di Giulia Panfili
Ad agosto nel Vallo di Diano il centro storico di Teggiano è teatro di una rievocazione medievale con protagonista la principessa Costanza da Montefeltro da cui prende il nome.
Costanza da Montefeltro nacque ad Urbino nel 1466. I suoi genitori erano i raffinati duchi di Urbino Federico II da Montefeltro e Battista Sforza, ritratti nel celebre dittico di Piero della Francesca conservato agli Uffizi.
All’età di 14 anni Costanza si unì in matrimonio con Antonello Sanseverino, principe di Salerno e conte di Marsico. Una prestigiosa unione presumibilmente concordata sin da bambini, come da prassi al tempo, per stringere alleanze strategiche.
Un anno dopo le nozze, celebrate nel 1480, la principessa Costanza e suo marito si recarono in visita nel feudo di Diano (antico nome di Teggiano), per cui si organizzarono grandi festeggiamenti.
“Alla tavola della Principessa Costanza” è oggi invitato chiunque voglia partecipare alla festa che, con musica, balli, spettacoli e banchetti per le strade del paese, accompagna e omaggia gli sposi Costanza da Montefeltro e Antonello Sanseverino.
A conclusione dei festeggiamenti oggi vengono inscenati altri due importanti avvenimenti che segnarono la storia medievale di Teggiano: la congiura dei baroni e l’assalto al castello.
La congiura dei baroni fu ordita nel 1485 da Antonello Sanseverino con l’aiuto di papa Innocenzo VIII contro il re aragonese Ferdinando I che voleva ridurre lo strapotere dei baroni feudatari a vantaggio del regio demanio e della nuova classe emergente di mercanti e imprenditori. Avviate le trattative di pace, il sovrano Ferdinando I tuttavia le trasgredì, facendo arrestare e uccidere i baroni ribelli.
Al principe Sanseverino furono confiscati i feudi. Trasferitosi alla corte di Carlo VIII in Francia, continuò a tramare congiure ai danni degli Aragonesi.
Nel 1495 rientrò a Napoli insieme a Carlo VIII, che aveva conquistato il Regno, e si riappropriò dei possedimenti sottratti. L’anno successivo la monarchia aragonese tornò al potere con il nuovo sovrano Federico d’Aragona e Antonello Sanseverino fu dichiarato ribelle.
Il re Federico si impadronì di Polla e Sala nel vallo di Diano e poi passò ad assediare Teggiano, dove il principe Antonello si asserragliò nel castello di Teggiano (oggi castello Macchiaroli).
Sostenuto dalla popolazione, resistette per circa tre mesi, finché l’arrivo di nuove truppe lo costrinse ad arrendersi e a firmare un trattato di pace.
Il mio sguardo rispetto a questi avvenimenti è di ricerca del movimento, del dietro le quinte. Vi rintraccio in controluce elementi del contemporaneo. I giochi eterni del potere, tra sospetti, congiure e guerre. La loro riproposizione teatrale en plein air nel contesto di una pagina di storia medioevale locale dovrebbe concorrere a rinnovare la memoria collettiva e con essa la coscienza civile.
Dialoghi Mediterranei, n. 64, novembre 2023
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Giulia Panfili vive attualmente a Roma. Ha studiato antropologia visiva a Lisbona e ha concluso il dottorato in antropologia, politiche e immagini della cultura, museologia con una tesi di ricerca etnografica in Indonesia sul wayang come patrimonio immateriale dell’umanità. Ha partecipato a convegni di antropologia e arte in Portogallo, Brasile, Inghilterra, Indonesia, e a mostre collettive di fotografia, illustrazione e stampa grafica presso gallerie e festival in Italia, Spagna, Portogallo, Indonesia. Tornando in Italia ha frequentato la Scuola Romana del Fumetto, dedicandosi quindi a disegno e illustrazione, con cui ha elaborato parte della tesi di dottorato. Ha approfondito in seguito tecniche e linguaggi della fotografia e del documentario audiovisivo con corsi formativi e progetti vincitori di bandi di concorso.
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