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La perfetta intersezione della colonna di Heinrich von Müralt nella città di Palermo

Figura 1: Stato dell’arte del monumento di Heinrich von Müralt -Escher, Cimitero acattolico “degli Inglesi” all’Acquasanta (ph. L. Leto, 2019)

Stato dell’arte del monumento di Heinrich von Müralt -Escher, Cimitero acattolico “degli Inglesi” all’Acquasanta (ph. L. Leto, 2019)

di Laura Leto

Il 20 luglio scorso ho ricevuto un altro avviso da parte degli abitanti della borgata Acquasanta di un’ulteriore infrazione del Cimitero acattolico “degli Inglesi”. Ho inviato l’ennesima segnalazione al Settore di competenza e continuo a sperare in un intervento di tutela. L’intero patrimonio culturale e storico-architettonico del Luogo è in pericolo.

La ricerca – seppur a distanza – procede e in questo contributo voglio condividere la mia ultima scoperta in merito ad un emblema araldico, ormai illeggibile che ha permesso l’identificazione e l’ipotetica ricostruzione del monumento funebre di Heinrich von Müralt-Escher. Quest’ultimo riporta nuovamente all’attenzione la presenza della comunità svizzera residente a Palermo nel corso del XIX secolo [1].

In questo caso non si tratta né dei soldati a servizio dell’esercito borbonico né di banchieri, ma di una famiglia di origine lombarda: i Müralt, individuata a partire dal XII sec. a Locarno, località del Canton Ticino nella Svizzera meridionale. A quest’ultima era stato attribuito da Federico I Hohenstaufen il titolo nobiliare di “Capitanei”, vassalli del re [2], parte del patriziato locale, una delle famiglie nobili e più influenti dell’epoca.

Nonostante la Pace di Augusta del 1555 e l’affermarsi del principio Cuius regio, eius religio secondo il quale i sudditi dovevano seguire la fede del loro governante, cattolica o luterana che fosse, godendo però del diritto di spostarsi in un’altra regione per professare liberamente il proprio culto, un decreto della Dieta di Baden [3] spinse alcuni membri della Casata ad allontanarsi da Locarno, dando vita ai due rami di Zurigo e di Berna, questi erano conosciuti sotto il nome di Müralt. Il legame con la terra d’origine venne mantenuto saldo grazie anche alla nomina ricevuta dal clan della Corporazione dei Nobili di Locarno, a partire dal 1674.

Figura 2: Colonna con epigrafe, monumento funebre di Heinrich von Müralt -Escher – ph. L. Leto

Colonna con epigrafe, monumento funebre di Heinrich von Müralt -Escher (ph. L. Leto)

Heinrich von Müralt -Escher apparteneva al ramo della famiglia di Zurigo, la cui influenza si è estesa dalla politica all’economia, dalla cultura alle arti, come verificato grazie all’epigrafe incisa sulla colonna scanalata abbandonata sul terreno. Le condizioni del reperto hanno ormai compromesso il brillante marmo bianco, ricoperto da sedimenti e fango.

Come evidenziato più volte nel corso delle mie indagini, la collocazione dei frammenti sul terreno non ne garantisce la posizione originaria a causa delle continue deturpazioni subite [4] e delle inappropriate “pulizie” da parte del Comune di Palermo che ha contribuito al rimescolamento dei “detriti”. La colonna presenta alla base un foro di forma quadrangolare che suggerisce l’utilizzo di un perno di ancoraggio al plinto, parte inferiore del monumento. A tal proposito ho ragione di credere – ipotesi da verificare in situ con le dovute figure professionali – che il plinto del monumento abbia resistito all’opera di distruzione perpetuata nei secoli e che si tratti di quello collocato sulla destra del viale principale [5].

Figura 3: Plinto non identificato, Cimitero acattolico "degli Inglesi" all'Acquasanta - ph. L. Leto (2019)

Plinto non identificato, Cimitero acattolico “degli Inglesi” all’Acquasanta (ph. L. Leto, 2019)

Bisognerebbe verificare che i due fori di forma quadrata collimino, ma ad avvalorare la mia ipotesi si aggiunge la posizione del monumento che avrebbe trovato collocazione in un’area del Cimitero dove sono disposte sepolture della stessa matrice culturale. Poco distante vi era infatti il cippo del connazionale Christian Fischer (1801-1858), agente dei Rothschild e banchiere [6], oggi mutilo e abbattuto su un fianco. Il monumento del Nostro doveva presentarsi come quello dell’ufficiale del quarto Reggimento Reale Svizzero del Regno di Sicilia, Walther Von Werdt (1835 – 1855).

