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Nello sguardo degli altri l’Isola, cara agli dèi e tentata dai diavoli

9788857916323di Mariza D’Anna 

Nella sua raccolta di saggi pubblicati postumi da Adelphi, Benedetto Croce aveva raccontato la città di Napoli come «un paradiso abitato da diavoli» svelandone il volto più segreto, la sua storia, la sua cultura e la vera anima di una città beffarda, sognatrice, concreta, diversa da ogni altra città della terra. Imbattersi oggi nel libro di Antonino Cangemi, scrittore, collaboratore delle pagine culturali di diverse testate, riporta a quella lettura e apre uno squarcio inedito e indagatore sull’Isola e sulle sue mille sfaccettature, tante facce tanti quanti sono stati i visitatori che in qualche modo l’hanno raggiunta e visitata e amata. 

Il titolo richiama Croce, Il paradiso popolato da diavoli (pare che così avesse definito l’isola Alexandre Dumas padre), sottotitolo La Sicilia negli occhi degli altri (Dario Flaccovio, 2023). Ritratto della Sicilia osservata da altri, frutto di uno studio e di una conoscenza colta dello scrittore che ha seguito, analizzato e setacciato le opere più disparate di poeti, scrittori, commediografi, pittori, filosofi, registri, politici estrapolandone scorci di “sicilitudine”.  

Antonino Cangemi ci presenta una tale varietà di angolature della “sua” Sicilia – perché solo chi è innamorato visceralmente di questa terra riesce a vederla e a farla vedere con tanta cristallina onestà – che alla fine della lettura si esce quasi storditi e confusi e si ripassa indietro le pagine per scovare quello che può essere sfuggito o per rileggere quello che vi è scritto. È la forza della scrittura questa, quella che risiede nella capacità di rendere possibile questo esercizio mentale e anche fisico. 

9788832055221_0_424_0_75Scrivere della Sicilia mentre la sua vive e vi si è immersi nel tessuto lavorativo e sociale, con le sue miriadi di sfaccettature e contraddizioni è un esercizio che richiedere grande comprensione e fatica. Oltre ad un certo distacco nel saper guardare le cose con “la giusta distanza” immergendosi nelle sue trame più segrete senza lasciarsi avviluppare dai suoi tentacoli ammaliatori. Più facile, forse, raccontarla con gli occhi di chi non vi è nato e non ne ha respirato l’aria sin da bambino. Il lavoro che Cangemi svolge apre una strada nuova e consente di filtrare il pensiero attraverso gli illustri personaggi che sfilano, uno dietro l’altro. Non è il primo libro sulla Sicilia che l’Autore ha dato alle stampe, Un paradiso popolata da diavoli è stato preceduto da Siculospremuta, D’Amore di Sicilia e Miseria e nobiltà in Sicilia, testi nei quali, affrontando temi diversi, ha comunque tracciato un profilo e un’anima della terra di cui si comprende bene quanto sia innamorato. 

Sviscerando i suoi labirinti, i passaggi segreti, raccontando i profumi che restituisce, le immagini che evoca, l’Autore riporta in vita una terra tanto visionaria quanto concreta e ne spiega i caratteri nel minimo dettaglio. Dietro le città, Catania, Palermo, Siracusa e le altre, forgiate dalla storia millenaria, rese fastose da arte, cultura, miti, dietro le campagne dove si può godere ancora di un paesaggio sincero, si nascondono diavoli inaspettati per il viaggiatore distratto e a volte anche per chi distratto non è. Non bastano anni per conoscere queste terre e per comprenderne tutte le sue contraddizioni. 

