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Il fuoco di Agnone

Agnone, la 'Ndocciata, 2022(ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

di Massimo Cutrupi 

I rintocchi della campana posta sul campanile della chiesa di Sant’Antonio, sono il segnale di partenza della Ndocciata di Agnone: uno dei riti legati al fuoco, più imponenti che si conosca.

Nello scorso dicembre, dopo una pausa e le limitazioni legate alla pandemia, un grande fiume di fuoco ha di nuovo attraversato il centro della cittadina in provincia di Isernia in due momenti distinti: il 10 dicembre, per ricordare la ‘Ndocciata organizzata nel 1996 in piazza San Pietro per il 50° anniversario di sacerdozio di papa Giovanni Paolo II e, come da tradizione, la sera della Vigilia di Natale.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

«Al di là della sua spettacolarità, quella di Agnone è una festa tradizionale, permeata di religiosità popolare, che è rimasta sostanzialmente invariata malgrado il disfacimento della società agricolo-pastorale che l’aveva prodotta» [1].

L’uso di accendere le ‘ndocce, ha quindi antiche radici che alcune fonti fanno risalire al popolo sannita, che usava le torce come fonte di luce durante gli spostamenti e, nella ritualità pagana, le fiaccole si collegano, simbolicamente, al solstizio d’inverno.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Inoltre, secondo alcune ipotesi, i pastori molisani, con il loro tabarro (tradizionale mantello a ruota), utilizzavano le ‘ndocce anche per illuminare il percorso di migrazione del bestiame verso condizioni climatiche migliori; un rituale quindi partecipato e sentito anche per le forti radici legate al mondo della transumanza.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Un rito carico di significati simbolici legato alla tradizione del fuoco, che, inevitabilmente, con il passare degli anni, si è modificato nei suoi caratteri distintivi, negli elementi cerimoniali e nelle modalità rappresentative.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

La ‘ndoccia (termine molisano che sta per grande torcia), è ricavata dall’abete bianco scortecciato e ridotto in sottili listelli uniti a ginestre secche, prima con un fil di ferro e poi con lo spago, per far aumentare l’infiammabilità e lo scoppiettio del fuoco. Le torce sono costruite in modo da assumere una forma a ventaglio, con le affilate travi di abete sempre in numero pari affinché il peso della ‘ndoccia risulti equilibrato e simmetrico.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Le enormi fiaccole, che possono arrivare a tre metri e oltre di altezza, sono forgiate nel rispetto dell’ambiente. Gli alberi prescelti, tagliati alcuni mesi prima dell’evento, sono individuati dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato e, solitamente, sono abeti sradicati, in via di deperimento, secchi o malati.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Il fuoco è in tutta evidenza il protagonista principale della ‘Ndocciata, ma sono i portatori che determinano l’andatura e la riuscita del rito con le loro numerosissime fiaccole infuocate; uomini di tutte le età, provenienti dalle contrade rurali agnonesi tra cui il gruppo storico della contrada di Sant’Onofrio, che prende il nome dalla zona montana a nord di Agnone, ed è formata da oltre 150 elementi di ambedue i sessi.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Gli ‘ndocciatori indossano sempre il pesante mantello scuro dei pastori, tagliato a ruota e con il bavero alto, utile a resistere all’intenso caldo del fuoco e a proteggersi dai frammenti incandescenti oltre che a sopportare il carico delle torce. I portatori con le fiaccole si incamminano in processione, in un ordine stabilito, alternando, all’andatura lungo le vie del paese, dei veloci e ritmati movimenti rotatori simili a danze per tenere accese le ‘ndocce che tendono a spegnersi.

Il corteo di fuoco inizia con gli stendardi delle contrade immersi in scene di vita contadina e agreste animata soprattutto da donne e bambini in costumi tradizionali scortati da alcuni animali. Poi sfilano i bambini con singole e piccole fiaccole e a seguire portatori con due ‘ndocce.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

In modo graduale aumentano le dimensioni delle ‘ndocce ed entrano in scena i portatori con in spalla quattro grosse torce e poi ventagli infuocati con otto, dieci, dodici e sedici fiaccole. Gli ultimi portatori sono i più robusti che sopportano il peso di diciotto e a volte venti fiaccole. Il fiume di fuoco va avanti lungo il corso di Agnone, e tutto il corteo viene incitato dalla folla posizionata ai lati della strada.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

La maestosa fiaccolata si conclude con il momento più eloquente dell’evento che è la raccolta delle ‘ndocce e la loro distruzione a fine sfilata in un grande falò attorno al quale si riuniranno tutte le contrade per i festeggiamenti finali.

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

«A sfilata conclusa, le ndòcce vengono ammonticchiate in un unico grande rogo, denominato “falò della fratellanza”. Questo fuoco brucia simbolicamente quanto di negativo c’è stato durante l’anno che sta per finire e dà man forte al nuovo sole affinché propizi luce e calore» [2].

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la 'Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

Agnone, la ‘Ndocciata, 2022 (ph. Massimo Cutrupi)

La ‘Ndocciata di Agnone, dal 2011, è Patrimonio d’Italia per la tradizione e manifestazione italiana d’eccellenza. Nel 2012 è stata anche oggetto di un francobollo emesso nella serie tematica del Folklore italiano.

In Molise, nonostante lo spopolamento dei paesi, l’omologazione dei saperi e la progressiva rimozione delle culture popolari, l’incontro tra le comunità e le tradizioni legate ai fuochi resistono ancora. 

Dialoghi Mediterranei, n. 60, marzo 2023 
Note
[1] Tassinari S. (1996), Le ragioni del fuoco, Prefazione a Le Ndocce di Agnone. I fuochi della vigilia di Natale, storie e tradizioni, di Meo D., Edizioni Enne, Campobasso: 8.
[2] Meo D. (2001), Le ndòcce, in Le feste di Agnone, culti, riti e tradizioni, Palladino Editore, Campobasso, 2001: 1-2. 

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Massimo Cutrupi, laureato al D.A.M.S di Bologna, fotografo professionista dal 1986. Si occupa prevalentemente di fotografia umanista, antropologica e di documentazione in ambito sociale. Per cinque anni viaggia lungo le coste italiane per una catalogazione archeologica dei porti e gli approdi nell’antichità. Ha collaborato con molte testate nazionali e, per alcuni anni, con il settimanale “Avvenimenti”. È stato operatore e docente di fotografia in molti progetti con finalità di recupero e reinserimento sociale. Attualmente lavora presso l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale dove si occupa di archiviazione, conservazione e valorizzazione di Fondi fotografici. Mérida el paseo de las ánimas è il suo ultimo libro edito da Effigi per l’ICPI.

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