di Zino Citelli
Da quando mi occupo di fotografia di strada ho sempre cercato di focalizzarmi sui volti dei soggetti che ho incontrato, sulle loro espressioni e sui loro sguardi che spesso ci raccontano – involontariamente, indirettamente – le loro emozioni e le loro storie.
Parlare con le persone che ho incontrato per strada mi ha aiutato a stabilire un canale diretto e intimo di interazione e di dialogo, sempre nel rispetto di coloro che si sono offerti al mio obiettivo fotografico.
I ritratti fotografici di strada possono essere un modo straordinario per catturare l’anima – o l’animo – delle persone, possono rivelare la loro personalità, i loro sentimenti più segreti, possono anche raccontare della vita quotidiana le relazioni umane e gli orizzonti culturali di un contesto, di una società.
La mia ricerca fotografica sui volti e sui ritratti di strada muove dal mio rapporto empatico con la gente, dalla mia profonda convinzione che, nonostante la violenza e l’odio che tracimano dalle cronache, non ho mai perduto la speranza nell’uomo, nella umanità, nella possibilità di un cambiamento in un mondo in cui tutti siano trattati con rispetto e dignità.
Credere negli esseri umani è una scelta che può avere un impatto significativo sul modo di vivere, di sentire e di partecipare le esperienze anche più dolorose. Quando abbiamo fiducia nell’altro siamo più propensi a fare del bene e più meritevoli di riceverne.
Ci sono innumerevoli esempi di persone che hanno dedicato la loro esistenza – nell’ombra e in silenzio – ad aiutare gli altri, a combattere le ingiustizie e costruire un mondo migliore. Non eroi, spesso antieroi, uomini e donne comuni impegnati nella quotidianità di gesti di generosità, solidarietà, di fraternità.
Nel corso dei miei reportage fotografici mi è capitato di documentare movenze, sorrisi, volti, sguardi, posture di questa umanità amorevole e caritatevole. Nei primi piani sembrano coagularsi spontaneità e semplicità di un mondo popolare e marginale.
Siamo programmati per connetterci con gli altri, per dialogare con i vicini, per comunicare con le persone più lontane. Credo che questa tendenza sia radicata nella nostra natura di creature incomplete, insufficienti, incompiute. Siamo parte di una mirabile tessitura.
Credere negli esseri umani è una scelta, che possiamo fare ogni giorno, attraverso le nostre azioni e le nostre parole anche se non è sempre facile. Per quanto mi riguarda cerco di comunicare con le immagini quello che percepisco attraverso gli sguardi e i gesti degli uomini e delle donne che incontro.
Credere negli esseri umani è un atto di speranza, di fede nel futuro, un atto di coraggio, se volete, che ci permette di andare avanti, di riprendere le forze e le energie per ricominciare il difficile percorso della vita anche quando sembra che tutto sia definitivamente perduto. Io credo negli esseri umani.
Dialoghi Mediterranei, n. 66, marzo 2024
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Zino Citelli, vive a Palermo, laureato in economia, fin da piccolo è stato fortemente attratto dalla fotografia, sollecitato dalla innata curiosità di guardare e intuire la realtà. Dopo anni dedicati all’apprendimento delle tecniche, esercita questa attività con sistematicità e passione. Ha vinto numerosi concorsi fotografici ottenendo riconoscimenti e pubblicazioni su autorevoli riviste. Collabora anche con alcune testate giornalistiche nazionali per determinati progetti fotografici. Ha perfezionato gli studi sul trattamento delle immagini digitali PP, presso la scuola Nazionale di Roma. Nel 2018 alcune sue fotografie sono state esposte nella mostra collettiva sulla integrazione razziale, presso il Museo Palazzo Moncada di Caltanissetta, la GAM di Catania e il Palazzo Chiaramonte Steri di Palermo. Nel 2021, contestualmente alla pubblicazione del libro ha esposto una mostra personale dal titolo “Frammenti di tempo” al Complesso Monumentale dello Spasimo a Palermo. Ultimo lavoro è la mostra “Azolo” al Museo Regionale di Arte Moderna e Contemporanea RISO di Palermo.
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