Il plinto considerato presenta una iscrizione che riproduce un passo del Vangelo secondo Giovanni che riporto di seguito:

JCH BIN DIE AUFERSTEHUNG UND DAS LEBEN;
WER AN MICH GLAUBT DER WIRD EWIG LEBEN,
ORGLEICH ERA AUCH STURBE
EVANG: JOH. CAP. 11 VERS. 25 [7]
 Figura 4: Monumento funebre di Walther Von Werdt, Cimitero acattolico "degli Inglesi" all'Acquasanta - ph. L. Leto (2019)


Monumento funebre di Walther Von Werdt, Cimitero acattolico “degli Inglesi” all’Acquasanta (ph. L. Leto, 2019)

L’iscrizione sarebbe coerente con la storia della Famiglia. Eppure uno dei frammenti che ha destato maggiore curiosità tra quelli presenti in situ è un’urna marmorea coperta da drappo, mutila del collo e del piede. Questa presenta un motivo decorativo polilobato, sovrastato da un emblema araldico che sino ad oggi non è stato decifrato. Per tali ragioni anche questo frammento non aveva trovato una collocazione tra i monumenti presenti al Cimitero.

Sin dalla tradizione della Grecia classica l’urna è parte della simbologia legata al culto della morte, essa allude alla concezione del corpo come contenitore dell’anima, la presenza del drappo ne accentua l’evidenza del lutto e simboleggia il confine sottile tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Particolare della urna marmorea restituita al monumento di Heinrich von Müralt -Escher

Particolare della urna marmorea restituita al monumento di Heinrich von Müralt -Escher (ph. Laura Leto)

La scultura era originariamente collocata sulla colonna, e sul verso è ancora parzialmente visibile l’emblema araldico dei Müralt. Ho motivo di ritenermi soddisfatta di aver dato una configurazione a quelle forme ormai erose dal tempo. Questo è costituito da un castello rosso con due torri merlate su campo argento, circondato da quattro gigli rossi, sormontato da un cimiero. Quest’ultimo è costituito da un elmo incoronato e da una vergine con lunghi capelli biondi e copricapo che regge sul braccio destro una torre e sul sinistro uno scudo con lancia, al cui interno è rappresentato un sole che si erge su un monte a tre punte. Al di sotto dello stemma – sebbene non sia visibile sull’urna – vi è il cartiglio con il motto: “OPPUGNARI POTERIT EXPUGNARI NEQUAQUAM” [8] (Cambin 1962: 292-293).

Particolare della urna marmorea restituita al monumento di Heinrich von Müralt -Escher

Particolare della urna marmorea restituita al monumento di Heinrich von Müralt -Escher

L’identificazione dello stemma è pertanto di grande importanza sia per la ricostruzione della storia del defunto che per la ricomposizione del monumento.

Il primo dato in mio possesso nella faticosa ricostruzione della storia degli individui seppelliti all’Acquasanta è l’epigrafe che anche in questo caso presenta caratteri ormai illeggibili a causa dell’esposizione alle intemperie che ne hanno gravemente intaccato la superficie. Si colgono residui della colatura in piombo che colmava i solchi delle lettere. Ne riporto qui di seguito la trascrizione:

HIER RUHT IN FRIEDEN
HEINRICH VON MÜRALT – ESCHER AUS ZÜRICH
GEB DEN 27 SEPTEMBER 1825
GEST IN PALERMO DEN 23 JANUARY 1852

Come per gli individui di nazionalità inglese, era consuetudine riportare anche il cognome della moglie. L’iscrizione fornisce infatti preziose informazioni, relativamente agli estremi di nascita e morte, alla provenienza e alla condizione di coniugato.

 Atto di morte di Heinrich von Müralt -Escher - ASP, Sezione S. Anna, Volume 3933, n° d'ordine 50

Atto di morte di Heinrich von Müralt -Escher – ASP, Sezione S. Anna, Volume 3933, n° d’ordine 50

Ho cercato immediatamente sugli Indici Decennali dell’Archivio di Stato di Palermo, Stato Civile della Restaurazione – Morti 1846-1855, dove si legge “italianizzato”: «Müralt Errico – Giovanni – Barbara Anna – 22 gennaro 1851 – a. 26 – S. Agata – v. 376 – n. 50». Le indicazioni suggerivano la presenza di un certificato di morte che fortunatamente ho trovato, schivando l’errore della data errata del decesso che non è avvenuta nel 1851, bensì 1852 come da epigrafe.

