di Davide Renda
La Medina di Tunisi è un mosaico di storia, cultura e vita quotidiana, dove passato e presente si incontrano in un affascinante contrasto. Iscritta nel Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per il suo straordinario valore storico, la Medina è uno dei siti più antichi del mondo arabo-musulmano e continua a raccontare secoli di storia attraverso le sue strade tortuose e i suoi monumenti di grande valore architettonico.
Nella Tunisi odierna, una città che conta oltre 2 milioni di abitanti nel suo agglomerato urbano, la Medina rappresenta ancora una “città nella città”, trasportando i visitatori in una dimensione quasi parallela rispetto ai quartieri moderni in continua espansione dei Governatorati adiacenti e della banlieue.
Ho effettuato numerose passeggiate fotografiche al suo interno, esplorando le vie centrali e i quartieri a nord e sud. Ogni visita mi ha svelato nuovi scorci, dettagli architettonici, storie e leggende, grazie a un approccio più spontaneo e serendipico piuttosto che strettamente pianificato.
La Medina ha conservato senza significative alterazioni il suo tessuto urbano e le sue caratteristiche architettoniche, nonostante l’adattamento a nuovi stili di vita e i vari interventi di restauro.
Oggi, molti edifici storici sono recuperati grazie a strutture di salvaguardia gestite da enti pubblici e attori della società civile.
La città vecchia rappresenta un paradiso per i fotografi, con la sua varietà di stili e approcci, dalla fotografia di strada a quella architettonica e ritrattistica. Si può immortalare il continuo flusso di persone, venditori e trasportatori che sfrecciano nei vicoli, scoprire squisiti esempi di architettura islamica, incontrare abitanti locali che chiedono un ritratto accanto alle imponenti porte gialle e blu.
Di grande interesse è la persistenza del teatro delle marionette e della costruzione dei pupi dell’Opra, eredità della presenza della comunità siciliana e delle tradizioni culturali di questo spettacolo popolare diffuso anche presso il pubblico tunisino fin dall’Ottocento. Vi sono botteghe che ancora costruiscono e vendono i personaggi scolpiti in legno.
Il cuore della Medina è costituito dai suoi spazi sacri, come la Moschea Al-Zaytouna, una delle più antiche e venerabili del mondo islamico, il cui minareto domina il paesaggio da Rue Sidi Ben Arous. Questa moschea, oltre a essere un centro di culto, è anche un esempio straordinario dell’arte e dell’architettura islamica.
Un luogo iconico all’interno di questa moschea è il cortile, accessibile ai visitatori, che offre uno spazio di pace e riflessione con le sue arcate eleganti. Anche la Moschea Hammouda Pacha, costruita nel 1655 in stile ottomano, rappresenta un esempio della raffinatezza architettonica introdotta durante il periodo ottomano.
Attraverso queste fotografie si tenta di catturare alcuni tratti identitari della Medina e dei suoi dintorni: scorci di vita quotidiana, venditori di prodotti artigianali, erbe e spezie, utensili da cucina, e le preziose e imponenti architetture delle moschee, delle scuole storiche (madrasa) e dei palazzi di epoca coloniale e istituzionale intorno alla Kasbah.
Dialoghi Mediterranei, n. 69, settembre 2024
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Davide Renda, nato a Palermo, ha conseguito nel 2020 una laurea magistrale in Cooperazione, Sviluppo e Migrazioni, con una tesi basata su una ricerca in Colombia focalizzata sulle festività per l’indipendenza di Cartagena de Indias. Redattore e Caporedattore della testata online “Eco Internazionale” per cinque anni, su cui ha scritto su tematiche legate alla storia, cultura, e politica internazionale, da numerosi anni trasferitosi a Tunisi, lavora come cooperante in una ONG italiana, contribuendo a progetti di sviluppo legati all’imprenditoria, migrazione e formazione e praticando la sua passione per la fotografia di strada.
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