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Lo spiritualismo: origini, funzione, problemi

Kandinsky, Spiritualità

Kandinsky, Spiritualità

di Antonio Bica 

Nella seconda metà dell’Ottocento il Positivismo ha già celebrato la sua completa affermazione in tutto il continente europeo; la visione della vita e dell’uomo è concepita secondo schemi rigorosamente scientifici, ben lontano dalla metafisica, che viene ridotta ad un pianeta sganciato dall’esperienza umana. La filosofia è demolita, il pensiero filosofico sacrificato sull’altare del progresso tecnologico, l’uomo è più esperienza che pensiero, più azione che meditazione.

È proprio in quel periodo di fine secolo che origina in Francia un movimento di reazione in chiave antipositivistica; si assiste così alla nascita del movimento spiritualista, in difesa del pensiero metafisico e del sentimento etico dell’uomo che riscopre il primato della propria coscienza. Il pensiero spiritualista mira alla riconquista dello spazio identitario dello spirito e alla difesa della sua libertà e dei valori dell’interiorità.

Secondo la concezione materialistica, la materia è l’essenza più intima del reale, e lo spirito rappresenta un concetto astratto, un’eredità arcaica da cui affrancarsi. All’interno di tale concezione si delinea come imprescindibile e definitiva l’idea dell’esistenza di una realtà materiale con un suo peso, una massa, uno spazio; tutto ciò che possiede siffatte caratteristiche esiste ed è realmente tangibile, mentre la dimensione spirituale non sembra appartenere a questo mondo, ma piuttosto alla sfera del sogno o addirittura del mito e dell’illusione.

Lo spiritualismo, dal canto suo, tiene invece conto dell’esperienza interiore dell’uomo, della sua libertà e volontà. Mentre nella storia della cultura dell’uomo, l’idea di materia appare connessa alla negatività e al degrado della corruzione, è lo spirito a dare all’uomo la consapevolezza dei propri sentimenti, elevandolo alle sfere più alte dell’intuizione, del senso etico, del pensiero divino. La riflessione sul primato della coscienza, ripropone l’esperienza umana in chiave metafisica, riaprendo le porte al trascendente e al rapporto con la sfera del divino.

La scienza moderna, quasi paradossalmente, fornisce elementi che tendono a giustificare le posizioni spiritualistiche, in contrapposizione a quelle materialistiche. Oggi, grazie alla fisica delle particelle, sappiamo che la materia è più infinitamente vuota che piena; insomma l’universo e i nostri stessi corpi sarebbero composti in grandissima parte dal vuoto, fatti per più del novanta per cento di nulla. Questa riflessione apre nuovi pensieri sull’attualità dello spiritualismo in antitesi al materialismo, e lo pone assolutamente in una dimensione che appartiene di diritto alla storia.

feuerbach-spiritualismo-e-materialismo-1200x1953L’uomo spirituale dunque non vive al di fuori della propria storia, ma ne rimane protagonista ed interprete, ponendosi dinanzi alla realtà come se questa fosse una sorta di emanazione, proiezione della propria coscienza, e la coscienza stessa diviene il fondamento della ricerca filosofica. L’essere umano è chiamato a riflettere su se stesso, a percorrere le profondità della propria anima, travalicando i confini posti dalla natura e aprendo la coscienza verso il trascendente, fedele al pensiero agostiniano “in interiore homine habitat veritas”.

In una siffatta prospettiva, lo spiritualismo si pone come dottrina che avvicina religione e pensiero scientifico, in una proiezione dialettica che mira ad una unitarietà della conoscenza; è l’universo spirituale che incontra il mondo materiale. Immanente e trascendente interagiscono portando ricchezza alla conoscenza dell’uomo, dandogli anche l’opportunità di ampliare i propri orizzonti sociali. L’uomo spirituale, nella sua ricerca interiore del divino, è protagonista di un rinnovamento del sentimento etico e quindi di una rinascita sociale caratterizzata dal primato della coscienza.

