di Francesca Maria Corrao, Monica Ruocco [*]
I due volumi sulla Storia della letteratura araba, in corso di pubblicazione per la casa editrice Le Monnier/ Mondadori Educational, rappresentano una tappa d’arrivo di percorsi di studio e ricerche condotte dagli autori e dalle autrici delle singole sezioni negli ultimi decenni. Si tratta di un’operazione che non prescinde da quanto è stato realizzato nel passato dai nostri maestri, patrimonio che viene integrato con le recenti teorie della critica letteraria e con la presentazione della nuova produzione narrativa, poetica e drammatica del XXI secolo.
Lo studio della letteratura araba in Italia, infatti, ha una lunga e gloriosa tradizione che si è evoluta nel tempo: qui si troverà ancora vivo l’insegnamento di maestri quali Francesco Gabrieli, Virginia Vacca, Paolo Minganti, Umberto Rizzitano, Daniela Amaldi, Giovanni Canova, Isabella Camera d’Afflitto e altri a cui si fa riferimento nei diversi capitoli. Da questa scuola sono emersi i numerosi esperti e le numerose esperte che hanno collaborato per approfondire argomenti e periodi specifici.
Per chi si occupa di letteratura araba – preislamica, classica, postclassica o contemporanea in ambito universitario, non è semplice abbandonare l’impostazione accademica pur mantenendo un indispensabile rigore scientifico. In questo caso ci siamo proposte di realizzare un lavoro organizzato a partire dal termine ‘epoche’ e basato su un approccio storico, in considerazione di un canone scientifico e storico-letterario condiviso, nonché della necessità di individuare i passaggi da un determinato periodo all’altro, anche se spesso questi sono difficili da stabilire con precisione.
Il discorso e le parole si formano per opposizione di senso e di suono. Il senso è un risultato, non è primario né secondario, è arbitrario e manca un legame, ad esempio, tra il concetto di deserto e la voce che lo definisce. Tutti siamo consapevoli che all’immagine del deserto noi associamo un numero limitato di termini (mentre gli arabi ne usano molti di più), i quali appartengono a un immaginario vasto, complesso e vivo. Ciò accade per altri innumerevoli oggetti. Nella ricerca, quindi, va privilegiata la sincronia, secondo l’idea di De Saussure che tutti i sistemi sono caratterizzati da equilibri in continua evoluzione.
La letteratura e il suo sistema sono l’oggetto della critica letteraria, scienza fondata su una dimensione storica. Come le parole, così le idee e i concetti sono dotati di una profondità interiore e storica. Pertanto, lo studio della letteratura è una pratica che ci porta all’interno di una società, facendoci rivivere i suoi sogni e i suoi drammi: le parole ne sono all’origine. Anche noi studiosi viviamo immersi nella nostra storia, i nostri occhi proiettano le nostre strutture mentali sugli oggetti che esaminiamo: questo è un vantaggio, ma può risultare anche un limite. Ci arricchiamo nel vedere l’altro, ma il nostro sguardo è limitato dal contesto in cui viviamo e dalle nostre esperienze. Tuttavia, nel reciproco scambio possiamo dare un contributo al nostro tempo, affinando e allargando la nostra percezione del mondo.
La trattazione è distribuita su due volumi, all’interno dei quali i rispettivi 16 capitoli sono raggruppati in 4 parti. All’interno di ciascuna parte si sono analizzate le singole epoche e linee tematiche. Il primo volume – La letteratura araba: dall’epoca preislamica all’età postclassica – raccoglie le parti I (Dalla jahiliyya al califfato Omayyade), II (L’epoca del califfato Abbaside), III (Emiri, sultani e califfi nell’epoca della sovranità frammentata) e IV (Il mondo arabo nell’epoca post-classica). Il secondo volume – La letteratura araba: dalla Nahḍa alle rivoluzioni e oltre – raccoglie le parti I (La Nahḍa e gli sviluppi della letteratura araba fino al 1948), II (La letteratura araba tra il 1948 e il 1991), III (La letteratura araba dagli anni ’90 al nuovo millennio) e IV (Le rivolte Arabe e oltre).