Sul documento si legge che «alle ore venti è morto nel suo domicilio il Sig. Errico di Muralto, marito di Elisabetta Escher, di anni 26, nato in Zurigo, Svizzera, di professione architetto, domiciliato in Crociferi […], figlio di Giovanni Errico e di Anna Barbara Stockar, domiciliati in Zurigo Svizzera». Si sono confermate e aggiunte informazioni relativamente alla professione, al domicilio e al cognome da nubile della madre.

Sui siti di genealogia ho avuto modo di constatare che Hans Heinrich von Müralt (1803-1865) e Anna Barbara Stockar (1804-1876) avevano avuto due figli e pertanto che Heinrich avesse un fratello minore: Hans Konrad von Müralt (1829-1863) che si sposò con Anna Locher (1834-1921) [9].

Fünfhundert und sechzig Jahre aus der Geschichte der Familie Escher vom Glas, 1320-1885. Band 2 - ancestry.com

Fünfhundert und sechzig Jahre aus der Geschichte der Familie Escher vom Glas, 1320-1885. Band 2 – ancestry.com

Per quanto riguarda il matrimonio del Nostro ho trovato riscontro sull’albero genealogico della famiglia Escher che riporto di seguito:

Egli sposò Elisabetha Escher, il 9 aprile del 1949 a Thalgarten, Zurigo. “Elise” era la decima figlia [10] di Heinrich Escher (1781-1860) e Susanna Landolt (1791-1863). Dall’albero emerge inoltre che la sorella di Elisabetha era coniugata col console della Confederazione svizzera a Palermo John Conrad Hirzel, nato a Zurigo il 30 agosto del 1805 e deceduto in Città il 20 maggio 1895 [11].

Il legame della famiglia Escher con Palermo non finisce qui, dalle mie letture sui rapporti della Sicilia e Napoli inviati dal Console Goodwin a Londra è emerso che la famiglia Escher fosse significativamente impegnata nel settore tessile. In particolare: «la fabbricazione del cotone in entrambe le sue filiali è principalmente nelle mani di capitalisti svizzeri e tedeschi. Le filature sono quelle di David Vonwiller e Co., di Salerno, e di Escher e Co. […] Da Escher, 10.000 mandrini mossi dall’acqua, producono annualmente 3000 cantari (588.000 libbre) di filato. […] Da Escher, il numero [dei lavoratori] è 300, vale a dire, 150 uomini, 50 donne e 100 bambini. I salari del lavoro sono gli stessi in entrambi, vale a dire, per gli uomini, da 35 a 45 grani al giorno, Donne da 20 a 25 grani, bambini da 12 a 18 anni»[12]. Più avanti si vedrà come il settore tessile sarà anche il trait d’union tra le due famiglie.

Giornale necrologico

Giornale necrologico

Dalla corrispondenza avuta con Dieter von Mualt [13], discendente della famiglia Müralt ho avuto modo di scoprire che la coppia ebbe un figlio, Hans Conrad Heinrich von Müralt, nato il 26 febbraio del 1850 e deceduto il 2 luglio del 1870 a Marsiglia dopo aver contratto il tifo.

La notizia della morte del Nostro è stata pubblicata sul periodico “Allgemeine Zeitung” del 7 febbraio 1852 dal quale apprendiamo ulteriori sfaccettature della sua professione, unitamente alla causa del decesso: una lunga malattia che lo costrinse a fermarsi a Palermo. Si riporta di seguito:

«Todes Anzeige / Den zahlreichen auswärtigen Freunden und Bekannten unſers heißgeliebten Gatten und Sohnes / Heinrich v. Müralt-Escher, / Civil-Ingenieur, widmen wir auf biefem Wege die Anzeige feines am 20 Januar d. I. nach langwieriger Kranfheit in Palermo erfolgten Hinfchieds, und erfuchen diefelben, des felig Verstorbenen trennofich zu gebeuten, und aber ihre wohlwollende Theilnahme an unserm gerechten Schmerge zu fchenten. – Zurich, den 31 Januar 1852 Palermo, den 24 Januar 1852. / Heinrich v. Müralt, Oberftlieutenant a.D. / Barbara v. Müralt, geb. Stockar. / Elise v. Müralt, geb. Escher» [14].