Questo tipo di spiritualità è una spiritualità attiva, cioè fattiva e creatrice, capace di operare nella storia e nella società. Se Dostoevskij e Nietzsche, con la morte di Dio, anticipano e predicono il destino oscuro dell’Europa malata di nichilismo, privata dei suoi valori tradizionali ed etici, intrappolata nel materialismo di un’esistenza desacralizzata, la nuova tendenza spiritualista trascendentale, insieme alla speranza di una rinascita metafisica, testimonia la volontà di una riappropriazione del sacro e un riavvicinamento alla sfera del divino; lo sguardo interiore dello spirito dovrebbe ricondurre l’uomo e la sua coscienza verso un’esistenza ordinata, in una società ordinata, dentro un universo anch’esso ordinato, lontano dal caos dei meccanicismi senza etica e senza metafisica.

Andando indietro nel tempo e nella storia, l’esistenza di un Dio unico, rivelata da Abramo a Israele, sarà trasformata da Mosè in patrimonio di tutto il popolo ebraico, un patrimonio con una società e le sue leggi; il Gesù della storia darà a quelle leggi una nuova interpretazione, adeguata alle necessità di una nuova società, purificando le leggi giudaiche dalle false interpretazioni. La dottrina spiritualistica, col suo Spirito di Verità, avrebbe gettato una nuova luce sulle rivelazioni del Cristo, proseguendo ed ampliando la rivelazione cristiana per portarla verso la completezza. Al tempo di Gesù, l’idea del divino, l’accettazione di un messia liberatore che fosse figlio di Dio, erano concetti in relazione con il principio di libertà e di liberazione; gli ebrei erano schiavi in casa loro e lo spazio metafisico era in relazione con uno spazio politico, un’idea di rivalsa e di riscatto umano e sociale di tutta la nazione ebraica.

La tensione metafisica era tensione divina e tensione politica. L’orizzonte spiritualista si rende in effetti manifesto quando c’è un bisogno di evasione e di liberazione da parte dell’uomo; nell’Occidente moderno, affetto da una cultura della civilizzazione spesso troppo oppressiva, l’uomo spirituale cerca di rifuggire dallo squallore del mondo materiale. La religione appare sovente ingabbiata nelle trappole degli impianti teologici e dogmatici, e inchioda l’individuo nella rete di un’etica a tutti i costi, un’etica forzata, condita di ispirazioni di stampo borghese. Tutto ciò si profila come un limite estremo all’impulso di evasione insito nell’animo dell’uomo.

9788899126551_0_536_0_75Da qui l’aprirsi di nuovi orizzonti dottrinali legati soprattutto alle culture orientali, vere e proprie mete di aspirazione cui rivolgere lo sguardo quando ci accorgiamo del declino della nostra società e di come la nostra cultura sia relegata ormai nel buio della sua fase crepuscolare. Certamente non si può definire lo spiritualismo una religione, ma esso è vicino alla religione, anche se la metafisica e il sentimento religioso, storicamente inteso, si sono mescolati nel tempo moderno con una specie di caos spiritualista che ha conquistato ampi spazi della cultura e della civiltà occidentali.

Il nuovo spiritualismo, i suoi ambiti, i riferimenti ritualistici e le pertinenze fideistiche, derivano in parte dalle stesse religioni tradizionali, in parte da territori che hanno a che fare con l’occultismo, la magia, la parapsicologia, la massoneria, lo gnosticismo, l’universo new age, le dottrine esoteriche, il mondo del sovrannaturale, le guarigioni miracolose operate dai nuovi guru, le bacche supervitaminiche per integrare l’alimentazione. Scienza, religione e metafisica, ci appaiono pericolosamente mescolate a invadenze pseudoscientifiche ed ogni sorta di stranezze; v’è probabilmente un rigurgito eccessivo di spiritualità nel mondo moderno, ma si tratta spesso di una spiritualità deviata e deviante, tanto da costituire un male peggiore del materialismo stesso.