I testimoni oculari che Cangemi sceglie per raccontare, in brevi capitoli, la Sicilia vista con gli occhi degli altri, restituiscono tutti qualcosa di nuovo, non per una falsa ostentazione che fa bene alla vanità siciliana, ma per una reale attrazione verso una terra che definire non si fa: misteriosa, bislacca, talentuosa, seducente, ricca, falsa e mafiosa, un paradiso appunto, ma popolato da diavoli. 

s-l1600Chi come Cangemi, dirigente della Regione Siciliana conosce bene i contorni burocratici aggrovigliati di una Sicilia che non sa liberarsi da se stessa e dalla sua “falsa” autonomia, ha forse più “titoli” di altri per raccontarne alcuni aspetti peculiari. I diavoli che la popolano ci si chiede, sono certo quelli che l’hanno governata, che ne hanno rovinato la reputazione, che l’hanno saccheggiata e vilipesa con cattive gestioni dell’amministrazione pubblica, con i soprusi mafiosi che l’hanno attaccata dall’interno e all’esterno, gettandole addosso una luce fosca e appannata a dispetto del suo originario fulgore. 

 Ogni personaggio che l’autore fa parlare nel suo tempo prende il suo spazio nei luoghi che visita – da Messina a Trapani – e ne dà una visione a spicchi della terra e del suo popolo. Le pagine ripercorrono la storia dall’antica Grecia alla seconda metà del Novecento in un viaggio di letterati, artisti, studiosi che non sono nati nell’Isola. Da Platone, a Cicerone passando da Dante, da Caravaggio a Goethe, da Moliere a Carducci, per finire a Piovene, Savinio, Ginzburg, Morante, Pasolini, Gassman e Spaziani si potrebbe azzardare didascalicamente. Ma vanno scoperti, uno ad uno, i diversi approcci di chi isolano non lo è ma ha subìto il fascino seducente e maledetto, respingente e sacro dell’Isola «cara agli dei e tentata dai diavoli». 

817-uj5dcel-_ac_uf10001000_ql80_Il primo capitolo del libro – Itinerari – sembra voler fare una mappa allo “straniero” o a chi ha conosciuto la Sicilia solo fuggevolmente. In poche pagine l’autore compie un volo “per le vie d’oriente” e “per le vie d’occidente” e disegna una cartina d’insieme di quello che verrà nei successivi capitoli nei quali appaiono sul palcoscenico i personaggi illustri ai quali Cangemi ha scelto di far raccontare la Sicilia. I pezzi messi insieme non disorientano, anzi offrono spunti nuovi. Un esempio: il capitolo “Grand tour e affari” compendia “la chiave di tutto” secondo Goethe, “il paradiso e i diavoli” di Alexandre Dumas, “gli inglesi, il Marsala e i letti separati” e “la Venere di Guy De Maupassant”. Un azzardo? Per nulla perché parola dopo parola e pagina dopo pagina si scopriranno i segreti e i legami che tengono unite figure così diverse nel tempo e nello spazio nel nome della Sicilia. 

2570230018048_0_424_0_75Le tante testimonianze che si affastellano amplificano suoni, voci, richiami, suggestioni, legami di viaggiatori con la Sicilia terra di “Eterne insidie e seduzioni” di “Mafia, miseria, storia e società”, di “Misteri e segreti” e di “Vocazione creativa”, capitoli dentro i quali, stretti stretti ma nello stesso tempo ariosi nella ricostruzione e nella linguistica originale e ironica, restituiscono, con puntualità, se non tutti tanti aspetti caratterizzanti di un’Isola del sud vista dal microscopio al grandangolo. 

Questo impegnativo lavoro di sintesi dà atto che non si tratta unicamente di richiami letterari raccolti e “catalogati”; ciò che sottende è al contrario una conoscenza approfondita a cui segue un’analisi ragionata e colta di autori, romanzi, racconti, scritti e molto altro, che insieme fanno sì che l’opera possa diventare punto di partenza, vademecum per approfondimenti e letture mirate secondo gli interessi personali. Va segnalata insieme a questo anche il mestiere di saper ricucire che l’Autore svolge collegando passato, presente e luoghi visitati da cotanti viaggiatori illustri, arricchendo i loro racconti con spigolature, notizie così poco note da apparire inedite, perché no pettegolezzi e disincanti che completano il ritratto del viaggiatore di turno in relazione al suo approccio verso la Sicilia. 