Dal necrologio, firmato dai genitori e dalla moglie emerge la sua carriera di ingegnere civile e sembra che abbia avuto voce in capitolo su strutture e infrastrutture di Palermo, ma la questione va approfondita e verificata.

Ritratto del colonnello Heinrich von Muralt-Stokar (1803-1865) – da Seidentrocknungs-Anstalt Zürich 1846-1946, p. 29

Ritratto del colonnello Heinrich von Muralt-Stokar (1803-1865) (da Seidentrocknungs-Anstalt Zürich 1846-1946: 49)

Ho avuto modo di riscontrare l’attività del padre e del nonno che, come dal necrologio, risulta essere stato un tenente colonnello in pensione, ma non solo. Dal testo che documenta la storia dell’Istituto di essiccazione della seta di Zurigo si legge che Heinrich von Müralt-Stockar fosse il presidente del Consiglio di amministrazione, carica ricoperta per quattordici anni. Il nonno del Nostro, Hans Conrad von Müralt (1779-1869), era il sindaco della città svizzera ed entrambi erano considerati tra gli uomini più noti e rispettati. 

Hans Conrad è citato inoltre tra i membri dell’assemblea, svoltasi il 23 ottobre 1837, per discutere dell’esecuzione di collegamenti ferroviari tra i Cantoni di Basilea Città e Campagna, dell’Argovia, di San Gallo, dei Grigioni e di Zurigo, organizzata della Camera di Commercio di Zurigo. Per tale occasione venne nominato un Comitato provvisorio costituito da 17 rappresentanti delle maggiori località interessate dal progetto, alla guida era stato nominato il nonno del Nostro che avrebbe avuto la responsabilità di valutarne gli aspetti tecnico-finanziari. A tal proposito, in una lettera scriveva:

«[...] Sono state costruite anche sul Continente europeo molte linee ferroviarie per procurare alle città ed alle nazioni i vantaggi di questo veloce mezzo di collegamento […]. La posizione geografica della Svizzera tra Germania, Francia e Italia assicura già dal canto suo l’attraversamento di un gran numero di persone in viaggio di affari. Così come le bellezze della natura, che il Creatore ha elargito spontaneamente a questo Paese, attraggono di anno in anno un sempre crescente numero di viaggiatori da tutti gli altri paesi della Svizzera» (Gatani 2000: 143-146).
Hans Conrad von Müralt, litografia su carta, XIX sec.

Hans Conrad von Müralt, litografia su carta, XIX secolo

L’imprenditore convinse gli eventuali azionisti delle potenzialità della “grande impresa” che – come avvenne – avrebbe fruttato significativi interessi. La somma prevista era di 10 milioni di franchi francesi suddivisi in 20 mila azioni di 500 franchi ciascuna che ben presto lievitarono a ca. 44.700, suddivise rispettivamente nelle sottoscrizioni di Svizzera (9.175), Italia (21.222), Germania (12.425), Francia (1786) e Nord America (15) (Gatani 2000: 146).

Hans Conrad acquistò nel 1843 l’ex maniero Schultheßschen, chiamato Zum Thalgarten che divenne il vero centro della vita sociale di Zurigo. A soli 27 anni prese la direzione dell’antica e rispettata azienda di commercio della seta del padre, Heinrich de Daniel Müralt e poi l’affidò al figlio (Jahre 1946: 27-29). Von Müralt era un membro del consiglio comunale maggiore, presidente del collegio edile e della compagnia di navigazione a vapore. 

Arrivo della seta nello stabilimento di Zurigo – da Seidentrocknungs-Anstalt Zürich 1846-1946, p. 11.

Arrivo della seta nello stabilimento di Zurigo (da Seidentrocknungs-Anstalt Zürich 1846-1946: 11)

Sebbene venga ricordato come architetto e ingegnere civile, ritengo che Heinrich von Müralt -Escher sia stato coinvolto nelle attività commerciali familiari, includendo anche quelle degli Escher, contesto nel quale i due coniugi si saranno probabilmente conosciuti. Lo stesso luogo del matrimonio, celebrato nel maniero di famiglia, rafforza tale legame. Inoltre come risulta dall’albero genealogico, si sottolinea che Hans Conrad sposò Anna Cleopatra Escher il 23 agosto 1801, ulteriore testimonianza del rafforzamento dei legami di parentela.