I raggruppamenti settari votati al sovrannaturale, raccolgono adepti di tutte le età e da tutte le parti del pianeta; se ne contano a migliaia e sembra che la loro proliferazione sia alimentata dalle nebbie critiche, dalle crisi identitarie e dai crepuscoli ideologici della civiltà e della cultura dell’Occidente postmoderno. Come dire che il caos di una civiltà in crisi alimenti derive spiritualistiche all’interno di gruppi che, con la scusa della ricerca del trascendente, si lasciano irretire da luoghi comuni, falsi miti di una modernità malata, nuovi mostri in grado di costruire altro disordine sulle rovine del vecchio materialismo. Se opportunamente pilotati, questi gruppi possono essere indirizzati con facilità verso la strada dell’illusione pseudoscientifica (e questo sarebbe il male minore) ma soprattutto della devianza e della sovversione, con conseguenze nefaste per tutta la società.

La vocazione spiritualista, se non ben indirizzata ed inquadrata, può costituire dunque un pericolo per la cultura; lo stimolo all’evasione, assoluta prerogativa dell’uomo, rischia di condurci verso una forma di regressione della coscienza, veicolata dalle derive anomale di quel tipo di neospiritualismo che tutto raccoglie, tutto evoca a sé, in un percorso verso la trascendenza e il sovrannaturale che dovrebbe arricchirsi ed accompagnarsi di riflessione interiore, ascesi, cultura dell’esicasmo, e che viene invece confuso dalle nebbie delle false credenze, delle cure miracolose di guru e guaritori che ci preserverebbero da ogni malattia, dalla presunzione di conoscere i segreti della nostra interiorità sulla falsa riga di pseudo credenze mistiche, ancor meglio se di matrice orientale.

Siamo molto lontani dalla tradizione spiritualistica che risale a sant’Agostino, dove la via tracciata è lastricata di introspezione e meditazione, di proiezione verso una conoscenza universale e divina che procede però ab initio dalla conoscenza di se stessi, di una coscienza che celebri il suo primato insieme ai principi dell’etica, di una metafisica senza scuse, la cui ricerca non si risolva nelle scoperta di cure supervitaminiche per rigenerare la nostra mente, insomma una tradizione di autentico spiritualismo inteso come dottrina che sia di supporto all’uomo nella sua relazione dialogica oltre che contemplativa con l’Assoluto.

2515_img_0000000000In generale possiamo oggi affermare come non esista uno spiritualismo in senso assoluto, con un impianto dottrinale e una propria teologia sempre validi; pur rimanendo comunque un sistema fideistico, non è necessariamente strutturato da un punto di vista teologico; lo spiritualismo può coincidere con presupposti dottrinali compatibili con un credo teistico, ma può anche non essere tale, può coincidere con un fideismo senza Dio, con impianti dottrinali fatti di cosmologie e cosmogonie, di karma, prana e chakra, Luce che illumina il mondo.

Esiste poi uno spiritualismo del singolo individuo ma vi sono anche tendenze ad aggregazioni comunitarie o di gruppo. Personalmente ho assistito compiaciuto a pratiche spiritualistiche di tipo comunitario sull’isola di Carriacou e sulla piccolissima e colorata isola di Petit Martinique nell’arcipelago caraibico delle Grenadine. Lontano dal dito puntato della letteratura new age americana, da quelle parti c’è chi in maniera anche folcloristica, ti vende per pochi spiccioli (offerte) consigli su come migliorare il proprio stile di vita nell’attesa del regno di Dio, come interpretare brani oscuri della Bibbia, insieme a qualche oggetto da portare al collo o qualche tisana locale rigenerante. Un esempio è questo di spiritualismo molto laico con carattere balsamico, lenitivo, sedativo per il corpo e l’anima; una specie di frenesia alimentare spiritualistica che, nelle grandi città del mondo che prega con l’aureola sulla testa, si mischia a proposte di visite in centri specializzati con possibilità di effettuare il cosiddetto shopping spirituale.

