Stampa Articolo

Il Mediterraneo nella biografia e nella poesia

copertinadi Rosy Candiani

Esce in questi giorni Poesie di vita. Vita di poesie di Tullio Sammito, una «raccolta di scritti poetici», come ama definirla l’autore, che non vuole essere considerato, e non è, poeta di professione, ma sicuramente uomo di cultura, colto e raffinato cultore della bellezza.

Potremmo dire che fin dal titolo la figura del palindromo, il percorso in entrambi i sensi che mantiene e sdoppia il significato, Giano bifronte, racchiude la cifra di questa raccolta e l’identità di Sammito come autore, che circoscrive le ambizioni letterarie fin dalla poesia d’esordio “Poeta”: «Sensi dipingo, / di luci e di ombre / poeta mi fingo. / Sovente mi taccio / ma talora m’impegno». Anche se, secondo i canoni classici delle sillogi poetiche, rispetta il valore programmatico della poesia d’apertura, proponendo la sua “poetica”: «A fama non tendo e / con passo leggero, / inebriandomi d’essa /a vita propendo». E anche se, affianca, alla scelta dell’understatement e del divertissement apparente, l’ambizione della pubblicazione e l’esigenza di creare legami al di fuori della solitudine dello scrittoio, perché per Sammito la poesia non è un’attività estemporanea ma una compagna di vita.

Le singole poesie della raccolta sono dunque postille esistenziali, come <memo> colorati apposti ai momenti significativi della vita, vissuti con partecipazione pacata e sorridente, talora con sofferenza, ma velata con il distacco della bonaria autoironia, dove la facezia esorcizza delusioni e nevrosi. Se la lettura è sempre un gesto reciproco tra autore e lettore, leggere poesia è forse la scelta di un impegno che porta il lettore a mettersi in gioco con l’autore, a smuovere la coscienza e a condividere un percorso.

Anche in questo frangente il palindromo bifronte guida, o disorienta, il lettore: il volume si presta a un percorso in entrambi i sensi, a una lettura “personale”, o non organizzata, a zigzag, a incroci che seguono temi ricorrenti o a un percorso all’inverso, nonostante la ordinata partizione in capitoli e l’organizzazione tematica: Io – Vita – Città – Famiglia – Donne – Faceto – Giovanile. Dal fondo all’inizio, partendo per esempio dal nodo del rapporto col padre (“A mio padre”), o rincorrendo alcuni temi trasversali che scavalcano i capitoli; o ancora seguendo l’unico flusso “continuo” rappresentato dall’universo femminile.

alberi-spogli-olio-su-tela-cm-28x33-1995

Alberi spogli, olio su tela, 1995, di Danilo Sammito (coll. privata)

In ogni caso la lettura di Vita di poesia. Poesie di vita porta il lettore nell’universo esistenziale di Sammito – che non si nasconde – ma anche lo obbliga a scavare in se stesso: presenta un mondo di contrasti, di contrarietà e ambivalenze che spesso non si ha il coraggio di far affiorare in superficie, cioè la realtà nel suo fluire mobile e non lineare, fatto di avanzamenti e di arretramenti. Fissare la mobilità nella parola poetica significa accettazione di quello che la vita riserva, pacificazione con le contraddizioni esistenziali e con i valori dei principi etici.

Canto di vita
Alcun percorso di mia vita
rinnego ed anzi mi fregio
d’averli tutti intonati di
eroico canto.
Le mie fasi ho plasmato
d’umano e morale vissuto,
ricoprendo ogni azione
d’argenteo abito fuso.
Di nulla mi pento, inclusi
i peccati, di molto mi pregio,
inezie comprese.
Ho onorato il sapere,
trasfondendolo in alvei certi
di dritti percorsi.
Sempre ho seguito il mio istinto,
nel pieno trionfo dei sensi.
A te dedico, o vita,
questo mio canto.
tempesta-olio-su-tela-cm-50x70-1978

Tempesta, olio su tela, di Danilo Sammito (coll. privata)

Come, per esempio, attorno al tema della famiglia, che nella raccolta è tema trasversale e deborda dal capitolo dedicatogli, tema centrale nella conquista dell’io: valore laico, scelta etica e di affetti solidi, di legami di vita che si fanno rito – matrimoni, battesimi (“Per il battesimo di Viola”) – chiusura e routine della “tranquillità borghese”; una famiglia allargata, ancestrale dove sono prevalenti le figure femminili, e spesso contrassegnata dalla parola “ritrovata”.

L’accettazione pacata delle antinomie e della loro conciliazione nella vita familiare si veste del mito e trova espressione nella figura di Ulisse; in “Promesse”: «…donna mia, …/ D’Ulisse in Itaca / giusti riposi, Circe / novella, da nebbie /astrai. E di miti perduti / materializzi i contorni / in note d’arpa, compagna / amata di dolci abbandoni». Ulisse: riferimento della cultura classica e della mediterraneità; Ulisse archetipo di libertà, di superamento dei vincoli, come in “La prigione di Ulisse”:

 D’Erinne furiosa mi lanci i tuoi strali
d’ira compressa per amore incompiuto.
Didone per peggio non fece di meno.
Che tu possa al contrario, lungo
tracce di storia ancestrale, d’Itaca
antica rivivere l’arcaico uso e,
penetrando subliminali mie pieghe,
davvero capire che Ulisse per mito
è da amare e che, chi affetto da sindrome sua,
nessuno può imprigionare.