9788845936975_0_424_0_75Negli occhi dei viaggiatori che l’hanno visitata e che parlano sono disseminate passioni, contrasti, sole-terra, asprezze, divinità e tutto ciò che la compone: ognuno però, come ci spiega, avrà la sua personale visione che mai combacerà perfettamente con altra, consentendo di scoprire pezzo per pezzo ciò che non si è visto o compreso. 

Come appare la Sicilia agli occhi dei musulmani per esempio quando è «saldamente nelle mani dei cristiani dopo duecento anni di dominazione araba» nel suo Viaggio in Sicilia (Adelphi), ce la racconta il viaggiatore Ibn Iubayr che scopre che è «una terra che seduce» non solo per le sue bellezze ma anche per accoglienza, costumi e modus vivendi tolleranti… una terra che dovrebbe essere nemica «e che tale non si rivela». E che – spiega ancora l’Autore – manifesta straordinarie affinità con quella del viaggiatore che potrebbe addirittura cadere nella trappola della seduzione.

savinioE poi c’è Goethe, «senza la Sicilia non si può formare nessuna idea dell’Italia. È qui che si trova la chiave di tutto». Scrittore illustre e viaggiatore per antonomasia che nel 1787 nel suo tour per l’Italia soggiornò un mese nell’Isola, ne riporta due volti, quello immediato e affascinante del suo paesaggio e quello fragile e vulnerabile dovuto alle calamità naturale e alle cattive amministrazioni che la governano. 

Saltare da un luogo ad un altro, da un’epoca ad un’altra è un gioco divagatorio che non interrompe la lettura.  Alberto Savinio, pseudonimo di Andrea De Chirico, fratello del grande pittore Giorgio scrisse della Sicilia «offrendo dell’isola un’immagine luminosa condita di riflessioni spesso difformi da quelle comuni» – ci dice l’Autore – È la culla, mi diceva mio padre (che era originario di Palermo, ndr) della nostra gente – scrive Savinio – …. Quella terra laggiù disegnata da sapientissima mano è un’antica madre». 

5000089576386_0_0_536_0_75Piovene la visita nel 1956 «con l’acume di un sociologo, la curiosità dello scrittore, il puntiglio del cronista e il gusto dell’esteta» e nel suo Viaggio in Italia «ben 76 pagine sono dedicate alla Sicilia». Di Palermo, centro della politica della Sicilia, sede del Governo e dell’Assemblea della Regione, scrive: «organo giovane, confuso, iperbolico ma vitale» che «ha ereditato perfino la tendenza fastosa della Sicilia». 

Segnali premonitori di quello che la Sicilia sarebbe diventata, sottolinea anche Cangemi nelle stesse pagine. «Si vorrebbe essere venuti quaggiù come uno straniero, un viaggiatore distaccato, per vedere la Sicilia solo una tra le più belle terre al mondo». Con l’amarezza aggiunge Cangemi «per quel che sarebbe potuto e dovuto verificarsi e per quel divenire che si è arenato per tanti motivi, non ultimi gli sperperi e le cattive amministrazioni di una Regione … e per nulla vitale». 

Dialoghi Mediterranei, n. 66, marzo 2024  

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Mariza D’Anna, giornalista professionista, lavora al giornale “La Sicilia”. Per anni responsabile della redazione di Trapani, coordina le pagine di cronaca e si occupa di cultura e spettacoli. Ha collaborato con la Rai e altre testate nazionali. Ha vissuto a Tripoli fino al 1970, poi a Roma e Genova dove si è laureata in Giurisprudenza e ha esercitato la professione di avvocato e di insegnante. Ha scritto i romanzi Specchi (Nulla Die), Il ricordo che se ne ha (Margana) e La casa di Shara Band Ong. Tripoli (Margana 2021), memorie familiari ambientate in Libia.

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