È chiaro che non c’è bisogno di conoscere sant’Agostino per muoversi fra medicine alternative con promesse di guarigioni da mali incurabili, rimedi omeopatici e trattamenti ayurvedici a base di erbe e pastiglie, il tutto abbellito da storie, mitologie e riferimenti alla tradizione orientale. Lo spiritualismo della civiltà postmoderna può pararci di fronte tutto e il contrario di tutto, ma presenta dei pericoli per chi non possiede un’adeguata preparazione unita ad un pensiero strutturato. Il rischio è di limitare la riflessione ad un pensiero superficiale, aprendo la strada a soluzioni salutistiche e rimedi miracolosi veicolati a iosa dal web, magari associando lo yoga al riposo o al dimagrimento, cose che nulla hanno a che fare con la metafisica né con la proiezione verso il trascendente e il divino. Il rischio ancora è quello di attardarsi in manifestazioni ritualistiche di tipo comunitario che poi degenerano in un misticismo esasperato anche se coinvolgente.

9788850205646_0_200_0_75Accanto allo spiritualismo buono c’è quello deviato, quello dell’inganno e delle false illusioni. Nel suo messaggio per la VIII Giornata Mondiale per la Gioventù che si sarebbe tenuta a Denver negli Stati Uniti nel ‘93, Giovanni Paolo II scriveva: «Esistono profeti ingannatori e falsi maestri di vita. Ci sono innanzitutto maestri che insegnano ad uscire dal corpo, dal tempo e dallo spazio per poter entrare nella ‘vita vera’. Essi condannano la creazione e, in nome di uno spiritualismo ingannevole, conducono migliaia di giovani sulle strade di una impossibile liberazione, che li lascia alla fine più soli, vittime della propria illusione e del proprio male».

La ricerca spirituale, condotta dal singolo individuo o in gruppi di aggregazione, necessita di forme elevate di conoscenza e di consapevolezza interiore, non senza una forte vocazione al sacrificio e all’impegno sul cammino della riflessione. Ci vuole rispetto per quella tradizione culturale, mistica e religiosa che ha portato alla rivelazione della Verità quei popoli e quelle civiltà che per essa si sono adoperati, sfidando la propria storia e il proprio destino. Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta possono essere compatibili, a condizione che vi sia un equilibrio fra tradizione e ragione, in un rapporto armonico fra la conoscenza razionale e forme di conoscenza più elevate in grado di conferire dignità alla coscienza e che sono proprie delle Verità rivelate e di altre forme di dottrina filosofica e spirituale. La conoscenza infinita, senza i limiti imposti dalla storia, costituisce l’essenza stessa dell’essere umano e fa parte del suo patrimonio.

Dialoghi Mediterranei, n. 71, gennaio 2025 
Riferimenti bibliografici 
BERLATO R., Spiritualismo e modernismo, Diogene Multimedia, Bologna, 2016. 
CONFERENZA EPISCOPALE EMILIA ROMAGNA, Religiosità alternativa, sette, spiritualismo. Sfida culturale, educativa, religiosa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2013. 
DEL RIO L.S., Sette, esoterismo e new age. Domande e risposte, Flaccovio, Palermo, 2018. 
FEUERBACH L.A., Spiritualismo e materialismo, Laterza, Roma–Bari, 1972. 
MASI G., Lo spirito magico. Saggi sul pensiero primitivo, CLUEB Bologna, 1999. 
MUZIO G., Per un nuovo spiritualismo cristiano, Libreria Editrice Salesiana, Roma, 1968. 
REDFIELD J., MURPHY M., TIMBERS S., Il lato spirituale della vita, Corbaccio, Milano, 2002.

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Antonio Bica, specializzato in Studi Orientali all’Università di Napoli “L’Orientale”; studioso di cultura e civiltà del Medio Oriente, ha svolto studi antropologici e linguistici nella Valle dell’Eufrate, Sud-est asiatico, Yemen, Nepal, Subcontinente Indiano, Etiopia e Corno d’Africa. Autore di reportages fotografici in zone di guerra, Libano, Siria, Alture del Golan, Valle di Quneitra. Si occupa di studi di fisiopatologia e aspetti medico-legali della morte di Gesù di Nazareth. Premio Speciale per la Cultura 2012 e 2015, Ordine dei Medici-Chirurghi della provincia di Trapani.

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