In ciascuno dei due volumi, ogni parte è introdotta da un panorama storico perché il lettore possa intendere la letteratura anche come spazio di interazione critica con il contesto storico-politico e sociale di cui è espressione. Al panorama storico fanno seguito i singoli capitoli in cui si analizzano movimenti, correnti e autori di una determinata epoca. Lo studio particolareggiato di una fase letteraria consente di acquisire consapevolezza delle sue caratteristiche in un’ottica sincronica, nonché di rintracciare i tratti distintivi in un singolo testo. La lettura dei diversi capitoli può essere effettuata in modo diacronico per ripercorrere lo sviluppo di un genere in epoche diverse. L’analisi delle peculiarità delle forme liriche, narrative e drammatiche è corredata da un congruo apparato di approfondimenti, schede biografiche su singoli autori, e anche di letture online (traduzioni originali o edite) inserite nella versione digitale dell’opera, riconoscibili tramite un richiamo iconografico in corpo di testo. Non mancano immagini e mappe. Gli approfondimenti sono di carattere tematico (tendenze, generi specifici), storico-culturale (in relazione a eventi o movimenti) e interdisciplinare (connessioni tra letteratura e altre arti quali il cinema, o discipline quali politica, filosofia). Infine, in ciascun capitolo si trovano riferimenti e rimandi ad altri capitoli dove si trattano gli stessi autori o argomenti affini, ma all’interno di una fase o un contesto diversi. Tutti i capitoli si concludono con una bibliografia essenziale.
Alla fine di ciascun volume è riportato un glossario che illustra in maniera concisa alcuni termini relativi a generi e forme testuali, nonché lemmi tecnici. Inoltre, per facilitare la lettura, si è fornito un indice dei nomi. A completare il tutto sono presenti tavole cronologiche che dispongono avvenimenti letterari, artistico-culturali e storici della cultura araba in parallelo con quelli delle altre culture (soprattutto europee), offrendo uno sguardo d’insieme sui secoli trattati in ciascun volume.
Il manuale si presenta sia come utile approfondimento per non specialisti, sia come strumento adatto allo studio universitario. È un prodotto editoriale e didattico innovativo: i due volumi presentano sezioni sulla letteratura preislamica, classica, postclassica e contemporanea, ciascuna delle quali è introdotta da una panoramica storica e arricchita da un’antologia di testi nonché di vari apparati da consultare in maniera digitale. Il manuale offre a chiunque si interessi di storia delle letterature o a chi desideri approfondire la produzione culturale del mondo arabo, una trattazione versatile che consente di scegliere fra percorsi formali o tematici, di affidarsi a un racconto più storico oppure di esplorare in modo autonomo i materiali digitali.
Il primo volume tratta la storia della letteratura araba dall’epoca preislamica all’età postclassica. La prima parte (Il mondo arabo dagli albori dell’islam alla dinastia omayyade) descrive la letteratura in lingua araba a partire dalla fase precedente la rivelazione del Corano sino alla produzione al tempo della dinastia omayyade (680-750). Si delineano sia i tratti essenziali della letteratura antica sia l’evoluzione artistica e culturale che segue la rivelazione coranica. Si tratta di un periodo relativamente lungo, che va pressappoco dal VI all’VIII secolo, e che rappresenta la fase fondamentale per lo sviluppo di tutta la letteratura araba. Questa prima parte, divisa in 4 capitoli, è stata dunque pensata come quadro di riferimento utile a comprendere l’evoluzione artistica e culturale successiva. Con la rivelazione del Corano, infatti, ha inizio un profondo cambiamento valoriale che riguarda anche i modelli estetici e le metodologie della critica (non soltanto da un punto di vista formale) idonee a valutare la poesia e la produzione culturale in genere. Nei secoli a seguire, la poesia preislamica e quella immediatamente successiva saranno modello di riferimento per i letterati.
Quindi, a un primo capitolo sulla poesia preislamica, segue quello dedicato al Corano, poi uno studio sulla poesia in epoca omayyade e uno sull’evoluzione della prosa, con particolare attenzione alla storiografia e alla tradizione del profeta. La parte seconda (L’epoca del califfato Abbaside) è dedicata a una delle stagioni di maggiore fioritura della letteratura araba, quella che va dal 750 al 1250 circa. Questa parte è divisa in due capitoli, il primo dei quali è dedicato allo studio della poesia, in quanto forma privilegiata della comunicazione letteraria nel mondo arabo dell’epoca. A seguire, il capitolo sulla prosa con una riflessione teorica sui diversi generi, gli stili e le articolazioni interne. In questo periodo la prosa si sviluppa in dialogo con la poesia e non in contrapposizione: qui sono pertanto sottolineate le interrelazioni e le corrispondenze che mostrano il compenetrarsi dei due generi in un tutt’uno organico. In questa fase si delineano percorsi artistico-letterari caratterizzati da sovrapposizioni e intersezioni (il proimetro). Nella terza parte (Emiri, sultani e califfi nell’epoca della sovranità frammentata), i primi due capitoli sono dedicati alla specifica produzione andalusa e siciliana, con un approfondimento sul ruolo dei traduttori, lo scambio e l’osmosi tra nord e sud del Mediterraneo.
