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di Rossana Salerno
Le edicole votive, in molti casi retaggio di antiche tradizioni popolari e di devozioni, sono inserite in tabernacoli, all’interno dei quali è presente il simulacro del santo o della santa cui sono dedicate.
Passeggiando per il centro storico di Palermo, le espressioni di devozione religiosa verso i santi patroni sono disseminate in diversi quartieri popolari, lungo strade, vicoli, dentro cortili e catoi.
Costruite dalla comunità e custodite e curate dalla popolazione del quartiere, curate da singole confraternite e da semplici devoti, la maggior parte delle edicole votive a Palermo sono dedicate a Santa Rosalia.
I fedeli non si limitano alla partecipazione delle funzioni liturgiche in onore della Santa ma creano attorno alle edicole votive momenti di incontro e di preghiera. Il potenziale di costruzione dei legami sociali avviene innanzi a queste piccole nicchie del sacro.
Questo particolare momento di incontro, fondamentale per comprendere i legami comunitari del vicolo e delle strutture sociali che si sono istituite nel tempo, ha subìto dei cambiamenti durante il periodo pandemico che ne ha ridefinito significativamente la relazione “privata e pubblica”.
Se ci soffermassimo, non solo ad osservare ma a guardare da più da vicino che cosa realmente accade nei vicoli del centro storico di Palermo, potremmo scoprire che intere generazioni di famiglie hanno tramandato saldamente la “costruzione” dell’edicola votiva alla santa o al santo ma anche “l’habitat” del vicolo stesso si è modernizzato e rinnovato pur mantenendo fede all’atto di devozione iniziale.
La comunità di vicolo che allestisce lo spazio devozionale dell’altare, ad omaggio della Santa, come in appendice alle private abitazioni e sovente all’interno della stessa “sala di rappresentanza” di una o più famiglie, di fatto, con la propria “esposizione” sul piano religioso, sancisce la fedeltà dei legami sociali e generazionali e ne riproclama la forza normativa.
La stessa festa di Santa Rosalia a Palermo oltrepassa le singole date di ricorrenza istituzionale per investire un periodo intero di attività devozionali, artistiche e culturali, alimentando l’autonomia e la creatività delle diverse unità territoriali periferiche.
Singoli rioni organizzano celebrazioni e ritualità parallele, tutte ovviamente autorizzate dall’autorità diocesana che non ha nessuna necessità di richiamare i fedeli ad una sola celebrazione centrale, tanto è alta la frequentazione già esistente, ma vede positivamente i “mille fiori” devozionali, spontanei e informali, manifestarsi anche al di fuori delle forti e formali scadenze liturgiche.
Una tale particolare dislocazione sul territorio, ma anche lo stesso molteplice ripetersi dei tempi di ricorrenza, costituiscono altrettante occasioni di attivazione per una collettività di devoti che, di fatto, produce una vera e propria “presa di parola”, una “manifestazione di sé” in un ambito che pur essendo strettamente devozionale è pur sempre politico in senso lato.
Al di là della dimensione partecipativa (quindi organizzativa post pandemica) e di quella emozionale (quindi relazionale e solidaristica) la dimensione religiosa trascina con sé una serie di valori di autenticità, di ritorno ad una supposta semplicità primaria, di recupero di una bellezza e di un’espressività artistica dentro la quale c’è spazio per molti, una volta disposti ad iscriversi – e ad essere riconosciuti – all’interno di una cornice devozionale, quale è quella costituta dall’omaggio alla Santa.
Dialoghi Mediterranei, n. 56, luglio 2022
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Rossana Salerno, si laurea in Sociologia Territorio ed Ambiente nel 2008, presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento. Prosegue i suoi studi con il Master I in Comunicazione, Educazione ed Interpretazione Ambientale presso il Dipartimento Ethos e Dismot dell’Università di Palermo. Nel 2010 vince il Dottorato di Ricerca in Sociologia, presso la Libera Università “Kore” di Enna. Nel 2014 consegue il Dottorato di Ricerca in Sociologia dell’Innovazione e dello Sviluppo e nel 2016 si specializza con il master universitario internazionale di II livello in Sociologia – teoria, metodologia e ricerca – interuniversitario Roma tre, La Sapienza di Roma e Tor Vergata sotto la tutela direttiva del prof. Roberto Cipriani. Nel 2017 prosegue la sua attività di ricerca come “Researcher” in Francia in partenariato con A.R.S – Università di Lille2 ed Università Kore degli studi di Enna. È autrice di testi ed articoli nazionali ed internazionali sulla Sociologia della religione, del territorio e dell’ambiente.
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