immagini
di Giusy Tarantino
Ricordo da bambina le passeggiate mano nella mano con il mio vecchio.
Non ricordo molto di mio nonno, avevo circa sei-sette anni quando ci ha lasciati, ma l’immagine di lui, che quasi tutte le mattine sedeva su un grande sasso all’angolo della strada di casa nostra per riscaldarsi al sole, rigorosamente con giacca e pantaloni, oppure quando mettevo le mie piccole mani nelle tasche della sua giacca per “rubargli” le 5 o 10 lire, e lui fingeva di non accorgersene per poi afferrarmi la mano e ridere insieme, sono immagini indelebili.
Questi semplici ricordi, pieni d’amore incondizionato, ancora oggi mi riempiono il cuore. Nonostante abbia condiviso solo pochi anni di vita insieme a lui, quell’amore nei miei confronti, ricambiato in modo genuino e disinteressato come una bambina può fare, non lo dimenticherò mai.
I nonni, le nonne sono persone che hanno bisogno di amore, di affetto, hanno la capacità di incantarci con i loro racconti di vita passata che sono una preziosa fonte di informazioni.
Le loro storie ci allietano, ci fanno pensare, sognare e ci aiutano a riflettere su come cambiano i tempi, le abitudini senza che ci se ne renda conto. Ci aiutano a ricordare il passato che non abbiamo vissuto.
Spesso quando prendo la mia macchina fotografica e vado a fare un giro nei paesi, vado alla ricerca dei nonnini seduti nelle piazze, che in compagnia scaldano le loro ossa prendendo energia dal sole. E mi soffermo a parlare, a scherzare con loro, e fermare le loro presenze in uno scatto.
Sono felici di ricevere attenzioni. Probabilmente questo mi riporta alla memoria il mio vecchio nonno e questo semplice scambio con loro mi riempie di gioia.
A volte le persone nella vita quotidiana, per trovare varie soluzioni, ricorrono al “metodo della nonna”, oppure si cerca la “torta della nonna”. Loro insegnavano a ricamare, ti facevano capire come una volta vivevano con poco e si era più felici, perché quando si riusciva ad ottenere quel minimo, si apprezzava tutto molto di più.
Una volta i vecchi erano curati dalle loro famiglie numerose e non si sarebbe mai pensato di doverli chiudere in una RSA sperando che gli altri li accudissero al posto nostro.
C’era un grande rispetto e riconoscenza nei loro confronti. Si spezzavano la schiena per mandare avanti le loro famiglie numerose e di fatto venivano ricambiati dai loro figli e nipoti.
Dovremmo sempre tenere a mente che un giorno se si ha la fortuna di invecchiare, ci ritroveremo esattamente al loro posto e a cercare di raccontare le nostre esperienze, le nostre storie, proprio come cercano di fare loro a chi sta ad ascoltarli.
Raccontare e ricordare sono verbi importanti nella vita degli individui e della collettività. I vecchi sono le voci della narrazione e della memoria.
Hanno bisogno di protezione, di affetto, chiedono cure e tutele, esattamente come dei bambini.
Le loro mani invecchiano, così come il loro viso e i loro occhi, ma i loro sentimenti non invecchiano, quelli rimangono giovani, anzi, con l’età e l’esperienza si fanno sempre più profondi, più veri.
Dovremmo ricordare, prima di qualsiasi azione o parola nei loro confronti, che forse non sentono dalle orecchie ma continuano a sentire con il cuore!
In questo triste periodo, che purtroppo stiamo vivendo a livello globale, ci siamo resi conto che non siamo stati capaci di difendere, rispettare e proteggere i nostri vecchi, ed è molto triste pensare che siano stati trattati come essere umani di serie B, improduttivi quindi non più utili.
Purtroppo molti di loro non sono più con noi. Dedico a loro questi scatti, con l’augurio che qualcuno dalle immagini tragga occasione per ripensare il rapporto con i testimoni delle nostre memorie, con i vecchi del nostro difficile presente.
Dialoghi Mediterranei, n. 48, marzo 2021
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Giusy Tarantino, fotografa free lance, vive e svolge attività professionale nel settore turistico a Palermo. Nella produzione fotografica artistica, pur non privilegiando contenuti specifici, pone in valore gli elementi narrativi del reportage, con particolare attenzione ai contesti culturali e alle immagini di forte contenuto espressivo e umano, privilegiando gli elementi della fotografia urbana, la ritrattistica delle emozioni e un tipo di fotografia calda e partecipativa. Ha collaborato con il periodico Un Ospite a Palermo, con la testata Mediterraneo (Rai 3), ha partecipato alle Mostre collettive “Impronte” (Palazzo delle Aquile, Palermo 2012), “Tali…ando con l’Obiettivo”. Nel 2014 ha ottenuto il riconoscimento del 1° Premio della Giuria al Concorso fotografico Daniela Longo. È coautrice del saggio Di moka in moka. Storie con donne davanti a un caffè, Edito da Ex Libris (2019).
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