di Ivana Castronovo
Con Social listening, si intende, per grandi linee, un tipo di attività strategica di ricerca dati utilizzata da aziende, brand ed imprese al fine di ottenere una prospettiva accurata in merito alla richiesta sul mercato nel proprio settore di competenza. Questo permetterebbe di strutturare una strategia di marketing al passo con i propri competitor, indirizzando la produzione di servizi e beni in funzione delle necessità e aspettative degli utenti, garantendo così una massimizzazione delle vendite e dei profitti sulla base della domanda.
Queste nozioni introduttive, con le quali io stessa sto da poco prendendo confidenza, non costituiscono il focus di questo breve testo ma sono utili per comprendere un aspetto fondamentale di un fenomeno le cui implicazioni, apparentemente latenti, divengono concretamente rilevanti.
Se poniamo quindi il riflettore sul settore terziario e più strettamente sul turismo, partendo da questi presupposti, possiamo tracciare il quadro di una serie di dinamiche che stanno cambiando il volto e l’anima di grandi e piccole città, di comunità, e villaggi, animando gruppi di residenti che fronteggiano quotidianamente l’affanno di una condizione sempre più disagiata legata all’overtourism.
Una prospettiva critica che guarda all’altra faccia di un turismo glorificato istituzionalmente come il salvagente di quest’economia che arranca, è oggi sempre più necessaria.
Accade pertanto, nel caso del turismo in loco, che a dettare le leggi e a determinare le direzioni più redditizie, che influenzano inevitabilmente la vivibilità e la struttura sociale dei centri interessati, siano appunto le richieste che spesso attingono a canoni e preconcetti pittoreschi ed esotici degli utenti, tessendo un nuovo immaginario fittizio del luogo d’attrazione turistica in questione.
Su alcune piattaforme come ad esempio AsnwerThePublic, è possibile infatti effettuare un’operazione di social listening, grazie alla quale, selezionando un’area geografica e un tema con una o due parole chiave (es. USA – Italy\food, Japan – Italy\holiday) si individua quali siano le domande che gli utenti di quell’area ricercano con più frequenza su Google. Dunque a quel punto basta dare loro ciò che vogliono, ciò che insomma sperano di trovare una volta giunti.
Inoltre, nel corso degli anni in forma sempre più crescente il ruolo ricettivo di carattere turistico si è sempre più aperto a figure non professioniste del settore, anche attraverso piattaforme di facile accesso come Airbnb. Si offre così una prospettiva d’investimento redditizio ad utenti che talvolta non hanno trovato un’alternativa di profitto altrettanto agevole e “sicura” in un contesto economico nel quale primario e secondario sono in continua decrescita.
I dati ci mostrano che il 75% degli investimenti va destinato all’edilizia abitativa, piuttosto che all’agricoltura o a funzioni industriali in un contesto nel quale la disponibilità immobiliare crescente non fronteggia ad un’emergenza abitativa sempre più diffusa.
A guardar bene, questa disponibilità ha quindi altri obiettivi che non includono nel tessuto urbano residenti, lavoratori e studenti in cerca di una casa dignitosa e accessibile, che vengono invece sempre più marginalizzati alla periferia e alle aree extraurbane. Queste azioni invece si preparano ad accogliere investimenti dal margine di profitto più alto offrendo prezzi stellari per soggiorni brevi ad utenti di passaggio.
Al fine ultimo di tutelare un’immagine della città da vendere in cartolina viene annullata la sua percezione interna di conflitto, snaturando talvolta l’originaria rete urbana, culturale e sociale del luogo con una aggressiva rimodulazione di un immaginario, così ripulito.
Sebbene non vi sia qui alcun intento di demonizzare il settore, ad oggi trovo sia necessario elaborare anche con ulteriori e più mirati approfondimenti sul tema una critica ampia e consapevole sul luogo e sulla sua fruizione, al fine di pretendere alternative che coinvolgano la rete locale in un processo di salvaguardia e crescita piuttosto che di svendita e logoramento.
Dialoghi Mediterranei, n. 64, novembre 2023
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Ivana Castronovo, laureata in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo presso l’Università degli studi di Palermo, ha sostenuto l’esame finale con un progetto dal titolo Zoo umani, un’analisi estetica e geo-antropologica (dr. Matteo Meschiari e Salvatore Tedesco) dedicato all’analisi delle narrazioni dell’altro e dell’altrove all’interno degli zoo umani a cavallo tra XIX e XX secolo, mediante l’utilizzo di particolari espedienti estetici, geografici ed antropologici. Ad oggi prosegue gli studi presso NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano con un Master in Photography and Visual Design.
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