I membri della famiglia Müralt sono parte di quell’entourage di imprenditori in grado di cogliere e sfruttare gli sconvolgimenti economici del XIX secolo, svolgendo un ruolo eccezionale non solo come commercianti, ma anche come politico-diplomatici.

Albero genealogico famiglia Muralt (elab. L. Leto)

Questa storia di vita, assieme alle altre, delle quali il Cimitero acattolico dell’Acquasanta si fa contenitore è parte di quella ‘memoria’ intesa – come ci ha insegnato Antonino Buttitta 2015: 174) – «orizzonte di senso che sconfigge la morte e salva le parole e gli atti di ciascuno di noi dal consumo definitivo ed eterno, facendone una perenne sfida al tempo nel passaggio da una generazione all’altra» .

Dialoghi Mediterranei, n. 69, settembre 2024
Note
[1] Ho già accennato all’argomento in Uno svizzero che gestiva capitali a Palermo, “Dialoghi Mediterranei”, n° 50, 1 gennaio 2024.
[2] Ai Capitanei era affidata la gestione dei beni ecclesiastici nella pieve, formavano un’entità politica, fiscale e commerciale chiamata Università o corporazione dei Nobili, scissa dal resto della popolazione. Il potere economico derivava dai pedaggi, decime, diritti d’alpe, di pascolo, di pesca, di mercato etc. della “parrocchia” di riferimento. Nel XIII e XIV secolo, giocarono un ruolo significativo nelle lotte tra guelfi e ghibellini e nelle guerre tra Como e Milano. I Capitanei riuscirono a mantenere i loro privilegi sino alla fine del ‘700, per poi essere integrati nel patriziato. Cfr. R. Huber, Capitanei di Locarno, su Dizionario storico della Svizzera DSS, https://hls-dhs-dss.ch/it/
[3] La diffusione delle idee riformate portò con sé tensioni tra i cantoni svizzeri cattolici e quelli protestanti. L’assemblea tenuta nell’omonima città svizzera, situata nel Canton Argovia, avrebbe dovuto appianare proprio tali conflitti, ma per i protestanti era comunque prevista l’abiura o l’esilio.
[4] Dell’atto doloso di distruzione dei monumenti, finalizzato alla costruzione di un immobile da parte di privati, ho ampiamente scritto sulla mia tesi di Dottorato dal titolo “La storia stato dell’arte e le prospettive del “Giardino svelato” sul mare di Palermo”, della quale è prevista la pubblicazione.
[5] Ogni singolo elemento architettonico è stato catalogato e riportato su un rilievo inedito del Cimitero, parte integrante delle tavole della mia tesi.
[6] Si rimanda alla nota 1.
[7] Da tradurre: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà in eterno”.
[8] Da tradurre: “potrà essere assalito, ma in nessun modo conquistato”.
[9] La coppia avrà due figli: Helena von Muralt (1885-1913) e Martin Bodmer (1835-1908). Cfr.: https://gw.geneanet.org/uezuercher?lang=en&p=hans+konrad&n=von+muralt
[10] I numerosi fratelli e sorelle erano: Susanna Escher vom Glas (1812-?); Johann Heinrich Escher vom Glas (1814-1879); Hans Conrad Escher vom Glas (1816-1882), sposato il 16 settembre 1851 con Anna Finsler (1827-1894) a Zurigo; Anna Escher vom Glas (1817-1819); Maria Regula Escher vom Glas (1819-1820); Hans Caspar Escher vom Glas (1820-1822); Anna Escher vom Glas (1821-1821); Anna Escher vom Glas (1823-1854), sposata il 1 ottobre 1844 con Hans Conrad Hirzel (1805-1895) a Zurigo; Maria Escher vom Glas (1825- ?), sposata il 5 agosto 1849 con Heinrich Escher vom Glas (1816-1896) a Zurigo; Susanna Escher vom Glas (1828-1830). Cfr.: https://gw.geneanet.org/uezuercher?lang=en&p=elisabetha&n=escher+vom+glas&oc=19
[11] Il monumento del Console svizzero è situato presso il Cimitero acattolico di Santa Maria dei Rotoli a Vergine Maria. Il commerciante svizzero, nato a Zurigo nel 1805 e deceduto a Palermo nel 1895, oltre l’attività di console, svolgeva anche quella di pastore del Sacro Vangelo di Zurigo. Cfr. Aa. Vv., Svizzeri in Italia 1848-1971, Milano 1972; L. Zichichi, Il colonialismo felpato, Sellerio, Palermo 1989: 94; R. Baird, Sketches of Protestantesism in Italy, Boston 1845: 270-271.