Ulisse simbolo del viaggio ma anche della ricerca della terra; proiezione per Sammito del suo amore per il mare e al contempo delle profonde radici sulla terra (“A mio Padre”; “Olio”): la “sicilitudine”, termine coniato da Leonardo Sciascia come metafora di condizione esistenziale. Probabilmente, nella figura di Ulisse Sammito proietta la sua esperienza dei soggiorni nelle terre toccate dal Mediterraneo: Tunisi, Atene, la sua Sicilia, il suo «anelito alla meta e l’ansia inquieta della stasi» (“Metempsicosi”):

D’ancestrale transumanza
mi connoto ma più non
lascio gli stazzi per il mare.
Or nelle greppie pasco
e sono buona bestia,
con catene al ciocco e
senza cippi in testa.
paesaggio-china-acquarellata-cm-20x30-1972

Paesaggio, china acquarellata, di Danilo Sammito (coll. privata)

Le sue testimonianze di viaggio sono tutte legate al mare (come il mar Egeo in “Proroga”), ma lasciano ritratti di terre, di città e ricordi degli incontri e delle presenze che si affacciano in questi nuovi palpiti di vita. Sammito è soprattutto viaggiatore delle terre dell’umano (“Tunisini”; “A Ragusa”). Le sue città sono acquarelli, trionfo di colori, di sensi, di profumi; le accomuna la mediterraneità del sole e del bianco candore dei muri: «Atene di bianco vestita … candida al sole» (“Atene”), «sfondi bianchi /abbacinanti» dei quartieri di Tunisi (“Passeggiando a El Menzah”), il sole «forte e bianco» di Ragusa (“A Ragusa); il profumo inebriante e speziato, ad Atene come a Tunisi: «sentore intenso degli olezzanti gelsomini» (“Autunno a Tunisi”). Il fascino della luce, che cattura il viaggiatore del Mediterraneo, è il celeste del cielo (“A Ragusa”), il «cielo azzurro, immenso ed/ accecante intenerisce l’ansia», prelude all’aranciato orizzonte del tramonto e al trasmutare «in cromatico / montare verso il viola» (“κρωmatikós”).

faro

Faro, linoleografia, di Danilo Sammito (coll. privata)

Come si è visto, nella poesia di Sammito sovente affiorano segni della sua cultura classica e della padronanza delle regole retoriche e metriche, anche se l’autore in genere si diverte a sparigliare le carte e a mostrarsi sottotono, gioca alla “poesia facile” con gli strumenti affinati del mestiere, come le rime identiche e gli infiniti verbali (come in “A mio padre”).

Ma quando il tema è quello della condizione presente, del bilancio della vita trascorsa, metafore e ossimori cadenzano i versi: la stasi e il rientro ai ritmi della vita familiare e cittadina, la lentezza e il cambio di ritmo sono segnati dalle immagini del viaggio, in treno (“Treno di vita”, «Andavo a cento all’ora e ora vado a venti»)  o per mare (“Navigando”; “Metempsicosi”): la «calma di risacca» è condizione dolce-amara; è irrequietezza della stasi – «Sorte felice di pace soffrire» –, è la condizione, calma ma claustrofobica, del pesce nell’acquario:

Come un pesce
Quale sole che s’oscura,
una tacita tristezza scende
nel mio cuore e grigi flutti
mi pervadono nell’imo.
Di gioie ormai alienate
sanno i miei pensieri,
come sensi declassati
ben riposte le memorie.
La mia vita, già provata,
nel suo chiuso si dibatte
come un pesce che non
muore e vuol correre al
suo mare.

«In stallo sto or non stride mia vita a strappi»: una condizione esistenziale che può accomunare le vite umane di tutte le età: la smaniosa brama di rompere “i limiti” della giovinezza e la gabbia della precarietà della stasi o dell’età; ancor più in questo periodo sospeso della pandemia, che tutti ha reso «pesci fuori dal mare, uccelli nell’azzurro/ graffiato» (“Pandemica-Mente”).

Una condizione magistralmente racchiusa nelle parole di uno dei grandi autori contemporanei della Sicilia (ancora la sicilitudine, forse):

«Porfirio, non ho abento. Questo tormento che non conosce alba, né tramonto, questa inedia di stagno, questa noia greve, quest’ansia ferma, questa melanconia amaricante…» (Consolo 2015: 274).

Dialoghi Mediterranei, n. 49, maggio 2021
Riferimenti bibliografici
Consolo Vincenzo 2015, Lunaria: L’opera completa Milano: Mondadori.
Sammito Tullio 2021, Poesie di vita.Vita di poesie Roma: Pagine S.R.L.
Sciascia Leonardo 1969, “Sicilia e sicilitudine” in La corda pazza, Torino Einaudi 1970.
facebook: Tullio Sammito autore: https://www.facebook.com/Tullio-Sammito-Autore-103516218002735/

______________________________________________________________

Rosy Candiani, studiosa del teatro e del melodramma, ha pubblicato lavori su Gluck, Mozart e i loro librettisti, su Goldoni, Verdi, la Scapigliatura, sul teatro sacro e la commedia musicale napoletana. Da anni si dedica inoltre a lavori sui legami culturali tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, sulle affinità e sulle identità peculiari delle forme artistiche performative. I suoi ultimi contributi riguardano i percorsi del mito, della musica e dei concetti di maternità e identità lungo i secoli e lungo le rotte tra la riva Sud del Mediterraneo e l’Occidente.

______________________________________________________________

 

 

Print Friendly and PDF
Questa voce è stata pubblicata in Cultura, Letture. Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>