di Marcello Vigli
La inattesa e imprevedibile avventura avviata dalle migliaia di giovani, che hanno risposto all’esigenza (o su sollecitazioni di origine prodiana?) di scendere in piazza nella inedita edizione delle Sardine, rappresenta un’autentica novità. Non mancano certo altre novità nelle dinamiche politiche italiane degli ultimi tempi, ma si tratta di possibili alternative all’interno del sistema. La loro mobilitazione richiama, invece, l’esperienza dei Girotondini pur diversa nella sostanza: furono i delusi del Pci ad avviare quella, sono forse i potenziali nuovi democristiani di oggi a promuovere l’occupazione delle piazze contro Salvini. In realtà c’è una grande varietà nelle presenze, emblematicamente rappresentata dalla controversia emersa per la proposta, avanzata da un “portavoce” romano, di consentire la presenza in piazza S. Giovanni anche dei simpatizzanti fascisti di Casa Pound. Dura la replica del Movimento su Facebook: le piazze delle sardine si sono fin da subito dichiarate antifasciste e intendono rimanerlo.
Difficile, perciò, prevederne la reale consistenza e gli sviluppi, anche perché non hanno avuto ancora un appuntamento unitario. Ne é previsto uno che, per evitare il Natale ed una equivoca coincidenza con le amministrative bolognesi, è stato anticipato a sabato 14 dicembre con la consacrazione di piazza San Giovanni. In assenza di una propria organizzazione sufficientemente solida da supportarla, gli organizzatori hanno accettato/subito l’intervento della struttura organizzativa offerta dalla Cgil.
All’indomani rappresentanti delle diverse realtà locali, che si riconoscono nel Movimento, si confronteranno in un’assemblea, già convocata, per verificare la volontà/possibilità/capacità di convergere su alcuni obiettivi e di costituirsi in forza politica organizzata.
Vale certo, per quella sede, l’invito del cardinale Parolin a cogliere le spinte positive del movimento! Legittima la minore attenzione dedicata ad altri interventi pur di grande rilievo come l’appello lanciato da papa Francesco, nella Giornata Internazionale indetta dall’Onu contro una piaga della società moderna, contro la corruzione dal lui definita un cancro che impoverisce tutti, che avvilisce la dignità umana e frantuma gli ideali.
È, invece, lo steso papa Francesco a ricevere auguri per 50° sacerdozio in questo che, per lui, è stato un anno molto difficile. Di auguri ha particolarmente bisogno per la pervicacia con cui i suoi oppositori in Curia e tra i vescovi, nell’Opus Dei e in CL congiurano per ostacolare la sua azione volta a riagganciare questo vecchio carrozzone cattolico al Vangelo di Gesù.
Non si può ignorare, infatti, che la pubblicazione in aprile sul Corriere della Sera del documento in cui Ratzinger, il papa dimissionario, affronta il problema degli abusi sessuali nella Chiesa, ha continuato a far discutere e dividere incrinando i rapporti tra Papa Francesco e il Papa emerito. Ne deriva un ulteriore motivo di contrasto all’interno della Curia romana la cui riforma, infatti, stenta a decollare.
Alla proposta, avanzata nella Praedicate Evangelium da papa Francesco, si oppongono moltissimi emendamenti elaborati dagli stessi capi dicastero della Curia romana oltre che dalle Conferenze episcopali di tutto il mondo. A confermarne l’urgenza è intervenuto anche lo scandalo delle operazioni immobiliari illecite che hanno indotto il papa a nominare Carmelo Barbagallo, dirigente della Banca d’Italia a presiedere l’Autorità d’Informazione Finanziaria della Santa Sede.
Per quanto riguarda la Chiesa italiana due sono le questioni aperte: i rapporti con le fibrillazioni della situazione politica e i problemi emergenti dalla proposta di rivedere il sistema di finanziamento della Conferenza episcopale
Per quanto concerne la questione politica, in assenza di un partito cattolico la Cei può contare solo sui cattolici presenti nei diversi partiti, come emerge dalle parole del card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, durante la celebrazione della messa in preparazione al Natale per i deputati e i senatori della Repubblica Italiana, a Roma, nella chiesa di San Nicola dei Prefetti. Ponendo l’accento sul compito non facile di deputati e senatori, il porporato ha dichiarato: «Servite la Repubblica in tempi difficili e, in molti casi, siete soli; se da una parte siete invidiati, adulati e ricercati da chi spera di ottenere da voi qualche favore o interesse, dall’altra spesso vi trovate a respirare l’incomprensione, la sfiducia, l’ingratitudine, sentimenti sprezzanti alimentati da luoghi comuni, che pretendono di fare di ogni erba un fascio».
Da quest’anno consultando il sito “Benvenuto nel Paese dei progetti realizzati, Rendiconto 2018 dell’8xmille alla Chiesa cattolica” è possibile consultare il quadro complessivo delle destinazioni dell’8xmille a favore della Chiesa Cattolica. Si realizza così il mandato ribadito all’unanimità dall’Assemblea generale dei vescovi italiani di ordinare in modo più efficace ai fini della trasparenza amministrativa la procedura da seguire per la ripartizione nell’ambito diocesano delle somme provenienti annualmente dall’8xmille destinato dai contribuenti alla Chiesa cattolica.
Dialoghi Mediterranei, n. 41, gennaio 2020
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Marcello Vigli, partigiano nella guerra di Resistenza, già dirigente dell’Azione Cattolica, fondatore e animatore delle Comunità cristiane di base, è autore di diversi saggi sulla laicità delle istituzioni e i rapporti tra Stato e Chiesa nonché sulla scuola pubblica e l’insegnamento della religione. La sua ultima opera s’intitola: Coltivare speranza. Una Chiesa altra per un altro mondo possibile (2009).
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