[12] J. Goodwin, Progress of the Two Sicilies under the Spanish Bourbons, from the Year 1734-35 to 1840. By John Goodwin, Esq., Her Majesty’s Consul for Sicily, cap. IX, in Journal of the Statistical Society of London. vol. V. 1842, Reprinted 1971 for Wm. Dawson & Sons LTD., London with the permission of the Royal Statistical Society: 178.
[13] Ho avuto il suo contatto mediante il sito sulla storia dei Muralt, ma purtroppo non ha aggiunto nulla alle informazioni delle quali ero in possesso. Inoltre speravo in un ritratto del Nostro, ma come accade per molti altri ospiti del Cimitero, il loro volto rimarrà un mistero. Cfr., https://www.vonmuralt.ch/index.php?lid=1&cid=17
[14] Se ne riporta la traduzione: “Ai numerosi amici e conoscenti del nostro amatissimo marito e figlio, Heinrich von Muralt-Escher, ingegnere civile, comunichiamo con questo annuncio che è deceduto il 20 gennaio di quest’anno, dopo una lunga malattia a Palermo, e preghiamo di ricordare il caro defunto con affetto, e di esprimere la vostra benevola partecipazione al nostro giusto dolore. – Zurigo, 31 gennaio 1852 Palermo, 24 gennaio 1852. / Heinrich von Muralt, Tenente colonnello in congedo / Barbara von Muralt, nata Stockar / Elise von Muralt, nata Escher. Cfr. “Allgemeine Zeitung”, München, n° 38, 7 februar 1852: 600. Il periodico venne pubblicato negli anni dal 1798 al 1925.
Riferimenti bibliografici
Aa. Vv., Svizzeri in Italia 1848-1971, Collegamento Svizzero in Italia, Milano 1972;
“Allgemeine Zeitung”, München, n° 38, 7 februar 1852.
R. Baird, Sketches of Protestantesism in Italy, Boston 1845.
Buttitta, Orizzonti della memoria. Conversazioni con Antonino Cusumano, E. Di Lorenzo, Alcamo 2015
G. Cambrin, Armoriale ticinese con notizie storico-genealogiche sulle famiglie: parte seconda, Archivio araldico svizzero, Imprimeries Réunies, Lausanne 1962.
T. Gatani, Luigi Negrelli: ingegnere trentino ed europeo, E.D.A.S., Messina 2000.
J. Goodwin, Progress of the Two Sicilies under the Spanish Bourbons, from the Year 1734-35 to 1840. By John Goodwin, Esq., Her Majesty’s Consul for Sicily, cap. IX, in Journal of the Statistical Society of London. vol. V. 1842, Reprinted 1971 for Wm. Dawson & Sons LTD., London with the permission of the Royal Statistical Society.
H. Jahre, Seidentrocknungs-Anstalt Zürich 1846-1946, Druck: Art. Institut Orell Füßli AG., Zürich 1946.
K. Meyer, Die Capitanei von Locarno im Mittelalter. Herausgegeben von den Familien von Muralt in Zürich und Bern und der Familie von Orelli in Zürich, Biblion Antiquariat, Zürich 1916.
G. Wielich, Il locarnese negli ultimi tre secoli del Medioevo. Dal Barbarossa al dominio svizzero, Archivio Storico Ticinese 1963.
L. Zichichi, Il colonialismo felpato, Sellerio, Palermo 1989.
Sitografia
https://ancestry.com
https://gw.geneanet.org
https://hls-dhs-dss.ch/it/
https://www.vonmuralt.ch/familytree/index.php

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Laura Leto, antropologo e storico, è attualmente impegnata nel Dottorato di Ricerca con l’Universidad del Paìs Vasco UPV/EHU che ha come oggetto di studio il Cimitero acattolico dell’Acquasanta di Palermo. Ha cooperato, in qualità di operatore didattico, con diverse Associazioni culturali palermitane, in seguito all’acquisizione del titolo di Esperto in Didattica museale. Ha partecipato al Catalogo collettivo delle biblioteche ecclesiastiche italiane in qualità di bibliotecaria e catalogatrice.

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