di Andrea Lattuca
Il piacere che si prova attraverso le orecchie si chiama «incantesimo», quello che si prova con gli occhi si chiama «fascino». Nebbia: suggestione nella fotografia, dove la foschia risulta essere una scenografia surreale ma che può essere il soggetto dell’immagine.
Che sia incantesimo, fascino o altro, quel che a volte si apre davanti agli occhi, lascia senza fiato. Ho imparato ad apprezzare la nebbia, sono cresciuto avvolto dalla nebbia, quella bella densa, spesso umida, che ovatta e trasforma la vita quotidiana in un’immagine onirica. Una nube che protegge, che avviluppa i corpi e sembra attenuare il rumore dei passi.
Osservo le sue sfumature, le sue evoluzioni che spesso possono trasformare una città, la mia città, la mia Enna, rendendola qualcosa di immaginifico, fotografando quasi l’anima del luogo dove mi trovo, l’invisibile che è davanti ai miei occhi.
Anche il traffico, immerso nella nebbia, non dà fastidio, evapora, sfuma, ci catapulta in una atmosfera quasi onirica, impalpabile, immaginifica, meditativa.
Tutto tace, come se il tempo si fosse fermato. Il silenzio esalta il bianco e nero del paesaggio, il profilo delle figure dei passanti.
Mi sono ispirato a molti fotografi, fra cui M. Kenna, e all’opera di Munari “Nella nebbia di Milano”, nel modesto tentativo di trasformare questo singolare fenomeno meteorologico in una poesia di immagini, in una elegia della assenza. Vi si può leggere forse qualcosa di metafisico, l’incanto sospeso di un mistero.
Tutte le fotografie sono caratterizzate da lunghe esposizioni e da luce eterea. Cerco di sfruttare le prime ore del mattino, quelle del crepuscolo e del tardo pomeriggio. L’assenza del colore dà corpo al pulviscolo e contribuisce a creare un’atmosfera diafana, impersonale e senza tempo.
Nell’interpretare la mia città nella nebbia, la fotografia privilegia il vago, il velato, lo sfumato, ciò che è invisibile. Prima di scattare attendo, anche per molto tempo, perché tutto sia al posto giusto, nel momento giusto. Enna sembra da sempre dialogare con la nebbia, una compagna antica, amabile, inseparabile.
Fotografare la nebbia, con la nebbia, immerso nella nebbia, è cosa complessa nel processo di costruzione della composizione quasi minimalista e priva di artifici, una soluzione stilistica che ama togliere il superfluo, l’insignificante. In altre parole tolgo per aggiungere significato alle mie fotografie, stimolando, in chi guarda, la capacità immaginativa, meditativa, incantatoria.
Dialoghi Mediterranei, n. 66, marzo 2024
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Andrea Lattuca, fotografo di Enna, che ha iniziato all’età di 13 anni con una Zenith analogica e ha intensificato l’attività dal 2008. Non ha un genere preferito ma spazia dove lo porta il cuore e lo sguardo. Ha esposto in diverse mostre personali e collettive e sue foto si trovano in numerose pubblicazioni editoriali.
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