il mondo delle mascherine. Immagini
di Nino Pillitteri
Il 2020, l’anno del COVID-19, del lockdown, ha segnato tutti. Dal 18 maggio, dalla fine dell’autoisolamento a casa, si è ripreso ad uscire. I TG hanno dato, subito dopo la riapertura, notizie in merito alla movida in varie città italiane. Un must è l’uso della mascherina per entrare nei locali pubblici, negozi, centri commerciali. Il suo impiego obbligatorio si aggiunge al distanziamento fisico e all’igienizzazione costante delle mani.
Si vede in giro una nuova moda. Alcuni sono ligi alle indicazioni istituzionali, la tengono ben messa su naso e bocca e usano anche i guanti; molto spesso però il modo di portarla è sotto il mento, calata, scivolata, appoggiata. La norma nazionale ne prevede attualmente l’obbligo solo in ambienti chiusi.
Ci sono mascherine da lavoro, da passeggio e da tempo libero. C’è un modo disinvolto di portarla al polso o al gomito. Si può rotearla su un dito mentre si cammina o ci si siede ad un bar per un caffè. Alcuni usano disinfettanti mentre fanno shopping o attraversano la strada.
Una signora con la spesa la indossa abbinando i colori con l’abitino. I garzoni, in motorino o in bicicletta la usano bassa, scivolata. Con i tatuaggi va al gomito.
Molto usate sono le azzurre da sala operatoria, più economiche e di facile utilizzo e le si può trovare anche nella variante verde. Per un selfie con gli amici davanti al teatro Massimo sicuramente lo stesso tipo in verde acqua può andare bene.
Se si va per negozi la si può fare pendere dal polso come un bracciale. Se con maglietta polo, specialmente con il colletto alzato dietro, si deve tenere conto del pantalone o della gonna. La tinta più elegante è il bianco in questo caso abbinabile con quasi tutti i capi, sia per il giorno che per la sera. Scarpa bianca, camicetta bianca o beige e gonna bleu. Anche in questo caso è in gran voga il bianco e la esibisce al gomito.
Se il completo è arancio o eventualmente sue tonalità allora la chirurgica spezza. Il ragazzo può portarla tra le dita, giocherellando. La ragazza con orecchini di perle la usa ben assestata sul viso. Fa molto trend con le trecce ed esalta il collo se i capelli sono tirati dietro.
Cosa mettere con l’occhiale a specchio? Sicuramente la mascherina tecnica quella omologata. Un modo di utilizzarla è anche quello di portaoggetti in auto. Si può lasciarla appesa allo specchietto retrovisore oppure come culletta per un microfono da radioamatore. Insomma la creatività nella scelta e nell’impiego delle mascherine ha modificato il nostro modo di vivere la giornata. Sono molte le attività che propongono modelli lavabili a mano o in lavatrice, in cotone naturale o fibra di bambù.
Ma quando si deve indossare? Sicuramente negli uffici pubblici, ristoranti e bar, non quando si è seduti al tavolo per una colazione. Sui mezzi di trasporto pubblico è obbligatoria, insomma in quei luoghi dove non è possibile mantenere una corretta distanza di sicurezza di almeno un metro.
La mascherina chirurgica non aderisce ai contorni del viso ma impedisce la fuoriuscita da naso e bocca di secrezioni respiratorie, ha grande capacità filtrante verso l’esterno ma poca verso l’interno. Vi sono in commercio poi le mascherine FFP1-2-3 con un potere filtrante in funzione del numero che le rappresenta.
L’OMS fino a qualche mese fa non dava informazioni sull’uso delle mascherine, sostenendo che indossarla per più di venti minuti abbassava il livello di ossigenazione del sangue e talvolta era addirittura dannosa.
D’altra parte, abbiamo assistito a dei veri e propri valzer sui pareri anche discordanti delle mascherine da parte di medici virologi e medici specialisti.
Alcuni politici e personaggi dello spettacolo sicuramente in tono polemico o dissacratorio nei confronti dell’uso delle mascherine hanno dichiarato di avere utilizzato la stessa mascherina da mesi. Questo naturalmente non giova alla prevenzione, anche in questa ultima fase in cui si assiste ad un innalzamento della curva di contagi.
I giovani delle maggiori città italiane durante l’aperitivo serale vengono colti in pubblico in preoccupanti assembramenti e spesso dichiarano di non credere all’utilità delle mascherine come mezzo che supporta la frenata dei contagi. Vivono obblighi e divieti con pesantezza e costrizione nel loro tempo libero.
Forse la non osservanza esorcizza una eventuale e reale preoccupazione: “come può accadere a me? Sicuramente c’è ma sono sicuro che non ne verrò contagiato”. Una speranza che dissimula anche una eventuale preoccupazione. E se lo avessi già preso? Sono un asintomatico di sicuro… Spesso sento dire.
Una cosa è certa. Per il completo bleu di mattina la mascherina bianca si abbina meglio.
Dialoghi Mediterranei, n. 45, settembre 2020
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Nino Pillitteri, ha studiato Matematica presso il Dipartimento di Scienze di Palermo. Nel periodo del Dottorato di Ricerca presso l’Institut Mittag Leffler – Stoccolma ha incontrato nel 1984 la fotografa Cecilia Ahlqvist con cui ha allestito una camera oscura. Altre camere oscure ha organizzato a Palermo con Biagio Lenzitti e Peppe Puntarello. Ha fondato e diretto dal 2009 la rivista on line https://photo.webzoom.it. Collabora con il fotografo Salvo Fundarotto e lavora come free-lance per varie testate giornalistiche italiane ed estere come Demotix, Corbis image, pacificpressagency.com , photojournale.com, witnessjournal.com, azsalute.it, blastingnews.com. Ha vinto numerosi premi per servizi e inchieste fotografiche
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