di Valeria Laudani
Da fotografa, autrice o semplicemente appassionata di fotografia così come mi definisco, mi sono sempre interessata alle immagini principalmente come scoperta di sé stessi. Una passione che mi avvicina prevalentemente alla strada.
Ed è proprio la strada che mi incuriosisce, solletica la mia creatività offrendomi l’input per raccontare delle storie intercettate nello spazio e nel tempo di un clic.
Una vocazione che mi spinge sui cortili e le piazze, sui sagrati delle chiese, sui vicoli più appartati. Un compito quasi intimistico quando il ‘’sé’’ è il protagonista del progetto che parla per immagini.
La strada mi avvicina alla gente, all’umanità, alla verità delle cose. Mi sento attratta dalla vita vera e dalla quotidianità, da gestualità ed espressività che rivelano quella parte più profonda di me, della mia infanzia, dei miei lontani ricordi.
Una costante ricerca alla scoperta di me stessa tra sentimenti consci e inconsci, tra miscugli di sensazioni, impressioni, suggestioni, memorie. L’emozione dell’incontro con i soggetti fotografati.
Ritrovo i bambini giocare, tracce di ciò che sono stata, avvenimenti che ricomponendosi nella realtà come tanti ‘’dejà vu’’ mi fanno ritrovare in quei luoghi apparentemente nuovi, rivivere una strana sensazione di familiarità.
A guardar bene, la strada è la vita che scorre, il teatro che inventa e improvvisa ogni giorno spettacoli e giochi di umanità, bellezza, allegria. Che cosa è, in fondo, la fotografia se non l’arte di guardare, di sentire, di partecipare?
Le fotografie che propongo sono parte della mia ricerca introspettiva e mi rivelano come per epifanie episodi vissuti, facce incontrate, voci ascoltate. Sono soprattutto i bambini al centro della mia attenzione.
Ricordo il mio primo aquilone o la spensieratezza di andare in bicicletta, il giocare da sola o con gli amici, il senso di leggerezza dell’addormentarsi a terra, la scoperta dell’amicizia, dell’amore.
Nei ricordi coagulano i miei sentimenti, i valori a cui sono stata educata, le parole e le immagini che vorrei lasciare come piccoli antidoti alle brutture, alle ingiustizie e alle violenze delle cronache.
C’è urgenza di gentilezza, di amore, di cura, la necessità di convergere lo sguardo verso la scoperta di noi stessi, di trovare la ‘’strada’’. La strada maestra da ritrovare, per ritrovarsi, per ritrovarci.
Dialoghi Mediterranei, n. 63, settembre 2023
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Valeria Laudani, si diploma nel 1993 a Catania in Arti Grafiche, della Pubblicità e della Fotografia e inizia a lavorare privatamente come grafico-creativo e da freelance con alcune tipografie e agenzie pubblicitarie del territorio siciliano. Presso l’università intraprende gli studi in Scienze e Tecniche Psicologiche, per dedicarsi dal 1996 alla propria attività commerciale. Durante questo percorso, partecipa a diverse mostre personali e collettive a Catania e altrove.
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