In alcuni capitoli si è contemperata la necessità di enucleare le caratteristiche di alcuni generi evolutisi in modo trasversale: la mistica, la letteratura di viaggio, popolare, comica e il teatro delle ombre. Collocati a cavallo dei vari secoli con un proprio percorso caratterizzato, questi generi letterari si sono distinti dall’evoluzione di altri, pur (talvolta) combinandosi con essi. La quarta parte (Il mondo arabo nell’epoca post-classica) comprende tre capitoli: il primo dedicato alla prosa in epoca mamelucca; il secondo alla poesia nella fase che va dagli Ayyubidi (XII-XIV secolo) agli ottomani (XIV sino al XXVIII secolo); il terzo alla prosa ottomana (sino alla fase che precede l’era coloniale che sarà trattata nel secondo volume). La ricerca degli studiosi all’interno di questa ricca fase di esperienze artistiche è ancora agli inizi, per cui le ipotesi e le classificazioni non sono ancora definitive. Le tendenze letterarie che emergono in questa fase sono caratterizzate da un forte pluralismo di stili, da sovrapposizioni e sperimentazioni di nuovi linguaggi, che anticipano alcuni motivi della letteratura del primo Ottocento.
Il secondo volume tratta la storia della letteratura araba dalla Nahḍa fino a oggi. La prima parte (La Nahḍa e gli sviluppi della letteratura araba fino al 1948), divisa in sei capitoli, prende avvio dal movimento di rinascita culturale denominato Nahḍa che, iniziatosi a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, arriva sino ai primi decenni del Novecento. In questo periodo i viaggiatori e i traduttori svolgono un ruolo essenziale nel far conoscere agli arabi la cultura occidentale e nel diffondere nuove idee che, gradualmente, penetreranno nella società inserendosi in un contesto già da tempo incline a grandi spinte di cambiamento e modernizzazione. Dal punto di vista culturale e letterario, il confronto con i modelli europei si combina con un movimento teso a rivitalizzare elementi e generi appartenenti al patrimonio classico. Ben presto la violenta penetrazione del colonialismo europeo, che si sostituisce al dispotismo ottomano, obbliga i letterati e gli intellettuali arabi a riflettere sul proprio rapporto con l’Occidente, topos di una gran parte della produzione di questo periodo e di quelli successivi. In tale fase poesia, narrativa e letteratura drammatica sono oggetto di profonde innovazioni, decisive per lo sviluppo di questi generi. Si è scelto di dedicare un capitolo specifico alle riviste letterarie sulle cui pagine, attraverso vivaci dibattiti e confronti, tali innovazioni hanno trovato ampio spazio.
La seconda parte (La letteratura araba tra il 1948 e il 1991), divisa in cinque capitoli, si concentra su quella che potremmo definire come la fase matura e consapevole della produzione letteraria araba contemporanea, espressa in tutti i suoi generi. Le lotte anticoloniali, la nascita degli Stati nazionali e i movimenti che esaltano l’arabicità (primo fra tutti il nasserismo), fanno da sfondo a una letteratura che si vuole politicamente impegnata, dedita a sperimentare nuove forme e a confrontarsi con il patrimonio tradizionale. Autori e autrici del mondo arabo incominciano a entrare nel panorama letterario mondiale, tanto che nel 1988 viene assegnato il Premio Nobel per la letteratura all’egiziano Naguib Mahfouz. Fatti determinanti come la questione palestinese o la guerra civile libanese danno vita a specifiche tendenze, come la letteratura della Resistenza e quella post-traumatica. Ampio spazio è assegnato alla produzione dei Paesi del Maghreb, particolarmente ricca e inspiegabilmente trascurata. Infine, un capitolo è dedicato alla letteratura prodotta al di fuori dei confini della cosiddetta ‘patria araba’: definita dell’emigrazione, della diaspora o dell’esilio, con il passare dei decenni essa riveste sempre maggiore rilievo, non soltanto a livello quantitativo.
