitale e la corte di Vittorio Emanuele II, Annali di Storia di Firenze, X-XI (2015-2016): 45-63.
[3] Foscolo, U., Dei Sepolcri, Bettoni, 1807.
[4] Han, B., L’espulsione dell’altro, Nottetempo, 2017.
[5] Cfr. Kant, E., La pace perpetua, 1795.
[6] Cfr. https://www.istat.it/comunicato-stampa/landamento-turistico-in-italia-prime-evidenze-del-2023/#:~:text=Le%20stime%20relative%20all’anno,ricettivi%20presenti%20sul%20territorio%20nazionale.
[7] https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/nardella-la-norma-sullo-stop-ai-nuovi-airbnb-in-centro-ha-una-solidita-giuridica-ccd554ae
[8] Cfr. https://www.ilsole24ore.com/art/affitti-brevi-il-tar-toscana-divieto-firenze-non-e-piu-valido-AFwKFYiC?refresh_ce&nof.
[9] Cfr. https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/airbnb-firenze-tassa-soggiorno-qdo4zmyx.
[10] Cfr. https://www.thedotcultura.it/norma-anti-airbnb-del-re-approvato-il-poc-non-esistera-piu/.
[11] Cfr. Leoncini, S., In ricordo di Beppe Matulli. L’impegno politico per i detenuti, “Dialoghi Mediterranei” 67, 01/05/2024.
[12] Cfr. https://www.firenzetoday.it/economia/aumento-firenze-costo-conto-ristorante-video.html.
[13] Lelli, S., La costruzione culturale della vita materiale: dono strategico, economie e relazioni informali nei mercati pubblici, “EtnoAntropologia”, 2 (1) 2014.
[14] Nietzsche, F., Umano troppo umano, trad. it. Di S. Giametta e M. Montinari, Mondadori, 1976.
[15] https://www.lanazione.it/cronaca/liste-attesa-toscana-90dd64f3.
[16] Cfr. https://www.okfirenze.com/articolo/festivita-rifiuti-urbani-alia-2023_82554 e https://www.sociometrica.it/sites/default/files/Report_Overtourism_Focus_su_Firenze.pdf.
[17] Cfr. https://mentelocaledellapiana.wordpress.com/2012/09/13/un-po-di-storia/.
[18] CFr. https://www.recyclind.com/eng/4254/ilpolodisandonninoafirenzerinasceconunnuovoimpiantoperilriciclodeiraee/.
[19] https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/piagge-ultima-frontiera-noi-isolati-nel-degrado-con-gli-aerei-sulla-testa-i-rifiuti-e-nessun-bus-c876d65f.
[20] https://www.firenzetoday.it/cronaca/via-liguria-argingrosso-aggressione-rete-quattro.html
[21] https://www.orizzontescuola.it/il-caso-dellunico-alunno-italiano-in-una-classe-con-19-cinesi-accade-a-prato-il-preside-se-parlano-la-nostra-lingua-non-ci-sono-problemi/.
[22] https://firenze.repubblica.it/cronaca/2024/08/08/news/influencer_abbandona_firenze_troppi_turisti-423437653/?ref=RHLF-BG-P14-S1-T1.
___________________________________________________________________________
Sabina Leoncini, antropologa, è Dottore di Ricerca in Scienze della Formazione. I sui principali ambiti di interesse sono la rieducazione in carcere, la parità di genere e l’inclusione sociale. Si è occupata dell’educazione mista in Israele/Palestina e del significato socio-culturale del muro che separa Israele e Cisgiordania. Ha collaborato con alcune Università straniere tra le quali l’università Ebraica di Gerusalemme (HUJI), l’Istituto Universitario Europeo (EUI) di Fiesole, l’Università Ludwig Maximilian (LMU) di Monaco. Ha usufruito di varie borse di studio (MAE, DAAD) e partecipato a progetti ministeriali tra cui PON. Attualmente insegna Filosofia e Scienze umane nei Licei e si occupa di progetti europei, in particolare all’interno del programma Erasmus Plus e Horizon. Dal 2023 è socia dell’Associazione Pantagruel per i diritti dei detenuti.
______________________________________________________________