La terza parte (La letteratura araba dagli anni ’90 al nuovo millennio), divisa in due capitoli, affronta un periodo assai delicato nella storia contemporanea della letteratura araba. Da un lato, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso il mondo arabo assiste a profonde trasformazioni che lasciano necessariamente un segno nella sensibilità degli intellettuali (scrittori e artisti), influenzati anche dai nuovi assetti geopolitici mondiali. Dall’altro lato, un attivismo politico che non riconosce più negli apparati statali il suo punto di riferimento stimola produzioni letterarie che alcuni critici hanno definito post-nazionali o post-politiche. Tra l’altro, si afferma una produzione femminile molto interessante, che mette al centro della scrittura il corpo della donna, con l’intento di restituire a questo corpo la possibilità di esplorare sé e il mondo. La parte si conclude con un capitolo su quei nuovi generi letterari, come la fantascienza e il noir, che avranno forte risonanza al tempo delle rivolte.
La quarta parte (Le rivolte Arabe e oltre), divisa in tre capitoli, propone una apertura alle più recenti tendenze della letteratura del mondo arabo in epoca pre e post-rivoluzionaria. In questa fase, ai generi della narrativa, poesia e drammaturgia si affianca una significativa produzione che si diffonde attraverso internet e i nuovi media che, oltre a rinnovare la scrittura e la lingua, affronta temi urgenti come quello delle libertà individuali e del rispetto delle diversità.
A partire da questa premessa, il manuale è fondato sulla concertazione di scelte generali, rese possibili dalla disponibilità delle autrici e degli autori dei singoli capitoli alla scrittura, rilettura e discussione delle varie parti e confortato dal reciproco arricchimento e dall’armonizzazione di competenze, stili e inclinazioni differenti. Panoramiche storiche, capitoli, schede e materiali recano la firma di chi li ha scritti e che ne è a tutti gli effetti, e da ogni punto di vista, autrice o autore. Un ringraziamento particolare va alle autrici e agli autori con cui abbiamo condiviso questa impresa che tanto ricorda ‘La conferenza degli uccelli’ di Farīd al-Dīn ʿAṭṭār, dove il raggiungimento della conoscenza avviene grazie alla condivisione dell’esperienza. Senza il contributo delle scuole di arabistica che attraversano l’Italia passando da Torino, Milano, Venezia, Roma, Napoli, Catania – senza dimenticare Pescara, Caserta, Bergamo, Firenze, Macerata, Bari, Lecce, Messina, Ragusa, Palermo e Cagliari arrivando fino alla Svezia e alla Norvegia – l’intero lavoro non sarebbe stato completo.
Dialoghi Mediterranei, n. 66, marzo 2024
[*] Si pubblica in anteprima per gentile concessione dell’editore la introduzione dei due volumi, Storia della letteratura araba, a cura di Francesca M. Corrao e Monica Ruocco, in corso di stampa presso Le Monnier/Mondadori.
______________________________________________________________
Francesca Maria Corrao, ordinario di Lingua e Letteratura Araba, alla Luiss Guido Carli Roma, ha studiato in Italia e al Cairo la cultura del mondo arabo e islamico. Tra le sue pubblicazioni numerosi articoli in sedi internazionali e nazionali e gli approfondimenti su: La rinascita islamica (ed. Laboratorio antropologico, Università di Palermo 1985); Poeti arabi di Sicilia (Mondadori 1987, Mesogea 2001) Le storie di Giufà (Mondadori 1989, Sellerio 2002), Adonis. Ecco il mio nome (Donzelli 2010), Le rivoluzioni arabe. La transizione mediterranea (Mondadori università 2011). Assieme a Luciano Violante ha recentemente curato il volume edito per i tipi de Il Mulino L’Islam non è terrorismo.
Monica Ruocco, ordinaria di Lingua e Letteratura Araba all’Università di Napoli L’Orientale. Già presidente dell’European Association for the Modern Arabic Literature (EURAMAL) e SeSaMO. Studia la produzione narrativa a quella teatrale del Vicino Oriente e del Maghreb, e di recente il teatro arabo in esilio, la letteratura odeporica contemporanea, le avanguardie arabe. Tra le pubblicazioni Il teatro arabo (Carocci 2018), Comunicare in arabo (curato con altri autori, Hoepli, 2023). Ha ricevuto il “Premio Nazionale per la Traduzione” del MIBACT (2015).
______________________________________________________________